Sei sulla pagina 1di 7

La comunione legale dei coniugi Articolo 19.01.

2011 (Danila D'Alessandro)

La comunione legale dei coniugi. La disponibilit del diritto alla comunione legale tra coniugi. Gli effetti della dichiarazione desclusione del bene acquistato dal regime di comunione legale da parte del coniuge non acquirente sul terzo acquirente in buona fede. Introduzione La comunione legale dei beni il regime che regola i rapporti patrimoniali fra i coniugi in mancanza di una diversa convenzione, cos com regolamentato con la L. n. 151 del 1975. Tale istituto governa in via generale i rapporti tra i coniugi, ove questi non abbiano espresso una diversa volont con le convenzioni matrimoniali, non assimilabile a quello della comunione ordinaria, sia perch sinstaura automaticamente allatto stesso del matrimonio, a meno che gli sposi non scelgano di adottare il regime di separazione o altra convenzione nelle forme di cui allart. 162 del c.c., sia perch i beni che vi ricadono sono specificatamente indicati negli artt. 177 e 178 del c.c., cos come sono elencati nellart. 179 del c.c. quelli che ne sono esclusi. In effetti, la comunione legale una forma di comunione specifica e speciale, in cui i coniugi sono titolari solidalmente di un diritto sui beni che vi ricadono e da cui rimangono estranei i soggetti non legati da rapporti di coniugio. Lart. 177 c.c. afferma che costituiscono oggetto della comunione legale:

gli acquisti compiuti dai due coniugi insieme o separatamente durante il matrimonio ad esclusione di quelli relativi ai beni personali; i frutti dei beni propri che siano ancora presenti al momento dellestinzione della comunione legale; i proventi dellattivit di ciascuno dei coniugi che siano ancora presenti al momento dellestinzione della comunione legale; le aziende costituite dopo il matrimonio e gestite da entrambi (con i relativi utili ed incrementi); gli utili e gli incrementi delle aziende gestite congiuntamente, ma costituite da uno solo dei coniugi antecedentemente al matrimonio.

Per quel che concerne, invece, le aziende gestite da uno solo dei coniugi, ricadono nella comunione legale i beni destinati allesercizio dellimpresa e gli incrementi solo qualora siano ancora presenti al momento della cessazione della comunione legale. Comunione legale e comunione ordinaria La comunione fra coniugi si presenta come una fattispecie che opera su un piano dinamico, poich riguarda gli acquisti futuri che i coniugi effettueranno, insieme o separatamente, fin quando non intervenga lo scioglimento del matrimonio e del regime di comunione (art. 1919 c.c.). La comunione ordinaria, invece, un istituto che opera su un piano statico, in quanto attiene a diritti, che fanno gi parte di un determinato patrimonio e si costituisce mediante un atto negoziale come un contratto o un testamento. Inoltre, lamministrazione dei beni in comunione legale disciplinato da uno speciale regime giuridico ( artt. 180 e ss. del c.c.) per cui le norme previste per la comunione ordinaria (artt. 1105 e ss. del c.c.) non potranno trovare applicazione. Nella comunione legale tra coniugi vige linderogabile principio dellassoluta uguaglianza delle quote (art. 194 e 210 c.c.), mentre nella comunione ordinaria le quote dei partecipanti possono essere diseguali. La particolarit della comunione legale emerge soprattutto nel regime degli acquisti regolato dal 1 co. dellart. 177 del c.c. il quale prevede che costituiscono oggetto della fattispecie gli acquisti compiuti dai due coniugi, insieme o separatamente durante il matrimonio, ad esclusione di quelli relativi ai beni personali. Alla luce della disciplina giuridica vigente, gli acquisti effettuati dai coniugi entrano automaticamente in comunione tutte le volte in cui non ricorra una delle eccezioni alla regola generale posta dallart. 177 del c.c., cosi com previsto nellart. 179 del c.c.. La regola generale, dunque, quella dellindisponibilit degli effetti della comunione legale quale regime a cui il nostro ordinamento ricollega interessi di natura pubblicistica. Lacquisto di beni personali Lart. 179 c.c., invece, rappresenta una deroga, legislativamente prevista a tale regola, che consente di individuare i beni personali del coniuge non facenti parte della comunione legale. Tale disposizione normativa costituisce una fattispecie complessa al cui perfezionamento concorrono sia la sussistenza di presupposti di cui alla lett. (c, (d, ed (f, dellart. 179, sia la dichiarazione resa dal coniuge acquirente e sia ancora la partecipazione allatto dellaltro coniuge e la sua adesione alla dichiarazione resa da quello acquirente.

