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G. LA LOGGIA, C. FONTANAZZA, G. FRENI, V. NOTARO, E.

OLIVERI Programmazione e gestione dei sistemi acquedottistici in condizioni di scarsit di risorsa

PROGRAMMAZIONE E GESTIONE DEI SISTEMI ACQUEDOTTISTICI IN CONDIZIONI DI SCARSIT DI RISORSA


Goffredo LA LOGGIA , Chiara FONTANAZZA , Gabriele FRENI , Vincenza NOTARO , Elisa OLIVERI

Parole Chiave:

Scarsit di risorse idriche, gestione delle reti di dis tribuzione, gestione della domanda idrica, bilancio idrico di un sistema di distribuzione, analisi prestazionale

SOMMARIO La relazione descrive lattivit svolta nel campo della progettazione e della gestione dei sistemi acquedottistici, illustrando le linee guida e le prospettive della ricerca italiana nel settore. In particolare si fatto riferimento alle problematiche che nascono nelle condizioni di scarsit della risorsa idrica, quando i sistemi di distribuzione idropotabile, funzionando in condizio ni differenti da quelle classicamente poste alla base delle procedure di dimensionamento, risultano spesso poco flessibili determinando sperequazioni nella ripartizione dei volumi convogliati in funzione della posizione del nodo di prelievo allinterno del sistema di distribuzione. Per trovare soluzioni e risposte a tali problemi, il lavoro dei ricercatori, degli studiosi e dei tecnici dovr indirizzarsi alla determinazione di nuovi approcci riguardanti la progettazione e la gestione dei sistemi acquedottistici con lobiettivo di raggiungere, soprattutto, condizioni di equit nella ripartizione della risorsa.

Dipartimento di Ingegneria Idraulica ed Applicazioni Ambientali, Universit degli Studi di Palermo, viale delle Scienze 90128 Palermo

ACQUA E CITT - I CONVEGNO NAZIONALE DI IDRAULICA URBANA Sorrento 28-30 settembre 2005

1. INTRODUZIONE In un momento in cui la carenza di acqua dolce per luso civile e irriguo rappresenta uno dei problemi principali per la vita e lo sviluppo sociale ed economico sia dei paesi non industrializzati che di quelli gi sviluppati, si manifesta in modo sempre pi urgente la necessit di impiegare mezzi e idee per lelaborazione di nuovi e moderni metodi di progettazione, programmazione e gestione dei sistemi acquedottistici. La risorsa idrica presente sul nostro pianeta, anche se apparentemente immutata, diviene ogni giorno pi rara: la sua abbondanza nelle regioni del nord del mondo porta, infatti, a credere che sia un bene cui poter attingere senza limiti. Sul pianeta coesistono, invece, vastissime aree geografiche nelle quali la sua ridotta disponibilit limita, o addirittura impedisce, le attivit e gli insediamenti umani e zone le cui genti dispongono di grandi volumi idrici. Lacqua rappresen ta, pertanto, una risorsa strategica e vulnerabile, oggetto di pressioni crescenti che, a causa dellaumento dei consumi, sembrano intaccare la sostenibilit stessa della risorsa. Nel contesto appena descritto si inserisce, dunque, il concetto di sviluppo sostenibile, secondo il quale la gestione delle risorse naturali di tipo rinnovabile deve essere condotta in modo tale da assicurare che il prelievo sia minore della capacit di rinnovamento delle risorse stesse. Lerrata convinzione che la risorsa idrica sia, in quanto rinnovabile, illimitata, ha, da sempre, condotto gli uomini a prelevare da sorgenti, pozzi, laghi, fiumi ed invasi artificiali, volumi spesso superiori alla naturale capacit di rinnovamento dei sistemi idrici e, soprattutto, in eccesso ri spetto ai fabbisogni dei singoli. Se a tale circostanza si aggiunge una passata errata valutazione delle risorse che nel futuro sarebbero state disponibili, dellincremento demografico e del fabbisogno idropotabile dei cittadini che, con il Piano Regolatore Generale degli Acquedotti, ha condotto in Italia ad un sovradimensionamento dei sistemi di adduzione e distribuzione basato su dotazioni talmente alte da non essere disponibili, possibile spiegare la situazione in cui versa gran parte delle regioni del nostro paese. Nel complesso lItalia, pur essendo un paese potenzialmente ricco di risorse idriche, caratterizzato da una disomogenea distribuzione delle stesse tra nord, centro e sud. Oltre a ci, chi gestisce il servizio di adduzione e distribuzione dellacqua potabile deve affrontare il grave problema delle carenze strutturali che, spesso, non consentono il soddisfacimento della domanda della popolazione. Se nel sud le caratteristiche del regime idrologico rendono le risorse idriche quantitativamente insufficienti per esaudire le richieste degli abitanti e nelle regioni settentrionali il problema di carattere qualitativo a causa della vulnerabilit delle falde sotterranee che rappresentano le fonti pi importanti di approvvigionamento, linefficienza delle reti acquedottistiche un fattore che accomuna tutta lItalia. Le reti di distribuzione sono, spesso, lanello debole della catena costituita dallintero sistema idropotabile. In esse possono manifestarsi gravi fenomeni di inadeguatezza dovuti a problemi di dimensionamento, a ragioni tecnologiche (difetti di costruzione e di scelta dei materiali) e a carenze gestionali, insieme a una complessa

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serie di fattori come i cambiamenti climatici, la frammentazione fisica degli enti gestori e la presenza di perdite. La limitatezza della risorsa idrica si accompagna, quindi, ad un cattivo funzionamento dei sistemi acquedottistici che, dimensionati sulla base di una previsione ottimistica dei volumi disponibili per il soddisfacimento dei fabbisogni degli utent i (civili, commerciali, produttivi), entrano in crisi quando le portate convogliate sono sensibilmente minori. Ci dipende sia dalle metodologie con cui, da sempre, le reti idropotabili sono progettate e verificate sia dallinadeguatezza dei modelli di simulazione e dei metodi che vengono utilizzati per la loro analisi. Nei periodi di scarsit di risorsa, funzionando in condizioni diverse da quelle di massimo consumo, i sistemi di distribuzione idropotabile si dimostrano cos poco flessibili da creare sperequazioni nella ripartizione dei volumi convogliati in funzione della posizione del nodo di prelievo allinterno del sistema di distribuzione. Per trovare soluzioni e risposte ai presenti problemi, il lavoro dei ricercatori, degli studiosi e dei tecnici dovr indirizzarsi alla determinazione di nuovi approcci riguardanti la progettazione e la gestione dei sistemi acquedottistici con lobiettivo di raggiungere, soprattutto, condizioni di uniformit nella ripartizione della risorsa.

2. NUOVI APPROCCI ALLA PROGETTAZIONE DEI SISTEMI ACQUEDOTTISTICI Affinch il funzionamento di una rete acquedottistica risulti adeguato alle esigenze dei gestori e degli utenti, sia nelle ideali condizioni di progetto sia durante i periodi di ridotta disponibilit della risorsa, indispensabile identificare nuovi criteri di dimensionamento e analisi che tengano conto delle differenti condizioni di esercizio del sistema. Nella progettazione di un acquedotto a servizio di un centro urbano risulta di estrema importanza la determinazione dei volumi idrici necessari per soddisfare la domanda futura della popolazione. La conoscenza del fabbisogno, fondamentale anche quando si debba razionalizzare la distribuzione in centri gi insediati, deriva dallanalisi dei dati storici, ovvero dei consu mi. Dallinizio degli anni 80 fino al 2000, in Italia e in Europa sono state svolte numerose ricerche incentrate sullanalisi dei consumi idrici e sulla valutazione conseguente della dotazione. Relativamente ai consumi, la maggior parte degli studi condotti in passato stata motivata dalla necessit di quantificare la domanda globale, al fine di sviluppare previsioni di crescita a breve e lungo termine e per potere stabilire opportune strutture tariffarie. Dallanalisi dei dati storici di consumo, sui quali si basato il lavoro del Gruppo di Ricerca sui Consumi Idropotabili, si rileva che, escludendo le metropoli di Roma e di Milano, per le quali il consumo domestico inferiore al 50% della risorsa complessivamente consumata, in citt come Palermo, Catania, Napoli, Bologna, Torino, il consumo domestico risulta essere pari al 70 - 80% di quello totale. In termini di possibile dipendenza dei consumi civili dallassetto dei centri urbani alcuni tentativi furono svolti in Italia fra gli anni 70 e gli anni 80. Dagli studi passati sembr

