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Riflessioni sul nuovo Papa da parte del responsabile di Comunione e Liberazione

Julin Carrn - intervistato da Greg Erlandson (presidente e editore di OSV) OSV

08/04/2013 - Il punto quotidiano di OSV


Don Julin Carrn un sacerdote spagnolo, attuale responsabile di un Movimento ecclesiale internazionale, Comunione e Liberazione. Fondato da don Luigi Giussani, il Movimento oggi presente in pi di ottanta paesi. Don Giussani scelse don Carrn come suo successore alla guida del Movimento prima della sua morte, avvenuta nel 2005. Don Carrn stato intervistato da Greg Erlandson in marzo, dopo lelezione di Papa Francesco a Roma. Che cosa ha pensato dellelezione di Papa Francesco? rimasto sorpreso? Lo conosce? La mia prima reazione alla notizia dellelezione del Papa stata di gioia, anche prima di sapere il nome delleletto. Questo fa parte del mistero della nostra fede cattolica. Quando ho saputo che aveva scelto il nome Francesco, sono stato davvero felice, perch ha voluto mostrare a tutti quale per lui la vera ricchezza: Cristo. Sono rimasto proprio sorpreso dalla sua elezione, non me laspettavo. Ma sono stato subito felice. Non lo conosco personalmente, ma i miei amici in Argentina lo conoscono molto bene. Lo hanno invitato a presentare diversi libri di don Giussani a Buenos Aires. Qual la sua speranza per questo pontificato? Qual il dono pi grande che Papa Francesco pu dare alla Chiesa nel tempo che viviamo? Non riesco a trovare una risposta a questa domanda migliore di questa, che ha dato lo stesso Papa Francesco. Il dono pi grande alla Chiesa mostrare che La verit cristiana attrattiva e persuasiva perch corrisponde al bisogno pi profondo della vita delluomo, come ha detto ai Cardinali il giorno successivo alla sua elezione. Spero e prego perch Papa Francesco ci testimoni la bellezza dellessere cristiani oggi, come san Francesco lo testimoni nel Medioevo. Si molto parlato di riforma della Curia. Ma non abbiamo forse bisogno di un rinnovamento della Chiesa tutta, che include anche la Curia? Come definirebbe o spiegherebbe in che cosa consiste questo rinnovamento, in termini comprensibili per un cattolico comune? Non c altro rinnovamento della Chiesa se non la conversione a Cristo. Solo se ogni cristiano diviene una nuova creatura noi siamo in grado di riflettere al mondo la bellezza e lattrattiva di Cristo. Non un problema di strategia o di cambiamenti organizzativi, ma di conversione. questo che la gente si aspetta da noi: una vita in cui possano riconoscere una modalit possibile per ciascuno nella confusione in cui tutti ci troviamo. Pu dirmi qual latteggiamento di Papa Francesco verso i Movimenti, e che ruolo essi hanno giocato nellArcidiocesi di Buenos Aires? disponibile e aperto nei riguardi dei Movimenti ecclesiali. Possiamo testimoniare la sua grande stima verso di noi. Ma nello stesso tempo desidera che i Movimenti siano accanto alla gente negli ambienti. Non ha scelto nessuno di noi per ricoprire incarichi nella Curia di Buenos Aires, ha preferito vederci impegnati sul fronte della missione. Vorrei chiederle qualcosa riguardo al Movimento che lei guida, Comunione e Liberazione. Che dimensioni ha oggi, e in quanti paesi presente? Il nostro Movimento presente in Ottanta paesi in tutto il mondo. Ovviamente la nostra presenza

diversa nei singoli paesi: in molti di essi siamo una piccola realt, in altri, come il Brasile, la Spagna o gli Stati Uniti, la nostra presenza pi consistente. LItalia, dove il Movimento nato, rimane peraltro il paese dove la nostra presenza pi importante. Come descriverebbe lessenza della missione di Comunione e Liberazione? Qual il carisma del suo fondatore, don Luigi Giussani, che rappresenta il dono pi grande per la Chiesa? La missione di Comunione e Liberazione leducazione alla fede. Don Giussani ha riassunto il contenuto e lo scopo del suo sforzo in queste parole: Per la mia formazione in famiglia e in seminario prima, per la mia meditazione dopo, mi ero profondamente persuaso che una fede che non potesse essere reperta e trovata nellesperienza presente, confermata da essa, utile a rispondere alle sue esigenze, non sarebbe stata una fede in grado di resistere in un mondo dove tutto, tutto, diceva e dice lopposto; tanto vero che perfino la teologia per parecchio tempo stata vittima di questo cedimento. Mostrare la pertinenza della fede alle esigenze della vita e, quindi questo quindi importante per me dimostrare la razionalit della fede, implica un concetto preciso di razionalit. Dire che la fede esalta la razionalit vuol dire che la fede corrisponde alle esigenze fondamentali e originali del cuore di ogni uomo. (L. Giussani, Il rischio educativo, Milano 2005, pp. 20-21). Il Movimento nato in un contesto difficile, segnato da terrorismo e radicalismo. Oggi la realt diversa, e pone sfide diverse. CL un movimento di mezza et, se mi passa lespressione. Ci sono ancora molti giovani, ma pi capelli grigi, come ho visto alla Via Crucis Venerd sera a Roma. Cosa deve fare Comunione e Liberazione per continuare a essere una forza vitale nella Chiesa oggi? Cerchiamo di continuare a essere questa forza vitale. La presenza ancora consistente di CL nelle universit, nelle scuole, fra i giovani, un segno di questo. Significa che il Movimento ancora capace di offrire loro una proposta attrattiva. Tutto dipende dalla nostra capacit di essere fedeli al carisma che abbiamo ricevuto. Sono convinto che il Movimento una valida proposta per vivere la fede nella societ moderna.

