Sei sulla pagina 1di 4

Preoccupazione per le notizie di nuove dimissioni e dossier al vetriolo

Caso Wielgus, la Chiesa polacca sotto accusa


Irritazione del Vaticano dopo le dimissioni dell'arcivescovo spia. I media criticano il primate Glemp: Il Papa ci ha salvato CITT DEL VATICANO Il caso Wielgus ha provocato tristezza in Polonia nella base cattolica e sconcerto in Vaticano, soprattutto ai piani alti. Intorno al Papa c' preoccupazione per la divisione che si manifestata nella Chiesa polacca e stupore per come risultata difficile la comunicazione tra la Conferenza episcopale e gli uffici della Curia romana. Inoltre in Vaticano si seguono con ansia le notizie di nuove dimissioni (ieri toccato al parroco della cattedrale di Cracovia) e il preannuncio della divulgazione di altri dossier al vetriolo. Anche gli attacchi della stampa polacca al primate Glemp e le lodi al Papa (Roma arrivata in soccorso) vengono attentamente studiati. L'impressione diffusa nel vertice vaticano che dalla Polonia non sia venuto un chiaro aiuto a interpretare la situazione nella sua reale gravit. La dichiarazione della Sala stampa vaticana del 21 dicembre in difesa di Wielgus e l'avallo del 5 gennaio al suo insediamento si sono avuti in accordo con quanto veniva dalla Polonia e pare che anche sabato scorso, mentre maturava la decisione papale di accettare le dimissioni dell'arcivescovo (cio la sua dichiarata disponibilit a fare la volont del Papa), dalla Polonia continuavano ad arrivare ragguagli rassicuranti. Quanto alla divisione all'interno della Chiesa polacca, l'attenzione vaticana si appunta sui gruppi che dentro e fuori la Cattedrale di Varsavia gridavano Resta con noi, cio contestavano la decisione papale: ora in Vaticano hanno la certezza che quei gruppi erano stati convogliati nella capitale da diverse parti del Paese, con appositi pullman, dagli attivisti di Radio Maryja. In un servizio sul turbamento della Chiesa polacca, la Radio Vaticana citava ieri i titoli dei quotidiani pi diffusi del Paese, per i quali Il Papa ha salvato dal disonore la Chiesa polacca. Secondo la Gazeta Wyborcza, la data del 7 gennaio del 2007 passer alla storia della Chiesa cattolica in Polonia e nel mondo. La decisione di Roma una vittoria della coscienza, ha scritto Rzeczepospolita. Per Gazeta Wyborcza, quanto accaduto ha mostrato la crisi delle comunicazioni tra Varsavia e la Santa Sede. Durissimo con il cardinale Jozef Glemp stato Dziennik: Perch un uomo di tale valore come il Primate ha difeso cos strenuamente Wielgus, andando contro la verit e contro il volere del Papa? Vede una contraddizione tra le parole di Glemp a difesa del mancato successore e la linea dura scelta dal Pontefice anche il tabloid Superexpress che ha pubblicato una foto di entrambi sotto al titolo: A chi dobbiamo credere? Solo il cattolico Nasz Dziennik, che fa parte dell'impero mediatico di Radio Maryja, ha difeso la Chiesa polacca e ha denunciato la campagna di odio contro l'arcivescovo. L'obiettivo, ha scritto monsignor Antoni Dydycz, era linciare Wielgus a ogni costo, invece di presentare i fatti in modo onesto. Il caso dell'arcivescovo spia