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trovare una qualche conferma lipotesi che i consumi debbano dipendere, oltre che dalla popolazione servita, anche dallofferta di servizi commerciali e terziari in genere e, cio, nel complesso, dalla classe di armatura urbana, riscontrandosi dotazioni medie specifiche crescenti con il livello dei servizi offerti. Le correlazioni consumi livello dei servizi risultarono superiori a quelle consumi popolazioni. Nella ricerca di una relazione tra popolazione servita e consumi, i n particolare, per 40 comuni di popolazione compresa tra 1.300 e 42.000 abitanti e con dotazioni rilevate comprese tra 70 e 464 l/ab/g, si mostr alquanto debole il relativo legame regressivo, mentre buone correlazioni si ottennero tra la media delle dotazioni dei comuni ricadenti in ciascuna classe e la relativa classe di servizio. Dal confronto con altri modelli correlativi francesi, spagnoli e statunitensi non si riusc, invece, ad interpretare i dati disponibili con altre variabili legate al tipo di citt e di utenza servita. Lanalisi dei dati storici di consumo sui quali si basato il lavoro del Gruppo di Ricerca sui Consumi Idropotabili (Lamberti et al., 1994) sembra poter fornire elementi di comportamento interpretabili che hanno portato alla scrittura della relazione di bilancio dei consumi civili:

C l = 200 + aC l + C l

(1)

dove 200 l/ab/g la dotazione domestica, il rapporto tra la dotazione collettiva e quella lorda Cl e il rapporto tra le perdite e la dotazione lorda. La ricerca di una legge in grado di rappresentare i consumi idropotabili di un centro abitato un tema di rilevante importanza sia nellambito dei paesi sviluppati sia per quelli ancora in via di sviluppo: i primi, infatti, hanno, in generale, la necessit di gestire una risorsa limitata riducendo al minimo sprechi e disservizi per le utenze; i secondi hanno la necessit di progettare e realizzare le infrastrutture del servizio idrico sulla base delle esigenze attuali e delle previsioni future. Quanto esposto finora si riferisce alla determinazione di un valore di dotazione standard, sufficiente al soddisfacimento, senza alcuna restrizione, dei fabbisogni degli utenti. Rari sono, invece, gli studi che si interessano della definizione del valore minimo che la dotazione pu assumere nei periodi di grave insufficienza idrica, temporanea o permanente, e quelli interessati a valutarne il valore massimo. Alcune indicazioni relativamente ai volumi strettamente necessari per soddisfare i bisogni idropotabili sono fornite dalla FAO che fissa un minimo vitale di 15 25 l/ab/g e dallONU che stabilisce una dotazione di 30 40 l/ab/g per il soddisfacimento dei consumi essenziali. In Italia, lATO 3 Torinese dispone che una dotazione di 230 l/utenza/g strettamente sufficiente per lespletamento degli usi principali di una famiglia media. La carenza di informazioni utili e di studi sufficientemente approfonditi e recenti sullentit delle dotazioni minime e massime conduce allimpossibilit di poter operare delle scelte relativamente al volume da erogare e da assicurare alle utenze nel caso in cui si verifichi un periodo di carenza (dotazione minima), e, quindi, a un dimensionamento del sistema idrico poco sensibile alle variazioni di portata. Daltronde, nella progettazione classica delle reti di distribuzione, lobiettivo principale consiste nel garantire, in continuo e a tutti gli utenti, la risorsa idrica, in quantit e pressioni

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adeguate. La verifica del buon funzionamento della rete consta nellassicurarsi che, in qualunque momento della giornata, le utenze possano attingere i volumi idrici richiesti con pressioni idonee. Tutto ci si tradotto, quindi, in un dimensionamento delle reti per le condizioni pi critiche, cio di massimo consumo, e per valori delle dotazioni idriche pi uttosto elevati. Tali ipotesi di progetto presentano, per, il grave inconveniente di consentire un funzionamento ottimale della rete limitato a brevi periodi, quali quelli di elevato consumo. Quando, invece, le risorse idriche disponibili per soddisfare la richiesta idropotabile dei cittadini sono scarse e, quindi, i volumi complessivamente immessi in rete sono minori, accade che, in funzione della posizione altimetrica o planimetrica, gli utenti siano raggiunti in modo differente e la distribuzione non sia equa. Lacquisita consapevolezza che i sistemi di distribuzione funzionanti in condizioni differenti da quelle di progetto presentino diverse gravi problematiche conduce alla conclusione che, soprattutto dove la scarsit di risorsa un problema concreto e non unevenienza e in unottica di sviluppo sostenibile e di risparmio idrico, i parametri per il dimensionamento delle reti siano ricercati non pi tra quelli che caratterizzano le condizioni di massimo consumo ma perseguendo lobiettivo che, nei periodi di mancanza di disponibilit di risorsa, si abbia un servizio il pi possibile efficiente, affidabile ed equo. Nella progettazione di nuove reti di distribuzione e nel riassetto di quelle gi esistenti, pertanto, bisogner studiare e verificare tutta una serie di scenari in aggiunta a quello di massimo consumo al fine di ottenere un sistema pi flessibile e capace di adattarsi anche ai futuri possibili scenari di crisi idrica. ovvio che cambiando radicalmente le condizioni al contorno ed in modo partic olare i volumi immessi in rete, il sistema non potr presentare in ogni caso elevate prestazioni senza che si intervenga su di esso per adeguarlo alle nuove esigenze. A tale scopo, strumenti fondamentali ed imprescindibili sono i modelli matematici e le metodologie dellanalisi prestazionale; tuttavia, nel caso di simulazione non convenzionale del funzionamento di un sistema e di valutazione della sua affidabilit, essi devono possedere e rispondere a requisiti nuovi e differenti. Laggiornamento e la ristrutturazione di questi due strumenti, indispensabili per chi si occupa di sistemi idrici, uno dei traguardi che i ricercatori e i tecnici devono porsi al fine di generare una nuova tipologia di sistemi flessibili, efficienti ed affidabili in tutte le condizioni di funzionamento. I modelli commerciali per la simulazione idraulica considerano il prelievo ai nodi indipendente dalle condizioni di funzionamento idraulico della rete e pari alla domanda idrica (NHA Node Head Analysis o DDSM Demand Driver Simulation Method). Tale imposizione , ovviamente, un difetto del modello che, qualunque sia il carico al nodo, considera sempre soddisfatta la richiesta idropotabile delle utenze. Lo sviluppo dei modelli matematici a domanda vincolata (NFA Node Flow Analysis o HDSM Head Driver Simulation Method) nasce nei primi anni 80 dallesigenza di modellare la rete in condizioni lontane da quelle di progetto per il calcolo dellaffidabilit. Laspetto legato alla dipendenza del prelievo ai nodi dal carico effettivamente disp onibile, svolge un ruolo fondamentale nella corretta interpretazione del funzionamento idraulico in condizioni caratterizzate da basse pressioni in rete. Tali situazioni sono riconducibili ad eventi che

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pregiudicano il funzionamento di progetto del sistema idrico quali eventi di fallanze, non sufficiente disponibilit di risorsa idrica, capacit di trasporto della rete insufficiente rispetto alla richiesta (Artina et al., 2003). Data lesistenza di numerosi modelli HDSM, lultimo passo fondamentale per giungere ad una migliore e concreta conoscenza del sistema quando questo funziona in condizioni diverse da quella di progetto, consiste nella determinazione della formulazione che meglio si adatta alla situazione specifica e nellimplementazione di questa allinterno di un modello di simulazione. Di fronte alla variet ed alla complessit di problemi di cui bisogna tener conto durante la gestione di un sistema idrico, risulta evidente lesigenza di uno strumento di supporto tecnico che consenta di giungere ad una visione esauriente dellevoluzione della rete e del suo comportamento. In questo contesto diviene di fondamentale importanza il supporto fornito da metodi affidabili per lanalisi delle reti, che in tale circostanza costituiscono la sola fonte che conse nta di determinare quello che accade. Per sfruttare il grande volume di informazioni proveniente dai modelli di simulazione , per, opportuno costruire un set di indicatori integrati che aiutino il gestore a comprendere il comportamento del sistema ed a pianificare i giusti interventi per migliorarne il funzionamento. La quantificazione della prestazione e la successiva valutazione del livello di servizio di un sistema idrico risultano estremamente complesse a causa della molteplicit di fattori che intervengono, nonch della difficolt di individuare una chiara definizione del concetto di prestazione. Secondo Hashimoto (Hashimoto et al., 1982) il concetto di prestazione di un sistema si basa sul verificarsi di un evento considerato critico in relazione a tre differenti parametri: laffidabilit, definita come la probabilit con la quale il sistema funziona correttamente in un dato intervallo di tempo; la resilienza, definita come la rapidit con la quale il sistema reagisce allevento di crisi; la vulnerabilit, definita come la frequenza con la quale levento di crisi si presenta nel sistema. Una metodologia di verifica dellefficienza dellintero sistema definita da La Loggia e Mazzola (1989) propone la misura di una serie di indici basati sui concetti appena esposti di affidabilit, resilienza e vulnerabilit. Le informazioni ottenute da questi indici, calcolati per diverse condizioni operative, devono essere successivamente elaborate e sintetizzate al fine di fornire un giudizio unico sulla prestazione dellintero sistema. Tale tipo di approccio, basato soprattutto sul concetto di affidabilit, adeguato solo al fine di valutare la prestazione di un sistema gi esistente, per il quale siano disponibili dati registrati relativi ad eventi passati. A prescindere dal problema della qualit dei dati, in ogni modo, la metodologia descritta mal si presta a risolvere il problema dellanalisi globale di sistemi non ancora realizzati o quello dellampliamento di sistemi esistenti, n, infine, consente lanalisi di futuri ed alternativi scenari operazionali. Negli ultimi anni, pertanto, la ricerca si rivolta verso una nuova definizione del concetto di prestazione, associandola alla razionalizzazione ed ottimizzazione dei sistemi presenti; ci richiede luso

