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IL CANZONIERE

La composizione: struttura, datazione, titolo Il Canzoniere si presenta come una raccolta ordinata di 366 componimenti poetici: 317 sonetti, 29 canzoni, 9 sestine, 7 ballate e 4 madrigali. Le varie forme metriche sono liberamente alternate. La struttura nella quale oggi leggiamo l'opera non l'unica che essa abbia assunto; quella definitiva, orgaizzata da Petrarca nell'ultimo anno di vita, tra il 1373 e il 1374. Il Canzoniere raccoglie testi composti durante un arco di tempo assai esteso, dalla giovinezza alla vecchiaia. E' pur vero che dopo la met del secolo tende progressivamente a diminuire la creazione originale mentre si incrementa l'attivit correttoria su testi preesistenti. Ma il dato pi rilevante la scelta dell'autore di collocare testi tanto distanti nel tempo all'interno di un unico libro, e anzi la scelta di assegnare al libro nel suo insieme e alla sua struttura una decisiva importanza generale. Il titolo dato dall'autore all'opera Francisci Petrarche laureati poete Rerum vulgarium fragmenta. E' invalso per nella tradizione, gi anticamente, il titolo generico di Canzoniere, accanto al quale si trovano anche altri titoli, quali Rime e Rime sparse. Il riferimento ai frammenti contenuto nel titolo petrarchesco allude innanzitutto al carattere appunto frammentario della narrazione quale viene presentata al lettore attraverso i testi poetici, dotati ciascuno di autonomia poetica. D'altra parte il riferimento ai frammenti comporta anche l'identificazione di un tema centrale della ricerca petrarchesca: la ricostruzione e la ricomposizione della personalit psicologica e morale del poeta, lacerato da esperienze e passioni contrastanti, diverse nel tempo e spesso anche conviventi. In questo senso il Canzoniere rappresenta il tentativo di dare un senso complessivo e un'unit ai vari momenti frammentari della vita.

Il libro: diario e autobiografia Nella sua forma definitiva il libro si presenta come un diario. Infatti i testi sono scritti in prima persona e si riferiscono a esperienze, sentimenti, idee di un unico personaggio, coincidente con la persona dell'autore. La disposizione dei vari testi segue un criterio prevalentemente cronologico. La cronologia che interessa all'autore non per quella relativa alla composizione delle liriche. I continui interventi di Petrarca sulla struttura dimostrano che il poeta ha intenzioni pi complesse. Egli vuole ricostruire davanti al lettore un itinerario che trasmetta sia il senso dell'immediatezza dell'esistenza, sia un esempio morale. I testi definiscono la cronologia dei fatti narrati, non quella della scrittura. In pratica, per fare un esempio, possibile che un sonetto

composto in anni tardi sia collocato nella parte iniziale dell'opera, se tratta temi particolarmente legati al periodo cui si riferisce quella parte del libro. Il senso dell'immediatezza affidato a puntuali indicazioni temporali, misurate di continuo sull'evento decisivo del primo incontro con l'amata Laura, e poi su quello risolutivo della morte di lei. La puntualizzazione temporale determina la natura diaristica dell'opera. D'altra parte, poich l'insieme dei testi vuole disegnare una parabola che abbia un valore ideale, l'opera , oltre che un diario, un'autobiografia; contiene cio un disegno immaginato dal punto di vista della conclusione e attivo nell'organizzazione della struttura. La natura di diario data dal riferimento puntuale a fatti e situazioni. La natura autobiografica data dalla costruzione generale dell'opera. Dal punto di vista microstrutturale (cio gurdando i testi singolarmente) prevale il taglio diaristico. Dal punto di vista macrostrutturale (cio considerando i testi nella loro globalit, come sono organizzati nel libro) prevale il taglio autobiografico.

