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Affettivit e sessualit nelle persone con autismo

Flavia Caretto
Psicologa Clinica. Unit Operativa di Neuropsichiatria Infantile del Policlinico di Tor Vergata, Roma.

Sommario
Nelle persone con autismo, lattaccamento, ovvero la creazione e lo sviluppo dei legami affettivi, segue forme differenti rispetto a ci che avviene nelle persone con sviluppo tipico. La comprensione e lespressione delle emozioni appare, nei bambini con autismo, generalmente deficitaria rispetto ai bambini senza autismo, e deve essere esplicitamente insegnata e appresa nei suoi aspetti cognitivi e di regolazione. Sebbene sia generalmente condivisa la necessit di uneducazione appropriata e specifica per le persone con autismo,
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permane in ambito psicoeducativo una difficolt a affrontare un intervento sullaffettivit e sulla sessualit fin dallinfanzia, a adeguare le proposte allet, e a riconoscere per le persone con autismo la possibilit di una sessualit adulta.

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AUTISMO e disturbi dello sviluppo

Vol. 3, n. 2, maggio 2005 (pp. 253-266)

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Lattaccamento
Il concetto di attaccamento riguarda i legami fra le persone, e come questi legami si creano. La pi antica espressione dellattaccamento nello sviluppo quella fra la madre e il neonato, fatta di contatto sico, di sguardi e sorrisi, di scambi vocali, ecc. Le prime esperienze di attaccamento vengono considerate rilevanti per quello che sar il futuro dei legami nellet adulta. Nellautismo, lattaccamento si presenta differente da quello delle persone con sviluppo tipico, e non assume, negli adolescenti e negli adulti, ma prima di tutto nei bambini, le forme a cui siamo abituati. Per tale motivo, si salta spesso alla conclusione che nellautismo si verichi una sorta di non attaccamento: molto frequente ascoltare persone che credono che autismo sia sinonimo di unassenza di legami e di mancanza di interesse per gli altri. frequente anche che le stesse persone che sostengono lidentit fra autismo e assenza di legami affermino anche di aver conosciuto una persona con una forma di autismo che, per, aveva un rapporto molto stretto con qualcuno (genitore, operatore, fratello, o anche un animale come un cane o un cavallo). A volte lassenza o la presenza di manifestazioni di attaccamento sembra che sia un criterio diagnostico sufciente per escludere o includere una persona dalla diagnosi di autismo: alcuni genitori affermano che la diagnosi di autismo era stata esclusa dai professionisti con la motivazione che il bambino si mostrava affettuoso nei loro confronti. Non viene preso in considerazione il fatto che laffettivit pu seguire strade diverse da quelle usuali, e che la mancata osservazione di manifestazioni affettive ed emotive tipiche (peraltro generalmente ristretta a un contesto non familiare, come quello clinico) pu non coincidere con lassenza dellaffettivit. Lisolamento stesso o il fatto di apparire distaccati non sono che due espressioni comportamentali delle particolarit della sindrome, cos come leccessiva difcolt di distacco da una gura di accudimento pu essere dovuta alla difcolt a fare previsioni e al fatto di vivere in una situazione di costante incertezza e ansia. Numerose ricerche si concentrano sugli indicatori dellassenza di attaccamento (Rutgers, 2004) mentre nei resoconti di genitori, operatori e persone con un disturbo dello spettro autistico dotate si ritrovano riferimenti sia alla motivazione alla relazione sia alle particolari forme che questa assume nei piccoli con autismo. Alcuni studi riportano affermazioni a favore della presenza di chiari segnali di attaccamento (Rogers et al., 1991; 1993), ad esempio nella prossimit (Dissanayake e Crossley, 1996). Bisogna dunque eliminare la falsa credenza sullassenza di attaccamento nellautismo, e affermare che le persone con autismo sviluppano attaccamento, non meno degli altri, anche se diversamente dalle persone senza autismo. Come afferma Gunilla Gerland (1998), nel caso dellautismo la teoria della relazione con loggetto non pertinente.
Il fatto che io non abbia integrato alcuna rappresentazione delloggetto non necessariamente signica che le mie rappresentazioni siano disintegrate!

