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5 - 09127 cagliari
LAssociazione del
ROSARIO PERPETUO
DOMENICANI
Supplemento a
Nuova serie - Anno XXIX maggio - agosto 2013 c /c postale n. 15 38 10 98 intestato a: Bollettino del Rosario Perpetuo - Convento S. Domenico - 09127 Cagliari Direzione & Redazione: P. Eugenio Zabatta o.p. piazza San Domenico, n. 5 09127 CAGLIARI Cell. 339 18 22 685 tel. 055 265 64 53
e.mail: zabatta.eugenio@tiscali.it sito: www.rosarioperpetuo.net Con approvazione Ecclesiastica e dellOrdine Domenicano.
Sommario
3 Lettera del direttore alle zelatrici. p. eugenio zabatta op. 4 Che cos lAssociazione del Rosario? p.e.z. 7 La Vergine del s floran rodero. 10 Un continuo sacrificio di lode. n.n. 13 Santi Gioacchino ed Anna. p. eugenio zabatta op. 15 La lode perpetua alla Madonna. la redazione. 18 La notte in cui hanno arrestato Ges. p. m. laconi. 21 Guardate io tiro fuori il Rosario dalla mia tasca. (Pp. Benedetto XVI). 23 Con la materna protezione della B.V. M. p.e.z. 24 Nella Casa del Padre. 29 Le nuove iscritte. 30 Il Rosario Vivente. a cura della redazione. Contempliamo i misteri della luce. 34 Copertina: WIEN. Madonna con Bimbo. di Albrecht Drer.
IL VANTAGGIO DELLISCRIZIONE
allassociazione del rosario perpetuo
la nostra una Associazione laicale apostolica di preghiera. UnAssociazione, cio, che si avvale della preghiera, ed esattamente quella del Rosario, per dare la propria testimonianza cristiana. In altre parole, la preghiera del Rosario lattivit propria che lAssociazione compie per raggiungere la propria finalit. La finalit che lAssociazione persegue la lode alla Madonna e, per mezzo di Lei, la lode a Dio e la santificazione dei suoi soci; ma con la recita continua del Rosario lAssociazione intende, nello stesso tempo, sostenere tutte le iniziative che nel mondo vengono prese a favore dei pi poveri, dei piccoli, degli anziani, degli ammalati La preghiera lattivit specifica che promuove lAssociazione e concretamente suggerisce il Rosario che, tra le
sue infinite doti, ha quella di essere il compendio del Vangelo e la forma pi accessibile e collaudata per aiutare a pensare la fede, a contemplare con le formule bibliche che usa il Padre nostro e lAve Maria i misteri fondamentali della nostra fede. LAssociazione da parte sua, dopo averci fatto riscoprire lurgente necessit della preghiera, cinvita, con la nostra personale iscrizione, a fare un gesto damore in pi verso la Madonna con limpegno mensile dellOra di Guardia. LOra di Guardia la recita personale o comunitaria del Rosario. unOra di preghiera che ci collega a quella che Ges chiese ai tre Apostoli prediletti nellOrto degli Ulivi. La somma delle singole ore di preghiera che ogni persona o gruppo fa, permette allAssociazione di realizzare la recita continua, giorno e notte, del Rosario, che perci diventa Rosario Perpetuo. >>>
Ogni iscritto, anche se senza obbligo di voto qualora tralasciasse la sua Ora di preghiera, sa che in quellOra prega a nome di tutti gli altri iscritti e questi, nel loro turno, pregheranno per lui in tutte le altre ore del mese. In questo mese di maggio 2012, durante lanno della fede, vogliamo cercare di dare nuovo impulso allAssociazione, risvegliare in tutti il desiderio di una recita pi fruttuosa del Rosario e favorire ladesione di numerose persone alla religione cristiana. Certi di suggerire, con il Rosario, u-
na valida via di santificazione, in questo bollettino presentiamo, accompagnata da varie meditazioni, la nostra stessa Associazione con la sua meravigliosa finalit di preghiera e i molteplici vantaggi spirituali che ne provengono a coloro che vi aderiscono con il desiderio di crescere nellamore verso la Madonna e testimoniarlo con la propria vita, coerente alle verit della fede che meditiamo. Invocando la benedizione della Madonna per tutti, vi saluto cordialmente. P. Eugenio Zabatta op.
ave Maria !
E il s di Maria per tutti i cristiani lezione ed esempio per fare dellobbedienza alla volont del Padre la via e il mezzo della propria santificazione. (Marialis cultus, 21).
Maria, soprattutto modello di quel culto che consiste nel fare della propria vita unofferta a Dio: dottrina antica, perenne, che ognuno pu riascoltare porgendo lorecchio alla voce stessa della Vergine, allorch essa rispose al messaggero di Dio: Ecco la serva del Signore: sia fatto di me secondo la tua parola (Lc 1,38).
Ave Maria, piena di grazia tu se la via cha vita ci porta ritrai dalle tenebre e dalla pena noi gente terrena, in grave turbanza
(Laudario di Cortona, sec. XII).
La nuova storia dellumanit inizi il suo cammino verso la luce inestinguibile della speranza gioiosa con due s integri, definitivi, fedeli: il s di Cristo e quello di sua madre, Maria. Il primo, fondamento e sostegno del secondo, fu quello di Cristo: Ecco, io vengo, o Dio, per fare la tua volont (Eb 10,7); il secondo rese possibile la realizzazione del primo: Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto (Lc 1,38). Lincarnazione di Cristo fu misteriosamente condizionata dal s di sua madre. Questa considerazione, ricca di significato, ingrandisce la dimensione del s trascendente di Maria. Un annuncio semplice. Il s di Maria nellinatteso annuncio dellangelo fu semplice, naturale, quasi potremmo dire, infantile, come erano stati il suo s di bambina ubbidiente agli ordini ed alle mansioni assegnate a lei dai suoi genitori, che vivevano una vita sociale e religiosa serena e mode-
O Maria dolcissima. o Madre pietosissima, grazie a te son perdonati i colpevoli; o Madre mitissima, grazie a te ai giusti data la gloria.