Il libro: narrazione e struttura Il Canzoniere ha un tema principale, accanto al quale prendono posto, in via nettamente marginale, alcuni temi secondari. Il tema principale l'amore del protagonista per una donna di nome Laura. Il racconto ripercorre le varie fasi dell'innamoramento, soffermandosi lungamente sulle minime vicende di un amore infelice: n il poeta sa dichiararlo adeguatamente all'amata, n questa si mostra disposta ad accoglierlo e ricambiarlo. Tuttavia questa medesima situazione viene di continuo variata e sottoposta a verifica. A volte pare anzi che un incontro tra i due divenga possibile, come suggeriscono minimi segni del comportamento di Laura; ma prevale sempre, infine, la negazione. Preceduta da oscuri presentimenti si verifica a un certo punto la morte di Laura. La reazione del poeta dapprima di disperazione. Poi, gradualmente, la scomparsa dell'amata apre la possibilit di rielaborare la sua figura, esaltandone la virt sul modello della Beatrice dantesca. L'amore del poeta giunge quindi ad una nuova maturazione: si affermano la coscienza dei limiti della propria passione e il rimpianto per la sua mancata realizzazione. Finch il desiderio di segnare un distacco dai valori terreni per aderire ai valori religiosi non introduce il tema risolutivo del pentimento e della conversione. La struttura del Canzoniere articolata in due parti: "rime in vita di Laura" e "rime in morte di Laura". Uno degli impegni dell'autore quello di stabilire nessi tra realt e finzione letteraria, ovvero di trasportare dentro la costruzione poetica i dati simbolicamente rilevanti della realt in essa narrata. Il ritorno del numero sei ne fa un numero consacrato a Laura, cos come il nove alla Beatrice di Dante. Tale numero sei contenuto due volte, non casualmente, nel numero totale dei

componimenti che formano l'opera (366), cos come due volte esso ha avuto una funzione decisiva nella vita di Petrarca. In tal modo tra contenuto referenziale e struttura formale dell'opera stabilita una relazione di reciprocit. La struttura del Canzoniere caricata di numerose altre valenze simboliche. Il totale dei testi, 366, coincide con il numero dei giorni dell'anno (escludendo il sonetto iniziale, con funzione introduttiva). I vari testi sono dunque interpretabili come i giorni esemplari di un anno di vita. Ancora. L'innamoramento avvenne, dichiara il poeta, il giorno della Passione di Cristo (6 aprile). L'innamoramento coincide dunque con il momento simbolico di caduta e di colpa dell'umanit, con l'allontanamento dalla via della salvezza (non probabilmente casuale la coincidenza con lo smarrimento di Dante nella Commedia, collocato anch'esso il giorno di venerd santo). Se si fanno corrispondere ai testi del Canzoniere i vari giorni dell'anno partendo dal 6 aprile, giorno dell'innamoramento, il primo testo della seconda parte dell'opera viene a coincidere con il 25 dicembre, Natale. Mentre dunque la nascita dell'amore concomitante alla morte di Cristo, e per ci stesso si presenta come errore e deviazione, la sezione dedicata alla morte della donna, premessa indispensabile al ravvedimento finale, si inaugura nel giorno della nascita del Salvatore. Gli altri temi del Canzoniere hanno uno spazio nettamente marginale e secondario. Tra questi temi spiccano quello politico e quello religioso: Petrarca caldeggia una rinascita del valore italiano, in opposizione agli antagonismi che contrappongono gli Stati regionali; e condanna la corruzione della Chiesa, invocando il ritorno del papa a Roma e l'abbandono della sede avignonese. Tra gli altri temi si segnala l'attenzione rivolta in pi occasioni al cardinale Giovanni Colonna, amico e protettore del poeta in Avignone, la cui morte contemporanea a quella di Laura. Anche il tema degli studi e della gloria viene in qualche occasione in primo piano.

L'io e Laura Il tema dell'amore del poeta per Laura trattato, in apparenza, secondo i modi tipici della tradizione cortese e stilnovistica. La donna oggetto di una spiritualizzazione che ne fa spesso una figura astratta e sovraumana; l'esperienza dell'amore rappresentata come momento totalizzante e nobilitante. Anche le caratteristiche fisiche dell'amata messe maggiormente in rilievo sono quelle tradizionali: gli occhi e lo sguardo, i capelli, il modo di muoversi e soprattutto di camminare. E per pi che la continuit rispetto alla lirica d'amore precedente contano la novit e la rottura. Queste riguardano in primo luogo la figura del soggetto, che rappresentato come autentica complessit psicologica, come esperienza realistica dell'interiorit, e non pi come soggettivit stilizzata e astratta, come origine istituzionalizzata del discorso. In Petrarca l'io si presenta percorso da contraddizioni e coinvolto in conflitti interiori. La soggettivit statica e unitaria della tradizione lirica lascia il posto a una soggettivit frantumata, sempre costretta a dialogare con se stessa, a rivolgersi moniti e suggerimenti, a dichiararsi contesa tra due intenzioni opposte, a dividersi nelle voci dei discordi dei propri desideri e delle proprie convinzioni. E' un io nuovo e rivoluzionario, le cui armi sono l'autoanalisi e l'introspezione.