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[] Per capirmi bisogna superare la teoria della relazione con loggetto. Non sono affatto nata con quella struttura, e non ne ho alcun bisogno. Ci non signica che la mia esistenza non sia tuttavia altrettanto piena, ma semplicemente che diversa. Apprezzo cose diverse nella vita e, come altri individui autistici, voglio essere rispettata e considerata per quello che sono. (Gerland, 1998, pp. 31-32)

Facendo riferimento ai criteri del DSM IV TR (2000) possibile identicare nella triade sintomatologica alcuni specici ostacoli alla vita affettiva e sessuale cos come viene intesa nelle persone con sviluppo tipico. anche vero che i sintomi condivisi nella letteratura internazionale sullautismo non sono che la punta delliceberg, e nascondono una grande parte del problema, ovvero mascherano caratteristiche percettive e cognitive pi complesse da identicare di quelle comportamentali (Peeters, 1998). In altre parole, a volte il comportamento osservabile solo la manifestazione visibile di problematiche diverse. Un esempio pu essere quello dellisolamento autistico, osservato da tutti gli autori come altri problemi comportamentali che per non sono considerati necessari per la diagnosi che pu essere una conseguenza della mancata comprensione da parte della persona con autismo di ci che avviene intorno a lei: chiunque di noi dovesse assistere a una conferenza in una lingua sconosciuta senza traduzione e senza possibilit di cogliere il sistema di scrittura, comincerebbe a distrarsi apparendo non orientato attentivamente e socialmente distante. Per comprendere le peculiarit della crescita affettiva e sociale necessario considerare linterazione degli aspetti affettivi con gli altri aspetti dello sviluppo, in particolare rispetto alle prime manifestazioni (Watson et al., 2004) dellinterazione, come lattenzione congiunta, il sorriso sociale, la risposta al nome.

Favorire lo sviluppo emotivo e sociale


Se vero che il bambino con autismo ha uno sviluppo affettivo peculiare, anche vero che pu essere aiutato in questo sviluppo e nelle manifestazioni dellaffetto. possibile insegnare al bambino a prestare attenzione a ci che ha valore per leducatore, a manifestare mimicamente le emozioni, a partecipare emotivamente a un evento (Xaiz e Micheli, 2001) a giocare condividendo attenzione e sviluppando lintimit (Wieder e Greenspan, 2005). Le manifestazioni affettive e la stabilit emotiva del bambino migliorano anche se gli viene fornita la possibilit di anticipare cognitivamente ci che succeder, attraverso comunicazioni chiare e prevedibilit dellambiente sico e relazionale (Peeters, 1998), e se gli viene insegnato a comunicare spontaneamente (Watson et al., 1997). Per i bambini in et prescolare e scolare, le storie sociali (Gray, 2004) possono aiutare a fronteggiare il mondo sociale. I pi grandi e i bambini con un buon funzionamento possono es255

