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Franco Antoniazzi tel 02/392 676 13 338/ 50 37 841 franco.antoniazzi@unipr.it SKYPE: franco.antoniazzi
N.B. IL PRESENTE DOCUMENTO CONTIENE SOLO DEGLI SCHEMI DI PRESENTAZIONE E RISULTA INCOMPLETO SE NON E ACCOMPAGNATO DA UNA PRESENTAZIONE ORALE E DALLA RELATIVA DISCUSSIONE
Cioccolato 2
1. CARICO E SISTEMA DI DOSAGGIO, CON GRIGLIA PER GROSSE IMPURITA 2. VIBRATORI PER SABBIA E FRAMMENTI 3. SETACCIATORE TRA 3 E 25 mm 4. SEPARATORE AD ARIA 5. TOGLI PIETRE 6. SEPARATORE MAGNETICO
Cioccolato 4
FLUSSO DARIA
PIETRE
PROCESSO CLASSICO DI PULIZIA: UN FLUSSO DARIA REGOLABILE PERMETTE DI ELIMINARE LE PIETRE CHE SCORRONO SUL SETACCIO OSCILLANTE INCLINATO, ED I PEZZI METALLICI ATTRAVERSO UN MAGNETE Cioccolato 5
Cioccolato 6
ROMPICACAO
MATERIE PRIME DI PARTENZA FAVE GREZZE CON 6% DI UMIDITA FAVE ESSICCATE CON 4% DI UMIDITA FAVE TOSTATE CON 1.5% DI UMIDITA
- Il contenuto in bucce determinato con lanalisi della triptamide (non influenzata dalla presenza di nocciole o mandorle) o per via chimica o tramite NIR che ci permette di misurare in tempo reale le bucce finite nella granella e la granella finita assieme alle bucce.
Cioccolato 7
TRATTAMENTI TERMICI
1. PRE-TRATTAMENTI DELLE FAVE DI CACAO (ARIA CALDA O VAPORE O RAGGI INFRAROSSI) - eliminazione acqua - riduzione microrganismi (in particolare con i sistemi a vapore) - ottimizzazione della qualit delle fave con miglioramento della separazione delle bucce TORREFAZIONE DELLE FAVE, DELLA GRANELLA E DELLA PASTA CACAO - sviluppo dellaroma - eliminazione quasi completa dellacqua (<2%) - volatilizzazione delle sostanze astringenti - reazioni di Maillard - modifica della struttura che facilita luscita del burro di cacao nella successiva fase di pressatura POST-TRATTAMENTO TERMICO DELLA PASTA DI CACAO - riduzione microrganismi - eliminazione dellacqua residua (<0,5%)
Cioccolato 9
2.
3.
TORREFAZIONE
Trattamento termico che ha lo scopo di promuovere la formazione di sostanze aromatiche, di rimuovere lumidita (<2%) rendendo fragile la struttura. Costituisce il passaggio piu importante dei trattamenti termici. La torrefazione puo avvenire sulle fave oppure sulla granella od anche, ma meno impiegata, sulla pasta di cacao I cambiamenti chimici dipendono dalle temperature impiegate (100 a 130c) e dai tempi (1-14 minuti), sopra i 130c si ha perdita di composti aromatici con una nota di bruciato o simile al caffe. In genere sono impiegate temperature piu basse per la fave piu aromatiche e viceversa per quelle meno aromatiche.
Cioccolato 10
TORREFAZIONE
Lo sviluppo di specifici aromi e migliore durante la tostatura a secco, rispetto a quella ad umido ed e per questo che le due fasi sono separate, la reazione di Maillard si innesca infatti solo ad unumidita residua <3%. Inoltre la torrefazione infragilisce la struttura della fava di cacao in modo da facilitarne la rottura, il distacco e la separazione della buccia che e apportatrice di un numero elevato di microrganismi (nel caso di torrefazione delle fave intere) e la fuoriuscita del grasso durante la pressatura. Le condizioni ideali sono di avere delle fave ben fermentate e soprattutto di dimensioni omogenee per evitare disuniformita con zone bruciate o sovratorrefatte e zone non torrefatte.
