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BIODIESEL

Chi si ricorda il diesel nei primi anni '80? Era considerato il carburante dei camion o dei poveri. Oggi la met delle automobili nuove viene venduta con motori diesel. Questa insolita introduzione la utilizziamo soltanto a far capire come il mondo cambi radicalmente anche a distanza di pochi anni. Oggi parliamo di biodiesel, un carburante che potrebbe far parlare molto di s negli anni a venire. Il Biodiesel un carburante ottenuto dagli oli vegetali di soia, di colza e di girasoli. Non parliamo di fantatecnologia futuristica o di utopie agroambientaliste, oggi la produzione di biodiesel in costante aumento. Complessivamente circa un milione di tonnellate l'anno in europa di cui 300.000 in Italia (fonte Assobiodiesel). Il Biodiesel utilizzato nei trasporti pubblici in molte realt italiane ed la stessa Unione Europea a prevedere una sua copertura del 20% nelle vendite di carburante entro il 2020. I risultati ottenuti finora sono incoraggianti. Pu essere utilizzato sia come sostituto del gasolio sia miscelato per ottenere un combustibile alternativo senza necessitare modifiche agli impianti di riscaldamento o ai motori. Il biodiesel un olio vegetale privo di glicerina a cui viene aggiunto il metanolo.Ha il vantaggio di essere completamente biodegradabile nell'ambiente, rappresentando una concreta alternativa "pulita" ai carburanti tradizionali. L'uso del biocarburante oltre a garantire un miglioramento sull'impatto ambientale dei carburanti e quindi sulla salute dei cittadini consente anche molti vantaggi economici e sociali non trascurabili: 1. Favorisce l'auto-approvvigionamento europeo sui carburanti riducendo la dipendenza dai paesi esportatori di petrolio. 2. Stimola la redditivit delle attivit agricole dedicate alla produzione dei prodotti agricoli destinati alla produzione di biodiesel, con chiari effetti occupazionali e redistributivi della ricchezza. Considerando la perenne situazione di sovraproduzione alimentare in cui versa la Ue, l'utilizzo della produzione agroalimentare per fini energetici rappresenta un'opportunit interessante per tutti i paesi membri dell'Unione Europea.

BIOCARBURANTI
I biocarburanti sono prodotti agricoli in grado di sostituire la benzina e il diesel. La loro origine naturale pi facilmente riassorbibile dalla natura e consente di ridurre del 70% le emissioni di gas serra dal trasporto privato e diminuire l'importazione di petrolio dall'estero. Due argomenti presi in seria considerazione dall'Unione Europea che impone a tutti i paesi membri l'obiettivo di soddisfare almeno il 2% della domanda di energia nazionale tramite l'ausilio dei biocarburanti; un obiettivo intermedio per giungere alla copertura finale del 5,75% della domanda entro il 2010. I vantaggi per l'occupazione. Il carburante biologico apporta una nuova spinta produttiva e occupazionale al settore agricolo nazionale creando una domanda per fini "energetici" dei prodotti agricoli. Esistono principalmente due biocarburanti: il biodiesel e ilbioetanolo. Quest'ultimo il sostituto vegetale della benzina ed molto diffuso in Brasile dove sono attualmente vendute automobili Flex in grado di andare sia a benzina sia a bioetanolo.

BIOETANOLO
Il bioetanolo un alcol ottenuto tramite processo fermentazione dei prodotti agricoli ricchi di carboidrati e zuccheri quali i cereali (mais, sorgo, frumento, orzo), le colture zuccherine (canna da zucchero, bietola), frutta, vinacce e patate. Pu essere utilizzato come biocarburante al posto della benzina.Entro il 30% il bioetanolo viene miscelato con la benzina tradizionale senza particolari accorgimenti tecnici al motore. In Brasile utilizzato come sostituto della benzina dal 30-40% del parco circolante. Il bioetanolo pu anche essere estratto dalle biomasse di tipo cellulosico e dai sottoprodotti delle coltivazioni ma al prezzo di un costo di produzione maggiore. Le principali materie prime finora utilizzate per la sua produzione restano pertanto i cereali, la canna da zucchero e le barbabietole. Ogni 100 kg di cereali fermentati si ottengono circa 30 kg di etanolo.

