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Capitolo I

Stando Ges� riunito coi suoi Discepoli, gli domand� Santiago: "Maestro, che cosa
dobbiamo fare per comprendere meglio il suo Messaggio?". Il Maestro disse:
"Attorno al Sole, ci sono molti Pianeti ed ognuno di loro occupa il suo posto e la
sua distanza tra loro ed il Sole e tra gli altri Pianeti; cos� voi dovrete
occupare il vostro posto e distanza attorno al Sole, curando non stare n� troppo
recinto, n� troppo lontano. E tra voi, i miei discepoli, questo deve essere in
equilibrio, permettendo cos�, come i Pianeti che ognuno riceva unicamente la Luce
che necessiti per la sua sopravvivenza; c'essendo concordanza nella Luce che viene
dal Sole e la Luce che viene del Padre.�. In questo momento interrompe Giuda e
gli dice: "Maestro, sappiamo che lei � l'Inviato del Padre, ma a noi Chi ci ha
inviato?". Risponde il Maestro": Mio Padre mi ha inviato per insegnarvi; mio
Padre vi ha inviati affinch� mi ascoltino.�. "La Parabola di chi d� e di chi
riceve, � simile ad un seme che cade nella terra, nasce, cresce e fruttifica ed il
suo frutto gli � dato a chi semin� il seme; come Io faccio la Volont� da mio
Padre, anche voi dovrete fare la Volont� da mio Padre, perch� con voi siamo Uno."
Dice Giuda: "Intenditore, Maestro, ma,... se io faccio quello che lei mi insegna,
lo � gi� tutto?". Risponde il Maestro: "Quello che Io ti insegno � affinch� tu
il vive e cos� possa arrivare come Io sono arrivato, a fare la Volont� da mio
Padre." Giuda, mostrando un po' di impazienza, ritorna e replica: Sto facendo
"io quello che lei mi insegna, indica questo che sono gi� Uno con Usted?".
Risponde il Maestro: "Noi siamo Uno, come mio Padre � Uno con me, ma tu non puoi
fare ancora quello che Io faccio, perch� il Sole illumina a tutti i suoi Pianeti,
ma i Pianeti, nemmeno tutti riuniti, potrebbero dare n� una decima parte di Luce
verso il Sole; per quel motivo � necessario che voi vi trasformiate nel vostro
proprio Sole, nella vostra propria Luce, e cos� alumbr�n - dose ed illuminando ad
altri, gli corrisponderemmo con la nostra Opera a mio Padre che mi ha inviato."
"Perch�, sappiano voi che le tenebre non sono pi� che parti che non sono integrate
n� con la Volont�, n� con la Luce di chi mi invi�. Le tenebre stanno in chi ha
parte con esse, per quel motivo bisogna dare alla terra quello che � della terra;
alle acque quello che � delle acque; all'aria quello che � dell'aria; al fuoco
quello che � del fuoco ed alla Luce quello che � della Luce." "Cos�, voi
comprenderete che neanche estas carni che abbiamo, queste ossa che abbiamo,
questo sangue che abbiamo, questa mente che abbiamo, c'appartengono; c'appartiene
solo, per eredit� di mio Padre, la Luce che vi do con la mia Parola. Per quel
motivo ho detto "Che la terra ed i cieli passeranno, pi� la mia Parola non
passer�"." "Perch� la Parola me l'ha data mio Padre affinch� Ella porti la Luce
che vi manca e possano essere Uno con me, ed Io sar� Uno con mio Padre."