Cioccolato 11
IMPIANTI DI TOSTATURA
FUORIUSCITA ARIA CALDA CON POLVERE ARIA CALDA
ROTTURA/PULIZIA
ARIA UMIDA, CALDA DEBATTERIZZAZIONE ARIA UMIDA, CALDA TAMBURO ROTANTE USCITA ARIA CON POLVERE E PRODOTTI DI REAZIONE ARIA UMIDA, FREDDA
ESSICA ZIONE
TOSTATURA
ROTAZIONE
RAFFREDDAMENTO
SOFFIATORE DARIA
BARTH-DISCONTINUO
VECCHIA GENERAZIONE, ANCORA MOLTO USATO PER LA SUA FLESSIBILITA (10-30 MINUTI). IL RAFFREDDAMENTO AVVIENE DOPO LO SCARICO NEL PIATTO NELLA PARTE SOTTOSTANTE ALLA BOCCIA
PROBAT-CONTINUO
PROCESSO FLESSIBILE. FORTE RIDUZIONE MICROBICA E UNIFORME GRADO DI TOSTATURA
Cioccolato 12
CACAO
VIA DELLARIA
ROTAZIONE
UTILIZZATO ANCHE PER LA GRANELLA IL FLUSSO DELLE FAVE E DALLALTO VERSO IL BASSO
LEHMANN - CONTINUO
Cioccolato 13
TORREFATTORE VERTICALE
RAFFREDDAMENTO
RISCALDAMENTO
USCITA CACAO
Cioccolato 14
MOLINO A PIOLI O A PERNI OTTENIBILE UNA BUONA FINEZZA (15-20 m), SE ALIMENTATO CON LE CORRETTE QUANTITA. UTILIZZABILE CON UMIDITA < 4%
MOLINO A PIOLI CON SFERE ( 2-10 mm) UNICO PASSAGGIO PER INGREDIENTI SENSIBILI ALLA TEMPERATURA (ES. LATTE IN POLVERE O ZUCCHERO CRISTALLINO)
Cioccolato 15
MOLINO A SFERE
1. 2. 3. 4.
1. 2. 3.
Cioccolato 16
METODO ALTERNATIVO ALLE RAFFINAZIONE A CILINDRI VANTAGGI: - INVESTIMENTO RIDOTTO - SPAZIO LIMITATO - RISPARMIO ENERGETICO LIMITI: - CAPACITA PRODUTTIVA RIDOTTA
Cioccolato 17
MISCELA DI PARTENZA
29%
60%
20%
65%
RAFFINAZIONE A CILINDRI
RAFFINAZIONE A SFERE
NELLA RAFFINAZIONE A SFERE SI NOTANO PIU SUPERFINES ED UNA PRESENZA LEGGERMENTE SUPERIORE DI PARTICELLE A DIMENSIONI SUPERIORI A 65 mm
Cioccolato 18
Cioccolato 19
TORRE ESSICCAZIONE
PRIMA DI INTRODURRE LA KOH SI FA IL VUOTO PER FAVORIRE LA PENETRAZIONE DELLA SOLUZIONEALCALINA AL CUORE. POI SI AGGIUNGE LA SOLUZIONE IN RAGIONE DEL 30% DEL PESO DELLA GRANELLA (TEMPO DI CONTATTO CIRCA 30 ) Cioccolato 21
GRANELLA TOSTATA
MACINAZIONE E RAFFINAZIONE
ZUCCHERO
PASTA DA PROCESSARE
PRESSATURA
LATTE
MISCELAZIONE, RAFFINAZIONE
PANELLO CACAO
MOLITURA
BURRO CACAO
CONCAGGIO
CIOCCOLATO LIQUIDO
TANK MODELLAGGIO RICOPERTURA
POLVERE CACAO
COPERTURA SEMILAVORATO
INDUSTRIA DOLCIARIA, PRODOTTI DA FORNO,
TAVOLETTE
BARRE RICOPERTE
CONSUMATORE
Cioccolato 23
BURRO CACAO
FRANTUMAZIONE
DEODORIZZAZIONE
PANELLI CACAO
3 SCARICO Cioccolato 25
A A
PIASTRE FORATE DAL FONDO DELLE PIASTRE STESSE ED E RACCOLTO SU UNA BILANCIA. CONOSCENDO IL GRASSO INIZIALE. SI PUO COSI CALCOLARE IL TERMINE DEL CICLO DI PRESSATURA, AVENDO FISSATO A PRIORI IL CONTENUTO DI GRASSO RESIDUO (ES. 10-12 % O 22-24 %)
Cioccolato 26
SEPARATORE CICLONE
IL CALORE CHE SI FORMA DURANTE LA MACINAZIONE E CHE DIPENDE DAL CONTENUTO IN GRASSO E DALLA PRODUTTIVITA DELLIMPIANTO, E DISSIPATO NELLA FASE DI RAFFREDDAMENTO IN UN CIRCUITO, CHIUSO AD INTERCAPEDINE REFRIGERATA CON ARIA CONDIZIONATA (20 C E 50 % UR). IL CACAO IN POLVERE E FORTEMENTE IGROSCOPICO.