CASTEL GANDOLFO PRESTO IL RITORNO IN VATICANO DEL PAPA EMERITO

La salute di Ratzinger: Problemi legati all'et


Padre Lombardi e i giorni dopo la rinuncia: Non malato Il fratello Georg in Italia per gli 86 anni del Papa emerito
CITT DEL VATICANO - In questi giorni e in tutta riservatezza arrivato a Castel Gandolfo il fratello maggiore, monsignor Georg Ratzinger, marted festeggeranno serenamente assieme l'ottantaseiesimo compleanno di Joseph. Con buona pace di chi lo aveva dato per morto (su Twitter) o affetto da una grave malattia (su alcuni media spagnoli), dal Palazzo sul lago di Albano filtra che Benedetto XVI si sta riprendendo, compatibilmente con gli acciacchi della vecchiaia, dal classico choc da pensionamento patito nei primi giorni da Papa emerito. Lo stesso padre Federico Lombardi, del resto, ha smentito seccamente malattie specifiche spiegando che i suoi problemi di salute sono quelli legati all'et. Certo, nell'incontro storico tra papa Francesco e il suo predecessore, il 23 marzo, Benedetto XVI era apparso smagrito e spossato, le immagini da Castel Gandolfo ne rimandavano il viso sparuto, lo sguardo come estenuato. Voci e

supposizioni nascono da l. D'altra parte Ratzinger lo aveva spiegato nel motivare la rinuncia al ministero petrino e ripetuto il 27 febbraio nell'ultima udienza, in questi ultimi mesi ho sentito che le mie forze erano diminuite. Poi, quando la rinuncia diventata effettiva e alle 20 del 28 febbraio ha iniziato a vivere nascosto al mondo, successa una cosa che nell'immediato capita a molti. Un luminare come il professor Attilio Maseri, che tra l'altro stato cardiologo di Giovanni Paolo II e della Regina Elisabetta II d'Inghilterra, spiega che lo choc da pensionamento un effetto abituale: Lo a maggior ragione quando si parla di persone che avevano grandi responsabilit, figuriamoci un Papa. Ed tanto pi naturale e comprensibile che possa succedere di fronte a una decisione di quella entit. All'inizio dura - smettere d'improvviso, e dopo otto anni di pontificato - ma poi si ha una sorta di effetto rimbalzo e si recupera. I problemi al cuore del Papa emerito sono noti ma in questi casi una questione di cervello, non di cuore, spiega il professor Maseri. Ed un buon segno quando la persona si mantiene intellettualmente attiva, com' appunto il caso di Ratzinger. A Castel Gandolfo, Benedetto XVI si portato una quantit di libri, a cominciare dall'Estetica teologica di Hans Urs von Balthasar, il grande teologo svizzero con il quale fond nel '72 la rivista Communio . Con lui, nell'appartamento, ci sono l'arcivescovo Georg Gnswein - prefetto della Casa pontificia e si divide tra il Vaticano e il lago -, le quattro Memores Domini e, segnale importante, Birgit Wansing, laica consacrata dell'Istituto di Schnstatt nonch storica segretaria di Ratzinger: l'unica persona, si dice, in grado di decrittarne con facilit la calligrafia minuta a matita. Il Papa emerito continua insomma a studiare e a scrivere. Ora, con il fratello Georg, 89 anni, arrivata anche suor Christine, che aiuta il monsignore, e la piccola famiglia al completo: il compleanno marted, la festa di San Giorgio che il 23 aprile accomuner l'onomastico del fratello e di Gnswein. Benedetto XVI sta beneficiando del clima finalmente mite dei Castelli. Rispetto a Roma si sveglia solo un po' pi tardi. Poi la recita del breviario e le lodi prima di colazione, la lettura dei giornali, i libri, la riflessione e la preghiera, dopo pranzo il riposo e una passeggiata nei giardini recitando il rosario, la cena e i telegiornali, le letture e la preghiera prima di andare a letto. Gradualmente, raccontano, si sta riprendendo e prepara il ritorno in Vaticano a fine mese o ai primi di maggio. I lavori nell'ex monastero dove allogger sono quasi terminati: l lo attendono casse di documenti privati - le carte personali, di studio - e la sua amata biblioteca.

