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172 uno deve diventare conscio auto-riflessivamente come se un punto di vista esteriore emerge dall'attivit in cui uno era precedentemente immerso, su ci che coinvolto nello scorekeeping e sulle fonti necessarie per descriverlo. Allinterno del gioco del chiedere e dare ragioni, uno rende esplicito, riflessivamente il vero processo di scorekeeping che ha intrapreso prima che fosse reso esplicito. Spiegare in particolare al dimensione inferenziale delle nostre capacit di uso del concetto, la filosofia rende esplicito quello che implicito nel rende qualcosa del tutto esplicito, poich qualsiasi atto di rendere esplicito qualcosa deve affidare a dei concetti p. 173: questa capacit riflessiva di scoprire e di rendere esplicito in un attivit in cui qualcosa era implicito permette a Brandom di criticare quelli che potrebbero essere considerati nemici della razionalit p. 174: la distinzione fra oggettivo e sociale-scientifico esso stesso una distinzione di metalivello concettuale che differenza lintera spiegazione e le reti inferenziale a partire da ogni altro, ma in quanto esso stesso concettuale nel carattere, e coinvolge losservazione delle norme che governano luso dei concetti p. 175: se il concetto di verit di Brandom ha un approccio discorsivo, tanto che ci che uno potrebbe adottare reagendo ad una richiesta scettica su comenoi conosciamo che noi possiamo ascrivere lintenzionalit ad un altro. Una risposta a questa questione consisterebbe nel sostenere che uno ha il permesso di ascrivere lintenzionalit come una spiegazione effettivamente causale di un comportamente osservabile. Al contrario la nozione di verit di Heidegger, dipende dal fondamento a priori che stabilito attraverso lavere fenomenologico unevidenza riguardo al Dasein, attraverso il quale altri essere umani come possessori di intenzionalit vengono rivelati, scoperti e definiti nel loro essere. p. 176: Gubazt riassume invece di condurre indietro tutte le categorie ontologiche ed epistemologiche sino al loro fondamento a priori, Brandom scopre soltanto un modello di spiegazione, che fonda se stesso trascendentalmente in una specie di essere del Dasein, senza aver tematizzato questo fondamento p. 177: Zushandensein, una delle strutture del Dasein concerne con il modo antisoggettivista, socialmente determinato, non teoretico, e pragmaticamente immediato in cui il Dasein si rela al mondo prima di averci formulato una teoria sopra. Paradossalmente, Heidegger usa il teorizzare filosofico della fenomenologia per parlare del commonsense che si rela al mondo ed ricordo dello scorekeeping. p. 183. Un approccio focalizzato su un ego trascendentale individualizzato, potrebbe sembrare totalmente estraneo a Brandomo che rende focale le relazioni sociali. Ma il