Cioccolato 27
LEGGERMENTE ALCALINIZZATO
4,5 7,0 +/- 0,25 11 +/- 1 23 +/- 1 1,75
ALCALINIZZATO
4,5 7,6 +/- 0,2 11 +/- 1 23 +/- 1 175
Cioccolato 28
E difficile mantenere la polvere di cacao ad una umidit al di sotto del 4%, in quanto poi tende a riassorbire la umidit persa (problemi nei dosaggi automatici!!!)
UMIDITA RELATIVA
Cioccolato 29
COMPOSIZIONE TRIGLICERIDI POP POS SOS ALTRI OLEODISATURI POO SOO COMPOSIZIONE ACIDICA C14 MIRISTICO C16 PALMITICO C16/1 PALMITOLEICO C18 STEARICO C18/1 OLEICO C18/2 LINOLEICO RAPPORTO OLEICO/STEARICO VISCOSITA 40 C PASCAL.sec 100 C PASCAL.sec
Cioccolato 30
C4 C6 C8 C10 C10 C12 C12 C14 C14 C16 C16 C17 C17 C18 C18 C18 C18 35 38 2 4,5/6,5 35/40 8,5/11 3/0,7 18/37 52/70 1,3/5 21/31 49/54 0,9/2,2 13/62 10/18,0 25 43/47 6,5/8 9,0/12 2,6/6
3,5 1,3 1,3 3 0,2 4 0,2 12 1,4 28 4 1 0,6 11,9 25 1,8 0,8 2,5 7 1,6 2 69 16 2 9 0,2 14 2 17 48,4 0,3 7 7
Cioccolato 31
COMPOSIZIONE IN TRIGLICERIDI
GRASSO
BURRO DI CACAO
OLIO DI PALMA
GIRASOLE
SOJA
COLZA
COTONE
POP
20/22
30,2
0,2/0,3
1,0/1,2
POS
40/42
0,4/1,1
1,1/1,4
0,7
SOS
27/30
Cioccolato 32
% SOLIDI o % CRISTALLI
BURRO CACAO
C 25 30 35 37,5 40
Cioccolato 33
NOTA FORTISSIMA STABILITA PER GLI ANTIOSSIDANTI NATURALI (TOCOFEROLI 100-300 MG/KG, FOSFOLIPIDI 7-10 MG/KG, POLIFENOLI, ECC.)
Cioccolato 34
FRAZIONE
Resa
Indice Iodio
POP
POS
SOS
Di-insaturi 20
Contenuto in solidi 25 30 35
100
33-40
12,5
45,3
37,2
95,0
5,0
82,1
78,7
58,3
2,4
79,4 20,6
29,7 52,2
11,4 11,3
51,3 19,1
37,3 17,5
100,0 47,9
0 52,1
96,6 1,2
95,7 0
89,1 0
13,7 0
Cioccolato 35
40
20
0 20 22 24 26 28 30 32 34 36
TEMPERATURA (C)
38
40
Cioccolato 36
Cioccolato 37
1. NOCI ILLIPE
Madhuca longifolia
Cioccolato 38
2. NOCI SAL
Shorea robusta (India)
Cioccolato 39
Cioccolato 40
4. Mango
Mangifera indica
Cioccolato 41
5. SEMI KOKUM
Garcinia indica (India)
C
Cioccolato 43
FRAZIONI SHEA
ILLIPE
FRAZIONI PALMA
StOSt
POSt / StOSt
POP
CBE
Cioccolato 44
- C.B.S. (Cocoa Butter Substitutes), grassi laurici, normalmente palmisti idrogenato e/o frazionato. Sono incompatibili con il burro di cacao (max 5%) e non necessitano di temperaggio. - C.B.R. (Cocoa Butter Replacers), grassi non laurici, normalmente derivati da soia, palma, colza idrogenati e/o frazionati. . Sono in parte compatibili con il burro di cacao ma non con i C.B.S. e non necessitano di temperaggio. - C.B.E. (Cocoa Butter Equivalent), grassi non laurici quali burro di karit, illip, palma etc. Sono compatibili al 100% con il burro di cacao e necessitano di temperaggio.