Come tutti i biocarburanti anche il bioetanolo consente la sostituzione dei carburanti tradizionali (benzina) e riduce la dipendenza dall'import di petrolio. In ogni caso non ci sono soltanto aspetti positivi. Per uno sviluppo di massa i biocarburanti come l'etanolo sono necessarie agevolazioni fiscali per consentire il decollo del mercato e una pari competitivit iniziale rispetto alle benzine. Una diffusione su scala del bioetanolo comporta per la riduzione delle entrate fiscali provenienti dalle accise sui carburanti tradizionali su cui molti governi fanno affidamento per coprire spese pubbliche di ogni tipo. Altri effetti da tenere in conto riguardano l'impatto sull'agricoltura nazionale. Come ben sappiamo ogni paese ha un sistema agricolo peculiare e diverso dagli altri. La scelta tra i biocarburanti e la benzina non quindi di natura tecnologica o ecologista bens di natura prettamente politica.

Bioplastica
E' possibile utilizzare una plastica senza derivati del petrolio? A quanto sembra tecnologicamente fattibile ma i costi di produzione rendono questa via ancora non economicamente competitiva rispetto a quella della plastica tradizionale. Parliamo della bioplastica, del tutto identica alla plastica tradizionale per leggerezza e resistenza ma con una composizione chimica completamente diversa. La bioplastica ricavata da materiale organico come mais, frumento, barbabietola. Ha il pregio di essere biodegradabile, ossia di "scomparire" letteralmente sotto l'azione degli agenti naturali presenti nella terra o nell'atmosfera. La plastica tradizionale, o sintetica, normalmente prodotta da derivati del petrolio come sottoprodotto della filiera del greggio verso il grande settore della petrolchimica. Le economie di accorpazione e quelle di scala, oltre alla quasi secolare storia della petrolchimica nel mondo, permettono una grande produzione di plastica sintetica a bassi costi economici. Alcuni costi sociali per non sono computati dalle industrie della petrolchimica. Gli oggetti in plastica tradizionale sono riassorbiti dalla natura dopo lunghi periodi di tempo: una busta di plastica lasciata galleggiare nel mare resiste all'attacco di qualsiasi batterio per secoli, una bottiglia di plastica necessita di 400 anni per decomporsi. A questo impatto ambientale si aggiunge il costo sociale del trattamento dei rifiuti in plastica. Una discarica implica uno stoccaggio per lunghi periodo, l'incenerimento della plastica, invece, comporta l'emissione di diossine. La plastica non pu essere riciclata a causa degli elevati costi che il trattamento richiederebbe. Il costo economico dell'incenerimento o del trattamento dei rifiuti tende a crescere nel tempo, alimentando spesso anche disagi sociali tra i cittadini nelle localit coinvolte. Questi costi sociali sono scaricati sulla collettivit e sostenuti dallo Stato, tramite le entrate fiscali o l'indebitamento. La bioplastica, viceversa, si dissolve senza lasciare residui inquinanti, in base alla composizione chimica possono necessitare da pochi giorni a 4-5 anni. Essendo prodotti degradabili al 100% non lasciano traccia nell'ambiente. Pu essere utilizzata per diversi utilizzi di uso quotidiano: sacchetti della spesa o della spazzatura, bicchieri e posate usa e getta, nylon, accessori vari in plastica. In pratica, pu sostituirsi a quegli oggetti in plastica di uso comune. Con l'esaurimento delle riserve petrolifere anche il settore della petrolchimica sar soggetta a costi crescenti nell'approvvigionamento della materia prima. Le bioplastiche hanno tutte le carte per diventare nei prossimi decenni un valido sostituto dei prodotti plastici, in grado di consentire un medesimo utilizzo e un minore impatto sull'ambiente.

