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Sesta domenica d'Avvento DIVINA MATERNITA DELLA B.V.

MARIA - Solennit Is 62,10-63,3b; Sal 71; Fil 4,4-9; Lc 1,26-38a Eccomi sono la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola. (Lc 1,38) Ed eccoci al termine del cammino di Avvento. Nelle cinque domeniche precedenti il cammino stato di attesa, ma l'attesa come l'attendiamo noi cristiani: non stare fermi e aspettare, come si aspetta che passi il pullman, ma attendere attenti. Vi svelo un trucco per ricordarvi le parole-chiave che accompagnano l'attesa: ricordatevi i serramenti di casa, che sono in P.V.C.: noi cristiani in attesa siamo chiamati a Pregare, Vegliare, Convertirci. Questa domenica siamo ancora in Avvento, in attesa, ma qualcosa gi accaduto: stavolta Ges gi sulla terra, perch sta crescendo nella pancia di Maria. Domenica prossima ricorderemo il momento in cui nato, ma era gi tra noi quando stava dentro la sua mamma! Se ci pensate, abbiamo appena cominciato la Novena di Natale, siamo in attesa anche noi come Maria, ed come se ad ogni giorno della Novena passasse un mese, oggi siamo... al terzo mese! Del bellissimo Vangelo di oggi vedremo ora soltanto due parole, che riguardano Maria e riguardano anche noi. Vediamo prima cosa c'entrano con Maria, poi vedremo cosa c'entrano con noi. 1. La prima parola l'abbiamo gi incontrata durante il cammino di Avvento, una delle parole che descrivevano Ges come Re all'incontrario: obbedienza. Stavolta riflettiamo sull'obbedienza di Maria, sul suo s. Maria donna dell'obbedienza. Obbedire deriva dal latino ob-audire, che significa: ascoltare stando di fronte. Dobbiamo liberarci dall'idea falsa che obbedire sia dire la mia volont perde, vince la tua, perch chi obbedisce non assomiglia, neanche alla lontana, a chi rinuncia. Chi obbedisce non diventa un burattino, ma al contrario ascolta, dialoga e poi sceglie. Per ascoltare stando di fronte ci vuole uno che faccia la proposta con rispetto, e l'altro che vi aderisca con amore. In effetti, si pu obbedire solo stando in piedi. In ginocchio si sottomessi, non si obbedisce. Si soccombe, non si ama. Ci si rassegna, non si collabora. L'obbedienza, insomma, non inghiottire un sopruso, ma fare un' esperienza di libert. Questa splendida creatura che Maria non si lasciata togliere la sua libert neppure dal Creatore. Ma dicendo s ha deciso liberamente di abbandonarsi a lui, tanto che l'angelo Gabriele dev'essere tornato in cielo portando al Signore un annuncio non meno gioioso di quello che aveva portato sulla terra nel viaggio di andata: Ha detto s! Signore, ha accettato!. Forse non sarebbe sbagliato intitolare il primo capitolo di Luca come l'annuncio dell'angelo a Dio, pi che l'annuncio dell'angelo a Maria! 2. La seconda parola che ho scelto pane: Maria, donna del pane Nel Vangelo che sentiremo a Natale, si dice che Maria lo depose nella mangiatoia. Nel giro di poche righe, la parola mangiatoia ripetuta tre volte. Non un caso: se vero che nella mangiatoia si mette il pasto per gli animali, l'evangelista Luca ci descrive Maria come chi riempie il cestino vuoto del pane a tavola. Ges, fin dal suo primo apparire, il cibo del mondo. Anzi, il pane del mondo. Sulla mangiatoia, avvolto nelle fasce come fosse una candida tovaglia, il pane vivo disceso dal cielo. E indovinate un po' cosa significa la parola Betlemme? Ecco, appunto, casa del pane.

