Sei sulla pagina 1di 1

Venerd, 29 marzo 2013

le storie
Il desiderio di riscatto alimentato dallaiuto di educatori e sacerdoti Cos ci si prepara a una vita migliore

Non lasciatevi rubare la speranza. Con queste parole Papa Francesco ha salutato i ragazzi del carcere minorile di Casal del Marmo, dopo aver celebrato la Messa in Coena Domini. Dietro le sbarre i giovani reclusi alimentano un desiderio di rina-

scita. A Los Angeles come in Argentina (quasi alla fine del mondo), spesso anche chi non crede cerca un colloquio col sacerdote. Oggi, durante la via Crucis che si terr nel carcere di sicurezza di Rawson (Patagonia) saranno 50 detenuti a por-

tare a turno la Croce. Lincontro con Cristo quello che fa esultare di gioia Armand, che nella sua lettera a Papa Francesco racconta di come il tempo trascorso in cella gli sia servito a scoprire la fede. Si cerca il riscatto aprendosi allaltro e vi-

vendo uno spirito di comunit. A Bologna, da 14 anni, il teatro aiuta i ragazzi del "Pratello" a far emergere quelle qualit che non immaginavano di poter avere. Quando calcano il teatro dellistituto, non si sentono in carcere, ma liberi.

Noi, ragazzi del mondo Speranza oltre le sbarre


qui Los Angeles In carcere insegno la Bibbia e a superare le paure
DI ELENA MOLINARI

a Orange County Juvenile Hall, non lontano da Los Angeles, ospita 380 ragazzi dai 12 ai 18 anni, divisi in blocchi da 30 persone luno. Allinterno del carcere minorile c una scuola, nei cortili un campo da basket e una piccola aerea verde, dove praticare sport allaria aperta per almeno unora al giorno. Ufficialmente, il reverendo C.E. Losey da 13 anni offre ai detenuti servizio spirituale e studio della Bibbia a richiesta, ma il suo lavoro in realt difficile da definire. cappellano, consigliere, mediatore, amico, a volte genitore putativo dei minori che non ricevono visite. la persona disponibile, quasi 24 ore al giorno, ad ascoltare uno sfogo o a ricevere una confidenza. I ragazzi lo cercano, spiega, anche quelli che non si considerano religiosi, perch hanno capito che non l per puntare il dito contro nessuno. Sono qui per ascoltare e condividere. Non sono il giudice. Negli anni il reverendo ha messo a punto un approccio graduale nei confronti dei giovanissimi, che ha prodotto risultati. Il mio primo obiettivo spiega aiutarli a guardarsi allo specchio e a trovare qualcosa che possano amare. Non Padre Losey importa quello che hanno fatto: Di allOrange County solito non so neanche perch siano qui. Quello che conta che si Juvenile Hall: sentano liberi di parlare senza paura Non giudico di essere puniti, sapendo che c una persona che li accetta. ma ascolto Il passo successivo, e forse il pi e condivido difficile, aiutare i giovanissimi ad aprirsi. Moltissimi bambini, la esperienze maggioranza, crescono sicuri dellamore dei loro genitori continua padre Losey . Ma chi non pu fidarsi dei suoi genitori, come pu fidarsi di un altro adulto? Io cerco di dare loro qualcuno di cui si possono fidare. In un luogo dove per passare dal dormitorio alla cucina bisogna camminare con le mani dietro la schiena e dove ogni sera si viene perquisiti, fondamentale anche creare unatmosfera che non sia fatta solo di proibizioni, assegnando responsabilit e facendo piccole concessioni. Dobbiamo insegnare loro che le loro azioni hanno conseguenze, e che solo loro stessi possono cambiare la loro vita, dice Losey. Circa due terzi dei detenuti della Orange County Juvenile Hall, che ha un settore di alta sicurezza per i reati pi violenti, sono infatti in carcere per crimini legati alle gang e alla droga. Anche i pi giovani, che sono stati coinvolti nello spaccio dai fratelli maggiori. I pi piccoli non capiscono le conseguenze di quello che fanno, perch sono cresciuti senza modelli di comportamento, prosegue il reverendo, che di questo abbandono accusa la societ e la scuola, e soprattutto famiglie disfunzionali. La maggior parte ha genitori dipendenti da alcol o droga, in molti casi un genitore se n andato. Non c senso di identit, non c stabilit. Il nostro compito creare una struttura sulla quale costruire. Un lavoro che pu essere deprimente, quando i risultati non arrivano, ammette il cappellano. Ma che insegna anche a non aver paura dellinsuccesso. Se superi la paura di non farcela, arrivi al cuore di quello che facciamo, che la persona. E capisci che abbiamo tutti gli stessi timori: di essere respinti, giudicati, fraintesi.
RIPRODUZIONE RISERVATA