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sere aiutati a farsi unidea di ci che pensano gli altri (Howlin et al., 1999). Tutte le persone con autismo, inoltre, dovrebbero ricevere uneducazione su come affrontare la vita adulta nel massimo dellindipendenza personale (Wehman et al., 1984). I momenti di passaggio e i grandi cambiamenti dovrebbero essere sempre anticipati al livello di comprensione della persona, che dovrebbe essere preparata anche a affrontare le perdite e gli inevitabili lutti che la vita pu riservare (Morgan, 1996). Uno specico intervento dovrebbe essere rivolto allinsegnamento della comprensione, della espressione e della regolazione delle emozioni, considerato che le persone con autismo mostrano di frequente difcolt a: riconoscere i visi; riconoscere le espressioni emozionali; apprendere le regole sociali per semplice esposizione o esperienza; immaginare e anticipare eventi cognitivamente; apprendere concetti di relazione; formarsi una teoria della mente degli altri; percepire il proprio stato emotivo, regolarlo, prevedere alternative di comportamento e organizzare una risposta. I passi per comprendere ed esprimere le emozioni possono essere: condividere lespressione di unemozione (intersoggettivit); conoscere le regole sociali; riconoscere le emozioni proprie e altrui; immaginare come gli altri vedono le cose; farsi unidea di quello che pensano gli altri; farsi unidea di come si sentono gli altri; farsi unidea delle motivazioni degli altri; esprimere pensieri, emozioni, motivazioni; regolare le proprie emozioni; rispondere adeguatamente in situazioni sociali. I bambini pi piccoli o con difcolt pi gravi possono essere guidati a imitare, a rispettare le regole di turno, scambio e reciprocit con gli altri bambini. Ad esempio, per arrivare alla condivisione di materiale di lavoro possibile partire dal gioco parallelo senza condivisione, aiutare nella condivisione di materiale posato su un tavolo comune, per arrivare alla condivisione di materiale posto in un contenitore (dove necessario che i bambini si incontrino per reperire il materiale), e inne guidare i bambini alluso di materiale a turno. Per i bambini con un buon funzionamento oppure con la Sindrome di Asperger possono essere utilizzate speciche strategie per lintegrazione sociale che fanno appello a capacit cognitive complesse (Attwood, 2005) oltre che allapprendimento in situazione. La scuola offre ottime opportunit di coinvolgimento dei coetanei nella formazione di amicizie e nella risoluzione di problemi relazionali (Ricci et al., 2003).
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Educazione sessuale
La necessit di una educazione sessuale sentita dagli educatori, ma raramente in ambito educativo si giunge a programmare un insegnamento esplicitamente riferito alla sessualit. Lintervento psicoeducativo in questo ambito non in effetti semplice o intuitivo, ma possibile, e dovrebbe essere determinato da linee guida che ne stabiliscano la politica, come nellesempio che segue (Haracopos e Pederson, 1993): le persone con autismo dovrebbero avere il diritto e la possibilit di avere una vita sessuale in accordo con i loro desideri e bisogni e con ci che possono gestire; le persone con autismo hanno il diritto di ricevere guida e supporto, con riguardo ai problemi sessuali irrisolti; lapprendimento di comportamenti sociali appropriati nei confronti della sessualit dovrebbe avvenire in accordo con le regole sociali e le norme del posto di residenza delle persone con autismo; il tipo di guida dovrebbe essere, prima di tutto, correlata al modo in cui viene vissuta la sessualit dalle persone con autismo; poi importante determinare e valutare se i segni sessuali sono deniti, indeniti o non presenti e prendere decisioni conseguenti; la sessualit dovrebbe essere vista allinterno di un contesto globale, cos che leducazione e il training non consistano solo nellaiutare le persone con autismo a apprendere come masturbarsi e raggiungere lorgasmo, bens nellinserire questo insegnamento in un percorso di coscienza di s, di accettazione dei cambiamenti del proprio corpo: in ultima analisi, in un percorso di costruzione del S; quando una persona con autismo dirige il suo interesse sessuale verso unaltra persona, bisognerebbe decidere quanto lontano andare nel supportare tale contatto. Leducazione sessuale dovrebbe poi affrontare diverse tematiche, che variano a seconda dei diversi autori. Si porta ad esempio (adattato da Vivanti, 2002): insegnare le nozioni di genere e i normali mutamenti della crescita; insegnare tempi e luoghi per canalizzare le pulsioni sessuali (quando e dove); insegnare la pratica della masturbazione (come); insegnare come e con chi possibile esprimere affetto; insegnare alle ragazze a gestire le mestruazioni; orientare verso un rapporto amoroso. Le modalit educative dovrebbero essere adeguate alle capacit di comprensione di ogni singolo allievo e seguire le prassi riportate nella letteratura psicopedagogica. Esiste la possibilit di fare riferimento ad alcuni testi in lingua italiana sulleducazione sessuale per persone con generiche difcolt
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(Dixon, 1990; Veglia, 2000; 2004). Gli strumenti ricchi di gure esplicative (Del Re e Bazzo, 1995a; 1995b) sono particolarmente appropriati per quei bambini e ragazzi con autismo che hanno la capacit di lettura delle immagini. Per le persone con un livello di sviluppo pi basso, si raccomanda linsegnamento di routines sociali e di regole relazionali e di comportamento sessuale. Linsegnamento dei comportamenti appropriati deve essere inserito nella programmazione delle attivit per la persona con autismo, in seguito alla denizione di obiettivi condivisa dallquipe psicoeducativa e dai familiari.