Capitolo II

Continuando, il Maestro dice al suo Disc�pulos: "Che cosa credono voi che dobbiamo
fare affinch� il mondo ci comprenda?". Ognuno di essi emise il suo criterio.
Giuda replic�: "Io credo che a poco a poco il mondo capir� quale il nostro
proposito" �. Il Maestro, disse: "Giuda, l'hai detto tu, ma dimmi quale � il
nostro proposito?". Giuda stette in silenzio. Il Maestro torn� ad interrogare:
"Judas Iscariote, quale � il nostro proposito?". Giuda, alzando lo sguardo, gli
disse: "Sig., penso che il nostro proposito � insegnare alla gente a fare la
Volont� di chi gli invi�." Il Maestro, guardando i soggiorni che c'era intorno a
suo, disse: "Un gregge di pecore non ubbidiscono il suo padrone perch� siano di
lui, perch� egli li ha pagate col suo denarios; obbediscono al suo pastore perch�
egli si fa amico di esse, bada ad esse, d� loro alimento e li difende del lupo."
"Cos� voi dovrete avere il vostro gregge, badare a lui, difenderlo dei lupi, pi�
comprend�dme, Giuda, quello gregge non vi appartiene, non l'avete comprato, perch�
egli appartiene a chi mi invi�." "A quello gregge dovete alimentarlo. Il giorno
che vi proporsi dare alimento alle vostre pecore, non portiate nella vostra mano
la frusta, portate alimento, cos� questo gregge capir� che vi preoccupate di
alimentarlo; ma quando sappiate che vicino a vuestro gregge cammina il lupo,
salid e portate nella vostra mano la frusta per spaventarlo delle pecore; e
portate spada affinch� vi difendiate, se fosse attaccato." Replica Giuda, e dice:
Ho compreso, ma tutto il mondo non sta in questo gregge." Risponde il Maestro, e
dice: "In una selva nascono molti alberi dalla stessa specie, alcuni crescono
troppo ed emergono degli altri; scarsamente altri nascono, ma metta tutti
compongono una selva." "Cos� voi dovrete comprendere che bisogna crescere sugli
altri in Spirito senza che con questo stiamo separando quelli di minore crescita;
fa solo la Volont� da mio Padre quello che � cresciuto e non si lascia dare ombra
degli altri." Dice Giuda: "Intenditore, ma, come so se sono cresciuto la cosa
necessaria per gi� fare la Volont� da mio Padre?". Replica il Maestro: "La Luce
si identifica per cancellare le ombre. Le ombre si identificano opacizzando la
Luce." "Cos� voi comprenderete che la Verit� � mio Padre. Quando l'abbiate
trovata, Ella non vi lascer� ombre n� nelle vostre menti, n� nei vostri cuori,
pertanto, comprenderete che Io Sono La Luce." "Quello che stia con me e mi abbia,
non sar� ad oscure e cos� avr� compreso che, nella selva, � l'albero che non
riceve ombra degli altri." "Ricordino che il vento soffia e muove i rami e le
foglie dell'albero e stacca solo quelle che siano mature o asciughi; cos�
quell'albero rimane sereno." "Cos� voi comprenderete che il vento deve portarsi
di voi tutta la cosa inutile, quello che non serve, affinch� siate purificati di
tutte le immondizie che raccogliete della terra."

Capitolo III

Estando il Maestro coi suoi Discepoli fermi di fronte al lago NAGAFEC, disse: "I
pesci nuotano con somma perfezione, ma non possono volare, n� neanche camminare."
Si avvicina Giuda e gli dice: "Che cosa vuoi dire con questo?". Il Maestro
risponde: I miei "figli, l'uomo � il Re, pertanto, dovete imparare a camminare."
Giuda gli dice: "Ma" noi sappiamo camminare. Risponde il Maestro: "Voi
camminate perch� Io vi ho insegnato, perch� Io Sono La Strada, nessuno arriva al
Padre bens� per Me." "Anche voi dovrete imparare a nuotare come i pesci." Giuda
dice: "� molto difficile farlo." Il Maestro ritorna ed osserva il lago e dice:
"Il lago � tranquillo, lo spruzza solo il vento quando soffia; la vita � un lago
che deve perma - necer tranquillo; se lo spruzza il vento rischia il nuotatore.
Per quel motivo � che tu vedi molto difficile da nuotare come i pesci; bench� il
lago si spruzzi per il vento, il pesce, nel suo interno, � tranquillo." In quello
momento il Maestro guardava alle arie e vedeva agli uccelli volare e disse: "Con
che perfecci�n vola gli uccelli!, voi dovrete cos� anche imparare a volare come
esse." Giuda l'interpella e dice: "Lei sta parlandoci di cose che per noi sono
demasiado difficili." Il Maestro gli dice: "Giuda, tu imparerai queste cose
affinch� quando Io vada da mio Padre tu i faggi fatto ed insegnali a chi credano
in Me." "Ti dico che l'uomo deve volare come gli uccelli, perch� l'uomo � Spirito
ed il regno dello Spirito non sta nella terra." "Tutto quello che vi dico oggi,
voi non mi capiscono, perch� voi avete creduto in Io e queste cose li faccio Io
per voi, ma quando Io vada da mio Padre, mio Padre illuminer� il vostro
intendimento affinch� voi facciate per l'Umanit� quello che Io ho fatto per voi, e
cos� si realizzeranno le Scritture e la Parola di "Chi stia con me ed ascolti la
mia Parola, star� anche con Quello che mi invi� e ricever� la sua Luce"."
"Pertanto, vi dico, il mio hermanos, che la morte quando arriva stacca l'Anima
della materia e l'Anima non pensa cos� pi� alla materia, perch� per lei non esiste
oramai; pensa a Quello che l'invi�, spera in Quello, si fida di Quello.
"Pertanto, voi che avete creduto in Me ed ascoltate la mia Parola, dovete
spogliarvi di quello che non vi corrisponde affinch� in Spirito vi alziate al seno
di mio Padre." Replica Giuda: "Di quello che abbiamo qui, che cosa non ci
corrisponde?". Risponde il Maestro: Vi ho detto "gi� che n� le vostre ossa, n�
le vostre carni, n� i vostri genitori, n� i vostri figli, n� quello che avete
imparato dei vostri antenati vi serve, n� voi corresponde." "Solo la Parola che
ha aperto le porte del vostro Spirito e vi ha portato a bere della fonte della
Saggezza, sar� quella che vi conduca per la cosa ignorata; quello che non conosce
la vostra mente, n� vostro io, perch� essi non potranno arrivare dove voi, come
Spirito, devono arrivare."