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sistematico di modelli di simulazione assai dettagliati che consentano di valutare, sotto il medesimo approccio standardizzato, la risposta del sistema per differenti scenari operazionali e condizioni di input. Tuttavia, a causa della diversa natura dei domini prestazionali cui le metodologie devono essere applicate, i risultati sono spesso poco affidabili e di difficile interpretazione, soprattutto quando necessario confrontare fra loro differenti scenari di funzionamento. E evidente, allora, lesigenza di metodi e di strumenti che supportino lanalisi globale ed integrata dei sistemi idrici, che siano in grado di tener conto delle prestazioni idrauliche, strutturali ed ambientali e che, nello stesso tempo, consentano di identificare le priorit di intervento e le possibili soluzioni per la riabilitazione dei sistemi stessi. Tali requisiti sono posseduti dalla metodologia di analisi proposta da Coelho (1997), la quale presenta le seguenti caratteristiche: flessibilit sufficiente per seguire facilmente i differenti obiettivi dellanalisi; adeguato livello di standardizzazione, atto a facilitare e, dunque, validare un approccio multidisciplinare, in modo che i differenti aspetti analizzati possano esser confrontati sulla medesima base quantitativa; capacit di fornire informazioni quantitative e possibilit di utilizzare i risultati delle elaborazioni modellistiche per consentire lanalisi dellevoluzione futura del sistema e lefficienza di possibili scenari di pianificazione. Definiti gli indicatori rappresentativi della risposta della rete, a ciascuno di questi verr associata unadeguata curva di penalit (Figura 1) che consente di quantificare la prestazione del singolo elemento o variabile del sistema. In tal modo si associa la prestazione del sistema ad un livello di servizio, variabile tra le condizioni di servizio nullo e servizio ottimo, e le curve vengono costruite dallutente in modo da penalizzare un funzionamento della rete che si allontani dalla condizione di servizio ottimo. In altre parole, esse associano ad un valore assunto da un dato parametro della rete (per esempio laltezza piezometrica in un nodo) il corrispondente punteggio prestazionale (come funziona il servizio con quella altezza piezometrica). In Figura 1, ad esempio, riportata una tipica curva di penalit per lanalisi delle pressioni sui nodi della rete di distribuzione: la massima prestazione data alle condizioni in cui la pressione al nodo sia strettamente sufficiente al alimentare adeguatamente le utenze; la prestazione decresce rapidamente al decrescere della pressione perch questo si traduce in un mancato servizio delle utenze pi svantaggiate e decresce pi gradualmente allaumentare delle pressioni perch questo pu comportare un pi rapido deterioramento delle condotte. Infine, per mezzo di unopportuna funzione globale, ad esempio una media pesata, si ricava la prestazione dellintero sistema a partire da quella dei singoli elementi.

3 Prestazione

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Figura 1

Esempio di curva di penalit per lo studio delle prestazioni

Preliminare allintroduzione di indici che, sulla base dellequit, forniscano un giudizio sul funzionamento del sistema, la definizione del concetto stesso di equit, intesa come la ripartizione delle risorse in maniera quantitativamente e qualitativamente uniforme tra le utenze servite. Limportanza che nella valutazione del livello di servizio di un sistema di distribuzione idrica rivestono lequo soddisfacimento della domanda idrica e lequo accesso alla risorsa suggerisce di applicare questi concetti per proporre la definizione di due indicatori mirati in particolare alla stima della prestazione in termini di equit: indice di equo soddisfacimento della domanda idrica

PVD i =

Verogato i D i Di

(2)

indice di equo accesso alla risorsa

PTDi =

Terogazione i 24

(3).

Per passare dalla definizione locale di prestazione, relativa ad un solo elemento della rete, alla prestazione globale del sistema, sufficiente applicare una funzione generalizzante al fine di ottenere:

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indice globale di equo soddisfacimento della domanda idrica

PVD = 1

D
i

PVDi
TOT

Di

(4)

indice globale di equo accesso alla risorsa

PTD =

D
i

PTDi
TOT

Di

(5).

In tali espressioni Verogato i il volume erogato dal nodo i esimo, Di la dotazione assegnata allo stesso nodo, Terogazione i il tempo durante il quale possibile spillare portata dal nodo i esimo e DTOT la somma di tutte le dotazioni D i. In definitiva, la procedura, qui proposta, per la redazione del progetto di un sistema idrico, prevede: la determinazione della dotazione minima che deve essere assicurata allutente al fine di soddisfarne i bisogni idropotabili essenziali; la simulazione idraulica degli scenari operazionali classici (massimo consumo, minimo consumo, rottura e antincendio); la simulazione idraulica di scenari operazionali alternativi (condizioni di scarsit) e lanalisi delle prestazioni del sistema in termini di equit nella distribuzione. I nuovi scenari da simulare, strettamente connessi al verificarsi di situazioni di scarsit, sono rappresentati dalle condizioni in cui il volume erogato alle utenze si riduca rispetto alle condizioni di pieno soddisfacimento della domanda idrica. Numerose esperienze negli Stati Uniti, Australia ed Europa hanno mostrato che scenari di scarsit comunemente considerati in ambito urbano si ottengono riducendo i volumi immessi in rete rispettivamente del 10%, del 30% e del 50% (scarsit moderata, grave e severa). I risultati della simulazione, in termini di pressione ai nodi e di portate spillate, servono per condurre lanalisi prestazionale che, calcolando lindice di equo soddisfacimento della domanda idrica e lindice di equo accesso alla risorsa, restituisce, in ultimo, una valutazione dellequit del sistema. Sulla base dellinterpretazione dei risultati forniti dalle simulazioni modellistiche e dellanalisi prestazionale possono essere identificati gli interventi da porre in atto al fine di raggiungere lobiettivo che, in condizioni di crisi idrica, necessario porsi per salvaguardare gli interessi degli utenti: distribuire equamente la risorsa disponibile. Questa procedura di simulazione ed analisi dei sistemi idrici, fondata su criteri diversi da quelli da sempre riconosciuti validi per una corretta progettazione, deve essere pensata ed applicata in modo differente a seconda che la rete di distribuzione sia inserita in un contesto in cui la scarsit di risorsa un fenomeno raro o una realt storica. Gli scenari da analizzare sono, dunque, due:

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scenario storico di pieno soddisfacimento e scenario storico di insufficienza. Sebbene i metodi e le analisi possono considerarsi identiche, le problematiche e le soluzioni da adottare sono essenzialmente differenti per i due scenari. Nel primo caso gli interventi da porre in essere per ovviare ad una mancanza di omogeneit nella ripartizione della risorsa disponibile fanno riferimento al concetto di distrettualizzazione, consistente nella creazione di zone di limitata estensione alimentate da un unico nodo nelle quali possibile gestire la pressione in modo efficiente. Tale tecnica, adottata per la riduzione delle perdite fisiche, pu essere applicata analogamente per la gestione dei consumi attuando, allinterno dei distretti individuati, il controllo delle pressioni. Poich la distrettualizzazione comporta modifiche profonde nellassetto funzionale e nel comportamento idraulico del sistema, opportuno che sia valutata sulla base di un approccio che ricerchi un globale livello di performance e che non sia rivolto solamente a problematiche specifiche. Dunque, la progettazione dei distretti dovrebbe essere verificata utilizzando unanalisi di rete, per garantire che le pressioni siano mantenute per tutte le probabili domande, che non si creino periodi di lunga ritenzione idrica e per far s che le variazioni nella qualit dellacqua siano contenute allinterno di un intervallo accettabile. Nel secondo caso, invece, lesigenza delle utenze di adattarsi alle condizioni di scarsit d origine ad un sistema pi difficilmente gestibile. Quando la rete di distribuzione si inserisce in un panorama di insufficienza storica, accade spesso che il suo funzionamento abbia caratteristiche di discontinuit che si ripropongono ciclicamente richiedendo alle utenze una sorta di adattamento allinadeguato livello di servizio offerto. Tale adattamento si traduce nella predisposizione presso le utenze di impianti autonomi di compenso (attraverso la costruzione di vasche interrate o pensili nei sottotetti) e di sostegno delle pressioni (attraverso linserimento di impianti di sollevamento e autoclavi). Il sistema pubblico di distribuzione fortemente influenzato dalla presenza di tali impianti che spesso risultano volutamente sovradimensionati da parte degli utenti perch il loro mancato funzionamento associato al mancato approvvigionamento di un bene essenziale come lacqua. Questa situazione spesso discende dalla frequente applicazione della turnazione quale metodo per il controllo della domanda idrica. Luso di tale metodica, che comporta un funzionamento della rete che non consente un soddisfacimento totale e continuo dellutenza, presenta diversi aspetti negativi, come quelli legati alla qualit della risorsa idrica e alla sua non equa distribuzione. Nel periodo di tempo in cui la rete non effettua il servi zio, essa viene depressurizzata ed in tali condizioni si pu verificare lingresso di carichi inquinanti che, nella fase di funzionamento in pressione, vengono veicolati dallacqua fino agli utilizzatori (Artina et al. 2003). I punti nei quali ha origine questo fenomeno di contaminazione sono quelli in cui si localizzano le perdite ed i punti di prelievo dellacqua nel caso di ritorni in rete. Vanno, inoltre, sottolineati i problemi igienici che insorgono a causa dellelevata permanenza della risorsa nei serbatoi di cui le utenze devono munirsi per accumulare, durante le ore di funzionamento della rete, i volumi necessari a soddisfare i loro fabbisogni nei periodi di interruzione del servizio. In tali condizioni spesso let dellacqua supera i tempi di copertura degli agenti disinfettanti adottati dal gestore dellacquedotto al fine di garantirne la potabilit. Ancora un aspetto negativo delladozione