stizia minorile, di alcuni privati e presto anche la collaborazione della Fondazione Teatro Comunale di Bologna: Il nostro obiettivo afferma Billi costruire percorsi formativi rivolti a minori e a giovani adulti. E di arrivare a coinvolgere, entro il 2014, i ragazzi del carcere allinterno di una produzione del teatro comunale. Ma sono gi attori a tutto tondo, con un contratto a tempo determinato nelle due settiDI LORENZO GALLIANI mane in cui lo spettacolo viene messo in sceicono di non sentirsi in galera, quanna (non un saggio finale di corso sottodo preparano lo spettacolo. I ragazzi linea Billi ma unesperienza formativa e ladel Pratello, il carcere minorile di Bovorativa a tutti gli effetti). E molte volte chi logna, hanno un progetto e mille cose da faesce vuole continuare a lavorare con gli are: costruiscono il palco, realizzano le scemici rimasti dentro, per non perdere quel lenografie, mettono a punto costumi e scegame stretto sul palcoscenico. A maggio il prossimo apneggiature. In dieci, per sei ore puntamento, riservato alle al giorno nel periodo autunnaDa 14 anni il lavoro scuole superiori: andranno le. Prima di portare, con le 15 del regista Paolo Billi in scena i Dialoghi sulla rerepliche, circa 1500 spettatori algola, frutto di un laboralinterno dellistituto peniten unopportunit torio misto tra studenti e ziario. La sfida quella di far edi rinascita.A maggio carcerati. mergere il potenziale positivo Un intervento importante, che non sanno di avere spiega lo spettacolo quello del Teatro del PratelPaolo Billi, direttore del Teatro preparato assieme lo, ma comunque una gocdel Pratello . A volte mi viene nel mare delle necessit: detto che affronto con loro temi alle scuole superiori cia A fronte di cento ragazzi che troppo elevati: da Zarathustra al in un anno passano nelliDon Chisciotte. Io credo invece stituto spiega il regista 56enne ce ne soche possano confrontarsi anche con la granno, in Emilia-Romagna, altri 1400 seguiti dai de letteratura, perch nelle situazioni di diservizi sociali. Fanno meno notizia, ma esagio lasticella deve essere posta in alto. sprimono, come i coetanei del Pratello, deDetto in altri termini: saranno pur giovani siderio di riscatto. Poi i detenuti della Dozcon vicende di grande sofferenza, con storie za, dove Billi ha ripreso un lavoro interrotto di droga e famiglie fragili, ma non vanno due anni fa. Chiss se anche loro, davanti a trattati con pietismi. un testo filosofico da spiegare ai bolognesi, Bisogna motivarli, appunto. Il Teatro del Prasi scorderanno di trovarsi in carcere. Sententello lo fa da 14 anni, attraverso una condosi, grazie al teatro, gi liberi. venzione che vede oggi il sostegno di Co mune, Provincia, Regione, del centro di giu-

qui Bologna Il teatro rende liberi i ragazzi del Pratello

qui Patagonia In silenzio con loro per dare voce al Padre


DI MICHELA CORICELLI

RIPRODUZIONE RISERVATA

La lettera: In cella ho incontrato Cristo Ora mi preparo a ricevere il Battesimo


aro papa Francesco, con molta emozione e con grande desiderio ti scrivo esprimendo tutta la mia felicit. Sin dal primo discorso sul balcone della loggia hai parlato al mondo intero, chiedendogli di pregare per te. Hai parlato di comunione, di fratellanza, di amore e di fiducia tra noi. La prima benedizione lho ricevuta assieme a due detenuti del carcere Due Palazzi di Padova dove sono recluso. Quella sera eravamo felici e abbiamo pregato con te e per te, per il grande compito che ti aspetta. Mi chiamo Armand, sono nato in Albania 36 anni fa, cresciuto in una famiglia umile di contadini. Mio padre di religione musulmana, mia madre ortodossa. Ancora minorenne andai in Grecia in cerca di lavoro, poi in Italia sempre da clandestino. Un grave incidente automobilistico rese ancora pi difficile la mia vita. stato allora che ho calpestato quelli che oggi chiamo i miei fratelli, ma a quei tempi consideravo solo persone da rapinare e sfruttare. Ero come accecato. In carcere ho incontrato Cristo, nello sconforto e nel fallimento della mia vita. In fondo