pensiero di Brandom coincide con lidea dellego trascedentale in quanto esso con riferimento alla mia prospettiva di scorekeeper che io devo rifiutare di accettare opinioni pre-date, e in quanto assolutamente auto-responsabile, devo formare me stesso in conformit con levidenze ultime che ho prodotto, infatti io sono responsabile dellabbracciare la giustificazione di Brandom della pratica discorsiva. Daltro lato, lultimo Husserl sembra riconoscere limportanza dellintersoggettivit trascendentale come del contesto allinterno del quale ogni affermazione sulla verit viene giuticata. Per essa offre un punto allinterno del quale il pensiero di Husserl che potrebbe convergere con la giustificazione delle pratiche discorsive di Brandom. La comprensione di Brandom delle caratteristiche strutturali del discorso sembra affidarsi a una specie di comprensione fenomenologica, che ci che stato visto mostri se stesso da se stesso, attraverso cui Heidegger coglieva la struttura del Dasein e dei suoi modi di relazionarsi al mondo. Husserl, che introduce questa specie di comprensione, sistematizzata dal metdo della variazione eidetica, in cui linvestigatore potrebbe variare le caratteristiche sino a coglierne le strutture essenziale. Si potrebbe interpretare pBrandom come un impiegare implicitamente il metodo husserliano della variazione eidetica quando tenta di rintracciare una struttura della pratica discorsiva attraverso una molteplicit di discorsi p. 184: obiettivo non riprodurre una pratica discorsiva attuale ma una sua ideliazzazione artificiale. p. 188: in Tales of Mighty Dead Brandom vede in Heidegger un pragmatismo normativo, che presenta il Dasein in maniere non soggettiva come posseduto da una specie di intenzionalit preconcettuale. Brandom mostra come la deliberazione sullutilizzabilit dellequipaggiamento conduce gradualmente a trattare le cose come occorrenti allinterno del Vorhandensein il cui linguaggio asserzionale una struttura essenziale della costituzione base del Dasein.. fondamentale per Brandom notare come le due possibilit del Dasein siano interrelate. Le cose che a noi dapprima appaiono praticamente, una volta introdotte allinterno dello stratto del Vorhandensein, appaiono attraverso un filtro teoretico asserzionale. Problema: Se il linguistico Vorhandensein uno strato (layer) opzionale che potrebbe essere aggiunto allesistenza umano, non ci sarebbe necessit che il Dasein nel suo essere alla mano (ready-hand) partecipi alle pratiche linguistiche e sia capace di parlare. In nome di un olismo delesperienza umana, Brandom si oppone a questa visione mostrando che non c Dasein senza linguaggio per Heidegger. Tuttavia noi possiamo comprendere lo strato preteoretico alla maniera di Husserl come mondo della vita preteoretica che caratterzzato da norme socialmente formate gi attraverso un carattere linguistico. Meglio del Zuhandensein heideggeriano il mondo della vita husserliano pu catturare meglio li dominio pre-teoretico. Infatti c una convergenza anche sulle nozioni di teoretico fra Brandom e Husserl che riguardano lassumere strutture

normative, sociali e responsabilit individuale. P: 190 1. Una struttura normativa differente da quella del lifeworld, deve essere trovata quando uno assume latteggiamento filosofico 2. Le norme che governano il regno della filosofia sono attualmente spiegabili da Husserl come sociali, alla stregue di quanto dicono Heidegger e Brandom 3. Lenfasi di Husserl sulla responsabilit personale converge con lidea di Brandom dello scorekeeper che richiesto per segnare i punti e attraverso di loro pronunciarsi sulle relazioni sociali. Questo atteggiamento critico, riflessivo potrebbe apparire deenfatizzato quando Brandom considera il Vorhandensein, poich si focalizza sulle strutture dellautorit normativa sociale. In Brandom e in Husserl la responsabilit personale del filosofo ineluttabilmente legata con le relazioni sociali. Latteggiamento fenomenologico, che richiede rigore riflessivo il modo in cui il filosofo esperisce la normativit sociale giocate in filosofia p. 191 Merleau-Ponty illustra come prima della biforcazione tra soggetto e oggetto, il corpo funziona come una cosa tra cose passivamente affetta da loro. p. 195: cosa pensa Barber su scorekeeper in 2: condivide lidea di McD secondo cui la condizione per essere uno scorekeeper dellimpegno e del titolo percettivo di qualcun altro richiede che quello scorekeeper sia colui che risponde allo stesso livello ingaggiando un rapporto empirico con il mondo. I giudizi empirici nello spazio delle ragioni e lintelligibilit del contenuto empirico in generale presuppongono come livello fondante di tale impegno empirico, che uno potrebbe essere capace di separare i giudizi stessi attraverso una riflessione regressiva come quella di Husserl. p. 196: differenze fra scorekeepers di livelli diversi (metalevel and lower-level) vedere riassunto p. 201: metodologia auto-riflessiva di Brandom, distinguibile dalla filosofia della filosofia di McD, potrebbe trovare profitto dalla riflessione sulle regole eidetiche offerte dalla fenomenologia. La filosofia di Brandom con riferimento allirriflesso da cui emerge, potrebbe dare un sostegno sociolinguistico simile al mondo della vita husserliana. Mentre Brandom fa meglio sul polo della filosofia della filosofia, McD rimane fedele al senso comune e lo spettro intenzionale di Husserl racchiude entrambi i poli, dalla fenomenologia dellintersoggettivit trascendentale sino al mondo della vita. Se consideriamo le nozioni di intersoggettivit, noi possiamo vedere come tutte le differenze giocano in un modo completamente diverso sul campo non epistemologico n metafilosofico ma etico. p. 210: McD per unepistemologia morale, si focalizza sulle virt come modi del conoscere percettivo e rifiuta le ragioni esterne che sembrano affidarsi a un tipo di razionalit neutrale espassionata

