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Sergio Cesaratto

I falsi profeti dell austerity 9 10

2011
Due elementi che si ritrovano sia nella lettera della Bce al governo italiano che nelle proposte della Confindustria appaiono particolarmente discutibili: linnalzamento dellet pensionabile e le privatizzazioni del patrimonio pubblico. Circa let pensionabile si dimentica in genere che il suo accrescimento comporta minori opportunit di occupazione per i giovani. Non un caso che con laumento dellet effettiva di pensionamento che si avuta nel nostro Paese durante gli ultimi anni, le pur meno numerosi coorti di giovani abbiano trovato difficolt crescenti a trovare lavoro. Senza politiche di aumento dellinsieme dei posti di lavoro v s un conflitto generazionale fra giovani e anziani, ma nel giocarsi i posti di lavoro esistenti. Le politiche di tagli di bilancio e di stretta monetaria adottate in Europa non aiutano certo ad accrescere le opportunit occupazionali, anzi le diminuiscono. Non ritengo certo che quelle opportunit vadano create coi pre-pensionamenti, ma piuttosto che leventuale allungamento della vita lavorativa vada accompagnato a politiche del pieno impiego. Bce, Confindustria e anche, sorprendentemente, lala moderata del Pd ritengono che i proventi di massicce privatizzazioni del patrimonio pubblico possano ridurre in maniera cospicua il debito del Paese e, conseguentemente, la spesa per interessi. Con questi risparmi di spesa, si reperirebbero risorse da investire, secondo i gusti, nella riduzione del costo del lavoro, nellistruzione, nelle infrastrutture e quantaltro. Peccato per che dismissioni in tempi cos rapidi sono impossibili,se non a prezzi di svendita. Ma anche nel pi lungo periodo vi sono diversi problemi. 1) Il patrimonio edilizio pubblico potrebbe venir utilizzato per operazioni di speculazione immobiliare nei centri storici al di fuori di seri controlli. 2) La privatizzazione dei servizi di pubblica utilit creerebbe monopoli privati, come gi tristemente accaduto dopo la stagione delle privatizzazioni al principio degli anni 1990. 3) La svendita del patrimonio industriale pubblico priverebbe il Paese di competenze che un governo progressista potrebbe impiegare per rilanciare una seria politica industriale pubblica. Nel caso dellIrisbus, lunico impianto italiano di autobus, perch la sinistra non ne chiede la nazionalizzazione in contemporanea a un rilancio del trasporto urbano in nome dell'emergenza occupazionale e ambientale? L'ipotesi, poi, di una fuoriuscita dello Stato dal comparto energetico si commenta da sola. Limpressione che una classe imprenditoriale poco capace a iniziative industriali innovative voglia approfittare della svendita del patrimonio pubblico per fare affari; peraltro i bocconi migliori andrebbero in mano straniera privando definitivamente il Paese del controllo dellalta tecnologia. Che fare dunque per il debito. Si deve partire dallidea che non il debito di per s a essere un problema, ma la spesa per interessi, come sa chiunque abbia un mutuo. Si deve inoltre sapere che i tassi di interesse li stabilisce fondamentalmente la banca centrale e non, come si portati a credere, i mercati. Naturalmente se la banca centrale agisce da banca sovrana, cio da prestatore di ultima istanza a Stato (e banche). Purtroppo la Bce non agisce da banca centrale degli Stati europei. Cos vollero i tedeschi affinch la Bce ereditasse il ruolo che fu della Bundesbank di controllore dei salari tedeschi, per mezzo di una politica di contenimento dell'inflazione. Gli altri accondiscesero ritenendo di potersi portare a casa un po della

disciplina tedesca. In realt dai tedeschi la periferia europea ha importato solo tante Audi, Bme e Mercedes - inclusi i tanti bus Mercedes che si vedono nelle nostre strade. Se la Bce agisse nel portare i tassi di interesse sul debito italiano vicino a quelli tedeschi, e contemporaneamente noi ci ponessimo lobiettivo di stabilizzare (non ridurre) il famoso rapporto debito/Pil, si libererebbero risorse per istruzione e ricerca, per ridurre il carico fiscale sui salari, per le infrastrutture, etc. La situazione sarebbe persino compatibile con un disavanzo pubblico, da usare come volano di un ulteriore stimolo alleconomia, come ha ricordato Massimo Pivetti la scorsa settimana (riprendendo un appello firmato nel 2006 da decine di economisti italiani e gli studi di Luigi Pasinetti). Naturalmente politiche simili andrebbero adottate in tuttEuropa, dando cos un contributo anche alla ripresa globale - e una speranza a Obama di essere rieletto, poich le due sponde dell'Atlantico sono profondamente interconnesse. Non a caso il ministro del Tesoro Usa si speso nelle settimane appena trascorse per far cambiar rotta allEuropa. I cuori e le menti pavide hanno il timore che se la Bce agisse potrebbe incorrere in perdite in conto capitale se il valore dei titoli che acquista perdessero valore (l'istituto di Francoforte ha un piccolo capitale messo dai Paesi membri dellUnione monetaria europea). La Bce non ha, per, alcun bisogno di un capitale, potendo stampare illimitatamente moneta. La sola promessa della Bce di sostenere massicci acquisti i titoli pubblici sotto attacco nei mercati basterebbe a scoraggiare la speculazione. Ci senza che la Bce, nei fatti, debba acquistare neppure un titolo. Per venire tuttavia incontro ai cuori e, soprattutto, alle menti deboli, il ministro del Tesoro statunitense Gaithner ha proposto (implorato sarebbe il termine esatto) agli Europei di utilizzare i 440 miliardi di euro del fondo salva-Stati denominato Etsf (European Financial Stability Fund) come capitale aggiuntivo della Bce. In tal modo essa potrebbe minacciare di intervenire massicciamente senza che i fifoni debbano temere molto. Il rappresentante italiano nel board Bce Lorenzo Bini-Smaghi, svestendo i suoi panni di falco ha sostenuto la proposta e cos, secondo alcune fonti, Draghi. I tedeschi, Merkel e il ministro delle finanze Schaulbe, al solito, un po non capiscono, un po dopo aver capito si trovano a dover convincere politici e opinione pubblica che la strada lacrime e sangue porterebbe solo a una rottura dellEuro. Scenario a cui gli industriali tedeschi guardano con grande preoccupazione. Se lItalia avesse uno straccio di governo autorevole, o almeno una opposizione competente, cercherebbe di sostenere il piano Geithner. Un dibattito nel Pd si aperto, e abbiamo letto il bravo Stefano Fassina sostenere lintervento della Bce. Purtroppo se la deve vedere con una destra interna, Letta e Morando, che confonde il rigore della proposta economica con moralismo e austerity: la redenzione - cristiana o laica, come volete - attraverso il cilicio (ai lavoratori). Lanalisi keynesiana, con la centralit della spesa pubblica per sostenere la domanda, ha sempre avuto un connotato immorale per molti comunisti e cattolici. Dallaltra parte abbiamo Sel che in sostanza preferisce evitare di misurarsi coi problemi per rifugiarsi in vaghe speranze di cambiamento futuro, in fondo anche questo con un connotato messianico. In mezzo c il nulla. Attendiamo che un dibattito pi serio colmi quel vuoto. Prima che sia troppo tardi.

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