Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
+
) t (
' '
) t (
' '
t
u M k
da cui si ricava
RICHIAMI DI DINAMICA STRUTTURALE
Ing. Vito Antonio Mininni www.scienzalibera.it
12
( )
( ) ( ) t
' '
t
t
' '
M k u M
da integrare note le condizioni iniziali di posizione e velocit della massa.
importante osservare che, per strutture soggette a moto sismico del suolo di fondazione, laspetto
saliente costituito dal fatto che lazione dinamica cui la massa soggetta rappresentata dalla
forza di trascinamento connessa allaccelerazione del suolo espressa in ) t (
' '
u .
A tal proposito, mediante strumenti di misura denominati accelerometri possibile misurare
durante eventi sismici laccelerazione del suolo: si definisce accelerogramma il diagramma orario
della accelerazione della terra in movimento (Fig. 5).
Fig. 5
Si definisce accelerazione di ancoraggio e la si denota con il simbolo
g
a
la massima accelerazione assoluta registrata nel suolo durante levento sismico (dordinario
g 5 , 0 a
g
, essendo g laccelerazione di gravit).
Pi comunemente lequazione di equilibrio dinamico si scrive dividendo entrambi i membri per la
massa M
M
M
M
k
M
u M ) t (
' '
) t ( ) t (
' '
semplificando ed introducendo il parametro
M
k
detto pulsazione naturale, si ottiene
( ) ( )
( ) t
' '
t
2
t
' '
u +
che rappresenta lequazione di equilibrio dinamico di riferimento.
RICHIAMI DI DINAMICA STRUTTURALE
Ing. Vito Antonio Mininni www.scienzalibera.it
13
La pulsazione naturale un parametro che qualifica la struttura in analisi essendo dipendente
dalle caratteristiche che definiscono la massa e la rigidezza della struttura stessa.
Nota la pulsazione naturale possibile definire due ulteriori parametri fondamentali per la
comprensione fisica dei fenomeni sismici:
si definisce periodo naturale e lo si denota con il simbolo T, la grandezza
2
T ;
si definisce frequenza naturale linverso del periodo naturale
2 T
1
f
Sia il periodo naturale che la frequenza naturale hanno precisi significati fisici: nellambito delle
vibrazioni libere (vibrazioni generate da una perturbazione iniziale che altera esclusivamente le
condizioni iniziali di posizione e velocit, per le quali 0 u ) t (
' '
), il moto della massa di tipo
armonico, cio caratterizzato da oscillazioni indefinite di ampiezza costante intorno alla posizione
di equilibrio statico (Fig. 6), il periodo naturale rappresenta il tempo necessario per compiere una
oscillazione completa, la frequenza naturale rappresenta il numero di oscillazioni compiute dalla
massa nellarco di un secondo.
Fig. 6 Il periodo naturale rappresenta il tempo necessario per compiere una oscillazione completa intorno alla
posizione di equilibrio statico
E da osservare che il periodo naturale T funzione esclusivamente delle grandezze geometriche e
meccaniche che caratterizzano la struttura e non del carattere della perturbazione iniziale.
Come fisicamente intuibile, una struttura perturbata dal suo stato di quiete iniziale non osciller
in maniera indefinita: inevitabilmente il moto destinato ad arrestarsi; nella realt pertanto
necessario considerare che il sistema non conservativo a causa delle dissipazioni energetiche che
si registrano per isteresi del materiale (funzione del tipo strutturale e delle massime sollecitazioni
raggiunte) e per attrito ai vincoli (decisamente irrilevanti sono dordinario le aliquote di energia
dissipate per attrito nel mezzo in cui la struttura immersa).
Esemplificando, riferendosi ad un unico contributo di tipo viscoso equivalente per le azioni
smorzanti connesse con le dissipazioni energetiche, lequazione di equilibrio dinamico si pu
scrivere (Fig. 7) eguagliando la forza di richiamo elastica e viscosa al prodotto della massa per
laccelerazione assoluta
( )
) t (
' '
) t (
'
t
x M C k
RICHIAMI DI DINAMICA STRUTTURALE
Ing. Vito Antonio Mininni www.scienzalibera.it
14
essendo C il coefficiente di smorzamento viscoso.
Fig. 7
Ricordando la relazione che lega laccelerazione ass oluta e l accelerazione relativa
) t (
' '
) t (
' '
) t (
' '
u x +
si ottiene
( )
,
_
+
) t (
' '
) t (
' '
) t (
'
t
u M C k
da cui
( ) ( )
( ) t
' '
) t ( t
'
t
' '
u M k C M
da integrare note le condizioni iniziali di posizione e velocit relative.
Pi comunemente lequazione di equilibrio dinamico si scrive dividendo entrambi i membri per la
massa M
( ) ( ) ( )
M
u M
M
k
M
C
M
M
t
' '
) t ( t
'
t
' '
semplificando si ricava lequazione
( ) ( )
( ) t
' '
t
2
) t (
'
t
' '
u 2 + +
dove stato introdotto, congiuntamente alla pulsazione naturale
M
k
, il parametro
anchesso caratteristico della struttura secondo la seguente definizione:
RICHIAMI DI DINAMICA STRUTTURALE
Ing. Vito Antonio Mininni www.scienzalibera.it
15
si definisce fattore di smorzamento
(%) 100
C
C
crit
il rapporto tra il coefficiente di smorzamento viscoso corrente ed il coefficiente di smorzamento
viscoso critico kM 2 C
crit
.
Il significato fisico del fattore di smorzamento il seguente:
per 1 < il moto delle vibrazioni libere armonico smorzato: la struttura soggetta ad una
perturbazione che ne altera le condizioni iniziali di posizione e velocit ritorna nella
configurazione iniziale con oscillazioni intorno alla posizione di equilibrio di ampiezza via
via decrescente fino ad arrestarsi e periodo (inteso come intervallo di tempo tra due massimi
o minimi successivi) pari a
2
d
1
T
T
.
Pertanto il periodo delle vibrazioni smorzate una aliquota del periodo naturale
precedentemente definito per condizioni ideali perfettamente elastiche non dissipative.
per 1 il moto delle vibrazioni libere smorzato aperiodico: cio a seguito della
perturbazione iniziale la struttura ritorna nella configurazione iniziale senza oscillazioni.
essenziale osservare che ordinariamente nelle strutture in c.a. % 5 , nelle strutture in acciaio
% 2 , pertanto le oscillazioni libere sono sempre armoniche smorzate e con ottima
approssimazione
d
T T (Fig. 8); inoltre le oscillazioni libere possono considerarsi esaurite per
T 5 t .
Fig. 8 Il periodo naturale con ottima approssimazione pu essere valutato trascurando i contributi pertinenti le
dissipazioni energetiche
RICHIAMI DI DINAMICA STRUTTURALE
Ing. Vito Antonio Mininni www.scienzalibera.it
16
La soluzione generale dellequazione di equilibrio dinamico del sistema ad un grado di libert
( ) ( )
( ) t
' '
t
2
) t (
'
t
' '
u 2 + +
trattandosi di una equazione differenziale pu essere scritta in forma integrale come segue
( )
( )
( )
( ) [ ]
t
0
t
' '
t
d t sen e u
1
(soluzione integrale di Duhamel )
Dalla soluzione integrale di Duhamel si posso trarre importanti interpretazioni da un punto di vista
fisico.
Infatti, lintegrale
( )
( )
( ) [ ]
t
0
t
' '
d t sen e u
ha le dimensioni di una velocit
1
]
1
s
m
, si denota con il simbolo
( )
( )
( )
( ) [ ]
t
0
t
' '
t
d t sen e u V
viene definita pseudovelocit e fisicamente rappresenta la velocit relativa della massa in
oscillazione (Fig. 9).
Analogamente, si definisce pseudoaccelerazione la grandezza
( ) ( ) t t
V A
e fisicamente rappresenta con ottima approssimazione laccelerazione assoluta della massa in
oscillazione (Fig. 9)
(tale posizione plausibile dati i modesti valori del fattore di smorzamento per le strutture
ordinarie).
Fig. 9 Pseudovelocit e Pseudoaccelerazione
RICHIAMI DI DINAMICA STRUTTURALE
Ing. Vito Antonio Mininni www.scienzalibera.it
17
Infine, si definisce forza staticizzata il prodotto tra la massa e la pseudoaccelerazione
( ) ( ) t t
MA .
Tale grandezza fondamentale poich rappresenta lazione equivalente statica, da applicare istante
per istante alla massa delloscillatore semplice, che simula gli effetti del moto sismico del suolo
sulla struttura (Fig. 10).
Fig. 10 Forza staticizzata e Forza staticizzata massima
Assumendo che la risposta della struttura sia indipendente dalla storia di carico e dalla fatica, si
coglie come sia fondamentale, ai fini della progettazione della struttura in analisi, la valut azione
della forza staticizzata massima
max
, ovvero il valore massimo della pseudoaccelerazione
max
A .
RICHIAMI DI DINAMICA STRUTTURALE
Ing. Vito Antonio Mininni www.scienzalibera.it
18
2.3 ANALISI DELLE DIPENDENZE DELLA PSEUDOACCELERAZIONE
In base a quanto esposto nel precedente paragrafo (2.2), si pu osservare che la pseudoaccelerazione
( ) ( )
( )
( )
( ) [ ]
t
0
t
' '
t t
d t sen e u V A
funzione:
della pulsazione naturale del sistema , ovvero del periodo naturale delloscillatore
semplice, essendo
2
T ;
della forma dellaccelerogramma ( ) t
' '
u e dal pertinente valore dellaccelerazione di
ancoraggio
g
a ;
del fattore di smorzamento ;
dellistante di tempo t considerato.
Le singole dipendenze sopra citate possono essere considerate come segue:
la dipendenza dal periodo naturale si conserva nella relazione funzionale, mettendo in luce
un aspetto fondamentale e cio che la risposta di una struttura non dipende solo dalle
caratteristiche del sisma che la investe ma anche dalle caratteristiche della struttura stessa
espresse nella massa, nella rigidezza e sintetizzate nel periodo naturale T;
la dipendenza dalla forma dellaccelerogramma considerata riferendosi a famiglie di
accelerogrammi simulanti, secondo una impostazione probabilistica, le tipiche situazioni
sismiche che si verificano in natura, sulla scorta di una serie notevole di misurazioni
sperimentali acquisite; la dipendenza dallaccelerazione di ancoraggio considerata
assumendo valori di riferimento in funzione delle caratteristiche sismogenetiche della zona
in cui sorge la struttura (MACROZONAZIONE) ed in funzione delle caratteristiche locali
stratigrafiche e morfologiche del suolo di fondazione (MICROZONAZIONE) che pu agire
da filtro modificando i caratteri del moto trasmesso ai livelli pi prossimi alla superficie
terrestre;
la dipendenza dal fattore di smorzamento considerata assumendo un valore di
riferimento pari al 5%; situazioni diverse possono essere prese in esame introducendo
opportuni coefficienti correttivi;
la dipendenza dal tempo viene persa riferendosi ai valori massimi registrati dalla
pseudoaccelerazione.
In base a tali assunzioni si pu definire spettro di risposta elastico la seguente funzione
( ) T S A S
e max e
che restituisce in funzione del periodo naturale delloscillatore sempl ice, la massima
pseudoaccelerazione assunta dalla massa su supporto perfettamente elastico (Fig. 11) ovvero la
massima forza staticizzata che sollecita la struttura.
RICHIAMI DI DINAMICA STRUTTURALE
Ing. Vito Antonio Mininni www.scienzalibera.it
19
Fig. 11 Noto il periodo naturale T della struttura ad un grado di libert mediante lo spettro di risposta elastico
possibile ricavare la massima accelerazione della massa in oscillazione, per mezzo della quale possibile determinare la
massima forza staticizzata che interessa la struttura moltiplicando la massa sismica per la massima accelerazione
RICHIAMI DI DINAMICA STRUTTURALE
Ing. Vito Antonio Mininni www.scienzalibera.it
20
Per quanto detto, lo spettro di risposta elastico parametrico:
nella accelerazione di ancoraggio
g
a , determinabile in funzione della macrozonazione
(caratteristiche sismogenetiche del suolo di fondazione) e della microzonazione
(caratteristiche stratigrafiche e morfologiche locali del suolo);
nel fattore di smorzamento .
Fig. 12 Mappa di pericolosit sismica del territorio nazionale e stralcio del territorio pugliese
La normativa italiana, al punto 3.2.1 dellAllegato 2 allOPCM 3274 come modificato dallOPCM
3431, ed al punto 3.2.2.1 delle NORME TECNI CHE PER LE COSTRUZI ONI , per quanto attiene
la macrozonazione considera il territorio nazionale suddiviso in quattro macrozone, ciascuna
contrassegnata da un diverso valore del parametro a
g
(accelerazione di ancoraggio) con probabilit
di superamento del 10% in 50 anni su suolo di categoria A (secondo la definizione riportata nella
pagina successiva).
Precisamente, si ha
ZONA a
g
1 0,35g
2 0,25g
3 0,15g
4 0,05g
RICHIAMI DI DINAMICA STRUTTURALE
Ing. Vito Antonio Mininni www.scienzalibera.it
21
Inoltre, nellallegato del recente OPCM 3519 (28 Aprile 2006) Criteri generali per
l'individuazione delle zone sismiche e per la formazione e l'aggiornamento degli elenchi delle
medesime zone, riportata la mappa di pericolosit sismica del territorio italiano come predisposto
dallIstituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Fig. 12).
Spetta agli organi regionali, sulla base delle indicazioni fornite a livello nazionale, stabilire,
nellambito del proprio territorio, la pericolosit sismica da attribuire a ciascun Comune della
Regione.
Per quanto attiene la Regione Puglia il riferimento contenuto nella Deliberazione della Giunta
Regionale 2 marzo 2004, n. 153 L.R. 20/00 - O.P.C.M. 3274/03 - Individuazione delle zone
sismiche del territorio regionale e delle tipologie di edifici ed opere strategici e rilevanti
Approvazione del programma temporale e delle indicazioni per le verifiche tecniche da effettuarsi
sugli stessi, pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Puglia - n. 33 del 18-3-2004 (Fig. 13).
Ci posto si definisce coefficiente di risposta elastico il rapporto
( )
( )
g
e
a
T S
T R
tra lo spettro di risposta elastico e laccelerazione di ancoraggio.
In virt di tale posizione gli spettri di risposta elastici possono ess ere rappresentati normalizzati nel
coefficiente di risposta elastico in maniera indipendente dal livello di sismicit.
