Sei sulla pagina 1di 14

A.

VALENTI

pubblicato su Divus Thomas anno 115, n.1 (2012), pp. 305-331

PER UNA TEORIA CIRCOSCRIZIONISTA DELLA SCIENZA Il senso analogico in cui una teoria scientifica pu esser detta vera o falsa.
AUTORE: ALBERTO VALENTI *

RIASSUNTO Il lavoro si rif alla nozione aristotelico-tomista di scienza per suggerire che ogni scienza ritaglia un certo aspetto della realt per farne il proprio oggetto. Come una carta piana non pu dare informazioni assolutamente fedeli di una superficie sferica, rispettando distanze, angoli, aree della superficie reale, cos (analogamente) la scienza, ogni scienza, e con essa ogni teoria avr un ambito di applicazione limitato. Le teorie scientifiche non vengono, perci, falsificate, bens circoscritte. ABSTRACT This article is based on the aristotelian-thomistic concept of science and hints to the fact that every science chooses a certain aspect of reality as its object. As a flat map cannot give faithful information about a spherical surface (about distances, angles, areas of the real surface), similarly science, every science and every theory will have a limited field of application. Therefore scientific theories are not disproved, but they are circumscribed instead. 1. Introduzione. Ogni scienza fatta di teorie. Ogni indagine scientifica consta di uno o pi assunti teorici che ne ispirano gli esperimenti, i problemi insegnati agli studenti, le prime pratiche di laboratorio, tutta la successiva attivit sperimentalealmeno sino a quando non subentra unaltra teoria al posto di quella attualmente in auge. Questa sembra una affermazione banale: eppure non lo , se la consideriamo un poco a fondo. Abbiamo detto: ogni discorso scientifico poggia, trae fondamento da una o pi teorie. Pertanto, prima di cercare attorno alle teorie, quali siano i loro rapporti reciproci, i loro rapporti con le asserzioni osservative, ecc., dovremo stabilire, preliminarmente, che cosa sia una scienza. La risposta pu essere facilmente rinvenuta nella filosofia aristotelico-tomista. Secondo questa filosofia, una scienza definita dai propri oggetti. Oggetto non semplicemente la cosa, perch ogni scienza considera le cose secondo un particolare punto di vista. Ogni scienza si ritaglia, per cos dire, quellaspetto delle cose che intende studiare, di cui intende fare il proprio oggetto. Quindi questo objectum della scienza non e non va assolutamente confuso con la res. Consideriamo, per esempio, un gatto in caduta libera. Come si sa, un gatto generalmente riesce, mentre cade, ruotando attorno alla propria coda (mantenuta tesa e lontano dal corpo), a toccare terra a quattro zampe, qualunque sia la sua posizione iniziale. Questo fenomeno, della caduta del micio, pu essere studiato da varie scienze. Cinematica e dinamica dei corpi in caduta in accelerazione non costante, dinamica dei corpi in rotazione, neurologia, scienza dei riflessi: sono solamente alcuni * Insegnante di Matematica e Fisica presso il Liceo Scientifico G. Marconi di Parma. Indirizzo email: valenti.alb@libero.it.
1

A. VALENTI

esempi. Altri se ne potrebbero fare: come di scienze che studino landamento dei battiti cardiaci o la circolazione sanguigna del gatto mentre cade; oppure una che si interessi delle onde cerebrali del gatto e delle loro variazioni mentre in caduta. Quando consideriamo uno scienziato o un gruppo di scienziati che svolge qualcuna delle loro indagini, abbiamo sempre a che fare con persone che si affidano, nelle loro ricerche, a una o pi teorie. Ora possiamo chiederci: che cosa caratteristica di (tutte) queste scienze (teorie)? , come abbiamo visto, la circostanza che ogni cosa viene considerata secondo un particolare aspetto. Quindi ognuna di tali scienze, gi dallinizio e si pu dire per definizione, stabilisce, accetta, di avere dei limiti. Questo limiti possono avere per uno o pi aspetti caratteristiche di infinit possono cio riguardare, almeno allinizio, una infinit di casi. Ci nonostante, le teorie (e scienze) che vi corrispondono saranno ugualmente limitate, per qualche aspetto. In caso contrario non sarebbe possibile immaginare una situazione in cui ci si senta di dire, ad uno specialista qualsiasi, di rimanere nellambito della sua specializzazione (situazione, questa, comunissima). anche questo aspetto, indubitabile ed apparentemente innocuo delle scienze, il loro essere fin dallinizio limitate e circoscritte, che ci fa dire: il destino delle teorie scientifiche non la falsificazione, ma la loro circoscrizione. Una teoria demarcata, nel senso preciso che si occupa solamente di certi oggetti (quelli che sono gli oggetti della scienza cui appartiene). Una teoria demarcata (circoscritta) nel senso che i suoi oggetti sono diversi, il suo campo dazione diverso rispetto a quello di altre teorie (magari si tratta di teorie rivali di quella presa in considerazione). Ogni teoria scientifica definita quando definito il suo dominio, ovverossia il campo doggetti per cui essa valida. La storia della scienza non fatta di teorie falsificate, ma di teorie circoscritte. Resta vero che lo scienziato che cerca i limiti di validit della sua teoria mette in atto procedure, strategie, apparati sperimentali che sono esattamente gli stessi che egli userebbe nel caso cercasse di falsificare la teoria. Il falsificazionismo , comunque, da rigettare. Questo quanto vorremmo (argomentando) provare. Nel seguito verr discusso: 1) come il falsificazionismo non riesca, anche se vero, a trovare un criterio di demarcazione tra scienza e non-scienza; 2) la nota posizione, dei popperiani e post-popperiani, sulla metafisica come male necessario- ed il suo ruolo nella teoria complessiva di Popper; 3) motivi di perplessit suscitate sul piano logico dalla teoria evoluzionista della conoscenza; 4) lo strumentalismo ed il funzionalismo, la loro vicinanza e le obiezioni che, ancora su un piano logico, possono essere mosse loro; 5) infine vedremo la teoria circoscrizionista della scienza. Questa teoria verr presentata avvicinandola, per analogia, alla situazione in cui si trovano gli umani quando cercano di rappresentare una superficie approssimativamente sferica (come quella della terra) su carte piane. Per quanto rappresentazioni di aree relativamente piccole (diciamo di una provincia italiana) diano sostanzialmente unidea veritiera di quanto rappresentato, le cose cambiano quando ci troviamo a rappresentare per esempio interi continenti.

2. Analogia e epistemologia nella contemporaneit.


La filosofia della scienza sembra vivere oggi una strana stagione. Da un canto si assiste, tra gli scienziati, al diffondersi di un atteggiamento agnostico per quanto riguarda i problemi gnoseologici ed epistemologici. Sono diffusissime ed inespresse (per lo pi)

