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LE CENTO CITT D'ITALIA ILLUSTRATE

POGGIBONSI
DAI VIGNETI D'ORO
V ende mmiatrice toscana.
CASA EDITRICE SONZOGNO- MILANO
Fascicolo 141
DELLA SOCIET ANONIMA ALBERTO MATARELLI
Prezzo Lire 1.
PIAZZE, V I E E PALAZZI D I POGGIBONSI
A sinistra. In alto: La via Vittorio Emanuele. In basso: Casa Bonfanti, in via Pisana . dove fu ospitato Giuseppe Garibaldi
fuggiasco. - A destra. In alto: Piazza Mazzini. - In mezzo: Piazza Cavour . - In basso: Il Palazzo Municipale.
Q ' g
LE CENTO CITTA D'ITALIA
POGGIBONSI
DAI VIGNETI D'ORO
I
L pi antico ricordo storico che ci sia p ervenuto su
Poggibo.nsi o, per esser pi esatti, sul l vicino pog-
gio e Castello di Marturi, risale all'anno 970, a
quando, cio, Ugo il Grande marchese di T oscana,
don al monastero benedettino di S. Michele, d i cui
aveva decisa la fondazione su quel poggio, molti beni
pos ti in varie parti dei suoi Stati ; dcnazione che lo
s tesso principe conferm ed accrebbe ventotto anni
dopo. Ma per trovare notizie sull'esistenza d'un Borgo
di M arturi, gi, 11 al piano n, tra il fiume Elsa e il
stelli, poich tutti e tre, a nche per lo spirituale, fa-
cevano parte della circoscrizione fiorentina. Ed
nello stesso secolo che, come tra i vescovi per la giu-
risdizione ecclesiastica su auei territori, tra i
Comuni di Firenz.e e Siena attriti per la giu-
risdizione civile. Ci dimostrato dal fatto che, nel
1144, Ulri co d' Attems , vicario in Toscana pel re di
Germania Corrado Ili, volendo togliere ogni cagione
di guerra tra i due Comuni, consegn 1\!larturi e Pog-
gibonsi a Oldimario vescovo di Volterra e ai consoli
Panorama dell a citt .
t orrente Staggia, bisogna giunge re al t empo del mar -
c hese Bonifazio il Pie . della contessa Beatrice , della
contessa l'vlatilde. Fir,o d'allora, e cio dal secolo Xl,
q uel Borgo era compreso nel contado fi ore ntino e non
'' el senese, come fu credut o da alcuni. A quel con-
t 2do app a rtenne pure, olt re al Castello e al Borgo di
Marturi. il Castello di Poggio Bonizzi, nome corrottosi
pci in Poggibonsi, che incentriamo nella storia sol-
t?..n to verso la met d el secolo successivo. infatti
d urar,te il secolo Xli che si palesano le rivalit tra i
v escovi di Firenze e di Siena a causa di gi urisdizione
ecclesiastica sopra IVIarturi e Poggibonsi, per quanto
sia da ritenersi che si riferissero p specialmente a l
distretto circostante, n el quale si estendevano en-
trambe le diocesi , e non al .Borgo e ai soprastanti Ca-
l'UOJ' iliF.T E AllTlSTI C,\ .
di quella citt, per custodirli e difenderli a volont
del suo signore.
Pel moment o p er la de cisione del vicario r egio non
dette frutto, tant o che, nel 11 56, vediamo il
conte Guido Guerra Il dei conti Guidi, 11 il pi po-
tente signore della Toscana n, vendere al Co mune di
Siena 11 l' ot tava parte del monte d e tto di Bo n izzo, po-
nella valle di 1\!larturi, con ogni sua dipendenza >> ,
T! e lla quale occasione gli uomini di P o ggibonsi pro-
misero fedelt ai Senesi, obbi gandosi, tra a ltro , a far
guerra a loro piacimento. Quasi nell o stesso tempo
il conte Guido cedeva ai Fiorentini un'altra porzione
di quel monte, forse colla buona int enzione d'attutire ,
con u n' equa spartizione , le gelos;.e dei due Comuni,
ma invece coll'inevitabile r esulta to di inasprirle sem-
Fascicolo 141.
&
2 LE CENTO CITTA D'ITALIA
Pano rama della citt, da levant e.
p re pi. Tuttavia ogni co,ntesa and temporaneamente
sopita nel 1176, quando il Comune di Siena, in s-
guito alla solenne rotta toccata ad Asciano, rilasci
a quello di Firenze la met di tutti i possessi che aveva
nel Castello di Poggibonsi e sue pertinenze .
Circa .questa battaglia d' Asciano o megl io i fatti
che ne derivarono, giover ricordare quanto ci tra-
rr.andanOi le vecchie cronache. Si narra che, tornando
l'esercito dei Firentini dal contado senese, ancora
con Fir.e nze . << E nota - aggiunge il Villani - che 'l
detto poggio de' meglio assituati che sia in Italia ed
appunto il bilico o 'l mezzo della provincia di To-
scana 11. Esso ha infatti dintorni ameni, sani, fertili,
copiosi di prodotti campestri e trovasi nel punto dov.e.
dalla grande via Romea, la pi battuta, nel medio
evo. per recarsi di Lombardia a Roma, si staccavano
la traversa che risaliva verso il Valdarno fiorentino,
e l'altra che, per Volterra, volgeva alla Maremma.
Date tutte queste condi -
zioni, tanto favorevoli, di
ubicazione, di viabilit, di
suolo, pel nascere e cre-
scere della nuova terra
(continua l'antica cronaca)
i Fiorentini rimasero assai
crucciosi; e, per correre a l
riparo, tirati dalla Iom gi
abitanti di due castelletti
della Valdelsa, vicini e ne -
mici di quei di Marturi e
dei loro alleati, fondarono
l prossirr.o un. altro castel -
lo, quello di Colle, per
servirsene di bastione con-
tro Poggio Bonizzo, dal
quale distava quattro mi-
glia o poco pi; e certo
per isp.erienza poi sempre
stato quello Comune co-
me figliuolo di quello di
Fir{'.nze 11 .
esultante per l' inaspettata
vittmia, uno di essi, nel
passare dal Borgo di Mar-
turi, fece violenza a una
fanciulla; pel quale oltrag-
gio sdegnati quei borghi-
gian_i si rivoltarono contro
l'insultatore e i suoi com-
pagni; e, azzuffatisi con. lo-
ro, alcuni ne uccisero, mol-
ti ne .ferirono, gli altri tutti
svergognarono. Ma, sbcll ;-
ta l'ira, i focosi abitanti. di
M a r turi si impensierirono
della vendetta che su di es-
si avrebbe potuto prender
Firenze; sicch, per premu-
nirsi come meglio sapeva-
no e avere un. pi forte ri-
paro .contro il mal .volere
di quella citt, fecero lega
con giuramento con otto
castelli e Comuni vicini ,
convenendo con essi di di-
sfare le loro case per re-
cru-si ad abitare, tutti insie-
me, sopra il poggio di Bo-
nizzo, posto a cavaliere d el
loro Bo<rgo. E poich il pun-
to, per sua natura fort e,
comodo e bello, in breve
ora la nuova terra fu co-
struita e cinta di a lte mura
e spesse torri ; e divent
cos fiorente, per saldezza
di luogo e per numero e
ricchezza d'abitanti, c h e
costoro, d e p osto ogni ti -
more, sia dei Fiorentini, si a
di chiunque altro, strinsero
alleanza con Siena, mesco-
landosi poi a tutte J.e con-
tese che questa citt ebbe
Chiesa di S. Lucches e. - Nol i me tangere n, dipinto d el
secolo XVI.
Questo racconto, che ho
riportato pi che altro a ti -
tolo di curiosit, deve rit e-
nersi per la massima parte
inlondato, e pi special-
mente per quanto riguarda
l'e p o c a del!' edificazione
d e i due castelli . T an t o
Poggibonsi quanto Colle,
l' anti co Piticciano, esiste-
vano prima de il' insulto re-
cato alla donzella di Mar-
turi dall'incauto vincitore di
Asciano. Sembra dunque
da ritenersi piuttosto che,
in tale circostanza, gli abi -
tanti di Marturi, temendo le
rappresaglie dei Fiorentini ,
non costruissero dall e fon-
damenta, ma si rifugiassero
POGGIBONSI 3
soltanto nel gta esistente Castello di Poggio Bonizzo,
aumentandone la forza col loro numero e determi-
nando quei terrazzani a preferire la protezione di
Siena a di Firenze; e che egualmente Firenze,
decisa ad opporre fortezza a fortezza, circondasse al-
lora di solide muragl i.e la piccola localit di Colle.
Giovi a questo proposito notare che I' esistenza di un
Bonizzo casta/dio de M'arture, che sarebbe il proprie-
tario dd poggio su cui sorse, prima il Castello, poi la
terra di Po.ggibo.nsi, provata da un documento da at-
tribuirsi al sec. Xl, forse a prima del l 050. in que-
st'epoca che troviamo in Marturi anche un visconte.
buiti a Firenze non meno d'una cinquantina di ca-
stelli, specialmente del Chianti, tra cui Nebbiano, Bro-
lio e la Castellina, portando I' estrema punta del con-
fine tra i due contadi a sette od otto chilometri ap-
pena da Siena.