In relazione alla microzonazione, al punto 3.1 dellAllegato 2 allOPCM 3274 come modificato
dallOPCM 3431, ed al punto 3.2.1 delle NORME TECNI CHE PER LE COSTRUZI ONI , si
definiscono 7 categorie di profilo stratigrafico del suolo di fondazione. La classificazione dei vari
profili avviene in funzione della velocit media di propagazione delle onde di taglio se disponibile,
altrimenti della resistenza penetrometrica media (per terreni prevalentemente granulari) o della
coesione media non drenata (per terreni prevalentemente coesivi).
Si ha
CATEGORIA
SUOLO DI
FONDAZIONE
DESCRIZIONE
A Formazioni litoidi o suoli omogenei molto rigidi
B
Depositi di sabbie o ghiaie molto addensate o
argille molto consistenti
C
Depositi di sabbie e ghiaie mediamente
addensate, o di argille di media consistenza
D
Depositi di terreni granulari da sciolti a poco
addensati oppure coesivi da poco a mediamente
consistenti
E
Profili di terreno costituiti da stati superficiali
alluvionali
S1
Depositi costituiti da, o che includono, uno
strato spesso almeno 10 m di argille/limi di
bassa consistenza, con elevato indice di
plasticit e contenuto di acqua
S2
Depositi di terreni soggetti a liquefazione, di
argille sensitive, o qualsiasi altra categoria di
terreno non classificabile nei tipi precedenti
RICHIAMI DI DINAMICA STRUTTURALE
Ing. Vito Antonio Mininni www.scienzalibera.it
22
PUGLIA (258 COMUNI)
10
58
47
143
0
50
100
150
200
ZONA 1 ZONA 2 ZONA 3 ZONA4
PROVINCIA DI FOGGIA (64 COMUNI)
10
54
0 0
0
10
20
30
40
50
60
70
ZONA 1 ZONA2 ZONA3 ZONA 4
PROVINCIA DI BARI (4 8 COMUNI)
0
4
37
7
0
10
20
30
40
50
ZONA 1 ZONA 2 ZONA 3 ZONA 4
PROVINCIA DI TARANTO (29 COMUNI)
0 0
10
19
0
10
20
30
ZONA1 ZONA 2 ZONA3 ZONA 4
PROVINCIA DI BRINDISI (2 0 COMUNI)
0 0 0
20
0
10
20
30
ZONA 1 ZONA 2 ZONA 3 ZONA 4
PROVINCIA DI LECCE ( 97 COMUNI)
0 0 0
97
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
ZONA 1 ZONA2 ZONA3 ZONA 4
Fig. 13 Pericolosit sismica dei Comuni del territorio pugliese
Infine, si ribadisce che la dipendenza dal fattore di smorzamento la si considera assumendo
% 5 ; situazioni particolari per le quali plausibile assumere fattori di smorzamento diversi dal
5% possono essere considerate introducendo un apposito coefficiente correttivo.
RICHIAMI DI DINAMICA STRUTTURALE
Ing. Vito Antonio Mininni www.scienzalibera.it
23
2.4 COMPONENTI ORIZZONTALE E VERTICALE DELLO SPETTRO DI
RISPOSTA ELASTICO
Coerentemente con quanto fino a questo punto compreso, lo spettro di risposta elastico della
componente orizzontale definito dalle seguenti espressioni (punto 3.2.3 dellAllegato 2 allOPCM
3274 come modificato dallOPCM 3431):
B
T T 0 <
( )
( )
1
]
1
+ 1 5 , 2
T
T
1 S
a
T S
B g
e
C B
T T T <
( )
S 5 , 2
a
T S
g
e
D C
T T T <
( )
,
_
T
T
S 5 , 2
a
T S
C
g
e
s 4 T T
D
<
( )
,
_
2
D C
g
e
T
T T
S 5 , 2
a
T S
In cui
T il periodo di vibrazione delloscillatore semplice;
h coefficiente che tiene conto di un fattore di smorzamento viscoso diverso dal 5%
( ) + 5 10 ; per % 5 h=1;
D C B
T , T , T , S
sono tabellati in funzione della categoria di suolo di fondazione come segue
CATEGORIA
SUOLO
S T
B
(s)
T
C
(s) T
D
(s)
A 1,0 0,15 0,40 2,0
B,C,E 1,25 0,15 0,50 2,0
D 1,35 0,20 0,80 2,0
Per le categorie di suolo S1 e S2 sono richiesti studi speciali per la definizione degli spettri di
risposta elastici normalizzati della componente orizzontale.
Nelle figure 14, 15 e 16 sono riportati gli spettri di risposta elastici normalizzati della componente
orizzontale della pseudoaccelerazione, in relazione alle diverse categorie di suolo di fondazione.
RICHIAMI DI DINAMICA STRUTTURALE
Ing. Vito Antonio Mininni www.scienzalibera.it
24
Fig. 14
Fig. 15
Fig. 16
RICHIAMI DI DINAMICA STRUTTURALE
Ing. Vito Antonio Mininni www.scienzalibera.it
25
La figura 17 di compendio e sono indicati tutti gli spettri di risposta elastici normalizzati della
componente orizzontale in funzione delle diverse categorie di suolo di fondazione.
Fig. 17 Spettri di risposta elastici normalizzati della componente orizzontale
In maniera del tutto analoga, lo spettro di risposta elastico della componente verticale definito
dalle seguenti espressioni:
B
T T 0 <
( )
( )
1
]
1
+ 9 , 0 7 , 2
T
T
9 , 0 S
a
T S
B g
ve
C B
T T T <
( )
S 7 , 2
a
T S
g
ve
D C
T T T <
( )
,
_
T
T
S 7 , 2
a
T S
C
g
ve
s 4 T T
D
<
( )
,
_
2
D C
g
ve
T
T T
S 7 , 2
a
T S
RICHIAMI DI DINAMICA STRUTTURALE
Ing. Vito Antonio Mininni www.scienzalibera.it
26
In cui
T il periodo di vibrazione delloscillatore semplice;
h coefficiente che tiene conto di un fattore di smorzamento viscoso diverso dal 5%
( ) + 5 10 ; per % 5 h=1;
D C B
T , T , T , S
sono tabellati e posti indipendenti dalla categoria di suolo di fondazione
CATEGORIA
SUOLO
S T
B
(s) T
C
(s) T
D
(s)
A,B,C,D,E 1,0 0,05 0,15 1,0
Per le categorie di suolo S1 e S2 sono richiesti studi speciali per la definizione degli spettri di
risposta.
Nella figura 18 riportato lo spettro di risposta elastico normalizzato della componente verticale
della pseudoaccelerazione.
Fig. 18
RICHIAMI DI DINAMICA STRUTTURALE
Ing. Vito Antonio Mininni www.scienzalibera.it
27
3. SPETTRI DI PROGETTO
Northridge (California 1994)
Data la natura delle azioni sismiche, non si pu prescindere
dal considerare le risorse plastiche delle strutture
interessate da tali fenomeni naturali. La modellazione elasto
plastica, da tempo nota in letteratura tecnica, pu essere
considerata nellanalisi strutturale grazie ai mezi di calcolo
elettronico oggi a disposizione.
Valutando le caratteriste di duttilit delle strutture
possibile soddisfare lesigenza progettuale di avere un
adeguato grado di protezione degli edifici n ei confronti
degli stati limite ultimo e di danno, ai quali sono associati
rispettivamente il rischio di perdita di vite umane ed il
rischio di perdite economiche dirette ed indirette.
3.1 ELEMENTI BASE
Gli spettri di risposta elastici sono stati definiti ponendo come ipotesi base la considerazione di un
legame costitutivo perfettamente elastico (Fig. 1) del materiale che costituisce il supporto strutturale
alla massa in oscillazione:
Fig. 1 Nellambito di una modellazione perfettamente elastica lelemento che caratterizza il legame elastico la
rigidezza k definita come la forza da applicare per ottenere uno spostamento unitario, pertanto sotto unazione pari ad F
e
la struttura subir uno spostamento h
e
=F
e
/k.
In un ciclo di carico e scarico sar nulla lenergia dissipata e lo spostamento residuo.
Lintegrazione della equazione del moto
( ) ( )
( ) t
' '
) t ( t
'
t
' '
u M k C M
porta ai risultati esposti nel capitolo precedente.
In linea generale, data la natura delle azioni sismiche, non conveniente fare riferimento alle
capacit esclusivamente elastiche della struttura in quanto un tale approccio risulterebbe non
economico, pertanto non opportuno prescindere dal considerare le risorse plastiche della struttura
stessa. La modellazione elasto plastica da tempo nota in letteratura ed oggi finalmente presa in
considerazione nelle normative tecniche; inoltre, con i mezzi di calcolo elettronico oggi a
disposizione, un tale tipo di approccio pu essere effettivamente considerato nellanalisi strutturale.
RICHIAMI DI DINAMICA STRUTTURALE
Ing. Vito Antonio Mininni www.scienzalibera.it
28
In tale maniera si riesce anche a fare fronte allesigenza progettuale, espressa ai punti 2.1 e 2.2
dellAllegato 2 allOPCM 3274 come modificato dallOPCM 3431, ed ai punti 5.7.1.2 e 5.7.1.3
delle NORME TECNI CHE PER LE COSTRUZI ONI , di avere un adeguato grado di protezione
degli edifici nei confronti dello stato limite ultimo, cui associato il rischio di perdita di vite umane
ed un adeguato grado di sicurezza nei confronti dello stato limite di danno, al quale sono associate
perdite economiche dirette e indirette.
Nellambito di unanalisi elasto plastica possibile fare riferimento a molteplici legami
costitutivi: esemplificando ci si pu riferire ad un legame elasto-plastico perfetto (Fig. 2).
Ladozione di un legame costitutivo elasto-plastico perfetto pu rappresentare una modellazione
matematica delleffettivo comportamento strutturale del supporto della massa in movimento
plausibile con la realt fisica prestazionale dei materiali strutturali utilizzati dordinario, o
comunque rappresenta un modello comportamentale a cui si mira nella progettazione per
ottimizzare i costi globali.
Fig. 2
Posti (Fig. 2):
h
l
lo spostamento in corrispondenza del limite elastico,
h
d
lo spostamento corrente (cio quello atteso o richiesto),
h
u
lo spostamento ultimo disponibile,
k la rigidezza del ramo elastico,
F
d
la forza al limite elastico;
si definisce duttilit disponibile il rapporto
l
u
d
> .
Ci significa che se la struttura nel suo complesso dispone di una certa duttilit, possibile
effettuare una progettazione considerando azioni di entit minore rispetto a quelle desumibili da
unanalisi elastica.
E assolutamente indispensabile sottolineare che gli spostamenti valutati assumendo tale analisi
equivalente devono essere opportunamente incrementati per considerare laliquota anelastica,
ovvero devono essere stimati sulla base delle azioni elastiche non ridotte.
Ci posto possibile definire fattore di struttura e lo si denota con il simbolo
q
quel fattore rappresentativo delle caratteristiche di duttilit della struttura e tramite il quale
possibile determinare le azioni di progetto derivandole dalle azioni valutate in termini elastici.
In base a quanto constatato fino a questo punto, il fattore di struttura sar funzione:
del materiale strutturale;
dei dettagli costruttivi;
della tipologia strutturale;
delle caratteristiche plano-altimetriche della struttura;
e del periodo naturale.
La dipendenza dal periodo naturale della struttura si giustifica osservando che per periodi naturali
elevati effettivamente plausibile lipotesi di conservazione degli spostamenti tra le due
modellazioni, invece, per periodi naturali ridotti risulta plausibile la conservazione delle
accelerazioni e non degli spostamenti: ci comporta che per strutture abbastanza rigide, cio
strutture caratterizzate da periodi naturali modesti, le azioni di progetto da considerare sono
sostanzialmente indipendenti dalla tipologia di legame costitutivo adottato per la schematizzazione
della struttura e che funge da supporto per la massa in movimento.
RICHIAMI DI DINAMICA STRUTTURALE
Ing. Vito Antonio Mininni www.scienzalibera.it
34
3.3 COMPONENTI ORIZZONTALE E VERTICALE DELLO SPETTRO DI
PROGETTO ALLO STATO LI MI TE ULTI MO ED ALLO STATO LI MI TE DI
DANNO
Coerentemente con quanto esposto nei paragrafi precedenti, la normativa italiana, al punto 3.2.5
dellAllegato 2 allOPCM 3274 come modificato dallOPCM 3431, ai fini della determinazione
delle azioni di progetto allo stato limite ultimo, stabilisce che gli spettri di progetto S
d
(T) si
determinano dagli spettri di risposta elastici S
e
(T) con le ordinate ridotte utilizzando il fattore di
struttura q, definito in funzione dei materiali e delle tipologie strutturali e rappresentativo delle
capacit dissipative delle strutture stesse.
Lo spettro di progetto allo stato limite ultimo (s.l.u.) per la componente orizzontale della
pseudoaccelerazione definito dalle seguenti espressioni:
B
T T 0 <
( )
1
]
1
,
_
+ 1
q
5 , 2
T
T
1 S
a
T S
B g
d
C B
T T T <
( )
q
S 5 , 2
a
T S
g
d
D C
T T T <
( )
,
_
T
T
q
S 5 , 2
a
T S
C
g
d
s 4 T T
D
<
( )
,
_
2
D C
g
d
T
T T
q
S 5 , 2
a
T S
In cui
T il periodo naturale delloscillatore semplice;
q il fattore di struttura;
a
g
laccelerazione di ancoraggio;
D C B
T , T , T , S
sono tabellati in funzione della categoria di suolo di fondazione come segue
CATEGORIA
SUOLO
S T
B
T
C
T
D
A 1,0 0,15 0,40 2,0
B,C,E 1,25 0,15 0,50 2,0
D 1,35 0,20 0,80 2,0
Nelle Fig. 8-10 sono riportati gli spettri di progetto allo stato limite ultimo della componente
orizzontale per le diverse categorie di suolo di fondazione e per valori del fattore di struttura pari a
3,4,5,6.
Il tratto marcato in rosso si riferisce ai valori delle accelerazioni spettrali pertinenti la modellazione
perfettamente elastica.
Dal confronto tra le due curve si pu immediatamente cogliere quale sia lentit del beneficio di
disporre di risorse duttili per la valutazione delle azioni di progetto da utilizzare nellanalisi sismica.
RICHIAMI DI DINAMICA STRUTTURALE
Ing. Vito Antonio Mininni www.scienzalibera.it
35
Fig. 8
Fig. 9
RICHIAMI DI DINAMICA STRUTTURALE
Ing. Vito Antonio Mininni www.scienzalibera.it
36
Fig. 10
E da osservare che per periodi naturali modesti
0 T
cio per strutture molto rigide, i valori dello spettro di progetto tendono tutti al valore del lo spettro
di risposta elastico: in virt di tale osservazione che laccelerazione in questione viene detta di
ancoraggio.
