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Ciak! Rimozione?

I Film sulla Bomba


di Paolo Ceola

Se vi parlo di un uomo che precipita verso terra a cavalcioni di una bomba atomica e sventolando un cappellone da cowboy, a meno che non siate completamenti digiuni di cinema, avete capito a cosa mi riferisco. Stanley Kubrick stato, probabilmente, il pi grande confezionatore di icone della storia del cinema. Il finale di Dr. Strangelove , si parva licet, altrettanto carico di significato della rappresentazione della creazione delluomo (le dita di Dio e di Adamo che si sfiorano) nella Cappella Sistina o del piccolo Chaplin avvolto (o crocefisso) sulla ruota dentata in Modern Times. I concetti scaturiscono dalle immagini, e qui il concetto chiaro: la situazione atomica talmente fuori misura rispetto ai parametri umani che lunica chiave di rappresentazione e narrazione il grottesco. Gi la guerra normale, insomma quella non atomica, rappresenta una bella sfida per qualsiasi narrazione, tanto che in molti permane il dubbio che sia effettivamente possibile spiegare la guerra a chi non lha fatta o almeno vista da vicino. Ci malgrado dallIliade in poi le gesta belliche non hanno mai cessato di essere scritte, filmate, fotografate. Questo apparente paradosso si risolve pensando che lorrore respinge ed attira nello stesso tempo, la morte indescrivibile ma al contempo cibo quotidiano per ogni creatura sulla Terra, prima a livello di pensiero e poi, quando suona la campana, nella realt effettuale. La coscienza della morte, data e subita, proprio ci che ci fa esseri umani, quindi linenarrabile viene, in realt, narrato in tutte le salse. Insomma, la narrazione serve a rendere accettabile, e a volte (nel caso delluccisione inferta) appetibile, la morte perch ci conduce ad una forma di dominio (illusorio ma non per questo meno effettivo) su di essa. Il fatto per che questo meccanismo funziona se resta qualcuno a raccontare, prima, e ad essere il destinatario del messaggio, poi. La grande guerra nucleare desertifica fauna umana e non, paesaggio e tempi storici. Essa, essendo incommensurabilmente devastante, si potrebbe definire perfino una non-guerra, perfino non-umana, gi a partire dallenergia di cui si nutre che quella propria delle stelle. Davanti ad una guerra cos, non resterebbe che tacere, essendone capaci e rinunciare

al racconto. Oppure, come fa il regista americano, prendere il tutto, rivoltarlo come un guanto e ricoprirlo di uno sberleffo tragicomico. Kubrick prende in parola la sigla MAD (Mutual Assured Distruction, in italiano pazzo) e ne fa la cifra di narrazione del film, le cui vicende dovrebbero essere ben note. Convinto che i comunisti, oltre a minacciare il mondo libero, gli sottraggano i fluidi vitali, il generale Ripper invia una squadriglia di B52 a bombardare lURSS. I tentativi di far rientrare gli aerei saranno inutili: uno passer e colpir il proprio obiettivo, proprio con la bomba a cavalcioni della quale si immoler il pilota T.J. King Kong. Il film si chiude con una serie di esplosioni nucleari al suono di una dolce canzone. Uno strepitoso Peter Sellers interpreta ben tre ruoli, un compassato e sempre pi disperato ufficiale inglese di collegamento, il presidente americano e il Dr. Strangelove, consigliere militare del Pentagono e nazista ripulito, come svela il suo braccio meccanico che scatta autonomamente nel celebre salutoIl film non vuole far ridere, ma sogghignare: tutto larsenale, il caso di dirlo, del militarismo yankee viene sbeffeggiato senza piet. Tutta la situazione atomica assurda, nella teoria e nella prassi, e Kubrick la tratta di conseguenza, ben convinto che il grottesco sia lunica chiave interpretativa adatta. In effetti, a vedere la riuscita dei film seri sulla guerra atomica, non si fa fatica a dargli ragione. I vari On the Beach (nelle due versioni), Testament, The Day After, Threads: Nuclear War, When the Wind Blows (et similia), si basano sostanzialmente sullo stesso canovaccio. Si presuppone (senza spiegare il perch e il percome) che la tensione tra i due blocchi nucleari cresca a dismisura, con schieramenti di truppe, prime scaramucce e scontri aperti. La paura comincia ad insinuarsi nella vita quotidiana dei cittadini comuni (la visione dal basso tratto comune di tutti questi film) attraverso i comunicati sempre pi concitati

dei mass media. Alla fine la Bomba scoppia, con relativo saccheggio dei pochi filmati governativi di repertorio girati duranti i reali test.