A. VALENTI

opinioni strumentaliste, o magari anche finzionaliste,1 sulla scienza. Qualche scienziato, se interrogato in proposito, si dichiara a favore di una generica teoria evoluzionista della scienza (e/o della conoscenza). Del tutto in generale, sembra di poter dire quanto segue. Si direbbe proprio che gli scienziati siano, per la maggior parte, realisti tutti i giorni della settimana (quando devono lavorare e non possono riflettere troppo su quello che stanno facendo) e finzionalisti/strumentalisti/evoluzionisti nei fine settimana, quando si fermano a rifletterci un poco sopra. Dallaltro, si hanno filosofi della scienza come Larry Laudan2, che rinunciando espressamente al programma popperiano di individuare un criterio di demarcazione tra scienza e metafisica, attua invece una sorta di Aufhebung (nel senso di indebolimento, mescolanza che indebolisce) tra le teorie di Popper, Lakatos, Kuhn e Feyerabend3. C poi da dire che i filosofi (tout-court, intendo dire non filosofi-di ) sembrano avere allingrosso abbracciato le tesi di K. Popper. Ad esempio segnala il carattere ipotetico-deduttivo della scienza E. Severino, mentre G. Bontadini asseriva che il sapere scientifico strutturalmente falsificabile. Vedremo di stabilire che peso sia da assegnare a queste prese di posizione dei filosofi. Oltre a discutere approfonditamente perch la visione strumentalista della scienza sia assolutamente sterile, intendiamo criticare la teoria evoluzionista della conoscenza. Inoltre vorremmo argomentare a favore della impossibilit del falsificazionismo di demarcare scienza e non-scienza. Oltre a fare ci, proporremo (e difenderemo dai falsificazionisti) una nostra teoria della scienza. Secondo questa teoria, o, come dovrebbe dirsi, meta-teoria, ogni teoria scientifica ha un delimitato campo di applicabilit, o ambito di validit, o dominio, entro cui essa trova corrispondenza; al di fuori di tale dominio la corrispondenza non pi garantita. Ogni teoria scientifica avrebbe dunque signoria su di un aspetto limitato della realt. Questa (meta-)teoria, veramente, gi stata presentata da E. Agazzi e difesa da W. Heisenberg. Dice Agazzi:
1

H. Vaihinger, La filosofia del come se. Sistema delle finzioni scientifiche etico-pratiche e religiose del genere umano, Ubaldini, Roma 1967 (Die Philosophie des als ob). Le tesi finzionaliste di Vaihinger sono sostenute da G. Boniolo, Linguaggio e antifondamentalismo, Borla, Roma 1988. Per una presentazione chiara ed esauriente del finzionalismo si pu vedere, di A. Chalmers, Che cos questa scienza?La sua natura e i suoi metodi, Arnoldo Mondatori Editore, Milano 1979 (What is this thing called science?). Per capire perch diciamo che funzionalismo e strumentalismo sono vicini ai limiti della confusione, si veda a pag. 126-127, in cui Chalmers dice cose che mostrano chiaramente come, anche per lui, strumentalismo e funzionalismo sono una sola e medesima cosa. Infatti egli parla dello strumentalismo, ma gli fa asserire tesi chiaramente finzionaliste. Contro i finzionalisti, vorremmo sostenere una prospettiva realista della conoscenza. Per una discussione seria ed approfondita delle caratteristiche del realismo, si veda ad esempio A. Molinaro, Realismo e verit, su Aquinas, Anno XLI, 1998, Fascicolo 1, pp. 89-101. 2 Larry Laudan, Il progresso scientifico. Prospettive per una teoria, Armando, Roma 1979 . 3 K. Popper, Logica della scoperta scientifica. Il carattere autocorrettivo della scienza, Einaudi, Torino 1970 (The Logic of Scientific Discovery,1934). , Congetture e confutazioni. Lo sviluppo della conoscenza scientifica, Il Mulino, Bologna 1976. ,Poscritto alla logica della scoperta scientifica, Il Saggiatore, Milano 1984 (Poscript to the Logic of Scientific Discovery, 1956 (1983), a cura di W.W. Bartley III). , Societ aperta, universo aperto, Borla, Roma 1984. K. R. Popper, K. Lorenz, Il futuro aperto, Rusconi, Milano 1989. T. Kuhn, La struttura delle rivoluzioni scientifiche, Einaudi, Torino 1969 (The Structure of Scientific Revolutions, Chicago University Press 1962). , La rivoluzione copernicana. Lastronomia planetaria nello sviluppo del pensiero occidentale, Einaudi, Torino 1972 (The Copernican Revolution. Planetary Astronomy in the Development of Western Thought, Harward University Press, Cambridge 1957). , La tensione essenziale. Cambiamenti e continuit nella scienza, Einaudi, Torino 1985 (The Essential Tension, The University of Chicago, 1977). P. Feyerabend, Contro il metodo. Abbozzo di una teoria anarchica della conoscenza.Feltrinelli, Milano 1979 (Against method. Outline of an anarchistic theory of knowledge, NLB 1975). , Il realismo scientifico e lautorit della scienza, Il Saggiatore, Milano 1983. AA.VV. (a cura di Imre Lakatos e Alan Musgrave), Critica e crescita della conoscenza , Feltrinelli, Milano 1976 (Criticism and the Growth of Knowledge, 1970, Cambridge University Press). 3

A. VALENTI

() la teoria vera, ossia la presunta teoria che dovrebbe abbracciare simultaneamente tutte le enciclopedie e tutti i dizionari, solo uno spaventapasseri immaginario () non esiste una presunta teoria della totalit del reale. (p. 84). Nella mia impostazione oggettualista si ritrovano anche altre ragioni per non lasciarsi abbagliare dal falsificazionismo; grazie ad essa, infatti, possibile vedere che molte teorie superate non lo sono in quanto falsificate ma in quanto per cos dire esaurite nella loro possibilit di studiare il proprio campo di oggetti, a proposito dei quali restano tuttavia vere. La stessa meccanica newtoniana vera per i suoi oggetti, ossia per quelli che si determinano utilizzando certi strumenti di misura e dentro i limiti di approssimazione che questi comportano () . Si dir: per la teoria newtoniana stata dimostrata falsa dalla relativit e dalla teoria dei quanti. Non esattamente cos: anche nel suo caso si pu dire che lerrore non ha dimostrato tanto la sua falsit quanto la sua limitatezza. Lerrore (e non solo nella scienza) molto spesso (non sempre) la scoperta che ci che si pensava valere per il tutto vale soltanto per una parte, e ci conferma sempre meglio la natura del sapere scientifico, che un sapere esatto proprio perch si istituisce entro limiti precisi, entro confini determinati, e quando una scienza riesce a chiarire bene i propri confini allora raggiunge, relativamente a quel ben delimitato ambito di realt, una situazione di verit praticamente stabile, nel senso che tale verit stabilita al di l di ogni dubbio ragionevole, pur restando, in linea puramente teorica e ipotetica, sempre soggetta a revisione. (p. 146-147). E ancora (a pag. 192): Le teorie possono venir dette vere o false soltanto in senso analogico: come una fotografia non n vera n falsa, ma soltanto pi o meno fedele, cos la cosiddetta verit o falsit di una teoria non pu essere stabilita facendo intervenire soltanto strumenti logico-empirici, ma ricorrendo a strumenti ermeneutici pi o meno complessi, che solo analogicamente, appunto, possono essere ricondotti al criterio della verit e falsit. Questo spiega, da un canto, come sia possibile cambiare le teorie tenendo ferma la verit scientifica delle leggi e, nello stesso tempo, indica come questo cambiamento delle teorie consenta di comprendere meglio la stessa verit delle leggi, ossia di rendersi conto delle sue condizioni, dei suoi limiti, oltre che dei rapporti che intrattiene con quadri concettuali pi ampi e addirittura con altre leggi. W. Heisenberg per parte sua ha scritto: Si pu dire () che la capacit umana di comprendere pu essere in certo senso illimitata. Ma i concetti scientifici esistenti abbracciano sempre solo una parte molto limitata della realt, mentre laltra parte, quella tuttora incompresa, infinita (La tradizione nella scienza). Altrove, nello stesso testo, parlando di teorie chiuse (in: I criteri di correttezza nelle teorie complete della fisica), Heisenberg annotava: Ciascuna di queste teorie possiede un ambito di applicazione limitato, che sostanzialmente gi fissato dai concetti introdotti nella teoria. Fuori di questo ambito la teoria non pu rappresentare i fenomeni, perch i suoi concetti non colgono pi gli elementi del mondo reale (p. 138). Quindi da un lato Agazzi critica il falsificazionismo perch questo presuppone che ci sia (e debba essere cercata) una ed una sola teoria scientifica che riesce a descrivere la realt (potremmo dire olismo teorico questo atteggiamento dei falsificazionisti); dallaltro Heisenberg riconosce che le teorie scientifiche possono pretendere di avere validit in un loro dominio di applicabilit limitato. Nessuno dei due, tuttavia, ritiene di dover spendere molte parole sui motivi logici che stanno sotto questa scelta di campo epistemologica. Vorremmo riprendere il loro punto di vista, fornendone motivazioni logiche ed epistemologiche, mettendo in chiaro nel contempo perch altre posizioni (falsificazionismo, strumentalismo, finzionalismo, ) non ci sembrano accettabili.

