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Convezione naturale

I moti convettivi nella convezione naturale traggono origine dalle forze di


galleggiamento che sospingono le particelle pi calde verso lalto e quelle pi
fredde verso il basso. I caratteri fenomenologici possono essere messi in evidenza
dallesame di alcune situazioni tipiche:
I casi a) e b) rappresentano situazioni in cui lo strato limite si sviluppa
indipendentemente dalla presenza di una superficie. Nel primo caso c un effetto
di trascinamento da parte della corrente ascensionale di particelle in quiete dando
luogo ad uno strato limite verticale di portata massica crescente. Il secondo caso
analogo al precedente con la differenza che il getto di fluido pi caldo
caratterizzato da una velocit iniziale imposta.
Il caso di una superficie verticale a temperatura
S
T
a contatto con un fluido a
temperatura

T evidenzia una corrente ascensionale (


S
T
>

T ) ovvero discendente
(
S
T
<

T ). In entrambe le situazioni si osserva lo sviluppo di uno strato limite
sempre accompagnato dal trascinamento di fluido in quiete proveniente
dallambiente circostante.
1
In tutte le configurazioni il moto si mantiene laminare nel primo tratto oltre il
quale, a certe condizioni, intervengono vortici e turbolenze.
Nel caso di due piastre orizzontali a differente temperatura (vedi figura), se la
temperatura della piastra superiore minore di quella sottostante si crea nel caso
a) una circolazione di fluido instabile; nel caso opposto b) il fluido rimane invece
stabilmente immobile e lo scambio puramente conduttivo.
La trattazione per via analitica della convezione naturale assai pi complessa
di quella forzata in quanto i moti convettivi naturali dipendono dai gradienti
termici che, a loro volta sono influenzati dal moto del fluido. La marcata
interazione tra aspetti fluidodinamici e aspetti termici rende, come facile intuire,
2
pi difficile lapproccio teorico. E dunque preferibile ricercare le correlazioni
sperimentalmente (correlazioni empiriche)
Nella determinazione del numero Nusselt intervengono, oltre al numero di
Prantdl, un nuovo raggruppamento, il numero di Grashof (Gr), simile al numero
di Reynolds, che non interviene in quanto la velocit imposta da cause
meccaniche esterne nulla:
( ) ( )
2
3
2
2 3

T T gL T T gL
Gr
S S
L
dove L la grandezza che caratterizza la geometria e il coefficiente di
dilatazione cubica definito dalla seguente relazione:
p p
T T
v
v

,
_

,
_

1 1
con v il volume specifico pari allinverso della densit. Per un gas ideale = 1/T.
Il significato di Gr
L
il rapporto tra le forze di galleggiamento e le forze
viscose. Nella maggior parte delle correlazioni compare insieme a Pr sotto forma
di prodotto, chiamato numero di Rayleigh, Ra
L
= GR
L
Pr:
( )

T T gL
Ra
S
L
3
con la diffusivit termica del fluido.
La transizione laminare-turbolento richiede elevati valori di Ra
L
dellordine di
10
9
. Lo spessore dello strato limite termico in regime laminare per i gas (Pr 0.7)
con buona approssimazione pari a:
( )
4 / 1
4 /
6
) (
x
t
Gr
x
x
3
Esempio
Si consideri una piastra verticale di altezza L = 0.25 m alla temperatura di
T
S
=70C. Sapendo che la piastra immersa in aria stagnante a T

=25C, stimare
lo spessore dello strato limite termico
) (L
t

allestremit superiore della piastra e


confrontarlo con il caso di convezione forzata alla velocit imposta di u

= 5 m/s.
Soluzione
Dati:
Piastra verticale immersa in aria stagnante a temperatura inferiore
Obiettivo:
Confronto degli spessori degli strati limite allestremit della piastra in
convezione naturale e forzata con velocit imposta di 5 m/s.
Schema:
Ipotesi semplificative:
1. Propriet costanti
2. convezione forzata con effetti gravitazionali trascurabili
3.
t

Propriet termofisiche:
Le propriet dellaria alla temperatura media di 320.5 K sono:
4
=17.5x10
-6
m
2
/s
Pr = 0.719
g/
2
= 10
8
m
-3
K
-1
Analisi:
Il numero di Grashof e di Rayleigh riferiti allestremit superiore assumono i
seguenti valori:
( )
7 3 3 1 3 8
2
3
10 03 . 7 ) ( 45 ) ( 25 . 0 ) ( 10 x K x m x K m
T T gL
Gr
S
L