(Mouton. Tropolatino, sec. XV).
sta. Per questo la proposta dellangelo sconcert momentaneamente la discreta fanciulla di Nazareth. Tuttavia, Maria intu che le parole dellangelo racchiudevano una misteriosa offerta, dietro la quale si celava la volont del Signore. Era una proposta di per s intricata, delicata ed incomprensibile. Davanti al Signore aveva promesso e deciso di essere vergine: non conosco uomo, ed ora le parole dellangelo le proponevano la maternit. La giovane vergine ignorava tutte le implicazioni del suo s e tuttavia fu un s incondizionato, nonostante la sua vita si stesse trasformando in unavventura imprevista e sorprendente; un s senza incertezze di fronte ai misteri che si sarebbero celati nelle pieghe della sua vita; un s totale che non conservava angoli riservati. Fu un s libero, definitivo e fiducioso. Pio XII disse che la vera libert
nasce da Maria, che fu la pi libera di tutti, perch fu la pi santa (Lettera Ab octaviensi archidiocesi, 25-III-1947). Quel s si sarebbe via via inchiodato nel suo cuore fino a strapparglielo del tutto sul Calvario. Il suo primo s fu umile, raccolto, un po timoroso e turbato; lultimo fu un s di dolore, di sangue, maturo, come quello di suo figlio Ges: Non ho opposto resistenza, non mi sono tirato indietro (Is 50,5). Una vita offerta a Dio. Il s di Maria nellannunciazione e quello sul Calvario non sono separati luno dallaltro. Sono uniti dal s continuo di una vita offerta a Dio nella fedelt alla Volont di Dio e a quella di suo figlio. La spada di dolore rivelata dallanziano Simeone accompagn Maria per
Stendardi dei Misteri del S. Rosario pronti per la processione in onore della B.V. Maria.
tutta la vita. La dolce Maria affront le difficolt, super gli ostacoli, resistette alle contrariet e persever fino alla fine. Fu un s senza intervalli, senza vuoti, senza pause. Il Marialis aureo, un libro mariano del XIII secolo, commentando la parola serva, dice: Maria voleva sempre ci che Dio voleva. Quando Dio volle che facesse il voto di verginit, immediatamente acconsent; quando Dio volle che accettasse il matrimonio, immediatamente acconsent; quando volle che concepisse il Figlio di Dio, immediatamente lo desider; quando volle che suo Figlio si dirigesse in Egitto, vi si rec rapidamente Questo significa che i suoi occhi erano fissi nelle mani di Dio. Fu un s che non si pieg neppure di fronte al pubblico insuccesso di suo Figlio. Filarete, un patriarca di Mosca del XIX secolo, riassume cos lofferta totale da parte di Maria della sua vita a Dio e a suo Figlio: Maria consegn a Dio tutta la sua volont, tutti i suoi pensieri, la totalit del suo essere, di tutte le sue facolt, di tutte le sue azioni, di tutte le sue speranze e di tutte le sue aspirazioni (Omelie). La vita di Maria un continuo s; il s della prima discepola di Cristo e di ogni seguace di Cristo che ha dato ascolto alla chiamata a seguirlo, e tale chiamata esige il rimanere nello stato nel quale la persona scelta stata chiamata (cf I Cor 7,20). Annota al riguardo Cassiano: Molte sono le vie che conducono a Dio. Per questo motivo, ognuno deve seguire con decisione irrevocabile il modo di vita che per primo abbracci, mantenendosi fedele alla sua prima direzione. Quale che sia la vocazione scelta, potr giungere ad essere perfetto in es-
sa! (Cassiano, Conlationes, 14). Maria avrebbe meditato nel suo cuore linvito che suo Figlio fece ai suoi discepoli. Nessuno che ha messo mano allaratro e poi si volge indietro, adatto per il regno di Dio (Lc 9,62). Per una societ che ha paura delle scelte fondamentali e definitive, per una societ che sfugge gli impegni seri ed inalterabili, per una societ che trema e si spaventa quando deve fare propositi fermi, stabili e permanenti, Maria un esempio luminoso; per una societ dove la fedelt un fiore esotico e dove le redini della nostra vita sono impugnate dalle mode, dagli interessi immediati, dallinflusso delle vetrine; per una societ che allergica alle decisioni durature; in una societ in cui scarseggiano gli uomini fedeli alla parola data; per una societ cos configurata e di fronte ad una cultura che vive del tutto dipende da, Maria, le vergine del s, ci si presenta non solo come un ideale chiaro, ma altrettanto imitabile. Alla luce di questo esempio di Maria, bene ricordare le parole di Cristo: sia il vostro parlare s, s; no, no (Mt 5,37). Questo criterio di comportamento e al contempo precetto morale un appello severo e chiaro di fronte allandirivieni con cui affrontiamo il nostro impegno cristiano. Anche san Giacomo ricorda alla prima comunit cristiana questo insegnamento di Cristo (cf Gc 5,12). In definitiva, Maria non fece altro se non ci che san Paolo ci ricorda di Ges: In lui ci fu solamente un s (cf 2Cor 1,20). (Floran Rodero
in LOss. Rom. 25 marzo 2007 p. 9).
sempre una gioia pensare che Ges ci ha dato come madre la sua stessa madre: sappiamo quanta dolcezza e quanto coraggio, questo mette nella nostra vita spirituale. Anche nella preghiera ci sentiamo pi arditi e sicuri di essere ascoltati. Nella lettera agli Ebrei troviamo questo importante insegnamento, che possiamo rileggere come se ci venisse dato direttamente da Maria. (Eb. 13,15 17, 20-21). Per mezzo di Ges Cristo offriamo continuamente un sacrificio di lode a Dio. Questa raccomandazione ci richiama la finalit della nostra Associazione del Rosario Perpetuo che ci propone lunione delle nostre ore di preghiera per realizzare, appunto, una lode continua al Signore, con laiuto della Madonna che lavvalora. La nostra anima, infatti, deve essere sempre in attitudine di lode e di ringraziamento, e per questo dobbiamo aver coscienza dei grandi doni che continuamente Dio ci fa per mezzo di Ges. Dio stesso che porta a compimento, realizza, quanto nella preghiera Gli abbiamo chiesto o meglio diciamo che Egli realizza quanto ci ha dato lardimento di chiedergli. Una volta convinti di questo, la riconoscenza ci spinge a compiere con gioia gli altri sacrifici che lautore della lettera ci consiglia di fare. Eccoli: Non
scordatevi della beneficenza e di far parte dei vostri beni agli altri, perch di tali sacrifici il Signore si compiace. il sacrificio della carit fraterna, nella continua apertura agli altri per fare del bene, aiutare, per condividere con loro quello che abbiamo. In questo modo noi continuiamo lofferta di Cristo nella realt della nostra vita, anzi lui che continua in noi la sua offerta. Oltre alla preghiera, infatti, anche se in piccola misura, noi del Rosario Perpetuo, mettiamo insieme il sacrificio di piccoli contributi (pochi euro lanno), frutto di personali rinunzie, per aiutare lAssociazione non solo a sopravvivere (stampe, corrispondenza, spese di ufficio), ma anche a realizzare qualche
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opera buona per le missioni o per altre persone che si trovano nellindigenza e nellincapacit di procurarsi quanto necessario per vivere. Se viviamo cos, il Dio della pace potr renderci perfetti in ogni bene per mezzo di Ges, nostro Signore, operando in noi la sua volont. Come lui ha compiuto in s la volont del Padre, cos anche noi possiamo compierla per mezzo di lui trovando la pace, la gioia, la carit piena. In tutto ci Maria la nostra guida, lei che ha sempre offerto a Dio un sacrificio di lode, e ha fatto della sua vita una continua offerta al Signore. Lei che ama maternamente tutti gli uomini, che sempre lumile serva del Signore, completamente sottomessa alla sua volont ci invita ad imitarla nel nostro cammino spirituale. S, ripetiamoci! Maria lesempio di quel culto che consiste nel fare della propria vita una continua offerta al Signore. Lei ci sia maestra e guida, lei che nostra avvocata e madre.