A. VALENTI

3. Il falsificazionismo non fornisce un criterio di demarcazione. Ci si potrebbe chiedere se davvero il criterio popperiano di demarcazione (la falsificabilit) tale da separare scienza e non-scienza (metafisiche, pseudo-scienze), ossia se davvero esso costituisca (o istituisca) una demarcazione. Il lavoro di Popper venuto dopo la stagione del Positivismo logico del Wiener Kreis: egli ha dimostrato che non esistono asserzioni protocollari, a partire dalle quali erigere per induzione le scienze. Il confronto tra le proposizioni delle teorie scientifiche (proposizioni universali) e proposizioni derivanti da esperimenti (proposizioni particolari) non pu quindi essere di tipo induttivo, ma soltanto di conferma (provvisoria, instabile, tale da non superare lo status ipotetico della legge scientifica) o di negazione (questa s definitiva). Infatti Popper accosta la legge scientifica alla legge giuridica in quanto collezione di divieti. La legge scientifica pu appropriatamente chiamarsi cos, dice Popper, in quanto vieta dei fatti, certi fatti. Pertanto, egli ne ha dedotto, non possibile verificare ma solamente falsificare una legge scientifica. Potremmo riferirci alla sua posizione come al negativismo logico. Il lavoro di Popper stato ispirato dalla urgenza di ridimensionare, di azzerare le pretese di scientificit di marxismo e freudismo. Queste due dottrine sono capaci di riadattarsi ad hoc in modo da trasformare ogni smentita in una corroborazione. Resta da chiedersi: cos di tutte le pseudo-scienze, di tutte le ideologie, di tutte le metafisiche? Se la risposta s, allora sar davvero un tratto distintivo delle scienze positive quello di offrirsi alla confutazione, alle smentite sperimentali. Questo tratto sar allora sufficiente alla demarcazione della scienza rispetto alla non-scienza. Ma davvero cos? Davvero non esistono, n possono esistere metafisiche falsificabili? A svantaggio della posizione di Popper, dobbiamo citare: la evidenziazione, operata dalla logica, della scorrettezza ideologica di alcune filosofie; la falsificazione da parte della scienza di metafisiche ermeneutiche (totalizzanti) per le morali proposte; i processi alle metafisiche istituiti dalla meta-matematica e dalla logica matematica4. Inoltre, dobbiamo fare anche questa osservazione, sulle basi logiche della falsificabilit, individuate da Popper (sostanzialmente) nella fondamentale asimmetria tra verificazione e falsificazione. Si pu mostrare che tale asimmetria non presente solo nei risultati teorici delle scienze naturali: vale, ad esempio, anche per le metafisiche ermeneutiche. Infatti ogni metafisica ermeneutica partorisce una morale, la quale , per cos dire, in attesa di falsificazione. In generale, per, ad una etica corrispondono infinite ermeneutiche che conducono a quellunico sistema morale. Dunque dalla vivibilit (praticabilit) di un cartello etico non segue la verit (la verificazione) della ermeneutica che lo propone, mentre dalla falsificazione (logica, empirica, ) del cartello di regole segue la confutazione di tutte le ermeneutiche che gli corrispondono. innegabile che la picture popperiana delle teorie scientifiche come inscritte in una logica negativa ha una corrispondenza esatta e ampia nello svolgimento effettivo della impresa scientifica. Ci anche in campi fondamentali. Si pensi alla fisica della particelle fondamentali, in cui si visto che tutto ci che non vietato dai principi di base pu effettivamente accadere. Le leggi fisiche sembrano agire come una maglia di divieti attraverso cui la natura fluisce, rispettando rigorosamente tali divieti 5 . La filosofia popperiana della scienza si configura pertanto come basata sulla assunzione che le teorie scientifiche obbediscono ad una logica negativa. Per teorie scientifiche intendiamo quelle della fisica, chimica, biologia, e tutte quelle teorie che appartengono alle scienze derivate da queste
4

K. Ajdukiewicz, Problemi e teorie di filosofia, Reverdito Editore, Gardolo di Trento 1989 (Zagadnienia i kierunki filozofii, Czytelnik Ed., Varsavia 1983 e Problems and Theories of Philosophy, Cambridge University Press, London 1973). B. Russell, Teoria e pratica del bolscevismo, Newton-Compton, Roma 1970 (The Practice and Theory of Bolshevism, 1920).
5

K.W. Ford La fisica delle particelle EST Mondatori, Milano 1965 (The World of elementary particles, Blaisdell Publishing Company, 1963). 5

A. VALENTI

(si pensi alla biofisica, biochimica, eccetera). Dato che la lettera della scienza non conforme a ci, possiamo per semplicit limitarci alla versione sociologicamente pi restrittiva, ma equipollente dal punto di vista logico, che tutte le teorie scientifiche sono traducibili, senza impoverimento semantico, in formulazioni basate su logica negativa. A questo punto si aprono due problemi, legati al fatto che le teorie possono, generalmente parlando, essere formalizzate; esse tendono, per cos dire, alla formalizzazione. Consideriamo pertanto separatamente il caso di teorie formalizzate e non formalizzate. Prima di fare ci, dobbiamo porci una domanda. Tale domanda : le teorie formalizzate obbediscono ad una logica puramente negativa o anche affermativa? Sono traducibili (perfettamente, cio senza perdite di contenuto di verit, ovverosia di contenuto semantico) in logica negativa? Se la risposta no, il quadro falsificazionista non pu descrivere limpresa scientifica per la tendenza alla formalizzazione di cui si detto. Anche se la risposta s, abbiamo il seguente problema. La scienza nel suo corso storico , nella ricerca, non formalizzata; pi precisamente auto-referenziale. Un discorso autoreferenziale non formalizzabile. Le teorie formalizzate in logica negativa sarebbero prive di qualunque contenuto operativo: sarebbero vere e proprie statue di sale. Questo significa che dal carattere negativo delle leggi scientifiche non si pu ottenere una comprensione del carattere predittivo della scienza. proprio questa caratteristica della scienza, caratteristica universalmente ammessa, di predicibilit, di computabilit degli effetti non ricavabile nel quadro del negativismo logico, anzi incompatibile con esso. Questo pu essere mostrato anche sulla base delle considerazioni seguenti (cominciamo dalle teorie non formalizzate). Innanzitutto mostriamo come vi un isomorfismo tra la parte operativo-sperimentale (anche matematico-linguistica) delle teorie scientifiche e un subset dei sistemi morali (cartelli di regole).Si vuole con ci dire semplicemente che il lavoro dello scienziato descrivibile come se ogni sua azione fosse lesecuzione obbediente di un comando appartenente ad un dato cartello (insieme) di prescrizioni. Immaginiamo ci uno scienziato qualunque nel suo laboratorio (nel suo studio, ecc.). Qualunque cosa egli faccia, non forse come se obbedisse ad un preciso sistema morale? E poich ad un sistema morale richiesto solo di essere coerente e di non violare leggi materiali (fisiche, chimiche, ) e matematiche, siamo assicurati della descrivibilit detta. pertanto un fatto semplice, questa possibilit di descrizione del lavoro dello scienziato, ma pregna di conseguenze. La richiesta di non-contraddittoriet, per il cartello etico equivalente, corrisponde alla noncontraddittoriet delle teorie scientifiche: se una teoria T asserisce p e non-p, non solo incapace di fare previsioni, ma se ne pu dedurre tutto e il contrario di tutto. Dunque infalsificabile. La ampiezza del concetto di cartello (la non obbligatoria talmudicit 6 di esso) corrisponde alla non totale deducibilit di una qualunque teoria da una teoria prima e al fatto che, in genere, di due qualunque teorie T1 e T2 non si sa, e non si sapr probabilmente mai 7, che relazioni vi intercorrano. Lisomorfismo tra i due insiemi garantisce: a) se da due proposizioni p1 e p2 della generica teoria T deducibile una p3, dai loro precetti corrispondenti p1 e p2 ricavabile un precetto p3 che il corrispondente di p3 (coerenza della rappresentazione); b) arbitraria la corrispondenza individuabile tra un sottoinsieme p j, pj+1, pj+2, pj+3, contenuto in T e un sottoinsieme pj, pj+1, pj+2, pj+3, contenuto in C, da cui dedurre e la teoria e il cartello (rispettivamente).
6

