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IL TRAPIANTO DI MIDOLLO OSSEO

Articolo tratto dal GlobemoNews anno 1 n.3 redatto dal Dott. Mimmo Ripaldi II trapianto di un organo come il cuore, il fegato, consiste nella sostituzione dell'organo ammalato con uno integro ma il trapianto di midollo osseo (TMO) o pi esattamente di cellule staminali emopoietiche (CSE) una cosa diversa e per capirne il significato bisogna sapere cosa sono le cellule staminali, a cosa servono e dove sono. Il midollo osseo si trova nelle ossa, di consistenza semiliquida e al suo interno ci sono le cellule staminali che sono in grado di produrre globuli rossi, globuli bianchi e piastrine. Le cellule staminali si trovano anche nel sangue periferico ma in numero ridotto. Quando necessario prelevare il midollo osseo, o meglio le cellule staminali periferiche CSE), deve essere raccolto dalle ossa con un intervento che pu essere fatto in anestesia generale o locale. L'intervento consiste nel pungere le ossa con grossi aghi, prelevare 3-4 ml per volta, fino a raggiungere la quantit necessaria, che varia a seconda del peso del donatore (10-20ml/kg). Nel donatore il prelievo del midollo non determina una perdita importante in quanto il midollo prelevato viene ricostituito nell'arco di poche settimane. Come avevamo detto, precedentemente, le cellule staminali si trovano anche nel sangue periferico e se si usano farmaci, come i fattori di crescita, per 4-5 giorni questi sono capaci di "mobilizzare" le CSE, che raggiungono numeri sufficienti da poter essere raccolte mediante separatori cellulari che filtrano il sangue e raccolgono le cellule specie quelle staminali. Questo processo si chiama aferesi. Le cellule raccolte mediante aferesi o mediante intervento chirurgico devono essere filtrate per eliminare il grasso o piccoli coaguli, e a volte purificate dalle cellule neoplastiche (purging) e se non utilizzate subito vanno conservate in laboratorio ad una temperatura di -196C in azoto liquido. Le cellule conservate in questo modo possono essere utilizzate anche a distanza di molti anni. Quando si parla di trapianto di midollo osseo ci deve essere un donatore e un ricevente. Quando il donatore e il ricevente sono la stessa persona si parla di trapianto di midollo osseo Autologo, nel caso invece che il donatore e il ricevente siano persone diverse si parla di trapianto Allogenico. Nel trapianto allogenico il donatore pu essere un fratello, una sorella o un parente e in alcuni casi anche una persona estranea alla famiglia, ma in tutti i casi questi donatori devono essere compatibili per gli Antigeni HLA che rappresentano la carta di identit delle nostre cellule. IL TRAPIANTO DI MIDOLLO OSSEO AUTOLOGO