'Malgrado )a severa sentenza d'Ogerio, in quell'e-
poca gli abitanti di Poggibonsi seguivano pi spesso
la parte imperiale; tant o che, nel 1221, l'imperatore
Federico Il , << in premio della fede e devozione da
essi dimostrategli , concesse, o piuttosto conferm>
loro, il diritto d 'eleggere propri consoli, con pieuaJ
rri urisdizione, non solo sul castello e distretto di Pog-
Chiesa di S. Lucchese. - " L' incoronazione della Ver gine . e Santi . a.ncona a tr e sparti ti cuspidati, dipinta a tempera su
fondo d'oro (sec. XIV).
LA SENTENZA DI OGERIO
Sul principio secolo XIII la nuova terra di Pog-
gi bonsi doveva esser pervenut a ad un notevole grado
d 'importanza se. oltre al l' essersi gi costituita in Co-
rr. une con governo proprio, i) suo pot-est veniva scelto
per arbitro in qU-estioni delicatissime e della massima
impor tanza politica; e pi precisarpente , come ac-
cadde nel 1203, p er la delimitazione dei confini con-
t estati tra i contadi di Firenze e di Siena . Era allora
potest di P oggibonsi Ogerio, quasi certamente uno
Gei nobili di Staggia, il quale , assistito da altri quattr o
a rbitri, tutti di Poggibonsi, il 4 gi ugno di quell'anno,
st ando nella Piev.e di S. Maria Assunta, alla presenza
di tutti i pi cospicui personaggi della regione, pronun-
zi una sentenza che fu un gravissimo colpo contro
la potenza di Si.ena. Con essa infatti venivano attri-
gibonsi, ma anche su quelli l vicini di Staggia, Mor-
tennana e Montagtolo di S. Gimjgn.ano. Nel mede-
simo anno 122 1, il Comune di Poggibonsi stipulava
formale all.eanza con Siena , a condizione, occorrendo,
di fare guerra ai Fiorentini; alleanza che fu confere
mata cinque anni pi tardi . In sguito a tutti questr
trattati. nella lotta ch e, dal 1229 al 1235, si svolse tra
Siena da un lato, e Firenz.e e Orvieto dall'altro, Pog-
gibonsi sta con Siena e cede con lei . Malgrado ci ,.
continuando a part eggiare per l'Impero, fin col ri-
tutte contro di s le for ze dei Fiorentini, i
quali, nel 1257, spedirono armati a Poggibonsi con
tanta prontezza che, quantunque fosse ormai terra
ragguardevole e in stato di provvedere da per s, sen-
z'altro aiuto, ai casi propri, riuscirono ad occuparl'a
innanzi che p otesse pur tentare la difesa. E allora
ne presero pie na vendetta. Invano quegli abitanti.
4 LE CENTO CITT D'ITALIA
in un forte castell o e rto sul poggio , ma m
una borgata aperta e bassa .
Dopo la pace di Fucecchio, conclusa nel
1293 tra la lega gu e lfa di Toscana e i P i-
sani , il Comune e di str.e tto d i P oggi bo nsi
venne ro incorpora ti d e finitiv a mente al con-
tado fi c re ntino . Vera mente si era vent il a to
p e r I' i m-, a nzi di di vid e re quel territorio tr a
Fire nze, Coll e e S. G imi gnano . Ma - be n
lo si comp rende -- a ll o stringer dei cont i i
Fiore nt ini se lo pr esero tutto per s. E fu
propr io la part e de l leone! Da allor a in
poi , fu orch , p er b revi istanti, nel 13 13.
quando l'imperatore Arri go VII, a nd ato a
P oggibonsi , cc ripuose il cast ell o in sul pog-
gio, come anticarr. e nt e solea essere , e p o-
segli nome Castello imperiale 11 , e propri o
da Poggibonsi fulmin contro Firenze inu-
tili, se non grottesche condanne, da all ora,
dico, segu !.e sorti di Firenze, fine all a
caduta della Repubblica, venendo- con le i
sotto- il dominio dei Medici e dei loro su c-
cesson.
Ch iesa d i S . Lucchese. - Meraviglioso dossal e
Robbia (I S14) .
d i altar e, de i Della
Giovi qui notare - a lo de di Poggibonsi
- come i suoi abitanti , i quali erano stat i
fir,o, pu d irsi , dalle prime origini del loro
castello, t enaci ribelli della Repubblica di
Firenze, una volta d e finitivamente assog-
gettati , ne furono- distrettuali fedeli e si-
curi. 'Mai .e in nessuna occasione troviamo
indizio in lo-w di dubbia fede o, peggio,
di tradimento. Cos nel 1479 quando i Fio-
rentini venivano battuti , sotto le sue mura,
dalle genti d' Alfonso d ' Aragona duca d i
Calabria, perch in quell'occasione Poggi-
bonsi , be nch inv.estita da forze prepon-
deranti, tenne duro-, promettendo soltanto
d'arrendersi se, entro il sesto giorno, non
rice vesse soccorso; cc nel qual d non es-
sendo comparito l'aiuto, si rese , e i r,imici
andarono con le bombarde a mettersi in-
q uando si vide ro ridotti a tale estremo, inviarono a
Firenze loro ambasciatori a impl ora re che la loro pa-
tria ve niss.e risparmiata; i Fi ore ntini si mostra rono in-
fl essibili; ne smantell a rono le mura e le torri . vi d et-
t a rono nuove leggi e vi stabilirono un forte presidio .
M.a spesse volte le mezze misure non servono a rag-
giungere l'intento; e Firenze , se volle re nde re inof-
fensivo il riottoso castello , dovett e ricc rr.e re a un prov-
vedimento b en pi decisivo : la sua distruzione .
DISTRUZIONE DI POGGIBONSI
Nel 1260 si e ra avut a. vero , la grande vittoria d ei
Ghibellini a Montaperti , ch e aveva p ermesso, anche
ai Poggibonsesi, un pi largo respiro; ma prest o t orn
a var iar la for tuna e si e bbe . per la parte imperi ale,
una ini n te rrotta e irre pa rabi le serie d i di sastri . Nel
1266 tocc a l re Manfr edi, n e l 1268 a Cmrad ino di
Sve vi a , ne l 1269 ai Se n esi ; era fa ta le ch e vemsse poi
la volt a d i Poggibonsi. Infa tti . non pi t ard i d ell' a nno
successi vo, i Fiorentini. assi cura t is i o rmai dai nemi ci
pi gross i. insieme col conte Guido di Mon tfort. vi -
cari o in Toscana pe r re Carlo d' An gi , mossero an-
cora le a rmi contro P oggibonsi, e non si partirono di
l fin ch n on lo .ebl:>ero preso e di strutto . l suoi abi -
tanti , p rivati di o gni civil e giur isdi zione , furono co-
stretti a tornarsene gi n el pi a no, nel p rimitivo Borgc
di Marturi , dove si aggrupparono alla meglio, non pi
torno al Colle n. Cos' quando, nel 1529 ,
Firenze s' <>.pparecchiava all'estrema difesa
della sua libert, contro le arrr.i collegate del papa e
dell ' imperatore. Anzi, fino d al 1480, Lore nzo il Magni-
fico a veva sentita la necessit d.i ricostruire sul poggio
di Bonizzo l'antico cast ell o, e farne un antemurale con-
tro i ne mici che, da que lla p a rte, volessero attaccare
lo Stato fiorentino; ed in effetto si rialz allora, quasi
per intero. la cittadella gi a bbozza ta dall'imperatore
Arrigo VII e si cominci, su di segno di Giuliano d a
Sangallo, u na nuova cinta di mura in mattoni , raffor-
zata da ri corsi in tra ver tino . Il progetto venne a bban-
donato dall'inetto fi gli o d i Lore n zo, Pi.ero Il ; ma quan-
do, ve nuta Firenze sotto lo scettro dei Medi ci. il due':\
Cosi mo l e bbe necessit di fornir e d ' armi e di ve tt o-
vagli e gli incomo iuti baluardi d el Poggio Imperial e .
p er serv irsen e di base nell a guerra contro Siena, a l-
lora ste tt e forse per re carli a comp ime nto , non p i per
tutelare, ma p er opp rime're la libe rt . .Se non che , c a-
dut a Si.e na in suo potere e unito lo Stato senese a l
fi orent ino, ve nne a cessare p er se mp re la necessi t , in
que l punto , d ' o gni nuova fortifi cazi one; e P oggibo ns i
dive nne strument o di pace e di p rospe rit .
PERSONAGGI ILLUSTRI
Gi, forse fino dalla prima met del secolo Xlii,
vi e ra stata introdotta l'industria della conciatura d e lle
p elli ; e, con essa, la manifattura della lana, che an-
P O GGIB O N S I
)
d ava di giNno in giorno fa-
cendosi pi, ri gogliosa ; a nzi ,
p rop rio in Poggibo nsi - a
q ua nto narr asi - sarebbe st a-
to lavorante d i )ana quel Sant i
Ben tivoglio che divenne p oi
( 1446-62) signore d i Bo legna.