In ogni caso deve comunque essere
2 , 0
a
) T ( S
g
d
che rappresenta un minimo progettuale normativo imprescindibile.
RICHIAMI DI DINAMICA STRUTTURALE
Ing. Vito Antonio Mininni www.scienzalibera.it
37
Analogamente, lo spettro di progetto allo stato limite ultimo per la componente verticale della
pseudoaccelerazione definito dalle seguenti espressioni:
B
T T 0 <
( )
1
]
1
,
_
+ 9 , 0
q
7 , 2
T
T
9 , 0 S
a
T S
B g
vd
C B
T T T <
( )
q
S 7 , 2
a
T S
g
vd
D C
T T T <
( )
,
_
T
T
q
S 7 , 2
a
T S
C
g
vd
s 4 T T
D
<
( )
,
_
2
D C
g
vd
T
T T
q
S 7 , 2
a
T S
In cui
T il periodo naturale delloscillatore semplice;
q il fattore di struttura posto pari a 1,5 indipendentemente dal materiale e dalla tipologia
strutturale;
a
g
laccelerazione di ancoraggio;
D C B
T , T , T , S
sono tabellati indipendentemente dalla categoria di suolo di fondazione come segue
CATEGORIA
SUOLO
S T
B
T
C
T
D
A,B,C,D,E 1,0 0,05 0,15 1,0
Nella figura 11 riportato lo spettro di progetto allo s.l.u. della componente verticale della
pseudoaccelerazione; con il tratto marcato in rosso sono anche indicati i valori spettrali nellambito
della modellazione elastica.
Fig. 11
RICHIAMI DI DINAMICA STRUTTURALE
Ing. Vito Antonio Mininni www.scienzalibera.it
38
Per quanto attiene lo stato limite di danno (s.l.d.) la normativa stabilisce, al punto 3.2.6
dellAllegato 2 allOPCM 3274 come modificato dallOPCM 3431, che lo spettro di progetto da
adottare per la limitazione dei danni pu essere ottenuto riducendo lo spettro di risposta elastico
secondo un fattore pari a 2,5.
Tale posizione si giustifica osservando che lesigenza progettuale da perseguire deve essere quella
di conservare le strutture sostanzialmente in campo elastico, per salvaguardarle dal rischio di subire
danni, secondo una probabilit di occorrenza del rischio sismico pi elevata (accelerazione di
ancoraggio che presenta una probabilit di superamento del 50% in 50 anni a fronte del 10% in 50
anni per gli s.l.u.).
Coerentemente con quanto ora osservato nella figura 12 sono riportati gli spettri di progetto allo
s.l.d. della componente orizzontale per le tre diverse categorie di suoli di fondazione e lo spettro di
progetto allo s.l.d. della componente verticale per tutte le categorie di suoli di fondazione.
(ciascuna curva si riferisce ad un fattore di smorzamento pari al 5%).
Fig. 12
RICHIAMI DI DINAMICA STRUTTURALE
Ing. Vito Antonio Mininni www.scienzalibera.it
39
4. SISTEMI A PIU GRADI DI LIBERTA
Turchia (1999)
Per poter compiutamente comprendere i concetti
fondamentali di dinamica delle strutture finalizzata alla
progettazione di edifici soggetti a moto sismico del
suolo necessario riferirsi a sistemi il cui moto
definito da pi di un parametro, ad esempio due o pi
spostamenti di piano.
Alla definizione delle azioni da considerare in fase
progettuale concorre una serie di contributi
determinabili sfruttando i risultati noti e pertinenti
sistemi pi semplici ad un grado di libert, il cui moto
cio definito da un solo parametro funzione del tempo,
ad esempio un solo spostamento.
Lo studio degli oscillatori semplici dunque non fine a
se stesso, ma propedeutico per lanalisi strutturale
degli edifici ordinari.
4.1 ELEMENTI BASE
Per effettuare lanalisi dinamica di edifici soggetti a moto sismico del suolo necessario riferirsi a
modelli pi complessi, dotati di pi gradi di libert: il moto della struttura sar pertanto descritto da
pi parametri in funzione del tempo, ad esempio pi spostamenti e/o rotazioni.
Nel caso frequente di edifici multipiano dotati di solai rigidi nel proprio piano, possibile modellare
la struttura ritenendo le masse concentrate ad ogni piano ed assumendo come gradi di libert i
pertinenti spostamenti e rotazioni indipendenti.
Ritenendo i pilastri assialmente inestendibili, il comportamento nello spazio di un edificio di n piani
sar descritto da 3n gradi di libert (due spostamenti orizzontali ed una rotazione attorno allasse
verticale per il baricentro delle masse disposte su ciascun piano); se ci si limita ad uno studio piano,
i gradi di libert si riducono ad n, pari ai soli spostamenti orizzontali di ciascun impalcato.
Nella figura 1 rappresentato un sistema a due gradi di libert caratterizzato da due traversi rigidi
aventi massa M
1
ed M
2
e soggetto a moto s ismico orizzontale del suolo di fondazione, i pilastri
costituiscono il supporto elastico e si assumono assialmente infinitamente rigidi e di massa
trascurabile.
Il moto sismico del suolo, definito dallo spostamento orizzontale
) t (
u , comporta uno spostamento
dei traversi interpretabili in termini relativi per mezzo degli spostamenti
) t (
, ovvero, riferendosi
alla terra ferma, mediante gli spostamenti assoluti
) t (
x .
Al solito, le relazioni che legano spostamenti, velocit ed accelerazioni assolute (lette nel sistema di
riferimento solidale con la terra ferma) con spostamenti, velocit ed accelerazioni relative (lette nel
sistema di riferimento mobile solidale con la struttura) sono (Fig. 1)
) t ( 1
' '
) t (
' '
) t ( 1
' '
) t ( 1
'
) t (
'
) t ( 1
'
) t ( 1 ) t ( ) t ( 1
u x
u x
u x
+
+
+
RICHIAMI DI DINAMICA STRUTTURALE
Ing. Vito Antonio Mininni www.scienzalibera.it
40
) t ( 2
' '
) t (
' '
) t ( 2
' '
) t ( 2
'
) t (
'
) t ( 2
'
) t ( 2 ) t ( ) t ( 2
u x
u x
u x
+
+
+
in cui il punto denota la der ivazione rispetto al tempo.
Fig. 1
In termini generali, un sistema a pi gradi di libert definibile come una struttura soggetta ad
azioni dinamiche e modellabile mediante una o pi masse dotate di un numero di gradi di libert
maggiore di uno, vincolate su un supporto elastico privo di massa costituito dalla restante parte di
struttura.
Schematicamente, secondo una modellazione propria della fisica elementare, il sistema a due gradi
di libert mostrato in figura 1 e soggetto a moto sismico orizzontale del suolo rappresentabile
come segue (Fig. 2)
RICHIAMI DI DINAMICA STRUTTURALE
Ing. Vito Antonio Mininni www.scienzalibera.it
41
Fig. 2
da osservare che nei sistemi dotati di pi gradi di libert esistono legami di rigidit mutui (Fig. 2):
in luogo della singola rigidezza che caratterizza gli oscillatori semplici, si deve procedere con la
valutazione di una serie di rigidezze secondo la definizione che segue.
Fissato un sistema dotato di n gradi di libert, si definisce matrice di rigidezza, e la si denota con il
simbolo
[ ]
ij
k K ,
la matrice quadrata e simmetrica di ordine n tale che il generico elemento
ij
k rappresenta la forza
da applicare in corrispondenza della coordinata i per avere uno spostamento unitario in
corrispondenza della coordinata j e nullo in corrispondenza di tutte le altre coordinate.
Per il sistema cui stiamo facendo riferimento la determinazione degli elementi che costituiscono la
matrice di rigidezza
[ ]
1
]
1
22 21
12 11
k k
k k
K
si determinano come indicato in figura 3.
Fig. 3
RICHIAMI DI DINAMICA STRUTTURALE
Ing. Vito Antonio Mininni www.scienzalibera.it
42
Gli elementi della prima colonna rappresentano le azioni da applicare ai due impalcati al fine di
avere uno spostamento unitario in corrispondenza del primo e nullo per il secondo; gli elementi
della seconda colonna costituiscono le azioni da applicare ai traversi per avere uno spostamento
unitario in corrispondenza del secondo ed uno nullo in corrispondenza del primo.
da notare che la determinazione della matrice di rigidezza di una struttura secondo una fissata
modellazione una operazione onerosa e decisiva per lanalisi strutturale.
Le equazioni di equilibrio si scr ivono (Fig. 4) eguagliando le azioni di richiamo elastico,
proporzionali agli spostamenti relativi, ai prodotti delle masse per le accelerazioni assolute:
Fig. 4
per il primo traverso
) t ( 1
' '
1 ) t ( 2 12 ) t ( 1 11
x M k k
e per il secondo traverso
) t ( 2
' '
2 ) t ( 2 22 ) t ( 1 21
x M k k
Ricordando le relazioni che legano le accelerazioni assolute con le relative e sostituendo
) t ( 1
' '
) t (
' '
) t ( 1
' '
u x +
) t ( 2
' '
) t (
' '
) t ( 2
' '
u x +
,
_
+
) t ( 1
' '
) t (
' '
1 ) t ( 2 12 ) t ( 1 11
u M k k
,
_
+
) t ( 2
' '
) t (
' '
2 ) t ( 2 22 ) t ( 1 21
u M k k
si ricava
RICHIAMI DI DINAMICA STRUTTURALE
Ing. Vito Antonio Mininni www.scienzalibera.it
43
) t (
' '
1 ) t ( 2 12 ) t ( 1 11 ) t ( 1
' '
1
u M k k M + +
per il primo traverso,
) t (
' '
2 ) t ( 2 22 ) t ( 1 21 ) t ( 2
' '
2
u M k k M + +
per il secondo traverso.
Le equazioni di equilibrio dinamico scritte devono essere ovviamente integrate note le condizioni
iniziali di posizione e velocit.
da osservare che:
si scrivono tante equazioni differenziali quanti sono i gradi di libert;
le incognite (rappresentate dagli spostamenti di ciascuna massa) risultano accoppiate,
cio figurano in ciascuna equazione e non separatamente, comportando una certa onerosit
matematica;
lazione dinamica imputabile alleffetto di trascinamento dovuto allo scuotimento sismico
del terreno di fondazione ed espresso dalla accelerazione al suolo ) t (
' '
u .
Generalizzando a sistemi dotati di n gradi di libert, il sistema delle equazioni di equilibrio
suscettibile di essere scritto in forma compatta matriciale come segue:
[ ] [ ]{ } { }
{ }
'
'
'
'
0
' '
) 0 (
0
'
) 0 (
'
) t (
' '
) t ( ) t (
' '
u M K M
essendo
[ ]
1
1
1
1
]
1
n
2
1
M 0 0 0
0 ... 0 0
0 0 M 0
0 0 0 M
M
la matrice diagonale dinerzia
[ ] [ ]
1
1
1
1
]
1
nn 2 n 1 n
n 2 22 21
n 1 12 11
ij
k ... k k
... ... ... ...
k ... k k
k ... k k
k K
la matrice di rigidezza,
quadrata e simmetrica di ordine n
{ }
'
) t ( n
) t ( 2
) t ( 1
) t (
...
,
'
'
) t ( n
'
) t ( 2
'
) t ( 1
'
) t (
'
...
,
'
'
) t ( n
' '
) t ( 2
' '
) t ( 1
' '
) t (
' '
...
i vettori colonna di ordine n degli spostamenti,
delle velocit e delle accelerazioni relative
{ }
'
n
2
1
M
...
M
M
M
il vettore colonna delle masse inerziali
) t (
' '
u
laccelerazione del suolo funzione del tempo
Trattasi dunque di un sistema di n equazioni differenziali del 2ordine nelle 2n condizioni iniziali di
velocit e posizione delle masse.
RICHIAMI DI DINAMICA STRUTTURALE
Ing. Vito Antonio Mininni www.scienzalibera.it
44
4.2 DEFINIZIONE DEI MODI PRINCIPALI DI VIBRARE
Puntando lattenzione sulla comprensione del significato fisico dei risultati pertinenti lanalisi
dinamica di edifici soggetti a moto sismico del suolo di fondazione, possibile constatare che
nellambito delle vibrazioni libere, cio quelle generate da una perturbazione iniziale che altera
esclusivamente le condizioni di posizione e velocit delle masse (per le quali 0 u ) t (
' '
), il moto
della struttura il risultato di una combinazione di vibrazioni, dette principali, stazionarie di tipo
armonico: vibrazioni cio caratterizzate da oscillazioni indefinite di ampiezza costante intorno alla
posizione di equilibrio, per le quali i rapporti di proporzionalit tra gli spostamenti sono
indipendenti dal tempo, quindi la forma di vibrazione cos come gli eventuali punti di nullo nella
deformata non mutano nel tempo ed i massimi spostamenti si attingono nello stesso istante.
Ci sono tante vibrazioni principali quanti sono i gradi di libert: pertanto, la struttura cui stiamo
facendo riferimento (Fig. 1) sar caratterizzata da 2 vibrazioni principali (Fig. 5 e 6).
Fig. 5 PRIMA VIBRAZIONE PRINCIPALE (O FONDAMENTALE)
La prima vibrazione principale, detta anche fondamentale, definita per mezzo degli spostamenti
che si registrano in corrispondenza di ogni singolo traverso (
1
1
a e
1
2
a ) e dal primo periodo
principale T
1
che rappresenta lintervallo di tempo necessario per compiere una oscillazione
completa intorno alla posizione di equilibrio.
Fig. 6 SECONDA VIBRAZIONE PRINCIPALE
T
2
T
1
RICHIAMI DI DINAMICA STRUTTURALE
Ing. Vito Antonio Mininni www.scienzalibera.it
45
Analogamente (Fig. 6) la seconda vibrazione principale, caratterizzata dagli spostamenti dei due
traversi (
2
1
a e
2
2
a ) e dal periodo principale T
2
che, come noto, rappresenta lintervallo di tempo
necessario per compiere una oscillazione completa intorno alla posizione di equilibrio indeformata.
Nella seconda vibrazione principale da rilevare la presenza di un punto di nullo nella deformata e
di una inversione nella forma della medesima: tale punto stazionario, cio resta fisso nel tempo.
comunque da precisare che la vibrazione effettiva pur risultando dalla combinazione di vibrazioni
stazionarie, non necessariamente stazionaria.