ENERGIA NUCLEARE INTRODUZIONE


L'energia nucleare una fonte energetica da valutare attentamente sia negli aspetti positivi che negativi. In primo luogo necessario comprendere il suo funzionamento. Nelle centrali nucleari l'energia scaturisce dal bombardamento dell'uranio con neutroni. Il nucleo dell'uranio si divide in due nuclei pi piccoli tramite un processo detto di 'fissione nucleare' durante il quale si genera energia e altri neutroni che, a loro volta, continueranno a far dividere i nuclei di uranio dando luogo alla famosa 'reazione a catena nucleare'. Durante questo processo viene emessa radioattivit ad alta intensit. Gli oggetti e i metalli esposti alle radiazioni diventano essi stessi radioattivi, ossia scorie radioattive. Le scorie dovranno essere stoccate per migliaia di anni fin quando non decade il livello di radioattivit. Il grado di radioattivit non consente all'uomo di avvicinarsi alle scorie e, al momento, la

scienza non in grado di distruggere le scorie radioattive o di accelerare il periodi di decadimento della radioattivit. L'uranio la materia prima delle centrali nucleari a fissione. Una minima quantit di uranio consente di produrre un'elevata quantit energia, e a differenza del carbone o del petrolio, senza emissioni di anidride carbonica (principale causa dell'effetto serra). Non esistono stime ufficiali sull'estrazione annuale di uranio. Questi dati sono coperti dal segreto militare o dal segreto di Stato. Fin qu i vantaggi che hanno determinato lo sviluppo dell'energia nucleare nella seconda met del novecento. Su altri aspetti il nucleare non trova ancora valide risposte: Il principale svantaggio del nucleare sono le drammatiche conseguenze in caso di incidente.L'epilogo di Chernobyl ha causato conseguenze globali e, ancora oggi, non si conosce il reale impatto sulla salute. Se da un lato le nuove centrali di ultima generazione garantiscono un livello di sicurezza elevato, dall'altro non si pu fare a meno di pensare che anche la centrale di Chernobyl era stata considerata sicura a suo tempo. Le scorie radioattive devono essere stoccate per migliaia di anni. Nessun paese al mondo giunto a una soluzione definitiva di stoccaggio. In Italia, nel 2003 si ferm in protesta un'intera regione italiana per impedire la realizzazione di un deposito geologico di scorie.

La produzione di armi nucleari resta l'ultimo grande handicap. Non si pu negare un legame tecnologico tra la produzione civile di energia nucleare e l'industria bellica. Nel 2004 gli USA e altri paesi occidentali fecero grande pressione sull'Iran per impedire la costruzione di una centrale nucleare civile proprio per il timore che questi impianti fossero utilizzati anche per finalit belliche. Pertanto il legame tra le due attivit esiste.

Il costo reale del nucleare. Da circa 15 anni nessun paese occidentale, salvo la Finlandia, ha messo in cantiere nuove centrali nucleari. Il nucleare comporta costi elevati fin dalla realizzazione degli impianti. Vanno poi ad aggiungersi i costi militari per garantire la sicurezza dagli attentati terroristici e i costi per smantellare la centrale nucleare al termine della sua attivit. Tutti questi costi non sono sostenibili da un'industria privata. Lo Stato deve necessariamente intervenire a copertura delle spese aumentando tasse e imposte ai contribuenti. In breve, il basso costo dell'energia in bolletta potrebbe essere pi che compensato dall'aggravio fiscale in termini di imposte.

La localizzazione degli impianti nucleari. Le comunit locali sono restie ad accettare un deposito di scorie o una centrale nucleare vicino casa.

Abbiamo considerato sia i pro sia i contro dell'energia nucleare. Volendo sintetizzare il nucleare a fissione realizzato con reattori di ultima generazione relativamente sicuro. Resta per il problema dei costi sociali e quello della localizzazione delle centrali e del deposito di scorie. Finora nessuna soluzione sembra essere stata condivisa con i cittadini del luogo destinato ad ospitare un deposito di scorie.