p. 214: Se uno considera lesperienza di una relazione etica come intenzionale, tra sensitivit virtuose soggettive e richieste oggettive, chiaro che McD molto pi attento alle operazioni e alle interrelazioni delle sensitivit stesse piuttosto che a quello cui loro rispondono e che lui costruisce perch rispondano. p. 217: Malgrado il riconoscimento dellimportanza della tradizione socialmente trasmessa, in questarea dellesperienza etica, come in quella dellintersoggettivit epistemologica, McD non abbraccia come Brandom, che lavore pi sul piano teoretico, il bisogno di unamministrazione in corso di sviluppo delle responsabilit attraverso gli altri e limportanza della relazione Io-Tu promuovendo la vulnerabilit alla correzione e ad intensificata sensitivit per i punti di vista degli altri. p. 226: Mentre la teoria delle virt di Mcd ha molto di valido da dire sulletiche del commonsense e sulle virt come sensisitivit soggettiva e semipercettuale sino alle richieste oggettivo-situazionali, io ho sostenuto che Levinas e i commentatori di Kant distinguono, sul lato oggettivo, la capacit etica impressiva con la quale le altre persone incontrano la nostra esperienza. Nello schema levinassiano, precisamente la chiamata di queste altre persone che procura motivi per assumere una giustificaione teoretica-pratica di visioni etiche, alle quali McD non sarebbe particolarmente incline. In linea con la filosofia della filosofia, ci si potrebbe aspettare che Brandom sare pi aperto a tale giustificazione teoretica , i suoi commenti alletica sono incipienti nel carattere p. 227: Secondo Honneth McD non capace di stabilire in modo universale la differenza tra fatti morali e gli altri tipi di fatti normativi in quanto una tale distinzione dipenderebbe soltanto dalla prospettiva interna di una particolare tradizione. Se Mcd basa questa differenza sul fatto che le norme morali legiferano categoricamente e tacciono altre ragioni, Honneth contesta che ogni oggetto percepito come imperativo interno al mondo della vita potrebbe essere preso come fatto morale p. 234: Secondo Barber si possono utilizzare le analisi fenomenologiche per trovare dei punti di mediazione nel dibattito fra McDowell e Brandom, oppure per criticare, o ancora supportare vari aspetti del loro pensiero. La descrizione che McDowell fornisce della percezione e del contenuto empirico intelligibile superiore a quella di Brandom, bench ho basato sulle analisi fenomenologica queste descrizione. Mentre McD asserisce giustamente che i diritti del senso comune, sulla linea del recupero che Husserl e Schutz compiono dellimportante del mondo della vita rispetto al discorso filosofico, egli non sviluppa adeguatamente le prospettive filosofiche che occupa. Sebbene Brandom ha maggiore coscienza della sua visione filosofica e del dominio discorso a partire del quale parla, io ho usato le analisi fenomoneologche per chiarificare la natura eidetica ultima delle argomentazioni di Making it explicit, le cui strutture rassomigliano a quelle dellintersoggettivit trascendentale di Husserl. Questa teoria ha bisogno di un supplemento dalle spiegazioni fenomenologiche della percezione e del senso comune (o mondo della vita). Nel capitolo