Da un punto di vista matematico la determinazione delle vibrazioni principali e dei pertinenti
periodi condotta valutando gli autovettori e gli autovalori del problema retto dalla equazione
[ ] [ ] [ ] 0 M K det
2
detta equazione caratteristica delle frequenze.
Gli autovettori del medesimo problema si denotano con il simbolo
{ }
'
j
n
j
1
j
a
...
a
a
mentre gli autovalori associati
j
rappresentano le pulsazioni principali , dalle quali possibile ricavare il periodo principale
j
j
2
T
che rappresenta, come detto, il tempo necessario per compiere una oscillazione completa in
corrispondenza della vibrazione principale cui si riferisce.
Si definisce frequenza principale la grandezza
2 T
1
f
j
j
j
e rappresenta il numero oscillazioni compiute nellunit di tempo dalla j-esima vibrazione
principale.
Normalmente i periodi principali si ordinano in maniera decrescente e sono funzione
esclusivamente delle caratteristiche geometriche e meccaniche della struttura in analisi.
RICHIAMI DI DINAMICA STRUTTURALE
Ing. Vito Antonio Mininni www.scienzalibera.it
46
Infine, appena il caso di constatare che nella realt il sistema non conservativo a causa delle
dissipazioni energetiche che si registrano per isteresi del materiale e per attrito ai vincoli, pertanto le
vibrazioni libere sono inevitabilmente destinate ad arrestarsi, come peraltro facilmente intuibile: la
struttura osciller intorno alla posizione di equilibrio con ampiezze via via decrescenti nel tempo,
fino ad arrestarsi; la presenza delle dissipazioni ha pertanto effetti certamente benefici sulle
prestazioni della struttura.
Brevemente si osserva che il sistema di equazioni differenziali che reggono lequilibrio dinamico
della struttura generica, deve allora essere completato
[ ] [ ] [ ]{ } { }
{ }
'
'
'
'
'
) t (
' '
) 0 (
) t (
'
) 0 (
'
) t (
' '
) t ( ) t (
'
) t (
' '
u M K C M
introducendo la matrice di smorzamento viscoso
[ ] [ ]
1
1
1
1
]
1
nn 2 n 1 n
n 2 22 21
n 1 12 11
ij
c ... c c
... ... ... ...
c ... c c
c ... c c
c C .
In tale matrice, il generico elemento c
ij
rappresenta la forza smorzante che si registra in
corrispondenza della massa i quando la massa in corrispondenza della coordinata j si muove con
velocit unitaria e tutte le altre masse sono ferme.
Rilevante constatare che dati gli ordinari valori dei coefficienti di smorzamento viscoso per le
strutture, i periodi principali valutati considerando o meno tali contributi vengono ad essere tra loro
prossimi e prat icamente coincidenti.
RICHIAMI DI DINAMICA STRUTTURALE
Ing. Vito Antonio Mininni www.scienzalibera.it
47
4.3 ANALISI MODALE
Compreso il significato fisico dei risultati pertinenti le vibrazioni libere, immediato prendere atto
che la soluzione generale del problema delle vibrazioni sismiche matematicamente molto onerosa.
A tal proposito sufficiente considerare il semplice sistema a due gradi di libert riportato in figura
1: le equazioni di equilibrio dinamico si scrivono nei termini indicati in figura 7
) t (
' '
2 ) t ( 2 22 ) t ( 1 21 ) t ( 2
'
22 ) t ( 1
'
21 ) t ( 2
' '
2
u M k k c c M + + + +
) t (
' '
1 ) t ( 2 12 ) t ( 1 11 ) t ( 2
'
12 ) t ( 1
'
11 ) t ( 1
' '
1
u M k k c c M + + + +
Fig. 7 Notevole onerosit risolutiva delle equazioni differenziali che esprimono lequilibrio dinamico
RICHIAMI DI DINAMICA STRUTTURALE
Ing. Vito Antonio Mininni www.scienzalibera.it
48
Come detto al paragrafo 4.1, le incognite, rappresentate dagli spostamenti, figurano in tutte le
equazioni e non separatamente, ciascuna in una sola equazione: questa circostanza viene espressa
dicendo che le incognite sono accoppiate e ci comporta una notevole difficolt risolutiva da un
punto di vista matematico.
Lannoso problema nel quale ci si imbatte pu essere affrontato e risolto ricorrendo alla cosiddetta
analisi modale, che rappresenta una metodologia operativa che consente da un lato una
semplificazione matematica del problema, dallaltro permette di cogliere precisi significati fisici
associati alla risoluzione stessa.
Ebbene, fisicamente si osserva che (Fig. 8)
Fig. 8
alla definizione della risposta globale della struttura concorre la combinazione di un insieme di
modi di vibrare le cui forme si conservano nel tempo, corrispondenti a quelle valutate nellambito
delle vibrazioni libere (Fig. 5 e 6), non pi di tipo armonico ma parametriche negli spostamenti
principali
) t ( 1
p e
) t ( 2
p .
appena il caso di constatare che, da un punto di vista matematico, in luogo di un sistema le cui
incognite sono accoppiate, cio ogni incognita, come detto, compare in pi equazioni insieme alle
altre incognite, il sistema negli spostamenti principali risulta a variabili disaccoppiate, cio ogni
incognita compare in una singola equazione comportando una notevole esemplificazione operativa.
La bont del metodo sta anche nel fatto che la determinazione del singolo spostamento principale
perfettamente analoga a quella condotta per loscillatore semplice (Cap. 2 e 3) ed i cui risultati sono
dunque noti e di immediata interpretazione fisica.
Infatti, in linea generale, il generico spostamento principale
) t ( j
p pari a
( ) [ ]
) t ( j
j
j
t
0
j
) t (
) (
' '
j
j
) t ( j
V
g
d t sen e u
g
p
j
in cui:
n
1 h
h
j
h j
M a g detto fattore di partecipazione modale, e dipende dalle caratteristiche del
singolo modo principale di vibrare ed pari alla somma dei prodotti delle masse per le
singole componenti degli spostamenti che definiscono ogni modo principale.
Per la struttura a due gradi di libert riportata in figura 1 si ha dunque (Fig. 9):
RICHIAMI DI DINAMICA STRUTTURALE
Ing. Vito Antonio Mininni www.scienzalibera.it
49
P
R
I
M
O
F
A
T
T
O
R
E
D
I
P
A
R
T
E
C
I
P
A
Z
I
O
N
E
M
O
D
A
L
E
S
E
C
O
N
D
O
F
A
T
T
O
R
E
D
I
P
A
R
T
E
C
I
P
A
Z
I
O
N
E
M
O
D
A
L
E
Fig. 9 Fattori di partecipazione modale pertinenti ciascuno dei due modi principali:
procedendo dal primo modo principale, i fattori di partecipazione modale vanno riducendosi a causa del
carattere alterno nei segni che definiscono i singoli spostamenti principali.
Tale constatazione fondamentale per la comprensione delle modalit di combinazione modale (par. 4.4)
Inoltre, unulteriore parametro significativo per lanalisi modale la cosiddetta massa
partecipante, definita come il quadrato del singolo fattore di partecipazione modale
(
2
1
g ,
2
2
g ): rilevante osservare che la somma di tutte le masse partecipanti pari alla massa
totale della struttura
2 1
2
2
2
1
M M g g + + .
In generale, per una struttura a pi gradi di libert, sar dunque
n
1 j
tot
2
j
M g .
Dordinario le masse partecipanti associate a ciascun modo principale viene espressa in
termini percentuali rispetto alla massa totale sismica agente sulla struttura in analisi.
Infine, si punta laccento sul fatto che, a causa del carattere alterno nei segni che definiscono
i singoli spostamenti principali della struttura, i fattori di partecipazione modale, e le
pertinenti masse partecipanti, vanno riducendosi a partire dal primo modo ai successivi. Di
tale aspetto si terr debito conto nel successivo paragrafo.
RICHIAMI DI DINAMICA STRUTTURALE
Ing. Vito Antonio Mininni www.scienzalibera.it
50
j
rappresenta la ormai ben nota pulsazione principale, pertinente il generico modo
principale.
( ) [ ]
d t sen e u V
t
0
j
) t (
) (
' '
) t ( j
j
rappresenta la pseudovelocit, conformemente a
quanto noto per loscillatore semplice, confermando qu anto sia stato importante acquisire i
risultati pertinenti tale argomento.
Unulteriore risultato fondamentale dellanalisi modale, particolarmente importante in fase
progettuale, riguarda la valutazione delle forze da applicare alle masse strutturali e rappresentanti
leffetto del moto sismico del suolo sulla struttura.
Infatti, detto vettore delle forze staticizzate
{ }
'
) t ( n
) t ( 2
) t ( 1
) t (
...
quel vettore delle forze che rappresenta, istante per istante, le azioni statiche equivalenti da
applicare alle masse strutturali per simulare gli effetti del moto sismico del suolo sulla struttura, si
osserva, analogamente a quanto stabilito per gli spostamenti, che tale vettore pari alla
combinazione di n contributi (essendo n il numero di gradi di libert della struttura) relazionati alla
singola pulsazione principale, ovvero al singolo modo principale.
Nella figura 10 riportato il vettore delle forze staticizzato, per la struttura a due gradi di libert cui
si sta facendo riferimento, inteso come combinazione di due contributi, ciascuno connesso al
relativo modo principale:
FORZE STATICIZZATE
RICHIAMI DI DINAMICA STRUTTURALE
Ing. Vito Antonio Mininni www.scienzalibera.it
51
1 CONTRIBUTO 2 CONTRIBUTO
Fig. 10 Combinazione dei contributi pertinenti i due modi principali del sistema piano preso in considerazione fin
dallinizio.
Si noti come ogni singolo contributo sia dipendente dal tempo.
evidente che qualora si fosse in grado di valutare i singoli contributi modali istante per istante, si
potrebbe eseguire lanalisi determinando nel tempo le effettive azioni staticizzate ed individuarne i
valori massimi da usare in fase progettuale. In realt quello che si fa determinare, perdendo le
informazioni temporali (ipotizzando pertanto che non si generino fenomeni legati alla fatica o alla
storia di carico), le massime azioni pertinenti ciascun modo. Ovviamente i massimi non si
registreranno nello stesso istante ed anche di ci si dovr tenere debito conto, come indicato nel
paragrafo successivo.
Ci premesso, il valore massimo di ogni contributo modale si valuta come indicato nella successiva
figura 11:
Fig. 11
ovvero, i valori massimi relativi ad ogni contributo modale sono proporzionali:
alle masse,
al fattore di partecipazione modale,
alle componenti degli spostamenti che definiscono il singolo modo principale,
ed al valore dello spettro di progetto delloscillatore semplice (Cap. 3), confermando ancora una
volta come sia stato fondamentale acquisire i risultati pertinenti i sistemi ad un grado di libert.
RICHIAMI DI DINAMICA STRUTTURALE
Ing. Vito Antonio Mininni www.scienzalibera.it
52
4.4 COMBINAZIONI MODALI
Nellambito dellanalisi modale esposta nel paragrafo precedente, sono sorti due aspetti che devono
necessariamente essere considerati:
1) quanti e quali modi si devono considerare affinch lanalisi sia esaustiva visto che i fattori di
partecipazione modale diminuiscono passando a modi successivi al primo?
2) come possibile combinare i modi rilevanti visto che i massimi determinati non si attingono
nello stesso istante?
Per quanto riguarda il primo aspetto, coerentemente con i concetti fino a questo punto acquisiti, la
Normativa italiana, al punto 4.5.3 dellAllegato 2 allOPCM 3274 come modificato dallOPCM
3431, ed al punto 5.7.4.3 delle NORME TECNI CHE PER LE COSTRUZI ONI , stabilisce che
devono essere considerati i modi con massa partecipante significativa.
Per raggiungere tale scopo sono suggeriti due metodi:
il primo quello di considerare modi con massa partecipante almeno pari al 5% del totale;
il secondo quello di considerare modi la cui massa partecipante totale raggiunga almeno l85%.
Anche per quanto riguarda il secondo problema le disposizioni normative sono coerenti con quanto
acquisito. Infatti la Normativa italiana, al punto 4.5.3 dellAllegato 2 allOPCM 3274 come
modificato dallOPCM 3431, stabilisce che la combinazione dei modi ai fini del calcolo delle
sollecitazioni e degli spostamenti complessivi pu essere condotta secondo 2 modalit:
applicando la regola del modulo (SRSS)
r
1 j
2
j
E E
se il periodo principale di vibrazione di ciascun modo differisce di almeno il 10% da
quello di tutti gli altri;
o applicando la combinazione quadratica completa (CQC)
r
1 i
r
1 j
j i ij
E E E
in tutti gli altri casi.
Essendo:
E il valore totale della componente di risposta sismica che si sta considerando;
E
i
ed E
j
il valore della medesima componente dovuta al modo i ed al modo j;
( )
( ) ( )
2
ij ij
2
2
2
ij
2 3
ij ij
2
ij
1 4 1
1 8
+ +
+
il coefficiente di correlazione tra il modo i ed il modo j;
il fattore di smorzamento viscoso equivalente;
RICHIAMI DI DINAMICA STRUTTURALE
Ing. Vito Antonio Mininni www.scienzalibera.it
53
j
i
ij
n
1 k
k k
i i
H i
z W
z W
F F
in cui:
H
F
lazione statica equivalente totale;
F
i
la forza statica equivalente da applicare
al piano i;
W
i
e W
k
sono i pesi delle masse ai piani i e k
rispettivamente;
z
i
e z
k
sono le altezze dei piani i e k misurate
dalle fondazioni;
Fig. 1 Distribuzione dellazione statica equivalente totale su una struttura piana dotata di n impalcati
E fondamentale osservare, ricordando quanto stabilito nel Cap. 4, che da un punto di vista fisico-
matematico, il soddisfacimento delle ipotesi alla base dellapplicabilit dellanalisi statica
equivalente mirano implicitamente a realizzare quelle condizioni per le quali il modo fondamentale
di vibrare, cio il primo, risulta nettamente preponderante rispetto agli altri e pertanto ci si pu
riferire soltanto ad esso.
Da un punto di vista applicativo, operare una analisi statica lineare decisamente meno oneroso
rispetto alla risoluzione mediante analisi dinamica modale: a fronte di una combinazione di modi
rilevanti di vibrare si lavora su un solo schema statico risolutivo.