Adeguatezza dellintervento allet


La difcolt a affrontare temi complessi come quelli legati alla sessualit dovrebbe essere vinta dalla considerazione che un bambino con autismo, pur andando incontro a forti cambiamenti, sar con grande probabilit un adulto con autismo. Lintervento educativo e abilitativo, in generale, dovrebbe cominciare il pi presto possibile, prevedere sempre la generalizzazione, essere individualizzato e costantemente adeguato allet. Nelle persone con autismo, per, let di sviluppo cronologica spesso progredisce pi rapidamente dello sviluppo cosiddetto mentale, e, anzi, lo sviluppo globale della persona risulta per denizione disomogeneo. Nonostante ci, si ritiene che lintervento dovrebbe modicarsi tenendo comunque presente let cronologica della persona. Purtroppo si osserva spesso una infantilizzazione delle persone con autismo, in particolare nellabbigliamento e nella cura di s, nel mancato insegnamento di abilit di autonomia personale e di gestione del luogo di vita, nella risposta sociale positiva a comportamenti inadeguati per let, quali abbracciare gli estranei o baciarli. Spesso alle persone con autismo con un funzionamento pi basso non viene insegnato a occuparsi della scelta dellabbigliamento, che pu sembrare fuori moda per let. La mancanza di gradevolezza nellaspetto sico, soprattutto nelle femmine, pu rispondere, in alcuni casi, a un tentativo delle gure di accudimento di salvaguardare la ragazza da attenzioni sessuali. possibile che una scarsa cura della persona si verichi per una difcolt oggettiva delle gure di accudimento a eseguire determinate attivit, come fare la barba, depilare, tagliare le unghie alla persona con autismo, o che si verichi per la resistenza della persona con autismo a accettare altre attivit, come il cambio di indumenti. I problemi relativi allabbigliamento e alla cura di s possono diventare pi evidenti in et adolescenziale, et in cui il naturale disorientamento dovuto alla crescita si aggiunge alle usuali problematiche dellautismo e causa, da un lato, una maggiore apertura alle relazioni, dallaltro una maggiore instabilit con la conseguente necessit di un riadattamento personale e familiare.
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Lindipendenza
Un punto cardine dellinsegnamento adeguato allet ladozione di programmi mirati allautonomia personale e alla cura di s. Le autonomie di base ovvero quei comportamenti quotidiani che accompagnano il soddisfacimento di necessit siologiche e la cura della persona (alimentazione, abbigliamento, uso dei servizi igienici, igiene personale) e le abilit di gestione del luogo di vita come la sicurezza personale, la manutenzione, la cura e la scelta del vestiario, la pulizia della casa, la preparazione dei pasti, ecc. devono, o meglio, dovrebbero fare parte dei programmi di insegnamento. Non esiste unet in cui conviene cominciare con i programmi di autonomia: le basi per lindipendenza personale dovrebbero essere poste n dalla pi tenera et, accanto a quelle per la comunicazione e la socializzazione. Mancare di capacit di autonomia, e ancora di pi, mancare di un senso di indipendenza personale, signica precludersi le amicizie e la possibilit di procurarsi un partner.

I comportamenti problematici legati alla sfera sessuale


Lo sviluppo affettivo e la preparazione allet adulta non possono essere considerati adeguati se sono presenti comportamenti problematici gravi o invalidanti. Si deniscono problematici quei comportamenti che interferiscono con lapprendimento e con lo sviluppo in generale, possono provocare danni alla persona stessa che li emette, a altri o a oggetti; sono considerati inaccettabili da un punto di vista sociale. Alcuni comportamenti problematici delle persone con autismo possono riguardare pi o meno direttamente la sfera sessuale, come: lautostimolazione, il toccare parti intime dellinterlocutore, lannusare, lo spogliarsi in pubblico, ecc. Quando tali comportamenti si osservano nel bambino piccolo, nonostante un possibile imbarazzo, le gure di accudimento si mostrano generalmente tolleranti. Gli stessi comportamenti sono invece causa di emarginazione delladolescente e delladulto, e per questo motivo necessario intervenire al pi presto. Sebbene alcuni autori riportino la possibilit di utilizzare un intervento farmacologico per il trattamento di comportamenti particolarmente persistenti (Nguyen e Murphy, 2001) si ritiene che lintervento dovrebbe basarsi sulla comprensione della funzione del comportamento, attraverso lanalisi funzionale, e proseguire aiutando la persona a sviluppare comportamenti diversi da quello problematico, che rispondano alla stessa funzione (Nisi e Ceccarani, 1994; Ianes e Cramerotti, 2002). Lintervento non si centra sulleliminazione di comportamenti inadeguati quanto sulla creazione o lincremento di comportamenti adeguati che siano sostitutivi o alternativi a quelli problematici. Prima di considerare quello del bambino
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un capriccio senza senso, bisognerebbe vericare che non ci siano disturbi o interessi a livello sensoriale. In alcuni casi, se si comprendono le difcolt del bambino, lo si pu aiutare andandogli incontro e fornendo delle regole precise. Ad esempio, un bambino che si spoglia in pubblico perch non tollera di portare le scarpe o il contatto con particolari indumenti, pu essere aiutato a indossare costantemente solo indumenti di materiale che tollera, di cui si pu comunque liberare in particolari situazioni, come nella propria cameretta; a un bambino che non riesce a fare la doccia pu essere proposto il bagno, ecc. sempre necessario comprendere la componente relazionale e di comunicazione di un comportamento problematico, che si evidenzia con lanalisi funzionale, cos come necessario non derogare sulle regole sociali (in pubblico si rimane vestiti, necessario lavarsi) pur comprendendo le ragioni della persona. molto probabile che un comportamento che suscita una reazione emotivamente carica venga mantenuto proprio da questa conseguenza interessante. Un caso particolare quello della masturbazione compulsiva, comportamento che suscita forti reazioni ed difcile da sostituire con altri altrettanto interessanti per la persona. In questi casi, lintervento educativo sempre valido: insegnare dove e quando unattivit pu essere eseguita, e dove e quando non pu esserlo, appare lunica strada possibile. A questo proposito importante ricordare che investire n da bambini nellinsegnamento dellautonomia personale, lavorativa e di tempo libero il miglior modo per prevenire problemi legati alla sessualit (Vivanti, 2000).