A questo punto si illustra, con dovizia di particolari variamente lacrimevoli e macabri, come sia vero il detto i vivi rimpiangeranno i morti: mentre cade la pioggia di ceneri radioattive, tutti perdono i capelli, tossiscono sempre pi forte e perdono liquidi organici vari, si scatena lanarchia sociale, sopravvivono i pi forti e cattivi mentre soccombono bimbi, anziani e madri in quantit. Particolarmente sfortunate le giovani donne ancora avvenenti. Lintento di queste pellicole sostanzialmente comune, far passare il concetto che dalla Bomba non vi difesa n protezione e che, dopo, nulla sar come prima. Appare per abbastanza evidente il contrasto tra modalit narrative e autentico orrore di quello che effettivamente accadrebbe in caso di scambio nucleare massiccio: ne risulta un pietismo di maniera, con quel tanto di

consolatorio che ogni rappresentazione dellapocalisse, nucleare o per altra via, si porta dietro. Insomma lo spettatore non avvertito della reale natura della situazione atomica, problema che invece Kubrick si pose, pur risolvendolo nel totale sarcasmo. Certo non tutti i film citati si equivalgono in termini di qualit. I prodotti con lo zampino inglese, When the Wind Blows, Threads: Nuclear War e The War Game, si segnalano il primo per essere un cartone e gli altri due per essere docufiction per la TV, tutto sommato abbastanza pudichi e rispettosi della sensibilit dello spettatore, oltre che plausibili. Non per nulla sono targati BBC. Pi pomposi e stereotipati i prodotti americani. A parte The Day After , che fu un grande successo di pubblico pur non avendo nessuna qualit intrinseca, sono da ricordare Testament e On the Beach. Il primo nacque come film per la TV, ma fu portato anche sugli schermi e valse addirittura alla protagonista, Jane Alexander, una nomination allOscar. Ha molto in comune con linglese Threads: Nuclear War, narrando di una piccola comunit colpita marginalmente dal fallout nucleare, ma con conseguenze devastanti man mano che passa il tempo. Abbastanza pudico e distaccato, ha per laria un po troppo clinica e sociologica e, soprattutto, ha il finale scontato. On the Beach uscito in due edizioni, una del 59 a regia nientemeno che di Stanley Kramer, laltra , per la TV, del 2000. Lorigine un bel romanzo omonimo di Nevil Shute ma, come spesso accade al cinema, la trasposizione non funziona troppo. Vale la pena parlare solo del primo film, che allinea un cast spettacolare, Gregory Peck / Ava Gardner / Fred Astaire / Anthony Perkins. Il plot abbastanza originale: la guerra nucleare totale ha sconvolto lemisfero boreale, un sottomarino americano (Peck comandante) approda in Australia dove si aspetta larrivo della nube radioattiva. Conseguenze umane: amorazzo senza speranza tra Peck e Gardner, Fred Astaire, che fa lo scienziato, stavolta non balla ma guida macchine da corsa, Perkins, ufficiale della Royal Austrialian Navy, pensa tanto a moglie e figlia. Nessuno muove un muscolo, pur in presenza di una simile catastrofe incombente; il pi espressivo di tutti, in effetti, il sottomarino. Torniamo a ribadire che, quale pi quale meno, tutti questi film soffrono di una contraddizione insanabile: vogliono narrare realisticamente una situazione inenarrabile, lolocausto atomico; ovviamente ne esce una zuppetta simil horror che pu essere pi o meno digeribile ma comunque inadeguata.

Un discorso a parte meritano i documentari. Due titoli svettano su tutti, The Atomic Caf e Trinity and Beyond: The Atomic Bomb Movie, non solo per la pregevolezza intrinseca ma perch si integrano a vicenda, riuscendo a dare allo spettatore unidea compiuta e a volte sorprendente dei primi passi dellera atomica, sia dal punto di vista scientifico che politico-sociologico. The Atomic Caf una lunga carrellata attraverso spezzoni di cinegiornali, filmati di propaganda, pubblicit tutti girati in piena guerra fredda allo scopo di preparare la popolazione ad uno scontro nucleare con lUnione Sovietica, tranquillizzarla in merito agli effetti di esplosioni sul suolo americano e assicurarla sulla continuit, superiorit ed eternit dellamerican way of life. Gli effetti sullo spettatore sono a dir poco stranianti e raggelanti. Non c forse miglior esempio di colonialismo del discorso che un ufficiale fa agli abitanti dellatollo di Bikini per informarli che, per il loro bene, saranno trasferiti in unaltra isola. Vedere i poveri isolani fare ciao ciao, sorridendo incerti, alle loro vite passate fa stringere il cuore. Si ride anche amaro, beninteso: negli anni 50 andava molto di moda la canzoncina Duck and Cover (Abbassati e copriti) onde insegnare ai bambini a proteggersi dallesplosione nucleare rifugiandosi sotto i banchi, o indossando maschere fatte in casa o chiudendosi in raffazzonati rifugi domestici, per salvarsi senza probleminon una parola su quel che si sarebbe trovato alluscita, a guerra finita. Insomma, una societ del tutto incapace di fare i conti con la realt, in una parola del tutto schizoide. E, ancora una volta, si sarebbe tentati di dare ragione in toto a Kubrick: come si pu trattare seriamente una simile situazione? Trinity and Beyond: The Atomic Bomb Movie presenta alcuni tra i pi importanti esperimenti che nel decennio 45 55 posero le basi dello spettacolare accrescimento dellarsenale nucleare americano. Le bellissime immagini rendono ancora pi acuto lo sconforto dello spettatore, che ha precisa sensazione di assistere allaccrescimento, quasi

