Sei sulla pagina 1di 1

Confessioni di un editore di m...

a di Luigi Tarantino Sara Rania alias Kitsun - venerd 5 aprile 2013 Lebook in questione una piccola scoperta che val la pena di assaporare velocemente ma non troppo, bighellonando in due racconti inediti di tono quasi opposto. Confessioni di un editore di ma e Te lha detto Emma, parlano attraverso limmaginazione del salentino Luigi Tarantino, ma le due voci che ne escon fuori sembrano entrambe frutto di uno stralunato e allucinatorio salto nel vuoto. La prima quella di un editore un po cinico, o forse semplicemente troppo navigato per non conoscere a fondo alcuni orridi meccanismi che solcano il selvatico mondo delledizione a pagamento, la seconda quasi inesistente e appartiene a Don Rafeli, un personaggio quasi mitico dal glorioso passato, che trascorre le sue giornate a letto in bel palazzotto, lasciando allenergica moglie Emma, il compito di gestire la casa, la lingua e tutto il resto. E se nella prima storia a dominare lego spropositato del protagonista, intento a tracciare una beffarda e realistica caricatura dello sconfortante stato di una certa deriva imbastardita della letteratura, in quella successiva il Sud Italia che emerge e troneggia con le sue inarrestabili matrone, gli scugnizzi e le tradizioni popolari, in un tripudio di suoni, sensazioni e segreti che caratterizza lanima del meridione. Confessioni di un editore di merda di Luigi Tarantino - ebook 09 - Musicaos.it Nichilista dite? Qualcuno dice pure che sono comunista, mah.. fate voi, che volete che vi dica? Io non vorrei dirvi proprio nulla, che poi qualcuno comincia a parlare di anacronismo, di spazzatura della storia e via discorrendo. E forse e proprio quellanacronistico senso della storia che mi permette di essere ancora vivo, quel vagheggiamento, tutto giacobino, di poter erigere un giorno in piazza quel singolare strumento che monsieur Guillotin propose, con grande successo, alla Francia del 1789. Per le barricate e corse selvagge non ho pi le gambe, forse neanche il fiato, ma le gambe pi di tutto. E allora vi confesso candidamente che me ne starei in poltrona a sfogliare qualche giornale, a guardare quelle spudorate facce dei nostri governanti e poi accartocciare i fogli, immaginando di accartocciare i loro corpi in carne ed ossa come in una sorta di rito vudu. Qualcun altro mi chiedeva che lavoro faccio; un lavoro come tanti: faccio leditore. Sara Rania alias Kitsun Su Booksblog.it, 5 aprile 2013

Potrebbero piacerti anche