Anche noi dunque, circondati da un cos gran nugolo di testimoni, deposto tutto ci che di peso e il peccato che ci assedia, corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Ges, autore e perfezionatore della fede. Egli in cambio della gioia che gli era posta innanzi, si sottopose alla croce, disprezzando lignominia, e si assiso alla destra del trono di Dio. Pensate attentamente a colui che ha sopportato contro di s una cos grande ostilit dei peccatori, perch non vi stanchiate perdendovi danimo. [4]Non avete ancora resistito fino al sangue
nella vostra lotta contro il peccato. (Lett. agli Ebrei 12, 1-4).
Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013
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FIRENZE. Basilica S. Maria Novella. Domenico Ghirlandaio (Firenze 1449-1494). S. Giovacchino allontanato dal Tempio.
Per la scelta che Dio ha fatto di Gioacchino ed Anna, quali fortunati genitori della Vergine Maria, Madre di Ges, la piet popolare ha riconosciuto in loro doni speciali di grazia per cui con affetto ha nutrito per essi un culto straordinario e anche in Italia assai esteso. il protovangelo di Giacomo, uno scritto apocrifo del 12
sec. II, che d i nomi di Gioacchino ed Anna. La promessa fatta ad Abramo, prossima alla realizzazione, pass anche attraverso di loro. Essi sono veramente beati insieme con la loro Figlia, esaltata da tutte le generazioni perch Madre di Dio. La liturgia li festeggia insieme il 26 luglio. Santi Gioacchino ed Anna, pregate per noi.
GIOACCHINO e ANNA
genitori della Vergine Maria
Oltre ai libri del Vangelo approvati dalla Chiesa, ci sono i libri dei Vangeli apocrifi ai quali la tradizione cristiana d un certa attenzione quando riferiscono fatti verosimili che non contrastano con la Rivelazione. proprio ai Vangeli apocrifi che si sono ispirati gli artisti nel ricordare la storia di Ges. In uno di questi, nel Protovangelo di Giacomo (II secolo), si narra come Anna, gi avanzata negli anni, non avesse dato figli a Gioacchino, suo marito, il quale un giorno si vide rifiutare la sua offerta al tempio di Gerusalemme proprio perch senza figli, senza discendenza. Addolorato e turbato, Gioacchino prese il suo gregge e si ritir sui monti in volontario esilio perch nella sua trib (quella di Giuda) la sterilit era ritenuta una maledizione di Dio, mentre Anna, triste e avvilita, pregava nella casa deserta, presa da profonda angoscia. Dio, per, premia il dolore di entrambi e manda un angelo, prima sul bianco gregge di Gioacchino e poi nella fredda casa di Anna, annunciando che il tempo della prova era finito e che il Signore avrebbe fatto fiorire nella loro vecchiaia il pi bel fiore dellumanit; che sarebbe nata una fanciulla vestita di sole; che da loro, disprezzati e umiliati, sarebbe sbocciato il giglio della convalle; che sulla loro casa si sarebbe aperta la rosa mistica. Turbato ed emozionato, Gioacchino raduna il gregge e mentre sulla via del ritorno vede Anna che gli va incontro dinanzi alla Porta Dorata della citt, per un abbraccio tenero e silente. Tra gli artisti che si sono ispirati a questo libro apocrifo Giotto. Di lui nella cappella degli Scrovegni, a Padova, c un suo dipinto, veramente bello e suggestivo, dellincontro di Gioacchino ed Anna. un abbraccio pieno di profonda tenerezza e dolcezza, con la mano delicata e gentile di lei che accarezza la bianca e ricciuta barba di lui, simbolo di una fedelt mai venuta meno nel tempo. Un altro grande artista, Domenico Ghirlandaio, nei grandiosi affreschi di tutta la vita della Madonna nella basilica di S. Maria Novella di Firenze, presenta la scena della espulsione di Gioacchino dal Tempio, mentre stringe al petto lagnello che avrebbe voluto offrire sullaltare, quasi annunzio della vera agnella che sarebbe nata, dal suo matrimonio con Anna. Giustamente la fantasia degli artisti
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si compiace di immaginare, poi, lanziana mamma che, allietata da una figlia cos predestinata, le insegna le faccende di casa e maggiormente a pregare e a leggere nei libri sacri i Salmi, non pensando che la loro piccola figlia sar la benedetta fra tutte le donne. Quante nostre nonne hanno insegnato ai ragazzi pagine di storia sacra e belle preghiere, che si recitavano a fior di labbra e con il gusto del cuore e mai dimenticate anche da adulti! Erano, queste nonne, le autentiche maestre di quel prezioso libretto conosciuto come il Catechismo di S. Pio X, vero condensato di tutta la dottrina cristiana. Erano esse che, tra laltro, comunicavano una sana e pia devozione ai santi Gioacchino ed Anna, genitori di Maria, la Madre di Dio. E anche oggi, fortunatamente, ci sono nonni e nonne che oltre a dare una mano alla crescita dei nipotini, provvedono sapientemente a formarli spiritualmente insegnando loro le preghiere fondamentali della fede cristiana. Siamo lieti di esprimere per loro, anche da queste pagine, sentimenti di stima e di riconoscenza. La figura dei nonni oggi, nella nostra societ, un po dimenticata e andrebbe recuperata in parallelo allo sforzo fatto a favore dellunit della famiglia. La presenza dei nonni non trascurabile ai fini di una maggiore serenit nel nucleo familiare, pur salvando quella autonomia che devono avere le nuove famiglie e senza cadere nelleccesso opposto per cui i figli non hanno iniziativa e responsabilit. Anche e soprattutto nei rapporti di famiglia regni sempre la carit, la comprensione, laffetto, laltruismo. (a cura di P. Eugenio Zabatta op.)
