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Andrea Muni

Il Mistero
Pagine scelte

Galimberti, Pareyson, Lazzarini, Bagolini, Battaglia, Arata, Mathieu, De Finance, Colombo, Possenti, Guardini, Sciacca, Rigobello, Fabro, Ducci

Galimberti

Umberto Galimberti

Idee: il catalogo questo, Feltrinelli, Milano, maggio 1992, voce Scienza (pp. 233-236). Lesperienza, che per lempirista il fondamento di ogni conoscenza, si rivela come un fondamento infondato per chi si attiene rigorosamente ai soli mezzi messi a disposizione dellanalisi empirica. Hume a questo proposito stato chiarissimo, il suo nichilismo destituisce il fondamento empirico del suo valore di fondamento e, come gi nel razionalismo di Leibniz, cos nellempirismo rigorosizzato di Hume, si offre la possibilit di pensare quel fondamento senza fondo in cui si custodisce il mistero abissale della natura e delluomo. [ C molto che] resta al di l delle possibilit conoscitive delluomo e soprattutto della sua esigenza di previsione (p. 234).

Pareyson

Luigi Pareyson

Ontologia della libert. Il male e la sofferenza, Einaudi, Torino 1995. Per il problema della libert la pura filosofia non affronta veramente il problema, o almeno non lo approfondisce fino in fondo (p. 27). Per la libert la filosofia non oltrepasser il piano [] dei rapporti tra libert e necessit (p. 27). proprio nellesperienza religiosa che il problema centrale resta sempre quello della libert, dal principio fino alla fine []. Nellesperienza religiosa il problema centrale resta sempre quello della libert dallinizio fino alla fine []. La libert in atto si offre solamente al racconto, al mito, non allargomentazione filosofica intesa come sistematica (pp. 27-28).

Pareyson

Non c dimostrazione o deduzione della libert: appunto perci tanto meno ce n una definizione (p. 31). inspiegabile, indimostrabile, incomprensibile. [] Non rientra in un sistema, non si aggancia a niente, non si concilia con niente, non fa sistema (p. 31). La libert in questo senso un mistero (p. 32).

Lazzarini

Renato Lazzarini

Comunicazioni e interventi, in: Aa.Vv., Ricostruzione metafisica, atti del IV convegno di studi filosofici cristiani tra professori universitari di Gallarate (13-15 settembre 1948), Liviana, Padova 1949, pp. 151-161. I misteri o enigmi metafisici [] prospettarli come accessibili al procedimento scientifico significherebbe mortificarli (p. 152). Questo vale in particolare per il grande miracolo della libert (p. 157). Ho parlato di libert come di elemento perturbatore della ragion teoretica, [] nel senso che la libert va oltre la ragione, cos che questa, quando volesse pretendere ad una autosufficienza, potrebbe considerarla erroneamente come perturbatrice e illegittima (p. 161).

Lazzarini

Quale metafisica tra pensiero mitico ed esperienza?, in Aa.Vv., Pensiero mitico, metafisica, analisi dellesperienza, atti del XIII convegno del Centro di Studi Filosofici di Gallarate (1968), Brescia, Morcelliana 1969, pp. 144-150. Mistero dellAssoluto, mistero metafisico (p. 147). Quello dellassoluto un autentico mistero, insondabile misteriosit (p. 150). Metafisica problematica e opzione religiosa, in Aa.Vv., Filosofia e religione, atti del XXV convegno del Centro di Studi Filosofici di Gallarate (1970), Morcelliana, Brescia 1971, pp. 121-127. Senso del mistero, il mistero dellAssoluto. il senso del mistero cui si accompagna la nota del sacro (p. 122). La religione non pu mai essere affare di pura consequenzialit logico-razionale (p. 124). Lappello al mistero [] invita ad un linguaggio [] profetico (p. 127).

Bagolini

Luigi Bagolini

Mistero ed esperienza sociale e giuridica, in Aa.Vv., Il problema dellateismo, atti del XVI Convegno del Centro di Studi filosofici di Gallarate (1962), Morcelliana, Brescia 1966, pp. 62-70. Bagolini vede il concetto di libert come inscindibile da quello di mistero: la negazione del mistero [] rende insomma insignificante [] il problema della libert (p. 64). Nello scientismo accade proprio una negazione del mistero: non c mistero, c soltanto il non ancora scientificamente conosciuto (p. 65), viene eliminato dalla vita ogni senso di mistero (pp. 65-66).