Gi fra Mauro d <1 Poggi bonsi
a veva composta ( 13 1 O) la pa-
r <'\ frasi rima ta del 11 T es oro 11.
d i ser Bru netto; un altro p o g-
gibor.sese , fra Niccol , r eca-
t-c vi a ggiando il nome dell a
sua patria in T errasanta, in
Etiopia , in Egit to (sec. XIV),
e Menichino Buonan ni scol-
p ito il p roprio nome .e lo
ste mma ( 1539- 42) sull a super-
ba torre marmorea dett a 11 il
!Vl arzocco " eretta a guard ia
de l por to di Livorno; mentre
fra Gi cvannan gelo Mon t orso-
li, cui P oggib c nsi d e t te l' avo
e il p adr e , andava. abbell endo
l
Il castello della Badia. - Ye::l uta da mezzogiorno.
rr.ezza Itali a d i rculture che non fa nno t orto a quell e
d e l suo gra nd e Michela ngelo ( 1506-93), e Si-
mone, p ure d a Poggibo nsi (sec. XVI-XVI I), sccl a ro d el
P occetti . con tr ibuiva a d a nimare coll e sue pi ttu re , in
Fire nze , il chi ostro grande di S. Mar ia Nove: ll a . A
costoro da u.gg;un gersi un moderno : il geogra fo,
cart ogra fo, p a tri c tta Frane-esco-Cos tantino Marm.oc-
chi ( 1805-58).
MONUMENTI
O ggi , a ricordare la secolare st oria di ques t a t err a ,
le rimangono, olt re a qualch e rudere di vecchie mur a ,
il Palazzo Pretorio, col pr ospetto decorato da parec-
chi st e mmi in pietr a d egli a nti chi re tto ri ; e, l accnt o,
una torre medic evale an cora coronata di merli . Poco
d istante la Coll egiat a, d e dica t a a S. Mari a Assunta,
da l cui fi a nco si alza il campanil e pur e me rlat o, co-
s tituit o d a un 'altr a torre de ll o scomparso castell o .
Questa chi esa , e difi cata sul)' a rea dell a P ieve orno-
Il castello della Badia, - Il cort ile . .
r, ima, u na cost ruzio n e modern a ( 1860), a croce la-
t ina, con tre n avate , d ivise d a colonne ! O -
nic-e ; conserva, r, el ]' abside, una Crocifissi one su t a-
vola a t tr ibuita a Vinoenzo T arr.agni { 1492-1529}, un a
Sa cra . Famiglia dell a maniera di .Andrea del Sarto
( 1486- 153 1 }; in u na d elle cappell e un b e: l fon te b a t-
tesima le in marmo , d el 134 1. lvi presso. invece u na
chiesa medi oeva le, quell a d i S. Lorenzo , gi d egli
Agosti niani, res taurata o r sono pochi a nni. H a an ..
ch 'essa l'i nterno a tre navate, di vise d a p il astri , e
. tett o a travatur.e scope rt e; agli alt a ri e n eile cappell e
le ri ma ngono un S . N iccol da T ole ntino, tavola att ri -
b ui ta ora a P ier Francesco Fiorentino, ora a Ner i d i
Bi cci, ora a d altri , semp re del secolo XV; e un Cro-
cifisso ]igneo, ant ico , venerati ssimo.
S. LUCCHESE
Ma abb a ndoni a mo o;r mai la po polosa, ru moreg-
giante, anima ta t erra di Poggi bonsi, volg.endo il p asso
su per la s trad a, sul suo
mu ove r e ripidi ssi ma , pOI
pianeggiante, ch e volge agli
<w anzi dell' antica rcca d i
Poggio Bonizzo, d i venut a
pi tardi quell a b elli ssima
de l Poggio Imper iale, dond.e
ancora minaccian o i b asti c ni
di Giuliane da Sangall o ; mi-
naccia vana, ch 2: , invece di
armi e d i a rmat i, chiudono
ne ll a loro p erifer ia u n pod e-
re tut to rr.esso a cultura! Ed
e cco, p resso di essi , sul cul -
mi r. e di amena e ride nte col-
lina t ut ta coper ta di vit i e di
divi , il maggiore dei monu-
menti di cui si ad ornino
P cggibonsi e le su e vicinan-
dico l' a ntica e impe-
Dente chi.esa. di S. Lu cchese ,
che, sia p er la sua archite t-
tura sia per ].e pregeYd i e
P. Um.erose - opere d a rt e che ,
ma ]gr a d'o le ripe tut e spo lia-
zioni, tuttora conserva, si a
LE CENTO CITTA D'ITALIA
..: mignano, di Macrino, Albino, Gneo Pom-
peo e Marzio per Firenze, -e chi pi ne ha
pi ne metta .
Ma ormai, coll'alba del secdo XIII p i ~
vasti orizzonti di fratellanza e di pace, si
aprivano pei popoli. Un nuovo sole era sorto
da un nuovo Oriente, e il figlio di Pietro
Bernardone scendeva dai verdi colli umbri
ad abbracciar-e col suo immenso amore tut-
ta l'umanit. Fu allora infatti che S. F ran-
cesco f.ece il . suo- primo viaggio nella Va!-
delsa, per ottenere, dall'altrui carit, terreni
adatti all'edificazione di ricoveri p e' suoi
confratelli, e sussidi e viveri pel loro sosten-
tamento; fu allora che, essendosi rivolto ai
Comuni vicini, questi tutti , in ossequio alla
voce ur,anime che gridava attorno atto-rno
la gloria del Povere !lo d'Assisi e la santit3.
delle sue opere, fe cero a gara per secon-
dario.
La facciata e la torr e de ll a Collegiata di S . Maria Assunta .
E fu cos che. c irca il 1213, la vecchia
chiesetta di S . Maria v-enne ceduta dal
Comune di Poggibonsi al P:verello d'As-
sisi; il quale , se pur non fu il suo operoso
successor-e frate Elia, la fece rifare pi gran-
de e pi l::ella ed erigervi accanto il mona-
stero, in sostituzione dell' antico eremo ca-
maldolese . Ed in ci gli fu di sostegno e
d'aiuto un Lucesio. o Lucchese, nativo di
Gaggiano, allora villaggetto a pochi passi
da Poggibonsi, il primo che - a quanto si
afferma - vestisse l'abito del Terz' Ordine
di S . :Francesco (122.1), insierr.e colla mo-
glie Bona. Furono questi due che, merc
la loro alacrit, il loro esempio, i loro beni,
contribuirono, e largamente, alla costruzio-
ne dei nuovi edifizi, rendendosi cos tanto
benemeriti ed amati da quelle popolazioni
che quando, nel 1260, il generoso benefat-
tore venne a morte, la riso-rta chiesa fran-
cescana lasci l'antico tito-lo, prendendo d a
lui, proclamato santo ed ivi sepolto, la nuo-
va denominazione, mentr-e il Comune lo as-
sumeva a suo celeste patr-ono. Per il tem-
pio, cos felicemente iniziato, per quanto
condotto con continuit, non fu recato a
compimento se non dopo un lungo corso
d'anni , tanto che non pot dirsi finito se
non sul cadere del secolo XIII e sul princi-
pio del XIV; le due cappelle laterali anzi ,
quelle che sporgono dai suoi fianchi, sem-
brano costituire un'aggiunta. anche poste-
l
pei tanti avvenimenti di cui tramanda ii ricordo, o-f-
fre all'erudito, all'artista , al turista, un quadro quanto
mai suggestivo e interessant e .
Questa chiesa, solitari a , nascosta in parte dai ci-
pressi che le .fanno corona , con accanto il gruppo
pittoresco dei fabbricati dell' a ntico convento, serena
e severa ad un tempo, spira tutto all'ingiro la pace
delle ascetiche dimore . Gi e siste nte nell'Xl secolo,
fu da prima intitolata a S. Maria di Caml-doli , dal
nom-e del placido regime monasti co allora allora fon-
dato da S. Romualdo e di .cui fu vanto e cura la col -
tivazione dei campi, la custodia e lo shuttamento ra-
zionale delle foreste, l'arte insomma di correggere op-
portunamente la natura e t rarne utile per l'umanit
anche l dove pareva meno possibile. E lasciamo per-
dere il fantastico duce Camaldo e gli altri profughi
<< partitisi dalla distrutta e arrabbiata Fiesole n; ch
quella non storia ma favola, come le altre di Atlante
per la stessa Fiesole, di Silvio e Muzio per San Ci-
nere.
La chi-esa attuale, che sostitu quella romanica di
S. Maria, presenta ancora , nel fianco sinistro e nella
facciata, gli avanzi della prima costruzione; il rima-
nente del consueto tipo francescano, a croce latina
e a una sola navata ; p er il presbiterio appare pi
complesso che in altre chiese del medesimo Ordine;
infatti, oltre le due ca ppelle che prolungano, una p er
pa1te , il braccio trav-erso della crce, altre due , pi
piccole, se ne aprono a destra e a sinistra del coro.
Ne resulta che qui l'antico t ipo lombardo a tre absidi
semicircolari , si cambia in tr-e absidi rettangolari . Le
dimensioni del tempio sono tra le maggiori che si pos-
sano trovare in chi-ese suburbane ; il braccio lungo della
croce , co-mpresa la tribuna ma escluso lo spessore
d ei muri, misura infatti m. 49,50; il braccio trave rso ,
compr-ese le cappelle, m. 30. La sua altezza di circa
14 metri in gronda, di 17 sulla linea mediana. La fac-
ciata , al di sopra d'un rozzo portico moderno, pre-
senta un grande occhio circolare, riaperto di recente.
