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Maurizio Bonanni

AI MONTI DI.. PIET!

Roma, 16 Maggio 2012

Gli Italiani, tutti ai Monti di.. piet? Forse, ci siamo quasi! Da alcune parti, le famiglie hanno gi iniziato a portare ai "Monti" le lenzuola del corredo.. I greci, per dire, gi lo fanno.. Un consiglio agli eredi dei "Bronzi di Riace": chiedete di aderire al dollaro, convertendo allistante tutti gli euro nella moneta di Obama. Perch loperazione funzioni, potreste dare in pegno agli Usa per un secolo (come fece la Cina con Hong Kong) la met delle vostre splendide isolette. Vedrete che gli americani ci staranno: vi manderanno milioni di turisti made in Usa e faranno stazionare in quelle splendide insenature le loro navi da guerra.. Tanto lo sapevamo da tempo: la Terza Guerra Mondiale (quella delle monete) sembra essere stata vinta alla grande dalla valuta americana. Il suo segreto? Banale: la Fed non deve fare altro che ordinare alla tipografia di stato di stampare dollari autentici, per neutralizzare la speculazione internazionale! Poi, ancora un passo successivo, che consiglierei vivamente ad Atene: federarsi con gli Usa. Vi spiego, ora, perch -a mio avviso- dietro ai.. Monti si fatto buio. La prima, ovvia riflessione riguarda la mancanza di "campioni nazionali", che possano stare nella globalizzazione. Se li avessimo, li avremmo potuti difendere con una quota di quel migliaio di miliardi di euro, che Draghi ha regalato generosamente proprio a quelle banche responsabili dell'attuale disastro finanziario mondiale! La crisi di crescita, dellItalia e delle Nazioni in recessione della Ue, , innanzitutto, una crisi di produttivit. In particolare, al nostro apparato industriale nazionale manca una Silicon Valley e un Mit che creino le necessarie sinergie tra alta formazione e ricerca avanzata. Il progresso tecnologico, infatti, o lo favorisce lo Stato, oppure nasce dalla lungimiranza e dagli interessi delle multinazionali (ovvero, da entrambi!). Da noi non succede n l'una, n l'altra cosa! La piccola e la media impresa muoiono perch strangolate dal "credit crunch" e per altre ragioni.. sistemiche. In primo luogo, il basso valore aggiunto, in tecnologie avanzate, della relativa produzione, che altrove, nel mondo, altri fanno a costi molto pi ridotti. Secondariamente, un ulteriore fattore di declino dovuto alla mancanza di appetibilit e alla scarsa remunerativit del lavoro offerto. Per trovare addetti, le imprese hanno fatto, finora, ricorso in grande stile alla risorsa immigrazione. Un altro fortissimo impedimento allo sviluppo rappresentato dai fattori congiunti dell'alta tassazione, della mancanza di credito e dai gravi ritardi nei pagamenti delle forniture, sia verso privati che dallo Stato. Conseguenza ovvia: molte migliaia di aziende sono state costrette a chiudere i battenti o a fare fallimento. Alla media-grande impresa andata anche peggio: quella che sopravvive delocalizza, a causa dell'alto costo del lavoro, di una fiscalit opprimente e di una pubblica Amministrazione inefficiente che crea notevole intralcio allo sviluppo delle imprese. Ecco, tutto qua. Monti fallir perch non pu nemmeno provare a cambiare uno solo dei fattori di decrescita appena descritti. Sono in molti a chiedersi, allora, come abbia potuto -a pochi giorni dal suo insediamento- fare per decreto una riforma epocale delle pensioni, senza grandi proteste di piazza o spargimenti di sangue. Semplice, conveniva a tutti. Un esempio, per chiarire. Su mille che avevano maturato il diritto alla pensione, secondo i vecchi parametri, a costoro sarebbero subentrati soltanto cento (dato il blocco sostanziale dei turn-over e laumento significativo del tasso di disoccupazione) nuovi

lavoratori, con un trattamento economico iniziale notevolmente inferiore a quello di chi andava in quiescenza. Sicch, sindacati e patronato hanno preferito mantenere al lavoro ancora per qualche anno i padri di famiglia, anzich far trovare disoccupati i loro figli da mantenere. Lapalissiano, non vi pare?

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