fosse un gigantesco frattale, di una macchina di distruzione che si autoalimenta, grazie alla sinergia tra politica, mondo militare e ambiente accademico e la cui giustificazione risiede nel mero fatto di esistere. Si pu essere tentati insomma di affermare che il linguaggio documentaristico stato pi efficace, rispetto ai film di finzione, rispetto al problema di illustrare la situazione atomica. Il fatto per che, al di l del carattere tutto sommato elitario del documentario, noi siamo alla ricerca della catarsi: il pubblico cerca lemozione, ed mosso essenzialmente dal sentimento. Specialmente di fronte ad un fenomeno inestricabilmente razionale/irrazionale come la guerra. Dobbiamo dunque considerare finita la ricerca, ed assegnare al Dr. Strangelove la palma di miglior film in assoluto sulla Bomba? Prima di sciogliere lenigma, vale per la pena di aprire una piccola parentesi. In un certo senso, tutti i film di cui abbiamo parlato (con la significativa eccezione di Kubrick) trattano la situazione atomica con una visuale ex post: che succede una volta che la Bomba scoppiata? Da qui, abbiamo detto, la loro frequente inanit e incapacit ad assolvere un compito troppo gravoso. Ma stato prodotto anche qualche buon film con una visione ex ante: che cosa potrebbe produrre uno scontro nucleare? Solitamente la narrazione si ferma o un attimo prima dellirreparabile o dopo lo scambio dei primi colpi, lasciando il resto allimmaginazione dello spettatore. Per quanto riguarda i responsabili dellescalation verso il disastro, ci si spartisce equamente tra comandanti militaristi, come in Crimson Tide e nel bellissimo The Bedford Incident (con un grande e bastardissimo Richard Widmark, comandante di un cacciatorpediniere impegnato in una caccia personale e paranoica con un sottomarino russo) e macchine che sbarellano, con gli umani cui tocca metterci una pezza decisiva, come nellingiustamente sottovalutato K 19: The Widowmaker (che porta pur sempre la firma dellOscar K. Bigelow) e nellingiustamente sopravvalutato WarGames.

Occorre anche dare conto di almeno un paio di pellicole che partono dal presupposto non dello scoppio della Bomba, ma della sua mera presenza per narrare una storia delle conseguenze che ne derivano, sul piano umano e su quello politico istituzionale. Il sacrificio che d il titolo a Offret di Tarkovskij quello che il protagonista offre al momento dellannunciato scoppio di una guerra nucleare: rinuncer ad ogni avere pur di salvare i propria cari. La notizia risulta falsa, ma egli si sente moralmente obbligato a mantenere la promessa, e appicca il fuoco alla sua casa, finendo per essere considerato pazzo. La Bomba come vertice della suprema hubrys delluomo, votato al continuo accumulo di beni e altre vite da sfruttare e consumare. A rompere questa logica autodistruttiva occorrono gesti di sapore francescano, radicali e definitivi. Seven Days in May (rifatto come The Enemy Within molti anni dopo) passa dalla dimensione esistenziale a quella politica. A seguito di un accordo di disarmo nucleare stipulato con lUnione Sovietica, il Presidente degli Stati Uniti e la democrazia stellata subiscono un tentativo di colpo di stato da parte di alcuni generali. Il complotto sar sventato, ma il film molto efficace nel ricordarci il peso del condizionamento dellestablishment militare sulle moderne democrazie. La nostra rassegna potrebbe concludersi qui, se non fosse per un film che riteniamo il film della Bomba, lunico che contrasti con il titolo dato al saggio. La satira di Dr. Strangelove una forma di rimozione, e a maggior ragione la finta seriosit di tutti gli altri film? Crediamo di s. Se per gli altri film possiamo parlare, oltre che di rimozione, di falsa coscienza, forse per lopera di Kubrick dobbiamo parlare di una sorta di inadeguatezza, una specie di autoinganno che il regista si infligge: la ragione di ci, e qui sta il punto di tutta la questione, che se si vuol parlare della situazione atomica della dissuasione che si deve parlare, non della distruzione dellumanit. Su questultima possibile (e lecito, e forse lunico modo) utilizzare il lato nero della commedia, ma sulla dissuasione no. Sulla dissuasione possibile (e lecito, e forse lunico modo) utilizzare la chiave espressiva drammatico-realistica. La dissuasione una cosa troppo seria per lasciarla a (certi) registi. Fail Safe lo fa, Lumet riesce dove fallisce (pur girando un capolavoro assoluto) Kubrick.

