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Anno VI n. 3 - marzo 2013 - copia gratuita

Stipendi milionari e contrib uti pub blici contributi pubb


Contributi statali alle imprese solo con stipendi sobri ai manager
di Donato Vena Lazienda Italia mette un tetto allo stipendio dei manager pubblici. Sono parificati a quello che percepisce il primo presidente della Corte di Cassazione, ovvero 304.951 euro. In questo modo il trattamento economico del primo presidente della Corte di Cassazione diventa il parametro di riferimento per i manager della Pubblica Amministrazione. E per gli stipendi dei manager privati? No, quelli non pu deciderli lo Stato! La motivazione che il mercato liberista sostiene che trattandosi di soldi privati, la scelta spetta a loro, quindi, no a tetti imposti dallo Stato. A parte il fatto che in una situazione di crisi, dove la forbicirca 20 miliardi allanno ad pagare i loro dirigenti, lo facciaaziende sia private che a parte- no pure, ma devono sapere che cipazione pubblica (che non non potranno ottenere pi nessono vincolata a rispettare il sun contributi pubblici a vario tisuddetto tetto ai manager). tolo. E cos difficile, in un situaUn principio di equizione di ristrettezze ecot sobriet che risnomiche, fare una norma pecchia il sentore delin cui si stabilisce che tutla gente. Io Stato ti te le aziende private o a aiuto e partecipo partecipazione pubblica alla tua crescita che a qualsiasi titolo elargendoti contribuBUSTA ricevono sovvenzioni ti ma solo se non PAGA dalla Stato, continuestrapaghi i tuoi manaranno ad ottenerle solo ger, altrimenti niente se nessun manager aiuti. Dirotto gli incendella societ percepitivi ad altre aziende pi sce uno stipendio sobrie. superiore a quello Questa deve essere una del primo presidente della Cor- battaglia di equit che bisognete di Cassazione, ovvero r portare avanti. S alla riduzio304.951 euro allanno? ne dei costi della politica e s Le aziende private se riterran- alla riduzione degli stipendi dei no opportuno continuare a stra- manager superpagati.

ce tra ricchi e classe media/ povera si allarga sempre di pi, ritenere che un manager possa guadagnare fino a 550 volte lo stipendio di un suo operaio (vedi Marchionne) quantomeno vergognoso; potremmo dire, tanto per essere attuali, non proprio una scelta da Papa Francesco. Va messo un freno a tale sproporzione. Come? Detto, fatto. Lo Stato trasferisce in varie forme, anche a fondo perduto,

Lesito del voto, Rivoluzione Civile e le sue componenti, le prospettive


di Mauro Alboresi Il sistema politico italiano uscito a pezzi dalla tornata elettorale, le urne hanno evidenziato un solco sempre pi profondo tra politica e societ. Il bipolarismo superato e con esso finisce di fatto la seconda Repubblica, un pesante interrogativo posto sulla terza all'orizzonte. Il precipitare della crisi finanziaria, economica, sociale, la sua rappresentazione e gestione e, pi ancora, la grave crisi etico/morale nella quale versa il Paese, causa/effetto di quella politica, hanno segnato pesantemente l'esito del voto. La legge elettorale, da tutti biasimata ma che nessuno ha voluto per convenienza cambiare, ha prodotto la situazione di ingovernabilit che sotto gli occhi di tutti. Lo sbocco pi probabile saranno nuove elezioni politiche a breve, comunque, qualora si trovasse una soluzione per uscire dallattuale impasse (le ipotesi che si rincorrono sono molteplici) la stessa non potr durare per lintera legislatura. I dati relativi al voto sono noti. Un avente diritto al voto su quattro si rifugiato nellastensionismo, tra i votanti un quarto si riconosciuto nello slogan mandiamoli a casa tutti ed ha sostenuto il Movimento Cinque Stelle (realt di difficile lettura, nella quale convivono diverse anime e della cui tenuta alla distanza pi di un osservatore dubita) divenuto il primo partito italiano. Le coalizioni di Centro-Sinistra e di Centrodestra, alle quali sono andati due voti su quattro, hanno registrato una ridotta differenza a favore della prima che, in virt della Legge elettorale, ha ottenuto il premio di maggioranza alla Camera dei Deputati ma non al Senato del(continua a pagina 2)

MUSEO CERVI

Si tuteli la storia e la memoria di chi visse in quel luogo

La polemica esplosa attorno all'organizzazione della festa del 25 aprile a Casa Cervi un nervo scoperto, un nodo irrisolto ormai da troppo tempo che, chi oggi dirige ed amministra, forse in modo perlomeno accentratore, avrebbe dovuto invece evitare, non solo nell'interesse di chi lavora in quel luogo, ma anche nell'in(continua a pagina 2)