Diciamo talmudico un cartello di regole rigorosamente dedotto a partire dai principi primi ( i Dieci Comandamenti). Ci legato al fatto che gli studiosi del Talmud ritenevano che Dio abbia detto abbastanza da poter dedurre le istruzioni relative ad ogni comportamento umano possibile. Questa convinzione imponeva ai dottori della Legge un fittissimo lavoro di esame ed interpretazione delle Scritture. 7 Per esempio, deriva dei continenti e quantumcromodynamics; oppure biologia molecolare e teoria BCS, oppure due qualunque teorie prese a caso nel panorama scientifico.

A. VALENTI

Cos, ogni riaggiustamento delle fondamenta di una teoria T non intacca la corrispondenza detta con C. Con queste premesse, possiamo dire sensatamente che uno scienziato che compia una qualunque misura o calcolo, o cerchi di condurre a termine un ragionamento, ecc., usa un insieme di regole interno al cartello C. Dalla equivalenza cos mostrata, si pu dedurre che un sottoinsieme di T, costituito dai fondamenti di T, da cui ogni pj appartenente a T sia deducibile, non pu consistere di sole negazioni. Infatti da quanto detto segue che a proposizioni della teoria che negano (o vietano) qualcosa, corrisponder in C uno o pi divieti. E, come si sa, nessun precetto o ordine positivo pu essere dedotto da uno o pi divieti, ovvero da un insieme arbitrario di divieti (coerenti). Ci equivale a dire che in un cartello etico non possono esserci unicamente divieti, se il cartello deve effettivamente dirmi che cosa devo fare. Dato che nella scienza ed anche secondo la picture popperiana di essa - cruciale il controllo con lesperimento, sarebbe pertanto una parte essenziale del lavoro scientifico quella che si lascia fuori della logica scientifica in una sua formulazione in logica negativa. Si visto infatti come il negativismo logico non descrive i contenuti operativi della scienza: la capacit di fare predizioni e loperare effettivo, attivo dello scienziato. Le teorie scientifiche non sono quindi rappresentabili secondo una logica negativa, senza un pesantissimo e essenziale impoverimento semantico, una sostanziale riduzione allimpotenza, una vera e propria reductio ad nihil, almeno nella loro operativit effettiva. Per quanto riguarda le teorie formalizzate, mostriamo in maniera succinta come si pu illustrare la inadeguatezza della logica negativa, in un caso particolare ma generalissimo. il caso della funzioni ricorsive ed il problema della decisione (Entscheidungsproblem). Si sa che sia le funzioni che le relazioni ricorsive sono tutte calcolabili. Vi sono inoltre buone ragioni per considerare vero anche il teorema reciproco, ossia che tutte le funzioni e le relazioni effettivamente calcolabili siano ricorsive (tesi di Church). Per questo il caso ha validit generale. Calcolabile o computabile significa calcolabile da parte di una Macchina di Turing: una macchina (ideale) capace di un numero finito di configurazioni, che legge e scrive su di un nastro, scorrevole in entrambi i sensi, diviso in riquadri e infinito. Il problema della decisione stabilire, per una teoria arbitraria T, se esiste un procedimento o algoritmo, noto o no che sia a noi, che permetta di decidere in un numero finito di passi se una data formula della teoria o no dimostrabile, ovvero se o no un teorema di T. Una teoria formalizzata pu essere goedelizzata, ossia aritmetizzata: associamo un numero naturale ad ogni simbolo del linguaggio, ad ogni formula o successione di formule. Allora i problemi di decidibilit possono essere riformulati come problemi di decidibilit per la classe dei numeri di Goedel delle sue formule, quella dei suoi assiomi, dei suoi teoremi, ecc. Per la tesi di Church, questi problemi di decidibilit sono risolvibili con una macchina di Turing 8. Per tutte le teorie assiomatizzate e decidibili, la macchina di Turing mostrer, in un tempo finito, che una formula A un teorema della teoria, o che non lo : dir sia s che no (a seconda dei casi). Il caso di una risposta affermativa non riducibile ad un insieme finito di negazioni, per una classe numerabile infinita di asserti (cio di numeri). La macchina, daltronde, deve decidere in un tempo finito. Essa non pu, pertanto, dire solo no. Quindi la logica negativa (il negativismo logico) non pu descrivere questi ambiti. La cosa si fa (se possibile) anche pi seria se si considerano teorie indecidibili, cio quelle in cui non si pu stabilire se tutte le formule sono teoremi 9. La macchina di Turing debba decidere se il numero di Goedel di una asserzione A il numero di Goedel di un teorema di una teoria T (indecidibile). Come pu farlo in logica negativa? Siano N1, N2, .., Nk, i numeri di Goedel dei teoremi della teoria. Se il responso AN1, AN2, AN3, ANk-1, ANk+1, : posso concludere che A=Nk? No! Se ricordiamo che la teoria indecidibile, si capir che non potremo distinguere tra tanti no, per dire che la risposta mancante
8

Per una ottima discussione di questi (ed altri) problemi, si pu vedere, di D. Hofstadter, Goedel-Hescher-Bach. Uneterna ghirlanda brillante, Adelphi, Milano 1984 (Goedel-Hescher-Bach: an Eternal Golden Braid, Basic Books 1979). 9 K. Goedel, Ueber formal unentscheidbare Saetze der Principia Mathematica und verwandter Systeme, sul Monathefte fuer Mathematik und Physik 38, 1931, pp. 173-198. E. Nagel e J. R. Newman, La prova di Goedel, Bollati Boringhieri, Torino 1974 (Goedel Proof, New York University Press 1958). 7

A. VALENTI

relativa ad un certo numero di Goedel s? No, perch se la teoria indecidibile, la risposta pu non esserci! Se una formula un teorema della teoria, la macchina non pu dirmelo in logica negativa. E data lequivalenza tra computabilit secondo Turing e computabilit, si pu concludere che anche le teorie formalizzate non sono riducibili o traducibili in logica puramente negativa. Riguardo al falsificazionismo come sviluppato da Popper e dalla sua scuola, riguardo al negativismo logico, dobbiamo dire: esso non descrive la logica della scienza. Dunque esso non potr neppure produrre un adeguato criterio di demarcazione.

