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Ecclesiologia past.

Francesco Zenzale

IL DIGIUNO
Nella chiesa che era ad Antiochia c'erano profeti e dottori: Barnaba, Simeone detto Niger, Lucio di Cirene, Manaem, amico d'infanzia di Erode il tetrarca, e Saulo. Mentre celebravano il culto del Signore e digiunavano, lo Spirito Santo disse: Mettetemi da parte Barnaba e Saulo per l'opera alla quale li ho chiamati. Allora, dopo aver digiunato, pregato e imposto loro le mani, li lasciarono partire (Atti 13: 1-3). Digiunare (Ebr. som; gr. nestuo) digiuno (gr. nestia), che non mangia - essere privo di cibo o fare a meno del cibo. I pagani digiunavano per timore dei demoni, come misura efficace per prepararsi allincontro con le divinit; in segno di lutto, per la buona riuscita nella magia. Inoltre, era richiesto in certi riti della fertilit. Ad Atene e nesteia il nome dato al giorno del digiuno, celebrato nella festa della fecondit delle donne, nel mese di ottobre. Lastinenza sessuale rendeva pi ricettivi le forze divine della fecondit. Presso gli israeliti alle manifestazioni di cordoglio per la morte di una persona cara si accompagnava di regola il digiuno (1 Samuele 31:13; 2 Samuele 1:12; 3:35), che generalmente durava fino al tramonto del sole, ma talvolta si prolungava per parecchi giorni ed era interrotto la sera con una parca cena (2 Samuele 3:35; Geremia 16:7; Ezechiele 24:17, 22; Osea 9:4). Le finalit del digiuno sono molteplici. In Israele si digiunava per predisporsi al rapporto con Dio (Esodo 34:28; Deuteronomio 9:9; Daniele 9:3). Digiunava il singolo quando era tormentato da gravi preoccupazioni (2 Samuele 12: 16-23; 1 Re 21:27; Salmo 35.13; 69: 11). Il popolo sotto la minaccia della guerra e della distruzione (2 Cronache20:3; Ester 4:16, ecc.); per la buona riuscita del rimpatrio (Esdra 8: 21s); in segno di espiazione (Nehemia 9:1); in connessione alle lamentazioni funebri (2Sam 1:12). Nel contesto della vita religiosa era definito: umiliazione del cuore (Levitico 16:29; Isaia 58:3). Serviva ad esprimere un dolore sentito nel cuore o a dare forza alla preghiera (2 Samuele 12:16; Esdra 8:23; Ester 4:16). La legge imponeva in Israele il digiuno soltanto il giorno dellespiazione (ebr. Ym Kippr, Levitico 16: 1931); 23: 27-32; Numeri 29:7). Nel periodo dei profeti maggiori: Isaia e Geremia, il digiuno perse il suo significato spirituale, per assumere sempre pi forme degenerate (Isaia 58: 3 - 7; Ger 14: 12). Secondo il profeta Isaia il digiuno che il Signore gradisce questo che si spezzino le catene della malvagit, che si sciolgano i legami del giogo, che si lascino liberi gli oppressi e che si spezzi ogni tipo di giogo? Non forse questo: che tu divida il tuo pane con chi ha fame, che tu conduca a casa tua gli infelici privi di riparo, che quando vedi uno nudo tu lo copra e che tu non ti nasconda a colui che carne della tua carne? (Isaia 58:6-7). Un invito ad osservare debitamente il digiuno, che non consiste tanto dallastenersi dal cibo quanto dal praticare la giustizia e la carit. Il digiuno acquista un valore etico-esistenziale. Dopo la distruzione di Gerusalemme furono stabiliti quattro giorni di digiuno in segno di commemorazione (Zaccaria 8:19; 7:3-5). Al tempo di Ges gli osservanti pi rigorosi, soprattutto i farisei, praticavano due giorni di digiuno la settimana, il luned e il gioved (Luca 18:12), in memoria del digiuno di quaranta giorni osservato da Mos sul Sinai. Lo stesso vale per i discepoli di Giovanni (Marco 2:18). La venuta di Ges, lannuncio della lieta novella, quindi lirruzione del Regno di Dio, che comunica gioia e felicit, esclude il digiuno in senso giudaico. In Matteo 6: 16-18, Ges non condanna il digiuno come tale, ma la maniera esibizionistica di praticarlo. Il digiuno non deve essere praticato davanti agli uomini, ma davanti a Dio, che abita nel segreto e vede nel segreto. Pertanto, Nelle elemosine, nelle preghiere e nei digiuni, nulla deve essere fatto per attirare lattenzione o per ottenere lodi... Nel digiuno non si deve chinare il capo e nello stesso tempo nutrire sentimenti di egoismo...solo colui che si consacra pienamente a Dio riesce a rendergli un culto accettevole (E. G. White, La Speranza delluomo, ed. AdV, p. 217).