In particolare, nellacquisto di un bene mobile e/o immobile, compiuto da uno dei coniugi in costanza di matrimonio, necessario, per escludere tali oggetti dal regime di comunione legale, accertare, innanzitutto, la sussistenza del presupposto sostanziale della natura personale del bene acquistato. Poi occorre anche verificare se lintervento adesivo del coniuge non acquirente sia lelemento costitutivo della fattispecie, ed infine, si devono valutare gli effetti sul terzo acquirente in buona fede derivanti dallesistenza del regime comunione legale sul bene acquisito. In effetti, tutto il complesso sistema dellacquisto solo personale di beni come immobili o mobili registrati, cos come previsto dallart. 179 c.c., deve sottostare nel rispetto del principio della certezza nella circolazione dei beni ad un regime di pubblicit particolare, rappresentato dalla trascrizione. Perci, lart. 179, 2co., richiede espressamente anche la partecipazione allacquisto dellaltro coniuge, che presta adesione alla dichiarazione resa dal coniuge acquirente. Questa adesione uno dei requisiti per garantire la personalit dellacquisto. Natura e funzione della dichiarazione di esclusione del bene dalla comunione legale La dottrina solitamente distingue tra il rifiuto al coacquisto dal consenso allacquisto, generando un vivace dibattito in materia. Infatti, la natura vincolante della dichiarazione resa o non resa dal coniuge consente di determinare lesclusione dalla comunione legale di un determinato bene acquistato. Nelle ipotesi del consenso allacquisto, alcune pronunce giurisprudenziali, individuano nella destinazione effettiva del bene il parametro su cui fondare la riconducibilit o meno, dellacquisto stesso, alla comunione legale. In altre visioni giurisprudenziali, invece, si attribuisce rilevanza alla presenza o la mancanza della dichiarazione di consenso allesclusione . Nel caso di rifiuto di coacquisto, invece, si registrano tre distinti orientamenti giurisprudenziali. Il primo sostiene che la dichiarazione di consenso del coniuge non acquirente, che consente lesclusione del bene dalla comunione legale, costituisce un atto negoziale, libero e volontario, che ha leffetto di impedire linclusione del bene nella comunione, anche se questo non sia di fatto destinato alluso personale ed esclusivo del coniuge acquirente, come previsto dallart. 179 c.c.. La seconda visione giurisprudenziale, pur giungendo alla medesima conclusione, considera la dichiarazione desclusione come un mero atto giuridico di natura ricognitiva e non dispositiva. Questa dichiarazione, dunque, classificabile come una specie di strumento probatorio, assimilabile alla confessione, rimuovibile in caso derrore o violenza (art. 2732 c.c.).