Donatore e ricevente sono la stessa persona Esistono alcune leucemie e tumori solidi che si dimostrano molto sensibili alle dosi dei f armaci o alle radiazioni somministrate. I farmaci o le radiazioni al di sopra di certe dosi distruggono il midollo osseo in modo totale portando alla morte il paziente che senza globuli rossi, globuli bianchi e piastrine non si difende ne dalle infezioni e ne dalle emorragie. Per tale motivo prima di sottoporre il paziente a questi dosaggi si prelevano cellule staminali o dal midollo o dal sangue periferico, si conservano in azoto liquido e il paziente viene ricoverato in un reparto idoneo in una camera singola e sottoposto a trattamento radioterapico e/o chemioterapico allo scopo di distruggere tutte le sue cellule malate. Questa fase chiamata condizionamento. Il condizionamento dura da 3 a 9 giorni e al termine sono rinfuse le cellule staminali dopo essere state scongelate a 37C. L'infusione deve durare pochi minuti per non far morire le cellule. L'infusione deve avvenire tramite un catetere venoso centrale per essere, come gi detto, pi rapida possibile e le cellule una volta nel sangue vanno verso la propria sede che l'osso. La ripresa dell'emopoiesi non avviene rapidamente, infatti sotto l'effetto dei farmaci, il paziente va incontro ad una aplasia che dura due o tre settimane e rappresenta il periodo di maggior rischio per il paziente in quanto possono subentrare emorragie, anemia, mucositi e febbre. La febbre insorge per una diminuzione delle difese immunologiche dovute al numero di bianchi che sono intorno a 10 mmc. Per combattere questa evenienza si somministrano antibiotici e/o immunoglobuline. Le mucositi dovute ad infiammazione della bocca e delle prime vie dell'apparato digerente sono combattute con una corretta igiene orale e con l'alimentazione parenterale totale. L' anemia, conseguente alla mancata produzione dei globuli rossi, curata con le trasfusioni. Le emorragie dovute alla mancanza delle piastrine si manifestano con ecchimosi, ematomi e perdita di sangue dal naso; in questo caso si fanno trasfusioni di piastrine. Dopo il periodo di aplasia inizia la ricostituzione ematologica documentata dall'aumento dei globuli bianchi, con neutrofili >500 mmc, delle piastrine e dei globuli rossi. Le malattie curate con questa procedura sono principalmente i tumori e i linfomi (LnoH e LH) ma anche le leucemie mieloidi acute (LMA) eccetto quelle a buona prognosi e le leucemie linfatiche acute (LLA) ricadute a livello testicolare o meningeo e l dove non disponibile un donatore. IL TRAPIANTO DI MIDOLLO OSSEO ALLOGENICO Donatore e ricevente sono due persone diverse Quando il midollo osseo malato in maniera irreversibile come nelle malattie genetiche (Talassemie, Immunodeficienze, Istiocitosi ecc.) o come nelle Leucemie (eccetto quelle segnalate precedentemente) o Aplasie acquisite necessario sottoporsi a un trapianto allogenico. Per raggiungere lobiettivo della guarigione bisogna sottoporre il paziente a un con dizionamento aggressivo che pu generare rischi tossici e infettivi e per questo motivo va ricoverato in ambienti protetti (camere dove l'aria filtrata e a pressione positiva), sottoposto a profilassi antifunginea e antivirale oltre ad alimentazione bilanciata. Abbiamo detto che il donatore deve essere HLA identico cio deve avere sulle cellule gli stessi antigeni del malato e questo avviene quando si dispone di un familiare compatibile (purtroppo

solo nel 25% dei casi), in caso contrario si ricorre a un donatore da banca o a un cordone. E' chiaro che le tecniche che disponiamo permettono di studiare la compatibilit HLA in modo fine ma un donatore o un cordone da banca non sar mai compatibile come un familiare. Questa necessit di compatibilit dovuta al fatto che le cellule del sangue (linfociti) controllano la presenza di tutte le cose estranee al nostro organismo e l dove incontrano cellule diverse avviano un processo che si chiama rigetto cio l'allontanamento e la morte di quello che diverso. Nel trapianto di midollo osseo allogenico pu avvenire inoltre un processo che specifico e non presente in nessun altro trapianto, la malattia contro l'ospite (GVH); infatti quando infondiamo le cellule staminali del donatore infondiamo anche i suoi linfociti che riconoscendo estranee le cellule del ricevente aggrediscono diversi organi che possono essere la cute, l'intestino e il fegato. Tale reazione che avviene nei primi 100 giorni si presenta con rossore del palmo della mano o della pianta dei piedi ma pu estendersi a tutto il corpo. Pu interessare l'intestino con diarrea profusa e il fegato con una epatite itterica. Tale complicanza molto temuta per cui i pazienti sono sottoposti a terapie dette immuno-soppressive le quali riducendo le capacit di difesa espongono il paziente al rischio di infezioni. Per tale motivo, il paziente alla sua dimissione deve svolgere una vita molto riservata e seguito per molti mesi dal Centro che ha effettuato il trapianto. Negli ultimi anni con il progresso farmacologico e con le migliori tecniche di tipizzazione HLA sono stati utilizzati donatori compatibili per 5 antigeni su sei con gli stessi risultati di quelli compatibili completamente e in casi selezionati, non avendo alcun donatore disponibile ne fra i familiari ne nelle banche di cordoni e di midollo, anche donatori familiari compatibili al 50% (Trapianto di midollo osseo Aploidentico). In questi casi per poter effettuare il trapianto bisogna disporre di grandi quantit di CSE e poter eliminare del tutto i linfociti del donatore. Si ottiene un trapianto in cui il rischio di GVH quasi assente, tanto da non essere necessari i tarmaci immunosoppressori ma la ripresa immunologia del donatore, cio la capacit di difesa dalle infezioni, estremamente lenta anche qualche anno per cui le attenzioni devono essere massime non solo durante il ricovero ma specialmente quando l'ammalato ritorna a casa. chiaro che i successi, in questi casi, sono ridotti ma considerando le malattie genetiche e le leucemie pluriricadute in cui la possibilit di guarire e quasi vicina allo 0% queste nuove strade possono essere guardate con fiducia. Spero che questo piccolo articolo abbia potuto soddisfare le tante domande che il lettori del giornalino si sono posti sul trapianto di midollo osseo, comunque tutto il personale del dipartimento e i medici sono sempre disponibili per chiarire i vostri dubbi.

