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COMUNICAZIONE E

DOCUMENTAZIONE NELLA SCUOLA

a cura di Marina Rapalo - Giovanna Ivan Santoro

1) LA COMUNICAZIONE
L'autonomia organizzativa e didattica attribuita alla singole istituzioni scolastiche, assegna ad esse il compito di elaborare il Piano dellOfferta Formativa, con la partecipazione di tutte le componenti e in collegamento con il territorio. (v. Regolamento dellAutonomia). Ci comporta la necessit sia di attivare un sistema di comunicazione e di relazioni con altre istituzioni, utenti e realt del territorio, sia di produrre e diffondere documentazione per coinvolgere i soggetti interessati nella progettazione ed erogazione del servizio e per dare visibilit e TRASPARENZA 1 a ci che si fa. Considerati i molteplici aspetti della Comunicazione, e l'impossibilita di trattarli tutti in questa presentazione, abbiamo preferito non entrare nel merito degli ambiti socio-psicologici (rif A.Araneo" Il Pensiero distorto" Percorso Operativo n 2 - Scheda 2/5) del tema, per concentrare l' attenzione su alcuni aspetti organizzativi e relazionali, pur nella convinzione che anche di questi possibile dare in questa sede solo alcuni cenni. Ci premesso, possiamo dunque definire la comunicazione scolastica come un insieme di attivit e comportamenti di tipo relazionale che il singolo istituto scolastico pone in essere per raggiungere gli obiettivi istituzionali e sociali programmati nel P.O.F., In quest'ottica, la COMUNICAZIONE2, sia interna che esterna, non un aspetto secondario della vita dell'organizzazione, bens lo strumento per - operare nel territorio, - costruire rapporti in coerenza con la propria MISSIONE,3 - individuare bisogni ed aspettative cui necessario dare risposte qualificate,

1 TRASPARENZA Chiarezza di intenti e di comportamenti. Per la Pubblica amministrazione, essa garantita dalla legge 7.8.1990 n. 241, che regola visibilit, conoscibilit, comprensibilit, accessibilit degli atti.. 2 COMUNICAZIONE La comunicazione tra due o pi soggetti, un fenomeno sostanzialmente complesso in quanto interagiscono in esso componenti non sempre chiare e definite che caricano di significati inespressi il messaggio trasmesso. Si tratta di alcuni fattori variabili della comunicazione quali: l'ambiente, lo scopo, il codice, gli atteggiamenti che condizionano la corretta comunicazione tra emittente e ricevente. Un messaggio riesce a raggiungere il destinatario senza deformazioni, se non subisce interferenze. Per questo chi trasmette deve usare un codice che definisca regole interpretative conosciute e condivise dal destinatario e tenere sotto controllo continuamente l'intero percorso di trasmissione e accertarsi che il messaggio sia stato ricevuto correttamente nella forma e nel merito (feed-back). 3 MISSIONE Funzione morale e sociale che la scuola assume in risposta al mandato istituzionale ed ai bisogni rilevati tra gli utenti e nel territorio e che si traduce in compiti operativi. 1

conoscere il livello di SODDISFAZIONE DEGLI UTENTI 4 in relazione al servizio erogato, - cogliere nuove opportunit di crescita e di utilizzazione delle risorse esterne in forma di collaborazione cooperativa, - attivare percorsi formativi qualificati, - diffondere conoscenza di quel che la scuola fa, - impartire istruzioni di lavoro. In quanto orientata ad una molteplicit di obiettivi, la Comunicazione inserita nell'esperienza quotidiana di tutti gli operatori, in particolare del Dirigente Scolastico e di tutte le principali funzioni direttive che dovrebbero, a nostro avviso, orientarsi verso quattro aree prioritarie dintervento: relazioni tra persone, enti, istituzioni; comunicazione interna ed esterna; gruppi operativi, rete -

