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La sospensione

Fin'ora non ho accennato alla cosiddetta sospensione. Si tratta ancora una volta di una sensazione tanto importante quanto delicata da acquisire e soprattutto da gestire correttamente. Abbiamo parlato dell'appoggio e chiarito come si tratti di una sensazione di vigile riposo, fondamentale per un assetto efficace della mano che permetta la corretta realizzazione dei movimenti necessari e utili all'esecuzione dei vari passaggi tecnici. Abbiamo cercato di capire come la gestione del peso utile al nostro scopo, sia anch'essa una questione molto delicata e come mai e poi mai si debba intendere il peso come un elemento d'impaccio al nostro gesto tecnico, ma al contrario, qualcosa che lo semplifichi e lo renda naturale. Innanzitutto sia chiaro che la sospensione va applicata alla sola mano e avambraccio. Si tratta di una condizione che non deve contrastare assolutamente con la sensazione dell'appoggio, il quale deve essere gia' risolto in precedenza. Si puo' verificare se l'appoggio e' ben risolto facendo attenzione che il peso che cade dalla spalla venga trasferito al gomito, che pur rimanendo libero di oscillare a piacere, diventi un po' come il bilanciere di tutto il sistema composto, appunto, dalla spalla e dalla parte superiore del braccio fino al gomito, dall'avambraccio e dalla mano. Quando noi suoniamo possiamo renderci conto che gia' a meta' corsa del tasto o poco piu', quando naturalmente il movimento che abbiamo chiamato lancio, sia veloce, il martello ha

toccato la corda e quindi gia' prodotto il suono. Questo significa che non e' necessario arrivare al fondo della tastiera, anche se per qualcuno cio' puo' diventare indispensabile e ragione di sicurezza psico-sensoriale. Se, come abbiamo visto, l'appoggio e' ben risolto in partenza, esso puo' avvenire anche con la mano e l'avambraccio in sospensione, in quanto in realta' la sensazione del tocco, cioe' del momento in cui il martello tocca la corda, e' sufficiente a far percepire al pianista la sensazione di massimo riposo e tranquillita', condizioni che permettono di preparare, come abbiamo gi visto, i successivi movimenti da compiere. Tutto cio' e' assolutamente indispensabile nei passaggi in cui si vuole ottenere il cosiddetto suono perlato, soprattutto sul piano, ma anche sul forte e fortissimo, quando la padronanza delle sensazioni sia definitiva, cio' si potra' sperimentare come una condizione efficace e motivo di grande soddisfazione. Con questo non voglio affermare che si debba suonare sempre in sospensione, ma intendo dire che si tratta di una condizione che ogni pianista deve imparare a gestire a seconda delle necessita', della propria sensibilit e condizione tecnico-sensoriale. Mi rendo conto che sarebbe necessario sviluppare ancora l'argomento, ma ribadisco che queste poche pagine non intendono essere un trattato di tecnica pianistica, ma solamente un'occasione di riflessione e magari di stimolo per successivi approfondimenti

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