7 7
10 05 . 5 719 . 0 10 03 . 7 Pr x x x Gr Ra
L L

Il regime di moto dunque laminare (Ra
L
< 10
9
) e lo strato limite termico
allestremit pari a:
( )
m
x
m x
Gr
L
L
L
t
023 . 0
) 4 / 10 03 . 7 (
) ( 25 . 0 6
4 /
6
) (
4 / 1 7 4 / 1

In convezione forzata con velocit imposta di 5 m/s, occorre calcolare in via
preliminare Re
L
al fine di stabilire il tipo di regime di moto,:
71429
) / ( 10 5 . 17
) ( 25 . 0 ) / ( 5
Re
2 6

s m x
m x s m L u
L

Poich lo strato limite laminare (Re


L
< 5x10
5
) la soluzione esatta relativa al
calcolo dello spessore dello strato limite di velocit :
5
( )
L
L
Re
92 . 4
)
e poich
3 / 1
Pr ) ( ) ( L L
t

( ) m
m x m x
L
L
t
0051 . 0
71429
) ( 25 . 0 92 . 4
719 . 0
1
Re
) ( 25 . 0 92 . 4
Pr
1
2 / 1 3 / 1 2 / 1 3 / 1

Commenti:
1. Lo strato limite in convezione naturale generalmente superiore a quello
in convezione forzata.
2. Per stabilire se gli effetti dei moti convettivi naturali sono significativi
rispetto a quelli imposti nella convezione forzata, occorre verificare se il
rapporto (Gr
L
/Re
L
2
). Se (Gr
L
/Re
L
2
) << 1 prevale la convezione forzata e
viceversa se (Gr
L
/Re
L
2
) >> 1. Per (Gr
L
/Re
L
2
) 1 gli effetti sono
paragonabili e in questo caso si parla di convezione mista. Nel caso in
esame il parametro discriminante vale (7.03x10
7
/71429
2
) = 0.014 << 1 il
che giustifica lipotesi introdotta.
6
La convezione naturale viene classificata come convezione naturale
esterna e convezione confinata. In questultimo caso la convezione sinstaura
allinterno di cavit chiuse o canali parzialmente comunicanti con lambiente
esterno.
Convezione naturale esterna
Si riassumono le correlazioni empiriche pi diffuse. Hanno in genere la
seguente forma:
n
L L
CRa
k
L h
Nu
con le propriet calcolate alla temperatura media Tm. Valori tipici dellesponente
n sono n =1/4 nel moto laminare e n = 1/3 in quello turbolento. Si osservi in
questo caso che h non dipende da L.
a) Piastra verticale
regime laminare:
4 / 1
59 . 0
L L
Ra Nu
regime turbolento:
3 / 1
1 . 0
L L
Ra Nu
Correlazioni pi sofisticate valide per qualunque valore di Ra
L
sono:
( ) [ ]
2
27 / 8
16 / 9
6 / 1
Pr / 492 . 0 1
387 . 0
825 . 0

'

+
+
L
L
Ra
u N
( ) [ ]
9 / 4
16 / 9
4 / 1
Pr / 492 . 0 1
67 . 0
68 . 0
+
+
L
L
Ra
u N
per Ra
L
<10
9
7
Le correlazioni precedenti possono applicarsi anche a cilindri verticali di
piccola curvatura, ossia se lo spessore dello strato limite piccolo rispetto al
diametro D:
4 / 1
35
L
Gr L
D
>
con Pr 1
b) Piastra orizzontale
Nel caso a) con la superficie pi fredda
S
T
<

T rivolta verso lalto, e nel caso
d) con la superficie pi calda
S
T
>

T rivolta verso il basso, il fluido tende a
formare colonne di fluido discendenti o ascendenti rispettivamente. Per
fuoriuscire dai bordi laterali il fluido allinterfaccia con la superficie si deve
muovere orizzontalmente riducendo di molto lefficacia dello scambio termico.
Per converso, nelle configurazioni b)
S
T
<

