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Il social fascismo in Germania

Da La situazione politica e i compiti del partito, in occasione del XII congresso della KPD (9-15 giugno 1929)

Ernst Thlmann Le tesi del congresso del partito di Essen affermano, a proposito della SPD dominata dal blocco borghese, che:
Essa svolge il ruolo passivo di un partito di governo, di garanzia suppletiva dellegemonia del blocco borghese, col quale si accorda, sempre pronta ad entrare in una coalizione ad un cenno della borghesia in caso di inasprimento della lotta di classe e di difficolt rivoluzionarie.[1]

Da allora la situazione economica mutata. I rapporti tra le classi si sono anchessi alterati, e allora la socialdemocrazia non svolge pi un ruolo passivo, come ancora si affermava nelle tesi di Essen a proposito della partecipazione della socialdemocrazia. Essa invece oggi lavamposto pi attivo dellimperialismo tedesco, della sua politica di guerra contro lUnione Sovietica, della sua politica di oppressione nei confronti della classe operaia. Ecco perch nelle nostre tesi attuali sul ruolo del fascismo e la crisi della democrazia noi affermiamo tra laltro:
La fusione tra riformismo e potere statale borghese trova la sua pi alta espressione nella politica del socialimperialismo e del social fascismo.

Ci in connessione strettissima con due fatti che voglio qui sottolineare con particolare attenzione. Primo: la nuova aristocrazia operaia in Germania sorta sulla base dei profitti monopolistici del trust e della mutata divisione del lavoro nelle aziende razionalizzate. Secondo: lintreccio sempre pi stretto tra socialdemocrazia e burocrazia sindacale riformista da una parte e apparato statale dallaltra ha particolarmente rafforzato tale aristocrazia operaia, la quale nellintera cornice dellordinamento statale borghese rappresenta, nella figura degli impiegati e dei funzionari dello Stato, un importante strumento di repressione della classe operaia. Un esempio estremamente caratteristico di questo fenomeno la fusione tra la socialdemocratica Banca dei Lavoratori e il capitale finanziario. Su questa mutata base sociale si sviluppa la politica social fascista della SPD, e viceversa attraverso questa politica muta la composizione sociale della SPD stessa. Ci che il nostro compagno Ewert[2] per esempio non riusciva a scorgere al VI congresso mondiale che cio questa politica social fascista della socialdemocrazia deve spostare e mutare la sua base anche se ha conquistato oltre centomila nuovi iscritti dal congresso di Kiel a quello di Magdeburgo ora diventa sempre pi chiaro. Non sempre la forza di un partito sta nella sua dimensione numerica; essa dipende invece come si insegnano le esperienze rivoluzionarie del passato dalla sua capacit di mobilitare le masse per la lotta di classe, dalla misura in cui esso riesce ad incidere nella storia come fattore storico reale. Nella misura in cui noi attueremo una politica corretta, la socialdemocrazia far leva sulla piccola borghesia in misura molto maggiore di quanto non abbia fatto finora. La composizione del partito al congresso di Magdeburgo ne gi una dimostrazione. Chi era rappresentato allora? Ministri, presidenti del consiglio e della polizia, molti funzionari dirigenti di partito e del sindacato e tutto lesercito di coloro che negli apparati dello Stato borghese sono, chi pi chi meno, aggrappati allordine esistente. Naturalmente noi non possiamo chiudere gli occhi sul fatto che nella socialdemocrazia sono ancora organizzati un gran numero di strati operai; ma molti di loro e, stando ai dati del congresso di Magdeburgo, si tratta di 635.000 lavoratori manuali sono lavoratori dei comuni, delle aziende di Stato, impiegati ecc. che soltanto la crisi economica spinge e costringe nella SPD. Ad essi si aggiungono gli elementi dellaristocrazia operaia, lesercito dei parassiti piccolo-borghesi i quali, dal momento che la socialdemocrazia il pi forte partito dellapparato statale e comunale, trovano in essa la garanzia e la promozione dei loro interessi privati. Laumento degli iscritti verificatosi dopo Kiel [3] riguarda soprattutto queste categorie.

In questi giorni ho sentito una storiella che girava nella tribuna stampa del congresso di Magdeburgo. Si diceva che per ognuno di questi socialdemocratici impiegati nellapparato statale o altrove che ne sono altri nove o dieci che aspirano ad occupare quel posto. In seguito un oratore lo ha detto apertamente dalla tribuna del congresso. Questi fenomeni di accentuata degenerazione accelerano il processo di imborghesimento della socialdemocrazia e di corruzione politica dei capi socialdemocratici. Daltra parte c da rilevare che decine di migliaia di operai delle industrie strategiche abbandonano la socialdemocrazia, e che specialmente la massa dei simpatizzanti che ancora il 20 marzo del 28 vot per essa, ha gi dato la sua fiducia al comunismo, come dimostrano le elezioni dei Consigli di fabbrica. Al congresso del partito di Essen noi abbiamo gi accennato in vari documenti allevoluzione social fascista della socialdemocrazia. Nelle discussioni con i fautori della politica del compromesso nelle elezioni di maggio, questi sostenevano che la socialdemocrazia al governo offre una certa garanzia contro il fascismo e che nella fase attuale il pericolo principale la democrazia borghese. Cito il documento ormai storico, la piattaforma dei conciliatori al congresso del partito, piattaforma che essi finora non hanno revocato.
Lelemento caratteristico della situazione presente consiste nella tendenza della borghesia ad attuare per il momento la sua politica imperialistica non con metodi fascisti o dittatoriali, ma in stretta unione con la socialdemocrazia sul terreno della democrazia capitalistica.