Gestire le relazioni .
Per costruire rapporti positivi di interazione allinterno della scuola e tra scuola e societ, pi che istituire un apposito ufficio sul modello degli U.R.P ( Uffici Relazioni con il Pubblico), che in molti casi non sono serviti ad avvicinare i cittadini alle istituzioni, pensiamo che sia necessario implementare un sistema integrato di comunicazioni, relazioni, documentazione ed informazione, in grado di sollecitare la PARTECIPAZIONE 5 e favorire il consolidarsi di un clima collaborativo in cui le varie prospettive culturali possano incontrarsi e fondersi. Il clima organizzativo, le relazioni interpersonali e lo stile gestionale di una scuola influenzano notevolmente la motivazione del personale che deve trovare nellambiente di lavoro le spinte giuste per investire le risorse di cui dispone, il proprio entusiasmo e la propria creativit in un processo di cambiamento e di innovazione. Le nuove modalit operative richieste dallautonomia comportano per il personale della scuola molteplici occasioni di interazione tra una pluralit di soggetti. In tutti i casi, uno stile relazionale, improntato all' affettivit, cordialit ed attenzione verso gli interlocutori, garantisce in buona parte il successo di ogni attivit. Anche la gestione della classe e della didattica va rivisitata secondo criteri di flessibilit relazionale ed organizzativa che consentono di dare risposte ad attese a situazioni differenziate1, (sollecitare la condivisione degli i obiettivi, costruire insieme i percorsi didattici, concertare modalit di gestione dei tempi e dell'ambiente classe). Le tecniche e le scelte strategiche, le metodologie didattiche, sono elementi innovativi caratterizzanti che incidono positivamente sulla soddisfazione degli studenti e sulla loro motivazione allo studio.

Gestire la comunicazione interna ed esterna.


Per migliorare lofferta formativa e per attuare un POF rispondente ai bisogni dellutenza ed alle attese del territorio, la scuola dovrebbe fare appello a tutte le risorse disponibili al proprio 4 SODDISFAZIONE DELL' UTENTE E' la condizione del destinatario del servizio che si riconosce pienamente in quel che gli viene offerto ed ' l'obiettivo prioritario dell'attivit di una scuola che opera in qualit. Tutta la strategia della dirigenza scolastica deve esser orientata a questo risultato, che l'effetto delle modalit di lavoro nella scuola, della sua organizzazione e del suo modo di rapportarsi con i suoi interlocutori. 5 PARTECIPAZIONE La Direttiva governativa del 27/1/94 indica la Partecipazione tra i principi cui deve essere improntata l'erogazione dei servizi. Gli altri principi sono: Eguaglianza, Imparzialit, Continuit, Diritto di scelta, Efficacia, Efficienza.
1 (Stipek d.s. La motivzine nellapprendimento - SEI, Torino, 1996

interno, superando la vecchia divisione tra area didattica ed area amministrativa, e utilizzare tutte le potenzialit offerte dal territorio attraverso accordi di Rete tra scuole, Protocolli d intesa con Enti ed altre Istituzioni, Convenzioni di collaborazione esterna. In questo scenario la comunicazione diventa un fattore centrale di cambiamento in grado di facilitare il rapporto tra soggetti diversi, di favorire la loro convergenza su obiettivi formativi comuni, di coinvolgere nuovi attori nel processo educativo. Saper comunicare, saper scegliere le modalit di relazione ed i messaggi sulla base delle diverse tipologie di destinatari, adottare metodi di lavoro innovativo sono condizioni di successo per un buon posizionamento della scuola nel territorio. Per rispondere a criteri di qualit, il servizio di comunicazione, che deve essere parte integrante della strategia dell'istituto, richiede precise esperienze e competenze professionali, nonch comportamenti compatibili con i fini della scuola, ma soprattutto disponibilit personale a spendersi in unorganizzazione in cui ci si riconosce e di cui si condividono le scelte. Poich le risorse umane disponibili rappresentano il vero vantaggio competitivo di una scuola diventa prioritario conoscere e valorizzare le competenze disponibili e pianificare lacquisizione di quelle necessarie e non possedute dal personale attraverso lattivazione di percorsi di formazione mirati e lo sviluppo e la circolazione di informazioni, conoscenze e competenze allinterno di essa. Le competenze socio-relazionali dei docenti che ricoprono la funzione di Figure Obiettivo, devono essere messe in campo e valorizzate per gestire la comunicazione e le relazioni interpersonali, condurre produttivamente i gruppi di lavoro, coinvolgere gli altri operatori scolastici, gli studenti, i genitori e tutti i soggetti interessati a partecipare alla vita della scuola, prevenire eventuali conflitti o risolverli. Risulta, pertanto, fondamentale Progettare, ( Ghiaroni: Nella scuola per progettare e Flesca: La Qualit come elemento trasversale. Per strumenti di progettazione si rinvia inoltre alla nostra sezione di "Percorsi Operativi") realizzare e gestire attivit di comunicazione in senso strategico. In questa prospettiva la Direzione, soprattutto, chiamata ad elaborare un proprio Piano di Comunicazione trasversale a tutti i PROCESSI6 in cui si articola il servizio. Devono, poi, essere definite le PROCEDURE7, fissati tempi, assegnate le risorse. Infine, per assicurare il raggiungimento degli obiettivi, devono essere stabiliti ambiti, tempi, modalit per il controllo di efficacia e di efficienza. Un'attenzione particolare nella elaborazione del Piano deve essere riservata alla individuazione dei destinatari e della natura dei messaggi .