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Domande e risposte sul trapianto di midollo osseo


Nel reparto di Ematologia II dell'Ospedale San Martino di Genova, anni fa, i pazienti hanno redatto un "Libretto" di appunti per fornire risposte alle domande che pi di frequente si pone chi si avvicina all'esperienza del trapianto di midollo osseo. Da quelle pagine nasce questa sezione, aggiornata alle numerose novit portate dalla ricerca.

Che cosa il trapianto di midollo osseo? Il trapianto di midollo osseo una procedura destinata a sostituire un midollo malato o danneggiato da terapie con un midollo sano, in grado di produrre cellule del sangue normali. Da quando stato eseguito per la prima volta con successo oltre 40 anni fa per un caso di leucemia, il trapianto di midollo stato utilizzato per trattare pazienti affetti da varie patologie del midollo osseo (leucemia acuta, leucemia cronica, insufficienza midollare, talassemia, linfoma di Hodgkin, linfoma non Hodgkin, mieloma e altre malattie mieloproliferative croniche), tumori solidi, numerose malattie genetiche e molto recentemente malattie autoimmuni. Gli straordinari progressi e le grandi potenzialit di questa procedura sono testimoniati dall'enorme incremento del numero dei trapianti: nel 1973 sono stati eseguiti in Europa 16 trapianti, nel 1983 erano 1.353, nel 1993 erano 7.737 e nel 1999 erano 17.800, dei quali 5.733 allogenici e 12.067 autologhi. Che cosa il midollo osseo? Il midollo osseo (da non confondere col midollo spinale) un tessuto che riempie le cavit delle ossa piatte del nostro organismo, come lo sterno, le coste, le ossa del bacino e quelle del cranio. Il suo aspetto quello di un liquido denso, di colore rosso, simile al sangue. costituito da cellule (cellule staminali) destinate alla produzione delle cellule del sangue: i globuli rossi (eritrociti), che portano ossigeno dai polmoni ai tessuti e anidride carbonica dai tessuti ai polmoni; i globuli bianchi (leucociti), che difendono l'organismo dalle infezioni; le piastrine (trombociti), che contribuiscono alla coagulazione del sangue. A cosa seve il trapianto? Nelle patologie del midollo le cellule staminali del midollo osseo funzionano in modo difettoso, producendo un numero eccessivo di cellule del sangue immature (come nel caso della leucemia) o un numero insufficiente di cellule (come nel caso dell'aplasia midollare). Le cellule immature o insufficienti interferiscono con la produzione di cellule normali, si accumulano nel flusso sanguigno e possono invadere i tessuti. Per distruggere le cellule anomale del midollo osseo e del sangue occorrono dosi elevate di chemioterapia e di radiazioni (Total Body Irradiation o TBI). Queste terapie per non distruggono solo le cellule malate, ma anche quelle sane del midollo osseo. Il midollo di un donatore o, in alcuni casi, quello del paziente stesso, prelevato prima delle terapie e trattato opportunamente, permettono di ripristinare le normali funzioni di produzione delle cellule del sangue. Anche le terapie utilizzate per combattere altre forme di tumore, che non riguardano il midollo osseo, se in alte dosi, possono danneggiare il midollo osseo del paziente. In questo caso il midollo osseo viene prelevato al paziente prima delle terapie, conservato e reinfuso alla fine delle cure che potrebbero danneggiarlo. Come ci si prepara al trapianto?