Ecclesiologia past. Francesco Zenzale

Secondo la parola del Signore in Matteo 17:21, ci si libera di certi legami demoniaci soltanto con la preghiera e il digiuno. In atti 13:3 e 14:23, si racconta che nella comunit cristiana la preghiera era rafforzata col digiuno. Tempi del digiuno e modalit Il digiuno, accompagnato dalla preghiera, si pu applicare in occasione di eventi particolari e per predisporre i nostri cuori a Dio. saggio non praticarlo di Sabato, perch un giorno in cui la chiesa celebra o festeggia il Signore con gioia in ricordo della creazione e della salvezza realizzata nella persona di Ges Cristo. Salvo in occasione di particolare drammaticit. Il Sabato un giorno in cui nella comunit ci possono essere degli ospiti (avventisti e non) i quali hanno bisogno di essere rifocillati (saziati, sfamati). un giorno in cui deponiamo le angosce, le preoccupazioni e ci rilassiamo nel Signore avendo nel cuore il pensiero delleternit (Matteo 11: 28-30). Il sabato non tempo per ricordare i peccati, per confessare o pentirsi e nemmeno per invocare sollievo o chiedere qualunque cosa di cui possiamo avere bisogno; un giorno fatto per la lode, non per le suppliche. Il digiuno, il lutto, le manifestazioni di dolore sono proibiti (Abraham Joshua Heschel). Essendo il digiuno come un Sabato dedicato allEterno lo si dovrebbe vivere dal tramonto al tramonto (Giudici 20:26; Gioele 2:15-17), ma non esistono dati precisi circa la durata. I giudei, in genere, lo osservano dalla mattina alla sera. Nella prassi avventista non esiste alcuna indicazione relativa al digiuno e la sua pratica. Ci d ad intendere che il digiuno , innanzi tutto, un fatto personale tra il credente e Dio. La comunit pu, in circostanze specifiche (malattia, persecuzioni, situazione particolarmente delicata, ecc.), indire il digiuno. Esso non come il sabato che santo e periodico (settimanale), esso legato a specifiche circostanze. Tenendo conto della condizione fisica della persona, si pu anche fare un semi-digiuno o evitarlo di farlo laddove lassunzione di farmaci pu creare ulteriori problemi di salute. Ci che ha valore agli occhi di Dio non il digiuno in s quanto la disposizione danimo. Significato e conclusione Il digiuno deve essere vissuto come segno di umiliazione delluomo nel cospetto di Dio (es.: i Niniviti); come segno simbolo del non ancora - la chiesa reclama con intensit il ritorno di Cristo e come distacco dalla realt terrena, da tutto ci che ciclico come il mangiare, il giocare ecc., per vivere momenti di intensa spiritualit. segno di cordoglio, di dolore, di ricerca intensa di Dio, del suo perdono; segno di umiliazione, di confessione, dintercessione, di profonda consapevolezza della propria impotenza, fragilit. Il digiuno anche segno di identificazione e di condivisione spirituale e materiale (Isaia 58 1-12), con chi nel bisogno. Il digiuno bisogno di Cristo e dono di s al mondo, atto di culto reso a Dio. Digiunare significa, raccogliersi intorno alla croce col desiderio profondo di non staccarsene mai, offrendo la propria vita come atto di adorazione, di pentimento, di confessione e di intercessione (Neh 1: 1-11). Vivere il digiuno significa afferrare Cristo, tenerlo stretto nel cuore perch il nostro essere, la nostra vita, la nostra capacit di pensare, di agire, di proseguire nella vita in vista della beata speranza, dipendono da Dio. Pertanto, digiunare non un modo per far fare a Dio quello che vogliamo noi. Digiunare cambia noi, non Dio. Il digiuno non un modo per sembrare pi spirituali degli altri. Il digiuno devessere fatto in uno spirito di umilt e di atteggiamento gioioso. In Matteo 6:16-18 scritto: E quando digiunate, non abbiate un aspetto malinconico come gli ipocriti; poich essi si sfigurano la faccia per far vedere agli uomini che digiunano. Io vi dico in verit: questo il premio che ne hanno. Ma tu, quando digiuni, ungiti il capo e lavati la faccia, affinch non appaia agli uomini che tu digiuni, ma al Padre tuo che nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, te ne dar la ricompensa.

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