6 PROCESSO Sequenza logica di attivit che consentono di trasformare dei dati in ingresso in un risultato e che sono legate dal principio del fornitore e del cliente sia nelle relazioni interne che in quelle esterne. Si tratta cio di attivit integrate tra loro in cui ogni funzione della scuola, considera il destinatario del suo lavoro come il proprio cliente, ossia come colui che deve essere soddisfatto della qualit di ci che gli viene fornito. Stesso principio regola il rapporto con gli studenti, con i genitori e con il territorio. 7 PROCEDURA Modalit definita per svolgere determinate attivit. Normalmente scritta ed indica: scopo, campo di applicazione, cosa deve essere fatto e da chi, materiali, mezzi e documentazione che devono essere utilizzati, e modalit di controllo. 3

Per quanto riguarda i destinatari della comunicazione va stabilito se sono soggetti : istituzionali, pubblici, interni alla scuola, utenti diretti utenti indiretti. Quanto ai messaggi, invece, per qualificarli in base ai destinatari e per semplificarne la gestione, potrebbero essere articolati in tre categorie: dovuti: informazioni in ottemperanza di norme, atti, convenzioni; attesi: informazioni che gli utenti si aspettano da una scuola che gestita democraticamente e che cura il rapporto con i destinatari del suo servizio; utili: informazioni che aiutano a conseguire i risultati previsti.

Comprendiamo le difficolt del cambiamento e in particolare la delicatezza dei compiti che ricadono sui docenti figure obiettivo: gli strumenti e le modalit di interazione, di comunicazione e di documentazione non formalmente definiti, sono tutti da costruire e dipendono dalle risorse e dalle competenze professionali di cui ogni scuola dispone oltre che dagli orientamenti deontologici e valoriali espressi dal personale che in essa opera. Per questo suggeriamo la politica dei piccoli passi nell'ottica del Miglioramento Continuo rispetto al quale intendiamo offrire un contributo di riflessioni e di supporti operativi.
N.B. A supporto del lavoro di progettazione delle attivit di comunicazione, rinviamo al Precorso Operativo n 1 nella sezione "Percorsi Operativi", che suggeriamo di adottare ed eventualmente adattare ai propri bisogni.

2) GESTIRE UN GRUPPO: NUOVO MODELLO ORGANIZZATIVO


Il successo di tutte le attivit dipende dal grado di coinvolgimento delle risorse disponibili e dalla capacit di attivare e gestire opportuni canali di comunicazione e nuovi modelli di organizzazione del lavoro, aperti anche ad apporti culturali esterni, per permettere il superamento delle vecchie logiche individualistiche e gerarchiche; far posto a forme di relazioni consortili e di collaborazioni cooperative. Il gruppo di lavoro non pi una forma spontanea di collaborazione su base volontaria, bens un elemento strutturale dell'organizzazione scolastica, di tipo collaborativo ed integrato, interno alla scuola oppure allargato a rappresentanze esterne, per la realizzazione di progetti in cui tutta la comunit scolastica si esprima e si riconosca. Con l' espandersi dell'attivit progettuale, nella scuola si verificata un' esplosione di gruppi di lavoro, ma non sempre essi sono riusciti a produrre lavori di gruppo. E' mancata, infatti, la consapevolezza del tempo come risorsa, del lavoro dei singoli docenti come attivit organizzativa e gestionale e non solo creativa a livello individuale, del lavoro di gruppo come fattore di crescita culturale e di incremento della produttivit. Per troppo tempo le pareti delle aule hanno rappresentato una barriera e consolidato nel tempo la pratica del lavoro individuale cosicch solo in tempi recenti si comincia a comprendere l'importanza di creare forme di relazione interpersonale, di operare in equipe, di gestire le dinamiche di gruppo sulla base di precise regole di funzionamento che riguardano sia la conduzione che le modalit di interazione. In questa sede ci soffermeremo su due aspetti della vita di un gruppo che a noi sembrano nodali: relazione e organizzazione. 1 - Sul piano relazionale, "la Comunicazione la variabile che sorregge e governa lintero processo evolutivo da gruppo a gruppo di lavoro e guida il percorso dallinterazione allintegrazione.2 Perch ci sia una produzione collettiva necessario che si verifichino alcune precise condizioni: 1 condivisione degli obiettivi interazione reciproca consapevolezza del gruppo come entit che trascende i singoli disponibilit alla negoziazione e alla mediazione. Solo un insieme di relazioni collaborative incrociate consente di armonizzare gli obiettivi personali con quelli del gruppo e di trasformare i bisogni e le competenze dei singoli in ricchezza collettiva. Il lavoro di gruppo, infatti, non la somma dei singoli contributi, ma il risultato della gestione corretta delle due variabili che ne caratterizzano la vita:

l'orientamento all'obiettivo l'orientamento alla relazione.


Esse costituiscono due fattori di qualit che consentono: l'uno di ottenere un prodotto (EFFICACIA8),

2 Nota bibliografica- G. Quaglino-S Casagrande: Gruppo di lavoro lavoro di gruppoCortina editore Azzarate, 1997 pag.149 1 Nota bibliografica- D. Cristianini- M. Spinosi : le Funzioni Obiettivo- Tecnedid, Napoli1999

8 EFFICACIA E' il raggiungimento dei risultati previsti, misurabili in termini di livello formativo e soddisfazione degli studenti e di tutti gli altri utenti.

l'altro di attivare un processo produttivo in grado di garantirlo senza dispendio di risorse (EFFICIENZA9). 2 - Sul piano gestionale la produttivit del lavoro di gruppo pu essere facilitata dall'adozione di precise modalit organizzative e in particolare da regole, che garantiscano a tutti il diritto di partecipare, di sprimersi e di dare il proprio contributo; organizzazione processuale, articolata in fasi, prodotti, compiti e tempi di lavoro; strumenti di supporto che ne facilitino la gestione. Determinante per la produttivit del gruppo la funzione del leader, che deve essere vissuta come risorsa e le cui competenze di guida, di mediazione degli inevitabili conflitti e di gestione di risorse umane al servizio del compito, si risolvono a vantaggio di tutti. Leader non si nasce ma si pu diventare sulla base dei propri valori, della capacit di relazionare con il gruppo e di gestire positivamente le situazioni con flessibilit. In una organizzazione complessa come quella dell'autononomia scolastica, la leadership non pu essere una prerogativa del Dirigente, ma deve essere allargata a tutte quelle figure che hanno la responsabilit di gestire attivit. E' auspicabile un profondo cambiamento culturale che consenta il passaggio da una leadership centrata sul capo ad una leadership centrata sui gruppi in cui chi coordina non decide per tutti, ma si fa garante dell' attuazione delle decisioni prese collegialmente; non lavora per tutti, ma sa esercitare il potere di delega e di controllo. Quei Dirigenti scolastici apprensivi e diffidenti che non hanno fiducia nei loro collaboratori e nelle competenze del proprio personale e che si sostituiscono ad essi nell'operativit quotidiana, sovraccaricandosi stoicamente di compiti non propri, non interpretano correttamente il proprio ruolo e non rendono un buon servizio alla costruzione di una scuola partecipata e collaborativa.
N.B. Per un approfondimento di tipo operativo si consiglia la consultazione del Percorso Operativo n 2 nella sezione "Percorsi Operativi"

Per ulteriori approfondimenti sulle modalit di esercizio della leadership si rimanda al testo di R. Dilts1

9 EFFICIENZA E' il rapporto tra risultati ottenuti e mezzi utilizzati per ottenerli, misurabili in termini di costi/benefici; ci implica anche la capacit di reperire, usare, mantenere e rinnovare le risorse in funzione degli obiettivi.
1 Nota Bibliografica - R. Dilts: "Leadership e visione creativa" - Guerini, Vignate, 1998