Al centro del Canzoniere non c' tanto quella Laura che di continuo oggetto esplicito dei testi, quanto l'io del poeta. Attraverso l'amore per la donna, il soggetto verifica la propria consistenza interiore, sollecitandola al massimo. Non bisogna per credere che Laura non abbia nessuna personalit specifica, che sia insomma solamente l'occasione perch il poeta eserciti la propria interiorit, mostrandone le intrinseche debolezze e le nuove potenzialit. Al contrario, Laura rappresenta, per molti aspetti, una figura a sua volta nuova rispetto alla tradizione lirica d'amore precedente. Ella si mostra infatti dotata di una propria specifica personalit, definita dalle tappe biografiche, dalle notizie anafriche, dalla concezione morale e ideologica. Inoltre Laura portatrice di alcune decisive variabili narrative, non limitate, come in gran parte della tradizione precedente, all'alternanza presenza/assenza. Tra la Laura viva inutilmente amata dal poeta e la Laura morta, da questi rimpianta e sublimata, si compie una significativa trasformazione. La donna, morta, collabora alla ricomposizione faticosa del mondo psichico e affettivo del poeta, il riferimento fondamentale per la sua difficile identit. La morte introduce d'altra parte il tema decisivo dell'assenza, al quale si congiunge quello della memoria, tra i pi importanti e originali del Canzoniere. A Laura si associa una complessa serie di riferimenti culturali, veicolati soprattutto dal nome stesso della donna. Il "lauro" (o alloro) un eco (o senhal) del nome dell'amata che richiama sia la sacralit dell'arte (in quanto pianta sacra al dio pagano delle arti, Apollo) sia la "laurea" poetica conseguita da Petrarca a Roma (e affidata appunto, tradizionalmente, a un'incoronazione di lauro).

Petrarca fondatore della lirica moderna Petrarca il fondatore della lirica moderna. Suoi meriti specifici sono state la prontezza e la profondit con le quali ha saputo rispondere alle grandi trasformazioni sociali intervenute nel Trecento in relazione alla figura dell'intellettuale e al ruolo dell'arte. Alle spalle di Petrarca si stende una tradiozione lirica che attraverso l'esempio recente degli stilnovisti risale alla Scuola siciliana e alla lirica cortese dei provenzali: sono questi due secoli che stanno dietro il Canzoniere a consentirne la maturit espressiva e perfino la novit; solamente all'interno di una civilt letteraria raffinata e matura poteva nascere il capolavoro petrarchesco. Il Canzoniere ha posto le basi per l'affermazione della superiorit della poesia lirica su tutte le altre forme di scrittura. Ci rovescia il sistema dei generi trasmesso dalla classicit al Medioevo, entro il quale il primato spettava all'epica, ovvero, nella rielaborazione in chiave stilistica delle poetiche medievali, alla tragedia. Le altre novit, specifiche, del Canzoniere, in nome delle quali lecito parlare di una fondazione della lirica moderna riguardano sia il piano delle forme e della poetica, sia il piano psicologico e ideologico.