Battaglia

Felice Battaglia

Battaglia

Introduzioni, in Aa.Vv., Filosofia e religione, atti del XXV convegno del Centro di Studi Filosofici di Gallarate (1970), Morcelliana, Brescia 1971, pp. 19-35. Mistero tutto ci che non si perviene a conoscere, che tuttavia non detto che non si pervenga a conoscere, in una pi approfondita indagine. La stessa scienza contesta di tali misteri, ma nutre fiducia che essi, uno per uno, potranno svelarsi. Occorre dunque per lo meno distinguere tra un mistero della scienza e il mistero della religione. Il primo un mistero che alla fine potr sciogliersi, il secondo mistero in senso assoluto, non solo esso non si risolve, ma rester sempre mistero. Luno pu cedere in una pi circostanziata esperienza, quindi conoscer la verifica che suona certezza; il secondo si colloca oltre lesperienza scientifica su un piano affatto diverso, sul piano dellinoggettivabile. Quale la conclusione? Per quanto lindagine si approfondisca, ci troviamo a trattare di due piani che non si possono confondere, in una differenza qualitativa radicale, segnata da un confine invalicabile. La religione si svolge su un piano affatto suo, rispetto a cui la stessa filosofia non di rado si arresta (p. 34). Per intendere tali prospettive, possiamo dire che gli aspetti accennati sfuggono alla oggettivazione; sono

Battaglia

compresi, ma non attraverso le vie oggettivanti dellintelletto. [] La oggettivazione, che propria delle scienze, non accettabile da parte della religione []. Essa da ritenersi inoggettivabile, e conseguentemente rifiuta i linguaggi rappresentativi propri della scienza, occorre ritenere che i suoi linguaggi siano ben diversi, evocativi e sovente simbolici (p. 35).

Arata

Carlo Arata

Discorrendo di impersonalismo hegeliano e di personalismo classico, in Rivista di filosofia neoscolastica, anno l, fasc. 1, gennaio-febbraio 1958, pp. 32-56. Nellambito dellinteriorit personale umana vi pur sempre un margine essenziale di strutturale incomunicabilit []. Tale dimensione di incomunicabilit [] ci per cui lio di fronte allaltro, nellambito dellumano, diventa un impenetrabile tu. [] La mia stessa inobiettivabilit [] mi salva, conservandomi appunto la libert (p. 46). chiaro invero come nellambito della nostra prospettiva metafisica il problema della libert si definisca appunto nei termini del fatto misterioso per cui Dio, pur conoscendomi nella mia singolarit per Lui non pi ineffabile, e cio come io, non mi distrugge come persona, anzi mi istituisce come momento reale e distinto dellessere e del valore di cui il suo stesso essere la sorgente inesauribile e di cui la sua volont lorgano di libera partecipazione (p. 46).

Arata

Il proprio prossimo [] non pu essere che un insondabile tu di fronte alla cui singolarit inconoscibile e incomunicabile non rimane che lamore che solo ci consente, nella condizione umana, di rapportarci al prossimo e di coesistergli nel rispetto di quello che [] il suo mistero (p. 46). Il mondo umano non avvertendomi che nellombra misteriosa del tu non pu riconoscermi come persona che indirettamente, e cio solo appunto tramite la Persona di Dio (p. 47). in primo luogo da rilevarsi come, dato che la molteplicit indefinita degli uomini pu riconoscersi come molteplicit indefinita di persone, sia pur tali per partecipazione, solo in riferimento ad un Assoluto personalisticamente inteso, vano risulti per noi qualsiasi tentativo distituire lindividualit umana sul piano della persona che presuma poter prescindere dallimmediato quanto preciso riferimento a simile premessa teistico-personalistica (p. 47).

Mathieu

Vittorio Mathieu

Risposte e conclusioni, in Aa.Vv., Pensiero mitico, metafisica, analisi dellesperienza, atti del XIII convegno del Centro di Studi Filosofici di Gallarate (1968), Brescia, Morcelliana 1969, pp. 144-150. Che cos il mistero se non, precisamente, il silenzio della ragione? Cio, non assenza di ragione, bens silenzio: [] si tratta di recuperare il senso del mistero (p. 340).