RICHIAMI DI DINAMICA STRUTTURALE
Ing. Vito Antonio Mininni www.scienzalibera.it
56
ESERCITAZIONE GUIDATA N.1
OSCILLATORE SEMPLICE
1 PASSO: INDIVIDUAZIONE DELLA MACROZONA CONNESSA ALLA
PERICOLOSITA SISMICA DEL TERRITORIO
Stralcio del territorio pugliese della mappa di pericolosit sismica del territorio nazionale espressa
in termini di accelerazione massima al suolo con probabilit di eccedenza del 10% in 50 anni
riferita a suoli rigidi (categoria A, punto 3.1 dellallegato 2 allOPCM 3274 come modificato
dallOPCM 3431; punto 3.2.1 del D.M. 14/09/2005) predisposta dallIstituto Nazionale di Geofisica
e Vulcanologia (versione aprile 2004).
Riferimento: Allegato allOPCM del 28 Aprile 2006 n. 3519
Documento di riferimento per gli organi regionali per la classificazione di pericolosit sismica del
proprio territorio.
RICHIAMI DI DINAMICA STRUTTURALE
Ing. Vito Antonio Mininni www.scienzalibera.it
57
Per la Regione Puglia il riferimento normativo contenuto nella Deliberazione della Giunta
Regionale 2 marzo 2004, n. 153: L.R. 20/00 - O.P.C.M. 3274/03 Individuazione delle zone
sismiche del territorio regionale e delle tipologie di edifici ed opere strategici e rilevanti -
Approvazione del programma temporale e delle indicazioni per le verifiche tecniche da effettuarsi
sugli stessi, pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Puglia - n. 33 del 18-3-2004.
I Comuni del territorio pugliese sono classificati come segue:
MACROZONAZIONE DEI COMUNI DELLA REGIONE PUGLIA
(BURP n. 33 del 18/03/04 DGR n. 153 del 2 Marzo 2004: L.R. 20/00)
ZONA 1 ZONA 2 ZONA 3 ZONA 4
Accadia Alberona
Acquaviva delle
Fonti
Acquarica del
Capo
Locorotondo Sava
Anzano di
Puglia
Apricena Adelfia Alberobello Maglie Scorrano
Ascoli Satriano Barletta Altamura Alessano Manduria Secl
Bovino Biccari Andria Alezio Martano
Sogliano
Cavour
Candela
Cagnano
Varano
Bari Alliste Martignano Soleto
Deliceto
Canosa di
Puglia
Binetto Andrano Martina Franca Specchia
Monteleone di
Puglia
Carapelle Bisceglie Aradeo Maruggio Spongano
Panni Carlantino Bitetto Arnesano Matino Squinzano
Rocchetta
Sant'Antonio
Carpino Bitonto Avetrana Melendugno Sternatia
Sant'Agata di
Puglia
Casalnuovo
Monterotaro
Bitritto
Bagnolo del
Salento
Melissano Supersano
Casalvecchio di
Puglia
Capurso Botrugno Melpignano Surano
Castelluccio dei
Sauri
Casamassima Brindisi Mesagne Surbo
Castelluccio
Valmaggiore
Cassano delle
Murge
Calimera Miggiano Taurisano
Castelnuovo
della Daunia
Castellaneta
Campi
Salentina
Minervino di
Lecce
Taviano
Celenza
Valfortore
Cellamare Cannole Mola di Bari Tiggiano
Celle di San
Vito
Corato
Caprarica di
Lecce
Monopoli Torchiarolo
Cerignola Crispiano Carmiano Monteiasi
Torre Santa
Susanna
Chieuti Ginosa Carosino Montemesola Torricella
RICHIAMI DI DINAMICA STRUTTURALE
Ing. Vito Antonio Mininni www.scienzalibera.it
58
Faeto Gioia del Colle Carovigno Monteparano Trepuzzi
Foggia Giovinazzo
Carpignano
Salentino
Monteroni di
Lecce
Trifase
Ischitella
Gravina in
Puglia
Casarano
Montesano
Salentino
Tuglie
Isole Tremiti Grumo Appula
Castellana
Grotte
Morciano di
Leuca
Ugento
Lesina Laterza Castri di Lecce Muro Leccese
Uggiano la
Chiesa
Lucera Massafra
Castrignano de'
Greci
Nard Veglie
Manfredonia Modugno
Castrignano del
Capo
Neviano Vergole
Margherita di
Savoia
Molfetta Castro Nociglia Villa Castelli
Mattinata Mottola Cavallino Novoli Zollino
Minervino
Murge
Noci
Ceglie
Messapica
Oria
Monte
Sant'Angelo
Noicattaro
Cellino San
Marco
Ortelle
Motta
Montecorvino
Palagianello Cisternino Ostuni
Ordona Palagiano Collepasso Otranto
Orsara di Puglia Palo del Colle Conversano Palmariggi
Orta Nova Poggiorsini Copertino Parabita
Peschici Putignano
Corigliano
d'Otranto
Pat
Pietramonte-
corvino
Rutigliano Corsano Poggiardo
Poggio
Imperiale
Ruvo di Puglia Cursi
Polignano a
Mare
Rignano
Garganico
Sammichele di
Bari
Cutrofiano Porto Cesareo
Rodi Garganico
Sannicandro di
Bari
Diso Presicce
Roseto
Valfortore
Santeramo in
Colle
Erchie Pulsano
San Ferdinando
di Puglia
Statte Faggiano Racale
San Giovanni
Rotondo
Taranto Fasano Roccaforzata
San Marco in
Lamis
Terlizzi Fragagnano Ruffano
RICHIAMI DI DINAMICA STRUTTURALE
Ing. Vito Antonio Mininni www.scienzalibera.it
59
San Marco la
Catola
Toritto
Francavilla
Fontana
Salice Salentino
San Paolo di
Civitate
Trani
Gagliano del
Capo
Salve
San Severo Triggiano Galatina San Cassiano
Sannicandro
Garganico
Turi Galatone
San Cesario di
Lecce
Serracapriola Valenzano Gallipoli San Donaci
Spinazzola
Giuggianello
San Donato di
Lecce
Stornara
Giurdignano
San Giorgio
Ionico
Stornarella
Grottaglie
San Marzano di
San Giuseppe
Torremaggiore
Guagnano
San Michele
Salentino
Trinitapoli
Latiano
San Pancrazio
Salentino
Troia
Lecce
San Pietro in
Lama
Vico del
Gargano
Leporano
San Pietro
Vernotico
Vieste
Lequile
San Vito dei
Normanni
Volturara
Appula
Leverano Sanarica
Volturino
Lizzanello Sannicola
Zapponeta
Lizzano
Santa Cesarea
Terme
COMUNE SCELTO
(selezionare con una X la pertinente macrozona)
accelerazione di
ancoraggio (a
g
)
ZONA 1 0,35g
ZONA 2 0,25g
ZONA 3 0,15g
ZONA 4 0,05g
RICHIAMI DI DINAMICA STRUTTURALE
Ing. Vito Antonio Mininni www.scienzalibera.it
60
2 PASSO: DETERMINAZIONE DEI CARATTERI STRATIGRAFICI
LOCALI DEL SUOLO DI FONDAZIONE (MICROZONAZIONE)
Riferimento: punto 3.1 dellallegato 2 allOPCM 3274 come modificato dallOPCM 3431; punto
3.2.1 del D.M. 14/09/2005.
CATEGORIA
SUOLO DI
FONDAZIONE
DESCRIZIONE
VALORI DEI
PARAMETRI PER LA
CLASSIFICAZIONE
S
E
L
E
Z
I
O
N
E
A
Formazioni litoidi o suoli omogenei molto
rigidi
V
S30
>800 m/s
B
Depositi di sabbie o ghiaie molto addensate
o argille molto consistenti
360<V
S30
<800 m/s
o N
SPT
>50
o c
u
>250 kPa
C
Depositi di sabbie e ghiaie mediamente
addensate, o di argille di media consistenza
180<V
S30
<360 m/s
o 15<N
SPT
<50
o 70<c
u
>250 kPa
X
D
Depositi di terreni granulari da sciolti a
poco addensati oppure coesivi da poco a
mediamente consistenti
V
S30
<180 m/s
o N
SPT
<15
o c
u
>70 kPa
E
Profili di terreno costituiti da stati
superficiali alluvionali
con valori di V
S30
simili a quelli dei tipi
C o D e spessore
compreso tra 5 e 20 m,
giacenti su un
substrato di materiale
pi rigido con
V
S30
>800 m/s
S1
Depositi costituiti da, o che includono, uno
strato spesso almeno 10 m di argille/limi di
bassa consistenza, con elevato indice di
plasticit e contenuto di acqua
S2
Depositi di terreni soggetti a liquefazione, di
argille sensitive, o qualsiasi altra categoria
di terreno non classificabile nei tipi
precedenti
per tali profili strati-
grafici sono necessari
studi speciali per la
definizione delle azio-
ni sismiche
V
S30
la velocit media di propagazione entro 30 m di profondit delle onde di taglio;
N
SPT
la resistenza penetrometrica media (per suoli prevalentemente sabbiosi);
c
u
la coesione media non drenata (per suoli prevalentemente coesivi).
Nello svolgimento dellesercitazione si ritiene di disporre di un suolo di fondazione di categoria C.
RICHIAMI DI DINAMICA STRUTTURALE
Ing. Vito Antonio Mininni www.scienzalibera.it
61
3 PASSO: VISUALIZZAZIONE DELLO SPETTRO DI RISPOSTA
ELASTICO NORMALIZZATO DELLA COMPONENTE ORIZZONTALE
DELLACCELERAZIONE SISMICA
Riferimento: punto 3.2.3 dellallegato 2 allOPCM 3274 come modificato dallOPCM 3431; punto
3.2.2 del D.M. 14/09/2005.
B
T T 0 <
( )
( )
1
]
1
+ 1 5 , 2
T
T
1 S
a
T S
B g
e
C B
T T T <
( )
S 5 , 2
a
T S
g
e
D C
T T T <
( )
,
_
T
T
S 5 , 2
a
T S
C
g
e
s 4 T T
D
<
( )
,
_
2
D C
g
e
T
T T
S 5 , 2
a
T S
CATEGORIA
SUOLO
S T
B
(s)
T
C
(s) T
D
(s)
A 1,0 0,15 0,40 2,0
B,C,E 1,25 0,15 0,50 2,0
D 1,35 0,20 0,80 2,0
Lo spettro di risposta elastico normalizzato della componente orizzontale della massima
accelerazione su suolo di categoria C dunque
COMPONENTE ORIZZONTALE
0,0
0,5
1,0
1,5
2,0
2,5
3,0
3,5
0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 3,5 4,0
T(s)
S
e
(T)/a
g
RICHIAMI DI DINAMICA STRUTTURALE
Ing. Vito Antonio Mininni www.scienzalibera.it
62
4 PASSO: DEFINIZIONE DELLE CARATTERISTICHE GEOMETRICHE E
MECCANICHE (RIGIDEZZE E MASSE) CHE QUALIFICANO LA
STRUTTURA AD UN GRADO DI LIBERTA DI RIFERIMENTO E
VALUTAZIONE DEL PERIODO NATURALE
Esemplificando ci si pu riferire ad un telaio stralciato da una struttura monoplano:
Struttura monoplano di riferimento
Telaio stralciato caratterizzato da:
interasse 6m;
altezza 4m;
due campate di luce pari a 5m e 3m;
carico distribuito pari a 1.200 daN/ m
2
, cui corrisponde un carico totale pari a
1.200 x 6 x 8 = 57.600 daN, ed un carico distribuito longitudinale pari a
1.200 x 6 = 7.200 daN/ml
RICHIAMI DI DINAMICA STRUTTURALE
Ing. Vito Antonio Mininni www.scienzalibera.it
63
Nel seguito si far riferimento alle seguenti due soluzioni strutturali nettamente differenti tra loro e
rappresentanti due situazioni limite al fine di cogliere lordine di grandezza delle azioni sismiche:
da questo punto in poi esse saranno sempre posizionate sulla colonna sinistra e sulla colonna destra
del foglio di lavoro.
La prima soluzione strutturale caratterizzata
da pilastri in c.a. 30x30 e traverso dotato di
rigidezza flessionale trascurabile rispetto a
quella dei ritti.
Tale soluzione verr detta a mensola in
quanto il funzionamento dei ritti, sotto azioni
orizzontali sismiche di piano, ricalca il
classico funzionamento delle mensole.
La seconda soluzione strutturale
caratterizzata da pilastri in c.a. 30x30 e
traverso dotato di rigidezza flessionale
notevolmente maggiore rispetto a quella dei
ritti.
Tale soluzione verr detta shear type in
quanto il funzionamento dei ritti, sotto azioni
orizzontali sismiche, approssima il
funzionamento dei sistemi noti appunto come
shear type.
Entrambe le soluzioni saranno caratterizzate, come detto, dalla seguente distribuzione di massa:
RICHIAMI DI DINAMICA STRUTTURALE
Ing. Vito Antonio Mininni www.scienzalibera.it
64
Per quanto riguarda la valutazione delle rigidezze, sar sufficiente osservare quanto segue
La rigidezza tangenziale alla traslazione del
singolo pilastro pari a
cm
daN
859 , 981
400 12
30 000 . 310 3
H
EJ 3
3
4
3
m
N
859 . 981 .
Ritenendo, come plausibile, il traverso
rigido estensionalmente, la rigidezza k totale
sar pari alla somma delle rigidezze dei 3
pilastri in serie
m
N
577 . 945 . 2 859 . 981 3 k
La rigidezza tangenziale alla traslazione del
singolo traverso pari a
cm
daN
436 , 923 . 3
400 12
30 000 . 310 12
H
EJ 12
3
4
3
m
N
436 . 927 . 3 .
Ritenendo, come plausibile, il traverso
rigido estensionalmente, la rigidezza k totale
sar pari alla somma delle rigidezze dei 3
pilastri in serie
m
N
308 . 782 . 11 436 . 927 . 3 3 k
Ricordando che il periodo naturale degli oscillatori semplici pari a
k
M
2 T
per le due soluzioni in analisi avremo
s 88 , 0
577 . 945 . 2
600 . 57
2 T
1
s 44 , 0
308 . 782 . 11
600 . 57
2 T
2
che rappresentano, nellambito delle vibrazioni libere, il tempo necessario per compiere una
oscillazione completa intorno alla posizione di equilibrio statico.