Sul piano delle forme e della poetica una novit sostanziale la costruzione narrativa ed esemplare di un insieme di soli testi poetici. Dante aveva fatto qualcosa di analogo con la Vita Nova, ma ricorrendo alla forma pi tradizionale del "prosimetro", cio collocando i testi lirici all'interno di una struttura affidata alla prosa. Le raccolte di testi lirici prima di Petrarca sono aggregate secondo criteri tematici, cronologici, stilistici o francamente casuali; con Petrarca l'ordine della disposizione acquista un'importanza tale da non permettere pi neppure di parlare di "raccolta" , ma di "opera". La stessa valorizzazione della struttura si ritrova, da quel momento in poi, in tutti i pi importanti poeti lirici. Anche le altre novit delle forme e della poetica presenti nel Canzoniere possono essere ricondotte alla creazione di un modello istituzionale, anzi alla istituzionalizzazione della lirica. Il prestigio della canzone e del sonetto confermato definitivamente consacrato da Petrarca; mentre riceve un decisivo incoraggiamento, tra le forme metriche, il madrigale, destinato a grande fortuna nel Rinascimento. Restando all'ambito della metrica, Petrarca opera d'altra parte una restrizione, rispetto alla libert per esempio dantesca, che diverr norma fino al Novecento: l'endecasillabo accolto nel Canzoniere solo nelle varianti di accentazione pi eleganti e musicali. Accanto alla specializzazione delle forme metrico- prosodiche si assiste a una specializzazione dello stile e del lessico. Al pluristilismo e al plurilinguismo di Dante, Petrarca sostituisce un vocabolario e un ventaglio di opzioni stilistiche assai ridotti. Nasce cos quell'idea della lirica come espressione pura che resiste ancora oggi in molti poeti. Ma novit altrettanto rilevanti e fortunate riguardano la figura del soggetto lirico. Questa da un lato acquista concretezza e verit psicologica, venendo a coincidere con la persona dell'autore; dall'altro si definisce a sua volta come nuovo istituto, anzi come l'istituto centrale della lirica moderna. Con Petrarca raggiunge la sua definita formulazione storica una figura di artista, anzi di intellettuale- artista, di fatto separato dalla vita politica, estraneo all'elaborazione del potere, e per capace di valorizzare una sfera di competenza (l'interiorit) presentata come valore superiore e assoluto (autonomo dai condizionamenti sociali e politici). Questa esaltazione della poesia come valore supremo (separato e autonomo) attraversa i secoli successivi. Essa innanzitutto una reazione alla specializzazione della vita politica e alla espulsione degli intellettuali dalla gestione del potere effettivo.

L'io lirico. Un'autenticit che si istituzionalizza Il tema che domina il Canzoniere l'amore per Laura. La figura della donna amata costantemente al centro dell'attenzione. Eppure c' un personaggio ancora pi importante, ed l' "io" poetante, il soggetto lirico. Laura non pi una figura stilizzata e priva di spessore psicologico, come in gran parte della tradizione lirica precedente; ma tuttavia di gran lunga meno caratterizzata, agli occhi del lettore, di quanto non sia il soggetto protagonista. Nell'opera vengono presentati e minutamente analizzati i vari aspetti della personalit di esso. La tematica

esistenziale risulta in linea di massima quella di maggior rilievo, e a essa assegnata una specie di funzione aggregante. Ma il protagonista rappresentato nelle sue ansie religiose e morali, nelle sue specificit ideologiche e culturali, perfino nella sua ricerca continua di perfezionamento letterario. Con un po' di esagerazione si potrebbe addirittura affermare che l'amore per Laura, da un certo punto di vista, la condizione necessaria a consentire questa verifica della personalit del poeta. In ogni caso, la passione assume anche questa funzione decisiva. E' significativo che il centro di gravit non sia pi, come per esempio in Dante, collocato nella specificit culturale ma nella specificit psicologica. Il terreno dell'introspezione quello sul quale devono misurarsi anche gli altri aspetti della personalit petrarchesca. Ci configura una tensione verso l'autenticit. Anche la subordinazione del momento intellettuale (consapevole) a quello affettivo (pulsionale) spinge in tale direzione. Ma bisogna fare molta attenzione a non semplificare troppo questo aspetto del problema. In verit il privilegiamento dell'io lirico a sua volta una scelta culturale. Essa il frutto di una civilt che affonda le radici nel patrimonio classico e nella elaborazione cristiana, e che pu contare ormai su alcuni secoli di storia. La centralit dell'io lirico sancita dal modello petrarchesco tutt'altro che un dato istintivo: piuttosto la risposta pi audace e conseguente alla crisi di un modello di arte e alla crisi, pi in generale, di una specifica funzione dell'intellettuale.