Capitolo IV

Estando il Maestro coi suoi Discepoli in casa di Martora, dice loro: Vi insegno
"a vivere come l'aria, come la terra, come le acque e come il fuoco." Si avvicina
Giuda e gli dice: "Maestro, non sar� conveniente che queste cose si facciano in
un altro posto?". Il Maestro gli dice: "Giuda, noi siamo Uno Soli, oggi facciamo
qui queste cose, pi� tardi tu li farai in un posto segreto affinch� non si
profanino, perch�.... che cosa tiriamo fuori con dargli di mangiare un maiale in
un alfaro nuovo?; sporca il cibo e sporca l'alfaro." "Per voi la Parola �
alimento, pertanto, vi dico: "Imparate di Me affinch� insegniate testuale come vi
insegno"." Si diresse a tutti e disse: "Voi v�is la terra quieta, ma ella gira
attorno alla Vita che � il Sole." "Noi siamo qui quieti come la terra, ma
spiritualmente non siamo quieti; stiamo girando attorno alla Vita, pertanto, in
questi momenti siamo la Terra che d� alimento alla Vita che � lo Spirito." Si
trattenne un momento e disse: "Tutti nosotros, in questo momento, siamo l'Aria,
perch� ci spogliamo di una materia che � terra e voliamo per le arie con la
libert� dello Spirito....." Stette in silenzio e disse: "Noi tutti, in questo
momento, siamo l'Acqua, perch� ci siamo trasformati nella fonte eterna dello
Spirito; di lei beviamo per nutrire il corpo e calmare la sete dell'Anima....".
Stette in silenzio e disse: "Tutti noi, in questo momento, siamo un Fuoco
abrasador, perch� ci siamo trasformati nel Fuoco dello Spirito che ci divora a
tutti, ci pulisce e ci purifica." "Cos�, cari fratelli, i nostri corpi ed il
nostro Spirito si integrano per prepararci verso la Resurrezione." Gli dice
Giuda: Maestro, noi sappiamo che tutto quello che lei fa � affinch� anche noi lo
facciamo, ma.... quando possiamo farlo?". Il Maestro gli dice: "Tutti voi siete
Uno con io e queste cose potete fare, ma oggi non li fate perch� Io sto con voi."
"Quando Io vada da mio Padre, vostro Padre ve verr� e sarete come Me e farete
tutte questi cose e molte pi�." Risponde Pedro e gli dice: "Maestro, resuscita
lei morti, curato lebbrosi, tira fuori demoni dagli ossessi, perch� non c'insegna
a farlo?". Il Maestro risponde: "Il Discepolo non � pi� che il suo Maestro, ma �
giusto che impari quello che gli � insegnato." "Una medicina non � pi� che la
malattia, ma, per la grazia di Dio, cura." "Voi eravate morti che Io resuscitai;
eravate lebbrosi che Io guarii; eravate posseduti di demonios che Io vi tirai
fuori; eravate ciechi ed Io vi misi a vedere; eravate sordi ed Io vi diedi
uditi; eravate ad oscure ed Io vi ho dato la Luce." Dice Giuda: "Maestro, e
come facciamo affinch� il mondo ci creda quello che noi abbiamo vissuto, quello
che noi abbiamo visto, come testimonio?". Dice il Maestro: "Due fichi nascono
nell'orto, una di esse non d� frutti, l'altra d� molti frutti; a quale delle due
si avvicina quello che ha fame?". "Cos� voi dovete fare, dare buoni frutti
affinch� quello che ha fame arrivi dove voi ad alimentarsi dei vostri frutti."
Dice Giuda: "Maestro, intenditore, ma ho dubbi di me stesso, penso che il giorno
che sia solo, lontano dalla sua presenza, "non possa farlo." Risponde il Maestro:
"Prima che Io mi ritiri, tu devi essere morto." Risponde Giuda, dicendo: "Ma per
la sua Grazia io ho resuscitato di tra i morti." E dice il Maestro: "S�, cos� �,
ma devi morire nuovamente, e ferma questo � necessario che tu ti dedichi ad
eliminare le tue ombre; ad eliminare quello che sei stato; ad eliminare quello
che altri hanno pensato di te e tu hai creduto; ad eliminare i tuoi pensieri che
sono quelli che ti allontanano dalla capacit� che hai gi� per la mia Grazia."

