PEGORARO
“NON SONO IO
FORSE LIBERO?”
I detenuti di Velletri portano in scena san Paolo
nascere l’apprezzamento per il lavoro emozioni e di cose, una giungla che ti possibile se le cattive compagnie sono
altrui. Ti fa essere protagonista positivo porta a trasgredire senza neanche parte della nostra stessa natura umana?
quando invece, fino a poco fa, eri rendertene conto. Facendo teatro ho E infatti all’interno del carcere c’è
sempre stato l’eroe negativo. Scopri che cominciato a socializzare con altri e a gente che peggiora. Come si fa a non
sei capace di fare altro. Che puoi essere lavorare sul mio modo di pormi. Fino sbagliare? Solo per paura di ricadere in
un altro». «Tutti gli istituti di pena che a quando, un giorno, ti rendi conto situazioni che ti hanno ferito? ma
hanno al loro interno laboratori teatrali che c’è stato un cambiamento quando la paura viene meno? Questo
godono una migliore qualità della vita positivo». Massimo, che è uscito per lo riguarda anche la fede. Come posso
– ci assicura Giuseppe Makovec, spettacolo dopo due anni di diventare un timorato di Dio proprio
direttore del carcere di Velletri. – detenzione, ha ricominciato a percepire io, che sono stato un detenuto? Come
Perché il teatro mette in gioco, fa il significato della libertà. Se l’era posso sostituire una paura con un’altra?
riflettere, sviluppa la fantasia e la dimenticato: «Stare di nuovo in mezzo Forse perché la fede è qualcosa di
comunicazione. E questo ha un effetto alle persone è stato un impatto forte, diverso dalla paura: significa fidarsi,
a cascata su tutto l’istituto». ma molto positivo. Guardare a lungo il lasciarsi andare». «Di san Paolo –
cielo, i prati, le macchine, tutto il aggiunge Riccardo – mi sorprende che
L’esperienza sul palco movimento che c’è. Ti rendi conto che abbia scritto queste cose quasi duemila
Parole che trovano una conferma in carcere, anche se vieni aiutato anni fa. La cattiveria, le infedeltà, le
immediata nell’esperienza dei detenuti. molto, vivi sempre in ritardo... cancelli pene capitali, non sono mai cambiate.
«Come puoi immaginare – ci racconta da aprire, richieste alle guardie se vuoi Eppure le risposte che dà Paolo a
Riccardo – il carcere è un luogo di camminare... sei chiuso in una queste realtà sono ancora attuali.
“repressione”, anche emotiva. Mentre dipendenza continua. Eppure proprio Questo mi ha anche riavvicinato alla
l’immedesimarsi in un personaggio, lì ho saputo conquistarmi un posto di fede. Sono stato battezzato e cresimato,
studiare le parti, fare tuo il linguaggio lavoro, e la fiducia di educatori e ma mi ero allontanato dalla fede
del corpo, ti aiuta a esprimere quello agenti. E questo mi ha reso molto perché era diventata un’abitudine.
che senti dentro. All’inizio ero scettico, contento». A Roberto, ex detenuto che Davanti alla cattiveria del mondo
era solo un modo per fare qualcosa di continua a partecipare al laboratorio avevo perso la speranza. Ma leggendo
nuovo e passare del tempo fuori dal teatrale, domandiamo cos’ha quello che Paolo ha scritto... le sue
carcere. Poi è venuta la passione. È significato confrontarsi con la figura di parole sono un inno alla generosità e
un’esperienza forte, che mi ha san Paolo. «È stato portare sul all’amore da duemila anni. Anche
cambiato il modo di pensare». In che palcoscenico quello che pensi l’amore e la generosità sono rimaste nei
modo? «È come se il mondo in cui costantemente – ci spiega. – Si secoli. Nessuna cattiveria è riuscita a
vivevo prima fosse stato coperto dalla raccomanda spesso di non frequentare cancellarle del tutto».
nebbia. Ero preso in un turbine di le cattive compagnie, ma com’è Paolo Pegoraro