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Lesito del voto, Rivoluzione Civile e le sue componenti, le prospettive


la Repubblica. Essa sicuramente rimaPD e PDL, i principali par- sta schiacciata tra lappello al titi di tali coalizioni, hanno voto utile a favore del Centroperso rispettivamente 4 e 6 Sinistra ed il voto, milioni di voti relativamente al marcatamente di 2008. protesta, andato Altri protagonisti della Se- al M5S, ma ha conda Repubblica, quali FLI perso innanzitutto ed UDC, sono scomparsi, fa- per limiti suoi. gogitati dalla lista Monti, leaRivoluzione Cider della coalizione centrista vile non riuscita da loro stessi promossa, che, nel corso della campagna tuttavia, non si afferma come elettorale a porre con altretlago della bilancia da tanti tanta forza, accanto ai rileprofetizzato. vanti temi della legalit e delLa Lega Nord si salva so- la moralit, quanto relativo stanzialmente in ragione del- alla questione sociale, a fare la conquista della Presidenza vivere il proprio programma, della Regione Lombardia. a dare della stessa la necesSinistra Ecologia e Libert saria immagine di novit. riesce ad entrare in ParlaCi dipeso dalla debolezmento, ma registra un risulta- za di tante delle candidature, to largamente inferiore alle at- calate dallalto ed estranee al tese, che evidenzia il falli- territorio di riferimento, che mento del tentanon hanno tivo dichiarato di espresso la nespostare a sinicessaria compestra il baricentro tenza, dai limiti della coalizione manifestati sul e finisce con il piano della caparenderla inincit di comunicaMauro Alboresi fluente. zione da parte di Nel merito del voto, oltre le chi ha avuto accesso ai mezdimensioni del successo del zi di informazione. M5S, colpisce anche e soOggi a fronte dellesito eletprattutto il risultato inatteso torale negativo anche tutti i del Centrodestra, il cui meri- Partiti che hanno fatto parte di to va ascritto unicamente alla tale lista sono in crisi (nellacfigura del suo leader Berlu- cezione propria del termine), sconi, capace come pochi a costretti a sciogliere i nodi posolleticare la pancia di un litici che attengono alla loro elettorato quanto mai perme- stessa identit e prospettiva, abile, volubile. Linsuccesso al loro posizionamento, alle delle innumerevoli liste cosid- loro alleanze, ed a farlo in dette identitarie testimonia i tempi brevi, data la precarieprofondi cambiamenti interve- t della situazione politica, i nuti nel corpo elettorale, il fat- suoi possibili sbocchi e le eleto che non esiste davvero zioni europee ed amministrapi, per nessuno, quello che tive comunque alle porte. un tempo veniva definito Sciolti i nodi relativi al loro come zoccolo duro. essere tali soggetti possono Per quanto concerne Rivo- pensare di affrontare tali scaluzione Civile il risultato elet- denze sempre e comunque torale rappresenta una dura da soli, ma difficile immagisconfitta, una pesante inco- narne, soprattutto a brevegnita sul suo futuro. medio termine, lautosufficienza, stante che non la mera testimonianza la prospettiva da loro ad oggi propugnata. E possibile ma assai difficile per loro pensare, soprattutto alla luce di quanto accaduto, ad un accordo con il Centro-Sinistra tale comunque da garantirne lautonomia politica ed organizzativa necessaria (e poi, con quale Centro-Sinistra, con quale PD, forse quello guidato da Renzi, che nei giorni scorsi ha dichiarato di non volere alleanze n con il centro n con la sinistra?). Unaltra ipotesi in campo quella di ripartire da Rivoluzione Civile, dal risultato ottenuto, cercando di radicare il movimento nel territorio, dando vita ad una vera e propria fase costituente, ma non indifferente la scelta di fondo circa la natura della stessa. Infatti, se si punta ad un soggetto che metta al centro il cittadino, le idee, la forma organizzativa, in modo da superare i partiti con la democrazia diretta e la partecipazione, non pochi problemi si pongono, soprattutto per chi della forma partito non pu o non vuole fare a meno. Ci non esaurisce, ovviamente, lo spettro delle possibilit in campo ma non vi dubbio che le stesse sono quelle sulle quali tende a concentrarsi lattenzione. Come evidente lesito del voto ha radicalmente cambiato il panorama politico italiano e nessuno pu esimersi dal farvi i conti. E finita una lunga fase e quella che si aperta rappresenta una incognita, per tutti, vincitori e vinti.