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della distribuzione turnata deriva dallimpossibilit di assicurare unequa suddivisione della risorsa idrica tra gli utenti. Infatti, il funzionamento idraulico della rete in tali condizioni prevede linstaurarsi di due transitori, uno di riempimento ed uno di svuotamento: durante la prima fase, il progressivo ingresso dellacqua nelle tubazioni fa s che le utenze non siano contemporaneamente raggiunte dando luogo ad un ritardo nellerogazione in funzione della loro posizione nella rete; nel periodo di svuotamento, invece, si possono riscontrare ritardi rispetto allistante di interruzione dellalimentazione nel caso in cui la rete si sviluppi altimetricamente. Infine, dato che le utenze dotate di serbatoi di accumulo derivano la massima portata possibile per tutto lintervallo di tempo necessario al loro riempimento e dato che questultima dipende dal carico idraulico disponibile nel nodo di prelievo, tale circostanza determina ancora una non omogenea ripartizione della risorsa (Artina et al. 2003). Dalle problematiche sopra esposte e discusse si evince che la scelta della turnazione come soluzione alla carenza di risorse idriche non sia certamente la metodologia di gestione pi efficace, n la pi economica, considerati i costi supplementari sostenuti dai consumatori e dal gestore. La presenza delle vasche di accumulo con il loro volume di compenso riduce di po co il consumo idrico della popolazione, mentre le continue fluttuazioni di pressione impegnano la tenuta dei giunti provocando un aumento delle perdite. In pi, la presenza di tali impianti, che si attivano in modo intermittente in funzione del livello raggiunto allinterno dei serbatoi di compenso privati (Figura 2), consentendo il prelievo, dal nodo di consegna, di tutta la portata erogabile a quella data pressione, fino ad ottenere il completo riempimento delle riserve, acuisce ulteriormente il problema dellequit. Lassetto della rete di distribuzione ed il suo comportamento sono, quindi, fortemente influenzati dai sollevamenti che, non procurando situazioni di allerta quando il sistema si trova in condizioni di normale funzionamento, provocano scompensi quando la risorsa limitata e lerogazione continua e gravi iniquit nel caso di crisi idrica e turnazione. Infatti, prelevando la maggiore portata possibile, concreto il rischio che i nodi a valle di quelli muniti di sollevamento non siano in grado di erogare risorsa, a causa delle basse pressioni o perch, una volta riempiti i serbatoi, manchino effettivamente volumi in rete. Tuttavia, poich il sistema rete-utenti, avvezzo alla scarsit, si modificato nel tempo acquisendo inerzia, un intervento sulla sola rete potrebbe non produrre nessuna modificazione sul volume prelevato dagli utenti. Tale gravoso inconveniente, manifestatosi spesso nel nostro paese, limita la libert dellutente condizionandolo a modificare le proprie abitudini (trasformandosi in qualche caso in una vera e propria sindrome): per evitarlo sarebbe opportuno, solo quando la rete non si trovi in condizione di poter soddisfare totalmente la domanda idropotabile degli utenti e al fine di non effettuare distribuzione turnata, fissare la risorsa erogabile da ogni nodo e mantenerla quanto pi costante possibile. Ci pu essere ottenuto inserendo, sul tratto di rete che collega il nodo di consegna al contatore, apparecchiature che, come le luci tassate o i boccagli, impediscano di consumare pi di quanto concesso.

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Figura 2

Schema di un nodo munito di impianto di sollevamento e serbatoio di accumulo

E necessario per che tali politiche possano essere attuate tramite interventi rapidi ed economici, in quanto il tempo e il costo della dislocazione di tali apparecchi presso i singoli utenti potrebbe vanificare il tentativo di dare equit alla distribuzione in condizioni di crisi di risorsa idrica. Va ancora segnalato che solo una distrettualizzazione spinta pu consentire di realizzare un livellamento delle pressioni che consenta di distribuire poco a molti. In realt non appaiono ancora esistere sul mercato apparecchi che consentano di controllare la portata avviata verso i distretti, senza che a ci segua un abbassamento della pressione: cosa questa conveniente qualora si desideri controllare le perdite idriche in rete, ma dannosa nei confronti dellutenza che viene privata dellerogazione ai piani pi alti, e che quindi portata a dotarsi di sistemi di sostegno della pressione come quelli prima indicati, che alla fine danneggiano il sistema nel suo complesso. In ultimo appare chiaro come un intervento non immediato, ma a lungo termine deve prevedere una politica di graduale eliminazione degli impiant i di sollevamento e dei serbatoi privati.

3. GLI STUMENTI DI OTTIMIZZAZIONE NEL FUNZIONAMENTO DEI SISTEMI ACQUEDOTTISTICI Lo sviluppo demografico e la crescente urbanizzazione, le mutate abitudini di una buona parte della popolazione del nostro paese e il progresso tecnologico hanno condotto ad un aumento del fabbisogno e, quindi, della domanda idrica. Essendo, per, lofferta praticamente immutata o, in alcune zone, addirittura diminuita, e dato che il bilancio idrico cittadino tra la dotazione, il consumo e le perdite in rete deve restituire un valore nullo, per soddisfare la richiesta crescente

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necessario intervenire su uno dei tre termini dellequazione: sulla produzione della risorsa e, quindi, sullofferta, aumentandola, sulla domanda, riducendola, ovvero limitando le perdite in rete ad un livello fisiologico. Aumentare lofferta si traduce nella ricerca di nuove fonti di approvvigionamento convenzionali (risorse di superficie e sotterranee) e non (acque dissalate e riuso dei reflui urbani depurati). Gli elevati costi connessi alla realizzazione delle grandi opere come le dighe e le adduzioni di notevoli dimensioni, il fattore tempo, lopposizione sociale e la congiuntura atmosferica particolarmente siccitosa che non consentirebbe di sfruttare a pieno l opera realizzata, portano a fare scelte alternative. Il riutilizzo dei reflui depurati non solo costituisce una nuova risorsa idrica, ma anche una pratica vantaggiosa dal punto di vista della protezione ambientale, in quanto conduce ad una riduzione sia del carico inquinante immesso ogni anno nella matrice acqua sia dei volumi prelevati per lapprovvigionamento dai corpi idrici superficiali e dalle falde sotterranee. Le acque depurate possono essere impiegate per lirrigazione o per le attivit produttive, riservando le fonti naturali di caratteristiche pregiate per lapprovvigionamento idropotabile. Una soluzione a lungo termine consiste nel realizzare una rete duale che trasporti acqua potabile per cucinare, per la pulizia personale, per bere, etc., e no n potabile per lirrigazione dei giardini, il lavaggio delle autovetture e gli scarichi. In ogni caso, la consapevolezza di dover limitare i consumi presenti al fine di tramandare inalterato il patrimonio idrico attuale a favore delle generazioni future e lobbligo di attuare un risparmio di volumi idrici al fine di renderli disponibili nei periodi di crisi provocati da siccit, impone una programmazione di pratiche tendenti, soprattutto, alla gestione delle risorse gi disponibili. Tutto ci si traduce nella necessit di riformulare le regole di gestione delle riserve idriche e dei sistemi idropotabili e le tecniche di utilizzo della risorsa distribuita. Il concetto del risparmio idrico come risorsa attuabile tramite la prevenzione ed il controllo della domanda in tempo reale, il contenimento dei consumi e la riduzione delle perdite. Lanalisi dei consumi idrici pro capite rappresenta un utile strumento per la gestione delle reti, permettendo una pi accurata analisi dei volumi utilizzati e, conseguente mente, una pi attenta descrizione del funzionamento idraulico del sistema acquedottistico. I modelli idraulici di domanda generalmente utilizzati nella simulazione delle reti di distribuzione considerano valori medi nello spazio e nel tempo. La media spaziale ottenuta aggregando i consumi delle utenze servite da ciascun nodo della rete, quella temporale mediando le variazioni istantanee della richiesta nodale. I risultati ottenuti attraverso queste schematizzazioni risultano, in genere, affidabili per le condotte principali al servizio di un numero elevato di nodi; al contrario, possono distorcere il reale funzionamento idraulico del sistema nelle zone periferiche della rete. La disponibilit di un modello in grado di rappresentare la domanda istantanea dei consumi permette, invece, una descrizione pi corretta del funzionamento della rete in tutti i suoi ordini di condotte. Soprattutto a livello gestionale, luso di un modello istantaneo di domanda pu consentire un pi corretto governo degli assetti piezometrici per rispondere alle richieste variabili di risorsa in termini di quantit e qualit e lindividuazione ed il contenimento delle perdite fisiche (Freni et al.,