Mathieu

Per una cultura dellessere, Armando, Roma 1998. La Grazia sarebbe inconcepibile come azione che Dio eserciti su di noi dallesterno, e rispetto a cui noi siamo puramente passivi: in tal caso sarebbe corretto affermare (come talvolta si fatto) che Grazia e libert sono incompatibili. Al contrario, la prima condizione della seconda. La Grazia, infatti, unazione dallinterno, che ci costituisce originariamente come liberi []. una libert fondata, e non mai assolutamente autofondantesi. Nessuno (che non sia Dio) ce la pu dare, e, al tempo stesso, neppure possiamo darcela da noi. Questo mistero (anche filosofico, nel senso marceliano della parola mistero) fa della Grazia la condizione che Kant chiamerebbe trascendentale, che rende possibile la libert umana (p. 49).

De Finance

Joseph De Finance

Lontologia della persona e della libert in Maritain, in Possenti V., cura, Jacques Maritain oggi, atti del Convegno internazionale di studio promosso dallUniversit cattolica nel centenario della nascita Milano, 20-23 ottobre 1982, Vita e Pensiero, Milano 1983, pp. 156-173. Il mistero della libert quello della soggettivit. assolutamente impenetrabile, tranne che per Dio (p. 169). Latto di libert [] non di questo mondo []. Il suo mistero quindi connesso al mistero divino (p. 169).

Colombo

Carlo Colombo

Mistero, in Enciclopedia Cattolica, vol. coll. 1131-1135.

VIII,

1952,

Si dice mistero una verit [] che lintelligenza umana non pu trovare con le sue sole forze, e che anche conosciuta [] non potr mai essere perfettamente compresa (col. 1131). Una domanda fondamentale sorge inevitabilmente dallesposizione del concetto cattolico di mistero: come cio possano essere intelligibili i misteri, se sono verit per natura loro superiori allintelligenza creata e quale valore possa avere per noi la loro conoscenza, se rappresentano in definitiva delle incognite. In realt i misteri, pur essendo superiori alla capacit di comprensione umana, [] presentano una analogia con verit gi conosciute, e questa analogia sufficiente a farne ottenere una certa (aliqualis) intelligenza iniziale, e a farne intendere il significato [] (col. 1134).

Possenti

Vittorio Possenti

Filosofia e rivelazione. Un contributo al dibattito su ragione e fede, Citt Nuova, Roma 1999. Il mistero, lungi dal costituire contraddizione o destituzione della ragione, una pienezza di verit, velata, in ombra, inesauribile, dove la mente si inoltra, senza poterla afferrare completamente, nel contempo confermando lintuizione originaria che dice dellincondizionatezza e della universalit del vero (p. 17).

Guardini

Romano Guardini

Libert, grazia, destino, 1948, tr. it. di Valier M.P., Morcelliana, Brescia 19571, 20003 (led. or. ora si trova rip. in Freiheit Gnade Schicksal. Drei Kapitel zur Deutung des Daseins, Monaco 1979). La libert un fatto misterioso che contrasta con ogni concezione razionalistica (p. 33).

Sciacca

Michele Federico Sciacca

Nota sulla libert, in Aa.Vv., Fondazione della morale, atti del V convegno di Gallarate, Liviana, Padova 1950, pp. 183-194. Non solo la Grazia non nega la libert, ma essa che fonda la vera libert delluomo, elevando la libert di scelta o il libero arbitrio a libert nel bene (p. 192). Dio crea esseri liberi e nello stesso tempo sostiene la loro libert. Dio il custode della nostra iniziativa personale e perci non si sostituisce a noi: lintervento della Grazia fonda la libert. Si tratta di uninserzione misteriosa del divino nellumano, la sola che spieghi lenigma della libert (p. 192). In effetti misterioso questo esser liberi di una libert che oltrepassa la storia e il tempo (p. 193).

Rigobello

Armando Rigobello

Condizionamenti sociologici e linguaggio morale, in Aa.Vv., cura, Sociologia e filosofia, Atti del XIX convegno del centro di studi filosofici tra professori universitari Gallarate 1964, Morcelliana, Brescia 1965, pp. 243-253. In commento allApologia di Socrate (dal 20a al 34b): Al centro della questione c il termine sapiente. Socrate inizia a discutere partendo dalla comune accezione linguistica del termine []: sapiente chi conosce e sa dominare, chi ottiene il successo. Il punto darrivo del suo discorso una ben diversa nozione[]: sapiente chi riconosce il proprio limite dinanzi al mistero[]. Dallorgoglio attivistico che deriva dalla capacit di imporsi e dessere molto apprezzato, si passa allumile apertura contemplativa, ad un atteggiamento sapienziale (p. 251).