Accanto alla mangiatoia, come dinanzi a un tabernacolo, la fornaia di quel pane. Ecco cos' successo a Maria, il giorno in cui Ges venuto ad abitare nel suo corpo: lei diventata un Tabernacolo ambulante! Non crediate che sia stato facile per lei. Il papa Giovanni Paolo II spiega: Maria ha avuto fede nell'Eucaristia prima ancora che Ges istituisse l'Eucaristia, per il fatto stesso di aver offerto il suo corpo perch Ges potesse diventare carne. Maria ha semplicemente anticipato quello che ognuno di noi fa quando riceve Ges, nel segno del pane e del vino. Il s pronunciato da Maria alle parole dell'Angelo, e l'amen che pronunciamo quando riceviamo il corpo del Signore, sono profondamente uniti tra loro! A Maria fu chiesto di credere che colui che Lei concepiva per opera dello Spirito Santo era il Figlio di Dio (cfr Lc 1,3035). A noi viene chiesto di credere che quello stesso Ges si rende ora presente nei segni del pane e del vino. Veniamo a noi, vediamo come queste due parole ci riguardino. 1. Obbedienza. Ho scelto di parlarvi di obbedienza raccontandovi una storia: Lalbero che voleva diventare uno scrigno per custodire tesori Sulla vetta di una montagna, spunt un giorno un piccolo albero. Nei primi tempi era tenero e verde ma, primavera dopo primavera, il suo piccolo tronco si irrobust. Dallalto della sua casa verde, come tutti coloro che stanno crescendo, sognava quello che avrebbe voluto diventare da grande. Io sopra ogni cosa vorrei custodire un tesoro, disse. Vorrei essere coperto doro e contenere pietre preziose. Diventer il pi bello scrigno per tesori del mondo. Gli anni passarono. Caddero le piogge, brill il sole, e il piccolo alberello divenne un albero alto e imponente. Un giorno, tre boscaioli salirono sulla montagna. Uno dei boscaioli squadr ben bene il nostro albero e disse: un bellalbero. perfetto. Dopo pochi minuti, stroncato da precisi colpi dascia, lalbero piomb al suolo. Ora sto per trasformarmi in un magnifico forziere pens lalbero. Mi affideranno in custodia un tesoro favoloso. Ma il falegname a cui fu portato aveva ben altri pensieri che mettersi a fabbricare forzieri: trasform lalbero in una mangiatoia per animali. Lalbero non fu ricoperto di lamine doro n riempito di tesori. Era coperto e riempito di fieno per nutrire gli animali affamati della fattoria. Perch mi succede questo? si domandava lalbero, molto triste. Passarono molti giorni e molte notti. Lalbero quasi dimentic i suoi sogni. Ma una notte, la luce dorata di una stella lo accarezz con i suoi raggi, proprio nel momento in cui una giovane donna con infinita tenerezza sistemava nella mangiatoia il suo bambino appena nato. Avrei preferito costruirgli una culla mormor suo marito. La giovane mamma gli sorrise: Questa mangiatoia magnifica rispose la mamma. In quel momento, lalbero cap che il suo desiderio si era realizzato. Cap di essere lo scrigno che conteneva il tesoro pi prezioso del mondo: Ges. Ognuno di noi come lalbero della storia, ognuno ha il suo sogno ed il suo progetto. Ma come successo allalbero quando gli hanno tagliato il tronco e i rami, quando sembrava che il suo desiderio non si realizzasse pi, anche noi forse attraverseremo la sofferenza e la prova... Per qualcuno di noi forse gi accaduto. La sofferenza e la prova sono state la morte di qualcuno a cui volevamo bene, oppure quando pap e mamma si sono lasciati, oppure la malattia... In quei terribili momenti sembra proprio che il Signore non risponda alle nostre preghiere. Se, per, diciamo come Maria: Eccomi, sono la serva del Signore, accetto quello che accade perch mi fido di Dio, allora, a poco a poco, scopriamo di essere la casa

di Dio e di contenere il tesoro pi prezioso del mondo... Chi non crede lo chiama pensiero positivo, per noi si chiama fiducia in Dio, fiducia che anche se stiamo male siamo immersi in una storia molto pi grande di noi e che va verso il bene. Allora realizziamo i nostri sogni proprio quando non ce lo aspettiamo, nel modo che non ci aspettiamo. Questa l'obbedienza cristiana, che fatta di amore e di fiducia. Obbedire alla vita la cosa pi difficile del mondo, eppure l'unico modo per vivere. L'altro giorno leggevo un libro sulla nascita dei bambini e ho scoperto una cosa a cui non avevo mai pensato. Nel momento in cui il bambino deve uscire dalla pancia della mamma, deve assumere una certa posizione, altrimenti non esce. La sua testa deve mettersi in avanti, con il mento in gi. Capite? Per nascere, ognuno di noi ha dovuto dire di s. Il primo atto di obbedienza avvenuto quando siamo nati. Vi assicuro che non avevamo idea di cosa stesse succedendo, non sapevamo se stesse succedendo una cosa bella o brutta. Anzi, molto probabilmente ci siamo spaventati credendo che ci stesse capitando qualcosa di bruttissimo: Ah, finita, abbiamo pensato. Invece, con quel s, successo il contrario, iniziato tutto! Anche allora abbiamo detto s nella fiducia, non nella sicurezza. Senza obbedienza, difficile nascere la prima volta, ed ancora pi difficile nascere la seconda volta, cio in Cielo. 2. Pane-Eucaristia. Qualcuno di voi ha gi fatto la Prima Comunione, qualcuno si sta preparando. Quando riceverete, oggi stesso o fra qualche mese, l'Eucaristia, vi chiedo semplicemente di ricordare la preghiera che Giovanni Paolo II faceva prima di ricevere la comunione: Maria, aiutami a ricevere Ges nel mio cuore come hai fatto tu nel tuo corpo.

Maria, aiutami a ricevere Ges nel cuore come hai fatto tu nel tuo corpo. Amen!

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