4. Filosofia e scienza.
nota la posizione ambivalente del popperismo circa la rilevanza della metafisiche per il cammino della scienza. Agassi, Watkins, D. Antiseri e T. Boniolo10 hanno proposto in vari lavori la loro concezione del ruolo della metafisica nella scienza: quello che ne risulta pu essere definito come un male necessario. La concezione popperiana e post-popperiana della metafisica nei suoi rapporti con la scienza del tutto analoga alla concezione pragmatista della metafisica. Secondo la concezione pragmatista della metafisica, questa non altro che un insieme di regole per costruire una macchina computatrice. Per i popperiani, basta sostituire teoria scientifica a macchina computatrice. Una metafisica altro non che un insieme di istruzioni per costruire una scienza (un programma di ricerca), per quanto camuffata da teoria sul reale o interpretazione del senso del mondo. Per questo dobbiamo continuare a produrre metafisiche, e buone metafisiche: perch sono utili alla scienza, e la scienza ci serve per sopravvivere. Alla scienza necessaria una buona metafisica. Dobbiamo per stare attenti a non prendere troppo sul serio le metafisiche, a non accordare loro il significato di interpretazioni del senso del mondo. Altrimenti non serviranno di pi alla scienza, per questo, ed avremo fra le mani una causa in pi di discordia, uno di quei pretesi assoluti e sedicenti universali, non per questo utili alla scienza ma dannosi alla religione. Ai popperiani, tuttavia, si pu chiedere: se la metafisica non che un set di istruzioni per impiantare una ricerca scientifica, e se la scienza cos costruita falsificabile, non falsificabile anche il pacchetto di istruzioni per la sua costruzione? Quindi sembra che, nel quadro popperiano che individua nella falsificabilit il criterio di demarcazione tra scienza e metafisica, la metafisica e la sua influenza sui programmi di ricerca scientifici funzionino come un cavallo di Troia. 5. Sulla teoria evoluzionista della conoscenza. Popper, come noto, verso la fine della sua vita ha sempre pi piegato verso la teoria evoluzionista della conoscenza11. Quali sono i due assunti fondamentali di una teoria siffatta? Sono, naturalmente, gli stessi che costituiscono lossatura del darwinismo propriamente detto, ossia quello valido in campo biologico: 1) lorigine delle variazioni (biologiche o culturali) sono assolutamente casuali e non connesse allambiente circostante; 2) il secondo elemento coautore della selezione lintervento selettivo che lambiente opera imparzialmente su di esse, privilegiando le pi adatte alla sopravvivenza. il punto 1) ad essere alquanto vecchiotto. Lintravedere un parallelismo tra la generazione di idee nella mente umana e il sorgere di mutamenti organici, non altro che lidea di Popper, secondo la quale gli scienziati hanno illuminazioni, scoperte improvvise. Successivamente lambiente
10

D. Antiseri, Perch la metafisica necessaria per la scienza e dannosa per la fede, Queriniana, Brescia 1980. J. Agassi, Le radici metafisiche delle idee scientifiche, Borla, Roma 1983 (The Nature of Scientific Problems and their Roots in Metaphysics- Question of Science and Metaphysics, Reidel Publishing Company, Dordrecht). J. Watkins, Tre saggi su scienza e metafisica, Borla, Roma 1983 (Three Essays on Science and Metaphysics, London). G. Boniolo, Linguaggio e antifondamentalismo, Borla, Roma 1988.
11

K. R. Popper, Conoscenza oggettiva. Un punto di vista evoluzionistico, Armando, Roma 1975 (Objective Knowledge. An Evolutionary Approach, Oxford 1972). 8

A. VALENTI

circostante che si incarica di stabilire selettivamente se una ispirazione era davvero una scoperta scientifica. Come le mutazioni sono casuali, cos le ipotesi, le congetture, i tentativi di soluzione dei problemi, formulati dagli scienziati, sarebbero alla cieca. Tale idea popperiana non rispetta il reale svolgimento del lavoro dello scienziato, neppure la storia della scienza, perch una tale immagine della attivit scientifica ne una grossolana caricatura. In realt, le cose stanno come dice Feynman: le () teorie () sono sottili e profonde. Arrivare a una ipotesi cos sottile e profonda non facile: bisogna essere molto astuti per questo, e non lo si pu fare alla cieca con una macchina.12 Il punto 1) pu essere abbandonato (uscendo con ci dallambito del darwinismo, perlomeno di quello ortodosso). stato fatto, ad esempio, da S.E. Toulmin 13, che stato criticato da J. Cohen14, che ha mostrato la insostenibilit delle analogie viste da Toulmin tra evoluzione organica e mutamenti nella scienza. Vediamo ora un altro motivo per non prendere molto sul serio le teorie evoluzioniste della conoscenza. Una qualunque di esse pu servire agevolmente per descrivere, non solo quanto avviene nella scienza, ma anche quanto avviene nella filosofia della scienza. Insomma una teoria evoluzionista pu essere usata anche nel piano meta-teorico immediatamente superiore, quello che ha per oggetti non le teorie scientifiche, ma le teorie sulle teorie scientifiche. Essa potrebbe benissimo servirci, al piano superiore, per descrivere ci che non riesce pi a descrivere al piano inferiore (diremmo semplicemente che stata superata da una teoria pi adatta). facile vedere che una tale teoria evoluzionista pu sempre sopravvivere, anche se relegata a piani via via sempre superiori. Il suo dominio sui vari piani meta-meta- -teorici arretrando sempre pi, ma restando comunque infinito. A che serve una teoria di tal tipo? 6. Perch non siamo strumentalisti. Veniamo ora a parlare dello strumentalismo ovvero del finzionalismo. abbastanza facile dimostrare che le due teorie sono equivalenti. La filosofia finzionalista o filosofia del come se si configura, presa alla lettera, come una precisazione quanto al contenuto delle asserzioni ed osservazioni umane. La precisazione consiste nel preporre alle proposizioni la dicitura: tutto va come se . Il finzionalismo una teoria su tutte le attivit intellettuali umane. Dunque anche una teoria sulla scienza. Tale teoria asserisce della scienza la sostanziale finzionalit (come di tutte le altre attivit conoscitive).15 Daltro canto, il finzionalismo asserisce che la scienza stessa finzionalista, ne asserisce cio il finzionalismo, oltre alla finzionalit. Per fare un esempio, il secondo aspetto si ha allorch un finzionalista corregge le asserzioni di un fisico precisando che si deve dire non la energia si conserva ma tutto va come se lenergia si conservasse. Chi asserisce invece il finzionalismo della scienza, attribuisce (tout-court) al fisico lidea, il profondo convincimento che, al mondo, tutto va come se lenergia si conservasse. chiaro che queste due tesi (entrambe finzionaliste) sono distinte, ma possono essere trattate congiuntamente. Per quanto riguarda il discorso scientifico, il funzionalismo si presenta in una duplice veste, ma entrambi gli atteggiamenti sono chiaramente finzionalisti. Prima di fare ci, puntualizziamo perch la filosofia del come se un attentato al realismo. Sia p una proposizione scientifica. chiaro che la correzione di p consistente in p: tutto va come se p, pu essere applicata anche a p, ottenendo p:tutto va come se tutto andasse come p e cos via. Non si d nessun criterio per fermarsi, per qualunque p scientifica, a p, anzich a p, ..ecc
12

