la Repubblica tudioso, curatore, esegeta dei maestri della modernit E scomparso ieri, vittima di un incidente stradale
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Heidegger" (con
Antonio Gnoli, Bompiani)
L'UNIVERSIT
Professore ordinario
Volpi ha tradotto e curato opere di Gadamer, Heidegger, Schopenhauer, Cari Schmitt e Rosa Luxemburg
LO STUDIOSO
al nichilis!D'Io
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la Repubblica
SERGIO GIVONE
aramente, come in Franco Volpi, il filosofo italiano a cui tutti dobbia o tantissimo, sia come esegeta e curatore di grandi testi del pensiero mo derno e contemporaneo, sia come indagatore di problemi storici e di questioni specula tive, la passione e l'intelligen za si intrecciano cos bene nel difficile lavoro dell'interpre tazione. In lui l'acribia pi ri gorosa tutt'uno con lo sguardo capace di portare al la luce non solo l'intenzione profonda dell'autore ma, al di l di essa, la parola non detta, la domanda nascosta, l'aper tura di un nuovo orizzonte critico. Esemplari sono le sue curatele, per Adelphi, di mol te delle pi importanti opere heideggeriane, alcune delle quali, e in particolare Segna via, L'essenzadella verit, e, in ultimo, i Contributi alla filo sofia, rappresentano un mo dello insuperato di edizione da tutti i punti di vista: tradu zione, note, apparati. Geniali le sue proposte, sempre per Adelphi, di opere minori di Schopenhauer, da cui ha sa puto trar fuori quella accatti vante miscela di filosofia po polare e filosofia alta che era nascosta in esse. Preziosa la sua monografia per Villegas Editores che accompagna l' OperaOmniadi un eccentri co di talento come Nicolas G6mez D avila. Allievo di Giuseppe Faggin, l'indimenticato studioso di Platino, Volpi ha imparato fin dagli anni del liceo che quan to pi si interpreti fedeli e at tenti, tanto pi si pensatori originali e in proprio.Appun to secondo l'esempio fornito da colui che pi e meglio di chiunque altro trasmise al l'occidente cristiano il lascito della filosofia classica. Plati no, che era greco di formazio ne, insegnava a Roma. Le sue lezioni si svolgevano per lo pi in forma di commento e discussione delle tesi dei maestri del passato. Ma da quel suo esporre il pensiero altrui senza presunzione d'o riginalit sapeva ricavare ap profondimenti che lasciano stupefatti per forza innovativa e capacit di penetrazione. Qualcosa di simile si deve dire di Volpi. Ovunque egli tenes se cattedra (titolare in quelle di Padova e di Witten/Her decke, oltre che visiting pro fessar in alcune delle princi pali universit europee e nor damericane), sempre si pre sentava quale in effetti era: storico della filosofia. Verreb be da dire: filologo della filo sofia. Ma filologo che sala po tenza e lo smalto della parola, oltre che la sua fallibilit: ci che impone un di pi di scru polo, di dedizione, di "amore per il logos". Sono precisa mente questi i tratti che carat terizzano l'impegno di Volpi, il suo limpido argomentare, il suo instancabile leggere e ri-
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leggere i testi. Ci di cui il suo Dizionario delle opere filoso fiche (Bruno Mondadori) un'eloquente testimonianza. E quando gli accade di con frontarsi con i grandi temi che abbracciano intere epoche storiche, allorail risultato ine vitabilmente di quelli che costringono a sostare e a ri flettere. Si potr non essere d'accordo con lui. Impossibi le per ignorare le sue indicazioni. Prendiamo ad esempio il volume da lui dedicato ormai qualche anno fa a Il nichili smo(Laterza).ancora attua lissimo. Volpi sa bene che il nichilismo un fenomeno tipicamente moderno, svilup patosi quasi interamente fra Ottocento e Novecento, e in quanto tale da indagare spe cialmente lungo l'asse Nietz sche-Heidegger. Ma sa anche che questo fenomeno viene da lontano, visto che alla sua radice c' l'esperienza del nulla. Si pu ignorare questa esperienza? O chi la ignorasse -chiede Volpi citando uno dei suoi maestri - non si mette rebbe senza speranza fuori della filosofia? C' tutto Volpi, in questo ri lanciare le grandi questioni. E cio nel suo restare in ascolto delle voci parlano dalle profondit di una tradizione tutt'altro che finita. Ma anche nel suo coraggioso ripropor cele. E pensando a lui, al suo pensiero cos aperto e vero, ci viene naturale farlo al presen te, non al passato.