Capitolo IV

Estando il Maestro coi suoi Discepoli in casa di Martora, dice loro: Vi insegno
"a vivere come l'aria, come la terra, come le acque e come il fuoco." Si avvicina
Giuda e gli dice: "Maestro, non sar� conveniente che queste cose si facciano in
un altro posto?". Il Maestro gli dice: "Giuda, noi siamo Uno Soli, oggi facciamo
qui queste cose, pi� tardi tu li farai in un posto segreto affinch� non si
profanino, perch�.... che cosa tiriamo fuori con dargli di mangiare un maiale in
un alfaro nuovo?; sporca il cibo e sporca l'alfaro." "Per voi la Parola �
alimento, pertanto, vi dico: "Imparate di Me affinch� insegniate testuale come vi
insegno"." Si diresse a tutti e disse: "Voi v�is la terra quieta, ma ella gira
attorno alla Vita che � il Sole." "Noi siamo qui quieti come la terra, ma
spiritualmente non siamo quieti; stiamo girando attorno alla Vita, pertanto, in
questi momenti siamo la Terra che d� alimento alla Vita che � lo Spirito." Si
trattenne un momento e disse: "Tutti nosotros, in questo momento, siamo l'Aria,
perch� ci spogliamo di una materia che � terra e voliamo per le arie con la
libert� dello Spirito....." Stette in silenzio e disse: "Noi tutti, in questo
momento, siamo l'Acqua, perch� ci siamo trasformati nella fonte eterna dello
Spirito; di lei beviamo per nutrire il corpo e calmare la sete dell'Anima....".
Stette in silenzio e disse: "Tutti noi, in questo momento, siamo un Fuoco
abrasador, perch� ci siamo trasformati nel Fuoco dello Spirito che ci divora a
tutti, ci pulisce e ci purifica." "Cos�, cari fratelli, i nostri corpi ed il
nostro Spirito si integrano per prepararci verso la Resurrezione." Gli dice
Giuda: Maestro, noi sappiamo che tutto quello che lei fa � affinch� anche noi lo
facciamo, ma.... quando possiamo farlo?". Il Maestro gli dice: "Tutti voi siete
Uno con io e queste cose potete fare, ma oggi non li fate perch� Io sto con voi."
"Quando Io vada da mio Padre, vostro Padre ve verr� e sarete come Me e farete
tutte questi cose e molte pi�." Risponde Pedro e gli dice: "Maestro, resuscita
lei morti, curato lebbrosi, tira fuori demoni dagli ossessi, perch� non c'insegna
a farlo?". Il Maestro risponde: "Il Discepolo non � pi� che il suo Maestro, ma �
giusto che impari quello che gli � insegnato." "Una medicina non � pi� che la
malattia, ma, per la grazia di Dio, cura." "Voi eravate morti che Io resuscitai;
eravate lebbrosi che Io guarii; eravate posseduti di demonios che Io vi tirai
fuori; eravate ciechi ed Io vi misi a vedere; eravate sordi ed Io vi diedi
uditi; eravate ad oscure ed Io vi ho dato la Luce." Dice Giuda: "Maestro, e
come facciamo affinch� il mondo ci creda quello che noi abbiamo vissuto, quello
che noi abbiamo visto, come testimonio?". Dice il Maestro: "Due fichi nascono
nell'orto, una di esse non d� frutti, l'altra d� molti frutti; a quale delle due
si avvicina quello che ha fame?". "Cos� voi dovete fare, dare buoni frutti
affinch� quello che ha fame arrivi dove voi ad alimentarsi dei vostri frutti."
Dice Giuda: "Maestro, intenditore, ma ho dubbi di me stesso, penso che il giorno
che sia solo, lontano dalla sua presenza, "non possa farlo." Risponde il Maestro:
"Prima che Io mi ritiri, tu devi essere morto." Risponde Giuda, dicendo: "Ma per
la sua Grazia io ho resuscitato di tra i morti." E dice il Maestro: "S�, cos� �,
ma devi morire nuovamente, e ferma questo � necessario che tu ti dedichi ad
eliminare le tue ombre; ad eliminare quello che sei stato; ad eliminare quello
che altri hanno pensato di te e tu hai creduto; ad eliminare i tuoi pensieri che
sono quelli che ti allontanano dalla capacit� che hai gi� per la mia Grazia."