T , piastra pi fredda rivolta verso
il basso e c)
S
T
>

T , piastra pi calda rivolta verso lalto, opposte ai precedenti
8
casi, si formano colonne di fluido discendenti e ascendenti rispettivamente che,
allontanandosi dai rispettivi strati limite, favoriscono lo scambio termico.
Assumendo come grandezza caratteristica L = A/P (area su perimetro) le
correlazioni proposte sono:
Casi a) e d):
4 / 1
27 . 0
L L
Ra u N per
10 5
10 10
L
Ra
Casi b) e c):
4 / 1
54 . 0
L L
Ra u N per
7 4
10 10
L
Ra (laminare)
3 / 1
15 . 0
L L
Ra u N per
11 7
10 10
L
Ra (turbolento)
c) Cilindri orizzontali riscaldati molto lunghi
La correlazione da usare del tipo:
n
D D
CRa
k
D h
u N
dove C e n si desumono dalla tabella seguente:
9
Ra
D
C N
10
-10
10
-2
0.675 0.058
10
-2
- 10
2
1.020 0.148
10
2
- 10
4
0.850 0.188
10
4
- 10
7
0.480 0.250
10
7
- 10
12
0.125 0.333
In alternativa Churchill e Chu raccomandano di usare ununica correlazione:
( ) [ ]
2
27 / 8
16 / 9
6 / 1
Pr / 559 . 0 1
387 . 0
6 . 0

'

+
+
D
D
Ra
u N per Ra
D
< 10
12
Il numero di Nusselt locale dipende da come si sviluppa lo strato limite che si
forma a partire da = 0 e termina per < con un pennacchio ascendente. La
figura mostra landamento in regime laminare (Ra
D
< 10
9
).
10
Vetrocamera
Un vetrocamera una cavit o scatola costituita da due vetri affacciati separati
da un fluido (in genere laria). Se tra le superfici vetrate viene mantenuta una
differenza di temperatura (T
1
T
2
) si instaura allinterno della cavit una corrente
convettiva come quella indicata dalle frecce: verso lalto se la temperatura nel
vetro supera quella del fluido, verso il basso nel caso opposto:
I moti convettivi provocano un potenziamento della conduzione termica che
pu essere ricondotto ad una conducibilit termica fittizia maggiore (conducibilit
effettiva). Il fattore moltiplicativo rappresentato dal numero di Nusselt che
confronta il flusso termico convettivo con un flusso conduttivo di riferimento. Se
si esprime

u N assumendo come grandezza caratteristica lo spessore si ha:


( )
( )
2 1
2 1
T T
k
T T h
k
h
u N

( ) ( ) ( )
2 1 2 1 2 1
T T h T T
k
T T
k
u N
eff

dove

11

u N k k
eff

Per il calcolo di

u N si utilizza la seguente correlazione valida per i gas in


regime laminare:
9
1
4
1
) ( 19 . 0

,
_

H
Ra u N


dove H laltezza. La correlazione applicabile nei seguenti intervalli:
11 < H/ < 42
0.5 < Pr < 2
2x10
3
< Ra

< 2x10
5
Tutte le grandezze termofisiche che compaiono nelle relazioni sono calcolate
alla temperatura media del fluido T
m
.
Lo scambio convettivo accompagnato da uno scambio per irraggiamento tra
le due lastre di vetro la cui entit dipende dalle propriet emissive dei vetri. Tale
scambio, nellipotesi di considerare i vetri come corpi grigi, si esprime con la
relazione:
( ) ( )
( )
2 1
3
12
2 1
2 1
3
2 1
4
2
4
1 "
4
1
1 1
4
1
1 1
T T T
T T T T T
q
m
m
irr

+

dove
1
e
2
le emissivit totali dei vetri.
Sommando i due contributi si ottiene:
12
( ) ( )
( )
1
12
3
2 1
2 1 12
3
2 1
"
4
4

,
_

m
m
T u N
k
T T
T T T T T u N
k
q
da cui la ricava la trasmittanza termica del vetrocamera:
e
m
i VC
h
T Nu
k
h H
1
4
1 1
1
12
3
+

,
_

+ +

con i consueti valori h


i
=9 W/m
2
K e h
e
=23 W/m
2
K
.
Il primo termine (tra parentesi tonde) dipende da , il secondo da
1
e
2
.
Diminuendo il valore di queste grandezze possibile aumentare la resistenza
termica del vetrocamera e quindi ridurre la trasmittanza termica.
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