Io chiedo a questi conciliatori di dire qui, al congresso, chiaro e tondo se hanno ancora il coraggio e il cervello, di fronte agli sviluppi che si sono avuti in questo ultimo anno, di fronte al bagno di sangue di maggio a Berlino, di fronte alla proibizione del RFB[4], di fronte al congresso di Magdeburgo, di fronte ai discorsi e ai decreti dei ministri socialdemocratici, di continuare a difendere questa teoria. Io affermo e me ne assumo la piena responsabilit di fronte al congresso che se tale difesa ci dovesse essere, essa equivarrebbe ad una giustificazione e ad una difesa del corso social fascista cos come hanno avuto modo di fare con tanto zelo i miserabili seguaci di Brandler[5]. Noi abbiamo invece dichiarato fermamente che lacutizzazione della situazione obiettiva, linasprimento della lotta di classe in generale, la crescente attivit rivoluzionaria della classe operaia, la preparazione dellintervento militare contro lUnione Sovietica accelereranno levoluzione della socialdemocrazia verso il social fascismo. Il congresso del partito di Magdeburgo conferma pienamente questo fatto. Da una parte dunque noi vediamo un partito la cui base sociale viene gradualmente indebolita, un partito dunque dal quale, per questa sua natura, la classe operaia deve allontanarsi. Dallaltra parte si trova il partito comunista in costante avanzata, deciso a continuare la sua politica rivoluzionaria, ad onta di tutte le misure reazionarie. Di fronte al nemico di classe noi lotteremo fino allultimo istante per difendere il possesso legittimo del partito. Noi utilizzeremo tutte le possibilit della legalit. Anche se la borghesia tedesca insieme ai suoi lacch social fascisti ci probisce, noi non fermeremo il nostro corso rivoluzionario, n ridurremo di un ette la nostra attivit rivoluzionaria. I capi della socialdemocrazia, al congresso di Magdeburgo, si sono apertamente riconosciuti nel social fascismo. Nel suo discorso di apertura, il presidente del partito socialdemocratico Wels ha detto:
nostro compito rafforzare la democrazia e proteggere la Repubblica. Se i nemici della Repubblica riuscissero ad infliggere alla democrazia in Germania danni cos gravi che lunica via duscita fosse la dittatura, ebbene, compagni, sappiano quelli della Stahlhelm, sappiano i nazionalsocialisti e i loro fratelli comunisti di Mosca che la socialdemocrazia e i sindacati, come rappresentati della grande massa del popolo tedesco, compatti nelle loro organizzazioni, con azione consapevolmente responsabile e con disciplina inflessibile, e ad onta della loro posizione fondamentalmente democratica, saprebbero imporre la dittatura. Il diritto alla dittatura spetterebbe soltanto a loro, e a nessun altro.

Noi abbiamo colto in maniera insufficiente, persino nellambito dei nostri iscritti, il significato di questo discorso, e ancor meno di quanto fosse necessario lo abbiamo utilizzato allesterno nellagitazione. Ora il nostro compito pi impegnativo nelle settimane e nei mesi venturi appunto questo: denunciare la natura, il significato del social fascismo cos come stato esplicitamente proclamato dai principali esponenti della socialdemocrazia. Ciascun lavoratore deve riconoscere ci che i fautori del compromesso non hanno riconosciuto, e cio che il social fascismo, sotto il mantello della cosiddetta democrazia pura, apre la strada alla dittatura fascista. NOTE
[1]: Thesen und Resolutionen des XI. Pateritages der Kommunistischen Partei Deutschlands, Essen, 2. bis 7. Mrz 1927, p.16. [2]: Arthur Ewert (1890-1959), al VI congresso dellIC, aveva polemizzato con la maggioranza tedesca, guidata da Thlmann, che poi, a capo del gruppo cosiddetto dei conciliatori, cerc di estromettere dalla direzione della KPD. Sconfitto, dopo unautocritica, lavor nellapparato dellI. Arrestato nel 1937 negli Stati Uniti, trascorse otto anni in prigione, perdendo la ragione. Rientrato nella RDT nel 1947, trascorse i suoi ultimi anni in una casa di cura. [3]: Il congresso SPD di Kiel si era tenuto nel 1927. [4]: Rote Frontkmpferbund (Lega dei combattenti del Fronte Ross), organizzazione di massa della KPD. [5]: Heinrich Brandler (1881-1967), spartachista, fra i fondatori della KPD, era diventato presidente del partito al posto di P. Levi e laveva diretto durante lazione del marzo 1921. Reso responsabile del fallimento dellottobre 1923, fu chiamato a Mosca, dove lavor nellapparato dellIC. Tornato in Germania nel 1928, si schier con lopposizione e, espulso dalla KPD, costitu con A. Thalheimer la KPD-Opposition, che pubblicava la rivista Gegen den Storm (Contro la corrente).

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