Si vedano, di R. Feynman, La Fisica di Feynman - The Feynman Lectures on Physics, (Edizione bilingue) AddisonWesley Publishing Company, 1970 e , La legge fisica, Universale Scientifica Boringhieri, Torino 1971-1976 (The Character of Physical Law, 1965). Il passo citato a pag. 181 delledizione italiana dellultimo testo citato. 13 S.E. Toulmin, Human Understanding, Clarendon Press, Oxford 1972. 14 J. Cohen, Il progresso della scienza, alle pagg. 105-120 di: Il concetto di progresso nella scienza (a cura di E. Agazzi), Feltrinelli, Milano 1976.
15

Vaihinger, op. cit. 9

A. VALENTI

Insomma non si d nessun criterio per preferire il funzionalismo (diciamo) di primo o di secondo o di terzo livello. Se volete, tutto va come se non ci fosse alcun criterio per preferire il funzionalismo di un qualunque livello rispetto agli altri. Non si vede, daltra parte, perch accettare singole proposizioni finzionaliste, relative a singole proposizioni scientifiche, invece di ricapitolare il tutto dicendo: tutto va come se tutto andasse cos. Insomma, quel che in tutto va come se lenergia si conservasse mette in sospetto quel tutto. La frase, a rigore, ambigua perch non chiaro se significhi: a) che lapparenza a favore della conservazione dellenergia, ma non sappiamo in proposito nulla riguardo alla realt (finzionalismo forte), o b) che linsieme dei fatti conosciuti tale che la asserzione che lenergia si conserva una schematizzazione che ne rende giustizia, sia pure in modo arbitrario, ma sostanziale (finzionalismo debole). Quindi il finzionalismo, come approccio teorico al problema della conoscenza, palesa capacit di regresso allinfinito, capacit di autodescrizione (tutto va come se il finzionalismo funzionasse) e ambiguit interpretative pesanti: e questi non sono certamente dei buoni titoli, agli occhi dei logici. La possibilit di totalizzarlo (tutto va come se tutto andasse cos) interpretarlo in senso forte (tutto va come se la realt ci fosse davvero, ma non ne deduco che sia cos) ne mostrano senzaltro la portata quanto a far vacillare il realismo. (anche) il realismo a (poter) essere messo in discussione, in ambito finzionalista. Per quanto riguarda la scienza, ed il suo preteso finzionalismo, cominciamo ad osservare che la lettera (se non addirittura lo spirito) della scienza non finzionalista. Gli articoli scientifici non sono zeppi di tutto va come se . Questa locuzione viene usata perlopi per quei casi dubbi, che richiedono ancora sperimentazioni e calcoli, ed enuncia una ipotesi di lavoro, sottolinea che quanto segue verosimile e probabile, ma non ancora certo (allo stato dellarte). Salvo questo caso, gli scienziati non seguono generalmente il dicktat finzionalista. Qualche scienziato finzionalista qua e l si trova. Per attua la precisazione finzionalista tra s e s, non solo per quanto attiene la sua professione, ma in tutti gli ambiti umani. 7. Visione circoscrizionista del progresso scientifico Accettiamo appieno la critica di Popper alla gnoseologia neopositivista. Accettiamo anche la posizione di Popper sulla non esistenza di una conoscenza induttiva che, a partire dai soli protocolli empirici, ricavi per induzioni successive asserti teorici di crescente generalit. Ammettiamo che lapproccio sperimentale guidato dalla teoria e che questa contiene (generalmente) pi di quanto confrontabile con lempira. Non ammettiamo che le teorie scientifiche siano formulate in logica negativa. Sia asserti positivi che divieti saranno compresi nella teoria e nel sottoinsieme di asserti-base deducibili da essa che sono confrontabili con lempira. Questo implica che tali asserti-base potranno essere sia verificati che falsificati dal controllo empirico. La falsificazione, tuttavia, riguarder, in generale, le singole ipotesi, ovvero certi assertibase, non le teorie. Generalmente parlando, qualunque teoria T conterr (produrr) un set non vuoto DE di asserti-base confrontabili con lempira con successo. Possiamo chiamare tale set D E di asserti verificati dominio efficace. Poich il confronto con lempira guidato dalla teoria, sar la teoria stessa a dichiarare, tra le altre cose, a quali condizioni e in che modo vada affrontato il controllo empirico dei suoi asserti-base. Con ci si ammette che caratteristico della teoria scientifica di offrirsi al controllo sperimentale. Questo fatto della pi grande importanza, per quanto esso sia largamente noto: vale sempre la pena di ribadirlo; vedremo poi perch esso importante, da un punto di vista logico. Ricordiamo pertanto che la teoria stessa organizzata in modo tale da permettere di articolare esperimenti mirati ad ottenere dalla Natura conferme o smentite dei suoi asserti-base, dei s o dei no alle sue asserzioni, siano queste positive o (riducibili a) divieti. Detto DTH (dominio teorico) della teoria T linsieme degli asserti-base deducibili da essa, sar dato, ad ogni momento della storia, anche linsieme di tali asserti-base confrontabili, in linea di principio,
1

A. VALENTI

con lempira16. Si pensi, ad esempio, agli asserti derivabili dalla meccanica newtoniana concernenti oggetti che si muovono a velocit qualunque. Anche per oggetti a velocit prossime a quelle della luce, devono valere le regole della relativit galileiana. Chiamiamo tale subset DTH(E): dominio teorico effettivo. chiaramente DTH(E) DTH. Non chiediamo che sia, per ogni T, DTH(E) = DE. Ogniqualvolta un asserto-base prodotto dalla teoria, Ab DTH(E), sia falsificato dal responso empirico, ma con altri asserti-base gi verificati, diremo che la teoria stata (parzialmente) circoscritta. Ci significa che ogni teoria con un DE (con dominio efficace diverso dallinsieme vuoto), una teoria con un (limitato) campo di applicazione. Dal momento che lallargamento di DTH(E) in DTH legato al cammino stesso di scienza e tecnologia, chiaro che nuovi confini potranno essere tracciati, spostando quelli vecchi, attorno a DE , al passare del tempo. In particolare, siano date due teorie T 1 e T2, i cui DTH siano coincidenti. Inoltre queste due teorie siano in rapporti tali per cui sia riconosciuto che T1 una approssimazione di T2. T1 sia approssimazione accurata in un dominio DE1. Il miglioramento, laffinamento delle tecniche di controllo sperimentale pu ri-parametrizzare le richieste di accuratezza delle previsioni teoriche, restringendo DTH(E1). Del tutto in generale, per, tale restringimento non pu riguardare DE, sicch non pu ridurre DE1 allinsieme vuoto. Infatti sempre DTH (o DTH(E)) a restringersi, non (mai) DE. DE pu solamente allargarsi o trovare confini. Ci in quanto la possibilit di rifare esperienze gi fatte, con un grado di accuratezza non massimo (allo stato attuale), ma pari a quello precedente, riveste un significato non banale: non solamente un significato storico, quello che riveste questa possibilit, per la caratteristica non banale di riproducibilit degli esperimenti. Tale caratteristica implica il perdurare del legame tra asserti generali di T1 e asserti-base deducibili da essi. La teoria T consister, del tutto in generale, di un certo numero di assiomi da cui si deducono via via gli asserti-base. Questi ultimi saranno in generale in numero infinito. Tutti questi asserti-base godono di pari dignit. Ne segue che, ammesso il modus ponens nella logica della scoperta scientifica, si ha in generale, per una teoria T, un DE non vuoto che pu solo, al passare del tempo, restare quel che o allargarsi, ma non restringersi. Il quadro della attivit scientifica cos ottenuto, ammettendo sia il modus tollens che modus ponens, comporta che la falsificazione riguarda singoli asserti delle teorie, ma non le teorie stesse: perch, ammesso il modus ponens, ci sono asserti della teoria verificati. Ammettiamo cio che DE DTH e che se una teoria ha un dominio effettivo, smentite di sue previsioni andranno valutate come una demarcazione della teoria, del suo dominio effettivo DE, non come una falsificazione della teoria stessa. Il falsificazionismo non eliminato dalla nostra teoria, non , cio, falsificato. Esso al massimo circoscritto: uno dei casi possibili, quando una teoria circoscrivibile con dominio nullo. La interpretazione della falsificabilit come sotto-caso di demarcabilit legittima, sulla base del fatto che non si hanno criteri meta-teorici per stabilire un dominio di dimensioni minime (diverso dallinsieme vuoto). Questo fatto, e la arbitrariet di ritagliare lessere, la realt, in un dato modo anzich un altro, arbitrariet inscritta nella stessa teoria di Popper, impone di concludere che chi sceglie il falsificazionismo, al momento in cui viene tracciato un confine di una teoria, del suo dominio effettivo (ossia, che sceglie di considerare perci stesso la teoria falsificata), considera che una sola teoria debba (possa) descrivere tutto il reale.