3) LA RETE
Se il gruppo di lavoro il modello operativo funzionale alla nuova realt della scuola autonoma, la Rete costituisce il modello organizzativo e relazionale per raccordare i vari gruppi operativi al proprio interno, per gestire relazioni e collaborazioni tra scuole, e tra scuole e territorio. Costruire una Rete significa creare il canale attraverso cui far circolare in tempo reale la comunicazione; accelerare il processo di produzione ed erogazione del servizio; ampliare l'area della collaborazione, del confronto e della fruizione delle esperienze. La metafora della rete esemplifica in maniera efficace sul piano organizzativo la realt che si intende definire, dove i nodi rappresentano i singoli gruppi che lavorano in condizioni di pariteticit; i LINK10 rappresentano i canali di comunicazione e di interattivit; la struttura evidenzia la possibilit di rapida circolazione delle informazioni. La scuola ha dunque l'opportunit di ridefinirsi come comunit di apprendimento in cui la collaborazione e la cooperazione sono le condizioni per costruire conoscenze ( Rif. Percorso Operativo n4, Studio di caso. La rete diventa cos l'estensione virtuale di aule, laboratori di ricerca, spazi aperti in cui costruire nuove forme di interazione. La Rete costituisce anche il mezzo telematico attraverso il quale si possono veicolare messaggi, immagimi, musica e quantaltro, al di l di ogni confine spaziale o temporale. Ogni scuola dovrebbe rendere disponibili postazioni di strumentazioni informatiche dislocate in ambienti accessibili per consentire a tutti gli operatori di cogliere opportunit di scambi, esperienze e apprendimento in gruppo e di impiegare la multimedialit nella didattica quotidiana. La Rete comincia ad essere utilizzata su vasta scala per le comunicazioni istituzionali, ma potrebbe trovare una maggiore applicazione nella comunicazione con le famiglie o tra alunni e insegnanti: ad esempio, si potrebbe utilizzare la posta elettronica per la correzione di prove di verifica di alunni assenti per periodi prolungati, per il sostegno e/o il recupero a distanza e per moltissime altre applicazioni, che la creativit degli insegnanti non mancher di trovare.. Altre interessanti opportunit offerte dalla Rete da sperimentare ai fini didattici sono il Forum, la Chat, la Videoconferenza. Forum e Chat Tra gli ambienti interattivi di gruppo i Forum sono spazi di dialogo scritto asincrono, e le Chat forme di discissione sincronica. In entrambi gli ambienti la comunicazione pu avvenire in forma libera, informale ed anonima, ragione per cui tanto praticata dai giovani. La scuola deve saper valorizzare ai fini dell'apprendimento questi orientamenti delle nuove generazioni e favorire la nascita di ambienti di discussione e di scambio di esperienze su tematiche condivise di rilevanza culturale, migliorando in tal modo, i contenuti e le forme del dialogo giovanile. Videoconferenza Anche la videoconferenza, che uno spazio allargato di comunicazione sincrona di tipo uni o bidirezionale a distanza, apre nuovi scenari soprattutto nella formazione dei docenti e nella pratica didattica. E' possibile ipotizzare nel prossimo futuro, ad esempio, lezioni su determinati temi svolte da un docente o corsi di recupero tenuti da una certa scuola e fruiti su tutto il territorio nazionale; oppure conversazioni tra studenti di scuole distanti tra loro su un tema comune.
N.B. Per un approfondimento di tipo operativo si consiglia la consultazione delle esperienze di attivit in Rete di alcune scuole nei Percorsi Operativi - Studi di caso.