POGGIBONSI 7
Vi si apre una sola porta , sulla quale era gi lo stem-
ma, scolpito in pietra, della famiglia Segni, alla qual e
fama appartenesse Bonizzo, il noto proprietario d el
poggio che da lui prese il nome , e , nel secolo XVI ,
Bernardo Segni, il celebre storico e diplomatico fio-
rentino. Del campanile primitivo s'indovinano, pi che
non si trovino, poche e incerte tracce; taccio dell' at-
tuale campanile, insignificante costruzione, probabil-
mente del secolo XVII o del XVII).
Ma varchiamo ormai la soglia d el magnifico tempio .
Il te tto della navata ci si mostra a cavalletti ; le cap-
pelle e il coro sono invece coperti da archiacute volte
a crociera . Il pavimento a due ripiani; il dislivello
per salire al presbiterio si supera merc quattro gra-
dini. Illuminano la nava ta otto finestroni oblunghi a
sesto acuto; le cappelle e il coro altri finestroni bifori
del medesimo stile. Adorna l' altare a destra , quello
della Maddalena, un Noli me tangere, tavola a tem-
pera condotta con arte meravigliosa di disegno e co-
lorito da Raffaellino del Garbo, meglio forse da Ce-
rino da Pistoia (sec. XVI); quindi, in una lunetta in-
c avata nella parete, un grande affresco, raffigurante
h Vergi ne col Figlio e due Santi, opera del sec. XIV
c he ricorda la maniera giottesca, e sotto, pure in af-
fresco, il Martirio di S. Andrea, di Bartolo di maestro
F redi ( 1356 c.). Ma l'a !tar maggiore ri chiama ora tutt a
l a nostra attenzione . Esso ci presenta infatti come
La Madonna col figlio , mirabile statua in legno policromo
{sec . XIII-XIV), nella Chiesa di S. Lucchese .
L'i nterno della Collegiata di S. M. Assunta.
dossale. una mirabile ancona a tre spartiti cuspidati .
dipinta a tempera su fondo d'oro, con decorazioni
di legno intagliate e dorate, esprimente l'Incoro na-
zio ne di Maria e quattro Santi; opera del secolo XIV
che richiama la maniera di T addeo Caddi e provi c n .
se non da lui, quasi certamente dalla sua scuol a. Ne lb
cappella absidale a sinistra di chi guarda la tribuna.
quella del Sacramento, troneggia una bella statua d Il a
Vergine col Bambino, in legno dipinto, attribuita a
Duccio di Boninsegna ( 1300 c.). Nell'altra ca p p Il a.
detta del Buon Consiglio, all'estremit d estr a d ll a
c rociera, in una bell'urna dorata, chiusa da lastra d i
cristallo, si conservano le ossa di S. Felice , solda to pa-
gano, convertitosi alla fede ed assunto perci a ll a glo-
ria del martirio; ossa accuratamente ricomposte c co-
perte di ricca veste e guerresca armatur a. Ne lla cap-
pella a sinistra d ella crociera, invece, quell a di S . Luc-
chese, entro un'altrettanto bella urna., ornata d i scul -
ture e fregi d'oro e protetta pure da cristall i, giace il
corpo di quel Santo. Oggi questa cappell a si present a
tutta restaurata e chiusa da una cancellat a in ferro,
opera pregevo.]e d ell'artefice poggibonsese Pi.e tro Ba-
rucci. Al di fuori del suo grande arco, anti chi aff re-
schi, attribuiti a Taddeo Caddi e Cennino Cennini
(sec. XIV). illustrano o raffigurano la .vita di S. Stefano.
le Virt Cardinali e parecchi Santi .
Rientrando nella navata, troviamo, sulla sua parete
sinistra, un episodio della vita di S. Niccol da Bari,
hescato, anche questo, da Bartolo di maestro Fredi .
l'episodio nel quale il Santo getta dalla finestra le
borse d'oro alle tre sorelle dormenti, affinch, per
8 LE CENTO CITT D' ITALIA
- - - ---------- --------- --- ------
La Ch iesa di S. Lucchese. - In alt o : L' e>terno (secolo XIII e XIV) . - In
mezzo: L'abside. - In basso : Il ch iostro (sec. XVI).
gran mi seria. ncn a vessero a pe rd e rs i :
a tt o di cos a vve d uta e squisit a libe ralit
da venire addit at e ad esempio dall o stes-
f!G l d e ve, nel Cant o xv del
u P urgatcric >>, r icorda
la largl1ezza
Che fec e N iccolao all e pulce/l e
Pe r condurre ad ono r /or f5 ocinez=a.
Da qL esta parte pure il pulp it o, d el SC
cci:: XV, scclp ito in )egna di noce. ri cce.
quante mai si pcssa itT.maginare , d'i nta-
gli. d ' in t arsi, d i d ecorazi oni sva ria t issime ,
di corrette d isegr,c , d accura t a esecuzio-
r: e ; opera , insomma , di cui assai d iff.cil -
!11(n te. tra le congeneri, pu trova rsi h
migli c:e . E q ui presso il !astrane sepcl-
cra le in marmo del l' anti ca e nobi liss im
fa mi glia feudale d egli Squarcialupi da
r.;k r tcnnana, u n t e mpc pctent e e t cmut<"l
nell e ccnt igu e va lli d ell 'Elsa e dell a Pesa .
-: n Ql' esto il nostro girc ne ll' int em o d e l
mi rabil e t empio compiuto, no n ri ma -
nendoci da a mmira re che , all'alta re a s i-
r.ist ra di chi e nt ra , quell e dell'lmmacc-
la ta Ccncezic n e . una Madonna cci Ba rr. -
b ir c, S. Francese-c e S. A. nto nic da P a-
d e va, ricch issime e compl esso d ossale
robbiano in t e rr a cotta colorata, eseguito
nel 1514. P rima per d i dar te rmi ne al b
ncstra visi ta , nc n dime nt iche r.emc . in Sa -
gres tia , un b a nco a tra foro del ' 300, con,
ne lla pa rte supe riore. di ci ass-e tte mezze
li gure d' Apcste li e a ltri Santi ; deli cati s-
simo la voro della maniera di Duccic c
d el Caddi .
Ma . se cos interessante ci si mostra il
te mpi e di S. Lucchese, non privo d ' im-
pcrtanza , rr.al gra do la sua modesta appa-
renza . l'atti guo convento, ora in p a rt e
destinato ad abitazione d el parroco, in
parte adibite ad usi rust ici . Vi se no ri -
ma rchevoli, rispe tt o all'arte . il Chiost ro .
ccn a ttorno attorno un bel loggi a to , pr o-
babilme nt e del secolo XVI , p oggi ato su
o i l astri con archi a mezzo tondo; l'anti ca
Lc.ggia este rna , esistente tuttora nell'
ginaria se mpli c it; la Sala Capitola re e
il Refettori o, in fondo al qual e pu am-
mir u si u n a ffres co rr.or,o cromo di C e rino
da Pi stoia , raffi gurante la Moltipli cazione
dei pani ( 15 13), composizione, b en eh pur-
trcppo molt o d e te riorata e scolorita , se m-
p re notevolissima per grandiosit d i con-
cetto e bell e zza di ligure , il capolavoro
di quel pittor e . lei Chiostro una piccol a
pi etra scura , con stemma e isc ri zion e, ri -
ccr da il sepolcro di un rarr.o d ella nobi -
li ssima fami glia de' Cherardini, casa ma-
gnati zia fi orentina di parte gulfa, donde
- secondo la leggenda - sarebbero di -
scesi i Fitz-Cerald, che, con titolo di go -
ve rnatori per conto dei re d'Inghilt erra .
regnarono di fatto sull'Irlanda per pi se-
celi . La chiesa e il convento di S. Luc-
chese rimasero ai Minori Conventuali lino
al 1440, all'orch papa Eugenio IV, p e r
condiscend'ere alle vive istanze del Co-
mune di li concesse a San
Bernardino da Siena, altro ornamento
della grande francescana, e ai
POGGIBONSI
A sinistra . In alto: In gr esso , la to nord, della Fortezza Medicea. - In basso: Piccola p :>rta d'an ;rolo, a levante. - A dest ra. In
alto: In gr esso, lato di p on e n :e. - In mezz::> : Castello della Rocchetta, da ponente. - In ba sso: Lo stesso, da levante.
9
IO LE CENTO CITTA D'ITALIA
Talciona. - Facciata della Chiesa {sec. XIII).
suot seguact, 1 Minori Osservanti, alle cui cure nma-
sero affidati fino al 1790, quando il convnto and
soppresso e la chiesa eretta in parrocchia.