Il paesaggio-stato d'animo La centralit del soggetto lirico, cio della voce che dice io all'interno dei testi, pone al proprio servizio ogni altro elemento della costruzione poetica. Ci vale innanzitutto per il paesaggio naturale. Questo perde ogni autosufficienza e ogni possibile e residua casualit. La sua descrizione e la sua rappresentazione non sono pi il contorno o lo sfondo della vicenda personale del poeta, ma entrano a farne parte in modo organico e completo. Il paesaggio diviene anch'esso un'espressione o una manifestazione della interiorit del poeta. Nasce il paesaggiostato d'animo: il paesaggio diviene cio l'equivalente dello stato d'animo del soggetto lirico, nel senso che tra condizione dell'io e caratteri del paesaggio si d corrispondenza. Il soggetto si specchia nel paesaggio e vi riconosce la propria geografia interiore; ovvero: il soggetto proietta all'esterno la propria interiorit e insegue o costruisce un paesaggio che ne sia l'equivalente naturale. Questa novit in qualche modo resuscita il simbolismo medievale, fornendone una versione laica e mondana: il rapporto diretto di corrispondenza tra paesaggio naturale e Dio che segna la cultura del simbolismo medievale rilanciato come rapporto diretto di corrispondenza tra paesaggio naturale e io lirico: la poesia (e l'arte) si apprestano a prendere di fatto il posto della religione trascendente; il che avverr compiutamente con l'Umanesimo e il Rinascimento. In Petrarca invece ancora assai violento il conflitto tra vecchi valori schiettamente religiosi e nuovi valori letterari e mondani. Il Canzoniere si configura anzi come un tentativo generale di inserire l'effettivo dominio dei secondi entro una struttura che assegni il primato ancora ai vecchi valori

trascendenti. Si pu dire dunque che il concreto prevalere di una nuova forma di simbolismo all'interno dei singoli testi riscattata, nel complesso, dalla costruzione allegorica del libro nel suo insieme.

Metrica e stile. La lirica come specializzazione dell'espressione La metrica del Canzoniere gi indizio valido di una restrizione volta al fine del perfezionamento estremo: dominano il sonetto e la canzone, ogni metro diverso dall'endecasillabo e dal settenario bandito, l'endecasillabo stesso, metro in ogni caso privilegiato, ridotto a pochi tipi fondamentali ( i pi musicali e armoniosi). Ma la semplificazione metrica va spiegata nell'interdipendenza con le scelte lessicali e soprattutto stilistiche. E' infatti l'insieme del risultato petrarchesco a definirne la novit e il senso. Il vocabolario ridotto notevolmente rispetto al vertiginoso allargamento di Dante. Lo stile evita tanto le discese verso il registro comico- basso quanto le impennate verso il tragico- sublime, attestandosi piuttosto in una totalit media. Questa per tutt'altro che quotidiana o comune: l'esclusione programmatica di elementi realistici, definiscono la ricerca di una forma pura e come distinta da ogni ricordo del parlare comune. Quella del Canzoniere una mediet sempre raffinata e tesa verso l'assoluto; l'equilibrio domina nonostante le tensioni interne, anche violente, in quanto espressione di un mondo - quello poetico - separato e astratto. La perdita di complessit che questo atteggiamento potrebbe determinare, rispetto al precedente dantesco, compensata dalla straordinaria ricchezza delle variazioni operate da Petrarca con i suoi ridotti ingredienti metrici e lessicali. La ricerca di sinonimi o di antitesi, di alternanze e di ripetizioni valorizza il rapporto tra i singoli elementi discorsivi e il loro contesto via via cangiante, cos che ogni vocabolo e ogni situazione moltiplicano il proprio potenziale allusivo e polisemico. D'altra parte la ristrettezza dei mezzi ne accresce, con i continui ritorni e le calcolate riprese, il potere evocativo ed emozionale, fino al caso clamoroso del nome di Laura, utilizzato come pura eco fonica in una catena di associazioni fondata sul significante: lauro, l'aura (cio l'aria), l'auro (cio l'oro). La proposta di Petrarca sconta l'avvenuto distacco tra gestione del potere politico e intellettuali, cio la subordinazione dei "chierici" ai signori; ed la risposta a una condizione, sociale e culturale, definitivamente mutata. Il Canzoniere istituisce una tradizione poetica secondo la quale la lirica una specializzazione dell'espressione, presentata come vertice del discorso umano. In questo modo sono stabiliti confini e competenze nuove, nel tentativo di difendere e di sostenere, nella separatezza e nella autonomia, quel prestigio e quella autorevolezza che Dante, per ultimo e nella forma pi impegnativa, aveva difeso e sostenuto attraverso il coinvolgimento.