finale mi propongo di esaminare lo spettro che si estende dagli oggetti percettivi sino agli oggetti eidetici e alle caratteristiche scoperte nellauto-riflessione fenomenologica teoretica. p. 236: McD esemplifica la responsabilit filosofica alla base (root) della filosofia in quanto insistem sullimpegno in prima persona con il mondo, opponendolo a quella visione come parte di un proceso di acquisizione del contenuti empirico che ci permette di confermare o correggere il nostro mosdo di vedere in risposta allesperienza. Allo stesso modo esibisce un esame radicale delle presupposizioni nel suo quietistico rifiuto di intrattenere questioni filosofiche le cui premesse filosofiche nascoste rendono impossibile rispondere a tali questioni. Allo stesso modo Brandom parla delle caratteristiche dello scorekeeper, che decide se abbracciare o meno delle asserzioni e lauto-riflessione di Brandom sulle asserzioni vere di MiE come capaci di rendere esplicite le strutture discorsive in cui uno coinvolto mentre stabilisce, legge, valuta i contenuti del libro stesso. Entrambe le posizioni esemplifica lidea del filosofare responsabile che Husserl approva (aggiungere: poi sviluppa anche le connessioni tra letica di Levinas e la fenomenologia trascendentale, fra lintersoggettivit trascedentale e la pragmatica eidetica e infine tra letica husserliani e le etiche diversamente stratificati prosupposte in questo libro che sintetizzano le etiche di Levinas, Habermas, lultima della quale converge con la pragmatica trascendentale di Apel). p. 237: possibile chiarificare pi sufficientemente la fullness della percezione o offrire la giustificazione filosofica per unetica. Ho sollevato obiezioni alla possibilit che Brandom prenda semplicemente per garantito limpegno con il mondo che la sua descrizione discorsiva della percezione presuppone e che McD ha spiegato fornendo un contenuto intelligibile o al fatto che ha preso sufficiente descrizione dellattivit intenzionale sedimentata allinterno delle asserzioni percettive introdotte nello spazio delle ragioni. Vero uso termine Intuizione HU35, p. 288 p. 240: figura dello scorekeeper assomiglia alistanza auto-critica adottata da Husserl con lepoch trascendentale. Nel situare il lavoro di Brandom su un piano trascendentale, ho suggerito uninterpretazione in maggior sintonia con quello che McD prende essere come la sua interiorizzazione dei titoli in quanto la sua istanza riflessiva lo allontano dagli impegni del senso comune presi dai percipienti mondani e finisce a ridurre i contenuti precettivi ai correlati di una prospettiva. La mia lettura trascendentale di Brandom rende pi plausibile il suo piuttosto strano tentativo di giustificare gli altri come un sistema intenzionale in quanto il suo tentativo comparabile a una costituzione trascendentale dellaltro come ci viene proposta da Husserl nella VCM. Infine, a causa del suo rigore nello scorekeeping,

Brandom si riprende dallimmersione nel mondo e ci rendi riflessivi nei confronti della sua attivit e intenzionalit linguistica attraverso la quale il mondo ci dato, dando la priorit allinferenzialismo piuttosto che al rappresentazionalismo, in modo vicino alla riduzione husserliana che ci libera dallimmersione nel mondo. A venir meno in Brandom la caratteristica Rckfrage costitutiva. Quando lo scorekeeper attribuisce la conoscenza percettuale ad un altro, se limpegno dellaltro appropriato al fatto che p, unanalisi costitutiva fenomenologica proprio svelare come lo scorekeeper stesso deve allo stesso livello incontrare il mondo, se il contenuto empirico intelligibile, come ha spiegato McD. Allo stesso modo, se il framework riflessivo di Brandom permette solo asserzioni di prospettiva sul mondo oggettivo, un approccio genetico suggerirebbe che tali asserzioni dipendano dal contatto diretto intenzionale della scorekeeper con il mondo reale preteoreticamente esperito. Il giudizio linguisto formulato imeediatamente in presenza di ci che percepito e ladozione di asserzioni percettive di un altro sulle quali uno conta il punteggo e al quale uno attribuisce una conoscenza percettivia, potrebbero essere soggette ad unanalisi costitutiva, che dischiuda gli strati allinterno dei quali lattivit giudicante si occupi degli oggetti percettivi, senza esistere necessariamente prima della pronuncia del giudizio: il rivolgimento della scorekeeper verso un oggetto, il focalizzarsi sulle capacit appropriate di senso, la mobilitazione delle anticipazioni cinestetiche, la selezione di ci che percepito dal suo contesto e lattualizzazione delle capacit concettuali nella recettivit. Lepoch husserliana delle scienza oggettive e lalto livello teorico che rendo visibile la soggettivit del mondo della vita indica la specie di traiettoria che caratterizza il pensiero di McD in quanto crede che Brandom sovrateorizzi lattivit percettiva del percettore ordinario che non bisogno di garanzia inferenziale per la sua affidabilit. McDowell raccomanda un recupero dellesperienza del senso comune esposta attraverso lidea aristotelica della seconda natura. McD cerca di correggere i modi di vedere il mondo che tendono allo scientismo, mentre vuol dare una spiegazione esaustiva dellesperienza quotidiana ripristinando la cura della descrizione fenomenologica per lesperienza comune delle qualit secondarie dei caratteri oggettivi situazionali, valori inclusi, che evocano o richiedono risposte soggettive, anche etiche. Husserl concorre con McD perch nota che il potere dei pregiudizi storici gioca anche un ruolo importando nellorigine delle scienze positive. Barber pensa si possa ascrivere a Mcd unattitudine per unanalisi fenomenologicocostitutiva che appare dallinizio nella sua critica alla nozione di Brandom di percezione, ma come Barber suggerisce al CAP. 3 la visione che McD ha delle capacit concettuali come olisticamente attualizzate nella recettivit potrebbe aver profitto essa stessa, senza portar via il suo olismo, a partire da unanalisi simile che illumina ci che coinvolta nella recettivit (deduzione kantiana da sotto), ovvero lintenzionalit della percezione stessa (v. Smith) e le sintesi passive coinvolte nella discriminazione, nel flusso della temporalit, nellintenzionalit cinestetica, e gli orizzonti che accompagnano lattivit percettiva.