LA BADIA LE FONTI
Ma se S. Lucchese ha trattenuto finora la nostra at-
tenzione d'artisti e di studiosi, ecco richiamarla ora ,
l accanto, l'agile, merlata mole della Badia. Posta an-
ch'essa sopra una dolce pendice verdeggiante, per tre
quarti isolata, fu prima fier-o castelletto, il castelletto
di Marturi, ben distinto, per quanto vicinissimo, da
quello di Poggio Bonizzo e dal Borgo sottostante del
suo stesso nome; poi pacifico cenobio benedettino; ed
ora bella villa signorile. L'origine di questo castel-
letto di Marturi si perde nella notte dei tempi; sicch
noi, poco amanti di induzioni e di favole, rimandiamo
il lettore curioso a quegli scrittori che si corr.piacquero
di lunghe dispute sull'argomento. Dir-emo soltanto -
lasciando pure da parte, con buona pace dell'ingenuo
cronista << Catano de Stagia n, o di chi per esso, Ca-
tilina e i suoi commilitoni - diremo soltanto, ripeto,
che !:e il castello di Marturi vanta un'origine molto
rem-ota, fo-rse romana, fors'anch e pi antica, non ci
sembra da pori-o in dubbio . Ma, se ignoto ci rimane
l'anno di nascita del cast-ello, non cos avviene p el
monastero, di cui conosciamo fede di battesimo e
nome del fondator-e. La Badia di Marturi nacque,
sotto l'invocazione di S . Michele Arcangelo, nel 998,
per rr.unificenza di Ugo il Grande marchese di T c-
scana, in luogo e vece del preesistente fortilizio; e
venne dal principe regalmente dotata di chiese suf-
fraganee, case. casali, terre, vigne, ville , fattorie .
officine, masserizie preziose, arredi sacri, vassalli,
sparsi in moltissimi luoghi dei suoi Stati, ma special-
mente nel Chianti , in Valdelsa e nel Valdarno supe-
riore e fino nel co-ntado di Modena , tanto da renderla
uno dei pi ri cchi monasteri della re gione. Ma, non
appena chiusi gli occhi il Gran Barone, del suo ricco
cenobio cangiarono le sorti, perch esso andava de-
vastato, spogliato, dis-ertato dei monaci, pro-fanato;
da uno dei suoi immediati successori, il marches-e Bo-
nifazio di legge ripuaria n; e cos rimase finch que-
sti, ra.vveduto e pentito, ne ripar per quanto pot i
danni , i quali furono anche maggiormente sanati dalla
protezione de lla Sede Apostolica, dalla benevolenza
dd Ra.nieri, dali' amico intervento .della
contessa Beatrice, dalle nuove largi zioni della con-
tessa Matilde. Durante tutte queste vicissitudini non
tralasciarono per quei monaci, come i loro confra-
telli di S. Maria di Camldoli, di dedicarsi , in gran
parte, alla bonifica dei terreni e alla coltivazione dei
campi , formando e confermando cos quella tradi-
zione paesana che forse fu causa non ultima del-
l' amore che i Poggihonsesi hanno sempre avuto per
l'agricoltura e che forma uno dei loro migliori pregi .
Ma poi venne davvero la decadenza . La Badia, de-
stinata in commenda a questo o quel cardinale, ag-
gregata coi suoi beni a quelli delle monache Brigi-
diane del convento fiorentino del Paradiso, fin, nel
1734, col vedere il suo patrimonio unito al nuovo
Conservatorio dei poveri, eretto allora nello Spedale
di Bonifazio in Firenze .
La famosa e ricca Badia di Marturi era cos avvolta
eli dimenticanza e di squallore, quando, nel 1882, essa
Chiesa di Talciona. - L' altar
xisorse, pu dirsi, a nuova
vita, merc l'opera int-elligen-
te ed alacre del nuovo pro-
prietario Marcello. Calli-Dunn.
E;gli seppe trarre da quella
macia. di sassi un soggiorpo
' bello, gaio, attraente . Ali' an-
tica via d'accesso, angusta, ir-
regclare, ripidissima, sostitu
una strada larga e ben t e nuta,
che con dolce pendo sale il
colle. Qui, sulle tracce dei
muri antichi, f.e' risorgere il
primitivo castello. E si ebbero
cos, all'esterno, ponte leva-
t o i o, porta principale, con
piombatoio e battenti ferrati e
inchiodati , porta di soccorso,
ballatoi, bertesche, vedette,
feritoie, parapetti merlati, ca-
sematte, svelte torri, carr.mino
di ronda; all' interno saracine-
sca, cappella, corte, loggia,
loggiato, sala d'armi grande
e ricca; tutto in ogiva. L' edi-
fizio riacquist cos il temuto
aspetto guerriero d'un tempo ;
ma ora il suolo attorno attor-
no tradisce la serenit dell a
moderna dimora, qua posto a
cultura, sparso di piante e di
boschetti verdeggianti , l ri-
dotto ad ameno e grazioso
giardino, con bei vial i per chi
brami godere le pure arnette
dell'Elsa., -o contemplare lo
stupendo panorama della val-
le sottostante, dei poggi del
Chianti, dei cento e cento ca-
stelli, casali, chi ese e ville,
che vagamente gli fanno cc-
rana.. Subito fuori di Poggi-
bonsi, sotto la F ortezza, non
si tralascino, nel luogo detto
Vallepiatta, le pittoresche
Fonti delle Fate, dai severi,
profondi archi ogivali corona-
ti d'edera, specchiantisi nel-
l' acqua verde; opera medio-
e vale, di tipo senese. di Balu-
gano da Cr.ema.
CEDDA E GI\VIGNANO
Ma non soltanto il tempio
di S . Lucchese, il castello del-
la Badia e le Fonti richiamano
la speciale att enzione del vi-
sitatore nei dintorni immedia-
ti di Poggibonsi: ma tutti in-
distiJotarr.ente si presentano
facili alle pi dilettevoli e
istruttive escursioni, su pei
colli verdi di p ampani . b iondi
di mssi, argentei di ulivi,
punteggiati dalle macchie bru-
ne dei vigili cipressi. Seguia-
mo qualcuna delle ta nte stra-
de che se ne dipartono. S.e,
volgendo a nord-est , percor-
reremo il comodo stradale mo-
derno che sale alla Castellina
POGGIBONSI Il
In alto : Poggibonsi : Le Fonti delle Fate. - In mezzo: Castiglioncello di Monteriggioni.
La rcca della dantesca Sa pia. - In basso: Staggia-Franzesi. La rcca.
12
LE CENTO CITT D'ITALIA
Chiesa di T alciona. - Tabernacolo per l'Olio Sant o, dei
Della Rabbia.
in Chianti, trover.emc, a neanche sei chilometri. la
bella chiesa romanica (Xl-Xli sec.) di S. Pietro a
Cedda. che deve probabilme nte il suo nome all'es-
sere stc>ta in antico circondata da boschi da taglio
(silva caedua). tutta in fil aretto, a una navata, con
tetto a cavalletti e abside semicirco.Jare . Raggiunge
in lunghezza i metri 23; in larghezza i 9. L'architrave
della porta decorato a rosette e, al di sopra di essa,
s'apre u n ; ~ finestra bifora ; altre finestre, lunghe e
strette, cou largo strombc e arco semicircolare, illu-
miraroo le navate e il coro. Il tetto dell'abside poggia
su lesene di forma lombarda, collegate in alto da una
cornice ad archetti semicircolari. Nell'interno conserva
un trittico su tavola colla Vergine e il Figli o, il Padre
Eterno .e Santi, opera giottesca. Presenta pure capi -
telli, cornici, fregi svariatissimi, animali, teste umane,
busti, e, murato alla parete, il prospetto finissimo
di un tabernacoJ.c; tutto sco.Jpito in pietra nei primi
tre secoli dopo il Mille . Veglia il vetusto edifizio, che
venne con grand'arte restaurato e completamente ri-
pr istinato una trentina d'anni or sono, una robusta
torre campanaria .
Nel secolo XVI fu annessa a quella di Gedda la
parrocchia di S . Donato a Gavignano. Anche questa
piccola chiesa in pietr', di puro stile romanico (se-
colo Xl) con, sopra la porta, una bifora bella e ri-
ginale. Fra i suoi arredi merita menzione un osten-
sorio bizantino. Nella circoscrizione di Cedda pure
la frazione di Gaggiano, dove, come iVedemmo, nac-
que S. Lucchese; da recenti studi sembra risultare
nativo d..i Ccd'da anche Bartolommeo della Gatta,
musi co e ccellente (fabbricante d. organi). rr.iniator e .
pittore (s ec. XV) , che coll abor. col Perugino e il
Signorell i, ai lavori della Cappella Sistina in Roma .
Cedda che, per la sua posizione, pu dirsi la chiave.
del vinifero Chianti pe r chi provenga d alla Valdels a.
fu gi feu do, fra i tanti, d egli Squarcialupi da l\llor-
t ennana. Godeva gi del tit olo di pi e ve ; oggi par-
rocchia popolosa e import an te , t ant o da andar d o-
t <c ta di tr e scuole pu bbliche, scuola e corpo musicale ,
e d'esser riuscita, principalmente merc l'opera di
quel benemerito parroco d or, Antoni o Conforti, a
crea.rsi un P a rco d ell a Ri membranza. con piccol o
be n adatto mom!mento ai suc i Caduti.