La decisione di sottoporsi a un trapianto di midollo osseo non cosa da poco e richiede informazione e riflessione. naturale interrogarsi sulle procedure da affrontare, sulle possibilit di guarigione, sulle complicazioni possibili, sulla lunga degenza in ospedale. Gli aspetti medici della preparazione al trapianto di midollo osseo vengono gestiti dall'ematologo, che per decidere valuta l'et del paziente, le sue condizioni fisiche, la diagnosi e lo stadio della malattia. Prima del trapianto il paziente dovr effettuare una serie di esami. Circa due settimane prima del trapianto gli verr inserito un catetere venoso. Una settimana prima della data prevista per il trapianto sar ricoverato in camenra sterile per essere sottoposto a un trattamento di condizionamento al trapianto. Quali sono gli esami da effettuare prima del trapianto? Generalmente, prima di un trapianto di midollo osseo, donatore e ricevente vengono sottoposti a una serie di analisi di laboratorio. Sar l'ematologo a stabilire quali esami andranno effettuati. Ecco un elenco di massima. Per il donatore e per il ricevente: Azotemia-Glicemia-Creatininemia-GOT-GPT-Sideremia-NaK-CPK-LDH-Bilirubina Marcatori epatite (HAV, HBV, HCV) Gruppo sanguigno, Fattore Rh, Fenotipo eritrocitario completo Emocromocitometrico completo e piastrine Colinesterasi e numero di dibucaina Dosaggio Immuniglobuline VES, PCR Quick-PTT-Fibrinogeno Complementemia (C3-C4) Elettroforesi proteine sieriche Reaz. Di Wassermann Anti HIV Toxotest Titoli antivirali (Herpes Simplex-Varicella- ZosterCitomegalovirus)

Esame urine completo e Bence Jones Elettrocardiogramma e visita cardiologica (con tracciato allegato) Radiografia del torace in duplice proiezione (allegare le lastre) Per le donne: Test di gravidanza Solo per il paziente: Spirometria con DLCO Ecocardio Che cosa il catetere venoso? Una o due settimane prima del trapianto al paziente viene applicato un catetere venoso centrale (CVC). Si tratta di un tubicino di materiale biocompatibile che viene inserito in una vena del collo generalmente in anestesia locale (raramente in anestesia generale). Il catetere ha una chiusura a vite: quando non in uso, pu essere chiuso e lasciato in sede, fino a quando non ce ne sar di nuovo bisogno. Il catetere consente di somministrare le terapie necessarie durante il trapianto, di infondere il midollo, di effettuare la nutrizione per via endovenosa, eliminando gli inconvenienti, spesso dolorosi, dei numerosi buchi nelle vene del braccio. Soprattutto per i bambini, ma anche per gli adulti, il catetere risulter molto comodo e pratico. Il catetere deve essere disinfettato regolarmente; le prime volte gli infermieri o i medici del reparto insegneranno ai pazienti a provvedere essi stessi alla disinfezione. E' importante prendere confidenza con il catetere, che andr tenuto diversi mesi. Il catetere non deve rappresentare una menomazione: non impedir di fare la doccia, il bagno in mare in estate e qualunque altra si desideri. Come va trattato il catetere venoso? Nel maneggiare il catetere occorre osservare alcune precauzioni: Non toccare mai il catetere con le mani ma solo con garze sterili imbevute di Citrosil. Prima di svitare il tappo chiudere l'apposita pinzetta, quindi togliere il tappo e durante il lavaggio conservarlo in una garza sterile imbevuta di Citrosil. Aprire la pinzetta e si aspirare dal catetere la soluzione di lavaggio residua e 5 cc di sangue per mezzo di una siringa sterile monouso. Con una nuova siringa effettuare il lavaggio iniettando nel catetere 10 cc di una soluzione eparinata preparata diluiendo in 100 cc di soluzione fisiologica 1 cc di eparina (5.000 unit). Quasi al termine dell'infusione della soluzione di lavaggio chiudere piano il catetere con l'apposita pinzetta e iniettare gli ultimi cc di soluzione di lavaggio facendo una lunga inspirazione. Richiudere quindi il catetere con il suo tappo.