FRANCIA

Via libera dal Senato S a nozze e adozioni gay


Il progetto di legge che apre alle nozze e all'adozione da parte di coppie gay stato approvato definitivamente dal Senato francese. Il testo stato adottato dai senatori con pochissime modifiche, nessuna delle quali ha riguardato gli articoli principali della legge che consentir il matrimonio e l'adozione di figli alle coppie omosessuali. Per queste modifiche minori, il testo dovr tornare ora all'Assemblea nazionale per il via libera definitiva. La legge stata votata da tutti i gruppi della sinistra in Senato, che ha per dovuto far fronte a qualche defezione che ha messo in dubbio l'esito finale, dal momento che sulla carta la maggioranza della gauche in questo ramo del Parlamento di soli 6 voti. Hanno compensato diversi senatori della destra e del centro che hanno votato in favore del testo. Immediate le reazioni in Italia, anche in seguito all'invito del presidente della Consulta, Franco Gallo, al riconoscimento dei diritti delle coppie gay. Un intervento, quest'ultimo, a gamba tesa in un ambito controverso e divisivo, e ci ricorda come in questi anni l'attivit dei tribunali abbia sconfinato dai propri limiti fino a erodere l'autonomia e la sovranit del Parlamento per la parlamentare pdl Eugenia Roccella, che aggiunge: Le sentenze che invadono territori che non competono ai magistrati non si contano pi. Dispiace per che a esprimersi in questo modo sia il Presidente della Corte Costituzionale, che dovrebbe essere, o almeno cercare di apparire, sopra le parti. E commentando l'esito del voto francese: Oggi in Francia passata la legge sui matrimoni omosessuali, oltre dieci anni dopo l'approvazione dei Pacs: la Consulta, che ha dichiarato

l'illegittimit costituzionale del matrimonio omosessuale, dovrebbe preoccuparsi del fatto che una legge sulle unioni gay non ferma il cammino verso il vero e proprio matrimonio, anzi l'accelera..

Coree, al confine della guerra


Its a normal fact, un fatto normale, si affretta a spiegare il gentilissimo custode del museo dei cimeli di guerra sorridendo a quelle gigantesche libellule che fuoriescono pigre dalle nubi come da una crisalide e si dirigono rumorosamente verso Sud. Veder svolazzare sopra le nostre teste due Chinook delle forze armate statunitensi non deve farci pensare allo stato di guerra dichiarato da Pyongyang, alle minacce del dittatore Kim Jong-un, allimminenza del lancio di un nuovo missile in occasione dellanniversario dellintronazione del giovane satrapo dalla faccia di cherubino. Non a Munsan, per lo meno perch qui, come a Panmunjom, una pace vera non c mai stata e il contingente americano, per quanto a ranghi ridotti, da questa terra di discordia non se ne mai andato. Ci siamo sempre sentiti in guerra, qui nella Dmz dice , un po per le continue manovre militari, un po perch il vicino del Nord non ha mai smesso di minacciarci. Nella sua ispida semplicit lacronimo Dmz (Zona coreana demilitarizzata) non basta a rendere giustizia di questa follia che dura da sessantanni. Da quando cio nel luglio del 1953 le due Coree in guerra da tre anni arretrarono consensualmente di 2 chilometri ciascuna dando vita a una striscia lunga 248 chilometri e larga 4 che corre come un serpente sopra e sotto il 38esimo parallelo. Un armistizio, non un trattato di pace, firmato a Panmunjom, piccolo villaggio sul confine tra i due Paesi in lotta altrimenti destinato ad essere ignorato dalla Storia. La linea di separazione divide perfino il tavolo dove il generale americano William Harrison Jr e il suo omologo nordcoreano Nam siglarono la fine della guerra. Una guerra dai molti nomi, a seconda di come la si guarda: Hanguk jeonjaeng, guerra coreana, cos senza fantasia la chiamano a Seul, mentre Pyongyang su imitazione russa la definisce Guerra patriottica di liberazione e i cinesi Guerra di resistenza allAmerica. Ora a Pyongyang se ne sta combattendo unaltra, la Guerra per non perdere la faccia. Kim Jong-un ha ununica vera arma, il bluff, lammuina di borbonica memoria, quello spostare e rispostare rampe e missili in modo da confondere le intelligence americana, sudcoreana, giapponese, costrette a ricorrere alla sorveglianza occhiuta dei satelliti e ai loro responsi sibillini, senza mai venire a capo del rebus principale: quali armi, quali testate, con quali vettori il satrapo nordcoreano lancer la sua sfida, se poi davvero la lancer? La Corea del Nord vuole ottenere assistenza finanziaria dallestero senza cedere sullorgoglio o sulla stima di s, dicono i vescovi coreani, e hanno ragione. Ieri Pyongyang ha festeggiato con un diluvio di retorica patriottica il suo leader: La Storia scrive con involontaria ironia il quotidiano del partito Rodong non ha mai visto nessun dirigente socialista come Kim. Nel frattempo si muove la diplomazia occidentale. Ieri giunto a Seul il segretario generale della Nato Anders Fogh Rasmussen per incontrare il ministro degli Esteri, Yun Byung-se e la presidente, Park Geun-hye. Arriver anche il Segretario di Stato americano John Kerry. Voleranno parole, ricostruzioni, rassicurazioni e anche lipotesi di nuove sanzioni per Pyongyang, come invoca il G8 di Londra. Ma i timori maggiori li ha il Giappone. Quelle batterie schierate lungo la costa coreana agitano il sonno di molti, nonostante probabile che facciano parte del bluff di Kim Jong-un. Gli stessi cinesi sono ancor meno ottimisti: secondo Zhang Lianghui, uno dei maggiori esperti di Corea del Nord della Cina, c il 70 per cento di probabilit che la crisi in corso nella regione sfoci in guerra aperta perch il leader nordcoreano vuole usare questa occasione per arrivare alla riunificazione della penisola coreana. A Munsan, ma a ben vedere anche a Seul, la gente accoglie lennesima minaccia dei coreani del Nord con un fatalismo che rasenta lapatia. Limportante riaprire al pi presto il distretto di Kaesong, altrimenti qui falliamo tutti. La guerra fa meno paura della povert. Sessantanni fa Munsan venne conquistata dai cinesi alleati della Corea del Nord. Oggi la capitale della lavorazione della pregiatissima anguilla, boccone prelibato per le tavole dei coreani del Sud, che quelli del Nord possono solo sognarsi. Anche qui ci sono rifugi antiatomici per la popolazione, molti dei quali di fabbricazione locale. Ce ne hanno ordinato qualcuno anche in California spiegano orgogliosi . Non si sa mai. La lunga linea grigia che separa le due Coree sbiadisce nella nebbiolina di una primavera che rilutta a sbocciare, regalando un vento gelido che piega le fronde degli alberi e muove le nuvole. Anche oggi stata una giornata di attesa, in questa interminabile partita di Go, il popolarissimo gioco di strategia molto amato a Seul come a Pyongyang. Un match sempre incerto e dagli esiti imperscrutabili. Non per nulla un proverbio coreano recita (parafrasando senza saperlo Eraclito): Non si mai giocata due volte la stessa partita.