Perci, lultimo orientamento giurisprudenziale si discosta dai precedenti, perch prevede che lacquisto che non abbia, di fatto, carattere personale, non pu essere escluso dalla comunione legale anche in presenza del consenso di uno dei coniugi. Infatti, le disposizioni normative sulla comunione legale non sono derogabili pattiziamente e i diritti che esse proteggono sono indisponibili. Perci lesclusione di singoli beni dalla comunione legale acconsentita solo previa stipula di una convenzione matrimoniale ad hoc (art. 210 c.c.). Tale dichiarazione di consenso, dunque, ha natura ricognitiva e non dispositiva, pertanto ci che assume rilevanza in tali circostanze la natura non personale del bene, non il consenso allesclusione. La dichiarazione desclusione, al di l della sua natura negoziale o ricognitiva, quindi, costituisce un atto giuridico volontario e consapevole, a cui il legislatore talvolta assegna portata confessoria. Perci, tale dichiarazione, in alcuni casi, determina una presunzione iuris et de iure di non contitolarit dellacquisto, che pu essere rimossa solo per errore di fatto o violenza, nei limiti in cui consentito anche per la confessione, istituto a cui equiparata questa fattispecie. In altre circostanze, la dichiarazione desclusione classificata come una mera manifestazione dintenti. La Suprema Corte, in recenti pronunce, ritiene che risulti controverso, sia in dottrina, sia in giurisprudenza, se abbia natura meramente ricognitiva ovvero negoziale, l'atto con cui uno dei coniugi, intervenendo nel contratto stipulato dall'altro coniuge, riconosca a norma dell'art. 179, 2 co., c.c. la natura personale del bene acquistato e consenta perci alla sua esclusione dalla comunione legale. La Corte, dunque, stabilisce che tale dichiarazione abbia natura ricognitiva e portata confessoria quando risulti descrittiva di una situazione di fatto, non quando sia solo espressiva di una manifestazione dintenti. Una dichiarazione di intenti, quindi, pu essere pi o meno sincera od affidabile, ma non unattestazione di fatti, predicabile di verit o di falsit. Invece, non ha natura ricognitiva la dichiarazione del coniuge relativa alla condivisione degli intenti dell'altro coniuge. Tuttavia, la Suprema Corte ribadisce che pu avere natura ricognitiva la dichiarazione con cui uno dei coniugi riconosca che il corrispettivo dell'acquisto compiuto dall'altro coniuge venga pagato con il prezzo del trasferimento di altri beni gi personali, ai sensi dellart. 179, 1 co., lett. f) .

Non pu, invece, attribuirsi natura ricognitiva alla dichiarazione con cui uno dei coniugi esprime condivisione dell'intento dell'altro coniuge di destinare alla propria attivit personale il bene che acquistato. Pertanto, l'intervento adesivo del coniuge non acquirente una condizione necessaria dell'esclusione dalla comunione del bene acquistato dall'altro coniuge. L'art. 179, 2 co., c.c. prevede che l'esclusione della comunione ai sensi dell'art. 179, 1 co., lett. c), d) e f), c.c. si abbia solo se la natura personale del bene sia dichiarata dall'acquirente con l'adesione dell'altro coniuge. Inoltre, la Suprema Corte dichiara anche che il coniuge non acquirente pu successivamente proporre la domanda di accertamento della comunione legale anche rispetto ai beni che siano stati acquistati come personali dall'altro coniuge, non risultando precluso tale accertamento dal fatto che il coniuge non acquirente fosse intervenuto nel contratto per aderirvi. L'intervento adesivo del coniuge non acquirente, tuttavia, richiesto solo in funzione di necessaria documentazione della natura personale del bene, unico presupposto sostanziale della sua esclusione dalla comunione Perci, alla luce delle divergenti opinioni dottrinali e giurisprudenziali esistenti, ci si interrogati se lintervento ex art. 179, 2co., del c.c., sia lelemento fondamentale per lesclusione del bene dalla comunione legale. Questo contrasto stato risolto dallintervento della Suprema Corte a Sezioni Unite, che ammesso che per la realizzazione di questa fattispecie complessa, disciplinata dallart. 179 c.c., devono sussistere sia la natura personale del bene acquistato, sia il consenso dellaltro coniuge allesclusione, inteso come una delle condizioni necessarie per lattuazione della fattispecie. Perci, la partecipazione allatto dacquisto del bene da parte del coniuge non acquirente e il consenso da questi espresso allintestazione personale del bene allaltro coniuge non possiedono efficacia negoziale, a carattere dispositivo rinunciativo, del diritto alla comunione legale del bene. Infatti, tali presupposti non sono di per s sufficienti ad escludere lapplicazione automatica del regime della comunione legale. Si tratta, invece, delementi aventi carattere ricognitivo degli effetti della natura personale del bene, se e in quanto questa qualit oggettivamente sussista. In effetti, la destinazione personale del bene emerge da una valutazione oggettiva della sussistenza dei requisiti di cui allart. 179 c.c.. Perci anche nelle ipotesi di consenso allacquisto, la mancata partecipazione allatto del coniuge non acquirente e il difetto della sua dichiarazione ex art. 179 c.c., 2co., non sarebbero elementi sufficienti ad escludere la natura personale del bene acquistato dallaltro coniuge. Lintervento adesivo ex art. 179, 2 co, inoltre, ha solo la funzione di fornire unattestazione della natura esclusivamente personale del bene medesimo, non si configura come un atto negoziale di rinuncia alla comunione legale.