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2004). Ai fini della stima dei consumi istantanei, in letteratura possono essere indivi duate due famiglie di modelli: modelli black-box e modelli concettuali stocastici. I primi si basano su tecniche avanzate di analisi dei dati come le reti neurali artificiali (Artificial Neural Networks) o lanalisi spettrale; i modelli concettuali pi frequentemente utilizzati si basano sullapplicazione di approcci stocastici ad impulsi (Poisson, Bartlett Lewis, Nyman Scott, ecc.). Le differenze tra i diversi approcci black-box sono principalmente legate allo stato di aggregazione spaziale e temporale tra i dati analizzati: le reti neurali sono pi flessibili ed adatte ad analizzare sia i consumi di poche utenze aggregate sia il funzionamento di intere reti di distribuzione; lanalisi spettrale risulta essere meno efficiente nellanalisi dei consu mi molto variabili che caratterizzano i consumi di singole utenze e piccoli condomini (Ashu et al., 2001). Anche tra i diversi modelli concettuali stocastici, le principali differenze sono da attribuirsi alla capacit nellanalizzare serie di dati caratterizzate da elevata variabilit e lunghi periodi di consumo nullo che sono tipici delle singole utenze o dei ristretti gruppi di utenze (Alvisi et al.,2003). Nelle figure 3 e 4 sono mostrati alcuni dei risultati di uno studio effettuato presso lUniversit di Palermo in cui sono state messe a confronto due tecniche di analisi: un modello stocastico poissoniano ad impulsi rettangolari e un modello basato sulle reti neurali artificiali. Il confronto stato effettuato utilizzando i dati rilevati in campo su singole utenze condominiali di caratteristiche socio-economiche differenti servite da una delle nuove sottoreti di distribuzione della citt di Palermo (sottorete 2 Stazione). Durante la campagna di monitoraggio sono stati registrati sia i consumi di singole utenze condominiali di caratteristiche socioeconomiche tra loro differenti sia le portate in ingresso allintera sottorete.Nelle analisi svolte, il modello stocastico di Poisson ad impulsi rettangolari ha evidenziato buoni risultati. Dal confronto tra i consumi misurati e simulati si rileva una buona capacit del modello ad impulsi rettangolari di descrivere il fenomeno del consumo istantaneo con errori inferiori al 2% per quanto riguarda landamento medio orario dei consumi (figura 3). Il modello inoltre in grado di simulare la variabilit settimanale e mensile dei consumi consentendo di migliorare laffidabilit delle previsioni a medio e lungo termine. I risultati della stima dei parametri mostrano un andamento giornaliero caratteristico, influenzato oltre che dalle abitudini del consumo domestico anche dal livello spaziale di aggregazione dei dati. Il modello a rete neurale ha mostrato errori medi del 7% (figura 4). Gli errori ottenuti sono accettabili nellambito della gestione in tempo reale delle reti di distribuzione, consentendo alloperatore di avere una previsione a breve termine sufficientemente affidabile e robusta per poter agire tempestivamente sugli organi di regolazione.

280 240 200 160 120 80 40 0


Lu ne d Sa ba to M art ed Gi ov ed M erc ole d Ve ne rd fes tiv i

Consumo [l/ab giorno]

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Condominio via Oreto

Condominio via M. Cipolla

Sottorete

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20 Comsumo [l/ab h] 15 10 5 0
8.0 0 10 .00 12 .00 14 .00 16 .00 18 .00 20 .00 22 .00 0.0 0 2.0 0 4.0 0 6.0 0

Condominio via Oreto Sottorete

Tempo [h] Condominio via M. Cipolla

Figura 3

Analisi dei consumi idrici pro capite: modelli statistici (applicazione sulla sottorete 2 Oreto Stazione di Palermo)

Confrontando il modello statistico probabilistico di Poisson con il modello costruito tramite le reti neurali, si pu affermare che il primo costituisce un ottimo strumento per lanalisi dei consumi a lungo termine e per la determinazione della probabilit del verificarsi di una determinata richiesta idrica. I modelli ottenuti tramite laddestramento di una rete neurale sono invece inadatti per previsione dei consumi a lungo termine ma sono in grado, dopo lintroduzione degli opportuni dati di input, di restituire il consumo atteso nel breve o brevissimo periodo (8 12 ore). Si pu concludere quindi che il modello di Poisson un utile strumento nel campo della pianificazione, mentre le reti neurali trovano il loro naturale campo di applicazione nella fase di gestione in tempo reale delle reti di distribuzione da parte degli operatori interessati ad apportare le dovute regolazioni affinch lutente riceva lacqua in quantit e qualit opportuna.

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Figura 4

Analisi dei consumi idrici pro capite: reti neurali (applicazione sulla sottorete 2 Oreto Stazione di Palermo)

Per quanto concerne la riduzione dei consumi, uno dei metodi pi accreditati sembra essere quello che si fonda su leve tariffarie. Secondo i dati forniti dalla Commissione delle Risorse Idriche, in Italia i livelli tariffari dellacqua sono fra i pi bassi dEuropa. La tariffa media per il consumo civile di 0,5 euro/m 3 contro 0,9 euro/m3 della Francia, 1,03 euro/m 3 in Belgio e 1,3 euro/m3 in Germania, mentre il consumo della popolazione italiana superiore a quello dei paesi sopra menzionati di oltre il 27%. Da questo confronto si deduce che probabilmente, anche nel nostro paese, si potrebbe ridurre la domanda ed il conseguente consumo idrico adottando unadeguata politica tariffaria e ponendo a carico dellutente finale il reale costo industriale dellacqua comprensivo degli investimenti. E proprio su questo principio che si basa la legge 36/94 che si pone lobiettivo di rimuovere tutti gli ostacoli al progresso civile, sociale ed economico della collettivit nazionale, instaurando unindustria dellacqua capace di conseguire traguardi di elevata efficienza con oneri economici sopportabili dallutenza. Un ulteriore intervento che consentirebbe di ridurre il consumo a livello domestico coinvolge la partecipazione delle utenze. Come testimoniano recenti esperienze svolte in Australia, Stati Uniti, Canada ed Inghilterra, possibile ridurre il fabbisogno e, quindi, contrarre i consumi idrici degli utenti sostituendo i normali apparecchi ed elettrodomestici con modelli pi moderni in grado di assolvere le loro funzioni, sempre in modo efficiente, ma con un minore bisogno di acqua. Si tratta di dispositivi che consentono di limitare le portate erogate in quanto dotati di semplici riduttori di flusso, che prevedono effettivamente un abbattimento del volume necessario ad espletare una determinata azione o che, dotati di particolari tecnologie, funzionano limitando il consumo di acqua ed energia. Effettuando un piccolo investimento iniziale per lacquisto e linstallazione di tali apparecchiature, possibile ridurre il fabbisogno domestico sen za che gli utenti risentano dei disagi derivanti da una limitazione dei volumi idrici coinvolti.

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Sulla base di unanalisi costi benefici, eseguita considerando che il costo iniziale di acquisto e di installazione delle moderne apparecchiature idrosanitarie possa essere ammortizzato secondo una quota costante nel tempo, si nota che, sottraendo al costo del volume idrico annualmente risparmiato e, quindi, non fatturato, linvestimento iniziale, questultimo si ripaga nel corso di pochi anni. Quindi tali apparecchiature, efficaci nel contesto di una politica di contrazione dei consumi, non costituiscono, in realt, una spesa aggiuntiva per lutenza in quanto, consentendo un risparmio sia idrico che economico, sono praticamente a costo nullo (Tabella 1).

