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La crisi del modello fordista e il contesto educativo attuale

Introduzione Leconomia globalizzata, che ha messo in crisi il modello industriale di tipo fordista, basato sulla specializzazione delle professioni e su un alto grado di gerarchizzazione della struttura organizzativa dellimpresa, richiede oggi dei modelli produttivi nuovi, caratterizzati da una maggiore flessibilit e da competenze diversificate e trasversali, fattori necessari allimpresa come allindividuo, per adattarsi al contesto e affrontarne i rapidi cambiamenti. LUnione Europea individua nella conoscenza il fattore chiave dello sviluppo economico sostenibile e della coesione sociale, in grado di rendere gli stati membri competitivi in uneconomia globalizzata, qual quella odierna, e ridurre al tempo stesso divari, discriminazioni, differenze socio-economiche e squilibri territoriali, offrendo agli individui uguali opportunit. La prospettiva delleducazione si sposta, quindi, dalla finalit di crescita della persona alla formazione specifica ai fini della sua partecipazione attiva allo sviluppo economico. A tal fine sono dirette le politiche europee del lifelong learning, volte a sostenere i cittadini offrendo loro nuove opportunit di formazione, promuovendone loccupabilit, linclusione sociale e la capacit di gestione del percorso di autoapprendimento richiesto oggi ad ogni cittadino europeo.

1. Competenze e impresa

Oggi limpresa va mutando continuamente la propria fisionomia e organizzazione, non solo per sopravvivere in un mercato che sempre pi competitivo, ma per diversificare la propria offerta in tempi celeri e divenire anchessa competitiva in termini di qualit del prodotto, oltre che attraverso la compressione dei costi. Lorganizzazione del lavoro diventa quindi flessibile, nascono nuovi modelli contrattuali e si richiedono nuove figure professionali, dotate di capacit di

adattamento e visione globale del processo produttivo, con competenze non pi di tipo settoriale, ma trasversali. Il frequente ricorso al termine flessibilit, riferito tanto alle capacit di adattamento delle risorse umane, quanto alle capacit produttive dellimpresa, implica che allindividuo si richieda una formazione complessa, un ampio ventaglio di competenze polivalenti, tecniche, organizzative e relazionali, che lo rendano capace di gestire processi e risorse per il raggiungimento di obiettivi specifici, capace di un approccio cooperativo e non soltanto di svolgere meccanicamente, in maniera ripetitiva e preconfigurata, funzioni standardizzate o compiti esecutivi. In assenza di un modello organizzativo che concili i fenomeni macroeconomici con le dinamiche dimpresa il mercato si muove, per, in direzioni diverse e con modalit diversificate, con risultati imprevedibili. Tali problematiche hanno una pesante ricaduta nel mercato del lavoro in quei paesi che non hanno saputo adeguare i sistemi di formazione ai cambiamenti economici, rimanendo fermi ad un livello di alta specializzazione disciplinare settoriale, che rende rigido il divario tra domanda e offerta di lavoro, tra esigenze e richieste provenienti dal mondo dellimpresa da una parte e i potenziali lavoratori dallaltra, che nel mercato non riescono a trovare una collocazione, perch disorientati nel percepire una distanza tra le proprie competenze e quelle realmente spendibili, tra i ruoli e le esperienze ricercate e il proprio vissuto formativo e lavorativo. Mentre lazienda lamenta la difficolt di trovare personale qualificato, i lavoratori potenziali stentano a comprendere quali percorsi individuali intraprendere, una volta concluso quel ciclo educativo che si scopre ora gravemente deficitario, in quanto incapace di fornire la competenze utili a far fronte alle specifiche esigenze del mondo economico. Limpresa si rivolge, quindi, in maniera esplicita alla Scuola, perch orienti in tale direzione limpegno educativo e sollecita riforme legislative coerenti con tali finalit.