Capitolo VI

Vidi Sali� il Maestro al campo col suo Disc�pulos e durante il tragitto gli
uscivano molte persone a consultarlo, altri gli seguivano. Quando arrivarono alla
cima del Monte EHOS, il Maestro si trattenne e guard� la moltitudine e disse ai
suoi Discepoli: Queste genti cercano curare i suoi "mali." Comand� che Lei
sedesse ed incominci� a parlarloro..... Passarono le ore e Pedro gli fu
avvicinato e gli disse: "Maestro, queste genti cercano essere guarite e � gi�
tardi e sono molti." Il Maestro stette in silenzio e continu� habl�ndoles......
Pedro si avvicin� a Giuda e gli disse: "Il Maestro disse che queste persone
dovevano essere curadas, � tardi e sono molte." Giuda si avvicin� al Maestro e
gli disse: "Maestro, si fa tardi ed i malati sono molti." Il Maestro lo guard� e
gli disse: "Giuda, quando t� hai fame, ricerche pane per alimentarti; quando
hai sete, ricerche l'acqua per calmare la tua sete." "Cos� la Parola del Figlio
dell'Uomo � il Pane che calma la fame, � la fonte per calmare la sete." Replica
Giuda e dice: "Maestro, quell'io lo capisco, ma essi hanno malattie, molte di
esse immonde." Replica il Maestro: "Chi mangia del Pane e beve l'Acqua della
Vita Eterna, non torner� mai ad avere fame n� sete ed i suoi mali spariranno da
lui, perch� ha nel suo interno la Grazia che la Parola gli ha lasciato...." "Chi
ha una coltivazione di grano, primo ritira le sterpaglie, posteriormente, gli
mette irrigazione, non sia che con l'irrigazione si alimentino anche le
sterpaglie." "Cos� il Figlio dell'Uomo, primo ritira le sterpaglie del Paese e,
posteriormente, gli fa prendere della Fonte di Vita che lo curer� tutti i mali."
Dice Giuda: "Maestro, lo capisco, ma si fece tardi, � necessario ritornare perch�
la notte ci fa difficile la strada." Il Maestro risponde: "La notte si � fatta
per il riposo, ma il Figlio dell'Uomo, nelle notti, protegge il suo Paese."
"Cosicch� voi, i miei Discepoli, starete con me in candela affinch� questi
ragazzetti possano riposare in pace." Dice Giuda: "Maestro, tutti stiamo lontano
dai posti di riposo, stiamo nel campo." Il Maestro risponde: Mio "figlio, la
cosa unica che necessiti per riposare bene � stare in Pace....". "Perch�,.... che
cosa tiri fuori con stare nel posto del tuo riposo, se non hai Pace?, qui stiamo
in Pace, pertanto, la cosa unica che necessitiamo � riposare." Si avvicina Giuda
agli altri Discepoli e dice loro: "Il Maestro ha ordinato che riposare-mos qui
questa notte e non ritornare ai nostri posti." I Discepoli tutti pensarono che
era necessario parlare col Maestro e ritornare ai posti di destino. Si
avvicinarono al Maestro e gli dissero: "Maestro, stiamo nel campo, fa freddo e
siamo molta gente." Il Maestro dice loro: I miei "figli, se voi state con me,
dovete stare coi miei Fratelli, (segnalando alla moltitudine." "A voi vi � facile
ritornare al vostro destino, conoscete la Strada ed Io vi ho insegnato ad essere
ad oscure, ma a questi piccolini, no.". "Il freddo che fa qui, ci fa solo sentire
le carni; la fame che fa qui, ci fa solo sentire una necessit�; ma la Parola
c'unisce col Padre." "Cos� si realizzer� la Parola che dice: "Chi ha la Parola,
niente gli � necessario perch� in Lei � contenuto l'alimento e la medicina"." "I
miei figli, quando il corpo poggia in pace, l'Anima ci riconforta ed in questo
momento, la mia Anima � la sua Anima."