DISPOSITIVI A BASSO CONSUMO Cassetta a doppio flusso Riduttore di flusso (doccia) Riduttore di flusso (rubinetto) Lavatrice (classe A) Tabella 1 -

RISPARMIO IDRICO 44% 20% 20% 40%

RECUPERO ECONOMICO 5 anni meno di 1 anno meno di 1 anno circa 20 anni

Dispositivi a basso consumo: risparmio idrico potenziale e tempo necessario per il recupero dellinvestimento iniziale per lacquisto e linstallazione

Lefficacia e lapplicabilit di alcune apparecchiature idrosanitarie a basso consumo idrico stata verificata allinterno di uno studio condotto sulla sottorete 2 Oreto Stazione della citt di Palermo. Stimata una legge di crescita della popolazione, sulla base dei dati dei censimenti ISTAT, e fatta una previsione della dotazione futura, il fabbisogno idrico essenziale stato calcolato ipotizzando che ogni utenza abbia provveduto allinstallazione di una o pi apparecchiature meno idroesigenti. I risultati ottenuti, oltre a confermare leffettiva possibilit di conseguire un concre to risparmio idrico, hanno mostrato che luso degli apparecchi a basso consumo estremamente efficace nei periodi in cui, a causa di una limitata disponibilit di risorsa, i volumi immessi in rete per lapprovvigionamento dei singoli siano ridotti e spesso insufficienti a soddisfare i bisogni primari. Uno degli obiettivi principali dello studio sopra menzionato stato, infatti, quello di verificare leffetto che ladozione dei differenti dispositivi a basso consumo avrebbe prodotto in termini di riduzione dei fabbisogni in periodi di carenza idrica. Il confronto tra il fabbisogno teorico, quello ridotto, derivante dallutilizzo di apparecchiature meno idroesigenti, e la dotazione netta computata con riferimento al quadriennio 1990 1994, che per la citt di Palermo ha conciso con un periodo di ridotta disponibilit idrica derivante dalla siccit del 1990, ha mostrato che la sola

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installazione di tali apparecchi procurerebbe una contrazione dei consumi che condurrebbe ogni utenza a non subire il disagio per il razionamento delle portate distribuite e, inoltre, a consumare, per soddisfare a pieno i suoi bisogni, un volume inferiore di quello immesso in rete. La figura 5 riporta landamento temporale della dotazione netta, ottenuta dividendo il volume immesso in rete, tra il 1990 ed il 1994, per il numero di abitanti serviti dalla sottorete 2 Oreto Stazione, e del fabbisogno, sia nel caso in cui gli utenti non siano dotati dei dispositivi a basso consumo, sia nel caso in cui essi abbiano adottato alcuni o tutti gli apparecchi riportati in tabella 1.

Fabbisogno Dotazione netta in cond. di siccit 250 240 230 220 210 200 190 180 170 160 150 140 130 120 110 1 13

Fabbisogno (cassetta differenziata) Fabbisogno (cassetta. diff. + riduttore di flusso) Fabbisogno (cassetta diff. + 3 riduttori di flusso)

Disponibilit e fabbisogno (l/ab*g)

STORICO

25

37

Mesi

CON INTERVENTI

Figura 5

Confronto tra la dotazione in condizioni di scarsit ed il fabbisogno nel caso di installazione di apparecchi a basso consumo (applicazione sulla sottoret e 2 Oreto Stazione di Palermo) Si osserva che il valore del fabbisogno teorico si mantiene costantemente al di sopra di quello della dotazione, evidenziando i disagi patiti dalle utenze a causa della riduzione dei volumi distribuiti. Invece, quando le abitazioni sono munite della cassetta di scarico differenziata e di tre riduttori di flusso, il fabbisogno sempre inferiore alla dotazione. In tale condizione, le utenze non percepirebbero il razionamento della risorsa poich i volumi necessari a soddisfar e i loro bisogni idrici essenziali sono essenzialmente inferiori. Ridurre, per, i consumi dei singoli utenti non produrrebbe utili risultati se non si prevedessero, a livello globale di rete, analoghi provvedimenti.

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Le informazioni fornite dal Comitato per la Vigilanza sulluso delle Risorse Idriche sullo stato dei servizi, basate sul rapporto stilato in seguito alle ricognizioni svolte ai sensi dellart. 11, comma 3 della legge 36/94, su 52 ambiti dei 91 complessivi, indicano che a fronte di una dotazione media di 297 l/ab/g, calcolata come rapporto tra il volume giornaliero erogato e gli abitanti serviti, le perdite in rete sono circa del 42%. La situazione del centro sud si discosta notevolmente dalla media nazionale: le perdite, infatti, raggiungono livelli incompatibili con un moderno sistema acquedottistico variando tra il 60 ed il 73%. Se tale volume non fosse sprecato a causa di un pessimo controllo delle infrastrutture e per la mancanza di piani di manutenzione ordinaria e straordinaria, si potrebbero soddisfare le necessit idropotabili di oltre il 30% della popolazione. Quindi, se si riducessero le perdite fino a valori fisiologici per le reti, si recupererebbe una nuova e preziosa fonte di approvvigionamento utile ad affrontare e superare i problemi della gestione in condizioni di scarsit di risorsa. Un programma gestionale che si propone di salvaguardare la risorsa idrica da uno spreco insensato come quello che deriva dalle perdite in rete, dovrebbe orientare i suoi sforzi verso una campagna di ricerca attiva delle perdite, verso la simulazione della rete nelle reali condizioni di funzionamento e verso la valutazione del suo comportamento in una serie di scenari futuri nei quali si applichi una metodologia operativa per la riduzione degli sprechi. La comprensione e lo studio degli aspetti relativi alle perdite sono, infatti, fondamentali per una corretta gestione e modellazione delle reti idrauliche anche al fine di conoscerne lefficienza e, quindi, indispensabili per poter programmare e preventivare gli interventi di riabilitazione. Un approccio pratico ed efficace alla gestione delle perdite deve includere la corretta definizione dei volumi idrici entranti ed uscenti dal sistema. A tal fine utile eseguire un bilancio idrico che, definendo tutte le componenti, consenta anche di quantificare effettivamente la percentuale di perdita. Tale esigenza, tanto pregnante, stata percepita anche dal legislatore che, in seguito alla formulazione della legge 36/94, ha emanato il Decreto 8 Gennaio 1997 n. 99, intitolato Regolamento sui criteri e sul metodo in base ai quali valutare le perdite degli acquedotti e delle fognature. Il regolamento definisce i criteri ed il metodo in base ai quali valutare le perdite degli acquedotti e delle fognature ed indica, altres, la guida per leffettuazione delle rilevazioni e lorganizzazione del relativo sistema di monitoraggio, nonch le regole per la stesura dei rapporti che il gestore trasmette allOsservatorio dei servizi idrici presso il Ministero dei Lavori Pubb lici. Lobbligatoriet di definire il bilancio idrico a livello di rete e lesigenza di una terminologia comune che superi la grande variet di definizioni e di format presenti nei diversi Paesi, ha condotto lIWA a produrre un approccio standard al calco lo del bilancio idrico e alla precisazione di tutti i termini utilizzati. Secondo quanto disposto e largamente accettato, il volume idrico immesso in rete si suddivide in consumi autorizzati e perdite, costituite queste ultime, oltre che dalle perdite reali, dovute a rotture e trafilamenti dai giunti, anche dalle cosiddette perdite apparenti (Figura 6).

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Consumi Autorizzati Fatturati Consumi Autorizzati

Consumi Misurati e Fatturati Consumi non Misurati e Fatturati Consumi Misurati e non Fatturati Consumi non Misurati e non Fatturati Consumi non Autorizzati Errori di Misura Perdite nella rete di adduzione e di distribuzione

Acqua Fatturata

Consumi Autorizzati non Fatturati

Volume Immesso in Rete

Perdite Apparenti

Acqua non Fatturata

Perdite Perdite Fisiche

Perdite negli allacciamenti fino al contatore di misura Perdite e sfiori di troppo pieno nei serbatoi, perdite nelle operazioni di manutenzione

Figura 6

Componenti del bilancio idrico (IWA, 2000)

In tale contesto la definizione di perdita abbandona, quindi, il significato di volume idrico materialmente perso a causa di fallanze e prende unaccezione pi ampia accogliendo anche il concetto di perdita amministrativa, ovvero di perdita per mancata fatturazione dovuta ad allacci abusivi e allimprecisione nella misurazione dei volumi erogati allutenza. Ridurre le perdite si traduce, quindi, non solo nella formulazione di programmi di ricerca attiva e conseguente riparazione o gestione delle fallanze, ma anche in una valutazione complessiva dellefficien za dei contatori e pianificazione di campagne di tarature o sostituzione degli stessi. Le perdite reali rappresentano in media circa il 70% delle perdite globali che si presentano in un sistema idrico e, per tale ragione, su di esse vengono in prevalenza concentrati gli sforzi di riduzione. Le perdite apparenti, a differenza di quelle reali, non rappresentano un volume realmente perso, ma derivano da una mancata o errata misurazione dei consumi idrici in seguito a derivazioni abusive, furti dacqua, errori nella procedura di misurazione dei contatori, di lettura degli stessi o di trascrizione dei dati da parte degli operatori addetti a tale mansione. Se le derivazioni abusive ed i furti possono essere facilmente individuabili e, quindi, eliminabili, le perdi te dovute agli errori nella procedura di conturazione sono spesso permanenti in quanto causati dalla cattiva precisione