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teresse generale di quello che in quel luogo avviene ogni giorno: la tutela della memoria e della storia della Resistenza. Gli interessi di bottega di una politica ormai al collasso non c'entrano nulla con la storia di Casa Cervi, la cattiva politica ed i suoi tornaconti devono restare fuori dalla casa di pap Cervi e di mamma Genoeffa. Signori miei, Maria Cervi cosa direbbe oggi? L'opinione pubblica gi parecchio confusa in queste ore, non comprenderebbe e non la comprender, una polemica di questo tipo attorno ad un luogo simbolo della Resistenza italiana. Se l'obiettivo era quello di fare del 25 aprile una festa di partito, cosa che non credo e a cui mi rifiuto di credere, allora bisogna avere il coraggio e l'onest di dirlo ai cittadini, consapevoli della portata politica di un gesto sim i l e proprio ad un m e s e dal 25 aprile. Se non ancora del tutto chiaro, quello che qui in ballo, non tanto la riuscita di una festa, ma la portata storica che il 25 aprile rappresenta. Delapidare tutto questo e lo torno a dire, per miseri interessi di bottega, sarebbe un danno irreparabile per tutta la storia della Resistenza, gli interessi di partito devono rimanere fuori, perch si finirebbe col dare fiato a chi ogni anno insulta la Resistenza con polemiche pretestuose. Non comprendere questo, alla luce di sempre pi frequenti attacchi di revisionismo storico, significherebbe invece tradire quello che stato il sacrificio di chi visse a Casa Cervi. Alessandro Fontanesi

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Circa due milioni di euro in attesa di essere recuperato dal comune di Reggio Emilia

Ici, imu, tariffa rifiuti ed ir pef su 800 case fantasma


L'Agenzia del Territorio nel comune di Reggio Emilia ha individuato 1.295 fabbricati o ampliamenti di costruzioni che risultano non dichiarati al Catasto. Le particelle delle aree interessate vennero anche pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale del 26 ottobre del 2007. Si riusc a scoprire questo "malcostume italiano" grazie all'utilizzo delle immagini aeree del territorio confrontate poi con le mappe catastali. A distanza di poco pi di 5 anni iniziano ad emergere dati pi certi che possono permettere al comune di Reggio Emilia di intervenire e recuperare circa due milioni di evasione tra ici (dal 2008 al 2011), imu (2012) ed irpef non pagata su centinaia di abitazioni ormai conosciute e classificate dal fisco. Di quelle 1.295 "case fantasma" nel territorio della citt la situazione reale ad oggi la seguente. A 105 immobili stata gi attribuita una rendita presunta dall'ufficio provinciale del territorio che ha riscontrato le condizioni di accatastabilit dei "fabbricati mai dichiarati" identificati sulle particelle. A 690 immobili il processo di accertamento si concluso con un aggiornamento

catastale da parte dei soggetti interessati o, per gli inadempienti, direttamente dall'ufficio con relativo aggiornamento delle rendite catastali. A 489 immobili, invece, il processo di accertamento si concluso negativamente perch stato verificato l'insussistenza delle condizioni per procedervi in quanto l'immobile non ha caratteristiche per le quali la normativa prevede l'accatastamento. Sui restanti 11 immobili, infine, non sono ancora terminate le verifiche e risultano in fase di accertamento. Ma cosa significano questi dati per il comune di Reggio Emilia? Circa due milione di euro da recuperare tra mancata ici, imu, tariffa rifiuti ed ir-

pef. Poco pi di 800 abitazioni che sconosciute al fisco ed al comune hanno in questi anni goduto di esenzione totale da tutte le imposte e tasse sulle abitazioni. Un recupero retroattivo (si possono recuperare gli ultimi 5 anni) pu restituire alla comunit reggiana il "mal tolto", magari anche con una revisione in basso delle aliquote imu 2013. E' sicuramente giusto sindaco Delrio rivendicare la possibilit di pagare le imprese che hanno lavorato e stanno "fallendo per mancanza di pagamenti della pubblica amministrazione" ma se ci attiviamo un po' di pi verso la lotta all'evasione fiscale si recupererebbero somme sostanziose da destinare anche a tale scopo.

Non da meno utile un intervento sui fabbricati cosiddetti ex rurali che come pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 28 dicembre 2007, nel territorio di Reggio Emilia, risultano 314 immobili. Anche su questi immobili sono state attivate rivalutazioni di rendita e di categoria, quindi, occorre intervenire come comune con efficacia per recuperare altra evasione. Chiaramente l'appello con dati certi che facciamo all'amministrazione di Reggio Emilia, vale anche per gli altri comuni reggiani. Basta solo avere la volont di recuperare il mal tolto alle comunit facendo pagare il dovuto ai vari furbetti di quartiere ripristinando un principio di equit.