Pertanto, in caso di acquisto di bene immobile o mobile registrato effettuato da uno dei coniugi dopo il matrimonio, al fine di escludere la comunione legale sempre necessario che detta esclusione risulti espressamente dall'atto dacquisto purch a detto atto partecipi l'altro coniuge. Orbene la mancata contestazione, da parte del coniuge non acquirente, o la esplicita conferma, attraverso una propria dichiarazione, di quella resa dal soggetto acquirente in ordine alla natura personale del bene, ha carattere ricognitivo e non negoziale. Questa dichiarazione, tuttavia, costituisce pur sempre un atto giuridico volontario e consapevole, a cui il legislatore attribuisce la valenza di testimonianza privilegiata, ricollegandovi l'effetto di una presunzione "juris et de jure" di esclusione della contitolarit dell'acquisto. Pertanto, il vincolo derivante da tale presunzione, non assoluto, potendo essere rimosso per errore di fatto o per violenza nei limiti a cui ci consentito per la confessione. Infatti, lintenzione del legislatore, nel rispetto della rilevanza pubblicistica della famiglia, di garantire lautonomia negoziale privata, consentendo ai coniugi un potere di regolamentazione del loro regime patrimoniale, attraverso la possibilit di scegliere i diversi regimi previsti dalla legge e la libert di determinare, entro i limiti prefissati dalle norme inderogabili, il contenuto delle loro pattuizioni. Perci, i coniugi hanno la facolt di scegliere in autonomia il regime a cui assoggettare i propri rapporti di natura patrimoniale, ma una volta che si optato per la comunione legale dei beni, devono sottomettersi alle regole e i limiti propri del regime adottato. Opponibilit a terzi della comunione legale accertata Unulteriore problematica derivante dallinterpretazione dellart. 179, 2comma del c.c., riguarda le conseguenze derivanti dalla trascrizione di acquisti immobiliari. In effetti, il consenso espresso in una dichiarazione di esclusione di un determinato bene dalla comunione legale non un elemento sufficiente alla realizzazione dellesclusione del bene in virt della vigente normativa civilistica. Pertanto, necessario accertare la natura personale delloggetto in base alleffettiva destinazione del bene e alle sue funzionalit. Linesistenza del presupposto sostanziale, del carattere personale del bene, pu essere oggetto di unazione successiva daccertamento da parte del coniuge non acquirente. Infatti, il coniuge non acquirente, potr impugnare la dichiarazione resa, dimostrando la non veridicit e la mancanza di personalit dellacquisto rispetto allaltro coniuge, ma verranno comunque salvaguardati gli effetti e i diritti derivanti dalla trascrizione. Anche nel caso in cui venga dimostrato che il bene sia da ricomprendere nella comunione legale, il sopravvenuto accertamento della comunione legale tra coniugi non opponibile al terzo acquirente in buona fede, che abbia trascritto regolarmente il proprio atto di

acquisto prima della domanda di annullamento del contratto, promossa dal coniuge non acquirente. Eventuali effetti nei confronti del terzo acquirente si generano in caso di mala fede del soggetto. Alcune visioni dottrinali, infatti, sostengono che il rifiuto del coacquisto dovrebbe avere adeguata pubblicit a tutela dei terzi. Altre, invece, ritengono che nel caso dacquisto compiuto separatamente da uno solo dei coniugi in regime di comunione legale, la trascrizione deve essere richiesta esclusivamente a favore del coniuge che nellatto sia acquirente. Per, nella nota di trascrizione di acquisti di beni immobiliari, compiuti da soggetti legati da rapporto di coniugio, deve essere indicato il regime patrimoniale scelto dalle parti, la circostanza che nellatto interviene laltro coniuge ed infine il fatto che lacquisto ha ad oggetto un bene personale, ex art. 179 c.c.. Di conseguenza, alla luce delle informazioni contenute nella nota di trascrizione i terzi possono avere adeguata tutela dei loro interessi. (Altalex, 20 gennaio 2011. Articolo di Danila D'Alessandro)

Potrebbero piacerti anche