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dei misuratori che, per costruzione, non sono in grado di registrare portate inferiori ad una determinata soglia o alla staratura degli strumenti che determina una misura errata dei volumi transitati. Le perdite causate dallimprecisione dei misuratori domestici sono, spesso, dovute alla staratura dei contatori stessi, principalmente causata dallusura delle parti meccaniche interne. Con il passare del tempo, infatti, il fenomeno dusura aumenta e con esso anche lerrore di registrazione commesso. Quindi, da quanto appena detto, si evince che i problemi connessi ai contatori domestici derivano sostanzialmente dalla loro incapacit di registrare le basse portate, capacit che si riduce inesorabilmente con let dello strumento dalla quale, daltro canto, dipende anche la perdita di precisione su tutto il range di misurazione. Se nel passato linteresse principale dei gestori era indirizzata al solo contenimento delle perdite fisiche, oggi esiste unattenzione sempre crescente nei confronti di quelle amministrative che costituiscono un mancato guadagno. Una possibilit di intervento consiste nella verifica dei contatori domestici al fine di identificare quegli strumenti dotati di scarsa accuratezza. La loro imprecisione, dovuta come detto allusura delle parti meccaniche, inevitabile e, pertanto, sarebbe indispensabile condurre, con una frequenza ottimale, campagne di test degli apparecchi uti li ad individuare i misuratori starati o mal funzionanti, da sottoporre a nuova taratura o da sostituire. La progressiva sostituzione dei vecchi contatori con altri tecnologicamente pi avanzati, ad esempio quelli di tipo elettromagnetico, o il miglioramento del sistema di lettura, permetterebbe la riduzione sia degli errori di conturazione che degli errori di lettura degli addetti al servizio dellente gestore, con una conseguente riduzione dei volumi di acqua non fatturati. Naturalmente, dato che una campagna di test, taratura e sostituzione dei contatori comporterebbe costi di gestione aggiuntivi, per valutare la convenienza di tale intervento in termini economici, tali costi sono da confrontarsi con i benefici ottenibili, a lungo termine, grazie alla maggiore efficienza del sistema di registrazione, lettura e contabilizzazione dei volumi consumati dalle utenze. Quando per, come spesso accade, la maggior parte delle perdite apparenti derivano dalla permanenza in rete di basse portate per molte ore al giorno, le campagne di taratura dei misuratori consentono unesigua riduzione degli errori di conturazione e, quindi, delle perdite apparenti stesse. Anche effettuando campagne di taratura piuttosto frequenti (5 anni) si avrebbero perdite fittizie ancora rilevanti, mentre unulteriore riduzione dellintervallo di test non comporterebbe sostanziali miglioramenti in quanto, essendo quello di taratura un processo graduale ed arbitrario, non eliminerebbe la probabilit della presenza di contatori starati in rete. Per ovviare agli inconvenienti insiti nella definizione delle campagne di tarature, potrebbe, allora, essere opportuno estendere i principi propri del telecontrollo delle reti idriche anche ai tratti compresi tra il nodo di consegna ed il contatore della singola utenza. Tutto ci al fine di consentire un monitoraggio continuo ed in tempo reale di tutti i misuratori e dei consumi e di individuare tempestivamente quei contatori starati che presentano registrazioni anomale rispetto a quelle usuali per lutenza a cui si riferiscono. Sarebbe, quindi, necessario sostituire i normali misuratori domestici con nuovi modelli sempre a mulinello ma dotati di un sistema lanciaimpulsi e di un

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totalizzatore elettronico il quale, munito di apposito software, consenta la memo rizzazione di informazioni utili riguardanti i consumi o il funzionamento del misuratore stesso ad intervalli di tempo programmabili, consentendo, in tal modo, la telelettura. In figura 7 si riporta, a titolo di esempio, lo schema di istallazione di un contatore a turbina corredato di dispositivo lanciaimpulsi.

Figura 7

Esempio di installazione di un contatore a turbina dotato di dispositivo lanciaimpulsi

I contatori dotati di lanciaimpulsi hanno, per, il solo scopo di migliorare il sistema di lettura dei dati conturati mentre non modificano la precisione delle misure effettuate dal contatore. Il miglioramento del sistema di conturazione pu essere ottenuto adottando contatori elettromagnetici caratterizzati da una migliore precisione soprattutto rispetto alle basse portate. Sostituendo quindi rapidamente i vecchi contatori con i nuovi, siano essi dotati di lanciampulsi o elettromagnetici, si recupera la maggior parte delle perdite per errato funzionamento dei misuratori, accrescendo la fatturazione a tal punto da poter sostenere i costi di acquisto e installazione degli apparecchi. Riducendo gli errori di misura ed incrementando i volumi fatturati possibile condurre lutente, che si confronta con un aumento dellimporto da corrispondere allente gestore per i consumi effettuati, verso un utilizzo pi attento e parsimonioso della risorsa distribuita. Con lobiettivo di predisporre dei criteri gestionali volti allottimizzazione delle tecniche di conturazione dei consumi idrici delle utenze ed alla riduzione delle perdite apparenti attribuibili agli errori di misura dei contatori, prendendo come caso di studio la sottorete 2 Oreto Stazione di Palermo, sono stati analizzati gli effetti di una campagna di sostituzione dei contatori a turbina, attualmente presenti in rete, con quelli dotati di un sistema di telelettura o con misuratori elettromagnetici. In particolare, in figura 8 si riportano i risultati dellanalisi dei volumi conturati ottenuti proponendo la progressiva sostituzione, rispettivamente, nellarco di 5 e di 20 anni, dei contatori della rete oggetto di studio con altri misuratori della medesima tipologia (contatore a turbina a

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getto unico), ma dotati di un sistema lanciaimpulsi e di un totalizzatore elettronico per effettuare la telelettura dei consumi.
3500000 3000000 2500000 2000000 1500000
consumi reali

Volumi conturati (m )

1000000 500000 0 0 2

consumi conturati con l'attuale sistema consumi contatori con lanciaimpulsi con sostituzione in 5 anni consumi contatori con lanciaimpulsi con osstituzione in 20 anni

10 Anni

12

14

16

18

20

Figura 8

Volumi conturati: contatori con lanciaimpulsi (applicazione alla sottorete 2 Oreto Stazione di Palermo)

Per la determinazione dei volumi conturati si supposto che la presenza dei contatori dotati di lanciaimpulsi consenta un monitoraggio continuo della rete evitando cos i problemi connessi con la staratura dello strumento di misura, mentre continuano a permanere gli errori dovuti alla mancata conturazione delle portate inferiori alla sensibilit dei contatori stessi. Dallandamento dei volumi conturati con questa tipologia di gestione si evidenzia un aumento delle conturazioni, nel caso in cui i contatori vengano sostituiti in 5 anni, mentre nellipotesi di sostituzione in 20 anni, i volumi conturati risultano di poco superiori a quelli misurati con gli attuali contatori presenti in rete. Tale risultato pu attribuirsi alla rilevante presenza in rete di contatori tradizionali, probabilmente starati, per i quali non detto che la sostituzione avvenga tempestivamente dallinizio del loro malfunzionamento. In figura 9 si riportano, invece, i risultati relativi allanalisi dei volumi conturati nella rete nellipotesi di sostituire, progressivamente, i co ntatori a turbina con quelli di tipo elettromagnetico. Gli intervalli di tempo scelti per effettuare la completa sostituzione di tutti i contatori presenti in rete sono stati di 5 e 20 anni. Anche per tali contatori si sono considerati i

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possibili errori dovuti alla sensibilit dello strumento. Essendo la sostituzione di tali contatori graduale, durante il periodo del transitorio, si tenuto conto della presenza in rete anche di contatori a turbina, per i quali laccuratezza delle registrazioni si supposta dipendente soprattutto dallusura e quindi dallet.
3500000 3000000 2500000 2000000 1500000
consumi reali

Volumi conturati (m )

1000000 500000 0 0 2

consumi conturati con l'attuale sistema consumi con sostituzione contatori elettromagnetici in 5 anni consumi con sostituzione contatori elettromagnetici in 20 anni

10 Anni

12

14

16

18

20

Figura 9

Volumi conturati: misuratori elettromagnetici (applicazione alla sottorete 2 Oreto Stazione di Palermo)

Dallanalisi comparata della curve dei consumi registrati dai contatori presenti nel sistema e quelle dei volumi conturati ottenuti nellipotesi di una loro graduale sostituzione con dei contatori elettromagnetici si pu osservare un incremento delle conturazioni, rispetto alla situazione at tuale, caratterizzata dalla sola sostituzione dei contatori a turbina con altri dello stesso tipo. Solo in seguito alla completa sostituzione dei contatori a turbina con quelli di tipo elettromagnetico, si ha la quasi coincidenza tra volumi conturati e volumi consegnati allutenza. Si osserva, infatti, che nel caso di completa sostituzione dei contatori nellarco di cinque anni, dal sesto anno in poi tra i volumi conturati e quelli consegnati allutenza si evidenzia solo una lieve differenza attribuibile alla sensibilit dello strumento di misura elettromagnetico. I risultati riportati evidenziano dunque un tangibile aumento dei volumi misurati quando la sostituzione dei contatori a turbina con quelli dotati di un sistema di telelettura o con misuratori elettromagnetici si esegue in tempi brevi.