ENERGIA NUCLEARE Il nucleare sicuro: la fusione


Il nucleare sicuro: la fusione
La fusione nucleare la sfida del terzo millennio. E' una via pulita per produrre energia, senza rischio di esplosioni devastanti o irraggiamento da scorie radioattive ma semplicemente utilizzando il medesimo processo delle stelle e del Sole. Ogni attivit umana produce inquinamento, tuttavia la fusione nucleare potrebbe consentire l'abbattimento di tutti i problemi emersi dall'esperienza della fissione nucleare (ovvero l'attuale processo mediante il quale si produce energia dal nucleare dal 1950). International Thermonuclear Experimental Reactor (ITER)

E' il progetto per realizzare la fusione promosso da Canada, UE, Giappone, Russia, Cina, Corea del Sud e USA. La costruzione durer almeno dieci anni e produrr energia a partire dal 2035. E' comunque prevedibile un certo

ritardo, la fusione nucleare potrebbe diventare una realt solo dalla met di questo secolo. L'Iter l'ultimo passo di una lunga serie di sperimentazioni scientifiche iniziata nei primi anni '90. Vantaggi dei reattori a fusione: il 90% delle scorie hanno una bassa radioattivit che si esaurisce in soli cento anni. Si elimina quindi anche il problema sociale e politico dello stoccaggio.

n.b.g: l'attuale fissione nucleare produce scorie ad altissima radioattivit che impiegano 100.000 anni e quindi un lungo periodo di tempo per esaurirsi. producono un gas di scarico non radioattivo (l'elio) non producono gas ad effetto serra che influiscono sul riscaldamento globale non producono plutonio il combustibile della fusione estratto dall'acqua, una risorsa presente in qualsiasi paese del mondo. si riducono le conseguenze di eventuali incidenti. In caso di perdita di controllo, il reattore a fusione tender a raffreddarsi arrestando spontaneamente il processo di fusione.

Nota: nel caso dell'attuale fissione nucleare le conseguenze sono drammatiche poich le grandi quantit del combustibile uranio tendono a produrre calore in una reazione a catena incontrollata, provocando la fusione del nocciolo del reattore e la conseguente emissione nell'atmosfera di enormi quantit di radiazioni (es. Chernobyl). Come funziona la fusione nucleare?

Il combustibile dei reattori a fusione dato dal deuterio e dal litio, entrambi estratti dall'acqua e dal terreno. Es. 200 kg di litio e 100 kg di deuterio possono produrre 1000 MWh di potenza elettrica. Gli isotopi dell'idrogeno (deuterio, trizio, ecc.) sono posti sotto vuoto e riscaldati ad alte temperature fino a formare il "plasma" (nuclei separati dagli elettroni). Quest'ultimo viene poi riscaldato a sua volta da corrente elettrica per far s che gli atomi di idrogeno si fondano rilasciando energia e atomi di elio. Nella fusione nucleare due nuclei leggeri si fondono per ottenere nuclei pesanti, generando energia per difetto di massa (dopo la fusione la massa sempre minore alla somma dei due nuclei, la parte di materia mancante si trasformata in energia). Perch la fusione nucleare richiede altissime temperature per compiersi?

Due nuclei posti ad una distanza minima (millimiliardesimo di millimetro) tendono a fondersi sotto spinta della forza di gravit nucleare rilasciando energia. Il processo di fusione per ostacolato da un'altra forza, quella elettrostatica. Questa forza provocata dalla carica positiva dei protoni che li porta a respingersi. Per superare la barriera elettrostatica i nuclei devono essere portati ad uno stato di eccitazione raggiungibile solo ad altissime temperature (100 milioni di gradi), tali da spingere al movimento i nuclei e quindi a scontrarsi (ovvero a fondersi). Il problema delle temperature elevate

Le alte temperature richieste dalla fusione pongono un problema concreto: nessun materiale pu resistere a centinaia di milioni di gradi. Negli ultimi anni si cercato di risolvere il problema creando dei campi magnetici tali da distanziare il plasma dalle pareti metalliche. Il problema dell'energia per avviare la fusione

L'energia necessaria per provocare la fusione nucleare pertanto elevata. Nei primi esperimenti l'energia prodotta non ha compensato quella necessaria per produrla. Un problema di non poco conto che gli scienziati devono cercare di superare per consentire una concreta applicazione industriale della fusione nucleare. Per queste ragioni, la fusione nucleare pu considerarsi come la sfida del terzo millenio.

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