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23 MARZO ORE 15 PIAZZA XX SETTEMBRE BOLOGNA

BASTA RAZZISMO E SFRUTTAMENTO CANCELLIAMO LA BOSSI-FINI!


Ricominciamo a sognare: il 23 marzo manifestazione generale dei migranti, basta razzismo e sfruttamento! Perch saremo in piazza
Da pi di dieci anni noi migranti siamo incatenati dalla legge Bossi-Fini: il nostro permesso di soggiorno dipende dal lavoro e dal reddito, e per mantenere i documenti in regola dobbiamo accettare qualsiasi condizione di lavoro e salario. Se perdiamo il lavoro corriamo il rischio di perdere il permesso, di essere rinchiusi nei CIE o espulsi. Gi migliaia di migranti dopo aver costruito la propria vita qui hanno dovuto lasciare il paese perdendo anni di contributi versati. Gi migliaia di migranti hanno dovuto separarsi dalle loro famiglie che sono tornate nei paesi di provenienza. I nostri salari sono mangiati dalle tasse e dai versamenti che siamo costretti a pagare alle Poste per rinnovare un permesso che spesso scade dopo pochi mesi. Per chi non ha il permesso di soggiorno impossibile ottenerlo e ogni sanatoria solo una nuova truffa. Il diritto dasilo esiste solo sulla carta e non garantita nessuna vera accoglienza. Questo razzismo istituzionale! Questo sfruttamento! Oggi, per, noi migranti abbiamo ricominciato a sognare. Abbiamo accumulato forza dentro e fuori i posti di lavoro, abbiamo lasciato alle spalle la paura e abbiamo preso parola insieme, donne e uomini. Ora arrivato il momento di uscire dai luoghi di lavoro, dalle case e dalle comunit per invadere le strade tutti insieme! arrivato il momento di usare la nostra forza per liberare dal razzismo istituzionale tutti i migranti, in tutte le categorie lavorative e in tutte le condizioni di vita. Sappiamo che non siamo soli, al no-

stro fianco ci sono i nostri figli che vogliono la cittadinanza per liberarsi dalle catene del permesso di soggiorno. Sappiamo che con noi ci sono operai e precari, donne e uomini: perch sanno che la Bossi-Fini con il suo razzismo una legge che divide e indebolisce tutti i lavoratori, italiani e migranti. Basta farci dividere dalle leggi! Nessuno risolver i nostri problemi al posto nostro, soltanto con la nostra forza

possiamo vincere, cancellare la legge Bossi-Fini e conquistare la libert per tutti i migranti! Vogliamo che il permesso di soggiorno sia garantito a tutti slegato da lavoro e reddito! Diciamo basta al quotidiano razzismo istituzionale! Non vogliamo pi sanatorie truffa! Non vogliamo pi la farsa dei permessi umanitari e del finto diritto dasilo! Vogliamo chiusi per sempre tutti i CIE!

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Approvata allunanimit mozione di iniziativa popolare

A difesa dei piccoli azionisti di Iren s.p.a.


Nei giorni scorsi stata discussa in consiglio comunale a Reggio Emilia una mozione diniziativa popolare che facilita la massima partecipazione ed espressione di voto in assemblea dei piccoli azioni, molti dei quali utenti della societ. Approvata allunanimit questa mozione, prima nel suo genere in Italia, una conquista importante per la democrazia partecipata che anche altre societ quotate prima o poi dovranno applicare. Dare la possibilit del voto per corrispondenza far venir meno quelle incrostazioni che si creano tra azionisti privilegiati che con il 30% del capitale e puntando sulla non presenza in assemblea dellaltro 70% di azionisti, decidono le strategie della societ. E stato approvato anche un ordine del giorno che attribuisce agli azioni la decisione di stabilire limporto degli stipendi dei manager e non, come previsto in tutte le societ quotate, ad un collegio nominato dagli stessi amministratori. Segue testo mozione Premesso che la direttiva 2007/36/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio dell11 luglio 2007, relativa allesercizio di alcuni diritti degli azionisti di societ quotate, riporta agli articoli: 4 Parit di trattamento degli azionisti La societ assicura la parit di trattamento di tutti gli azionisti che si trovano nella stessa posizione per quanto concerne la partecipazione e lesercizio dei diritti di voto in assemblea; 8 Partecipazione allassemblea con mezzi elettronici 1. Gli Stati membri consentono alle societ di offrire ai loro azionisti qualsiasi forma di partecipazione allassemblea con mezzi elettronici, in particolare in una o pi delle seguenti forme: a) trasmissione in tempo reale dellassemblea; b) comunicazione a due vie, in tempo reale, che consenta agli azionisti di intervenire in assemblea da unaltra localit; c) un meccanismo per esercitare il diritto di voto, prima dellassemblea o durante il suo svolgimento, senza che sia necessario designare un rappresentante fisicamente presente alla stessa. 2. Il ricorso a mezzi elettronici per consentire agli azionisti di partecipare allas-