Capitolo VII

Yendo Jes�s coi suoi Discepoli verso Cafarnaum, disse loro: I miei "figli, questa
strada ci porter� ad un posto molto distante di qui." Si avvicina Pedro e gli
dice: "Maestro, quale � la finalit� di questo viaggio?". Il Maestro gli
risponde: "Pedro, andremo a predicare la parola ai nostri fratelli che, come voi,
anelano conoscermi e conoscere a chi mi invi�." Si avvicina Pedro e gli dice:
"Maestro, � che in Cafarnaum sta chi gli invi�?". Risponde il Maestro e dice:
"Chi mi invi� sta qui con voi. QUELLA � LA VERIT�. Io vi dico, fratelli, che la
Verit� e la Parola sono la stessa cosa, ma � pi� facile conoscere la Parola che
conoscere la Verit�. La Parola si sente e parte di lei si capisce, pi� la Verit�
non pu� sentirsi, n� pu� vedersi perch� � la Luce che illumina il nostro Spirito;
in lei sta la Verit�. Io vi insegno la Parola, pi� mio Padre insegner� loro a
conoscere la Luce, perch� Quella � La Verit�." Dice Giuda: "Maestro, tutti noi
l'accompagniamo dove predica ed egli aprendemos i suoi insegnamenti, ma, non
sarebbe migliore che le genti noi venissero e non noi andare dalle genti?".
Risponde Ges�: "Gli uccelli rapaci e le volpi dormono nelle sue grotte e tane ed
escono solo di l� quando hanno fame, a cercare che cosa mangiare. Cos� � l'uomo.
Esce al campo e le citt� a cercare il pane per saziare la sua fame, perch� il suo
corpo ha bisogno di lui, ma non cerca il Figlio dell'Uomo che gli far� mangiare il
Pane della Saggezza." "Gli uomini hanno fame di quello che il mondo offre, ma voi
avete fame di quello che mio Padre vi d�: Saggezza ed Amore; pertanto, dobbiamo
andare dove essi a darloro del vostro alimento; cos� essi, pi� avanti, verranno a
cercare l'alimento che mio Padre vi d�." Dice Giuda: "Maestro, sono vicino citt�
pi� dove possiamo andare a predicare la Parola." Il Maestro gli risponde:
"Giuda, mio figlio, con un denario potete comprare cento pani; un pane fornisce
uno di voi, cento pani forniscono a cento di voi. Cos�, dunque, dobbiamo cercare
dove possano fornirsi pi� anime che necesiten della mia Parola, perch� esse,
ognuna, metter� un denario, e cento saranno cento denarios che alimentar�n la
necessit� di cento pi�, e cos� la mia Parola sar� sentita per cento che mi
ascoltano e cento che non mi ascoltano; realizzandosi cos� la Scrittura che dice:
"Due donne stanno macinando, uno sar� tomada ed un'altra sar� lasciata"." Gli
dice Giuda; "Maestro, tutto quello che ascolti la sua Parola, sar� redento?".
Replica il Maestro: La "mia Parola � Vita, quello che l'ascolti e la fa, sar� Uno
con me; quello che l'ascolti e non la fa, sar� come quello che intraprende una
strada per il deserta e come al momento di uscire non ha sete, non porta acqua per
bere durante il tragitto; dove gli dia sete, si sentir� morire e neanche avr�
forze per ritornare al punto di partenza; per quel motivo vi dico, i miei figli,
che dovrete bere tutti i giorni della fonte della giovent� e della saggezza
affinch� mai, bench� camminiate per il deserto, torniate ad avere sete."