10 LINK Legame - collegamento

4) LA DOCUMENTAZIONE L'informazione l'elemento portante delle societ democratiche avanzate, in quanto garantisce la conoscenza e la possibilit di operare e partecipare. Ci vale anche per un'organizzazione scolastica che della DOCUMENTAZIONE1 deve fare lo strumento per dare visibilit e trasparenza alla propria azione ( Legge 241/90; Carta dei servizi DPR 7/6/95). Per la scuola documentare un compito particolarmente difficile ed impegnativo, non tanto nellarea amministrativa, dove la conservazione dei documenti, contestualmente alla loro produzione, un fatto routinario, che avviene secondo modalit consolidate da tempo, quanto nellarea didattica. Qui necessaria uninversione di tendenza verso una maggiore concretezza ed una puntuale descrizione della realt, rispetto allastrattezza ed alla frammentariet che ha sempre caratterizzato la maggior parte del materiale prodotto. E' necessario, dunque, che nella scuola si radichi una nuova mentalit che concepisca la documentazione non pi come attivit burocratico-archivistica, bens come parte integrante del servizio scolastico che d valore aggiunto alla professionalit di tutti gli operatori in quanto la documentazione non fine a se stessa, ma strumento per lulteriore qualificazione professionale dei docenti.. La documentazione, infatti, un tempo ritenuta "museo dell'informazione", cio mera raccolta e archiviazione di documenti, oggi considerata, come afferma Paolo Bisogno1, una modalit organizzata per " far conoscere ci che stato fatto per poter fare" meglio..2 L'attivit di documentazione risponde a molteplici obiettivi: Conservazione della memoria storica dell'Istituto Diffusione e potenziamento delle conoscenze Supporto all'attivit di ricerca e sperimentazione Trasparenza contrattuale nei rapporti di Rete Supporto alla progettazione e alla pratica didattica Visibilit e testimonianza del servizio Raccolta di dati per la attivare azioni di miglioramento Ricerca di documentazione per accumulare competenze Strumento di valutazione dell'efficacia e dell'efficienza del servizio Il primo impegno della Scuola produrre la documentazione inerente alla progettazione, all'erogazione e al controllo del servizio formativo per dare concretezza, visibilit e trasparenza al proprio operato. A tutto il personale ed in particolar modo al Dirigente scolastico e alle Funzioni Obiettivo, spetta il compito di avviare nuovi comportamenti esemplari, producendo essi stessi la documentazione di tutte le decisioni e le attivit di cui sono responsabili, a partire dalla pianificazione delle proprio servizio, dai processi, dalle attivit e dai prodotti in cui esso si articola. Nella produzione dei documenti, specie per le procedure, unattenzione particolare dovrebbe essere dedicata alla preventiva definizione di un modello STANDARD 1, adattato alla peculiarit dei vari settori del servizio. 1 DOCUMENTAZIONE Registrazione delle attivit svolte con supporto cartaceo e/o informatico. La gestione dei documenti, dei dati, delle informazioni (sia di origine interna che di provenienza esterna) deve essere ordinata, controllata, sviluppata secondo precise e definite modalit, che consentano facilmente la loro emissione, il loro reperimento e la loro trasmissione a tutti gli interessati attraverso gli opportuni canali.
1 Bisogno Paolo 2 Idem M. Serra- Documentazione: una funzione obiettivo per tuttiin Le funzioni obiettivo, op.cit.

1 STANDARD

Tutto ci non esaurisce il compito di documentazione della Scuola. L'attivit di ricerca e di autoformazione del personale, il confronto con le esperienze di altre scuole, le soluzioni innovative didattiche e organizzative prodotte all'esterno vanno sostenuti con l'acquisizione costante di nuove informazioni, utilizzando soprattutto le potenzialit della rete telematica. Suggeriamo di organizzare e gestire con gli stessi criteri manageriali adottati per le altre attivit, un servizio apposito, che consenta di ottimizzare la raccolta e l'uso produttivo di tutta la documentazione disponibile e garantendone l'acquisizione, la circolazione e la conservazione. La documentazione risulta, pertanto, un'attivit complessa le cui fasi fondamentali sono: Raccolta Selezione Classificazione Archiviazione Diffusione di documenti al fine di consentirne l'utilizzazione.

Centro di Informazione e Documentazione


Per la raccolta e la conservazione dei documenti proponiamo listituzione di un Centro di Informazione e Documentazione (C:I:D), che disponga di mezzi tecnologicamente avanzati e sia gestito da personale dotato di specifiche competenze, al fine di offrire un servizio accessibile e fruibile da parte del personale, degli studenti, dei genitori e dei cittadini interessati. Il Centro deve essere collegato via Internet per consentire le ricerche in rete e il collegamento con altri Centri Territoriali di Documentazione come la BDP e i vari IRRSAE. Un documentalista della scuola ha una duplice funzione: documentarsi e documentare. Nella fase di raccolta delle informazioni necessario che egli sappia orientarsi tra la mole di informazioni di tipo cartaceo, ma soprattutto di quelle offerte dalla Rete via Internet,1 indirizzando la sua ricerca sulle tematiche pertinenti al bisogni della sua utenza. Pertanto deve essere in grado di Pianificare tutto il proprio Servizio, distinguendo preventivamente l'attivit di raccolta, gestione e conservazione della documentazione da quella di informazione e comunicazione. Per un orientamento nella selezione ed organizzazione del materiale documentario rinviamo alla proposta presentata nella nostra sezione "Percorsi Operativi. Per l'acquisizione delle competenze di documentarista rinviamo, invece, alle iniziative di formazione attivate dall'IRRSAE e dalla BDP.

Sono gli obiettivi cui devono tendere tutte attivit, definiti in termini di procedure e parametri di misura
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