semblea pu essere soggetto solo ai requisiti e ai vincoli necessari per assicurare lidentificazione degli azionisti e la sicurezza delle comunicazioni elettroniche e solo nella misura in cui detti requisiti e vincoli siano proporzionati al raggiungimento di tali obiettivi. 12 Voto per corrispondenza Gli Stati membri consentono alle societ di offrire ai loro azionisti la possibilit di votare per corrispondenza prima dellassemblea. Il voto per corrispondenza pu essere assoggettato unicamente ai requisiti e ai vincoli necessari ad assicurare lidentificazione degli azionisti e solo nella misura in cui detti requisiti e vincoli sono proporzionati al raggiungimento di tale obiettivo. Considerato che lattuazione della direttiva europea 2007/36/CE stata recepita dallItalia con lapprovazione del Decreto Legislativo n. 27 del 27 gennaio 2010, in particolare allart. 2370 Diritto d'intervento all'assemblea ed esercizio del voto (codice civile) dove al comma 4 cita Lo statuto pu consentire l'intervento all'assemblea mediante mezzi di telecomunicazione o l'espressione del voto per corrispondenza. Chi esprime il voto per corrispondenza si considera intervenuto all'assemblea. Tenuto conto: - che l'articolo 127 del Dlgs 58/1998 (il cosiddetto Tuf) rimette la materia del voto elettronico alla disciplina Consob; - che il regolamento 11971/1999, come innovato dalla deliberazione Consob 17592 del 14 dicembre 2010, attua questa previsione del Tuf; - che la disciplina Consob (contenuta nel nuovo articolo 143-bis del regolamento emittenti) lascia ampia autonomia statutaria alle societ quotate, consentendo che il voto sia espresso senza la necessit per il socio di designare un delegato per

l'espressione del voto; - che l'unica prescrizione che Consob detta che lo statuto possa condizionare l'espressione elettronica del voto unicamente alla prescrizione di requisiti per l'identificazione dei soggetti a cui spetta il diritto di voto e per la sicurezza delle comunicazioni e che si tratti di requisiti proporzionati al raggiungimento di tali obiettivi. - che l'art. 135-novies, c. 5, del TUF, inserito dal Dlgs 27/2010 stabilisce che il delegato pu consegnare o trasmettere una copia, anche su ausilio informatico, della delega, assicurando sotto la propria responsabilit la conformit all'originale e l'identit del delegante. - che la delega di voto pu essere affidata -se previsto dallo statuto- anche ad un rappresentante designato della societ (una nuova figura che si limita a registrare le decisioni prese in autonomia dagli azionisti - nuovo art. 135 undecies, c. 2 del Tuf). il Consiglio Comunale di Reggio Emilia delibera di fornire al Sindaco, in qualit di legale rappresentante del Comune di Reggio Emilia, azionista della societ Iren s.p.a., i seguenti indirizzi. Proporre, anche tramite il coinvolgimento di altri azionisti pubblici del patto di sindacato, la modificare dello statuto della Societ Iren s.p.a. affinch: - venga favorito l'espressione del voto, per corrispondenza, da parte del socio; - venga previsto il voto espresso durante lo svolgimento di un'assemblea cui il socio partecipa pur sempre "in diretta", seppur potendosi palesare non con la voce ma solo elettronicamente; - preveda il rilascio e la trasmissione della delega in forma elettronica. Primo Firmatario Donato Vena

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Provincia di Reggio Emilia: approvato il bilancio di previsione 2013