Con un'app posso dirottare un aereo in volo


L'esperto di sicurezza informatica Hugo Teso ha fatto una dimostrazione in tempo reale su un Boeing con un simulatore

MILANO - Ci sono conferenze e relatori che non passano inosservati. Tra questi va annoverato l'intervento di Hugo Teso al convegno dedicato alla sicurezza informatica Hack in the Box che si tenuto in questi giorni ad Amsterdam. Lo specialista tedesco ha infatti dimostrato praticamente agli astanti come dirottare un aereo commerciale tramite una app sviluppata per sistema operativo Android. DIROTTAMENTO - Teso, che oltre ad essere un esperto di sicurezza anche un pilota con anni di esperienza, tramite l'app si introdotto nel sistema di comunicazione di una plancia virtuale di un Boeing ed riuscito a modificare il piano di volo, la traiettoria, la velocit e ad azionare le mascherine per l'ossigeno. Il tutto effettuato quando il velivolo virtuale era in modalit pilotaautomatico. stato sufficiente aprire l'app, entrare nel sistema di comunicazione e impartire gli ordini desiderati. PANICO - Non fosse stato abbastanza per scatenare il panico tra gli astanti, Teso oltre alla dimostrazione pratica ha aggiunto che il sistema per le comunicazioni tra l'aereo e la torre di controllo (l'Aircraft Communication Addressing and Reporting System o ACARS) non provvisto di alcun sistema di sicurezza ed facilmente penetrabile. Inoltre anche il sistema per monitorare i velivoli in volo (l'Automated Dependent Surveillance-Broadcast o ADS-B) versa nelle stesse condizioni di rischio. NIENTE PANICO - A tranquillizzare i passeggeri ci stanno provando le aziende del settore, come Honeywell, Rockwell Collins e Thales, indirettamente accusate dalla dimostrazione di Teso. La difesa sostiene che il sistema di gestione di volo hackerato da Teso un simulatore pubblicamente disponibile che non dotato dei sistemi di cifratura e protezione delle comunicazioni in dotazione al sistema proprietario installato sugli aerei commerciali. CONNESSI IN VOLO - In ogni caso Honeywell ha confermato di essersi subito messa in contatto col ricercatore tedesco per chiarire meglio i contorni delle vulnerabilit del sistema. E lo stesso hanno fatto la FAA e la EASA, le agenzie americana ed europea preposte alla sicurezza nei cieli. Proprio la FAA, non pi tardi di due settimane fa, si era espressa favorevolmente sulla possibilit di alleviare le restrizioni che inibiscono l'uso di dispositivi elettronici durante il volo. I colloqui con Teso potrebbero farle cambiare idea.