Rigobello

Il personalismo, Citt Nuova, Roma, 1975. un personalismo di reazione, aspirazione pi che dottrina, fenomeno di reazione, una anti-ideologia (p. 13) di fronte alle deviazioni schematizzanti, meramente operative, utilitaristiche (p. 14). In primo piano c il quadro metafisico, il criterio fondante: la trascendenza fonda la inesauribilit della persona (p. 15). Soprattutto per quanto riguarda Mounier, il personalismo una richiesta di ontologia essenzialmente rivolta ad una liberazione, alla libert umana (p. 28). Si tratta quindi essenzialmente di un processo di liberazione verso la trascendenza (p. 29), allinterno delle categorie del mistero (p. 30): il mistero senza fondo della persona (p. 32). La libert per Mounier non un dato dimostrabile, ma unesperienza vissuta (p. 28). Riguardo al personalismo dello Stefanini, similmente, Rigobello parla di una metafisica della persona (p. 58), di mistero e di trascendenza (p. 60).

Fabro

Cornelio Fabro

Introduzione allesistenzialismo, Vita e Pensiero, Milano 1943; ora in Opere, vol. 7 (2009), da cui si cita. Nellambito della conoscenza umana, possiamo ora dire che il mistero non mai perfettamente chiuso; ha sempre qualche apertura entro la quale pu filtrare la luce (p. 115).

Esistenzialismo e realismo, in Aa.Vv., Acta Pont. Academiae Romanae S. Thomae Aq. et Religionis Catholicae, vol. IX (nova series), Marietti, Torino 1944, pp. 242-266. I misteri, per la filosofia Cristiana, non sono paradossi di violazione della contraddizione, ma sovrabbondanza ed eccedenza di essere e di verit, quanto linfinito avanza sul finito (p. 260). Problemi dellesistenzialismo, AVE, Roma 1945; ora in Opere, vol. 8 (2009), da cui si cita.

Fabro

Le ultime due pagine sono sostanzialmente una difesa dello spazio del mistero (pp. 92-3). Per noi il mistero dappertutto ed in una sfera raddoppiata: mistero di essenza e mistero di esistenza (p. 92).

Fabro

Fine ultimo, in Enciclopedia Cattolica, Editrice Sansoni, Firenze, vol. V, 1950, coll. 1381-1386. Bisogna riconoscere un profondo mistero nella situazione naturale delluomo ch attirato dal Bene infinito ma che, con le sole forze naturali del suo spirito non pu n conoscere, n amare e godere in senso autentico e proprio: questo sia per la sproporzione metafisica fra una natura che resta sempre finita, sia per una debolezza quanto inspiegabile altrettanto reale che impedisce allintelligenza la scoperta chiara del vero e alla volont laspirazione sincera del bene (col. 1385). Di qui lirrequietezza e linsoddisfazione che ha provato in ogni tempo la ricerca filosofica, che tradisce laspirazione pi profonda del pensiero classico per una giustizia e felicit perfetta. Cos langoscia dei filosofi antichi che non potevano avere la Fede, diventa la disperazione dei filosofi moderni che respingono la Fede (col. 1385).

La teologia dogmatica e linteriorit protestante, in Aa.Vv., Teologia e spiritualit, VII settimana di spiritualit promossa dallUniversit Cattolica del Sacro Cuore (Milano, 4-10 maggio 1952), Vita e Pensiero, Milano 1952, pp. 23-60.

Fabro

sul fondamento del mistero che trascende come tale ogni coscienza finita e costituisce la trascendente e soprannaturale ricchezza della divina Maest e della divina donazione della grazia in Cristo Ges alluomo peccatore, che simpone lascetica e si apre la mistica. Lascetica cattolica fondata sulla necessit dellumana collaborazione per distaccare lanima dalladesione al finito (p. 58).

Fabro

Umanesimo e filosofia moderna, in Aa.Vv., Umanesimo e pensiero moderno, Editrice Studium Christi, Roma 1953, pp. 65-97. Fabro prende nettamente le distanze da Hegel dicendo: In Hegel [] si consuma, nella sua forma metafisica pi radicale, quella ch stata lillusione umanistica del pensiero moderno: essa data dallassorbimento totale della fede nella ragione, della religione nella filosofia, del divino nellumano. Lammirazione di Hegel per il Cristianesimo era probabilmente sincera, ma essa nascondeva il sacrilegio essenziale che nessuno aveva prima tentato od osato: di aver calato Dio dal cielo in terra e di aver ridotto la trascendenza della divinit allo sviluppo dellumanit storica e il mistero della fede a un momento costitutivo della razionalit umana (p. 81).