Avvolgere l'estremit del catetere con garze sterili imbevute di Citrosil. Il tappo di riserva del catetere va conservato in una soluzione di Vesfene 32 ed eventualmente va sterilizzato con bollitura: la soluzione va cambiata ogni due giorni. Se durante l'infusione della soluzione di lavaggio si notasse una certa resistenza aspirare la soluzione e non iniettare per il rischio di eventuali coaguli presenti nel lume del catetere. In tal caso il catetere va rimosso. Medicazione: la cute intorno all'uscita del catetere va medicata con attenzione: consigliamo i soliti disinfettanti (Citrosil) e l'uso di una medicazione con garza sterile e cerotti. Come avviene il condizionamento al trapianto? Successivamente il paziente deve essere sottoposto a trattamenti di chemioterapia e/o di radioterapia destinati a distruggere il suo midollo malato o danneggiato. Questa fase del trattamento potr comportare debolezza e nausea. Il disagio potr esser attenuato con farmaci anti nausea. Come avviene il trapianto di midollo osseo? Uno o due giorni dopo la chemioterapia e/o la radioterapia il paziente viene sottoposto a trapianto. Il trapianto di midollo non una procedura chirurgica. Non avviene in sala operatoria bens nella camera del paziente. Le cellule staminali vengono infuse per via intravenosa come ogni altro prodotto del sangue. Durante questo trattamento il paziente viene controllato di frequente per accertare l'eventuale insorgere di febbre, brividi, reazioni cutanee o dolori toracici. A questo punto inizia l'attesa. Che rischi comporta il trapianto? Il rischio trapiantologico (mortalit da trapianto) si ridotto drasticamente negli ultimi anni. Una recente indagine, condotta su 22.906 pazienti sottoposti a trapianto di cellule staminali ematopoietiche negli ultimi 25 anni in Europa, ha rilevato che la mortalit da trapianto, che era del 41% prima del 1984 e del 32% tra il 1985 e il 1989, dal 1990 scesa al 25%. L'indagine rivela anche che la probabilit di successo superiore per pazienti trapiantati in fase precoce di malattia (il 44% a 10 anni dal trapianto) rispetto a quelli trapiantati in fase avanzata (il 26% a 10 anni). Questa la premessa per allargare l'indicazione a pazienti in fase sempre pi precoce di malattia.

Come avviene la produzione delle cellule del sangue? Le cellule mature del sangue hanno origine da cellule primitive, presenti nel midollo osseo, chiamate cellule staminali pluripotenti. Le cellule staminali pluripotenti producono altre cellule identiche a loro stesse: cellule staminali linfoidi e cellule staminali mieloidi. Tutte queste cellule hanno la capacit di riprodursi e di generare colonie di cellule che evolvono nei vari tipi di cellule mature del sangue.

Le cellule staminali linfoidi producono cellule che evolvono in linfociti (cellule T o cellule B). Le cellule staminali mieloidi producono cellule che evolvono negli altri leucociti (esclusi i linfociti), in eritrociti o in piastrine. Il processo di riproduzione e di maturazione delle cellule staminali regolato da alcune proteine, come le interleuchine e i fattori di stimolazione delle colonie. Queste determinano se una cellula staminale replicher se stessa o produrr colonie di cellule destinate a evolvere in cellule mature. Se questo meccanismo di regolazione si guasta, vengono prodotte troppe o troppo poche cellule staminali nel midollo osseo, con conseguenze sulla produzione delle cellule mature del sangue.

Chi pu donare? Per un paziente per cui indicato un trapianto di midollo osseo il donatore ideale un fratello (o naturalmente una sorella) compatibile. Purtroppo per solo nel 35 per cento dei casi i pazienti hanno un fratello o una sorella il cui midollo osseo sia perfettamente compatibile con il loro. Negli altri casi si pu reperire un donatore estraneo in uno dei registri internazionali di donatori di midollo osseo, oppure prendere in considerazione un trapianto non perfettamente compatibile o un trapianto autologo. Per accertare la compatibilit basta un prelievo di sangue venoso al donatore e al ricevente. Il sangue prelevato viene sottoposto a tipizzazione, ossia al rilevamento del sistema HLA (Human Leukocyte Antigen: impronta genetica dei globuli bianchi). Se il sistema HLA dell'aspirante donatore identico a quello del paziente il donatore perfettamente compatibile. Un trapianto possibile anche in presenza di lievi differenze nel sistema HLA tra donatore e ricevente. Per questo sempre utile eseguire la tipizzazione a tutta la famiglia. Anche i genitori o i figli hanno la possibilit di essere donatori idonei. Questo esame va fatto al pi presto, dopo che stata riscontrata la malattia, per avere il tempo, se necessario, di cercare un donatore estraneo. In cosa consiste la donazione di midollo? Quello che conta in un trapianto non in realt tutto il midollo ma le cellule staminali in esso contenute. Queste infatti, una volta infuse al paziente, migreranno nelle cavit delle ossa piatte e cominceranno a ricostituire le cellule mature del sangue. La donazione di cellule staminali pu essere effettuata con due diverse modalit:

mediante la donazione di midollo osseo mediante la donazione di cellule staminali periferiche. La scelta tra le due procedure viene effettuata dai medici a seconda della malattia del paziente, dell'et del donatore e delle sue condizioni cliniche. Dal punto di vista dell'attecchimento

entrambe le procedure si sono dimostrate molto valide ed efficienti. Come avviene la donazione di midollo osseo? Nel caso della donazione di midollo il donatore viene sottoposto ad una serie di accertamenti per ottenere l'idoneit all'anestesia generale: il midollo viene infatti prelevato in sala operatoria in anestesia, perch sarebbe altrimenti molto doloroso. Il prelievo viene eseguito con un ago dalle creste iliache posteriori, vicino all'osso sacro, da due operatori uno a destra ed uno a sinistra del donatore. Si fanno piccoli prelievi di sangue midollare, che viene raccolto in un apposito contenitore, pronto per essere infuso al ricevente. L'intervento dura circa 1 ora. Il donatore viene ricoverato il giorno prima e la degenza si prolunga per circa 3-4 giorni. Dopo il prelievo pu residuare dolore nella sede del prelievo o alla gamba per alcuni giorni. La quantit di midollo (cio di cellule staminali) che viene prelevata circa un millesimo del patrimonio totale. Questa piccola quantit si ricostituisce in qualche settimana. L'unico rischio di questo intervento quello relativo all'anestesia generale (valutabile in uno su 10.000-100.000). Vanno quindi valutate dall'anestesista eventuali controindicazioni alla anestesia. Come avviene la donazione di cellule staminali? Nella donazione di cellule staminali da sangue periferico al donatore viene praticata per 4 giorni una iniezione sottocutanea di G-CSF (Granulocyte-Colony Stimulating Factor) o fattore di stimolo per la crescita di colonie granulocitarie. Si tratta di una sostanza che noi normalmente produciamo per indurre la formazione dei globuli bianchi: stimola infatti la proliferazione dei precursori dei globuli bianchi nel midollo osseo. La somministrazione sottocute del G-CSF produce un aumento dei globuli bianchi da 4-5000/mmc a 40-50.000/mmc. Ogni giorno viene eseguito un emocromo per controllare che il numero dei globuli bianchi non superi il livello di 60.000. Tra il quarto e il sesto giorno il donatore viene sottoposto a leucaferesi, cio alla raccolta dei globuli bianchi tramite un separatore cellulare, presso il centro trasfusionale. Il procedimento analogo a quello per il prelievo di piastrine. Il donatore viene collegato a una macchina per la separazione delle cellule del sangue. Gli viene inserito un ago in ogni braccio e il sangue viene prelevato da una parte, fatto circolare nella macchina che ne estrae le cellule staminali e quindi reinfuso dall'altra parte. Il sangue pu anche essere prelevato e restituito al donatore attraverso un catetere. Il procedimento non doloroso e non sono necessari n il ricovero n l'anestesia generale. Occasionalmente pu provocare lievi giramenti di testa, sensazione di freddo, intorpidimento intorno alle labbra o crampi alle mani durante il prelievo. In questa forma di donazione un minimo rischio rappresentato dalla somministrazione del fattore di crescita, che in uso da una diecina di anni in pazienti emopatici e da tre anni in donatori sani e che fino ad ora non ha dato alcun problema. Durante la somministrazione di G-CSF si potr avvertire dolenzia ossea alle gambe e alla colonna vertebrale e, occasionalmente, cefalea. Questi sintomi scompaiono alla sospensione del trattamento. Il prelievo di cellule staminali periferiche pu essere deciso per