Wielgus era un agente importante


L'accusa di padre Zaleski: Nelle verifiche sull'arcivescovo la Chiesa ha esitato troppo DAL NOSTRO INVIATO VARSAVIA Dall'anno scorso il postulato ufficiale di padre Tadeusz Isakowicz-Zaleski esattamente questo: scoprire nomi, ruoli, attivit dei sacerdoti che collaborarono con i servizi segreti polacchi sotto il regime comunista. Cinquant'anni, originario di Cracovia, padre Zaleski , in questo momento, l'eroe della stampa e della televisione polacca: perseguitato prima dalla polizia segreta, poi un anno e mezzo fa ingiustamente accusato di collaborazionismo, ha ottenuto dalla Curia di Cracovia l'autorizzazione a svolgere indagini sue negli archivi. Montagne di carta: Ho esaminato almeno 300 tonnellate di documenti in questi anni, rivela. Per scoprire cosa? Che le carte sono attendibili. Non ho mai trovato documenti contraffatti. Imprecisi, talvolta. O mancanti. Ma non falsificati. Il cardinale Jozef Glemp nella sua omelia, domenica a Varsavia, li ha definiti fogli fotocopiati tre volte e ha messo in dubbio i metodi e gli scopi con cui erano stati realizzati. Glemp, mi dispiace dirlo, sbaglia. Gli atti conservati all'Ipn (l'Istituto della Memoria Nazionale, ndr) sicuramente provengono dagli schedari della vecchia polizia segreta. certo anche che contengano molte lacune, ma non sono trascurabili foglietti. La verit, come spesso accade, nel mezzo. E anche Glemp, in passato, si era espresso diversamente. Per me sono documenti molto seri, anche se non vanno letti come il vangelo. Allora come interpretarli? Bisogna analizzarli. Io stesso, visto che ero sospettato di collaborazionismo, ho esaminato il mio fascicolo; e non mi stato facile arrivare a chiarire la mia posizione. sempre difficile difendersi. Per questo ho presentato una richiesta ufficiale al Metropolita di Cracovia per avere il benestare della Chiesa alle mie ricerche. Ho spiegato che era meglio che conducessimo noi le inchieste, invece di aspettare le rivelazioni giornalistiche. Ha visto anche le carte riguardanti l'arcivescovo Wielgus? Dai dati emersi, si capisce che il suo passato stato molto difficile. Il suo errore pi grande stato quello di negare tutto. Per poi pentirsi delle sue vecchie

azioni. Lo scandalo nato per questo. Lui sapeva bene che tipo di collaborazione aveva fornito e ora non pu dire che non se ne ricorda. Dai documenti si scopre che ha collaborato non soltanto con i servizi di sicurezza interni, ma anche con lo spionaggio all'estero della Repubblica popolare polacca. Cio per un prolungamento del Kgb sovietico. Stranamente Wielgus rimasto registrato tra i collaboratori per ben vent'anni. Quasi sicuramente copie dei microfilm che lo riguardano sono conservate anche a Mosca . Era pi grave la collaborazione con i servizi interni o con lo spionaggio all'estero? Lavorare per i servizi di sicurezza polacchi era un conto, ma ci volevano qualit di livello superiore per essere ammessi a lavorare con lo spionaggio fuori dai confini. Voglio dire che quella di Wielgus non fu una collaborazione innocente. Se rimasto registrato tra gli informatori della polizia segreta per oltre vent'anni, vuol dire che era considerato un agente importante . I funzionari di allora potrebbero testimoniare? No, non parlano. O mentirebbero. Hanno paura di essere processati. Ma oltre ai vecchi archivi di polizia, esistono altre fonti che accusano Wielgus? Sicuramente. Non basta cercare tra i documenti conservati all'Ipn. Bisognerebbe cercare anche negli archivi della Chiesa, e di altre istituzioni. Perch certo che anche altri organi avevano condotto all'epoca accertamenti e controlli. Sono indagini lunghe che richiedono molto tempo, molta pazienza e un clima meno teso di quello che c' in questo momento. Andava fatto prima, adesso il latte versato e la fiducia nella Chiesa si incrinata. Come si sarebbe comportato Giovanni Paolo II al posto di Benedetto XVI? Secondo me, avrebbe fatto la stessa cosa. Quando era ancora cardinale, nel 1973, Wojtyla, allora Metropolita di Cracovia, proib qualunque contatto fra i sacerdoti e l'Sb, la polizia segreta comunista. Se Wielgus ha avuto questo tipo di rapporti, sapeva di infrangere il divieto. Non stato tardivo l'intervento di Benedetto XVI sulla nomina di Wielgus a Metropolita di Varsavia? stato indotto in errore. I responsabili dell'Ipn hanno rivelato che i documenti non erano stati richiesti dalla Conferenza Episcopale Polacca e dalla Nunziatura Apostolica prima del 2 gennaio. Ma le voci circolavano da mesi, perch si esitato tanto a fare le verifiche?. In Russia