Poich doveva avvenire che la Madre di Dio nascesse da Anna, la natura non os precedere il germe della grazia, ma rimase senza il proprio frutto perch la grazia producesse il suo. Doveva nascere, infatti, quella primogenita dalla quale sarebbe nato il primogenito di ogni creatura nel quale tutte le cose sussistono (Col. 1,17). O felice coppia, Gioacchino e Anna! A voi debitrice ogni creatura, perch per voi la creatura ha offerto al Creatore il dono pi gradito, ossia quella casta madre, che sola era degna del Creatore. Rallegrati, Anna, sterile che non hai partorito; prorompi in grida di giubilo e di gioia, tu che non hai provato i dolori (Is 54,1). Esulta, o Gioacchino, poich dalla tua figlia nato per noi un bimbo, ci stato dato un figlio e il suo nome sar Angelo di grande consiglio, di salvezza per tutto il mondo, Dio forte (cf Is 9,6). Questo bambino Dio (S. Giovanni Damasceno).
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Avvicendandoci nella recita della corona del santo Rosario per ogni ora del mese, procuriamo una lode continua alla Madre di Dio. Cooperare affinch questa lode a Maria sia perpetua il santo vanto di figli devoti verso la loro Madre Celeste. Il nostro impegno semplice e piacevole: ciascuno di noi indica, a scelta, unora di preghiera in pi al mese con la recita dei misteri del Rosario. Questora di preghiera la chiamiamo: Ora di Guardia a richiamo di quellOra di preghiera che Ges chiese ai suoi Apostoli prediletti, nellOrto degli ulivi. Questo gesto di filiale affetto, da parte nostra, fa s che in tutte le ore del mese ci siano alcuni che recitano il Rosario a lode di Maria. Gesto che si ripete mese per mese, secondo le intenzioni dettate dallAssociazione, non per colpire lopinione pubblica, ma per
impetrare da Dio, con laiuto della Madonna, quegli aiuti indispensabili per il bene spirituale delle persone e perch le iniziative umanitarie, sociali, politiche, con le loro istituzioni, riescano nel loro scopo. Animati da motivi esclusivamente spirituali, cio, preghiamo in unione stretta con innumerevoli fratelli e sorelle, come avvicendandoci davanti al trono di Maria, a vantaggio continuo degli uni per gli altri. Questo vantaggio, che ci procuriamo gli uni gli altri, immancabilmente collegato con la preghiera di lode a Maria; il primo frutto prezioso della nostra appartenenza allAssociazione del Rosario. La nostra devozione a Maria, che esprimiamo in modo efficace con la recita del Rosario, in solidale unione con gli altri iscritti allAssociazione, in
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certo modo ci fa partecipare, con la mediazione di grazia della Madre di Dio, alla stessa unica mediazione di Cristo. Cos dicendo non vorrei andare oltre linsegnamento della Chiesa, ma neanche dimenticare quel mistero di grazia che, soprattutto attraverso i Sacramenti, ci viene dato di vivere. Con il Rosario noi, infatti, come leggiamo nella lettera di Giovanni Paolo II, Rosarium Virginis Mariae, non solo preghiamo Maria, ma preghiamo con Maria (n. 16). Secondo il Papa del Totus Tuus, noi, con il Rosario, continuiamo il Magnificat di Maria, ringraziando Dio per il capolavoro compiuto in Lei: lIncarnazione del Figlio Suo (n. 1). La venerazione a Maria ci viene raccomandata caldamente dalla Chiesa e dai Santi tutti. Penso in questo momento alle parole di San Bernardo: Veneriamo Maria con tutto limpeto del nostro cuore, dei nostri affetti, dei nostri desideri. Cos
vuole Colui che stabil che noi ricevessimo tutto per mezzo di Maria. Ma riconoscere la Sua singolare dignit, in qualche modo, vorrei sottolineare, come seguire, conformarsi a Maria in quella mediazione di grazia del Redentore di cui Lei partecipe in modo unico e universale. Il principio di questa mediazione lo indica, ad esempio, la Lumen Gentium quando dice: Lunica mediazione del Redentore non esclude, ma suscita nelle creature una varia cooperazione partecipata da ununica fonte (n. 62). Per cui non c dubbio che lunico Mediatore tra Dio e luomo Ges (I Tim. 2,6), e che nessuno pu andare al Padre se non per mezzo di Lui (Gv. 14,6), ma la Sua Mediazione cos grande e universale che Egli la pu partecipare, in diversa misura, alle sue creature. Certo il primo posto lo riceve Maria, per il suo ruolo di Madre, tanto che non dobbiamo esitare a chiamarla Media-
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trice di tutte le grazie, ma possiamo chiamare mediatori anche gli Apostoli, i Martiri, i Santi. Non ci dobbiamo meravigliare di questo se pensiamo a quanto hanno ripetuto i Padri del Concilio nella Lumen Gentium: I fedeli dopo essere stati incorporati a Cristo con il battesimo e resi partecipi dellufficio sacerdotale, profetico e regale di Cristo (n. 31) Egli intimamente li congiunge alla Sua Vita e alla sua Missione (n. 34). In altre parole tutti noi, incorporati a Ges, siamo resi solidali gli uni con gli altri anche per la nostra salvezza e quindi ciascuno di noi deve portare il peso e la gioia del fardello degli altri secondo lindicazione dellapostolo Paolo: portate i pesi gli uni degli altri (Gal. 6,2) e ancora noi siamo collaboratori di Dio (I Cor. 3,9), ognuno, cio, in qualche modo anche intermediario, mediatore di salvezza per gli altri. Noi non siamo operatori della salvezza; non siamo cio gli artefici della salvezza, ma siamo intermediari, e, in questo senso, mediatori della salvezza gli uni per gli altri. San Giovanni Crisostomo, richiesto chi per lui fosse il cristiano, rispose: il cristiano colui che responsabile di tutti gli uomini. Per quanto stiamo dicendo, questo proprio vero perch tutti sono mediatori per tutti. Chi pensa diversamente, lo sappia o no, fa del Regno di Dio, della Comunione dei Santi che professiamo nel Credo, della Chiesa, del Regno dellamore, una pura collettivit di individui isolati che, in ultima analisi, per la salvezza non avrebbero nulla a che fare gli uni per gli altri. La nostra Associazione del Rosario Perpetuo unendoci strettamente, per
mezzo del Rosario, con Maria e tra noi, tende a farci vivere degnamente questa Comunione dei Santi. E lopera, la carit prima e pi grande che possiamo fare al prossimo la preghiera per lui. LAssociazione ha scelto per noi la preghiera che compendio del Vangelo e perci la pi preziosa dopo la Santa Messa: la preghiera ispirata dalla stessa Madre di Dio, cio la recita del S. Rosario e per una cos nobile causa. Quando, davanti a Dio, renderemo conto dei doni e dei talenti ricevuti, sar motivo di gioia per noi aver compiuto, con il Rosario, ci che come mediatori avremmo dovuto fare per il nostro prossimo. (La Redazione)
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Pensate attentamente a colui che ha sopportato contro di s una cos grande ostilit dei peccatori, perch non vi stanchiate perdendovi danimo. Non avete ancora resistito fino al sangue nella vostra lotta contro il peccato (Eb. 12, 3-4).