Messa di Papa Francesco a Santa Marta

Dio non ha la bacchetta magica


Le "fantasie trionfalistiche" sono "una grande tentazione nella vita cristiana". Ma Dio "non fa come una fata con la bacchetta magica", che pu salvare l'uomo in un istante; piuttosto si serve della strada della perseveranza, perch "ci salva nel tempo e nella storia", nel "cammino di tutti i giorni". questa la riflessione che il Papa ha offerto durante la messa celebrata venerd mattina, 12 aprile, nella cappella della Domus Sanctae Marthae. Tra i concelebranti il cardinale Telesphore Placidus Toppo, arcivescovo di Ranchi, monsignor Fabin Pedacchio Leaniz, officiale della Congregazione per i Vescovi, monsignor Giuseppe Antonio Scotti e don Giuseppe Costa, presidente del consiglio di sovrintendenza e direttore della Libreria Editrice Vaticana (Lev) - che al termine della messa ha presentato al Pontefice le tre recentissime pubblicazioni che raccolgono testi di Bergoglio - con il carmelitano Edmondo Caruana, responsabile editoriale, e don Giuseppe Merola, redattore editoriale. Fra i presenti, Ernst von Freyberg e Paolo Cipriani, presidente del consiglio di sovrintendenza e direttore generale dell'Istituto per le Opere di Religione, i membri del consiglio di sovrintendenza della Lev e alcuni dipendenti della Farmacia Vaticana con il direttore amministrativo, fratel Rafael Cenizo Ramrez. Riferendosi al passo degli Atti degli apostoli (5, 34-42) proclamato nella prima lettura, il Papa ha indicato in Gamalile "un uomo saggio", perch "ci d un esempio di come Dio agisce nella nostra vita. Quando tutti questi sacerdoti, farisei, dottori della legge erano tanto

nervosi, impazziti per quello che facevano gli apostoli, e volevano pure ammazzarli, disse: ma fermatevi un po'! E ricorda alcune storie di Giuda il Galileo, di Tuda, che non erano riusciti a fare nulla: dicevano che erano il Cristo, il Messia, i salvatori e poi tutto era rimasto senza successo. "Date tempo al tempo" dice Gamalile". " un consiglio saggio - ha spiegato Papa Francesco - anche per la nostra vita. Perch il tempo il messaggero di Dio: Dio ci salva nel tempo, non nel momento. Qualche volta fa i miracoli, ma nella vita comune ci salva nel tempo. Alle volte pensiamo che il Signore viene nella nostra vita, ci cambia. S, ci cambia: le conversioni sono quello. "Voglio seguirti, Signore". Ma questo cammino deve fare storia". Il Signore, dunque, "ci salva nella storia: nella nostra storia personale. Il Signore non fa come una fata con la bacchetta magica. No. Ti d la grazia e dice, come diceva a tutti quelli che Lui guariva: "Va, cammina". Lo dice anche a noi: "Cammina nella tua vita, dai testimonianza di tutto quello che il Signore fa con noi"". Bisogna rifuggire allora da "una grande tentazione nella vita cristiana, quella del trionfalismo. una tentazione - ha affermato il Pontefice - che anche gli apostoli hanno avuto. Per esempio, quando Pietro dice al Signore: ma, Signore, io mai ti rinnegher, sicuro! Il Signore gli dice: stai tranquillo, prima che il gallo canti, prima che ci sia il canto del gallo, per tre volte dirai contro di me". Questa appunto la tentazione del "trionfalismo: credere che in un momento sia stato fatto tutto! No, in un momento incomincia: c' una grazia grande, ma dobbiamo andare nel cammino della vita". Anche dopo la moltiplicazione dei pani - narrata nel Vangelo di Giovanni (6, 1-15) - c' la tentazione del trionfalismo. "Allora la gente, visto il segno che Egli aveva compiuto, diceva: "Questi davvero il profeta, colui che viene nel mondo! Ma Ges, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re", se ne va". Ecco, dunque, "il trionfalismo: ah, questo il re! E poi Ges li rimprovera: voi venite dietro a me non per sentire le mie parole, ma perch ho dato da mangiare". "Il trionfalismo - ha spiegato il Papa - non del Signore. Il Signore entrato sulla terra umilmente. Ha fatto la sua vita per trent'anni, cresciuto come un bambino normale, ha avuto la prova del lavoro, anche la prova della croce. E poi, alla fine, risorto. Il Signore ci insegna che nella vita non tutto magico, che il trionfalismo non cristiano". vero "quello che ha detto il saggio Gamalile: lasciateli, il tempo dir!". E "anche noi - ha proseguito il Pontefice - diciamo a noi stessi: "Io voglio andare dietro al Signore, sulla sua strada, ma non cosa di un momento, cosa di tutta la vita, di tutti i giorni". Quando mi alzo al mattino: "Signore, andare con Te, andare con Te". Questa la grazia che dobbiamo chiedere: quella della perseveranza". Si tratta dunque - ha concluso - di "perseverare nel cammino del Signore, fino alla fine, tutti i giorni. Non dico incominciare di nuovo tutti i giorni: no, proseguire il cammino. Proseguire sempre. Un cammino con difficolt, con il lavoro, anche con tante gioie. Ma il cammino del Signore". "Chiediamo - ha esortato - la grazia della perseveranza. E che il Signore ci salvi dalle fantasie trionfalistiche. Il trionfalismo non cristiano, non del Signore. Il cammino di tutti i giorni, nella presenza di Dio, quella la strada del Signore. Andiamo per quella".