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Il vantaggio tecnico di questa procedura si traduce anche in un recupero economico a favore dellente gestore che, sostenuto un costo iniziale per lacquisto e linstallazione dei misuratori, ammortizza linvestimento nel corso di pochi anni a seguito dellaumento della fatturazione dei volumi idrici conseguente alleliminazione degli errori di misura e lettura, alla possibilit di realizzare letture pi frequenti e di applicare, in ogni occasione, la tariffa corretta. La figura 10 mostra i ricavi del gestore effettuando la sostituzione dei contatori a turbina attualmente presenti in rete con contatori a turbina dotati di lanciaimplusi
6000000.00

5000000.00

Fatturato (euro)

4000000.00

3000000.00

2000000.00

ricavi teorici ricavi con sostituzione contatori con lanciaimpulsi in 5 anni

1000000.00

ricavi con sostituzione contatori con lanciaimpulsi in 20 anni ricavi condizione attuale

0.00 0 2 4 6 8 10 Anni 12 14 16 18 20

Figura 10 -

Fatturato: contatori con lanciaimpulsi (applicazione alla sottorete 2 Oreto Stazione di Palermo)

Dallanalisi comparata delle curve dei ricavi ottenute si pu osservare, in particolare, un incremento sostanziale del fatturato dellente gestore nel caso in cui la sostituzione ven ga effettuata in 5 anni. Tale incremento attribuibile alla riduzione degli errori di lettura commessi dai letturisti, alla riduzione del personale addetto alla lettura o alternativamente alla possibilit di realizzare letture pi frequenti ed alla possibilit di applicare sempre le tariffe corrette grazie ai consumi registrati dal totalizzatore. Analogamente, in figura 11 si riportano i ricavi dellente gestore nel caso in cui si preveda la progressiva sostituzione dei contatori a turbina con quelli elettromagnetici. Nellanalisi si supposto che, una volta installati, i contatori elettromagnetici non avessero bisogno di tarature o

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ulteriori sostituzioni per i successivi 20 anni. Sotto tale ipotesi, quindi, si sono determinati i costi affrontati dallazienda che gestisce lacquedotto, sia nel caso di completa sostituzione dei contatori in 20 anni sia in 5 anni.
6000000

5000000

Fatturato (euro)

4000000

3000000

2000000

ricavi teorici ricavi con sostituzione contatori elettromagnetici in 5 anni

1000000

ricavi con sostituzioni contatori elettromagnetici in 20 anni ricavi condizione attuale

0 0 2 4 6 8 10 Anni 12 14 16 18 20

Figura 11 -

Fatturato: misuratori elettromagnetici (applicazione alla sottorete 2 Oreto Stazione di Palermo)

Dallanalisi della figura 11 si pu osservare come la sostituzione dei contatori in 5 anni comporti, inizialmente, dei ricavi per lente gestore inferiori a quelli ottenuti adottando il sistema di conturazione attuale. Lazienda, infatti, durant e il periodo di sostituzione, costretta ad affrontare dei costi rilevanti a causa delleccessivo costo di tale tipologia di contatore. Tuttavia negli anni successivi, non appena tutti i contatori sono stati sostituiti, grazie allabbattimento delle perdite per errata conturazione, si registra un aumento dei ricavi che alla fine porta in positivo il bilancio dellazienda relativo ai venti anni di gestione che sono stati analizzati. Se invece si effettua la sostituzione in 20 anni, solo dopo il nono anno si ha una convenienza economica rispetto a quella ottenuta con lattuale sistema di conturazione.

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G. LA LOGGIA, C. FONTANAZZA, G. FRENI, V. NOTARO, E. OLIVERI Programmazione e gestione dei sistemi acquedottistici in condizioni di scarsit di risorsa

4. CONCLUSIONI La necessit e lopportunit di attuare una corretta gestione ed un utilizzo pi responsabile delle risorse idriche, soprattutto nelle regioni in cui frequenti sono i periodi di scarsit, ha sviluppato nei ricercatori un grande interesse nei confronti dei temi del risparmio idrico e delluso sostenibile delle risorse idriche. Nella progettazione dei nuovi sistemi acquedottistici e nel riassetto di qu elli gi esistenti, tali obiettivi si ottengono modificando le regole di dimensionamento e regolazione delle reti, dando maggiore importanza allottenimento di unequa ripartizione di tutta la risorsa disponibile. Abbandonata la classica procedura di progettazione, basata unicamente sul soddisfacimento della domanda idrica delle utenze, necessario trovare delle regole che permettano di risolvere i gravi problemi che nascono quando la risorsa da distribuire limitata. In questi casi, in funzione della configurazione plano altimetrica del sistema, possono manifestarsi delle situazioni in cui alcuni utenti, muniti di serbatoi di riserva privati o condominiali ed impianti di sollevamento, prelevano grandi volumi idrici a discapito di altri. Per assicurare unequa suddivisione dei volumi disponibili, soprattutto quando questi, essendo ridotti, non consentirebbero di soddisfare del tutto i bisogni idropotabili dei cittadini, necessario ricorrere alla simulazione matematica di una serie di scenari possibili di crisi idrica e valutare il funzionamento del sistema attraverso unanalisi delle prestazioni che consenta di individuare la disuniformit nellerogazione. Dallanalisi dei risultati ottenuti si proceder, dunque, alla risoluzione di eventuali problemi, suddividendo la rete in distretti omogenei dal punto di vista della quota geodetica ed attuando in essi un controllo attivo della pressione al fine di ottenere un cielo piezometrico quanto pi costante, introducendo luci tassate, scegliendo percorsi diversi per regolarizzare lapprovvigionamento delle diverse porzioni di rete. Nellambito della gestione dei sistemi acquedottistici intervengono, in ausilio ai piani di manutenzione ordinaria e straordinaria e ai programmi di ricerca attiva e gestione delle pe rdite, alcuni sistemi tecnologici che permettono di ridurre i consumi degli utenti e le perdite apparenti. Limitando le perdite, sia fisiche che amministrative, possibile da un canto aumentare effettivamente la risorsa disponibile, recuperando gli ingent i volumi che, attraverso le rotture, si disperdono, e dallaltro indurre gli utenti ad utilizzare lacqua strettamente necessaria alle loro esigenze. Con lintroduzione di contatori pi precisi ed affidabili, i volumi consumati vengono misurati e contabilizzati integralmente. Ricevendo una fattura in media pi elevata, gli utenti sono indotti a limitare i consumi, attuando un risparmio idrico per avere, infine, una bolletta pi contenuta. Se loperato degli enti gestori fondamentale per il corretto funzionamento delle reti acquedottistiche, lintervento del singolo utente determinante per lattuazione di un concreto risparmio idrico. Linstallazione delle moderne apparecchiature idrosanitarie in ambito domestico consente una contrazione del fabbisogno fino al 70% a fronte di un investimento iniziale

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accessibile e, comunque, recuperabile in pochi anni, considerando una quota di ammortamento costante nel tempo. Da quanto detto si evince che gli strumenti disponibili per unadeguata gestione del patrimonio idrico e dei sistemi acquedottistici sono numerosi e, spesso, facilmente utilizzabili. Tramite questi, unificando gli sforzi di ricercatori, gestori ed utenti, possibile tendere ad un miglioramento delle condizioni in cui versano i sistemi idropotabili di quei paesi che spesso si confrontano con i problemi causati dalla scarsit di risorsa.

5. RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI Alvisi S., Franchini M., Marinelli A., A Stochastic Model for Representing Drinking Water Demand at Residential Level. Water Resources Management (17), 2003. Artina S., Bragalli C., Sacchi S., Simulazione perdite, domanda vincolata ed erogazione turnata, Seminario su La ricerca delle perdite e la gestione delle reti di acquedotto. Perugina, 26 settembre 2003. Ashu J., Ashish K. V., Umesh C. J.: Short-term water demand modelling at IIT Kanpur Using Artificial Neural Networks. Water Resources Management (15). 2001. Coelho S.T., Performance in water distribution. A system approach , Research Studies Press Ltd,. John Wiley & Sons Inc., 1997. Decreto Ministeriale 8 gennaio 1997 n. 99, Regolamento sui criteri e sul metodo in base ai quali valutare le perdite degli acquedotti e delle fognature , Gazzetta Ufficiale n. 90 del 18 aprile 1997. Freni G., La Loggia G., Termini D., Vitellaro P., A water demand model by means of the artificial neural networks method , Proceedings of the 6 th International Conference on Hydroinformatics - Liong, Phoon & Babovic (eds) 2004 World Scientific Publishing Company. Hashimoto T., Stedinger J.R., Loucks D.P., Reliability, resiliency and vulnerability criteria for water resource system performance evaluation , Water Resources Reserceh, Vol 18, N1, February 1982, 14-20. La Loggia G., Mazzola M.R., Syntetic performance indices in a real decision process, Closing the gap between theory and practise , Proceedings of the Baltimore Symposium, May 1989, IAHS Plubl. N180. Lamberti P., Maiolo M., Mazzola M. R., Rapporto sui consumi idropotabili in Italia sul finire degli anni 80 , La Buona Stampa, Ercolano (NA), 1994.

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G. LA LOGGIA, C. FONTANAZZA, G. FRENI, V. NOTARO, E. OLIVERI Programmazione e gestione dei sistemi acquedottistici in condizioni di scarsit di risorsa

Legge 5 gennaio 1994 n. 36, Disposizioni in materia di risorse idriche, Gazzetta Ufficiale n. 14 del 19 gennaio 1994.

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