Se Brandom caratterizza lesperienza in termini di stimulo-risposta, per cui noi non esperiamo prima uno stimolo e dopo formuliamo una sentenza, ma piuttosto che nellesperire un oggetto rosso, noi pronunciamo Questo rosso e immediatamente appare essere un componente simultaneo dellesperienza percettiva stessa. Invece, Husserl descriverebbe lesperienza, come inclusa, compresa la pronuncia della frase come strato interno, in una sintesi passiva che dipende dalle attivit soggettive, attraverso le quali a partire dalla prospettiva in prima persona apprende unidentit (colore, forma, oggetto) che emerge dal suo contesto e ci colpisce (striking), bussando alle porte della coscienza, in un modo che motiva, piuttosto che causare il nostro rivolgimento verso loggetto e quindi la pronuncia dellespressione. Brandom descrive la percezione con un modello di interazione che occorre tra cose (nessuna delle quali possiede coscienza), che sarebbe visibile a un osservatore esterno in terza persona, e bypasserebbe il punto di vista in prima persona che Husserl e McD preferiscono. Secondo Brandom, la frase pronunciata soltanto causalmente prodotta dal mondo, senza impegno intenzionale da parte nostra. Anche se uno torna a pensare, come fa Merleau-Ponty, al momento quando la differenziazione tra soggetto e oggetto, tra carna che include il mondo e il mondo, non chiaro, la soggettivit potrebbe ancora essere coinvolta. p. 243 Nella prospettiva di Brandom la coscienza potrebbe venire in visione solo nellutterance e introdotta nello spazio delle ragioni, dopo lo stimolto potrebbe impattare su di noi prima della coscienza, invece nellottica di Husserl, il rivolgimento occorre con riferimento al correlato che motiva il rivolgimento, e che motiva in quanto tale lo stare in un primo piano passivamente sintetizzato con il suo contesto. Per Husserl non c esperienza del mondo se non in relazione ad unattivit conscia soggettiva intenzionalmente relata ad esso. Trascendentale idealismo significa che non creiamo il mondo allesterno dellattivit conscia. p. 245: Linsistenza di McD sul fatto che noi siamo aperti al mondo e il suo rifiuto di cominciare dai dati alla coscienza per lavorare a certificare su p. 249: fenomenologia descrittiva scienza sulle scienze stesse. come Wissenschaftlehre, cio

p. 250: cosa significa intentional spectrum Quello che emerge alla fine uno spettro di intenzionalit che riguarda un soggetto spesso nascosto a se stesso e esteso dalle sue sintesi passivi alle giunture (juncture) dove la mente incontra il mondo sino al soggetto trascendentale che viene a piena autocoscienza e ha per i suoi oggetti le essenze che le intere regioni di investigazioni presuppongono. McD, nel ritornare alla prospettiva in prima persona del percipiente per il quale il contenuto empirico intelligibile e al quale il mondo dato una volta intenzionalmente e concettualmente senza intermediario, nel suo meglio quando viene a trattare il pole percettuale, mondano, preteoretica, sebbene abbiamo dimostrare che Husserl attraverso la Rckfrage della fenomenologia costitutiva cattura anche meglio la pienezza dellesterienza percettiva senza necessariamente negare lolismo di quellesperienza alla quale McD fa