Fabro

Libert ed esistenza, in Aa.Vv., Thomistica morum principia, Communicationes V Congressus thomistici internationalis, Romae 13-17 septembris 1960, Oficium Libri Catholici Catholic Book Agency, Roma 1960, pp. 323-330. misterioso ( il mistero dellintelligenza) che una facolt di una creatura finita non abbia riposo che nel contatto con lInfinito; ma ci pur anche ragionevole (p. 330). Il fascino e il mistero della libert [] in questa dialettica di coesistenza e di tensione degli opposti (p. 330).

La crisi della ragione nel pensiero moderno, corso di Filosofia teoretica in sedici lezioni tenuto alla Facolt di Magistero dellUniversit di Perugia la.a. 1966-67; ora pubblicato a cura di Marco Nardone, Editrice Universitaria Udinese Forum, Udine 2007. La scienza capace di produrre bombe atomiche [], la scienza non ha limiti: la morale che deve avere limiti. [] Ma ci che vale pi nelluomo non la potenza dellintelligenza, non la capacit tecnica, ma quel certo filo misterioso della bont intima della volont, quel certo afferramento, che non si sa don-

Fabro

de venga e come si insinui nello spirito, secondo il quale, appunto, si afferra cos il bene e cos il male e si distingue il bene dal male. Quindi, uno pu essere un grandissimo ingegno e pu essere uno spirito catastrofico, deleterio per il genere umano (p. 64).

Ragione e fede, in Marrazini A., cura, I teologi del Dio vivo. La trattazione teologica di Dio oggi, II Congresso Nazionale dellAssociazione Teologica Italiana, Firenze-Gennaio 1968, Ancora, Milano 1968, pp. 244-348. questa certamente una teologia capovolta in antropologia (Feuerbach), una teologia delluomo e non di Dio []. una teologia per la quale vale il rimprovero di Heidegger di aver ignorato il mistero della Trascendenza (p. 260). Lelemento libero e misterioso che costituisce la soggettivit un principio inderivabile dalloggetto e dalle qualit delloggetto (p. 248), non sperimentata, come neppure conosciuta lultima origine dellodio, dellamore e della stessa libert, che sono certamente le forze a cui tale fiducia attinge e di cui si alimenta come alla prima fonte (p. 248).

Fabro

Edizione di S. Kierkegaard, Opere, Sansoni 1972; una seconda edizione stata pubblicata nel 1995 per Piemme, da cui si cita. Lo scandalo cos il fallimento della ragione che urta contro il mistero cristiano poich la ragione si rifiuta ad accogliere il criterio superiore, ch la verit e bont di Dio, e decide di stare per le sue (p. XCIV).

Lavventura progressista, Rusconi, Milano 1974. Fin dallIntroduzione chiarissima la posizione di Fabro nel criticare a fondo quei falsi progressismi (alla Kung: cfr. p. 23) i quali, sotto il pretesto razionalistico della demitizzazione, attraverso il principio moderno di immanenza (cfr. p. 18), finiscono di fatto per applicarsi unicamente alle strutture socio-politico-economiche delluomo, rifiutando il sacro del mistero (p. 13). Libro dellesistenza e della libert vagabonda, (19741981), aforismi di Fabro a cura di Morandi E., Pizzuti G.M., Goglia R., Piemme, Casale Monferrato 2000.

Fabro

Il mistero di tutti i misteri, labisso di tutti gli abissi, il fondo di tutti i fondamenti la libert delluomo, il senso delluomo (n. 611, p. 112).

Ducci

Edda Ducci

Ducci

Articolo sul rapporto tra filosofia e pedagogia uscito in Pedagogia e Vita, bimestrale del gruppo pedagogico de La Scuola diretto da Mario Casotti (serie XXVIII, n. 1, ottobre-novembre 1966, pp. 3-16).

