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Vita e opere Nato ad Edimburgo nel 1711.

Passato dagli studi giuridici a quelli filosofici, ad appena ventotto anni pubblic la sua opera fondamentale Il trattato sulla natura umana. Qualche anno dopo, le tre parti di cui si componeva il trattato, ridotte nella loro mole, e sfrondate di tutto ci che le appesantiva, vennero pubblicate separatamente costituendo i tre saggi Sulla conoscenza umana, Sui principi della morale, Sulle passioni. Dopo un lungo periodo di residenza a Parigi, durante il quale entr in rapporto con ambienti illuministici francesi, ritornato in patria, si dedic per circa un ventennio alla compilazione di una vasta Storia dellInghilterra. Trascorse serenamente gli ultimi anni della sua vita ad Edimburgo, dove mor nel 1776.

Lo scetticismo gnoseologico David Hume parte dalle premesse empiristiche del Locke, che, sviluppate da lui coerentemente, lo condurranno a sostenere una posizione di scetticismo. Egli accetta il principio, pi volte enunciato, che noi conosciamo solo le nostre rappresentazioni. Hume sostiene lopportunit di distinguere tra impressioni ed idee. Mentre le impressioni ci derivano direttamente dalla esperienza, le idee si formano nellintelletto sulla base di impressioni precedentemente ricevute. Dal punto di vista del soggetto che le percepisce, le impressioni si presentano con maggiore forza e vivacit, mentre le idee sono rappresentazioni sbiadite ed attenuate di quelle impressioni che ci rimangono e di cui facciamo uso nel ragionare. Se le impressioni costituiscono i dati elementari della nostra esperienza immediata, le idee, risultato di unelaborazione mentale, non possono avere che un valore soggettivo. Se a ci aggiungiamo che le idee complesse e le relazioni tra le idee sono il risultato di unassociazione compiuta dallintelletto, il carattere soggettivo della nostra conoscenza appare in maniera ancora pi evidente. Hume, sostenendo la teoria associazionistica, riducendo, cio, la conoscenza umana ad un processo di associazione di idee, per cui unidea ne introduce naturalmente unaltra, insiste nel mettere in risalto che i rapporti tra le idee pi che avere un valore oggettivo sono stabiliti dallo stesso intelletto umano. In tale maniera lo Hume arriva a negare loggettivit delle idee di sostanza, di spazio e di tempo. Lidea di sostanza non altro che il risultato dellassociazione di una serie di idee particolari che noi consideriamo unite; lidea di spazio sorge associando una serie di punti disposti luno dopo laltro; alla stessa maniera lidea di tempo si forma nellintelletto in rapporto al susseguirsi delle nostre rappresentazioni. Un decisivo passo in avanti verso lo scetticismo , infine, compiuto dallo Hume attraverso una revisione critica. del principio di causalit, di cui il filosofo inglese dimostra la natura soggettiva. Per quale motivo, si chiede lo Hume, noi sosteniamo che tra due fenomeni esiste un rapporto di causalit? Lesperienza, spiega il filosofo, ci mostra che ad un fenomeno A succede un fenomeno B. Se la successione tra i due fenomeni si ripete, ed al fenomeno A segue costantemente il fenomeno B, noi, spinti dalla natura del nostro intelletto ad associare strettamente i due fenomeni, finiamo col considerare il fenomeno A causa del fenomeno B. Lesperienza diretta, quindi, non ci dimostra che un fenomeno causa di un altro, ma ci mostra solamente lesistenza di una costante successione tra due fenomeni. Siamo noi che, con il nostro intelletto, interpretiamo la successione in termini di causalit. Lesperienza non ci mostra che A sia causa di B, ma che ad A segue costantemente il fenomeno B. Lesperienza ci dice che hoc post hoc; la nostra tendenza ad associare ci conduce