Il rischio di abuso
In merito alle preoccupazioni delle gure di accudimento, le persone con autismo appaiono effettivamente maggiormente vulnerabili ed esposte al rischio di abusi, non solo sessuali, ma legati anche alla carenza delle opportunit di cura e di educazione. Il rischio di abuso pu essere limitato unicamente con un atteggiamento preventivo e proattivo. Nel 98 stato pubblicato, a cura della associazione Autismo Europa il Manuale di Buone Pratiche per la prevenzione della violenza e degli abusi nei confronti delle persone con autismo, che offre raccomandazioni alle persone autistiche, alle famiglie, alle gure di accudimento, alle associazioni di genitori, ai professionisti delle istituzioni, ai legislatori nazionali. I punti cardine della prevenzione dellabuso possono essere riassunti come: rispettare i diritti delle persone con autismo (Pinto de Freitas, 1998), incentivare la conoscenza e la formazione (Peeters, 1998), adottare le buone prassi per il processo riabilitativo che deve portare al miglioramento della qualit della vita per la persona con autismo e per la sua famiglia (Vivanti, 1998) attraverso azioni sulla famiglia e sullambiente.
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La sessualit adulta
Troppo spesso, di fronte a un adolescente con autismo che manifesta una inquietudine sessuale, si salta alla conclusione che potr desiderare unicamente un soddisfacimento solitario. In questo caso si commette lo stesso errore su cui si basa il pregiudizio dellisolamento autistico: la persona con autismo, si dice, non un essere sociale, non vuole, non desidera gli altri. Questa idea si basa sullosservazione che la persona con autismo, di fatto, non sta con gli altri. Ma si pu scegliere di fare qualcosa che non si sa fare? Molte persone con autismo e con Sindrome di Asperger desiderano ardentemente stare con gli altri, ma non sanno come fare (Attwood, 2005). Su questo punto vi sono numerose testimonianze di persone dotate e di familiari di bambini pi piccoli. Scrive Wendy Lawson:
Mio padre una volta mi disse: Wendy, fatti degli amici!. Io sapevo come cucinare il riso, sapevo anche come far sedere il mio cane, ma non avevo idea di come fare amicizia!

