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com Davide Arsego Marzo 2009

AGENDA MACROECONOMICA – IL MIO DIARIO FINANZIARIO

Dodicesima/tredicesima settimana, 2009 – 16 marzo, 27 marzo

DATI MACROECONOMICI AMERICANI – MONDIALI

DATI NEGATIVI

In queste due settimane le notizie sono affluite da tutti gli angoli del mondo come un fiume in piena, e non per niente i mercati
hanno reagito in una direzione ben definita ma che non si può definire per ora duratura.

In Cina in queste settimane è uscito un dato particolarmente negativo: gli investimenti esteri in territorio cinese sono scesi del
15%, indice che le economie extra - Cina stanno “chiudendo i rubinetti”. Se, come nelle precedenti edizioni, il settore bancario
non ha subito il credit crunch, sempre in Cina il settore assicurativo sembra non riuscire a evitare forti riduzioni degli utili; forse
anche per una loro tendenza a diversificare all’estero i loro asset.

Sempre da stime provenienti dal WTO, , il commercio internazionale in quest’anno diminuirà del 9%, il maggior strappo
ribassista registrato dalla seconda guerra mondiale, che secondo l’establishment cinese, andrebbe a colpire specificamente la
stessa nazione.

In Usa, i prezzi alla produzione continuano, anche se ad un ritmo minore, a diminuire, e su base annuale saremo già in deflazione
(-1,60%). Anche la produzione industriale si è presentata sotto le attese. Infatti su base annuale non si hanno ancora segnali di
sosta, mentre su base mensile si potrebbe già definire un tentativo di “rallentamento della caduta”, registrabile già da Ottobre
2008. Anche il leading Economic index settimana scorsa ha raffreddato le speranze per una ripresa nel breve termine, indicando,
sia per la Germania che per l’America, la continuazione del trend negativo in campo macroeconomico.

Anche in ambito Ue sono usciti interessanti dati macroeconomici, che hanno comunque rispecchiato l’aggravarsi della
recessione economica. La produzione industriale europea su base mensile a Gennaio è calata del 3,5%, portandola a livello del
2000; e per quanto riguarda l’andamento annuale dell’Europa dei 27, la contrazione è stata del 16,30%.

Dal Giappone invece arriva un dato che se preso unitariamente assumerebbe aspetti disastrosi. Le esportazioni, infatti, sono
crollate del 49,90%, riportandosi come controvalore al 1999.

DATI POSITIVI

In queste settimane gli eventi più importanti, che hanno risollevato il mercato, sono stati in sostanza due, e tutti provenienti da
oltre oceano. Il primo è stato la mossa, secondo molti analisti ancora “increduli” da parte della Fed di passare alle “maniere
forti”. Infatti ha deciso di intervenire direttamente sul mercato obbligazionario nel tentativo di abbassare i tassi a lungo termine
al fine di stimolare l’economia. Secondo molti è un rischio che si aggiunge al sistema America, ma oramai credo fosse inevitabile.
L’altra notizia invece è arrivata direttamente dal Segretario Timothy Geithner, che ha annunciato un nuovo piano per il
riacquisto di assets tossici dai bilanci delle grandi banche americane, che prevederà inoltre l’entrata di capitale privato.

Poi sono arrivati altri dati, ma relativamente di minor rilievo. Dati positivi sono arrivati particolarmente dall’inflazione. Se da
molti viene duramente imputata come la più importante preoccupazione che colpisce direttamente le tasche dei consumatori,
grandi e piccoli economisti dimenticano che la ripresa dei prezzi, sempre da mantenere sotto controllo, è fondamentale per la
ripresa economica, che di risvolto porta ad una ripresa del mercato del lavoro. Indicazioni in questo senso stanno arrivando da

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tutti i continenti. In Cina, per esempio, l’autorità di pianificazione economica ha deciso di aumentare i prezzi alla pompa del
carburante, visti i recenti rialzi del prezzo del petrolio. In Usa i prezzi al consumatore sembrano riprendersi su base annuale,
sostando in zona “0%” (zona deflattiva) e sembra stia creando le basi per ripartire.

Altre notizie degne di nota sono state:

In Usa le costruzioni di nuove abitazioni sono aumentate inaspettatamente, ma si tengono sempre sotto la media degli
ultimi 6 mesi. Anche le vendite di nuove case sono aumentate, rispecchiando di fatto il dato delle costruzioni. Seguono
lo stesso trend le vendite di case esistenti, come a testimoniare che finalmente anche nel mercato immobiliare
qualcosa si sta muovendo.
Le richiesta di disoccupazione Usa si sono rilevate pressoché stabili, in linea con la media mensile.
Le richieste di mutui sono aumentate in Usa, anche grazie all’intervento del governo americano orientato a diminuire i
tassi a lungo termine.
Altro dato che ha rovesciato le previsioni degli analisti, in senso positivo, sono stati gli ordini di beni durevoli, che su
base mensile sono aumentati di un bel 3,90%: buon dato che potrebbe sempre più confermare l’uscita degli Usa dalla
crisi.

ANALISI TECNICA

Alluminum Corp. Of China (Chinalco)

Chalco (o Chinalco) è uno dei più grandi produttori di alluminio del mondo. E in questa fase di crisi ha mostrato
veramente i muscoli, riuscendo ad entrare pesantemente nell’azionariato di Rio Tinto e diventando uno dei più grandi
conglomerati per ora presenti nel mondo.
Passando invece all’andamento azionario, è stato inevitabile la caduta dei corsi, che da livelli iperinflazionati a 90 $ ad
azioni siamo passati agli 8 $. Ora, dal grafico, i segnali sono molto incoraggianti. Anche se le medie mobili sono ancora
al ribasso, il Rsi ha ripreso a crescere (nel breve è in ipercomprato), il trendindicator sta creando una base di
accumulazione e l’andamento da Novembre 2008 è tendenzialmente positivo.
Ottimi segni dunque da un grande produttore di alluminio, che a questo punto dovrebbe in teoria riflettere la ripresa
della domanda di alluminio e di conseguenza di una ripresa economica di qualsiasi entità.

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