Incontro del Papa con la Segreteria di Stato

Il lavoro con il cuore non ha prezzo


"Perch sono io oggi qui? Per ringraziarvi, perch so che in questi giorni - domani un mese voi avete lavorato di pi, anche tante ore di pi, e quello non si paga, perch avete lavorato con il cuore e questo si paga soltanto con un "grazie tante" ma di cuore, pure, eh? Perci sono voluto venire a salutarvi e a ringraziarvi uno ad uno per tutto questo lavoro che avete fatto. Grazie tante, di cuore. Grazie tante". Con queste parole, Papa Francesco si rivolto al personale della sua

Segreteria di Stato, dove si recato nella mattina di oggi, venerd 12 aprile. Verso le 10 giunto nella sala della Biblioteca per incontrare tutto il personale delle due sezioni che vi era riunito: quasi 300 persone, non solo sacerdoti, ma anche religiosi, religiose, laici e laiche. Il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, gli ha rivolto un breve indirizzo di saluto, presentandogli il servizio di tutti coloro che operano nella Segreteria di Stato, che a pieno titolo "Segreteria del Papa". Dopo averlo ringraziato, il Pontefice ha impartito la benedizione e ha salutato personalmente ciascuno dei presenti.

SOUTH DAKOTA

Sioux, Wounded Knee rischia di finire all'asta


In vendita l'area dell'ultimo massacro ai danni dei Sioux. Appello sul New York Times perch Obama salvi il monumento
Dal nostro corrispondenteMassimo Gaggi NEW YORK Wounded Knee, il luogo del brutale massacro di Sioux che fu anche lultimo episodio delle guerre tra pellerossa e i visi pallidi mandati da Washington, rischia di andare allasta tra pochi giorni e di essere acquistato da qualche speculatore edilizio. Larea nella quale nel 1890 furono uccisi quasi a freddo 150 indiani (ma alla fine degli scontri verranno contate circa 300 vittime) stata dichiarata dal governo National Historic Landmark, ma rimasta in mani private. 4 MILIONI - E ora i Czywczynski, famiglia di origine polacca dal nome impronunciabile che aveva acquistato lappezzamento nel 1968 pensando di costruire un motel e aprire dei negozi vicino al monumento che doveva sorgere sul luogo del massacro, ha deciso di disfarsi della propriet. Lha offerta al popolo Lakota, del quale fanno parte i Sioux, i cui capi, per, sostengono di non avere i quasi 4 milioni di dollari chiesti dai proprietari. IL NYT E L'APPELLO A OBAMA - Oggi il New York Times ospita un editoriale nel quale Joseph Brings Plenty, un professore di cultura Lakota nato e cresciuto nella riserva indiana di Pine Ridge, a pochi chilometri da Wounded Knee, chiede a Barack Obama di intervenire facendo acquistare il sito dal governo federale e preservandolo come monumento nazionale. L'OPPOSIZIONE AI FEDERALI - Ma la questione ha aspetti controversi da almeno due punti di vista. Molti sostengono che le trib locali, che hanno ricevuto vari indennizzi da Washington mentre altri soldi sono in arrivo, non sono cos povere come vorrebbero far credere. In secondo luogo, quando, qualche anno fa, i politici democratici del South Dakota guidati dal senatore Tom Daschle, provarono a pubblicizzare il sito del massacro, furono proprio le trib indiane a far naufragare il progetto di legge, temendo che i federali avrebbero avuto pi potere sul loro sito sacro. LE FERITE DEL 1973 - Quello di Wounded Knee , in America, un nervo doppiamente scoperto: per la strage del 1890 (unautentica carneficina con unintera trib circondata e sterminata a raffiche di mitragliatrice quando un pellerossa sordo, Coyote Nero, tard a consegnare il suo fucile: una tragedia entrata nella cultura popolare per le tante canzoni, i libri e i film che le sono stati dedicati), ma anche per una ribellione di 40 anni fa. Nel 1973, in un periodo di nuove tensioni con le trib che accusavano il governo di averle condannate alla povert, sostanzialmente imprigionandole dentro le riserve, 200 sioux del gruppo Oglala Lakota, tutti aderenti allAmerican Indian Movement, occuparono per qualche mese il villaggio di Wounded Knee. Ci furono vari scontri a fuoco e diversi morti, tra i pellerossa e anche tra gli agenti dellFBI. IL TERRITORIO FRAZIONATO - Ora questa disputa sul destino di un pezzo di terra brulla scopre un terzo nervo: quello della privatizzazione forzata di alcune parti della nazione indiana. Nei primi decenni del Novecento, infatti, il governo di Washington, nel tentativo di infondere nelle trib

indiane la cultura occidentale dellindividualismo e della propriet privata, divise le propriet di molti territori indiani trasferendole dalla comunit ai singoli individui. Quella dei terreni intorno Wounded Knee fin a unindiana che poi spos un bianco. I cui eredi a loro volta vendettero alla famiglia Czywczynski che ora vuole liberarsi della propriet.