Il Consiglio provinciale ha approvato il Bilancio di previsione 2013 con il voto favorevole dei gruppi di maggioranza, contrarie tutte le opposizioni. All'approvazione del bilancio di previsione 2013 si giunti ad anno iniziato, come aveva ricordato lassessore alle Risorse economico-finanziarie, Antonietta Acerenza (del PdCI) al momento della presentazione del bilancio, a causa della situazione di grande incertezza che ha connotato la vita amministrativa delle Province italiane negli ultimi anni, con diverse proposte di cambiamento dell'assetto istituzionale che si sono confrontate, sfociando in provvedimenti legislativi poi congelati, ma che hanno modificato il quadro di certezze entro il quale si era operato per molto tempo. Il quadro di incertezza ed i tagli indiscriminati ai bilanci hanno reso assai difficoltosa l'azione di governo locale, tra annunci di risorse disponibili poi tagliate sia dallo Stato sia dalla Regione, restrizioni continue dell'autonomia fino alla

negazione dei principi costituzionali, aveva spiegato lassessore Acerenza sottolineando in particolare liniquit di questi tagli lineari che hanno completamente ed ingiustamente ignorato l'opera di autoriforma gi messa in campo da diverse amministrazioni tra cui la Provincia di Reggio Emilia, che dal 2006 al 2011 stata in grado di ottenere un forte recupero di efficienza della struttura organizzativa, riducendo anche le spese per Giunta (23%), dirigenti (-54%), consulenze (-85%) e utenze. Proprio grazie alla gestione degli anni passati e alla scelta anticipatrice di tagliare molta parte della spesa cor-

rente, prediligendo gli investimenti, la Provincia stata dunque in grado di presentare un bilancio di previsione 2013 in pareggio. Una manovra complessivamente da 121 milioni e 241.385,74 euro, sano ed attendibile, che nonostante 11,8 milioni di entrati correnti in meno rispetto allassestato 2012 (-18,6%) continua a puntare su investimenti consistenti, pari a 45 milioni di euro, da finanziare at-

615 n uo vi po veri al gior no . Oltr e 4 milioni nel 2013 nuo uovi pov giorno no. Oltre
Italia continua a macinare primati: sempre pi povert. Il primo dato allarmante riguarda la situazione economica delle famiglie che, secondo Confcommercio, il numero di persone "assolutamente povere" quest'anno salir oltre quota 4 milioni. Alla fine del 2013, quindi, verr ampiamente superata la soglia di 3,5 milioni certificata ufficialmente dall'Istat per il 2011, pari a oltre il 6% della popolazione. Il dato,

con una previsione massima di 4,2 milioni di poveri totali, contenuto nel Misery index Confcommercio (MiC), il nuovo indicatore macroeconomico mensile di disagio sociale. A corollario dei dati presentati a Cernobbio, sul lago di Como, Confcommercio sottolinea che l'Italia in cinque anni ha prodotto circa 615 nuovi poveri al giorno, con quest'area di disagio grave che destinata a crescere ancora, e di molto.

traverso contributi da parte di enti e riconversioni patrimoniali per le quali gli atti amministrativi sono gi in corso, cos come deliberato dal Consiglio provinciale. Come sempre, gli investimenti saranno principalmente destinati (36,4 milioni) a nuove infrastrutture e manutenzione delle strade provinciali, prevenzione, controllo e gestione del territorio, mentre altri 5,5 milioni saranno investiti per una scuola di qualit, sempre pi sicura e accogliente, a partire dalla costruzione del nuovo Polo scolastico di via fratelli Rosselli. Contrasto alla crisi con il sostegno a famiglie, lavoratori, imprese e giovani (accompagnamento e start-up di imprese innovative, microcredito per lavvio di attivit imprenditoriali da parte delle donne, Sportello del cittadino, equometro e il prezioso lavoro dei Centri per limpiego) e promozione del territorio saranno i punti cardine del lavoro dei prossimi mesi, affinch il turismo, le strutture ricettive e i prodotti tipici diventino leva strategica per lo sviluppo gli altri campi di investimento.

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SCIOPERO Un diritto che non piovuto dal cielo


di Alessandro Fontanesi

In questi ultimi anni si dibattuto spesso a sproposito ed in maniera del tutto fuorviante, non tanto sull'efficacia, ma persino sulla legittimit che ancora oggi pu avere lo sciopero come strumento di rivendicazione sociale, sindacale e politica. E tutto questo il frutto di una pessima politica che ha preferito nel corso degli anni occuparsi di altro, di banche, di finanza; con accordi sottobanco, barattando i diritti di chi lavora, primo fra tutti proprio lo sciopero, per il proprio tornaconto. Altrimenti non si spiegherebbe come sia stato possibile che alla Fiat questo diritto sancito nella Costituzione, possa essere stato negato senza che nessuno abbia detto o fatto qualcosa. Eppure quello dello sciopero un diritto che non piovuto dal cielo, costato sacrifici, lotte spesso drammatiche, vite umane. E tutto questo la politica che ha governato a fasi alterne l'Italia negli ultimi vent'anni, lo ha completamente dimenticato. Proprio nel mese di marzo del 1943, iniziavano i grandi scioperi che inflissero il primo duro colpo al fascismo ed attraverso i quali prese di fatto il via la Resistenza in Italia. E fu proprio da Torino sede di quella Fiat dove oggi lo sciopero non pi un diritto, che gli operai incrociarono le braccia per la prima volta dopo vent'anni in cui per lo sciopero si era additati come sovversivi, finendo per essere arrestati nella migliore delle

ipotesi. A Torino seguirono Milano, Sesto San Giovanni, centinaia le aziende in tutto il nord Italia, oltre 150 mila scioperanti, la frattura col regime fascista divenne irreversibile.