16

Date le conoscenze tecnologiche, il grado di raffinamento delle tecniche sperimentali, eccetera, a quel momento della storia. Per asserti-base intendiamo semplicemente gli asserti della teoria che vengono giudicati suscettibili di controllo sperimentale. 1

A. VALENTI

Nel proporre questa teoria della scienza, intendiamo far ricorso alla nozione di analogia 17, precisamente alla analogia di proporzionalit. Diremo che la scienza sta alla realt come le carte geografiche stanno al globo terrestre (o, pi precisamente, a parti di esso). La superficie terrestre reale pu essere pensata come tridimensionale liscia, se si trascurano rilievi o avvallamenti del suolo. Come tutti sappiamo, non una superficie sferica ma schiacciata ai poli. Una approssimazione di essa lellissoide di rotazione. La raffigurazione su carta (piana) di una superficie cos fatta (o sferica, o che sia un ellissoide di rotazione, eccetera ) o di sue parti operazione inscrivibile nel problema della proiezione geografica 18. Come si sa, non possibile ottenere una raffigurazione di tutta una superficie sferica (o circa sferica: lellissoide di rotazione ed il geoide, per esempio) su di un piano rispettando (simultaneamente) distanze, angoli, aree della superficie reale. Corrispondentemente, ed analogicamente, possiamo avanzare lipotesi che non ci sia una (sola) teoria in grado di descrivere tutta la realt: ma che ogni teoria abbia un dominio limitato (ovvero un ambito di realt, o anche campo di applicazione), DE 19. La carta piana ottenuta con le regole di proiezione viene in generale detta reticolato. Assegnata una certa suddivisione secondo certe geodetiche e linee curve del geoide, ad esempio attraverso meridiani e paralleli, il reticolato rappresenta su di una superficie piana i punti corrispondenti di punti appartenenti alle geodetiche e alle linee curve. Esso sufficiente a trovare i punti corrispondenti sul piano di un qualunque punto sul geoide. Le leggi che stabiliscono la proiezione, ovvero i tipi di proiezione, possono essere raggruppati: infatti, scegliendo opportunamente la proiezione, possibile conservare senza errori certi angoli, oppure certe distanze, o ancora certe aree della superficie sferica. Una suddivisione primitiva potrebbe essere in: proiezioni isogoniche (che conservano inalterati gli angoli), proiezioni equivalenti (conservano le proporzioni tra aree corrispondenti sulla carta e sulla Terra), proiezioni equidistanti (mantengono la proporzionalit tra distanze corrispondenti sulla carta e sulla Terra, lungo certe linee). Lanalogia: teorie scientifiche/proiezioni piane di una superficie curva ha un limite fondamentale: , come detto, unanalogia, ovvero una figura che tutto sommato resta vicina alla equivocit, come di ce Tommaso dAquino 20. Se pensiamo allo schema seguente: realt ( R ) -----------------> modelli (carte) (M) (regole teoriche di proiezione, teorie) (T) schema che pu essere cos espresso: R M (T) ovvero: M=T(R)
17

F. Bertel, A. Olmi, A. Salucci, A. Strumia, Scienze, analogia, astrazione, Il Poligrafo, Padova 1999. G. Basti, C. Testi (a cura di), Analogia e autoreferenza, Marietti 1820, Milano 2004. A. Strumia, I fondamenti logici e ontologici delle scienze. Analogia e causalit, Cantagalli, Siena 2006. , Introduzione alla filosofia delle scienze,Edizioni Studio Domenicano, Bologna 1992 (in particolare, Capitolo VI, La metafisica, alla voce LAnalogia: Analogia e scienza galileiana, Analogia e matematiche, Logica e analogia, alle pp. 229-242). Anche L. Berselli e C. A. Testi in Dimostrazione e induzione in Tommaso DAquino, Edizioni TC, Modena 2005, riconoscono che Aristotele e Tommaso () affermano () la necessaria incompletezza della conoscenza umana (..) e una reale pluralit di approcci scientifici alla medesima realt (pag. 25). Pi avanti sostengono che la prospettiva epistemologica tomista riesce quindi a rendere ragione () della diversit e autonomia delle varie scienze; sia della loro unit, ultimamente fondata in quella realt da cui tutte le scienze () trovano la loro origine ed il loro termine (pag. 91). 18 A. Sestini, La lettura della carte geografiche, Le Lonnier , Firenze 1967 19 La situazione analoga alla definizione di una funzione matematica. Come per le funzioni matematiche la definizione, per essere completa, deve specificare anche il dominio della funzione (ossia linsieme di valori della variabile indipendente accettabili), cos anche una teoria scientifica pu dirsi conosciuta, esplorata, quando si conosce il dominio in cui la teoria vale, ovvero il suo ambito di validit.
20

Tommaso dAquino, I Sententiarum, d. 19, q. 5, a.2, ad 1; De Veritate, q.2, a. 11; Summa Teologica I, q. 13, a. 5. 1