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FIRENZE. Museo S. Marco. Beato Angelico (1387-1455). Ges catturato portato al Calvario.
primervi un tono di dignit serena, e quasi dominatrice. Ges tronca le false dimostrazioni di amicizia di Giuda (Fa quel che devi fare!), tronca sul nascere limpossibile difesa di un discepolo (rimetti la spada nel fodero), e con una calma addirittura incredibile - in mezzo a tanto trambusto - gli recita persino un proverbio (Chi prende la spada, perisce di spada); ma sono le restanti parole di Ges che colpiscono, perch in esse, presenti solo nel ricordo di Matteo, contenuto tutto il significato teologico della scena: Credi che non potrei pregare il Padre? Lui mi fornirebbe immediatamente dodici legioni di angeli! Ma allora come si compirebbero le Scritture?. Dunque Ges muore liberamente. Non travolto dagli avvenimenti, non la soldataglia e i bastoni
contro di Lui che dispone, se vuole, di eserciti angelici (12 legioni, quasi centomila angeli!); la sua volont che lo spinge a immolarsi, il suo amore. Ecco la serena meditazione del primo evangelista. San Luca: lamoroso perdono del Salvatore pietoso. Subito nelle parole che Ges rivolge a Giuda si rivela il particolarissimo intento che ha guidato san Luca a descrivere in altro modo la scena: Giuda, con un bacio tradisci il Figlio delluomo?. Amaro, ma estremamente dolce, quasi un ultimo disperato richiamo. E di nuovo il gesto inconsulto e inutile, del discepolo che brandisce la spada. Ges interviene di colpo, con una frase netta: Fermi! Basta cos! (non
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pi il tono didascalico rilevato da Matteo), e poi si curva, con infinito riguardo, a toccare lorecchio ferito di uno degli aggressori, e a guarirglielo. Lultimo miracolo compiuto da Ges - solo san Luca lo ricorda - dedicato allaggressore violento che gli si stava avventando contro per incatenarlo e condurlo a morte! Ges risponde con la commozione e la piet, e uno spiegamento di potenza divina, al suo odio; con lamore, la dolcezza, la bont. lo stesso Ges che perdoner a Pietro, pregher il Padre per i crocifissori, prometter la salvezza al ladrone pentito. Questa la meditazione di san Luca: la Passione di Ges la rivelazione dellamore divino che perdona. San Giovanni: la rivelazione della divina potenza in Cristo. In modo paradossale certo, ma insieme, facendo assegnamento su una sapienza veramente ispirata, il quarto evangelista ha trasformato il racconto della tremenda Passione in una perorazione appassionata per dimostrare la potenza messianica di Ges e la sua gloria divina. Questo intento chiaramente riconoscibile nella descrizione della scena dellorto. Nel suo raconto, Ges che va deciso incontro alle guardie, non viceversa; Lui le affronta, guidato da una sovrumana prescienza (sapendo gi tutto ci che doveva accadere), prende liniziativa con piglio addirittura autoritario (Chi cercate?), e, fattosi riconoscere (Sono Io), la severa maest della sua parola e della sua persona colpisce gli avversari spingendoli indietro e facendoli stramazzare. Una scena veramente inaspettata
in uno scenario simile, e che nulla nel racconto degli altri evangelisti avrebbe fatto prevedere. Ma Giovanni vuol dimostrare che nella persona di Ges, soprattutto del Ges sofferente, si rivela la Divinit. Anche durante la Passione, Giovanni non dimentica che il Cristo il Verbo per mezzo del quale tutto stato fatto. Nella sua incomparabile dignit, Ges, al momento dellarresto, impartisce degli ordini (lasciate liberi costoro!), non solo per dimostrare che non subisce gli avvenimenti, ch anzi li domina, ma soprattutto perch sia chiaro a chiunque medita la Passione, che in Ges si rivela la Divinit misericordiosa e buona. la conclusione di Giovanni: la sofferenza e la morte di Ges rappresentano il momento sublime della storia dellumanit in cui gli uomini ritrovano Dio, perduto con il peccato, e da questo incontro escono prostrati nelladorazione e trasformati da una potenza di grazia. Ges che soffre il Dio onnipotente e amoroso che attira tutti a s (Omnia traham ad meipsum). Concludendo: straordinario come da un episodio tanto breve e semplice, raccontato sostanzialmente allo stesso modo, con gli identici personaggi e gli identici gesti, i quattro evangelisti siano riusciti a trarre tanti e cos diversi significati. Il segreto sta nel loro modo di avvicinare i fatti della Passione: meditandoli! Chiunque legga i loro racconti si sente invitato a imitarli e allora le quattro interpretazioni sulla scena triste e nobile del Getsemani si fondono in unico armonico messaggio che parla al cuore, uscendo vivo dal cuore sofferente di Ges. (P. M. Laconi).
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menicano anche perch intimamente connessa allideale domenicano. Tra lincarnazione del Verbo di Dio - evidenziava gi Pio XII parlando ai Domenicani - e la predicazione v una stretta analogia, una meravigliosa somiglianza e parentela. Il discepolo di Cristo, a somiglianza della Beatissima Vergine Maria, dona, d Cristo agli uomini, portatore di Cristo. La Vergine, Madre di Dio, Maria, rivest Cristo dellindumento delle membra; laraldo del vangelo lo riveste dellaereo corpo delle parole: tanto l che qui v la verit che ammaestra gli uomini, che gli uomini illumina e salva; la maniera diversa, ma la virt la medesima. Di certo questo medesimo onore, questa lode, questa dignit appartengono a voi con speciale titolo. Questa somiglianza di compiti mentre accresce la devozione dei frati Predicatori verso la Vergine Santissima, li assicura del suo materno patrocinio. Sono certamente molti i rischi per chi deve avvicinare ogni sorta di gente, molti e di ogni genere per chi deve costantemente vivere a contatto col male, con lerrore, con tante deviazioni della mente e del cuore umano. Ed per questo che noi dobbiamo pregare per loro, perch trovandosi sempre sotto la speciale tutela della Regina del Rosario possano andare sicuri per il mondo e portare anime a Cristo. Tanta materna bont per i frati Predicatori motivo di grande serenit e gioiosa fiducia nelle lotte e nelle difficolt del ministero apostolico e nello stesso tempo impegno a crescere ogni giorno pi nellamore verso la Madre di Dio e a far conoscere a tutti, sempre pi, le sue glorie. P. Eugenio Zabatta op
LA CROCE METROPOLITANA A doppia traversa. Notiamo la croce a doppia traversa. Nel ritrovamento della Croce di Ges nel 326, da parte di SantElena, nacque la celebrazione e la diffusione delle reliquie della Croce. Da quel tempo, da emblema di supplizio e morte, la croce divent il simbolo cristiano per eccellenza che riassume in s il sacrificio del Salvatore e la sua resurrezione. La croce a doppia traversa o croce metropolitana, detta anche vera croce perch si ritiene che rappresenti la forma originaria della croce di Ges di pertinenza dei cardinali, dei patriarchi, primati e metropoliti e dei grandi fondatori di Ordini religiosi, per indicare la loro potest che supera il confine delle stesse diocesi o territori. Forte di questa tradizione, il pittore lha messa nelle mani di san Domenico di Guzman, perch il fondatore del glorioso Ordine dei Predicatori (Domenicani).