2. Il contesto educativo

La Scuola chiamata ad assecondare e orientare i nuovi percorsi e provvedere alle istanze dellambiente circostante, in un contesto via via pi ampio, dal territorio locale allambito nazionale, europeo, mondiale.
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La difficile sfida che essa si trova ad affrontare quella di conciliare il suo ruolo umanistico educativo tradizionale con la funzione di formatrice in grado di promuovere e favorire lacquisizione di competenze professionali specifiche. Essa sembra tuttoggi disattendere in larga misura queste richieste, nonostante le riforme attuate negli ultimi anni. Lintroduzione di nuove discipline, delle nuove tecnologie, il rinnovamento di impostazione e metodologie di insegnamento, il rinnovamento formale dei curricula non sembrano sufficienti a conciliare le due istanze e la risposta si concretizza in una proliferazione di offerta didattica spesso incoerente, che contribuisce allindebolimento, sul piano sociale, dellistituzione Scuola, a una progressiva perdita del suo significato e di autorevolezza, che corrispondono alla diffusa percezione dellinefficacia formativa ai fini dellinserimento lavorativo e della promozione della mobilit sociale ed economica. Da un lato, essa cerca di mantenere quella primaria funzione educativa ritenuta fondamentale per lo sviluppo della persona, laffinamento delle capacit logiche e critiche, lacquisizione di flessibilit e di capacit di gestione dei processi di autoapprendimento e autovalutazione, attraverso approcci di tipo metacognitivo alle varie discipline, che rendano lindividuo consapevole nella definizione dei propri obiettivi formativi e capace di operare scelte precise, anche di ordine metodologico e organizzativo. Dallaltro lato, essa cerca di integrare con attivit altre, per esempio di tipo extracurriculare, la sua missione educativa, con unofferta formativa di tipo tecnico-pratico, volta allacquisizione di competenze specifiche richieste dal mercato, che incrementino le opportunit professionali e la competitivit nel mercato del lavoro. Tuttavia, il risultato, il pi delle volte, si concretizza in un proliferare disorganico e frammentario di offerta e attivit didattiche, con un sovraccarico per gli allievi e il loro conseguente disorientamento. Le competenze rispondenti alle logiche aziendali sono spesso considerate, in ambito educativo, tali da creare operatori del mercato omologati e intercambiabili e, perci, tali da penalizzare la specificit dellindividuo e delle sue potenzialit. La frammentazione e la moltiplicazione dei saperi che si rendono necessari sembrano contraddire la possibilit di perseguire lobiettivo unico di un affinamento delle competenze riflessive e di uno sviluppo completo e armonioso dellindividuo. Nella realt in cui la scuola immersa questa incapacit di costruire percorsi e curricula coerenti con il contesto sociale viene interpretata come un atteggiamento di
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chiusura rispetto alle necessit del territorio. Affinch la Scuola sia in grado di agire in simbiosi con il territorio e aperta allo scambio e al confronto verso lesterno occorre un suo ripensamento, in termini di coordinazione dei suoi stessi contenuti disciplinari con le esigenze del mercato. Solo cos sar possibile un riconoscimento del suo valore sociale e un recupero della sua funzione istituzionale.

Conclusioni

Il problema di conciliare conoscenze tradizionali e nuove competenze rimane aperto poich, se per lindividuo lesperienza trasforma lapprendimento da astratto in significativo, si riscontra che il mondo delle imprese ha abbandonato quasi del tutto la funzione formativa che svolgeva in passato, quando permetteva al lavoratore di vivere una fase di inserimento e formazione in azienda che gli consentivano di crescere professionalmente. La legislazione vigente, unitamente ai mutamenti del mercato globale, ha favorito questo processo, che ha indotto le aziende ad attuare una politica di competitivit fondata sulla compressione dei costi e ad abbandonare qualunque lungimirante politica di investimento, anche in termini di risorse umane. Ci che auspicabile che le due realt, quella scolastica e quella imprenditoriale, mostrino unapertura reciproca a una reale collaborazione, a un efficace coordinamento, e senso di prospettiva, il che comporta unattenta pianificazione, che coinvolga tutto il mondo socioeconomico e le istituzioni legislative e governative a vari livelli, meta che in uneconomia in rapido mutamento appare davvero difficile da raggiungere in tempi altrettanto rapidi.

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