TALCIONA
Torniamo ora un poco sui nostri passi e. per vi e
traverse. scendiamo verso sud, pe r trovare, a tre chi -
lcmet ri appena da Cedda, l'altra c hi esa romanica di
S. Maria Assunta a T alciona . La sua costruzione ri -
sale al sccolc Xlii. tranne il campanile , rifatto con
buo n disegno, quando, or sono pi anni. si incominci
B. libe rar e essa pure dalle deturpazioni settecentesche
che la mascheravano; liberazione oggi lodevolmente
compiuta a cura di quello zel a ntissimo parroco don
Alfredo Lazzeri . Notevole nella facciata la porta,
con architrave quanto mai caratteristico, sco.Jpito in
areraria e r2ffgurante, nella forma pi ingenua, la
Adorazione dei Magi (1234); sormontata da arco
a tutto centro nell' intradosso , a ogiva nell'estradosso
e da finestra roton<;la . Nell'interno, assai interessanti
l'al tar maggiore, nel cui ciborio stato riprodotto
il portale della chiesa, e un tabernacolo robbiano per
l'Olio Santo. In questa vetusta chiesa ebbero da pri-
ma giurisdizione i conti Guidi ; nel secolo XV vi tro-
viamo gli Adimari; nel XVI fu ammensata cci suoi
beni all'Adcispedale di S. Maria Nuova di Firenze;
oggi di patronato Regio. Il territorio circostante.
appartenente in origine al contado di Siena, nel 1104
era gi passato in potere di Firenz.e.
STROZZA VOLPE
Ed ecco qui presso, sopra un colle selvoso, a 235
metri d'altezza, tcrreggiare altera la villa fortificata
di Strozzavolpe, o forse, come si trova ricordata nel
secolo Xli. di Scorticavolpe. Vero arnese di guerra
ebbe fossi interno intorno, cavalcati da ponte leva-
t oio, e anc'oggi conserva, e in ottimo stato, muri a
scarpa, terrazzi merlati , rcca quadrangolare . Questa
signorile dimora fu, di mano in mano, in possesso
di famiglie tutte ben no.te nella storia di Toscana . l n
antico pare appartenesse alla tragica stirpe feudal e
dei conti Alberti di Mangona, poi ai Salimbeni, ricchi
mercanti di Siena; da essi venduta agli Adimari d i
Firenze, pass per matrimonio ne' Rinuccini e in altri
e in altri ancora, i quali tutti ne rispettarono la se-
vera signorilit. Presso questa villa si apre una vi a
sotterranea che, al dire di qualcuno, scenderebbe
nella valle per risalire poi sul monte opposto e met -
tere in comunicazione il fortilizio di Strozzavolpe col
cas_tello di 'Poggio Bonizzo. La diceria, anche per ra-
gioni tecniche, non pu avere serio fondamento, per
quanto fra le fortificazioni di Poggio Bonizzo si veda
un'altra imboccatura di sotterraneo. in direzione di
Strozzavolpe. Si tratta, con ogni probabilit, di due
uscite di soccorso dei due castelli, ma indipendenti
tra loro e solo per caso volte una verso l'altra . A'
Strozzavolpe, nel 1661, fu ospite di Jacopo Ricciardi
il celebre pittore-poeta Salvator Rosa.
POGGIBONSI 13
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PAPAIANO E LUCO
Lasciata Strozzavolpe trove-
re mo, tornandn .verso ponen-
t e, a poco p i di due chilo-
metri da Poggibonsi, una
quarta not-evole chi esett a ro-
manica , quell a. di S. Andrea a
Papaiano, conosciuta pure col
rome di S. Rocco ; chi esetta
celebre per le lunghe ed aspre
disput e dei suoi rettori cogli
abati d ell a Badia di Mar turi,
c ui , sul cadere del secolo X,
1' aveva donata il marchese
Ugo . Essendo rovinosa gi nel
secolo Xli , dovette pi tardi
venir restaurat a , poich fi gu-
ra sempre come sede di par-
rocchia nel secolo XVI ; e, sol-
tant o in tempi pi vicini a no-i,
il suo popolo fu aggr egato a
quell o finit imo di S. Martino
a Luco. Originariamente era
a tre navat e; rimaneggiata non
sono ancora rr.oltissimi anni ,
ne ha o-ggi una. sola, pur pre-
sentando tr e absidi , di cui il
sinisho in parte demolito, in
parte incorporato in altri edi-
fiz, mentre quello central e e
il destro, che serve di sagre-
sti a, sono ben conservati. H a
finestra frontale bifora, fine-
s tre la t erali oblunghe, a dop-
pia s trombatura ; pr-esenta nel-
l ' interno un affresco d e Il a
scuola del Ghirlandaio (seco-
lo XVI) , raffigurante Ges e la
Madonna. seduti , con intorno
quattro Santi. In questa par-
rocchia non da trascurarsi
l' an ti ca Torre di Luco, bench
c:ggi mozza e incorporata m
una casa colonica.
LA MAGIONE
E MEGOGNANO'
Se ora, invece di continuare
verso Poggibonsi, volgeremo
di nuovo il passo verso sud,
per la via eli Siena, troveremo ,
su l! a traversa che conduce a
Megognano-, pr.esso il ponte di
Bonizzo sull a Staggia, un'altra
casa colonica che gi fu Ospi-
zio dei Cavalie ri Gerosolimi-
tani , ora di Malt a, donde il
Pome, che tuttora conserva. di
Magione. Costituiva una dell e
quattro commende. formanti
la dote del Gran Priorato di
Pisa; ma poi, per varie fortu-
r:ose vicende, divenne pro-
priet privata, ci che la con-
dusse ad una rapida decaden-
za. Tuttavia l'annessa. chi es-et-
ta, per quanto no'n pi uffi cia-
ta, anzi ridotta ad uso profano,
In allo: l l poggio e la villa di Montelonti. In mez=o: Il Lago Scuro , a S . 1-\nt on io a l
Bosco. - In ba sso: V eduta d el vi ll aggi<> c!i T a!ci ona, c<>l nuovo e d ifizio scolastico.
14 LE CENTO CITTA D'ITALIA
La Magione. - La cappella gi a nnessa a ll'Ospedale dei
Cavalieri Gerosolimitani (sec. Xl-XII).
per quanto decaduta dal primitivo splendore, sem-
pre, bella ne) suo abbandono, un gioiello di stile ro-
manico della fine del secolo Xl o del principio del XII.
t:. di pianta rettangolare, a una sola navata, con abside
semicircolare, ed interamente in pietra, quantunque
nell'interno coperta d'intonaco. Una cornice assai
semplice cor ona tutt'in giro la facciata e la sorr.mit
delle mura; )a facciata presenta pure un interessante
portale e, nell'alto, una singolare finestra rettango-
lare, unica forse nel suo genere, cogli stipiti dentati ,
e tracce di un antico campanile a vela. Nel centro
dell'abside si apre un'altra bella finestra, questa per
lunga e stretta, arcuata a tutto sesto, con largo strom-
bo. Il suo interno aveva una divisione traversa per
tener separati i Frati-Cavalieri e i )ow chierici dai
fedeli; era formata da un basso muricciuolo con ci -
masa di pietra e un' apertura di comunicazione nel
mezzo. Intorno al coro e alla navata , insomma al -
l'intera chiesetta, ricone un sedile di pietra. II bel-
lissimo arco dell ' abside , corr.e tutto l'insieme, di
schietto carattere romanico; cos l'altare, con zoccolo
e cimasa modinata . Di costruzione assai pi recente
sono invece le attuali volte a crociera, rr.entre in ori-
gine la navata era coperta di una travatura, assai pro-
babilmente policroma.
lvi a due passi. a mont e. ancora una chiesa: la
gi accennata S. Pietro a Megognano, dove si con-
serva una bella tavola di scuola giottesca, raffigurante
la Madonna col Bambino e Santi, che alcuni anzi ri-
tengono originale del grande pittore, ma che meglio
va attribuita a T addeo Caddi .
S. ANTONIO E l SUOI LAGHI
Sarebbe adesso. mio compito accompagnare ancora
il lettore verso sud, fin o ali' estremo limite del Comune
di Poggibonsi, per raggiungere e .visitare con lui l'im-
portantissima frazione e il pittoresco e celebre ca-
stello di Staggia ; me ne aste ngo essendo stato gi
ricordato e riprodotto nella Monografia N. 80 di que-
sta Collezione. dedicata alla cc Campagna di Siena >>.
Saltando perci a pi pari, l'antico mani ero feudal e
de' F ran.zesi, la vecchia e salda rcca fiorentina, pian-
tata quasi vigile sentinella sul contestato confine, fer -
mer l'ultima tappa del nostro camrr,ino alla chie-
setta di . S. Antonio al Bosco, gi della Selva Mag-
giore, essa pure romanica, con abside semicircolare.
ed interamente restaurata ne ll'antico stile. Nell' at-
tiguo oratorio, pure absidato, si conserva una bell a
tavola, la Vergine col Figlio, di Bartolo di maestro
Fredi. Di l, senza spingersi oltre l'aia della vicina
casa colonica, potremo vedere , proprio davanti a noi.
uno dei .due )aghetti di S . Antonio, quello conosciuto
col nome di Lago Chiaro, aperto in fondo ad un im-
buto di forma quasi circolare , del perimetro di me-
tri 361, profondo 14, pescoso e dalle acque azz.urre,
dove fiorisce la poetica ninfea ; un po' pi lontano
il Lago Scuro, ptire in un imbuto, cinto da querce
che .vi specchiano le cime fronzute, ma di forma ap-
prossimativamente ellittica, di assai minor perimetro
e pwfondit, dalle acque verdi . l )aghetti, residuo
di pi antica ed estesa palude, erano un tempo quat-
tro; ma, essendo alimentati soltanto dalle acque pio-
vane, due di essi rimasero poco a poco disseccati.