Chi collabor col Kgb fece carriera


Il dissidente Yakunin: Reclutavano i preti in seminario, avvicinandoli con promesse o ricatti MOSCA Padre Gleb Yakunin, 72 anni, un esperto dei rapporti tra Chiesa e servizi segreti. La prima volta che li denunci fu nel 1965 con una lettera al Patriarca di tutta la Russia. E pass i suoi guai: cinque anni di carcere e poi la Siberia. All'inizio degli anni Novanta venne inserito da Boris Eltsin in una commissione di inchiesta che pot accedere agli archivi del Kgb. In particolare a quello della quarta sezione del quinto Direttorato, che si occupava proprio delle Chiese. Parl pubblicamente di quello che aveva trovato. E venne espulso dalla Chiesa ortodossa. Perch padre Yakunin? I documenti dimostravano che grazie all'aiuto degli agenti inseriti al vertice della Chiesa, si tenevano sotto controllo anche le organizzazioni internazionali, il Consiglio mondiale delle Chiese, la Conferenza Cristiana della Pace, eccetera. Una rete vastissima. Arrivavano fino ai vertici? Qualcuno ha poi confessato . Il Metropolita di Vilnius e di Lituania, Crisostomo, che aveva il nome in codice di Restauratore. Era stato un agente del Kgb per 18 anni. Poi il patriarca bulgaro Maxim. Recentemente uscito fuori il Metropolita della Lettonia Aleksandr Kudriashov, al quale il Kgb ha fatto fare carriera per vent'anni. L'avevano reclutato quando faceva il cameriere in un bar davanti alla sede del Kgb a Riga e lo hanno fatto diventare metropolita. E in Russia? Diversi erano inseriti nella gerarchia dei servizi segreti. Uno di questi, con lo pseudonimo di Drozdov era diventato maggiore. Negli archivi il suo nome non c'era, ma dalla biografia si capiva chiaramente chi era. Cio? Noi proponemmo al Patriarca di fare un elenco dei preti arruolati, ma ci disse di no. Poi Alessio II si rivolse a Eltsin chiedendogli di chiudere la nostra commissione perch indeboliva l'immagine della Chiesa, ma il presidente rifiut. Quindi il Patriarca torn alla carica con il capo del parlamento Khasbulatov e questi ci sciolse. Dallo studio dei documenti segreti, che idea si fatto? Che era impossibile fare carriera senza passare attraverso il Kgb. Nelle campagne, nelle parrocchie meno importanti, gli agenti erano magari solo il 10 o il 20 per cento. Ma man mano che si saliva nella gerarchia, questa percentuale aumentava vertiginosamente. Non si diventava vescovi senza l'assenso dei servizi segreti. Come avveniva l'arruolamento? Gi in seminario. Posso dire con certezza che non esisteva un singolo prete al quale non veniva fatta una proposta di collaborazione. Ai miei tempi aspettavano al secondo o terzo anno. Ma gi negli anni Sessanta venivano arruolati quelli del primo anno. Come? A Zagorsk, vicino Mosca, c'era un grosso raggruppamento del Kgb dietro il cinema adiacente al monastero. Avevano microfoni ovunque e avvicinavano i giovani con una scusa. Spiegavano che il monastero era frequentato da tanti stranieri e chiedevano solo di segnalare se qualcuno avesse donato loro un libro proibito. Era l'esca e subito dopo scattava la trappola. Se non continuavano la collaborazione sarebbero stati denunciati come agenti del Kgb.