RICHIAMI DI DINAMICA STRUTTURALE
Ing. Vito Antonio Mininni www.scienzalibera.it
65
5 PASSO: DETERMINAZIONE DELLA MASSIMA ACCELERAZIONE
SISMICA ORIZZONTALE E DELLA MASSIMA FORZA STATICIZZATA
NELLAMBITO DELLA MODELLAZIONE ELASTICA
Noti i periodi naturali (4 Passo) e lo spettro di risposta elastico normalizzato della componente
orizzontale (3 Passo), possibile valutare la massima accelerazione sismica orizzontale cui andr
soggetta la massa di piano nellambito di una modellazione elastica
COMPONENTE ORIZZONTALE
0,0
0,5
1,0
1,5
2,0
2,5
3,0
3,5
0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 3,5 4,0
T(s)
Se(T)/ag
Per s 88 , 0 T
1
, si legge un valore spettrale
pari a
78 , 1
a
S
g
e
che significa, selezionare la macrozona del
Comune di appartenenza individuato al
passo 1:
ZONA S
e
(m/s
2
) S
e
/g
1 6,10 0,62
2 4,35 0,44
3 2,61 0,27
4 0,87 0,09
COMPONENTE ORIZZONTALE
0,0
0,5
1,0
1,5
2,0
2,5
3,0
3,5
0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 3,5 4,0
T(s)
Se(T)/ag
Per s 44 , 0 T
1
, si legge un valore spettrale
pari a
13 , 3
a
S
g
e
che significa, selezionare la macrozona del
Comune di appartenenza individuato al
passo 1:
ZONA S
e
(m/s
2
) S
e
/g
1 10,73 1,09
2 7,66 0,78
3 4,6 0,47
4 1,53 0,16
Si possono dunque completare i seguenti schemi pertinenti le massime accelerazioni delle masse in
oscillazione
RICHIAMI DI DINAMICA STRUTTURALE
Ing. Vito Antonio Mininni www.scienzalibera.it
66
e le massime forze orizzontali staticizzate nellambito di una modellazione perfettamente elastica,
simulanti lazione del sisma sulla struttura, espresse, in maniera fisicamente rilevante, come
frazione del carico gravitazionale totale agente sulla struttura
La massima forza orizzontale sismica varia
tra un massimo pari a circa il 60% di P in
zona 1 e circa il 10% di P in zona 4, essendo
P il carico gravitazionale totale.
La massima forza orizzontale sismica varia
tra un massimo pari a circa il 110% di P in
zona 1 e circa il 16% di P in zona 4, essendo
P il carico gravitazionale totale.
RICHIAMI DI DINAMICA STRUTTURALE
Ing. Vito Antonio Mininni www.scienzalibera.it
67
6 PASSO: DETERMINAZIONE DEL FATTORE DI STRUTTURA q E
DEGLI SPETTRI DI PROGETTO ALLO STATO LIMITE ULTIMO E DI
DANNO DELLA COMPONENTE ORIZZONTALE DELLA MASSIMA
ACCELERAZIONE SISMICA
Riferimento per s.l.u.: punto 3.2.5 dellallegato 2 allOPCM 3274 come modificato dallOPCM
3431; punto 3.2.2 del D.M. 14/09/2005.
B
T T 0 <
( )
1
]
1
,
_
+ 1
q
5 , 2
T
T
1 S
a
T S
B g
d
C B
T T T <
( )
q
S 5 , 2
a
T S
g
d
D C
T T T <
( )
,
_
T
T
q
S 5 , 2
a
T S
C
g
d
s 4 T T
D
<
( )
,
_
2
D C
g
d
T
T T
q
S 5 , 2
a
T S
CATEGORIA
SUOLO
S T
B
(s)
T
C
(s) T
D
(s)
A 1,0 0,15 0,40 2,0
B,C,E 1,25 0,15 0,50 2,0
D 1,35 0,20 0,80 2,0
Per le strutture a telaio in c.a. monopiano, un valore plausibile per il fattore di struttura
(considerando le caratteristiche di duttilit e regolarit)
4 , 3 q
(Rif.: punto 5.3.2 dellallegato 2 allOPCM 3274 come modificato dallOPCM 3431)
Lo spettro di progetto normalizzato allo s.l.u. della componente orizzontale della massima
accelerazione sismica, su suolo di categoria C e per fattore di struttura 3,4 pertanto
COMPONENTE ORIZZONTALE S.L.U.
0,0
0,2
0,4
0,6
0,8
1,0
1,2
1,4
0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 3,5 4,0
T(s)
S
d
(T)/a
g
RICHIAMI DI DINAMICA STRUTTURALE
Ing. Vito Antonio Mininni www.scienzalibera.it
68
Riferimento per s.l.d.: punto 3.2.6 dellallegato 2 allOPCM 3274 come modificato dallOPCM
3431; punto 3.2.2 del D.M. 14/09/2005.
Lo spettro di progetto da adottare per la limitazione dei danni ottenuto riducendo lo spettro di
risposta elastico secondo un fattore pari a 2,5.
Pertanto, lo spettro di progetto normalizzato allo s.l.d. della componente orizzontale della massima
accelerazione sismica, su suolo di categoria C
COMPONENTE ORIZZONTALE S.L.D.
0,0
0,2
0,4
0,6
0,8
1,0
1,2
1,4
0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 3,5 4,0
T(s)
S
d,D
(T)/a
g
RICHIAMI DI DINAMICA STRUTTURALE
Ing. Vito Antonio Mininni www.scienzalibera.it
69
7 PASSO: DETERMINAZIONE DELLA MASSIMA ACCELERAZIONE
SISMICA ORIZZONTALE E DELLA MASSIMA FORZA STATICIZZATA
DI PROGETTO ALLO S.L.U. ED ALLO S.L.D.
Noti i periodi naturali (4 Passo) e lo spettro di progetto normalizzato della componente orizzontale
(6 Passo), possibile valutare i valori massimi progettuali allo s.l.u. dellaccelerazione sismica
orizzontale cui andr soggetta la massa di piano
COMPONENTE ORIZZONTALE S.L.U.
0,0
0,2
0,4
0,6
0,8
1,0
1,2
1,4
0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 3,5 4,0
T(s)
Sd(T)/ag
Per s 88 , 0 T
1
, si legge un valore spettrale
pari a
52 , 0
a
S
g
d
che significa, selezionare la macrozona del
Comune di appartenenza individuato al
passo 1:
ZONA S
d
(m/s
2
) S
d
/g
1 1,79 0,18
2 1,28 0,13
3 0,77 0,08
4 0,26 0,03
COMPONENTE ORIZZONTALE S.L.U.
0,0
0,2
0,4
0,6
0,8
1,0
1,2
1,4
0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 3,5 4,0
T(s)
Sd(T)/ag
Per s 44 , 0 T
1
, si legge un valore spettrale
pari a
92 , 0
a
S
g
d
che significa, selezionare la macrozona del
Comune di appartenenza individuato al
passo 1:
ZONA S
d
(m/s
2
) S
d
/g
1 3,16 0,32
2 2,25 0,23
3 1,35 0,14
4 0,45 0,05
Si possono dunque completare i seguenti schemi pertinenti le massime accelerazioni orizzontali di
progetto delle masse in oscillazione allo s.l.u.
RICHIAMI DI DINAMICA STRUTTURALE
Ing. Vito Antonio Mininni www.scienzalibera.it
70
e le massime forze orizzontali staticizzate di progetto allo s.l.u., simulanti lazione del sisma sulla
struttura, espresse, in maniera fisicamente rilevante, come frazione del carico gravitazionale totale
agente sulla struttura
La massima forza orizzontale sismica di
progetto allo s.l.u. varia tra un massimo pari
a circa il 18% di P in zona 1 e circa il 3% di
P in zona 4, essendo P il carico
gravitazionale totale.
La massima forza orizzontale sismica di
progetto allo s.l.u. varia tra un massimo pari
a circa il 32% di P in zona 1 e circa il 5% di
P in zona 4, essendo P il carico
gravitazionale totale.
RICHIAMI DI DINAMICA STRUTTURALE
Ing. Vito Antonio Mininni www.scienzalibera.it
71
In maniera perfettamente analoga, noti i periodi naturali (4 Passo) e lo spettro di progetto
normalizzato della componente orizzontale (6 Passo), possibile valutare i valori massimi
progettuali allo s.l.d. dellaccelerazione sismica orizzont ale cui andr soggetta la massa di piano
COMPONENTE ORIZZON TALE S.L.D.
0,0
0,2
0,4
0,6
0,8
1,0
1,2
1,4
0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 3,5 4,0
T(s)
Sd,D(T)/ag
Per s 88 , 0 T
1
, si legge un valore spettrale
pari a
71 , 0
a
S
g
D , d
che significa, selezionare la macrozona del
Comune di appartenenza individuato al
passo 1:
ZONA
S
d,D
(m/s
2
)
S
d,D
/g
1 2,44 0,25
2 1,74 0,18
3 1,05 0,11
4 0,35 0,04
COMPONENTE ORIZZON TALE S.L.D.
0,0
0,2
0,4
0,6
0,8
1,0
1,2
1,4
0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 3,5 4,0
T(s)
Sd,D(T)/ag
Per s 44 , 0 T
1
, si legge un valore spettrale
pari a
25 , 1
a
S
g
D , d
che significa, selezionare la macrozona del
Comune di appartenenza individuato al
passo 1:
ZONA
S
d,D
(m/s
2
)
S
d,D
/g
1 4,29 0,44
2 3,07 0,31
3 1,84 0,19
4 0,61 0,06
Si possono dunque completare i seguenti schemi pertinenti le massime accelerazioni orizzontali di
progetto delle masse in oscillazione allo s.l.d.
RICHIAMI DI DINAMICA STRUTTURALE
Ing. Vito Antonio Mininni www.scienzalibera.it
72
e le massime forze orizzontali staticizzate di progetto allo s.l.d., simulanti lazione del sisma sulla
struttura, espresse, in maniera fisicamente rilevante, come frazione del carico gravitazionale totale
agente sulla struttura
La massima forza orizzontale sismica di
progetto allo s.l.d. varia tra un massimo pari
a circa il 25% di P in zona 1 e circa il 4% di
P in zona 4, essendo P il carico
gravitazionale totale.
La massima forza orizzontale sismica di
progetto allo s.l.d. varia tra un massimo pari
a circa il 44% di P in zona 1 e circa il 6% di
P in zona 4, essendo P il carico
gravitazionale totale.
RICHIAMI DI DINAMICA STRUTTURALE
Ing. Vito Antonio Mininni www.scienzalibera.it
73
ESERCITAZIONE GUIDATA N.2
STRUTTURA A DUE GRADI DI LIBERTA
1 PASSO: INDIVIDUAZIONE DELLA MACROZONA CONNESSA ALLA
PERICOLOSITA SISMICA DEL TERRITORIO
Stralcio del territorio pugliese della mappa di pericolosit sismica del territorio nazionale espressa
in termini di accelerazione massima al suolo con probabilit di eccedenza del 10% in 50 anni
riferita a suoli rigidi (categoria A, punto 3.1 dellallegato 2 allOPCM 3274 come modificato
dallOPCM 3431; punto 3.2.1 del D.M. 14/09/2005) predisposta dallIstituto Nazionale di Geofisica
e Vulcanologia (versione aprile 2004).
Riferimento: Allegato allOPCM del 28 Aprile 2006 n. 3519
Documento di riferimento per gli organi regionali per la classificazione di pericolosit sismica del
proprio territorio.
RICHIAMI DI DINAMICA STRUTTURALE
Ing. Vito Antonio Mininni www.scienzalibera.it
74
Per la Regione Puglia il riferimento normativo contenuto nella Deliberazione della Giunta
Regionale 2 marzo 2004, n. 153: L.R. 20/00 - O.P.C.M. 3274/03 Individuazione delle zone
sismiche del territorio regionale e delle tipologie di edifici ed opere strategici e rilevanti -
Approvazione del programma temporale e delle indicazioni per le verifiche tecniche da effettuarsi
sugli stessi, pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Puglia - n. 33 del 18-3-2004.
I Comuni del territorio pugliese sono classificati come segue:
MACROZONAZIONE DEI COMUNI DELLA REGIONE PUGLIA
(BURP n. 33 del 18/03/04 DGR n. 153 del 2 Marzo 2004: L.R. 20/00)
ZONA 1 ZONA 2 ZONA 3 ZONA 4
Accadia Alberona
Acquaviva delle
Fonti
Acquarica del
Capo
Locorotondo Sava
Anzano di
Puglia
Apricena Adelfia Alberobello Maglie Scorrano
Ascoli Satriano Barletta Altamura Alessano Manduria Secl
Bovino Biccari Andria Alezio Martano
Sogliano
Cavour
Candela
Cagnano
Varano
Bari Alliste Martignano Soleto
Deliceto
Canosa di
Puglia
Binetto Andrano Martina Franca Specchia
Monteleone di
Puglia
Carapelle Bisceglie Aradeo Maruggio Spongano
Panni Carlantino Bitetto Arnesano Matino Squinzano
Rocchetta
Sant'Antonio
Carpino Bitonto Avetrana Melendugno Sternatia
Sant'Agata di
Puglia
Casalnuovo
Monterotaro
Bitritto
Bagnolo del
Salento
Melissano Supersano
Casalvecchio di
Puglia
Capurso Botrugno Melpignano Surano
Castelluccio dei
Sauri
Casamassima Brindisi Mesagne Surbo
Castelluccio
Valmaggiore
Cassano delle
Murge
Calimera Miggiano Taurisano
Castelnuovo
della Daunia
Castellaneta
Campi
Salentina
Minervino di
Lecce
Taviano
Celenza
Valfortore
Cellamare Cannole Mola di Bari Tiggiano
Celle di San
Vito
Corato
Caprarica di
Lecce
Monopoli Torchiarolo
Cerignola Crispiano Carmiano Monteiasi
Torre Santa
Susanna
Chieuti Ginosa Carosino Montemesola Torricella
RICHIAMI DI DINAMICA STRUTTURALE
Ing. Vito Antonio Mininni www.scienzalibera.it
75
Faeto Gioia del Colle Carovigno Monteparano Trepuzzi
Foggia Giovinazzo
Carpignano
Salentino
Monteroni di
Lecce
Tricase
Ischitella
Gravina in
Puglia
Casarano
Montesano
Salentino
Tuglie
Isole Tremiti Grumo Appula
Castellana
Grotte
Morciano di
Leuca
Ugento
Lesina Laterza Castri di Lecce Muro Leccese
Uggiano la
Chiesa
Lucera Massafra
Castrignano de'
Greci
Nard Veglie
Manfredonia Modugno
Castrignano del
Capo
Neviano Vernole
Margherita di
Savoia
Molfetta Castro Nociglia Villa Castelli
Mattinata Mottola Cavallino Novoli Zollino
Minervino
Murge
Noci
Ceglie
Messapica
Oria
Monte
Sant'Angelo
Noicattaro
Cellino San
Marco
Ortelle
Motta
Montecorvino
Palagianello Cisternino Ostuni
Ordona Palagiano Collepasso Otranto
Orsara di Puglia Palo del Colle Conversano Palmariggi
Orta Nova Poggiorsini Copertino Parabita
Peschici Putignano
Corigliano
d'Otranto
Pat
Pietramonte-
corvino
Rutigliano Corsano Poggiardo
Poggio
Imperiale
Ruvo di Puglia Cursi
Polignano a
Mare
Rignano
Garganico
Sammichele di
Bari
Cutrofiano Porto Cesareo
Rodi Garganico
Sannicandro di
Bari
Diso Presicce
Roseto
Valfortore
Santeramo in
Colle
Erchie Pulsano
San Ferdinando
di Puglia
Statte Faggiano Racale
San Giovanni
Rotondo
Taranto Fasano Roccaforzata
San Marco in
Lamis
Terlizzi Fragagnano Ruffano
RICHIAMI DI DINAMICA STRUTTURALE
Ing. Vito Antonio Mininni www.scienzalibera.it
76
San Marco la
Catola
Toritto
Francavilla
Fontana
Salice Salentino
San Paolo di
Civitate
Trani
Gagliano del
Capo
Salve
San Severo Triggiano Galatina San Cassiano
Sannicandro
Garganico
Turi Galatone
San Cesario di
Lecce
Serracapriola Valenzano Gallipoli San Donaci
Spinazzola
Giuggianello
San Donato di
Lecce
Stornara
Giurdignano
San Giorgio
Ionico
Stornarella
Grottaglie
San Marzano di
San Giuseppe
Torremaggiore
Guagnano
San Michele
Salentino
Trinitapoli
Latiano
San Pancrazio
Salentino
Troia
Lecce
San Pietro in
Lama
Vico del
Gargano
Leporano
San Pietro
Vernotico
Vieste
Lequile
San Vito dei
Normanni
Volturara
Appula
Leverano Sanarica
Volturino
Lizzanello Sannicola
Zapponeta
Lizzano
Santa Cesarea
Terme
COMUNE SCELTO
(selezionare con una X la pertinente macrozona)
accelerazione di
ancoraggio (a
g
)
ZONA 1 0,35g
ZONA 2 0,25g
ZONA 3 0,15g
ZONA 4 0,05g
RICHIAMI DI DINAMICA STRUTTURALE
Ing. Vito Antonio Mininni www.scienzalibera.it
77
2 PASSO: DETERMINAZIONE DEI CARATTERI STRATIGRAFICI
LOCALI DEL SUOLO DI FONDAZIONE (MICROZONAZIONE)
Riferimento: punto 3.1 dellallegato 2 allOPCM 3274 come modificato dallOPCM 3431; punto
3.2.1 del D.M. 14/09/2005.