Coscienza, desiderio, memoria

La grande "scoperta" del Canzoniere quella della coscienza. Tale scoperta consente a Petrarca di rilanciare la funzione della poesia al di fuori dei coinvolgimenti sociali che ne avevano caratterizzato la storia fino allo Stil novo e oltre. Il mondo intimo del poeta prende il posto del suo ruolo sociale di guida o di riferimento etico. Alla rappresentazione dell'universo sociale proposto dalla Commedia dantesca, il Canzoniere sostituisce una rappresentazione dell'interiorit. Questo passaggio pu essere considerato, nei fatti, una sconfitta e addirittura una degradazione. Ma poich esso non avviene senza una profonda ridiscussione dei valori e della loro gerarchia, ecco che in effetti Petrarca pu considerare la propria funzione assai pi pertinente e fattiva, anche rispetto alla comune morale cristiana, di quella dantesca. In altri termini, il dominio della coscienza promosso al vertice della nuova gerarchia dei valori; e il mondo dell'interiorit appunto quello entro il quale il poeta opera e sul quale anzi egli accampa pretese di competenza e di esclusivit. Inedito, rispetto alla tradizione lirica d'amore precedente, il conflitto tra amore e morale. Proprio al contrario, l'amore si configurava come complemento della religiosit, non solo nello Stil novo. In Petrarca, per, l'amore acquista i tratti del desiderio, mettendo in gioco l'integrit del soggetto, diviso tra la pulsione erotica e la fedelt ai propri riferimenti morali. Accanto all'amore prendono posto, per la prima volta in modo cos organico e inquitante, le categorie cattoliche della trasgressione morale e del peccato. Esse si sposano con il conflitto tra l'ideale classico - stoico e ciceroniano soprattutto - del saggio e l'abbandono alla sregolatezza della passione. Quel che soprattutto conta, in queste contrapposizioni, la presenza, e anzi la radicatezza, di ciascuno dei due termini antitetici all'interno del medesimo mondo affettivo e psicologico. La grande novit della coscienza in Petrarca la sua conflittualit interna, cio la compresenza degli elementi antitetici, contro la successione e il reciproco scalzamento che caratterizza i modelli precedenti, da Guittone a Dante. Con il Canzoniere crolla l'integrit del mondo interiore, che era a fondamento di gran parte della cultura classica e della cultura medievale. L'esempio pi audace di complessit consegnato a Petrarca dalla tradizione cristiana, sant'Agostino, portato a conseguenze nuove e irreparabili: mentre nelle Confessioni di Agostino l'identit del soggetto si definisce in un contrasto che viaggia verso la finale ricomposizione, nel Canzoniere convivono, di fatto, interessi e intenzioni diverse e opposte; senza che nessuno dei due termini via via in conflitto possa veramente escludere l'altro e prevalere su di esso. Semplicemente, la coscienza non si definisce pi nell'unit ma nella molteplicit; non pi nel superamento delle contraddizioni e dei conflitti interni ma nella loro persistenza; non pi nella soluzione ma nella problematicit. Privato dei privilegi sociali attivi nella societ feudale e nella civilt dei Comuni, l'intellettuale moderno scopre, con Petrarca, il grande mondo dell'io, la sua interiorit misteriosa e complessa; e si avventura a fare di questa regione il proprio nuovo dominio e il proprio nuovo privilegio. Una funzione analoga a quella del desiderio svolta dalla memoria, la categoria pi nuova e originale della poesia petrarchesca. Anche la memoria costituisce una forza non del tutto