Capitolo VIII

Estando Ges� riunito con una moltitudine, tra la quale stavano i suoi Discepoli,
Quello predicava il suo Messaggio e diceva che il Figlio dell'Uomo era simile
all'aria che smetteva solo di attivare la vita in una persona quando le sue
funzioni vitali cessavano in quell'organismo che cos� era la sua Missione. Si
avvicin� Giuda e gli disse: "Maestro, sappiamo che molti di questi c'attaccano e
l'attaccano; ci respingono e respingono la sua Dottrina." Il Maestro gli disse:
"Giuda, comprende che cos� �, ma il mio regno non � di qui; invece queste genti
sono di qui." "Ti dico che non pensi cos� affinch� non sia come essi che sono di
qui." "La Parola si sente per un istante e desaparece; quando le genti
l'interpretano, non ci sono in essi di quella parola bens� un ricordo di quello
che ascoltarono." "� possibile che alcuni d�ano la ragione alla Parola, altri lo
tolgano la ragione, ma, davanti a mio Padre, n� gli alcuni, n� gli altri hanno la
ragione, perch� l'eco della Parola che hanno ascoltato � andata via gi� e non
rimane in essi altro che un ricordo di quello che hanno sentito." "Pertanto, vi
dico, i miei figli, che stiate attenti, con occhio guardingo affinch�, quando
ascoltiate la Parola che viene da Me, abbiate le porte del vostro intendimento
aperte e non mi respingiate come questi altri; non vada e sia che quando vogliate
ascoltare la Parola mi sia ritirato gi� a mio Padre ed allora voi, come questi,
avrete solo un ricordo di quello che ascoltaste; tuttavia, la mia Parola
continuer� ad essere come la fonte di acque cristalline nel che "Chi bevesse,
calmer� la sua sete"." Conserva taccio il Maestro. Interpella Giuda e gli dice:
"Maestro, se quello � cos�, quando lei si ritiri, chi avr� la Parola che viene di
suo Padre?". Risponde il Maestro: "IO SONO LA PAROLA. Quello che incarni la
Parola mi ha; ma non dimenticare, Judas Iscariote, che verranno molti nel mio
nome dicendo che hanno la Parola. Questi saranno impostori perch� la Parola che
viene di mio Padre, solo Io la dico; perci�, tutto che dica avere la Parola e non
mi abbia, � come quello che si lava con l'acqua che molti si sono lavati; non �
pura, � piena di residui, pertanto, non pulisce, magari sporca pi�." "Cos�, i
miei fratelli, voi dovrete curare la Parola come mi curate, perch� in Me come
nella Parola, sta la Saggezza che viene di mio Padre." Gli dice Giuda: "Maestro,
la Legge di Mois�s dice - non giurare in vano, n� a nome di Dio, n� della terra,
n� dei cieli -, vuole dire che chi faccia questo a Te si � unito gi�?". Gli
risponde il Maestro: I miei "figli, ad un prigioniero gli legano grilli nei piedi
e nelle mani affinch� non possa fare movimenti liberi, n� camminare; cos� pure
succede a chiunque dentro abbia Satana. Non potr� mai fare la Volont� da mio
Padre, perch� Il glielo ostacola." "Se non pu� fare la Volont� di chi mi invi�,
neanche potr� avere la Verit� che Io Sono e la sua Parola parler� solo di quello
che ha nel suo cuore." Dice Giuda: "Compreso Maestro, se quello � cos� lo
capiamo noi e lo facciamo, ma questa moltitudine n� lo capisce n� � disposta a
farlo, allora per che motivo li abbiamo qui?". Dice il Maestro: "Dio fece i
cieli e la terra, Egli mi ha inviato. Fece le acque per calmare la sete, fece la
terra affinch� su lei camminassimo e desse frutti per alimentarci; fece l'aria
per respirare e vivere; fece il sole affinch� ci desse luce e caldo; cre� greggi
di pecore; fece gli uccelli del campo, cre� le fiere dei boschi, gli uccelli
rapaci; tutti essi mangiano del frutto della terra, hanno bisogno della luce e
del caldo; prendono l'acqua per calmare la sete; respirano l'aria per vivere."
"Cos� � l'uomo, tuttavia, tra s� si perseguono gli alcuni agli altri." "Io venni
al mondo per dare di mangiare all'affamato col pane della Saggezza, per dare di
bere all'assetato delle acque pure; per mostrarle la luce e dare caldo al nudo ed
affinch� respiri l'alito perch� Sono La Vita." Dice Giuda: "Maestro, lei ci
parla di tutte questi cose, ma contemporaneamente, ogni giorno, ci ripete che
qualche giorno si ritirer� della terra. Ma se lei � La Verit�, La Strada E La
Vita, dopo essere andato via, che Verit� ci lascia?; che Strada ci lascia se non
esiste?; che Vita ci lascia se lei si ritira?". Risponde il Maestro e dice:
"Giuda, il mio cuore si commuove ascoltando le tue parole. Per le tue domande
comprendo che sei ragazzetto; ma ti dico, dopo che Io mi vada, su voi arriver� in
realt� lo Spirito che vi corrisponde ad ognuno ed Il vi insegner� e vi far� vivere
tutto quanto vi insegnai, e cos� si realizzeranno le Scritture che dicono "Che
dobbiamo rimanere vigili perch� lo Spirito di Dio in qualunque momento arriva,
dobbiamo solo essere preparati."