David Hume

arbitrariamente a concludere che hoc propter hoc. Il rapporto di causalit ha, con ci, un valore soggettivo. Lattribuzione di un valore soggettivo al principio di causalit, la negazione, cio che esistano oggettivamente dei rapporti di causa ed effetto, comporta tutta una serie di conseguenze scettiche. In primo luogo, non pi possibile dimostrare, per Hume, lesistenza delle. cose, servendosi come Locke aveva fatto, del principio di causa ed effetto. Partendo dalle rappresentazioni non si pu affermare lesistenza delle cose come causa delle nostre rappresentazioni, le quali succedono le une alle altre, senza che si possa andare al di l li esse. Hume non che arrivi proprio a negare lesistenza di qualsiasi realt fuori di noi: egli insiste piuttosto sullimpossibilit per il soggetto di uscire dal mondo delle proprie rappresentazioni. Inoltre, per Hume lio si riduce allinsieme dei suoi atti percettivi. Vana per Hume, inoltre, la pretesa di poter costruire una scienza della natura, come ricerca delle cause dei fenomeni. Se lesperienza si limita a mostrarci dei rapporti di successione, la conoscenza della natura deve essere limitata ad una semplice descrizione dei fenomeni. Pi che affermare lesistenza di un rapporto di causalit tra un fenomeno ed un altro, noi dobbiamo limitarci a descrivere solo ci che fino ad ora lesperienza ci ha mostrato, che il fenomeno A, cio, stato costantemente seguito dal fenomeno B; e possiamo presumere, utilizzando le nostre revisioni a scopo pratico, che in un prossimo futuro potr ancora essere cos, senza che si possa, tuttavia, concludere dogmaticamente che deve essere e che sar sempre cos. Dalla scepsi si salva per Hume la matematica, la quale deve il suo valore di scienza al carattere astratto ella sua costruzione. I rapporti matematici; a parte il fatto che abbiano o no una corrispondenza nella realt oggettiva, sono rapporti puramente mentali, e nellaccordo mentale trovano la loro giustificazione. Quando noi affermiamo, ad esempio, che la somma degli angoli interni di un triangolo uguale a 180 gradi, laffermazione dedotta dal concetto, di triangolo, idea rappresentata chiaramente del nostro intelletto, valida indipendentemente dal fatto che oggettivamente esistano o non esistano dei triangoli. Lempirismo giunge, cos, con Hume, fino alle sue estreme conseguenze. Locke,. aveva cercato di salvare loggettivit della conoscenza attraverso la distinzione tra qualit oggettive e qualit soggettive; Hume spinge a fondo il principio della soggettivit della conoscenza, trovando, la ragione di essere di molte idee e principi nella natura stessa dellintelletto umano. La morale Affrontando il problema morale, Hume rimane legato allindirizzo utilitaristico, che costituisce, in fondo, la caratteristica comune a tutta letica empiristica. Il filosofo riconosce che fondamento dellagire umano la ricerca dellutile. Ma, osservando, tuttavia, che esistono anche azioni disinteressate, che non possibile spiegare con un elementare calcolo utilitario, spiega tali azioni ammettendo nelluomo un sentimento di simpatia che lo spinge ad agire in favore dei suoi simili. Lindividuo, capace di immedesimarsi nelle condizioni in cui si trova un suo simile, sente le sofferenze dellaltro come proprie, partecipa dei travagli, e gli fornisce il suo aiuto. Il sentimento di simpatia ci fa assumere nei confronti degli altri quellatteggiamento di benevolenza1 che vorremmo fosse usata nei nostri confronti. Ed. al sentimento che spinge gli uomini ad associarsi, Hume riconduce, pi che ad un ipotetico contratto sociale, le origini della societ. Anche la religione nasce, per Hume, dal sentimento. Negata7 infatti, la possibilit di procedere razionalmente alla dimostrazione della esistenza di Dio, Hume sostiene che la religione trae la sua origine dai sentimenti di paura e di speranza che albergano nellanimo degli uomini. Lutile, puramente individuale in Hobbes, si concilia in Locke con lutile collettivo, e si sublima infine con Hume nel sentimento di simpatia. filosofia 2

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