MANGIAGALLI/ Abbiamo salvato 18mila bambini dall'aborto, ora non potremo pi farlo
Il Centro di Aiuto alla Vita dellOspedale Mangiagalli di Milano da giugno rischia di chiudere. Complice la mancanza di fondi, con il Comune che non versa un solo euro per sostenere le mamme che vorrebbero mettere al mondo un bambino. Sei donne su dieci abortiscono per motivi economici, anche perch spesso non trovano nessuno disposto a dare loro una mano. Presto neanche il primo Cav nato a Milano nel 1984 sar pi in grado di aiutarle. Ilsussidiario.net ha intervistato Paola Bonzio, colei che lo ha fondato aiutando 18.770 donne a non abortire. Diciannovemila donne un numero imponente. A ciascuna di loro corrisponde un bambino che siete riuscite a salvare? Noi non parliamo mai di salvare i bambini, perch ci piace dare il merito di questa scelta alle madri che li hanno fatti nascere. Ne sono nati per sicuramente pi di 18mila. Ciascuno di loro una storia, spesso commovente e inaspettata. Ce ne vuole raccontare qualcuna? Ogni giorno vediamo tra cinque e dieci donne a rischio di aborto, ed difficile scegliere quale storia sia la pi importante. Le racconto solo lultima in ordine di tempo. Una ragazza di 24 anni, studentessa della facolt di Veterinaria, venuta da me all11esima settimana di gravidanza. Alla fine ha deciso di tenere il bambino e noi le abbiamo fornito gli aiuti che le servivano. Labbiamo inserita nel fondo Nasko regionale, che allora prevedeva contributi da 250 euro al mese per 18 mesi, e abbiamo fatto unintegrazione con i nostri fondi perch questa somma non le bastava. Succede spesso che gli aborti avvengano per motivazioni economiche? S, le statistiche ci dicono che ci accade in sei casi su dieci. Una ragazza che resta incinta perde spesso il lavoro perch il suo datore di lavoro non vuole responsabilit. Le storie con cui abbiamo a che fare lo documentano. Laltro giorno mi ha richiamato la studentessa di veterinaria per dirmi che era nata la sua bambina, e ora che sta per compiere lanno gli aiuti regionali finiranno. Mi ha chiesto se potevo aiutarla a trovare un lavoro, e io lho indirizzata alla persona che si sta occupando di questa possibilit. Lei cos felice che ora vuole aiutare altre mamme a non abortire. Aiutate solo le donne italiane o anche quelle immigrate? Aiutiamo tutte le donne che si rivolgono a noi. Una donna straniera, che aveva gi due figli, si presentata al Cav incinta del terzo e praticamente certa di voler abortire. Dopo pi di unora di colloquio senza risultati le ho chiesto: Ma qual la cosa che le costa pi fatica?. Non ho la mamma vicino a me, stata la sua risposta. Pu andare bene anche una mamma italiana?, le ho risposto io, facendomi subito avanti. Dal quel momento ha deciso di tenere il bambino. In che modo le donne vengono a sapere del Cav e si rivolgono a voi? Spesso attraverso il passaparola. Una delle persone che stiamo seguendo era alla fermata dellautobus e piangeva perch stava andando ad abortire. Le si avvicina una giovane donna e le chiede perch stesse piangendo. Saputo il motivo, le ha suggerito: Invece di andare ad abortire, vai al centro di aiuto alla vita. E naturalmente questo bambino nato. Non si pu dire che salvate i bambini, ma si pu almeno dire che salvate le madri? S, infatti il nostro slogan oggi nata una mamma. Il nostro colloquio vuole risvegliare questo desiderio e capacit di diventare madre. Ci vogliono degli aiuti che a questo punto purtroppo non abbiamo pi, e la cosa mi fa stare malissimo. Dopo 29 anni e dopo avere incontrare migliaia di donne che pensavano di abortire, se non succede qualcosa non possiamo pi affrontare nuove situazioni perch ne abbiamo in carico 2.700 pregresse. Per non venire meno alle promesse fatte, non possiamo quindi assumerci dei nuovi impegni. Se non succede qualcosa di importante, da giugno noi non prenderemo casi nuovi. Gli aiuti del Comune non sono sufficienti per andare avanti? Il Comune di Milano non ci d nulla. Esisteva un Progetto cicogna che come ultima clausola prevedeva una dichiarazione del datore di lavoro che licenziava la dipendente perch gravida. Ovviamente, un imprenditore non firmerebbe una dichiarazione del genere per nessun motivo al mondo. Non abbiamo quindi pi potuto presentare queste domande, e la conseguenza stata che il Comune di Milano ha chiuso questo fondo perch non serviva a nessuno. A chi rivolgete quindi il vostro appello? Noi ci rivolgiamo soprattutto ai privati. A Milano con 1 milione e 300mila abitanti, se ciascuno rinunciasse a un caff allanno noi avremmo risolto il nostro problema. Chi vuole aiutarci lo pu fare connettendosi al nostro sito,

www.cavmangiagalli.it , dal quale possibile aiutarci tramite Paypal o trovare le coordinate bancarie per effettuare un bonifico. CATTURA E TRASPORTO IN ORBITA LUNARE DEGLI OGGETTI PERICOLOSI

