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Violenza domestica: cosa fare? Con la legge n.

154 del 4 aprile 2001nel nostro ordinamento sono state introdotte una serie di importanti misure, civili e penali, contro la violenza domestica a dell'integrit fisica e morale e della libert di ogni componente del nucleo familiare, volte a tutelare l'esigenza di liberare la persona offesa da una coabitazione pregiudizievole e pericolosa. La finalit della norma non tanto quella di interrompere situazioni di "convivenza turbata", quanto piuttosto quella di impedire il protrarsi di comportamenti violenti in ambito familiare, gravemente pregiudizievoli per l'integrit fisica o morale o per la libert dell'altro coniuge o convivente. Si pu chiedere l'intervento sia del giudice penale che di quello civile. La tutela in sede penale. In sede penale la tutela prevista dall' art. 282 del c.p.p. con tre diversi possibili provvedimenti: l'allontanamento dalla casa familiare, l'ordine di non avvicinarsi a determinati luoghi, nonch il pagamento periodico di un assegno a favore delle persone conviventi. I provvedimenti possono essere disposti qualora si proceda per alcuni reati, specificamente elencati, commessi a danno dei prossimi congiunti, o del convivente, quali: violazione degli obblighi di assistenza familiare (art. 570 c.p.), abuso dei mezzi di correzione o disciplina (art. 571 c.p.), prostituzione minorile (art. 600 , secondo comma, c.p.), pornografia minorile (art. 600 ter, quarto comma, c.p.), detenzione di materiale pornografico (art. 600c.p.), violenza sessuale (art. 609 e 609 c.p.), atti sessuali con minorenne (art. 609 c.p.), corruzione di minorenne (art. 609 c.p.), violenza sessuale di gruppo (art. 609 c.p.). La tutela in sede civile Sono misure cautelari che possono essere assunte dal giudice civile a tutela delle vittime di violenze familiari: si tratta degli ordini di protezione contro gli abusi familiari, disciplinati dagli artt. 342 e ter c.c. e 736 c.p.c. . Su richiesta della persona in danno della quale tenuta la condotta pregiudizievole, il giudice pu adottare gli ordini di protezione. Il presupposto per la concessione degli ordini di protezione che il comportamento violento sia causa di grave pregiudizio all'integrit fisica o morale ovvero alla libert dell'altro coniuge o convivente. Il giudice pu ordinare al coniuge o convivente, che ha tenuto la condotta pregiudizievole, la cessazione della stessa condotta e l'allontanamento dalla casa familiare, pu prescrivergli di non avvicinarsi ai luoghi abitualmente frequentati dalla vittima, e in particolare al luogo di lavoro, al domicilio della famiglia d'origine, ovvero al domicilio di altri prossimi congiunti o di altre persone e in prossimit dei luoghi di istruzione dei figli della coppia.

Il giudice pu disporre, ove necessario, l'intervento dei servizi sociali del territorio o di un centro di mediazione familiare, nonch delle associazioni che abbiano come fine statutario il sostegno e l'accoglienza di donne e minori o di altri soggetti vittime di abusi e maltrattamenti. Con lo stesso provvedimento il Giudice pu porre a carico del responsabile della violenza familiare il pagamento periodico di un assegno a favore delle persone conviventi che, per effetto dell'allontanamento dalla casa familiare rimangono prive di mezzi adeguati. Gli ordini di protezione sono misure provvisorie. Il giudice con lo stesso decreto con cui li dispone ne stabilisce la durata che decorre dal giorno dell'avvenuta esecuzione e che non pu essere superiore ad un anno. Il procedimento volto all'emanazione degli ordini di protezione contro gli abusi familiari ha caratteristiche di speditezza e urgenza e pu essere proposto anche dalla parte personalmente senza l'assistenza di un legale. E' raccomandabile rivolgersi ad un avvocato che potr valutare la gravit della situazione e consigliare il cliente affinch la misura di protezione richiesta sia la pi efficace e non sia controproducente. La legge prevede infatti che il provvedimento del giudice che dispone l'allontanamento del soggetto violento possa essere disposto senza prima convocare l'autore delle violenze. Il tribunale di Milano, su ricorso dell'avvocato, se il ricorso ben motivato, provato e circostanziato spesso emette i c.d. provvedimenti inaudita altera parte, garantendo alla vittima maggiore protezione. Gli ordini di protezione si fondano infatti sull'esigenza di liberare la persona offesa da una coabitazione pregiudizievole e pericolosa e l'esecuzione di un provvedimento senza alcun preventivo avviso la migliore tutela per la vittima in quanto l'autore delle violenze non si potr organizzare o crearsi un alibi. La tutela, inizialmente prevista per la famiglia di diritto e di fatto ora si estesa ad ogni forma di convivenza.

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