CATEGORIA
SUOLO DI
FONDAZIONE
DESCRIZIONE
VALORI DEI
PARAMETRI PER LA
CLASSIFICAZIONE
S
E
L
E
Z
I
O
N
E
A
Formazioni litoidi o suoli omogenei molto
rigidi
V
S30
>800 m/s
B
Depositi di sabbie o ghiaie molto addensate
o argille molto consistenti
360<V
S30
<800 m/s
o N
SPT
>50
o c
u
>250 kPa
C
Depositi di sabbie e ghiaie mediamente
addensate, o di argille di media consistenza
180<V
S30
<360 m/s
o 15<N
SPT
<50
o 70<c
u
>250 kPa
X
D
Depositi di terreni granulari da sciolti a
poco addensati oppure coesivi da poco a
mediamente consistenti
V
S30
<180 m/s
o N
SPT
<15
o c
u
>70 kPa
E
Profili di terreno costituiti da stati
superficiali alluvionali
con valori di V
S30
simili a quelli dei tipi
C o D e spessore
compreso tra 5 e 20 m,
giacenti su un
substrato di materiale
pi rigido con
V
S30
>800 m/s
S1
Depositi costituiti da, o che includono, uno
strato spesso almeno 10 m di argille/limi di
bassa consistenza, con elevato indice di
plasticit e contenuto di acqua
S2
Depositi di terreni soggetti a liquefazione, di
argille sensitive, o qualsiasi altra categoria
di terreno non classificabile nei tipi
precedenti
per tali profili strati-
grafici sono necessari
studi speciali per la
definizione delle azio-
ni sismiche
V
S30
la velocit media di propagazione entro 30 m di profondit delle onde di taglio;
N
SPT
la resistenza penetrometrica media (per suoli prevalentemente sabbiosi);
c
u
la coesione media non drenata (per suoli prevalentemente coesivi).
Nello svolgimento dellesercitazione si ritiene di disporre di un suolo di fondazione di categoria C.
RICHIAMI DI DINAMICA STRUTTURALE
Ing. Vito Antonio Mininni www.scienzalibera.it
78
3 PASSO: VISUALIZZAZIONE DELLO SPETTRO DI RISPOSTA
ELASTICO NORMALIZZATO DELLA COMPONENTE ORIZZONTALE
DELLACCELERAZIONE SISMICA
Riferimento: punto 3.2.3 dellallegato 2 allOPCM 3274 come modificato dallOPCM 3431; punto
3.2.2 del D.M. 14/09/2005.
B
T T 0 <
( )
( )
1
]
1
+ 1 5 , 2
T
T
1 S
a
T S
B g
e
C B
T T T <
( )
S 5 , 2
a
T S
g
e
D C
T T T <
( )
,
_
T
T
S 5 , 2
a
T S
C
g
e
s 4 T T
D
<
( )
,
_
2
D C
g
e
T
T T
S 5 , 2
a
T S
CATEGORIA
SUOLO
S T
B
(s)
T
C
(s) T
D
(s)
A 1,0 0,15 0,40 2,0
B,C,E 1,25 0,15 0,50 2,0
D 1,35 0,20 0,80 2,0
Lo spettro di risposta elastico normalizzato della componente orizzontale della massima
accelerazione su suolo di categoria C dunque
COMPONENTE ORIZZONTALE
0,0
0,5
1,0
1,5
2,0
2,5
3,0
3,5
0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 3,5 4,0
T(s)
S
e
(T)/a
g
RICHIAMI DI DINAMICA STRUTTURALE
Ing. Vito Antonio Mininni www.scienzalibera.it
79
4 PASSO: DEFINIZIONE DELLE CARATTERISTICHE GEOMETRICHE E
MECCANICHE (RIGIDEZZE E MASSE) CHE QUALIFICANO LA
STRUTTURA A DUE GRADI DI LIBERTA DI RIFERIMENTO E
VALUTAZIONE DEI PERIODI E RELATIVI MODI PRINCIPALI DI
VIBRARE
Esemplificando ci si pu riferire ad un telaio stralciato da una struttura a due piani:
Struttura di riferimento
Telaio stralciato caratterizzato da:
RICHIAMI DI DINAMICA STRUTTURALE
Ing. Vito Antonio Mininni www.scienzalibera.it
80
interasse 6m;
altezze di piano 4m;
due campate di luce pari a 5m e 3m;
carico distribuito su ciascun piano pari a 1.200 daN/ m
2
, cui corrisponde un carico totale pari
a
1.200 x 6 x 8 = 57.600 daN, ed un carico distribuito longitudinale pari a
1.200 x 6 = 7.200 daN/ml
per ogni traverso
Nel seguito si far riferimento alle seguenti due soluzioni strutturali nettamente differenti tra loro e
rappresentanti due situazioni limite al fine di cogliere lordine di grandezza delle azioni sismiche:
da questo punto in poi esse saranno sempre posizionate sulla colonna sinistra e sulla colonna destra
del foglio di lavoro.
La prima soluzione strutturale caratterizzata
da pilastri in c.a. 30x30 e traversi dotati di
rigidezza flessionale trascurabile rispetto a
quella dei ritti.
Tale soluzione verr detta a mensola in
quanto il funzionamento dei ritti, sotto azioni
orizzontali sismiche di piano, ricalca il
classico funzionamento delle mensole.
La seconda soluzione strutturale
caratterizzata da pilastri in c.a. 30x30 e
traversi dotati di rigidezza flessionale
notevolmente maggiore rispetto a quella dei
ritti.
Tale soluzione verr detta shear type in
quanto il funzionamento dei ritti, sotto azioni
orizzontali sismiche, approssima il
funzionamento dei sistemi noti appunto come
shear type.
RICHIAMI DI DINAMICA STRUTTURALE
Ing. Vito Antonio Mininni www.scienzalibera.it
81
Entrambe le soluzioni saranno caratterizzate, come detto, dalla seguente distribuzione di massa:
Disponendo di un sistema di calcolo automatico che valuta la matrice di rigidezza delle strutture
piane a 2 gradi di libert sopra indicate e risolve il problema agli autovalori e autovettori retto
dallequazione caratteri stica delle frequenze
[ ] [ ] [ ] 0 M K det
2
si determinano i periodi principali ed i pertinenti modi principali (Cap. 4).
Nel caso in esame, mediante lutilizzo di SISMISTRU A.E. (analizzatore elastico) possibile
constatare quanto segue
PRIMO MODO DI VIBRARE:
RAPPORTO DI PROPORZIONALITA TRA GLI
SPOSTAMENTI DI PIANO
s 63 , 2 T
1
'
'
003967583 , 0
001272554 , 0
a
a
1
2
1
1
Il primo periodo principale rappresenta il
tempo necessario per compiere una
PRIMO MODO DI VIBRARE:
RAPPORTO DI PROPORZIONALITA TRA GLI
SPOSTAMENTI DI PIANO
s 73 , 0 T
1
'
'
003549775 , 0
002181789 , 0
a
a
1
2
1
1
Il primo periodo principale rappresenta il
tempo necessario per compiere una
RICHIAMI DI DINAMICA STRUTTURALE
Ing. Vito Antonio Mininni www.scienzalibera.it
82
oscillazione completa intorno alla posizione
di equilibrio, lautovettore normalizzato
consente di determinare il rapporto di
proporzionalit tra gli spostamenti a livello
di ciascun impalcato.
83 , 301 a M a M g
1
2 2
1
1 1 1
+
il primo fattore di partecipazione modale,
103 . 91 g
2
1
daN
la prima massa partecipante, che
corrisponde a circa il 79% del totale.
SECONDO MODO DI VIBRARE:
RAPPORTO DI PROPORZIONALITA TRA GLI
SPOSTAMENTI DI PIANO
s 40 , 0 T
2
'
'
001272563 , 0
00396758 , 0
a
a
2
2
2
1
Il secondo periodo principale rappresenta il
tempo necessario per compiere una
oscillazione completa intorno alla posizione
di equilibrio, lautovettore normalizzato
consente di determinare il rapporto di
proporzionalit tra gli spostamenti a livello
di ciascun impalcato.
23 , 155 a M a M g
2
2 2
2
1 1 2
+
il secondo fattore di partecipazione
modale,
097 . 24 g
2
2
daN
la seconda massa partecipante, che
corrisponde a circa il 21% del totale.
oscillazione completa intorno alla posizione
di equilibrio, lautovettore normalizzato
consente di determinare il rapporto di
proporzionalit tra gli spostamenti a livello
di ciascun impalcato.
14 , 330 a M a M g
1
2 2
1
1 1 1
+
il primo fattore di partecipazione modale,
990 . 108 g
2
1
daN
la prima massa partecipante, che
corrisponde a circa il 94% del totale.
SECONDO MODO DI VIBRARE:
RAPPORTO DI PROPORZIONALITA TRA GLI
SPOSTAMENTI DI PIANO
s 28 , 0 T
2
'
'
002181581 , 0
003549903 , 0
a
a
2
2
2
1
Il secondo periodo principale rappresenta il
tempo necessario per compiere una
oscillazione completa intorno alla posizione
di equilibrio, lautovettore normalizzato
consente di determinare il rapporto di
proporzionalit tra gli spostamenti a livello
di ciascun impalcato.
81 , 78 a M a M g
2
2 2
2
1 1 2
+
il secondo fattore di partecipazione
modale,
210 . 6 g
2
2
daN
la seconda massa partecipante, che
corrisponde a circa il 6% del totale.
RICHIAMI DI DINAMICA STRUTTURALE
Ing. Vito Antonio Mininni www.scienzalibera.it
83
5 PASSO: DETERMINAZIONE DEL FATTORE DI STRUTTURA q E
DEGLI SPETTRI DI PROGETTO ALLO STATO LIMITE ULTIMO E DI
DANNO DELLA COMPONENTE ORIZZONTALE DELLA MASSIMA
ACCELERAZIONE SISMICA
Riferimento per s.l.u.: punto 3.2.5 dellallegato 2 allOPCM 3274 come modificato dallOPCM
3431; punto 3.2.2 del D.M. 14/09/2005.
B
T T 0 <
( )
1
]
1
,
_
+ 1
q
5 , 2
T
T
1 S
a
T S
B g
d
C B
T T T <
( )
q
S 5 , 2
a
T S
g
d
D C
T T T <
( )
,
_
T
T
q
S 5 , 2
a
T S
C
g
d
s 4 T T
D
<
( )
,
_
2
D C
g
d
T
T T
q
S 5 , 2
a
T S
CATEGORIA
SUOLO
S T
B
(s)
T
C
(s) T
D
(s)
A 1,0 0,15 0,40 2,0
B,C,E 1,25 0,15 0,50 2,0
D 1,35 0,20 0,80 2,0
Per le strutture a telaio in c.a. con pi piani e pi campate, un valore plausibile per il fattore di
struttura (considerando le caratteristiche di duttilit e regolarit)
1 , 4 q
(Rif.: punto 5.3.2 dellallegato 2 allOPCM 3274 come modificato dallOPCM 3431)
Lo spettro di progetto normalizzato allo s.l.u. della componente orizzontale della massima
accelerazione sismica, su suolo di categoria C e per fattore di struttura 4,1 pertanto
COMPONENTE ORIZZONTALE S.L.U.
0,0
0,2
0,4
0,6
0,8
1,0
1,2
1,4
0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 3,5 4,0
T(s)
S
d
(T)/a
g
RICHIAMI DI DINAMICA STRUTTURALE
Ing. Vito Antonio Mininni www.scienzalibera.it
84
Riferimento per s.l.d.: punto 3.2.6 dellallegato 2 allOPCM 3274 come modificato dallOPCM
3431; punto 3.2.2 del D.M. 14/09/2005.
Lo spettro di progetto da adottare per la limitazione dei danni ottenuto riducendo lo spettro di
risposta elastico secondo un fattore pari a 2,5.
Pertanto, lo spettro di progetto normalizzato allo s.l.d. della componente orizzontale della massima
accelerazione sismica, su suolo di categoria C
COMPONENTE ORIZZONTALE S.L.D.