Ducci

Le categorie che la Ducci ritiene fondamentali per una pedagogia consapevole dei suoi aspetti filosoficamente fondanti [] in un concreto discorso esistenziale (p. 9) sono quelle di persona, libert, verit, causalit, valore (p. 8), comunicazione (p. 12); tutte categorie da rapportare allAssoluto (cfr. p. 10: la persona stessa causata da un causante Assoluto) e da salvaguardare nel loro mistero. La Ducci definisce il proprio approccio alla pedagogia come teoretico-esistenziale (p. 9), tale da leggere la presenza del permanente nei transeunti, del necessario nei contingenti (p. 9), per partecipazione2 (p. 10). La relazione allAssoluto non un di-pi, unaggiunta, ma sostanziale: lAssoluto pi presente alla persona di quanto la persona non lo sia a se stessa (p. 10). E, in tutto questo, non si pu che ricorrere alla categoria del mistero, il mistero della persona (p. 10). Il concetto di mistero altrettanto consono al concetto di libert, oscuro e insondabile, non comunicabile in termini astrattamente razionalistici e inquietante (p. 11); una libert che pu essere possibile solo per partecipazione allAssoluto (p. 11). Perfino il rapporto causale che compenetra e regge la totalit del reale diventa insondabile quando si traduce in una causalit libera, in atti liberi (p. 13); tuttavia leducatore proprio questa misteriosa causalit causante di libert. In tutta la sua esposizione filosofico-pedagogica, la Ducci ri-

Ducci

mane sempre nella consapevolezza che leducativo esorbita da una schematizzazione razionalistica, da nude formule (p. 14); rimane sempre su un livello di insondabilit e mistero.

Ducci

Articolo Il rapporto io-tu nella persuasione, in Pedagogia e Vita, serie 32, agosto-settembre 1971, pp. 639- 644. Il rapporto io-tu originariamente un atto di libert e di responsabilit. Cos si esprime la Ducci, allora incaricata di pedagogia nelluniversit di Bari, nelle prime due righe dellarticolo (p. 639). Il tu assolutamente inoggettivabile, sacrale, incommensurabile (p. 640), misterioso (p. 643) e non strumentalizzabile (p. 641). Sembra interessante notare come, per la Ducci, parlare del soggetto e della sua educazione sia sempre un parlare di qualcosa di inoggettivabile, sacro, misterioso, che oltrepassa il linguaggio della razionalit e della tecnica. Il linguaggio educativo, piuttosto che essere un linguaggio della razionalit tecnica oggettivante, un linguaggio della persuasione bella e libera di chi vede, trova bello e segue. Il linguaggio stesso della Ducci sempre teso, aperto, non fa uso dei linguaggi razionali delle tecniche, non si arma degli attrezzi dimostrativi che violentemente bloccano i discorsi in schemi necessari, evita accuratamente ogni oggettivazione, ogni chiusura, ogni meccanismo rigido.

Ducci

Essere e comunicare, Adriatica, Bari 1974. La Ducci difende con forza la misteriosit delleducativo, che alla soglia [] dellincomunicabile, del non mai prevedibile (p. 148), dellinsondabile (p. 149), del solo parzialmente prevedibile e progettabile, e perci ha sempre un carattere di rischio (p. 106), che, in definitiva, il rischio della libert.

Luomo umano, Anicia, Roma 1979. Qui la Ducci fa unesposizione di filosofia delleducazione con la certezza che il mistero delluomo sfugge al sapere sperimentale e sistematico (p. 7), vale a dire con un netto rifiuto dello scientismo (p. 10). Sofocle senza dubbio lautore pi convincente circa limpotenza dellingegno (p. 62), del progresso tecnicoscientifico (p. 64), per ridire la misteriosit della misura umana dopo lesaltazione sofistica (p. 65).

Ducci

Il wort haben ebneriano: laltra faccia della proposta di Kierkegaard. Emergenza dellIo in Ebner e Kierkegaard, in Aa. Vv., Essere e libert. Studi in onore di Cornelio Fabro, Universit degli studi di Perugia collana di Studi Filosofici, Maggioli, Rimini 1984, pp. 495-506. Qual la radice di ogni rapporto ingiusto, di ogni sopraffazione, utilizzo, mercificazione, sfruttamento dellessere umano? Dov la radice delle incomprensioni che inficiano i rapporti umani di ogni giorno, quelli familiari e quelli di lavoro (p. 499)? Questa radice forse misteriosa, insondabile (cfr. p. 500)? Non forse nel cercare di togliere alluomo il mistero, la misteriosit (p. 506)?