La Nasa a caccia degli asteroidi minacciosi


Al piano Asteroid Initiative ha collaborato anche un giovane ingegnere italiano
La coppia di asteroidi del 15 febbraio ha lasciato il segno. Uno, previsto, transitato pi vicino dei satelliti di telecomunicazioni che ruotano intorno alla Terra a 36 mila chilometri daltezza; un altro, completamente imprevisto, caduto in Russia facendo 1.300 feriti. Risultato: nel bilancio della Nasa per il 2014 appena presentato alla discussione c un primo finanziamento di 105 milioni di dollari per incominciare a studiare una missione automatica capace di catturare un asteroide di quelli pericolosi perch incrociano lorbita della Terra, portarlo vicino alla Terra, magari in orbita lunare, cos da consentire agli astronauti un'esplorazione diretta sbarcandoci sopra. LA MISSIONE - La missione potrebbe costare 2,6 miliardi di dollari (circa 2 miliardi di euro): una cifra non esagerata ed equivalente a quella spesa dalla Nasa per spedire su Marte il rover Curiosity. Il piano battezzato Asteorid Initiative prevede ora lidentificazione dellasteroide minaccioso e il perfezionamento del sistema di propulsione elettrica che dovrebbe spingere la sonda verso lobiettivo da raggiungere. Nel contempo si cerca di finalizzare meglio limpiego del nuovo grande vettore spaziale Space Launch System (Sls) e la capsula Orion realizzata con lEsa europea, che gi nel 2021 potrebbe portare degli astronauti verso uno di questi piccoli corpi vaganti nel sistema solare. STRATEGIA - Il presidente Obama ha genericamente indicato una simile meta una volta sviluppate le tecnologie necessarie; ma un vero programma non esiste e non mai stato formalmente approvato. Comunque alla Nasa cercano di lavorare su questa possibilit anche per dare un senso allattivit dellente spaziale che vaga nellincertezza di unassenza di strategia politica che dovrebbe giungere, appunto, dalla Casa Bianca. CACCIA ALL'ASTEROIDE - La caccia allasteroide riveste tuttavia importanza non solo per la spedizione, ma perch significa finalmente affrontare un problema che la doppia visita del 15 febbraio scorso ha dimostrato essere reale e urgente. Lidea di catturare un asteroide vecchia di decenni ma ora possibile affrontarla date le tecnologie a disposizione. Tra i sostenitori che hanno fatto lievitare il programma c soprattutto la Planetary Society americana, unassociazione che sostiene lesplorazione cosmica. Il suo direttore emerito, Louis D. Friedman, assieme al giovane ingegnere Marco Tantardini, avevano infatti elaborato un piano che poi nellaprile del 2012 diventava un articolato progetto presentato dal Keck Institute for Space Studies, del quale erano autori, oltre i due citati, anche altri 32 specialisti di svariate universit e istituzioni compresa lEsa europea con Marcello Coradini. Ora quello studio diventato un piano in discussione alla Nasa e quindi ha buone probabilit di essere concretizzato, magari con una collaborazione internazionale. LA SPINTA ITALIANA - Bisogna dare merito che una spinta a questo risultato lha esercitata proprio Tantardini (29 anni) che, muovendosi tra i centri Nasa e coinvolgendo altri esperti dellargomento, ha agito da catalizzatore favorendone la maturazione. A tal scopo Friedman e Tantardini ricevevano pure un piccolo contratto di ricerca da parte dellEsa. Tutto cominci con uno stage alla Planetary Society negli Usa, racconta Tantardini, dopo che in Italia Silvano Casini, ex commissario Asi e manager di una grande societ, mi aveva indirizzato verso questo tipo di indagine. E il primo risultato fu uno studio battezzato Sisifo vittorioso, riguardante lasteroide Apophys. Poi lobiettivo cambi, proseguendo e approfondendo il progetto che ora sono felice di vedere accolto e trasformato in un piano della Nasa. SFRUTTAMENTO MINERARIO - Lanno scorso un obiettivo analogo, ma finalizzato soprattutto allo sfruttamento delle risorse minerarie degli asteroidi, era stato presentato dalla societ privata

Planetary Resources, creata a tale scopo dal regista James Cameron, il papdi Avatar, e altri finanziatori tra cui il co-fondatore di Google.

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