0,0
0,2
0,4
0,6
0,8
1,0
1,2
1,4
0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 3,5 4,0
T(s)
S
d,D
(T)/a
g
RICHIAMI DI DINAMICA STRUTTURALE
Ing. Vito Antonio Mininni www.scienzalibera.it
85
6 PASSO: DETERMINAZIONE DELLE MASSIME FORZE
STATICIZZATE DI PROGETTO ASSOCIATE A CIASCUN MODO ALLO
S.L.U. ED ALLO S.L.D.
Noti periodi principali, modi principali, fattori di partecipazione modale (4 Passo) e lo spettro di
progetto normalizzato della componente orizzontale (5 Passo), possibile valutare i valori massimi
progettuali allo s.l.u., per ogni modo principale, delle forze orizzontali staticizzate di piano,
simulanti lazione del sisma sulla struttura, espresse, in maniera fisicamente rilevante, come
frazione del carico gravitazionale totale agente sul singolo traverso:
PRIMO MODO PRINCIPALE
COMPONENTE ORIZZONTALE S.L.U.
0,0
0,2
0,4
0,6
0,8
1,0
1,2
1,4
0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 3,5 4,0
T(s)
Sd(T)/ag
Per
s 63 , 2 T
1
, 83 , 301 g
1
'
'
003967583 , 0
001272554 , 0
a
a
1
2
1
1
, si legge un valore
spettrale pari a
11 , 0
a
S
g
d
(in tal caso dovr adottarsi il minimo
progettuale pari a 0,2)
che significa, selezionare la macrozona del
Comune di appartenenza individuato al
passo 1:
ZONA S
d
(m/s
2
) S
d
/g
1 0,69 0,07
2 0,49 0,05
3 0,29 0,03
4 0,10 0,01
1IMPALCATO
ZONA ) g / S ( g a
d 1
1
1
1 0,027
2 0,019
3 0,011
4 0,003
PRIMO MODO PRINCIPALE
COMPONENTE ORIZZONTALE S.L.U.
0,0
0,2
0,4
0,6
0,8
1,0
1,2
1,4
0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 3,5 4,0
T(s)
Sd(T)/ag
Per
s 73 , 0 T
1
, 14 , 330 g
1
'
'
003549775 , 0
002181789 , 0
a
a
1
2
1
1
, si legge un valore
spettrale pari a
52 , 0
a
S
g
d
che significa, selezionare la macrozona del
Comune di appartenenza individuato al
passo 1:
ZONA S
d
(m/s
2
) S
d
/g
1 1,79 0,18
2 1,28 0,13
3 0,77 0,08
4 0,26 0,03
1IMPALCATO
ZONA ) g / S ( g a
d 1
1
1
1 0,130
2 0,094
3 0,058
4 0,022
RICHIAMI DI DINAMICA STRUTTURALE
Ing. Vito Antonio Mininni www.scienzalibera.it
86
2IMPALCATO
ZONA ) g / S ( g a
d 1
1
2
1 0,084
2 0,060
3 0,036
4 0,012
2IMPALCATO
ZONA ) g / S ( g a
d 1
1
2
1 0,211
2 0,152
3 0,094
4 0,035
Si possono dunque completare i seguenti schemi relativi alle massime forze orizzontali staticizzate
di progetto allo s.l.u., pertinenti il primo modo principale
Per il primo modo, la massima forza
orizzontale sismica di progetto allo s.l.u. al
primo impalcato varia tra un massimo pari a
circa il 2,7% di P in zona 1 e circa il 0,3% di
P in zona 4, mentre, al secondo impalcato
varia tra un massimo pari a circa l8,4% di P
in zona 1 e circa l1,2% di P in zona 4,
essendo P il carico gravitazionale totale
agente sul singolo traverso.
Per il primo modo, la massima forza
orizzontale sismica di progetto allo s.l.u. al
primo impalcato varia tra un massimo pari a
circa il 13% di P in zona 1 e circa il 2,2% di
P in zona 4, mentre, al secondo impalcato
varia tra un massimo pari a circa il 21% di P
in zona 1 e circa il 3,5% di P in zona 4,
essendo P il carico gravitazionale totale
agente sul singolo traverso.
RICHIAMI DI DINAMICA STRUTTURALE
Ing. Vito Antonio Mininni www.scienzalibera.it
87
SECONDO MODO PRINCIPALE
COMPONENTE ORIZZONTALE S.L.U.
0,0
0,2
0,4
0,6
0,8
1,0
1,2
1,4
0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 3,5 4,0
T(s)
Sd(T)/ag
Per
s 40 , 0 T
2
, 23 , 155 g
2
'
'
001272563 , 0
00396758 , 0
a
a
2
2
2
1
,si legge un valore
spettrale pari a
76 , 0
a
S
g
d
che significa, selezionare la macrozona del
Comune di appartenenza individuato al
passo 1:
ZONA S
d
(m/s
2
) S
d
/g
1 2,62 0,27
2 1,87 0,19
3 1,12 0,11
4 0,37 0,04
1IMPALCATO
ZONA ) g / S ( g a
d 2
2
1
1 0,166
2 0,117
3 0,068
4 0,025
2IMPALCATO
ZONA ) g / S ( g a
d 2
2
2
1 -0,053
2 -0,038
3 -0,022
4 -0,008
SECONDO MODO PRINCIPALE
COMPONENTE ORIZZONTALE S.L.U.
0,0
0,2
0,4
0,6
0,8
1,0
1,2
1,4
0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 3,5 4,0
T(s)
Sd(T)/ag
Per
s 28 , 0 T
2
, 81 , 78 g
2
'
'
002181581 , 0
003549903 , 0
a
a
2
2
2
1
,si legge un valore
spettrale pari a
76 , 0
a
S
g
d
che significa, selezionare la macrozona del
Comune di appartenenza individuato al
passo 1:
ZONA S
d
(m/s
2
) S
d
/g
1 2,62 0,27
2 1,87 0,19
3 1,12 0,11
4 0,37 0,04
1IMPALCATO
ZONA ) g / S ( g a
d 2
2
1
1 0,076
2 0,053
3 0,031
4 0,011
2IMPALCATO
ZONA ) g / S ( g a
d 2
2
2
1 -0,046
2 -0,033
3 -0,019
4 -0,007
RICHIAMI DI DINAMICA STRUTTURALE
Ing. Vito Antonio Mininni www.scienzalibera.it
88
Si possono dunque completare i seguenti schemi relativi alle massime forze orizzontali staticizzate
di progetto allo s.l.u., pertinenti il secondo modo principale
Per il secondo modo, la massima forza
orizzontale sismica di progetto allo s.l.u. al
primo impalcato varia tra un massimo pari a
circa il 17% di P in zona 1 e circa il 2,5% di
P in zona 4, mentre, al secondo impalcato
di verso opposto e varia tra un massimo pari
a circa il 5,3% di P in zona 1 e circa il 0,8%
di P in zona 4, essendo P il carico
gravitazionale totale agente sul singolo
traverso.
Per il secondo modo, la massima forza
orizzontale sismica di progetto allo s.l.u. al
primo impalcato varia tra un massimo pari a
circa il 7,6% di P in zona 1 e circa l1,1% di
P in zona 4, mentre, al secondo impalcato
di verso opposto e varia tra un massimo pari
a circa il 4,6% di P in zona 1 e circa il 0,7%
di P in zona 4, essendo P il carico
gravitazionale totale agente sul singolo
traverso.
Gli effetti associati a ciascun contributo modale andranno combinati secondo le modalit indicate al
punto 4.4 (regola del modulo SRSS o combinazione quadratica completa CQC)
RICHIAMI DI DINAMICA STRUTTURALE
Ing. Vito Antonio Mininni www.scienzalibera.it
89
In maniera perfettamente analoga, noti periodi principali, modi principali, fattori di partecipazione
modale (4 Passo) e lo spettro di progetto normalizzato della componente orizzontale (5 Passo),
possibile valutare i valori massimi progettuali allo s.l.d., per ogni modo principale, delle forze
orizzontali staticizzate di piano, simulanti lazione del sisma sulla struttura, espresse, in maniera
fisicamente rilevante, come frazione del carico gravitazionale totale agente sul singolo traverso:
PRIMO MODO PRINCIPALE
COMPONENTE ORIZZONTALE S.L.D.
0,0
0,2
0,4
0,6
0,8
1,0
1,2
1,4
0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 3,5 4,0
T(s)
Sd,D(T)/ag
.
Per
s 63 , 2 T
1
, 83 , 301 g
1
'
'
003967583 , 0
001272554 , 0
a
a
1
2
1
1
, si legge un valore
spettrale pari a
18 , 0
a
S
g
D , d
che significa, selezionare la macrozona del
Comune di appartenenza individuato al
passo 1:
ZONA
S
d,D
(m/s
2
)
S
d,D
/g
1 0,62 0,06
2 0,44 0,05
3 0,27 0,03
4 0,09 0,01
1IMPALCATO
ZONA ) g / S ( g a
D , d 1
1
1
1 0,023
2 0,019
3 0,011
4 0,004
2IMPALCATO
ZONA ) g / S ( g a
D , d 1
1
2
1 0,072
2 0,060
3 0,036
4 0,012
PRIMO MODO PRINCIPALE
COMPONENTE ORIZZONTALE S.L.D.
0,0
0,2
0,4
0,6
0,8
1,0
1,2
1,4
0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 3,5 4,0
T(s)
Sd,D(T)/ag
.
Per
s 73 , 0 T
1
, 14 , 330 g
1
'
'
003549775 , 0
002181789 , 0
a
a
1
2
1
1
, si legge un valore
spettrale pari a
86 , 0
a
S
g
D , d
che significa, selezionare la macrozona del
Comune di appartenenza individuato al
passo 1:
ZONA
S
d,D
(m/s
2
)
S
d,D
/g
1 2,94 0,30
2 2,10 0,21
3 1,26 0,13
4 0,42 0,04
1IMPALCATO
ZONA ) g / S ( g a
D , d 1
1
1
1 0,216
2 0,151
3 0,094
4 0,029
2IMPALCATO
ZONA ) g / S ( g a
D , d 1
1
2
1 0,352
2 0,246
3 0,152
4 0,047
RICHIAMI DI DINAMICA STRUTTURALE
Ing. Vito Antonio Mininni www.scienzalibera.it
90
Si possono dunque completare i seguenti schemi relativi alle massime forze orizzontali staticizzate
di progetto allo s.l.d., pertinenti il primo modo principale
Per il primo modo, la massima forza
orizzontale sismica di progetto allo s.l.d. al
primo impalcato varia tra un massimo pari a
circa il 2,3% di P in zona 1 e circa il 0,4% di
P in zona 4, mentre, al secondo impalcato
varia tra un massimo pari a circa il 7,2% di
P in zona 1 e circa l1,2% di P in zona 4,
essendo P il carico gravitazionale totale
agente sul singolo traverso.
Per il primo modo, la massima forza
orizzontale sismica di progetto allo s.l.d. al
primo impalcato varia tra un massimo pari a
circa il 22% di P in zona 1 e circa il 2,9% di
P in zona 4, mentre, al secondo impalcato
varia tra un massimo pari a circa il 35% di P
in zona 1 e circa il 4,7% di P in zona 4,
essendo P il carico gravitazionale totale
agente sul singolo traverso.
RICHIAMI DI DINAMICA STRUTTURALE
Ing. Vito Antonio Mininni www.scienzalibera.it
91
SECONDO MODO PRINCIPALE
COMPONENTE ORIZZONTALE S.L.D.
0,0
0,2
0,4
0,6
0,8
1,0
1,2
1,4
0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 3,5 4,0
T(s)
Sd,D(T)/ag
.
Per
s 40 , 0 T
2
, 23 , 155 g
2
'
'
001272563 , 0
00396758 , 0
a
a
2
2
2
1
,si legge un valore
spettrale pari a
25 , 1
a
S
g
D , d
che significa, selezionare la macrozona del
Comune di appartenenza individuato al
passo 1:
ZONA
S
d,D
(m/s
2
)
S
d,D
/g
1 4,29 0,44
2 3,07 0,31
3 1,84 0,19
4 0,61 0,06
1IMPALCATO
ZONA ) g / S ( g a
D , d 2
2
1
1 0,271
2 0,191
3 0,117
4 0,037
2IMPALCATO
ZONA ) g / S ( g a
D , d 2
2
2
1 -0,087
2 -0,061
3 -0,038
4 -0,012
SECONDO MODO PRINCIPALE
COMPONENTE ORIZZONTALE S.L.D.
0,0
0,2
0,4
0,6
0,8
1,0
1,2
1,4
0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 3,5 4,0
T(s)
Sd,D(T)/ag
.
Per
s 28 , 0 T
2
, 81 , 78 g
2
'
'
002181581 , 0
003549903 , 0
a
a
2
2
2
1
,si legge un valore
spettrale pari a
25 , 1
a
S
g
D , d
che significa, selezionare la macrozona del
Comune di appartenenza individuato al
passo 1:
ZONA S
d
(m/s
2
) S
d
/g
1 4,29 0,44
2 3,07 0,31
3 1,84 0,19
4 0,61 0,06
1IMPALCATO
ZONA ) g / S ( g a
D , d 2
2
1
1 0,123
2 0,087
3 0,053
4 0,017
2IMPALCATO
ZONA ) g / S ( g a
D , d 2
2
2
1 -0,076
2 -0,053
3 -0,033
4 -0,010
RICHIAMI DI DINAMICA STRUTTURALE
Ing. Vito Antonio Mininni www.scienzalibera.it
92
Si possono dunque completare i seguenti schemi relativi alle massime forze orizzontali staticizzate
di progetto allo s.l.d., pertinenti il secondo modo principale
Per il secondo modo, la massima forza
orizzontale sismica di progetto allo s.l.d. al
primo impalcato varia tra un massimo pari a
circa il 27% di P in zona 1 e circa il 3,7% di
P in zona 4, mentre, al secondo impalcato
di verso opposto e varia tra un massimo pari
a circa l8,7% di P in zona 1 e circa l1,2%
di P in zona 4, essendo P il carico
gravitazionale totale agente sul singolo
traverso.
Per il secondo modo, la massima forza
orizzontale sismica di progetto allo s.l.d. al
primo impalcato varia tra un massimo pari a
circa il 12,3% di P in zona 1 e circa l1,7%
di P in zona 4, mentre, al secondo impalcato
di verso opposto e varia tra un massimo
pari a circa il 7,6% di P in zona 1 e circa
l1% di P in zona 4, essendo P il carico
gravitazionale totale agente sul singolo
traverso.
Gli effetti associati a ciascun contributo modale andranno combinati secondo le modalit indicate al
paragrafo 4.4 (regola del modulo SRSS o combinazione quadratica completa CQC)