Capitolo IX

Estando Jes�s in casa di Martora coi suoi Discepoli, arriva Mar�a Magdalena e gli
dice: "Mia cugina d� a luce, gli ordina di chiamare." Il Maestro si alza ed
esce; egli riguardo Giuda e gli dice: "Maestro, sar� di tanta necessit� il sua
andata?, .... e l'insegnamento che sta dandoci quando ce la d�?". Risponde il
Maestro: "Giuda, la Vita e la Morte sono una stessa cosa; si differenziano solo
in che chi ha Vita eterna, non muore mai e chi non l'ha, va via e "non ritorna."
Dice Giuda: "Maestro, e che cosa deve vedere questo col parto di Sara?". Il
Maestro dice: "Giuda, il parto � una cosa, ma la Vita che nasce � un'altra." "Io
Sono La Vita e sto dove sta la Vita; Io Sono La Parola e voi dovrete stare dove
stia la Parola." "L'insegnamento che vi do qui, in casa di Martora, � lo stesso
che vi do in casa di Sara. Perch� oggi voi state con me, morrete e tornerete a
nascere e se continuate con me, vi do lo stesso insegnamento, perch� Io Sono La
PALABRA, e ricorda Giuda: "I cieli e la terra passeranno, ma la mia Parola non
passer�"." Arrivando dove Sara dava a luce, si trattenne e disse ai Discepoli:
"Voi dovrete imparare a rispettare la Vita perch� siete la Vita come Me." "Quello
che � degno e muore, mio Padre lo riceve nel cielo e di che cosa vi preoccupate
voi?". "Quello che � indegno e muore, il Demonio lo riceve nell'inferno, per che
motivo vi preoccupate?". "Quello che nasce nella terra dobbiamo riceverlo, dargli
colpisco ed affetto ed insegnargli la Parola affinch� si faccia Figlio da mio
Padre, come voi." "Cos� comprenderete tutti che un Pastore vive pendenza delle
pecore piene affinch� il ternerillo, nascendo, non lo divorino gli uccelli
rapaci." Stette in silenzio il Maestro e, vedendo il neonato, respir� profondo.
Giuda gli disse: "Che cosa gli passa Maestro che respira profondo?". Il Maestro
lo guard� e gli disse: "Giuda, l'aria che circonda la terra � la Vita che Io
rappresento; � tanta l'abbondanza di questa quale ogni creatura respira di lui e
non si esaurisce" mai. "Egualmente � la Saggezza che viene di mio Padre; tutto
il mondo l'ha in maggiore o minore proporzione e non si esaurisce mai; il
contrario, Lei acrecenta pi� in ogni uomo che mi ascolta. Gli dice Pedro:
"Maestro, io sto sorprendere-do di tutto quello che c'insegna. Penso che non
potremo praticarlo tutto." Gli dice il Maestro: "Pedro, vicino alla citt� passa
un fiume; tutte le persone di quella citt� bevono di quella fonte; si lavano con
quell'acqua, preparano i suoi alimenti con l'acqua di quello fiume. Il fiume non
si esaurisce mai, tuttavia, tutte le persone dispongono dell'acqua che devono per
sopravvivere." "Cos� voi berrete di quell'acqua, vi laverete con quell'acqua,
cio�, avrete l'acqua che necessitiate; darete di bere i vostri invitati, ma la
fonte non si asciugher�, n� il fiume diminuir� il suo alveo." "Cos� passa con la
mia Parola; ogni che la riceve come una fonte inesauribile di Vita; per molti
che bevano, non si esaurir� mai, perch� � maggiore l'alveo che il consumo."
Ritorn� il Maestro coi suoi Discepoli a casa di Martora. Arrivando li invit� l� a
sedersi ed incominci� a parlarloro e disse loro: "Stiamo complacidos di avere
presenziato oggi ad una nascita. � un avvenimento che ci fa vedere la Grazia di
mio Padre; tuttavia, questa nascita ha a che vedere con questo mondo di peccato."
Gli dice Giuda: "Maestro, sappiamo che chi gli invi� � senza macchia e quello che
Quello fa, lo fa senza macchia; perch� ci dice che la nascita che abbiamo appena
presenziato ha a che vedere con la Grazia di suo Padre e si � successo in questo
mondo di peccato e per il peccato?". Il Maestro gli dice: "Giuda, il peccato lo
fece per un processo originale, ma il peccato � Morte; egli non avrebbe potuto
infondere Vita a quella creatura. Per la Grazia di mio Padre ha Vita, bench� sia
stato fatto di peccato." Dice Giuda: "Maestro, se quello � cos�, allora noi che
siamo Uno con lei e stiamo nel mondo, carichiamo le stesse colpe e siamo fatti di
peccato?". Dice il Maestro: "Ognuno di voi siete stati fatti di peccato e per il
peccato, pertanto, � che n� le ossa, n� le carni, n� il sangue erediteranno mio
Padre, solo la cosa incorruttibile che � lo Spirito. Dopo purificati, sarete Uno,
con Il quale mi invi�." "Cos� voi, anche, sarete Uno con me e come Io mi sono
vestito con una carne, con alcuni ossa e con un sangue incorruttibile per
continuare con voi, cos� pure voi deber�is vestirvi con alcune carni, alcuni ossa
ed un sangue incorruttibile per potere arrivare dove Io sono arrivato."
Capitolo VIII Vangelo Di Giuda

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