Ducci

Libert e autonomia. Ripensando la lezione di G. Corallo, in Moscato M.T., cura, Educazione e libert. Studi in onore di Gino Corallo, numero di Sicvlorvm Gymnasivm, rassegna semestrale della Facolt di Lettere e Filosofia dellUniversit di Catania, XLI Catania 1988, pp. 299-310 (ora in Libert liberata. Libert Legge Leggi, Anicia, Roma 1994, pp. 41-50). La Ducci, col Corallo, vede nella libert il proprium della realt educativa, per cui da incentrare la realt educativa sulla libert, intesa in termini di libert interiore, irripetibilit e originalit (p. 299), in termini di mistero, evitando di appiattare o scientificizzare il mistero stesso (p. 300).

Giovani e sessualit: educazione allamore, in Aa.Vv., Per una trasmissione responsabile della vita umana a ventanni dalla Humanae vitae, IV Congresso internazionale per la famiglia dAfrica e dEuropa, Centro Studi e Ricerche Regolazione Naturale Fertilit, Universit Cattolica del S. Cuore di Roma Facolt di Medicina e Chirurgia, Roma, 12-15 marzo 1988, Roma 1990, pp. 197-211. Una distinzione essenziale va fatta tra due modalit

Ducci

dellamore. Da una parte, un tipo di amore falso, costringente e mortificante (p. 211), del possesso egoistico (p. 199), che pu esser fatto nella ristrettezza dellindividualismo egoistico, per pura e sola razionalit [], astuzia o per ingegnosit scaltra (p. 200), e che alla fin fine pu dipendere solo da una voglia di possesso e forse di utilizzo (p. 205), allinterno delle logiche del servilismo e dellasservimento (p. 210), del consumismo e lerotismo di ogni tipo (p. 206), dal voler fare dellaltro un oggetto da possedere, da sfruttare, di cui alimentare il mio piacere o la mia autoaffermazione, da umiliare o, nel migliore dei casi, un campo su cui esercitare le mie potenzialit, su cui provare a me stesso la mia maestria e le mie virt, o forse un essere che provoca in me una superba piet (p. 206). Dalla parte opposta, un tipo di amore vero, del volere il bene totale di chi ne loggetto (p. 199), volere il bene totale (p. 200), il voler bene a un tu unico, irripetibile, misterioso (p. 206), misteriosissimo (p. 207), con una vocazione di trascendenza (p. 209); un amore che fa s che loggetto di amore colui che oggetto di amore diventi soggetto di amore, un amore che voler bene, volere il bene, volere il massimo bene per la persona amata.

Ducci

Un risvolto poco noto della filosofia delleducazione, in Aa.Vv., La lettera e lo spirito. Miscellanea di studi per il cinquantennio del Magistero Maria Ss. Assunta (1939-1989), Roma 1990, pp. 485-497. Non tutto leducativo pu essere sussunto con categorie [] programmabili e di cui si possa dare valutazione oggettiva, c sempre un qualcosa di misterioso, unico, insostituibile, non riducibile a un numero in una somma (p. 492).

Teoria dei valori e scienze delleducazione, in Finazzi Sartor R., cura, Incontri pedagogici, Liviana, Padova 1991, pp. 1-8. Si supera, dopo essersene impossessati, lo stadio oggettivo-soggettivo, si rinuncia ad impossessarsi del mistero della lingua, dei linguaggi e della parola (p. 6). Approdi dellumano. Il dialogare minore, Anicia, Roma 1992.

Ducci

Leducatore deve esserci e non esserci, essere presente e attivo, ma non lasciare segni della sua presenza, agire in senso proprio, ma i segni di tale agire non devono segnare il prodotto dellazione. questa unantinomia grande e un mistero (p. 32).

Iniziazione alleducativo (poco nota), in Penna R, cura, Vangelo, religioni e cultura. Miscellanea di studi in memoria di mons. Pietro Rossano, San Paolo, Milano 1993, pp. 278-283. Leducabilit umana un mistero immenso (p. 278).

Leducazione alla legalit: prospettive pedagogiche, in Aa.Vv., Leducazione alla legalit, La Scuola, Brescia 1994, pp. 31-54. Alla mentalit tecnica-razionalista la Ducci vuol difendere, per lambito educativo e antropologico, lo spazio del sacro (p. 43), della misteriosit (p. 45; cfr. p. 46), dellincommensurabilit (p. 49).

Ducci

Postille di filosofia delleducazione, in Il quadrante scolastico, trimestrale della federazione provinciale delle scuole materne di Trento, n. 64, marzo 1995, pp. 94-103. La pagina del mito della caverna la si pu considerare una icona eccezionale che rivela il senso e la funzione di una filosofia delleducazione (p. 97), insostituibile per la profondit dello scandaglio e per la propriet della forma (p. 99); rimane sempre sfuggente e misteriosa (p. 99), permanentemente indicibile, in un livello di sacralit (p. 97).