sottoponibile al controllo della ragione e dell'ideologia. Tanto pi che la memoria si viene configurando come la traccia del conflitto permanente tra desiderio e volont, ovvero tra tutte le forme assunte dall'uno e dall'altra. Come doloroso e insanabile lo scontro tra desiderio e mondo ideologico e razionale, cos lo quello tra memoria e presente. Il passato nel Canzoniere una fonte di attrito con il presente e un oggetto di rivisitazioni inesauste. Non un caso che il libro sia costruito attorno a un dato clamoroso, la morte dell'amata, che ne spezza temporalmente in due l'arco narrativo, enfatizzando il rapporto tra "prima" e "dopo", cio offrendo una visione del tempo francamente tragica. Il tempo non presentato come un processo di autorealizzazione iscritto nel disegno divino, ma come una feroce dinamica distruttiva, che se svela la vanit dei beni mondani nondimeno consegna intatto il sentimento doloroso della loro perdita. La memoria rappresenta appunto il rifiuto da parte del soggetto di adeguarsi alla cancellazione di ci che non conta, cio dell'immanente, il rifiuto, evidentemente colpevole, di adeguarsi ai valori (divini) della trascendenza. In questo modo la memoria l'altra faccia del desiderio, ovvero la sua persistenza dopo la frustrazione e il fallimento. Ricordare vuol dire non aver accettato la perdita, restare vicini a ci che la superiore volont divina ha voluto allontanare da noi. Petrarca non beve, come Dante prima di accedere al Paradiso, l'acqua smemoratrice del Lete. La seconda parte del Canzoniere, in morte di Laura, definisce per intero il tentativo di adeguare il ricordo alla realt presente, cio di fare anche del ricordo di Laura il ricordo di una morta, dando a esso il significato stabilito dall'evoluzione successiva dei fatti. Quando questo lungo e doloroso processo di rielaborazione del lutto appare compiuto, o almeno efficacemente abbozzato, la conversione alla Vergine pu essere tentata. La conclusione dell'opera si presenta per tutt'altro che chiusa; cos come avviene nel Secretum, il soggetto non pi in grado di proporre un itinerario di conversione felicemente realizzata, quale quello di Dante, ma al massimo un voto propositivo per il futuro. Una nuova concezione della letteratura: lutto e risarcimento Non un caso che la prima forma di struttura prossima al risultato finale del Canzoniere viene definendosi negli anni che seguono la grande peste del 1348, dopo la morte di Laura e del protettore e amico cardinale Colonna e dopo il conseguente abbandono di Avignone da parte di Petrarca. Il libro nasce dunque sulle macerie di un'intera epoca dell'esistenza del poeta, quella collocabile sotto la triade Laura, Avignone, Colonna; nasce perci come tentativo di inserire gli eventi luttuosi e in generale il sentimento della perdita e della fuga temporale dentro una struttura narrativa che in qualche modo dia loro significato. In questo modo Petrarca instituisce una funzione, per la letteratura, gi presagita da Dante e destinata a grande fortuna in tutta la tradizione successiva: una funzione di consolazione, ovvero di risarcimento del lutto e di ricomposizione dei conflitti aperti dentro il soggetto innanzitutto dalle frustrazioni agite dal tempo e dalla sua furia distruttiva. Questo bisogno di ricomporre e di armonizzare lutti e conflitti si esplica in primo luogo nella valorizzazione del momento formale, nella ricerca continua di perfezionamento sul piano elaborativo, nella instancabile ricollocazione e variazione dei medesimi limitati elementi compositivi. La compatta e semplice armonia del risultato appagante

risarcisce i vuoti e le disarmonie tragiche della esistenza reale. Alla letteratura protesa a realizzarsi come "doppio" coraggioso dell'intera vita reale, quale dato rilevare in Dante, Petrarca sostituisce una letteratura come universo parallelo e separato, dove le mancanze e i conflitti della vita reale possano colmarsi e accogliersi in appagante armonizzazione. E' questa, naturalmente, una scommessa che non possibile mai vincere in modo completo o definitivo. La grandezza del Canzoniere consiste anzi nel perpetuo scontro tra orientamento appagante ed equilibratore della forma e irruzione incontrollabile e segreta di impulsi minacciosi e distruttivi. E anche in questo modo con Petrarca avviene la fondazione legittima della lirica moderna. L'ideologia del Canzoniere: il nuovo intellettuale cristiano Affermando la continuit della civilt e la positiva integrit della cultura, Petrarca sancisce come centrale l'interesse per l'uomo, dando un valido sostegno teorico alla propria valorizzazione dell'interiorit e della coscienza. L'interesse per l'uomo implica la centralit della questione morale. La religiosit sofferta di Petrarca vive all'interno di un terreno squisitamente morale almeno tanto quanto con Petrarca il colto, il poeta, diviene l'esperto di problemi morali: esperto a prezzo del proprio coinvolgimento diretto, ed esperto in nome della propria competenza culturale. Il non- coinvolgimento nelle vicende pratiche consente il distacco e la superiorit del giudizio; ed questa la funzione che il poeta si attribuisce. Il nuovo intellettuale cristiano vive entro questo orizzonte ricco di contraddizioni e di fermenti. Questi l'esperto dei valori morali dell'umanit, colui che unisce nella propria cultura la sapienza e l'equilibrio del mondo antico e la rinnovata spiritualit del verbo cristiano. Questi vive ai margini della storia, potenzialmente anzi contro di essa; e opera nel margine che compete al giudizio, fornendo una visione sempre problematica del rapporto tra valori e realt, tra significato e vita. Il suo compito non quello di fornire verit ma quello di sperimentare lacerazioni e rinnovare dubbi, compiendo opera di mediazione tra la forza della storia e le difficili idealit classiche e cristiane.

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