Bisogna considerare la possibilit che alcune persone con autismo, probabilmente quelle pi dotate e con migliori abilit sociali, sviluppino una sessualit adulta. Ma cosa si intende per adulto o maturo? Se, nello sviluppo tipico la maturit affettiva e sessuale evoca termini come tenerezza, intimit, innamoramento, scelta, piacere, esperienze, ma anche contraccezione e salvaguardia dalle malattie, bisogna fare i conti con le difcolt delle persone con autismo: a cogliere il linguaggio del corpo, a provare empatia, a prendersi cura di se stessi e degli altri, a fare scelte, ma anche a essere toccati, a pianicare, a essere indipendenti. Inoltre, anche nelle persone con un alto funzionamento o con la Sindrome di Asperger presente una certa ingenuit e vulnerabilit che pu rendere difcile il fatto che vengano scelti e mantenuti come partner (Jacobs, 2004). Che signicato assume linnamoramento nelle persone con autismo? E quanto possibile gestire e superare la delusione, che pure fa parte dellesperienza di ogni essere umano, quando probabile che si sia poco dotati di un corredo di autostima che potrebbe aiutare a superare i momenti difcili e a mettersi nuovamente in gioco? Forse non auspicabile, e sicuramente non possibile, proteggere una persona con autismo dalla vita stessa e dalle sue esperienze, felici o tristi, e quindi non possibile proteggere i ragazzi con autismo dallinnamoramento e dalle inevitabili gioie e dolori che questo riserva. Ma possibile lavorare n dallinfanzia afnch la persona con autismo possa un domani fare ricorso, nei momenti pi difcili, alla stima di s, al rispetto e alla motivazione, che aiutano ogni essere umano a andare avanti, a non sentirsi un errore della natura, e a riprovare. Nello sviluppo di una persona disposta a superare la delusione e a coinvolgersi nuovamente in unesperienza, occupano un posto linsegnamento e quindi lapprendimento senza errori, ladattamento nei due sensi (noi verso loro e loro
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verso noi) dellambiente sico e relazionale, la possibilit di ricevere richieste adeguate e quindi di poter adeguatamente rispondere, concludere un compito, prendere consapevolezza che con le proprie difcolt convivono capacit e caratteristiche per le quali essere amati. Dando per scontati i prerequisiti di cui si gi parlato, come sapersi fare degli amici, avere un partner presuppone in effetti la possibilit di avere autostima sufciente a concepire il progetto di poter fare coppia con qualcuno. Una persona motivata a una relazione a due dovrebbe saper corteggiare, poter dare spazio ai preliminari e avere anche le competenze necessarie a avere un rapporto sessuale. Le persone con autismo a alto funzionamento possono aver bisogno di speciche istruzioni per apprendere queste competenze, non molto diversamente da quanto avviene per numerosi adolescenti con sviluppo tipico. possibile fare ricorso a suggerimenti appositamente elaborati, come nella Guida di sopravvivenza elaborata da Marc Segar (1997). Inoltre, una relazione va mantenuta, il che risulta spesso difcile anche a persone con sviluppo tipico. Vivere insieme a qualcuno che non un familiare pu comportare grandi difcolt per una persona con autismo, abituata a ritmi, routines, spazi di privacy molto intimi e personali (Williams, 1998). Nella coppia che convive, necessario che ci si prenda cura luno dellaltro e che ci si Instaurare e mantenere assuma degli impegni, altra difcolt specica delle persone una relazione con autismo. Se uno dei due partner non autistico, pu presentarsi un gap di potere nella coppia che pu cristallizzare la relazione in ruoli di tipo genitorialeliale (Jacobs, 2004). Per le coppie di persone con autismo (in genere a alto funzionamento o con Sindrome di Asperger) e per le coppie miste, esistono oggi pubblicazioni e siti internet (vedere www.asperger-marriage.info) che si propongono di contribuire al dibattito sullesperienza della vita in comune, aiutando chi lo desidera a riconoscere le caratteristiche dellaltro e a reagire mantenendo il pi possibile felice e salda lunione. Fra i problemi della coppia con autismo si pone quello di come far conoscere, accettare, spiegare, la diagnosi ai familiari e agli amici, oppure, se decidere di non farlo. Un atto estremo, anche nel provare a vincere le resistenze di familiari e conoscenti, per alcuni quello di decidere di sposarsi. Alcune persone con autismo possono scegliere di restare nubili perch la vita di coppia prevede una complessit sociale che non sentono di poter affrontare (Grandin, 2001). Inoltre, nelle coppie con autismo pu nascere il desiderio di avere dei bambini. un desiderio legittimo? Non sta a noi giudicarlo, anche se si ritiene qui che la spinta a procreare sia presente in ognuno di noi e sia una componente fondamentale allesistenza e alla vita. La decisione di avere o meno bambini dovrebbe essere presa alla luce di alcune possibilit, prima fra tutte quella che nel nascituro si presenti lautismo. Bisogna poi tenere presenti le necessit di accudimento del bambino, sia nei suoi bisogni quotidiani sia nella sua esperienza di attaccamento. Allevare un bambino in maniera responsabile: se si ha un disturbo dello sviluppo, possibile? Se la persona che ha quello che noi,
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affetti da normalit, chiamiamo disturbo dello sviluppo stata allevata coltivando le sue potenzialit umane, si ritiene che ci sia possibile. Alcuni genitori di bambini con autismo sono a loro volta persone con Sindrome di Asperger, molto spesso mai diagnosticata ufcialmente. Fra queste persone, alcune hanno una conoscenza immediata e intuitiva delle caratteristiche dei gli con autismo, sanno comprenderli e aiutarli, e allevarli come bambini sereni. Lamore che si d ai gli, come la condizione della propria felicit o infelicit, non dipende dallavere uno sviluppo tipico o autistico, ma dallamore che si ricevuto e dal rispetto di cui si ha esperienza.

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