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Leterno riposo dona loro, o Signore, e splenda ad essi la luce perpetua. Riposino in pace ! Amen.
IMMACOLATA
CARDIAS
di Baratili S. Pietro 1940 3 gennaio 2012
Assistita con premura dai suoi cinque figli, ha accettato la lunga sofferenza - dieci anni con il diabete - con fede e rassegnazione. Associata del Rosario, (17 anni) stata anche consorella dello Spirito Santo e per un anno priorissa. Al posto della mamma si iscrivono al Rosario Perpetuo le figlie Emanuela e Mirella. Riposi in pace. (La zel. Stefanina Zoccheddu).
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LUCIA LASIU
di Nurachi 1928 05 maggio 2012 Dopo lunga malattia, sopportata coraggiosamente e cristiana rassegnazione, la cara socia tornata al Padre. Da giovane si era consacrata alla Madonna entrando a far parte della pia unione delle figlie di Maria. Ha militato e si formata nelle fila dellAzione Cattolica, nella quale stata una zelante educatrice di bambini e ragazzi. Finch ha potuto era assidua allOra di Guardia. La ricordiamo nelle preghiere e siamo sicuri che continuer, lei pure, a pregare per lAssociazione. (Lo zel. Massimo Porchedda).
RINA CARTA
di Iglesias 1924 2012 Donna discreta e disponibile: premurosa in particolare verso i poveri, ci ha dato lesempio di una cristiana generosa e affabile, offrendo, a quanti lavvicinavano, sempre un sorriso e una parola gentile. Sono certa che continuer a pregare Maria SS.ma con noi e per noi. Era molto conosciuta e amata. (La zel. Mariolina Pili).
NANDINA SCOTTU
di Sassari 13 ottobre 1926 22 dicembre 2012 Sposa, mamma e nonna esemplare, che ha saputo guidare la famiglia. Era di profonda fede e grande sensibilit di animo, pronta ad aiutare i poveri e i sofferenti, e in particolare i pi bisognosi. Ricordo con grande commozione soprattutto le esperienze di preghiera e di fraternit vissute in sua compagnia. Era assidua allOra di Guardia fatta insieme, nel raccoglimento. Continui dal cielo a vegliare su tutti i suoi cari e sullAssociazione che ha sostenuto sempre con fervore. (la zel. Liliana Angiolini).
MARIO PUTZU
di Siurgus Donigala 8 settembre 1924 12 marzo 2012 Ebbe da Dio il dono di unimmensa bont e consacr tutta la sua vita per il bene della Famiglia e dei suoi cari. Fu affezionato e fedele del Rosario Perpetuo e della Associazione. Lo ricordiamo nella preghiera mentre lo raccomandiamo a quella di tutti gli iscritti. Riposi in pace. (La zel. Antonella Peseu).
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PIETRINA ETZI
di Guasila 29 giugno 1916 22 ottobre 2012 Devotissima del Rosario e fedele alla S. Messa, per i suoi buoni esempi la ricordiamo al Signore con la preghiera. Nella foto commemorativa: Io vi amer dal cielo pi di come vi ho amato in terra. (La zel Maria Manca).
ANTONIO ECCA
di Pirri 11 maggio 1933 29 settembre 2012 Dopo una vita dedita al lavoro, alla famiglia e alla preghiera, a 79 anni, tornato alla Casa del Padre. Molto devoto alla Madonna e socio fin dalla fondazione dellAssociazione a Pirri S. Tarcisio, stato assiduo allOra di Guardia comune. Lo raccomandiamo al Signore e in cuor nostro sentiamo che pregher per la nostra parrocchia e associazione del Rosario. (La zel. Tonina Melis).
ENEDINA ATZEI
di Baressa 9 marzo 1925 22 agosto 2012 Cara mamma, sei stata sempre amorevole ed esempio di dedizione e di sacrificio. Mai ci hai fatto mancare il tuo affetto, la tua presenza, i tuoi consigli. Da tempo zelatrice del Rosario Perpetuo pregavi per tutti e per tutti avevi sempre un sorriso e una buona parola. difficile colmare il vuoto che lasci tra noi, ma siamo consapevoli che hai trovato la pace e la serenit accanto al Signore e alla Vergine del Rosario. Veglia su tutti e riposa in pace. (Le figlie Teresina e Aida Murgia).
ELENA TESTONE
di Benetutti 25 febbraio 1923 25 novembre 2012 Madre di otto figli. Perseverante nella preghiera, partecipava allOra di Guardia del Rosario Perpetuo. Aveva sempre il sorriso in volto e una parola buona per tutti. Pregava sempre per i suoi e per tutti: continuer a farlo in Cielo. (La zel. Francesca Cosseddu).
di Iglesias. Oltre ad essere una brava mamma e nonna, era unottima vicina di casa: discreta, tranquilla, affettuosa. La Madonna nella sua grande misericordia, la ricompenser riservandole un posto in Paradiso. La ricordiamo con affetto nella preghiera. (La zel. Mariolina Pili).
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TERESA ATZEI
di Baressa 16 novembre 1928 19 ottobre 2012 D notizia del ritorno alla Casa del Padre il figlio Pino Melis, iscritto allAssociazione del Rosario. Volentieri tutto il gruppo si unisce nella preghiera di suffragio per la sua anima benedetta. Riposi nella pace. (La zel. Elisa Serpi).