Ma c'erano anche altri strumenti di pressione. Certo, sceglievano quelli pi ricattabili. Ladri, omosessuali. Li fotografavano, li spiavano. E i preti accettavano solo per questo? No, c'erano anche i vantaggi a collaborare. Ricordate, ad esempio, che i preti ortodossi hanno famiglia, hanno pi bisogno di soldi. Ufficialmente il 70 per cento degli incassi doveva andare allo Stato. Ma il Kgb permetteva ai suoi agenti di tenere fondi neri. E poi faceva fare loro carriera: le alte gerarchie decidevano le promozioni assieme al Kgb. E la Chiesa cattolica? Credo che molti fossero agenti doppi: il Vaticano sapeva della loro collaborazione col Kgb. giusto perdonare? Dicono che non facevano gran danno. Non vero. Erano dei traditori, dei giuda. Il danno per la Chiesa era enorme. Andavano avanti solo quelli ricattabili. Gli spiriti puri venivano scartati perch non manovrabili. Si pu perdonare solo chi si veramente pentito e ha confessato tutto. E oggi quale la situazione? Recentemente un parroco ha dichiarato che il magnate Khodorkovskij, mandato in Siberia dopo una disputa con il Cremlino, era da considerare prigioniero politico. stato espulso dalla Chiesa.

Da RadioVaticana Le reazioni in Polonia per le dimissioni di mons. Wielgus, arcivescovo di Varsavia


(08 gennaio 2007 - RV) La Chiesa polacca profondamente colpita dalla notizia delle dimissioni di mons. Stanislaw Wielgus dalla carica di arcivescovo metropolta di Varsavia. Il presule aveva ammesso le sue responsabilit nella collaborazione, in giovent, con i servizi segreti del passato regime comunista. Benedetto XVI ha accolto le dimissioni ed ha nominato il card. Jozef Glemp, primate di Polonia, amministratore apostolico dellarcidiocesi di Varsavia fino a nuovo provvedimento. Sulla vicenda ascoltiamo la nota del direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi: Il comportamento di mons. Wielgus negli anni passati del regime comunista in Polonia ha compromesso gravemente la sua autorevolezza, anche presso i fedeli. Perci, nonostante la sua umile e commovente richiesta di perdono, la rinuncia alla sede di Varsavia e la sua pronta accettazione da parte del Santo Padre apparsa come una soluzione adeguata per far fronte alla situazione di disorientamento venutasi a creare in quella nazione. E un momento di grande sofferenza per una Chiesa a cui tutti dobbiamo moltissimo e che amiamo, che ci ha dato pastori della grandezza del cardinale Wyszynski e soprattutto del Papa Giovanni Paolo II. La Chiesa universale deve sentirsi solidale spiritualmente con la Chiesa che in Polonia ed accompagnarla con la preghiera e lincoraggiamento perch possa ritrovare presto la serenit. Allo stesso tempo, bene osservare che il caso di mons. Wielgus non il primo e probabilmente non sar lultimo caso di attacco a personalit della Chiesa in base alla documentazione dei servizi del passato regime. Si tratta di un materiale sterminato e, nel cercare di valutarne il valore e di trarne conclusioni attendibili, non bisogna dimenticare che stato prodotto da funzionari di un regime oppressivo e ricattatorio. A tanti anni di distanza dalla fine del regime comunista, venuta a mancare la grande e inattaccabile figura di Papa Giovanni Paolo II, lattuale ondata di attacchi alla Chiesa cattolica in Polonia, pi che di una sincera ricerca di trasparenza e di verit, ha molti aspetti di una strana alleanza fra i persecutori di un tempo ed altri suoi avversari e di una vendetta da parte di chi, nel passato, laveva perseguitata ed stato sconfitto dalla fede e dalla voglia di libert del popolo polacco. La verit vi far liberi dice Cristo. La Chiesa non ha paura della verit e, per essere fedeli al loro Signore, i suoi membri devono saper riconoscere le proprie colpe. Auguriamo alla Chiesa in Polonia di saper vivere e superare con coraggio e lucidit questo periodo difficile, affinch possa continuare a dare il suo prezioso e straordinario contributo di fede e di slancio evangelico alla Chiesa europea ed universale La notizia confermata dal governo somalo. L'obiettivo: colpire i responsabili degli attacchi alle ambasciate in Kenya e Tanzania Gli Usa intervengono in Somalia Raid contro Al Qaeda: "Molti morti"