Cornelio Fabro, maestro di libert, in Studi Cattolici, n. 415, anno XXIX, settembre 1995, pp. 529-530. La Ducci qui ricorda linsegnamento del padre Cornelio Fabro, morto il 4 maggio 1995, come filosofo della libert, del fondamento della libert. Il linguaggio filosofico della libert si apre a un processo imprevedibile, [] misterioso e ineffabile; [] si impotenti a descriverli in forma oggettiva (p. 529).

Ducci

Il mondo vitale della relazionalit, in Aa.Vv., Isolamento e handicap. Alla ricerca di nuove modalit di intervento e di comunicazione, VI Congresso Internazionale sullIsolamento, Universit Cattolica del Sacro Cuore, Roma 15-18 ottobre 1998, pp. 52-62. Lisolamento non originario []. La relazionalit, invece, originaria. originaria in tutto il reale. Tutto il reale nella relazione e per la relazione. cosa comune ad ogni ente ed un mistero (p. 52).

Pedagogia, in Centro Vocazionale Rogate, cura, Dizionario di Pastorale Vocazionale, Editrice Rogate, Roma 2002, pp. 864-877. Le prime cose da farsi, per la Ducci, sono essere disattenti alle mode, con un rifiuto per lomologazione (p. 867) e lasciando spazio al mistero dellumano, perch di vero mistero si tratta (p. 867; cfr. p. 872 e 876), di profondit abissale (p. 870), non prevedibile e irripetibile (p. 872).

Ducci

Nellautobiografia e nelle biografie di Grazia Deledda. Un percorso di libert interiore, in Ales Bello A. e Pezzella A.M., Il femminile tra Oriente e Occidente. Religioni, letteratura, storia, cultura, Citt Nuova, Roma 2005, pp. 185-194. La libert interiore, soprattutto dopo limpagabile svolta operata dal cristianesimo, mistero enigma paradosso scandalo, bene massimo e fardello grave per luomo (p. 185). Ed un tema senza soluzioni esatte (p. 187). Libert e rapporto interpersonale nelleredit di Gino Corallo, in Zanniello G., cura, Educazione e libert in Gino Corallo, IRRE Sicilia, Armando, Roma 2005, pp. 67-186. Corallo, prima a Roma, poi a Bari [] mi stato iniziatore nellambito delleducativo (pp. 67-8). Nel ricordare questo suo maestro e iniziatore, ricorda limportanza della dimestichezza con il mondo classico (p. 69) lasistematicit, in contrapposizione al sistema (p. 70) e la difesa della libert interiore e della misteriosit delluomo (cfr. p. 71).

Ducci

Seconda edizione del libro La parola nelluomo. Spunti per una filosofia delleducazione dalla pneumatologia di Ferdinand Ebner, 2005 (19831). Nella parte introduttiva a questa seconda edizione (pp. 7-22), dal titolo Qualcosa di pi di unintroduzione, la Ducci, al modo asistematico di chi combatte il sistema, di chi in lotta contro il sistema (p. 21), parla di un approccio sapienziale-esistenziale (p. 16), con una continua sottolineatura della profondit abissale (p. 22) e della misteriosit inesauribile dellambito pedagogico (e antropologico) (p. 19; cfr. p. 16) in contrapposizione sia al fine utilitaristico delleducativo (e dellumano in senso lato), indirizzato a un qualche consumo (p. 9), sia allo scientismo, che vorrebbe appropriato e securizzante ogni approccio scientifico, sperimentale alleducativo e allumano (p. 11) e che pretenderebbe, implicitamente quando non esplicitamente, uneducazione troppo simile a manipolazione, addottrinamento, addestramento, effetto programmato (p. 12).

Ducci

Quale formazione, se importa delluomo, in Ducci E., cura, Il margine ineffabile della paideia, Anicia, Roma 2007, pp. 13-34. La pedagogia non tutta dicibile, oggettivabile, forse scientificizzabile; non pu avere la presunzione [] di dominare razionalmente tutto (p. 14) con un rigore logico esasperato (p. 16), sia perch quel tipo di razionalit finisce con lessere una razionalit dei forti, funzionale alla legge del pi forte (p. 18), sia perch c molto di imprevedibile (p. 15), di mistero e indefinibilit (p. 16).

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