la legittimit dello sciopero. Alle ore 10 del 5 marzo 1943 iniziarono da Torino i grandi scioperi che travolsero il fascismo, in quella data prese di fatto il via la Lotta di Liberazione, una lotta che non fu solo una semplice

Gli scioperi dettati da motivi economici e da condizioni di lavoro insostenibili, contenevano tuttavia motivazioni politiche assai rilevanti e tutto questo oggi dovrebbe far riflettere proprio quella politica e non solo quella, che punta il dito sul-

protesta e non fu solo una lotta armata, in quelle giornate migliaia di donne e migliaia di uomini ebbero il coraggio di riprendere in mano il proprio destino, il proprio futuro e quello di tutta una nazione, ma ci che pi conta fu l'assunzio-

ne di responsabilit che costoro seppero assumere, ben sapendo che l'obiettivo finale era di gran lunga superiore e pi importante dei rischi che si sarebbero dovuti affrontare. Si capisce bene che le aspirazioni di allora, sono in modo immutato le medesime di oggi, quelle memorabili pagine della nostra storia non possono e non debbono essere derubricate come un passato ormai finito, da quel passato viene proprio l'insegnamento a riprendersi il presente, perch non c' indifferenza, non c' rassegnazione, non c' "distrazione" che possa superare la volont di riscatto di un popolo. Qualcuno oggi vorrebbe dimenticarlo, ma alla fine quella storia non solo non passa, ma spesso finisce col tornare.

Lalto senso dello Stato del fascismo: altra degenerazione della politica che va ad insediarsi al Parlamento
di Annamaria Parigi e non erano bastati ventanni di rivisitazioni insostenibili e false della storia, ad uso politico, per colpire la Resistenza e rivalutare il fascismo, per ultima quella elettorale dellex premier sulle leggi razziali unica colpa del fascismo; se non erano bastate le aperture di certa sinistra ormai senza identit, ora c da fare i conti pure sulle interpretazioni del nuovo movimentismo che avanza e che andr ad insediarsi in Parlamento. Le affermazioni della esponente deputata del Movimento 5 Stelle, Roberta Lombardi, sono lennesima delirante sparata di una politica che sta degenerando, una politica senza cultura e pri-

va di moralit. Non bastano i consensi e le percentuali a favore per accreditarsi ragioni e verit, figurarsi ed in casi come questo, se certe esternazioni non solo non hanno nulla a che fare con quello per cui si stati eletti, cio governare e amministrare, ma persino con la pretesa di riscrivere la storia e non si sa bene fino a che punto di convenienza. Quella della signora Lombardi una provocazione, mi auguro un abbaglio, che credo non possa trovare alcuna collocazione allinterno di un movimento che si fonda su principi completamente differenti, tuttavia le smentite non hanno il medesimo tenore di quello dimostrato in campagna elettorale. (continua nella pagina seguente)

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Un Papa.. lArgentina ed il tesoro croato