ARAMU LUIGINA
di serrenti 31 gennaio 1925 25 febbraio 2011 Donna semplice e umile. La raccomandiamo al Signore e lei certamente pregher per la sua famiglia e per tutti noi. (La zel. Sanna Graziella).
AUSILIA PISTIS
di Villasor 9 settembre 1919 5 febbraio 2013 La fede in Ges Cristo, il grande amore verso la Madonna lhanno sempre sostenuta nella vita fatta di sacrifici e dolori. Ha offerto a Dio, con umile rassegnazione il distacco per la morte della sua unica figlia. Per tanti anni ministra della candelora, si occupata del decoro e pulizia dellaltare dedicato alla S. Vergine. stato commovente vedere la sua bara proprio davanti a quellaltare: un segno di amore della Madonna! Iscritta allAssociazione dellOra di Guardia, non trascurava la preghiera e aveva sempre parole gentili. Ora dal cielo preghi per la nostra Comunit. Ci uniamo con affetto alle preghiere dei suoi familiari. ( La zel. Paola Arisci).
ALBINA MUSIO
di Serrenti 27 settembre 1925 6 maggio 2011 Mamma di otto figli, socia da pochi anni. Donna umile e semplice. Volentieri la ricordiamo nella preghiera. (La zel. Sanna Graziella).
ANTONINA
SPIGA
di Serrenti
21 ottobre 1928 8 giugno 2012 Donna di fede e di preghiera, generosa. Partecipava alla prima messa tutti i giorni. Il Signore lha chiamata a S dopo quattro mesi dalla morte del marito. Ora pregheranno per noi. (La zel. Sanna Graziella).
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MARIANGELA
MURA
di Samugheo
LAURA MALLUS
di Decimomannu 29 marzo 1939 19 ottobre 2012. Sorella umile, semplice e generosa. Svolgeva lapostolato della carit e insegnava catechismo: portava i ragazzi fino alla cresima. Vedova da sei anni, vissuti nel dolore che la vita non le ha risparmiato perch ha subto vari interventi. Ha vissuto con tanta fede, ponendo tutto nelle mani del Signore. La pensiamo tra le braccia di Ges e Maria: siamo certe che prega per noi, come anche noi facciamo per lei. (La zel. Anna Mocci).
23 giugno 1926 26 novembre 2011 con grande dolore che annunciamo la morte a questo mondo della zelatrice Mariangela Mura. Ci consola, per, il fatto che ora in cielo potr godere di tutti quei meriti che si procurata sulla terra, per aver divulgato, con tanto amore, la devozione alla nostra Mamma Celeste e al suo Figlio Ges, col Rosario Perpetuo. Siamo certe che, dal cielo, continuer a pregare con noi e per noi. (Con le iscritte di Samugheo, la zel. Emanuela Deiana).
mo di cultura e attento ai problemi dei parrocchiani, con il suo instancabile impegno e generosit, stato un dono per lintera Comunit. Offriamo volentieri al Signore le nostre preghiere per la sua anima benedetta, nella certezza che anche lui, ricordandoci nella gloria del Signore, continuer a pregare per noi. Con lo stesso amore filiale accogliamo il nuovo parroco Don Agostino Carboni, mentre gli auguriamo un sereno apostolato tra noi, nel quotidiano cammino di fede che con la grazia di Dio vogliamo continuare. (La zel.Tina Soro e lAssociazione del Rosario Perpetuo di Bortigali).
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LE NUOVE ISCRITTE
benvenute nella nostra associazione di preghiera
Atzara: Manca Caterina, Corongiu Assunta, Delogu Sebastiana; Bessude: Nurra Lucia, Marongiu Vilma. Bono: Virdis Lucia, Cillara Francesco; Borore: Zoncheddu Pina (vice-zelatrice). Bottidda: Craba Paola; Bulzi: Mulargia Vanna; Cagliari (Carmine): Pisu Beniamino; Furtei: Fenu Salvatorica, Floris Modestina; Guasila: Arba Antonio, Carta Mario, Cirina Francesco, Congiu Roberta, Cortis Ada, Enis Giovanna, Etzi Luisa, Fenu M. Laura, Guiso Don Alessandro, Lisci Pietro Paolo, Locci Laura, Manca Giuseppe, Medda Vitalia, Melas Salvatore, Melas Sonia, Melis Graziella, Melis Maria Rosaria, Meloni Carlo, Moi Luigina, Murru Tina, Murtas Lidia, Orr Anna, Pitzalis Amelia, Planta Grazietta, Scanu Antonino, Serra Loredana, Soru Candida, Spanu Gianmauro, Vignola Domenico, Zara Mariuccia, Zara Antonio, Cabiddu Michela; Iglesias: Snenghi Pina, Angius Marco, Diana Franca, Concas M. Luisa, Frau Pierpaolo, Medau Lorenzo Tino, Floris Alice; Nule: Crasta Bonaria; Nurachi: Porcu Michela e Agus Paolo, Manca Agnese, Ketty Tiana; Ozieri: Manca Maria; Pirri (S. Pietro): Demeglio Anna Maria; S. Niccol Gerrei: Follesa Francesca; Sassari: Sechi Lorenza; Sennori: Spanu Clara, Secchi Maria, Chessa Maria Antonietta, Piana Vittoria, Sanna Maria Rita, Satta Valentina, Uggias Peppina, Cossu Giulia, Sassu Giovanna; Sinnai: Pinna Aldo, Uda Paola, Perra Elena; Tonara: Peddes Silvana; Villacidro: Atzeni Caterina, Murgia Vincenza; Villamassargia: Farci Anna Maria, Marreddu Bonina, Steri Liviana. Villasor: Muscas Agnese, Dore Giuliana, Porceddu Pinna Teresina.
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IL ROSARIO VIVENTE
Il Rosario Vivente un movimento spirituale di preghiera formato da gruppi di 20 ragazzi o giovani ciascuno. Ogni ragazzo si impegna a dire, tutti i giorni, un mistero del Rosario (1 Padre Nostro, 10 Ave Maria, 1 Gloria al Padre). Il Rosario Vivente risponde allinvito della Madonna a recitare il Rosario: per la conversione dei peccatori; per la pace nel mondo; per la riparazione delle offese fatte a Dio. Vuole riportare il Rosario in famiglia, piccola Chiesa domestica; vuole, infine, unire nella preghiera del Rosario numerosi giovani per un serio cammino di fede. Per aiutare i ragazzi nella recita del mistero sono disponibili: la Coroncina di soli dieci grani, da tenere in mano e il libretto con le immagini dei misteri e delle brevi riflessioni. Invitiamo parroci, catechisti e le nostre zelatrici a formare, in parrocchia, almeno un gruppo di ragazzi rosarianti. Per le informazioni e loccorrente al gruppo scrivere a: Associazione Rosario Perpetuo P.za S. Maria Novella, 39 - 50123 FIRENZE - Tel. 055.35.56.80 Ore 8,30-13.00 (lunedi-gioved).