vari motivi. In alcuni casi pu essere utilizzato per aumentare il numero di cellule staminali ottenute mediante un prelievo di midollo osseo. In altri casi la ragione pu essere l'et del donatore. Come si diventa donatori? Per diventare donatori di midollo osseo basta rivolgersi a una delle molte strutture ospedaliere che aderiscono al programma nazionale "Donazione di Midollo Osseo", avviato nel 1989. A questo punto vienemessa in atto una procedura che consiste in una serie di passi successivi. In ogni momento di questo percorso possibile recedere dall'intenzione di donare il proprio midollo osseo. Registrazione Gli aspiranti donatori, preferibilmente di et compresa tra i 18 e i 35 anni, vengono sottoposti a una serie di controlli medici per accertare la loro idoneit alla donazione, in base alle caratteristiche richieste dalla legge trasfusionale italiana (legge 4 maggio 1990, n. 107) e relativi decreti attuativi per la donazione di sangue. In pratica viene accertato che non siano affetti da gravi malattie infettive. Questi controlli verranno ripetuti subito prima di un eventuale prelievo di midollo. Tipizzazione Per i candidati idonei viene effettuata la tipizzazione HLA. L'esame viene eseguito da laboratori specializzati su una piccola quantit di sangue periferico, prelevato anche non a digiuno. I dati genetici cos accertati vengono memorizzati nel registro nazionale di donatori di midollo osseo e confrontati con quelli dei pazienti in lista d'attesa. Compatibilit di primo livello Nei casi in cui, a questo primo livello, viene riscontrata compatibilit con un paziente in lista d'attesa, gli aspiranti donatori vengono nuovamente contattati e sottoposti a ulteriori prelievi allo scopo di eseguire indagini genetiche pi approfondite. Compatibilit completa Per accertare definitivamente la compatibilit tra donatore e paziente viene effettuata la cosiddetta "prova crociata". Se questa rivela una buona compatibilit tra donatore e paziente, il donatore viene sottoposto a una visita medica per controllare il suo stato di salute al momento del prelievo. Prelievo del midollo L'aspirante donatore che ha superato tutte queste fasi viene ricoverato inospedale. Qui, sotto anestesia, gli viene prelevata una piccola quantit dimidollo osseo (circa un millesimo del patrimonio totale) per mezzo di un ago inserito nelle creste iliache posteriori. L'intervento dura circa un'ora e richiede tre o quattro giorni di degenza. La quantit di midollo prelevata si ricostituir in qualche settimana. Non tutti gli aspiranti donatori arrivano alla fine di questo processo: alcuni non vengono mai chiamati perch i loro dati genetici non coincidono con quelli di alcun paziente in lista d'attesa; altri non superano le indagini genetiche successive.

I dati dei donatori che hanno raggiunto l'et di 55 anni vengono rimossi dal registro. Dopo il trapianto contenuto A casa! contenuto

La consulenza genetica per lidentificazione di patologie genetiche


La consulenza genetica in questo ambito deve portare un individuo o una famiglia a:

comprendere le informazioni mediche che includono la diagnosi, la prognosi ed il trattamento medico se disponibile capire il modo in cui lereditarieta contribuisce alla malattia ed il rischio di ricorrenza nei familiari capire quali sono le alternative disponibili per affrontare il rischio di ricorrenza scegliere una serie di opzioni appropriate dal punto di vista del consultando realizzare il migliore adattamento possibile alla malattia genetica del familiare affetto e/o al rischio di ricorrenza della malattia

A differenza di altri esami di laboratorio, i test genetici presentano alcune caratteristiche che li rendono diversi da tutte le altre indagini in campo medico. Per questa ragione la consulenza genetica riveste un ruolo fondamentale nella divulgazione di informazioni cos importanti nella vita personale degli individui e delle famiglie. Infatti: - I test genetici possono evidenziare rischi di future patologie ma questi rischi sono teorici e non costituiscono la certezza di ammalarsi che si manifesta solo con la comparsa della malattia. - I risultati del test possono evidenziare problemi riguardanti il futuro stato di salute di parenti di chi si sottopone al test, anche se in buona salute al momento delle analisi (ad esempio nelle malattie ad esordio tardivo). - I soggetti che, senza esserne affetti, risultano essere a rischio di ammalarsi di una carta patologia genetica come a rischio per determinate malattie, possono andare incontro problemi psicologici, subire discriminazioni, incontrare difficolt nella vita di relazione, nell'accesso al sistema sanitario, al sistema assicurativo, al lavoro. - Per la maggior parte delle patologie genetiche non vi sono terapie efficaci, ma solo cure in grado di prevenire o ridurre alcune complicanze.

- I risultati spesso pongono la coppia di fronte ad opzioni che comportano scelte riproduttive e includono la diagnosi prenatale, la diagnosi preimpianto o preconcepimento, l'inseminazione eterologa, l'interruzione della gravidanza, l'adozione.

Tali opzioni possono essere in contrasto con i principi etici o la fede religiosa della coppia o a volta anche in contrasto con la legge del proprio paese. E importante ricordare che per tutti, indistintamente, vi il rischio di avere un figlio affetto da anomalie congenite o destinato ad ammalarsi di una malattia genetica. E il rischio genetico di specie, che nella specie umana calcolato essere pari al 3-4%.

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