MOGADISCIO - Sarebbero numerosi i morti causati dall'attacco aereo sferrato dall'aviazione americana nel sud della Somalia per colpire alcuni integralisti sospettati di legami con Al Qaeda. La notizia viene confermata dal portavoce del governo somalo. Si tratta del primo intervento diretto degli Stati Uniti nel conflitto tra le forze leali al governo di transizione e le Corti islamiche. "Il bersaglio - ha spiegato il portavoce del governo in esilio Abdirahman Dinari - era un piccolo villaggio,

Badel, dove si nascondevano i terroristi. L'aereo ha colpito il bersaglio con precisione". "Molta gente stata uccisa - ha aggiunto il portavoce - Molti cadaveri erano sparpagliati nella zona, ma noi non sappiamo chi fossero. Il raid stato per un successo". L'operazione stata lanciata nel tentativo di uccidere il massimo rappresentante di Al Qaeda nell'Africa Orientale e un altro dirigente della rete di Osama Bin Laden che sarebbe coinvolto nella organizzazione degli attentati contro due ambasciate Usa in Africa (Kenya e Tanzania) nell'agosto 1998, attentati che causarono circa 225 morti. Non chiaro se i due siano morti nell'attacco americano. L'aereo americano - un quadrimotore a elica derivato dal C-130 Hercules denominato 'cannoniera volante' per la potenza di fuoco - apparteneva al Comando operazioni speciali dell'Aeronautica Usa. L'attacco - hanno spiegato le tv americane - sarebbe scattato dopo la scoperta che alcuni dirigenti di Al Qaeda erano stati costretti a lasciare Mogadiscio a causa della avanzata delle truppe etiopiche e del ripiegamento delle milizie delle Corti islamiche.
Contemporaneamente - sempre secondo le emittenti - la portaerei 'Eisenhower' si avvicinata alla Somalia portando i suoi jet a distanza utile per lanciare eventuali attacchi contro esponenti di Al Qaeda. L'incidente, le cui cause devono essere ancora accertate, nel mar Arabico Nessun ferito n danni gravi: nessuna perdita radioattiva o di greggio Sottomarino nucleare Usa si scontra con una petroliera

TOKYO - Un sottomarino nucleare statunitense entrato in collisione con una petroliera giapponese nel mar Arabico. Su entrambe le imbarcazioni non ci sono stati n feriti n danni di rilievo. Secondo le prime ricostruzioni, fornite a Tokyo dal ministero degli Esteri nipponico, l'incidente avvenuto intorno alle 4:15 locali (le 20.15 di ieri sera in Italia) nella zona dello stretto di Hormuz: la prua del sottomarino americano ha urtato la poppa della nave nipponica. Le cause della collisione devono essere ancora accertate. Fonti della marina Usa hanno immediatamente assicurato che il sottomarino nucleare 'Newport News' 6.300 tonnellate, sotto il comando della 5/a flotta della marina militare statunitense in Bahrein - non ha riportato alcuna perdita di materiale radioattivo. Nessun pericolo neanche per la petroliera giapponese 'Mogamigawa', di propriet della 'Kawasaki Kisen Kaisha': secondo fonti ufficiali non ci sono state fuoriuscite in mare del greggio che stava trasportando dal golfo Persico a Singapore.

Potrebbero piacerti anche