CASTIGLIONCELLO
t:. in queste vicinanze, presso la villa del Casone,
che fu gi del poeta fiorentino Baccio del Bene ( 1514-
1589), in localit detta Malacena, che, nel 1893, fu
scoperta una tomba etrusca con ricca suppellettile .
Ed qui, da S. Antonio al Bosco, che passa la strada
che da Colle conduce a Siena, rasente la breve aspra
cima di Castiglion Ghinibaldi , oggi Castiglioncello di
Monteriggioni. Ne faccio parola perch pare ormai
ac.certato che, proprio, dall'alto di quella forte dimora
signorile, piantata l alle falde del selvoso Monte-
maggio, un personaggio dantesco, la senese Sapi a ;
moglie di Ghinibaldo Saracini, i) l O giugno del 1269,
assistesse alla fuga dei propri concittadini dopo la
sconfitta data loro dai Guelfi a Colle, come essa stessa
nana a canto XIII del cc Purgatorio >>:
Eran li cittadin miei pre$&0 a Colle
In campo giunti coi loro avversari
Ed io pregava Iddio di quel ch' Ei volle.
Rotti fur quivi e volti negli amari
Passi di fu ga ; e veggendo la caccia,
Letizia pre$i . a tutt e altre dipari .
LA ROCCHETTA- IL ROMITUZZO
Ed ora vo.lgiamo finalme nte il passo .verso l donde
ci eravamo mossi; ma non dimentichiamo, nel pas-
sare presso il casale di Casti glione di Poggibonsi ,
sotto il .Mo nte Cccheri, l'antica torre detta la " Roc-
chetta ll , che, convertita in palazzo di campagna, oggi
di propriet Cipriani, fu p osseduta, sullo scorcio del
secolo XIV, dal cel e bre condottiero inglese, al ser -
vizio della Repubblica di Firenze, Giovanni Acuto
(Hawkwood}; e, al piede del colle su cui si erge, ros-
POGGIBONSI
IS
stgna, la fortezza medicea del Sanga}lo, non trascu-
namo l'oratorio di S. Maria del Romituzzo, interes-
sante costruzione del secolo XV, con lo.ggiato, pi
moderno , di forme assai corrette; ove ogni anno, sul -
l'entrar della primavera, il popolo di Poggibonsi, se-
guendo le avite tradizioni, va a ritemprarsi nella. fede
degli avi e a trascorrere un ora di spensierata alle-
gria, mescolando cos l'utile al dolce . N tralasciamo
pi a nord-ovest , verso S. Gimignano, la soppressa
chiesa di S. Michele al Padule e il suo mirabile trit-
tico. la Madonna col Figlio e Santi, fmse di Duccio
di Boninsegna.
IL PAESE MODERNO
O ggi Poggi bonsi una grossa e ricca borgata, d'aspetto pre-
valentemente moder[\o, posta in localit saluber<ima, presso la
conflu enza della Staggia con l'Elsa, in mezzo a poggi ameni e
fe rti li vallatelle, tutti a grano, a viti , a ulivi , alterni di lecci ,
di pini, d i querci, di cipressi, e cosparsi di storici casali e di
ville cospicue, quali : il Palagetto, dove, nel settembre d el 1533,
fu ospite papa Clemente VII, e che divenne poi retaggio di
don Antonio d e' Medici, il figlio suppositizio di Bianca Cap-
pello; Montelonti che, tre anni dopo, a ll oggi l' imperator e Car-
lo V ; Montemorli di cui si ha notizia fino dal Xli secolo. La s ua
popolazione legale ammonta a 12 372 abitanti, di cui circa la
met agglomerati nel capoluogo, circa 2500 nella frazione di
Staggia, il rimanente pi o meno sparso. sede di Pretura, di
Ufficio dell e Imposte e Catasto, di Ricevitoria del Registro. Ha
larga assistenza sanitaria, che culmina nell'Ospedale Civile, d o-
tato di comodi locali e corredato di impianti moderni. Alla pub-
blica beneficenza concorrono la Confraternita della Misericordi a
e l Societ di Pubblica Assistenza ; danno incremento all'istr u-
zione sei scuole e la fiorente societ Pro Cultura . Per quanto
ri guarda i servizi pubbl ici ha illuminazione elettrica, un corpo
di pompieri fornito d 'ottima attrezzatura, estesi servizi automo-
bilistici . Il capoluogo inoltre provvisto d'acqua potabile, di fo-
gnatura, di strade pavimentate in pietra, di decoroso teatro. A vr?!
Costumi locali. - Una rivestitrice di fiaschi.
Strazzavolpe. - li Castello.
presto; attorno al nuovo Palazzo scolastico, dedicato alla gloriosa
memoria dei Caduti in guerra, il Parco della Rimembranza.
Ma ci che serve pi specialmente ad accrescere incremento
e importa nza a questa industre terra il possedere, sbito al-
l' entrar del paese, una stazione ferroviaria propria, sulla linea
Empoli-Siena ; stazione alla quale mette pure capo la ferrovia
secondar ia Poggibonsi-Colle . in questo punto che affiuiscono
i prodotti di tutte le vicinanze, facendone cos lo scalo princi-
pale d el v>no del Chianti, noto ormai da pi di cinque secoli
e che fu il primo vino italiano che ~ e c a s s e oltre mar e i raggi
a rde nt i d el nostro sole, trasformati, attraverso la r ete d ei bei
grappoli color d i rubino, in profumat a, saporosa, vellutata b e-
vanda. Ed qui che scendono, quasi a gara col Chianti , i vini
d ell e t e rre d'oltre l'Elsa ; tra cui prima la celebre vernaccia di
Pi etrafitta, cui rese omaggio fino il dio Bacco quando, nel noto
Ditirambo del R ed i, ebbe a minacciare:
Se v' alcuno a cui non piaccia
La vernaccia
Vendemmiata in Pi etrafitta,
Interdetto, maledetto
Fugga via dal mio cospetto
E per onta e per ischerno
In eterno
Coronato sia di bietola.
dunque per mezzo di Poggibon.si che il cuore della Valdelsa,
dall e vette dei colli della Castellina a quelle della Montagnola
di Siena e dei monti di S . Miniato e di Volterra, viene pos to
in facil e comunicazione con Siena, con Firenze, con Pisa ; co ..
municazioni che saran[\o anche pi frequenti e rapide il giorno
in cui verr finalmente eseguito e aperto al traffico il tanto de-
siderato e ben auspicato tronco ferrovi ario diretto Firenze-P oggi-
bonsi, nonch l ' altro Colle-Massa Marittima, che aprir il va-
lico alla Maremma. Di conseguenza, se in Poggibonsi fioriscono
l'agricoltura e le industrie d 'ogni sorte, tra cui notevole quella
vetraria , vi sopratt utto vivissimo tutto quanto attiene alla prc-
duzione e al comme rcio del vino; vi si coltiva, coi m e todi pi
razionali, la vite ; vi si spremono, coi mezzi pi pe rfezi onati, uve
e vinacce; vi si raccol gono i mosti; v i si deposita e immagaz-
zina, in recipient i di legno, di ceme nto, di cristallo, il vino ; e
poi si travasa e imbotta e spilla e imballa e carica e spedisce
per le .pi remote r egioni ; v i si fabbricano fiaschi e d amigiane;
buona parte della popolazione ope raia fe mminile o=upata a
domicili o nella vest izione dei fiaschi.
Non avendo la pr esent e Monografia alc un carattere commer-
cial e debbo d i necessit passare sotto silenzio i nomi d egli im-
portant issimi opi fici . fabbriche, laborat ori di vario ge nere ch e
danno tanto benessere e rinomanza al paese; no[\ tacer tuttavia
16 LE CENTO CITTA D' ITALIA
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di due stab ili me nti di f2-
ma rr r.ndiale: quello del-
l<' acque minerali (acidu-
le b icarbonat o-c alciche)
di Cir.cian o, nel Piano
d e i Ba gnoli, note fino da!
1?00. con p :n tata, oggi .
di pi di 12 000 litri ne l-
le ventiquattr'ore ; e l' a l-
tr o della Societ Ano-
nima Fassati , dove l'a r-
te di far e il vina ass urge
ve ramente n grande in-
dustr ia , guidata dal sape-
r e. dal l' attivit , dall'in-
t el li genza.
LA VALDELSA
Questa Pogg;bonsi.
la t er ra che pu oggi ri-
t e nersi come il ca.poluo-
go geografico , com m e r-
ciale e nmministrativo
dell'alta Va ll e del l' Elsa
e ci senza per
adombrar e i diritti s tor ici
e la mirabil e attivi t in-
dustriale d ella citt ve-
scovile di Colle e l'indi-
scusso prima t o a rt istico
di San Gimignano. Que-
sta la Valdelsa di cui
a ltri ha parlato (vedi Mo-
nografia n. 95 su S . G i-
mignano) o parler tra
non molto in questa Col-
lezione; la Valdelsa che
tutta un incanto di gra-
zia e che sembra sorri-
dere al viandante con un
sorri so un .po' soffuso di
mestizia. c h e l a rende
ancor pi simpatica e ca-
ra. Gi per la valle, tra
i.l variato frastagliamento
d ei colli e la ri gogliosa
e varia vegetazione che
la colora di t utt e le sfu-
matur e del verde, corre
Stabilimento vinicolo Fassati. -Sala per l 'infiascamento.