A. VALENTI

vediamo che mentre il cartografo ha a che fare con il problema che si pu definire diretto: dati R e T, calcolare (ricavare) M, lo scienziato conosce T e M, mentre non conosce R. Ed ovvio che R quello che a noi interessa (opzione realista). Questa analogia illustra due tipi di incommensurabilit: tra teorie e modelli e tra un modello e laltro (in accordo, rispettivamente, con Einstein 21 e con Kuhn 22. Per quanto riguarda lincommensurabilit tra modelli, in generale non sar possibile passare da una proiezione piana allaltra, in generale, senza strappi (con trasformazione conforme) 23. Esempi di questa situazione possono essere le carte spezzate e le proiezioni equivalenti. Per quanto riguarda lincommensurabilit tra teorie, in generale, vi saranno termini osservativi di una proiezione non ottenibili dallaltra: punti che finiscono in segmenti e casi simili. Ci analogo alla impossibilit di ottenere termini osservativi relativi a fenomeni gravitazionali in relativit ristretta. Ci porta a una contestazione dellargomento di Bontadini, secondo cui le traduzioni, del tutto in generale 24, non danno problemi, in quanto per ogni proposizione espressa in una lingua ce n una corrispondente in unaltra. La traduzione assicurata, ma vanno persi interi universi di enti. Questo problema del tutto generale, non c una unidimensionalit nella intraducibilit dei termini osservativi, andando dalle teorie pi complesse verso quelle precedenti e approssimate. In effetti il quadro generale che la scuola popperiana traccia del progresso scientifico, secondo cui le teorie successive inglobano le precedenti generalizzandole, va incontro a delle difficolt. Ricordiamo le parole di un libro di Richard Mattuck 25: Nella meccanica newtoniana del Settecento era insolubile il problema dei tre corpi; con la nascita della relativit generale, verso il 1910, e dellelettrodinamica quantistica, verso il 1930, divennero insolubili il problema dei due corpi e il problema del corpo singolo;nellambito della moderna teoria quantistica dei campi insolubile il problema del nessun corpo (del vuoto). Quindi, se vogliamo soluzioni esatte, gi zero corpi sono troppi. Tutto ci equivalente a dire che per un falsificazionista una teoria indefinitamente sottoponibile a controlli, qualunque sia il suo grado di corroborazione: quellindefinitamente sta a significare: il DTH di una qualunque teoria tutto il reale. Il distacco dallo strumentalismo, che noi effettuiamo con la massima consapevolezza e serenit, difficilmente percepibile se si resta nel quadro dellolismo teorico sotteso dal falsificazionismo. Il falsificazionista dice: Esiste una teoria vera, onnicomprensiva del reale; quindi ogni altra teoria falsa; dire che localmente vera non ha senso: questo strumentalismo. Quindi noi ammettiamo i primi due punti (realismo obiettivo e realismo meta-teorico), ma mettiamo decisamente in dubbio il terzo: lesistenza di una unica teoria capace di descrivere tutto il reale. Non c una unica teoria che descriva appropriatamente , accuratamente, senza contraddizioni, il reale, cos come non si d una proiezione piana che rispetti tutte le propriet di una superficie curva. Abbiamo detto: il falsificazionismo o negativismo logico legato a doppio filo allolismo teorico (esiste una sola teoria vera sullUniverso). Tale posizione sembra avere dalla sua motivi teologici. C un Dio, che ha creato il mondo: per questo il mondo razionale e razionalmente comprendibile, in quanto c un discorso-primo pronunciato da Dio allatto della creazione. La scienza e la conoscenza sono il rintracciamento di quellunico discorso di Dio 26. Va detto per che lolismo
21 22

A. Einstein, Come io vedo il mondo, Newton Compton Editori, Roma 1985. T. Kuhn, Riflessioni sui miei critici, pagg. 313-365 in Critica e crescita della conoscenza, op. cit. 23 Trasformazione conforme: una trasformazione geometrica detta conforme se ha la propriet di essere biunivoca e di conservare gli angoli. 24 G. Bontadini, Metafisica e deellenizzazione, op. cit. e Conversazioni di metafisica, Vita e Pensiero, Milano 1971 . Si veda anche, su questi argomenti, K. Aidukiewicz, Lingua e senso, pp. 33-69 di La struttura logica del linguaggio (a cura di A. Bonomi), Bompiani, Milano 1973-1978 e G. Steiner, Dopo Babele, Sansoni, Firenze 1984. 25 Citato in Lio della mente. Fantasie e riflessioni sul s e sullanima, di D. R. Hofstadter e D. C. Dennet, Adelphi Edizioni, Milano 1985, pag. 148.
26

S. Jaki, La strada della scienza e le vie verso Dio, Jaca Book, Milano 1981 (The Road of Science and the Ways to God, University of Chicago 1978). 1

A. VALENTI

teorico va incontro a delle difficolt. Tra queste, menzioniamo lesistenza di teorie incommensurabili; il fatto che a volte le teorie successive non comprendono del tutto quelle precedenti; i paradossi della descrizione unitaria dellUniverso, come quella fornita (per esempio) dalla funzione universale quantomeccanica; ancora: i legami tra una teoria formalizzata e modelli tra loro non-isomorfi di essa 27. Un aiuto, a questo punto, pu venirci dalla scienza (matematica). La teoria dei giochi risponde alla necessit di una semiologia, essendo gi di per s un sistema di segni con relative regole sintattiche. E pu colmare un vuoto che altri tipi di formalizzazioni (come la logica simbolica) non colmano totalmente e cio la formalizzazione dialogica di situazioni di conflitto e delle strategie implicate. Ci in quanto le logiche e le semiologie formalizzate di cui disponiamo attualmente non sono dialogiche, ma monologiche (perch implicano un solo soggetto che parla). Un dialogismo prevede la interazione di due soggetti i quali possono agire competitivamente o meno 28. Il dialogismo colma vuoti di cui le formalizzazioni fonologiche non vengono a capo. Il dialogismo pi potente, pi espressivo, delle logiche e semiologie monologiche. La demarcazione delle teorie scientifiche ci assicura che non investigando lo status logico dei rapporti tra teorie e previsioni, tra proposizioni universali e asserti-base, tra aspettative teoriche e risultati dei controlli sperimentali , che si pu giungere ad una demarcazione delle scienza dalla non-scienza. Infatti, la circoscrivibilit dei discorsi a porzioni limitate del reale un fatto universale. Per questa via, si giunge alla demarcazione delle singole teorie scientifiche (nei confronti del reale), non alla demarcazione della scienza (nei confronti della filosofia). Come si detto per lapproccio sociologico (Kuhn), anche di quello logico (Popper) va detto: per questa via non si arriva ad un criterio di demarcazione tra scienza e non-scienza 29. Questa analogia pu anche servirci ad illustrare come e perch la nostra teoria di demarcazione (delle teorie scientifiche) non fa capo ad una concezione strumentalista della conoscenza, ma ad unopzione e interpretazione realista. Diciamo che una generica teoria T ci dice qualcosa della realt R, e non solo qualcosa che funziona in un dominio di applicazione limitato, cos come una carta nautica non solo un artificio per individuare le rotte marittime pi brevi. Una carta nautica ha la propriet di rappresentare con linee rette le linee lossodromiche30. Quindi se una nave segue una di queste linee (che sono spirali), mantiene sempre la stessa direzione rispetto ai punti cardinali. Questa proiezione (isogonica) non solo un trucco empirico, una finzione concettuale comoda per cavarsela nella pratica, nella vita, ma dice qualcosa sulle traiettorie nautiche pi brevi. Lo stesso pu essere detto a proposito delle proiezioni equivalenti e dei rapporti tra aree di parti di carte politiche, ad esempio. Con ci neghiamo sia lo strumentalismo, sia il finzionalismo. Queste due filosofie della scienza possono essere considerate equivalenti. Esse presentano gli stessi problemi logici ed interpretativi: soffrono di regresso allinfinito, capacit di auto-descrizione (il che implica incoerenza) ed ambiguit interpretative indecidibili.

27 28

A. Berarducci, Corso di teoria dei modelli, Gargnano 2006.(www.dm.unipi.it) B. DAmore, Elementi di teoria dei giochi, Zanichelli, Bologna 1976, p. 18. 29 Con ci, non vogliamo asserire che la descrizione di Popper, come anche quella di Kuhn, siano incoerenti. Sulla coerenza della trattazione di Popper, si veda Morpurgo-Tagliabue I processi di Galileo e lepistemologia, Armando, Roma 1981. Quanto alla teoria di Kuhn, il problema questo: oramai appurato che essa non descrive la scienza (soltanto), ma anche un sacco di altre cose.
30

Linee lossodromiche: sono quelle che sulla superficie terrestre tagliano tutti i meridiani ed anche i paralleli con un angolo costante. 1

Potrebbero piacerti anche