(segue dalla pagina 7) Quello che stato definito altissimo senso dello Stato a proposito del fascismo, bisognerebbe per sapere dallonorevole Lombardi in che forma si sia palesato storicamente e politicamente, se durante le distruzioni e gli incendi alle sedi delle cooperative o delle camere del lavoro, oppure durante lomicidio Matteotti, oppure nelle tante ville tristi di tutte le citt italiane dove si torturavano e annientavano con ogni tipo di inumane bestialit donne e uomini, partigiane e partigiani. Oppure da nord a sud dellItalia durante le stragi impunite al fianco dei nazisti: Stazzema, Marzabotto, Boves, Ardeatine. Davvero un altissimo senso dello Stato, pensa un po se fosse stato invece bassissimo! Il fascismo buono e lindulgenza nei confronti del fascismo e dei fascismi di ogni genere, non trovano riscontri nella storia, proprio per quello che la storia stessa ha dimostrato e sono tesi e teorie lugubri per uno Stato che voglia definirsi civile e democratico. Questo Paese si fonda su valori e principi ben precisi, tra questi c proprio lantifascismo e su questi valori occorre essere chiari sempre, perch molto facile essere belli e bravi prima del voto, un po meno dopo, quando alla prova dei fatti si esordisce con premesse a dir poco scoraggianti come questa.
In questi giorni sulle cronache di tutti i giornali del mondo, tra le principali notizie c la nomina del nuovo Papa argentino, mentre trapela appena la notizia della presenza di un presidente dittatore tra gli invitati: Mugabe, efferato dittatore dello Zimbawe. Oltre allo sdegno della presenza di tali personaggi, in un luogo santo come il Vaticano, nella mia coscienza di storico, un amaro sorriso mi viene nellanima. Si, perch la chiesa cattolica non nuova a queste connessioni con criminali nei confronti dell'umanit. La memoria storica mi riporta indietro nel tempo, precisamente negli anni della seconda guerra mondiale, ed esattamente in Croazia, la terra delle famigerate milizie croate, dei cetnici, degli ustasci, criminali considerati dagli storici, pi efferati dei criminali nazisti. In quegli anni in Croazia cera un regime filonazista, quello di Ante Pavelic, che con il beneplacido del Monsignor Stepinac, (arcivescovo di Belgrado, chiamato l'arcivescovo del genocidio) organizzarono e perseguirono il genocidio dei serbi ortodossi. Si parla delluccisione del 20% della popolazione di quel paese, che contava allepoca circa 6.000.000 di abitanti, l'efferatezza e la crudelt dei miliziani croati si rivers con modalit indescrivibili anche su donne e bambini. Per la cronaca nel 1998 Monsignor Stepinac stato beatificato dal papa, per i l'Argentina, dove ad attenderli c'era la chiesa cattolica locale. Tra essi anche Pavelic, ricercato si fa per dire, dai servizi segreti di tutto il mondo. Ma il tesoro croato che doveva seguire questi criminali in Argentina, a quanto pare rimane in Vaticano; servir a sovvenzionare la compagnia dei crociati croati, organizzazione terroristico, nazionalistica e cattolica, che operer per tentare di rovesciare Tito, nei primi anni dopo la guerra. Tornando al tesoro rimasto in Vaticano, l'allora governo argentino aveva bisogno di quel denaro promesso dai croati, in cambio della loro copertura; sarebbe servito per destabilizzare il governo boliviano. Per riprenderlo si scomodo, andando a Roma, Evita Peron ma ritorn a mani vuote. Anni dopo parler di queste vicende cercando di sviare alle domande di alcuni giornalisti, come pure fece il portavoce del Vaticano Navarro che non neg e non ammise. La storia fatta di verit nascoste poi scoprir tutto e forse tra qualche anno altri armadi della vergogna verranno aperti. Ecco cosa mi fa riflettere, un Papa argentino che ha fatto carriera attraversando le dittature nel silenzio, un tesoro, dei criminali, il Vaticano e l'Argentina. Giuseppe Napolitano

servigi alla Chiesa cattolica. Ma cosa centra la Chiesa argentina? Ebbene qui entra in scena il segretario dell'Istituto croato di San Girolamo che, utilizzando il Vaticano come copertura, organizza la fuga di circa 5.000 criminali croati. Questi entrano verso la fine della guerra in Italia, in localit segrete del Vaticano (quelle senza giurisdizione dello stato italiano) e dopo aver pagato con il famoso tesoro sottratto alla popolazione serba della Croazia, si parla di 500 milioni di franchi svizzeri di allora, dal porto di Genova, partono per

MoVimento 3 Grilli o MoVimento 1000 Stelle?


Finalmente un po di democrazia nel Movimento 5 Stelle. Beppe, il nipote e il commercialista hanno registrato nel mese di dicembre scorso lo Statuto del nuovo partito politico. Dal non statuto, allo statuto registrato, fonte di regole e trasparenza nel movimento. Bene ora per oltre ai tre soci fondatori hanno lobbligo di iscriversi allAssociazione, per portare democrazia, tutti gli eletti alla Camera ed al Senato in modo da creare una vera assemblea che possa decida liberamente della vita politica del movimento. Beppe non pi tempo delle decisioni ristrette prese in famiglia: in democrazia una testa vale un voto.

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Editore e direttore responsabile: Donato Vena Autorizzazione del Tribunale di Reggio Emilia n. 1.211 del 29/05/08 Stampa in proprio Via Ferrari Bonini, 13/A - RE zonacivica@gmail.com polis.zonacivica.reggiana@gmail.com Redazione: Paola Ambrosini, Alessandro Fontanesi.

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