Deposito di fias chi confezionati.
c ompat t o e duro da fa rli
s embrare pietrifi cati: pr : -
priet ri cordata anche Ca
Dante nel canto XXXIII
del " Purgatorio: e, d o-
po di lui, da Fazi o degli
Uberti, liri co d el secoh
Xl V, l dove, nel suo
" Dittamondo . scr ' ve:
Non da t rapassare c
[ starei mulo
Dell'Elsa, che dal colle a
l"_ pugna corre ,
Che <enza prcva nc n l' a-
; v re i credulo .
l o dico che vi / eci n
[ leg no porre
Lu ngo c solli /c, c pria
[ che fosse un
Grosso era e pietra , quan-
l do ' l venni a torr e .
Co/e nne aswi ne fanno
[ nel paese.
T al e si n golar e p ropri et
ramme ntata pu re a
un'iscrizione ( 1460) appo-
sta alla facciata del pa-
la zzo pretorio d i Colle:
e, gene ra lmente, v i e n e
attribuita ai residui dei
numerosissimi ed estesi
giaci me nti di tra vertino
c he quelle acque attra-
ve rsano e in parte d isciol-
gono. divenendo cos sa-
ture di car bonato di calce.
O ggi per questa vall e,
stupenda d i bellezze na-
turali che, g1a a pr ima
vista, d ispongono l'animo
a g ustare pi profon c'.a-
ment!O le bell ezze d e!l 'a r-
te c h e con esse gareggia-
no, non vagano pi gli
austeri versi di Dante o
le monotone rime di Fa-
z io, ma si librano a llegr i
gli st or rc e lli raesani :
Fiore di pepe ;
per ben 64 chilometri l'Elsa ; e corre t ra popolose t erre moderne
e a ntichi cast elli diruti , e tra villagg i e casolari e case d 'ogni
tipo, d'ogni aspetto, dissemi nate, come gra no sull'aia, sull e pen-
dic i bcscose dei monti , tra le alberete e i colti dei poggi e d e l
piano.
lo g iro intorn o a voi c ome fa l'ape
Che gira intorno al fore della siepe,
Cos corro no le acque dell'Elsa: acque a lungo celebrate dal
Boccaccio ne l s uo trattatello "Dc Flumini bus , come quelle ch e
bagnano la sua Cert a ldo; e , dopo
di' lui , da quanti , naturalisti e
scritt ori di viaggi. si occuparono
del la Toscana, per la propriet
che ran no - megl io fo rse aveva-
no presso la loro sor gente, per
esser oggi ridotta quasi a nulla -
di r ivest ir e gli oggetti . che vi si
t ene vano imme rs i per qualche
tempo, d'un tartaro sil iceo. tanto
Fotografie: F.lli. Alinari di Firenze ; Lom-
bardi di Siena ; Andrcuccctti, Del Zanna
c Montcreggi di Poggibo., s i.
canta dalla pendice arata il g iovane bifolco, mentre si spinge in-
nanzi la c oppia br:ma dei buoi d all e lunghe corna ricurve; ri-
spondono dali' a ia le r ives titrici di fiaschi :
Fiore di g rano;
A miei pi di prima no' saremo;
Amici pi di prima ... ma lonlano!
E gli stomel li, botta e r isposta .
si perdono cos di poggio in pog-
g io. di piano in piano, . come tr illi
d i a ugell etti canori gorgheggiant i
spensierati a i tiepidi rag gi d el
sole .
Ques ta venne redatta dal
P'rof. GIORGIO PIRANESI
della R. Ace. di Belle A rti di Firenz :.
Villa di Lecchi.
CHIESE D I POGGIBONSI E DINTORNI
A sinistra. In alto: Facci ata della Chiesa di Cedda. - In basso : Sua abside. - A destra . In alto : L'Oratorio del Romituzzo.
In mezzo: Interno della Chiesa di S. Lorenzo. - In basso: Trittico nella Chi esa d i S. Michele al Padule.
LE CENTO CITI D' ITALIA ILLUSTRATE
. di 20 pagi ne (comprese l e copertine) che escono sett i manalment e. Ogni fascicol o, con 50 e
p1u descr iv_e una citt o una regi one. Gli ital iani che vogl i ono ben conoscer e i l l or o paese, l a storia
dell e CLlta, l e meravzgl wse bellezze natur al i ed art ist i che hanno 11na guida siwr a. int er essantissima e dilett e-
vol e per clz eminent ement e r appr esentat i va . La compilazione di ogni f asci col o affi data ad appr ezzati e com-
petenti scr i tt or i. l fascicol i seguono in quest 'or dine :
J. ROMA ANTICA 35 LA CERTOSA DI PAVIA
2 . ROMA MODERNA
3
6. SAN MARINO (Repubblica)
3 MILANO 37 CATANIA
4 NAPOLI 38. LA REGIONE ETNEA
5 POMPEI 39 MONZA
6. TORINO 40 . LA BRIANZA
7 PALERMO 4 1. VIAREGGIO
8. FIRENZE 2. FANO
9 GENOVA 43 MONDOVI'
1o. BOLOGNA 44 . ESTE E ARQUA PETRARCA
1 1. VENEZIA 45 LECCO
12. LACUNA VENETA 46. SALERNO
13. PISA 47 ROVIGO E ADRIA
14 . SIENA 48. COMO
15. BRESCIA 49 LACO DI COMO
16. VERONA so. CREMA
17. VICENZA s r. PISTOIA
8 BASSANO 52. BRINDISI E OTRANTO
1
53 VOLTERRA
19. PADOVA 54 CALTANISSETTA
20. TREVISO 55 CUNEO
21 . MESTRE
5
6. PESARO
22. LIVORNO 57. LECCE
23. ARCIPELAGO TOSCANO s8. EMPOLI
24. RAVENNA 59 LUCO
25. AREZZO 6o. GUBBIO
26. LUCCA 6t . SPOLETO
27. PRATO 62 . NOVARA
28 PERUGIA 63. MONTE AMIATA
. 64. CREMONA
29. FERRARA
65
. MONTECATINI
30. PIACENZA 66. MONREALE
31. PARMA 67. URBINO
32. RECCIO EMILIA 68. AQUILA
33 MODENA 6. SPEZIA
34 PAVIA 70. TRIESTE
71. POLA
72. ISTRIA
73 FIUME E LE ISOLE
74 LODI
75 UDINE
76. AQUILEIA
77 GROSSETO
78. SALSOMAGGIORE
79 FABRIANO
So. CAMPAGNA DI SIENA
81. SALUZZO
82. MESSINA
S3. CAL TACIRDNE
S4. VARESE
85. ANCONA
86. SAN MINIATO
87. FOCCIA
88. MANTOVA
S. LE CITTA DEl CONZACA
o. GALLIPOLI
91. ROVERETO
92 . BAGNI DI LUCCA
93
94 ALTAMURA
95 SAN GIMIGNANO
6. FAENZA
97 AMALFI
98. FIESOLE
99 SIRACUSA
t oo. ORVIETO
10 1. TODI
102. ASSISI
103. S. MARIA DEGLI ANGELI
104. BARI
105. TERNI
106. CAPRI
107. FORLI'
108. SCHIO
' 09 CORTONA
110. MONSELICE
''' . SARZANA
11 2. PONTREMOli
113. IL LACO DI NEMI
114. BERGAMO
" 5 VAL DI FIEMME
1 16 . SONDRIO
11 7. CHIAVENNA
n S. 'MAROSTICA
11 9. VARALLO
12o . DOMODOSSOLA
121. IMPERIA
122. CASERTA
123 . IVREA
12.1. PALESTRINA
1 2_; . MOLFETTA
126. PIENZA
127. ANZIO E NETTUNO
128. VAL D'AOSTA
129. VALLOMBROSA
1.30. TRENTO
1 3 1. TRAPANI
132. ALASSIO
1.1.1 - CHIAVARI
13 1 MIRAN!IOLA
' 35 SORRENTO
136. BORDIGHERA
137. SAN REMO
138. JESI
1:;9 RI MINI
140. BITONTO
141. POGGIBONSI
I42 . 'MONTEFALCO
I 43 BENEVENTO
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Ogni fascicolo settimanale Lire UN A In vendita
ABBONAMENTO a 50 fascicoli L. 46 Estero L.
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LE CENTO CITTA D' ITF\LIA
La Casa Edit rice Sonzogno ha creato per gli acqui -
renti delle Cento Citt d'Italia illu strate una el egante,
pratica , solida, cartell a-cus todia in tela e oro, del pre-
ciso formato dei fascicoli e di esatta misura per con-
tenerne cinqua nta : si scelta questa proporzione,
ritenendosi opportuno s uddividere la raccolta completa
in gruppi di 50 fa scicoli.
Si rende cosi possibi le ed agevole a tutti :
l. o Di avere sempre sottomano, nelle mi gliori con-
dizioni, tutt i i fascicoli del le Ce nto Citt, con la pos-
si bilit di consultarli separatamente o di asporta rne.
come potrebbe essere consigliabile, per valerse ne di
succinta guida viaggiando in regioni o visitando citt
all e quali siano dedi cati uno o pi fasci coli.
2.
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