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FIRENZE. S. M. Novella. Cappella della Pura. Madonna con Bimbo (sec. XV).
due anni dopo il fatto, avvenuto il 22 ottobre 1472, che voglio farvi conoscere. A quel tempo, proprio accanto alla Chiesa, dove ora ci sono grandi palazzi, passava un piccolo fiume e cera un campo di canne, ma ecco come il cronista di allora riporta il prodigio: Nellanno del Signore 1472, nel giorno 22 di ottobre, che, come fu notato, in quellanno cadeva nella quarta domenica del mese, avendo alcuni fanciulli prese dal vicino canneto delle
canne frondose come spazzole, circa lora ventesima cominciarono a scorrere qua e l nel cimitero (attuale giardino di via degli Avelli, allora cosparso di tombe). Ora accadde che mentre essi giocano con quelle canne a fare la scherma, come sogliono fare i ragazzi, e scorazzano per il cimitero, uno di essi, nato dalla famiglia De Ricasoli, giunto dinanzi alla pittura, si sente chiamare per nome dalla bellissima Madre di Dio. Il fanciullo rimane come sospeso
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dalla novit di quella voce. Sente chiamarsi ancora una seconda volta e ascolta la voce che gli chiede di ripulire, con la sua canna frondosa, la sua immagine dalla polvere e dalle ragnatele. Il ragazzo ubbid prontamente: ed ecco che il fatto, divulgato per la citt, provoc un accorrere continuo di moltitudine di fedeli. Moltiplicandosi poi i miracoli della Vergine, dopo un biennio Ranieri e Lorenzo De Ricasoli trattarono di costruire sul luogo una degna cappella. E della immagine veramente bella, abbiamo questa descrizione: La Vergine Madre, seduta su di un sedile che rimane invisibile, ha la tunica di un rosso cupo, visibile solo sul petto e sul braccio destro. Lamplissimo mantello azzurro le forma come un vero trono sul quale si erge la sua gentile figura che stringe al seno, sul lato sinistro, Ges Bambino, il quale con le
manine dolcemente appoggiate sulla mammella ne succhia il latte. La dolce figura della Vergine Madre dagli occhi leggermente a mandorla, dal profilo allungato, sembra di buona scuola senese della met del sec. XIV. tanta la suggestione che lascia il casto atteggiamento della Vergine nellatto di allattare il Bambino che fin dallinizio della nuova devozione, si cominci a chiamarla Madonna della Purit, volgarmente della Pura, e a far sorgere una pia Societ di Ragazzi tra i quali ci sar stato, o saranno stati quelli cui, quella sera, aveva parlato la Madonna. Santa Maria Novella, uno dei pi bei Santuari dedicato alla Santa Vergine, la sede del centro nazionale dellAssociazione del Rosario Perpetuo. Anche qui, dunque, durante i lunghi secoli della sua storia, si mantenuta viva la devozione alla nostra Mamma celeste soprattutto con il Rosario. Anche qui la
I ragazzi di tutto il mondo, dogni razza e nazione, veri apostoli del Rosario: ogni giorno e devotamente recitano almeno una decina del santo Rosario.
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Madre di Dio si valsa di ragazzi per riaffermare la sua presenza materna e premurosa in mezzo a noi. Ieri come oggi, i Padri Domenicani, predicatori del Rosario, custodi e propagatori di questa salutare devozione, ripetono limportanza e la necessit di pregare con il Rosario. Volendo soddisfare la richiesta che la Madonna fa ai ragazzi - recitare ogni giorno e devotamente la corona - i Sacerdoti incaricati dellAssociazione non si stancano di invitare zelatori e zelatrici, catechisti e parroci a formare, in parrocchia, un gruppo del Rosario Vivente tra ragazzi o giovani. I frati sono disponibili per parlare di questa associazione tra i ragazzi e offrire i sussidi adatti (coroncine, libretti, foulards ) per la formazione del gruppo, anche intervenendo di persona. Pi volte, anche negli anni passati, nella rivista Il Rosario si parlato dellopportunit di formare i gruppi del Rosario Vivente e anche in questo Bollettino della Sardegna abbiamo dedicato sempre alcune pagine ai ragazzi. a loro, che hanno tutta la vita davanti a s, che dobbiamo far conoscere e passare la corona del Rosario! Questo porter, certamente anche nella loro vita, la luce e il conforto. Un metodo veramente sicuro, il Rosario Vivente, per insegnare ai ragazzi a pregare, a meditare i misteri della nostra fede. Ai catechisti, in particolare, dico che se al termine delle istruzioni che tengono ai ragazzi, non avessero loro insegnato a pregare, rimarrebbe infruttuosa la loro fatica. Si! Con il Rosario il Vangelo stesso che, meditato nei singoli episodi della vita di Cristo, diventa preghiera. (a cura di P. Eugenio Zabatta op.).
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Trasfigurazione di Ges sul Tabor. Annuncio del Regno e invito alla conversione
Inizia con il segno di croce e con la corona in mano, per ogni quadro del Rosario, dopo lenunciazione del mistero, recita: 1 Padre Nostro 10 Ave Maria 1 Gloria al Padre.
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LA NOSTRA FEDE
lAnno della fede ha avuto inizio l11 ottobre 2012, nel cinquantesimo anniversario dellapertura del Concilio Ecumenico Vaticano II, e terminer il 24 novembre 2013, Solennit di Nostro S. Ges Cristo Re dellUniverso. Questanno sar unoccasione propizia perch tutti i fedeli comprendano pi profondamente che il fondamento della fede cristiana lincontro con un avvenimento, con una Persona che d alla vita un nuovo orizzonte e con ci la direzione decisiva Fondata sullincontro con Ges Cristo risorto, la fede potr essere riscoperta nella sua integrit e in tutto il suo splendore. Anche ai nostri giorni la fede un dono da riscoprire, da coltivare e da testimoniare, perch il Signore conceda a ciascuno di noi di vivere la bellezza e la gioia dellessere cristiani. LAnno della fede coincide con il ricordo riconoscente di due grandi eventi che hanno segnato il volto della Chiesa ai nostri giorni: il cinquantesimo anniversario dellapertura del Concilio Vaticano II, voluto dal beato Giovanni XXIII (11 ottobre 1962), e il ventesimo anniversario della promulgazione del Catechismo della Chiesa Cattolica, offerto alla Chiesa dal beato Giovanni Paolo. II (11 ottobre 1992).