Apparentemente i due film sono gemelli. Girati nello stesso 19641, originati da due libri molto simili, fu solo grazie ad una causa legale che Kubrick ottenne di uscire per primo; e vi fu anche unaccusa di plagio da parte di uno degli autori dei romanzi originali verso laltro. Naturalmente la trama , nellessenza, la stessa: un errore scatena i bombardieri americani verso LUnione Sovietica; impossibile fermarli e lirreparabile accade. Ma in Kubrick lerrore e la follia sono umani, in Lumet sono le macchine e il sistema a fallire. Le somiglianze

finiscono qui. Nel film di Kubrick le bombe scoppiano a ripetizione, con sottofondo di una dolce canzone, e, potremmo dire, non ci resta che amaramente ridere della natura umana. In Fail Safe, dopo la distruzione di Mosca, il Presidente americano offre in cambio il sacrificio di New York, ordinata da lui stesso, per ristabilire lequilibrio, la fiducia e la comunicazione tra i due schieramenti contrapposti. Ecco perch il film di Lumet un film sulla dissuasione, cio sulla vera natura e ragion dessere della Bomba; perch un film politico, mentre quello di Kubrick una commedia grottesca; perch Fail Safe ci fa capire di pi della guerra (atomica e non, basta seguire i dialoghi del film per capirlo), pur inquietandoci di pi, di quanto non faccia Kubrick, che non fa che ribadirci quel che gi sappiamo, cio che luomo pu essere folle. Lumet
Fail Safe venne inutilmente rifatto, per la TV, nel 2000; inutilmente nel senso che non venne cambiata una virgola rispetto alloriginale, a parte lultimo appello al pilota che viene lanciato dal figlio invece che dalla moglie. Per quanto riguarda la regia, Frears non Lumet
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ci dice, anche e invece, che luomo, attraverso il delitto e lespiazione, pu evolvere. Per Kubrick il nemico siamo noi, e non vi nulla da fare. Per Lumet in nemico siamo noi, e se lo riconosciamo possiamo salvarci.

Filmografia
By Dawns Early Light (Alle prime luci dellalba), J. Sholder, 1991 Countdown to Looking Glass, F. Barzyk, 1984, L.&B. Productions Film TV Crimson Tide (Allarme rosso), T. Scott, 1995. Dr. Strangelove, or How I Learned to Stop Worrying and Love the Bomb, (Il dottor Stranamore, ovvero come imparai a non preoccuparmi e ad amare la bomba), S. Kubrick, 1964 Fail Safe (A prova di errore), S. Lumet, 1964 Fail Safe (A prova di errore), S. Frears, 2000, Film TV Hachigatsu no Kyoshikyoku (Rapsodia in agosto), A. Kurosawa, 1991 K 19: The Widowmaker (K- 19), K. Bigelow, 2002 Offret (Sacrificio), A. Tarkovskij, 1986 On the Beach (Lultima spiaggia), S. Kramer, 1959 On the Beach, R. Mulcahy, 2000, Film TV Seven Days in May (Sette giorni a maggio), J. Frankenheimer, 1964 Testament, L. Littman, 1983, Film TV The Atomic Caf, J. Loader, K. Rafferty, P. Rafferty, 1982 The Day After (Il giorno dopo), N. Meyer, 1983 The Bedford Incident (Stato dallarme), J. B. Harris, 1965 The Enemy Within (Voglia di potere o Complotto alla Casa Bianca), J. Darby, 1994 The War Game, Peter Watkins, BBC, 1965, Doc Threads: Nuclear War, B. Hines, 1984 BBC, Film TV Trinity and Beyond: The Atomic Bomb Movie, P. Kuran, Visual Concept Entertainment, 1995, Doc WarGames (Wargames Giochi di Guerra), J. Badham, 1983 When the Wind Blows (Quando soffia il vento), J. Teru Murakami, 1986

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