a questo tunnel ho trovato persone che mi hanno preso per mano. Oggi grazie a loro, con la lettura delle Sacre Scritture e con le preghiere, che posso dire di essere una persona diversa. Da 8 anni sono in carcere, da 4 a Padova, dove regolarmente seguo i corsi di catechesi. Il 25 maggio assieme ad altri detenuti ricever i Sacramenti delliniziazione cristiana. Sar la conclusione di un cammino durato oltre due anni, nei quali, aiutato da don Lucio e don Marco, ho avuto modo di prepararmi nella catechesi. Il nome di Battesimo che ho scelto Davide. Il mio padrino sar Giovanni, pure lui diventato cristiano durante la permanenza in carcere. Il desiderio di ricevere i Sacramenti, di nutrire, di rafforzare la mia fede cristiana e di partecipare alla comunione con Cristo molto forte. Caro papa Francesco, Gioved Santo sarai con i detenuti nel carcere minorile di Casal del Marmo. Credo che sar un grande momento di tenero amore e di speranza per tutti quei ragazzi. Sei nelle mie preghiere e in quelle di tutti noi detenuti. Armand

volte, quando siamo riuniti nella cappella del carcere e preghiamo i salmi, mi sembra di stare con un bel gruppo di seminaristi. bello scoprire la ricchezza delluomo laddove sembra sia tutto perduto. Don Giovanni Nota un prete della diocesi di Fossano, ma come racconta lui stesso ad Avvenire, vive da molti anni in Patagonia, nella diocesi di Comodoro Rivadavia. parroco da nove anni a Rawson, cittadina di 40mila abitanti in una delle province pi povere dellArgentina del sud: quasi alla fine del mondo, come ha detto papa Francesco. Sono arrivato qui alla fine del 1965, e ordinato sacerdote due anni dopo. Non sono cappellano del carcere, ma come parroco mi sono riproposto di visitare la prigione come fosse un quartiere della mia parrocchia, cominciando da zero. Quello di Rawson, per, non un istituto penitenziario qualunque: LUnit penale 6 un carcere di massima sicurezza. Ci sono 500 reclusi. Allinizio don Giovanni anzi "Juan", come lo chiamano tutti deve conquistarsi la fiducia degli agenti penitenziari: Per parlare con i detenuti mi avevano dato un piccolo posto sul corridoio, poi mi hanno "promosso", e sono arrivato alla cappella. Per raggiungerla bisogna passare per 17 porte di sicurezza, sempre scortati da una guardia. Una volta dentro, per, Don Giovanni Nota la pastorale penitenziaria proporta speranza prio una grande avventura: una miscela di Egitto, Esodo e Terra proin una terra povera messa. C la ricchezza di tanta gendellArgentina del sud te espulsa dalla societ. Nella provincia patagonica di Chubut non ci Oggi laVia Crucis sono centri penitenziari minorili, nella prigione ma nel carcere U6 i ragazzi sono molti. I giovani stanno aumendi massima sicurezza tando. Spesso sono ragazzi di strada, senza famiglia n lavoro, che vengono dalle villas miserias di Buenos Aires. Le cause della reclusione: droga, violenze sessuali, reati economici o familiari, reati anche internazionali. Il sacerdote di Fossano va a trovarli ogni venerd con un gruppo di laici, per un incontro di due o tre ore: parliamo dei problemi della vita, leggiamo la Bibbia, preghiamo. Il gioved visito i detenuti in isolamento e un gruppo di tossicodipendenti in fase di recupero. Oggi, Venerd Santo, faremo la Via Crucis in carcere: una ventina di persone venute dalla citt ci accompagneranno. Sar una profonda contemplazione vedere quei 50 fratelli detenuti che portano la croce, a turno. Don Giovanni usa nome fittizi, ma ci racconta storie di giovani che hanno ritrovato Ges in cella. Carlos veniva dal nord. Ci ha detto: "Avevo una bella famiglia, poi mi sono allontanato da Dio". Gustavo, un altro ragazzo in gamba: ora mi chiama pap e ci viene a trovare per raccontarci della bimba, che ha pochi mesi. Juan ha passato molti anni in carcere: ora fa il tinteggiatore ed contento di restituire ci che ha avuto, per questo visita i detenuti. Damian, invece, malato di Hiv: un uomo di profonda spiritualit, chiedeva sempre lappoggio delle nostre preghiere per non cedere alle zuffe fra detenuti e agenti. Il lavoro di don Nota fatto di fede, forza, pazienza. Come lui, migliaia di preti, religiosi e agenti pastorali laici varcano ogni giorno le porte delle carceri latinoamericane, dal Messico allArgentina. La situazione penitenziaria della regione drammatica. La Commissione Interamericana dei diritti Umani ha denunciato recentemente le carenze strutturali, la corruzione, la violenza interna, la mancanza di controlli e la negligenza statale. Ma nelle parole di don Giovanni racchiuso il segreto di una fede che non cede alla disperazione: Solo chi capace di silenzio pu ascoltare il grido di speranza di coloro che la societ ha buttato fuori.
RIPRODUZIONE RISERVATA

Potrebbero piacerti anche