riferimento (olismo perch non vi un confine inintelligibile). Di fronte alla pretesa scientifica di spiegare o di soffocare lesperienza comune (essa stessa una regione dellessere #ERRORE!! Lifeworld non una regione dellessere!!!), la strategia di McD di tornare allesperienza comune, alla seconda natura, alla percezione del mondo basata non inferenzialmente e la comprensione degli altri, e alla specie di relazioni con il mondo che Wittgenstein descrive in Della certezza, e alla fifesa del senso comune contro le incursioni scientifiche sul suo terreno. Quando andiamo sul campo dei livelli di intenzionalit dietre quelli esperiti dagli abitati del senso comune, lapproccio di McD appare meno adeguato. McD riconosce la cosnoscenza del percipiente quotidiano che non ha bisogno di impiegare il paradigma dello scorekeeper per conoscere e quando conserva i punti sugli scettici che negherebbero il senso comune. p. 251: la meta-istanza della filosofia assunta dal soggetto trascendentale al quale le essenza soggiacendo queste ontologie sono correlative e a partire dal quale sono elaborate, questo soggetto trascendentale assume diverse istanze intenzionali del senso comune. Con Brandom le cose sono soltanto laltro modo tuttintorno. Egli costruisce il punto di incontro della mente e del mondo non in termini di intenzionalit ma di stimoli che causalmente suscitano risposte differenti affidabili. Se Husserl rende esplicite le essenze ultime presupposte dalle varie discipline e la soggettivit trascendentale operativa attraverso di esse, cos Brandom rende esplicite le strutture del discorso implicite nelle discipline di basso livello (fisiologia). The realm of discourse is an ontological region whose parameters Brandom spells out, but like the realm of trascendental subjectivity, it is not just one a priori structure among others but an ultimate one La descrizione eidetica che Brandom fornisce del discorso, come il ritratto husserliano della soggettivit trascendentale, coinvolge laffermazione di una variet di strutture intenzionali, iniziando con latteggiamento dello scorekeeper che definisce il dominio discorsivo e include tali elementi come attributi linguistici degli atti intenzionali agli altri Nel cap 6 ho sostenuto che laccettazione o meno delle asserzioni di Brandom sulle strutture essenziali della sfera discorsiva si affida di una comprensione fenomenologica, che un modo di avere o meno le strutture eidetiche che egli descrive. In Spte Texte ber Zeitkonstitution, uno pu vedere chiaramente un legame tra la fenomenologia riflessiva e lintersoggettivit. Mentre i manoscritti iniziano insistendo sullimportanza di pensare indietro a partire dal fenomeno del mondo che dato nellesperienza quotidiana per scoprire il flusso delle modalit del tempo (Zeitigung=timing) e il cambiamento dei modi soggettivi di datit (dalla protensione alla ritenzione) che rendono tale fenomeno possibile, Husserl esplora anche gli orizzonti passati dai quali il presente emerge. Ci lo conduce a sviluppare la sua fenomenologia genetica, separando gli stages passati nello sviluppo dellego. Questa fenomenologia genetica che pone il suo starti dalla fenomenomenologia statica che inizia con i fenomeni

presenti, conduce inevitabilmente a riconoscere limportanza onnipervasiva dellintersoggettivit, lindagine allindietro dal fenomeno del mondo conduce allintersoggettivit trascendentale come luniverso dei soggetti svegli (cfr STuZ, p. 437, ma anche 1, 6, 407, see Rodemeyer, Intersubjective Temporality) p. 257 The Amsterdam Lectures, in Psychological and trascendental Phenomenology and confrontation with Heidegger, p. 249, versione tedesca Phnomenologische Psychologie, p. 344: lintersoggettivit trascendentale lassoluto e lunica fondazione (Seinsboden) ontologica auto-sufficiente. p. 266: Husserl esamina come al livello corporale, preriflessivo, che noi riconosciamo ogni altro come la specie di esseri viventi con i quali noi anticipiamo che potremmo parlare o condividere un gioco linguistico. Nella ricerca di descrivere questo riconoscimento, Husserl somiglia allo scorekeeper di Brandom il cui rigore si estende alla ricerca di come noi attribuiamo intenzionalit agli altri.

Ricorda: The space of reason and the Edgeworths box. Having the scorekeeping into view.

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