Cioccolato 45
MATERIE PRIME E PROCESSI RICHIESTI PER GLI INGREDIENTI DELLE MISCELE DI GRASSI CBE
MATERIA PRIMA Olio palma Burro Shea Burro Illip Burro Kokum Grasso Sal Grasso Mango PROCESSO RICHIESTO (*) 2 frazionamenti degommaggio con un frazionamento nessuno Nessuno 1 frazionamento 1 frazionamento INGREDIENTE USATO PER CBE frazione media Stearina PRINCIPALI TRIGLICERIDI POP StOSt
GRASSI
POP%
P O St %
St O St %
Burro cacao Frazione media olio palma Burro Illip Stearina Shea Stearina Sal CBE commerciale
16 57 9 3 2 32/33
38 11 29 10 14 15/20
23 2 42 63 44 22/28
Cioccolato 47
MISCELAZIONE
MISCELAZIONE
RAFFINAZIONE
CONCAGGIO
TEMPERAGGIO
MODELLAGGIO
RICOPERTURA
Cioccolato 48
TIPI CIOCCOLATO
FONDENTE PASTACACAO BURROCACAO ZUCCHERO ALLATTE PASTACACAO BURROCACAO ZUCCHERO LATTE BIANCO BURROCACAO ZUCCHERO LATTE
Cioccolato 49
MACINAZIONE E RAFFINAZIONE
TANK DI STOCCAGGIO PER COMPOSTI LIQUIDI E IN POLVERE
MISCELATORE
PRERAFFINATORE
RAFFINATRICI
Cioccolato 50
RAFFINAZIONE
Gli ingredienti del cioccolato devono essere macinati in Quanto la presenza di cristalli superiori a 20-30 microns viene percepita dal palato (difetto della sabbiosita). Se si macina troppo fine, la viscosita diventa enorme, in quanto la frazione lipidica non e sufficiente a ricoprire le particelle. La riduzione delle dimensioni avviene per azione di taglio. Le raffinatrici portano ad un consumo notevole di energia, che viene trasformata in calore, a sua volta smaltito attraverso lacqua che circola entro i cilindri cavi di macinazione. In genere i grassi della miscela da 51 Cioccolato
RAFFINAZIONE A CILINDRI
V5 5 S(4-5) V4 4 S(3-4) V3 3 S(2-3) V2 2 V1 1 S(1-2) S(1-2) S(2-3) S(3-4) S(4-5)
. .
. .
V2 V5
Cioccolato 52
CIOCCOLATO FONDENTE
Cioccolato 53
1. 2.
MICROMETRO GRINDOMETRO
CALIBRO MILLESIMALE CHE MISURA LO SPESSORE DELLE PARTI PIU GROSSE PIANO INCLINATO DA 0 A 1000 m, SUI CUI SI SPALMA LA MASSA PER AVERE
UNINFORMAZIONE SOMMARIA SULLE DIMENSIONI MASSIME DELLE PARTICELLE SOLIDE 3. MICROSCOPIO LE PARTI POSSONO ESSERE MISURATE MEDIANTE UN VETRINO RETICOLATO CHE RIPORTA LE MISURE IN MICRONS 4. 5. SETACCI UMIDI IL CIOCCOLATO TRATTATO CON ACETONE, VIENE LAVATO SUI DIVERSI SETACCI CHE SONO POI ESSICCATI E PESATI DIFFRAZIONE LASER TECNOLOGIA PIU MODERNA CHE MISURA LE DIMENSIONI DELLE PARTICELLE NELLA DISPERSIONE
Cioccolato 54
OBIETTIVI DEL CONCAGGIO: 1) RIMOZIONE DELLUMIDITA E DEI VOLATILI INDESIDERATI 2) COPERTURA DELLE PARTICELLE SOLIDE CON GRASSO E SMUSSAMENTO DELLA FORMA 3) SVILUPPO DEFINITIVO DELLE CARATTERISTICHE ORGANOLETTICHE (REAZIONE DI MAILLARD)
N.B. alcuni fenomeni fisici e chimici che avvengono durante il concaggio sono tuttoggi poco chiari dal punto di vista scientifico.
Cioccolato 55
Cioccolato 56
Cioccolato 57
Cioccolato 58
CONCAGGIO PLASTICO:
CONCAGGIO LIQUIDO:
CONSISTENZA: TEMPO:
Cioccolato 59
CONCAGGIO EFFETTUATO CON MACCHINA DOTATA DI DUE MOTORI CON VELOCITA FISSA
CONCAGGIO EFFETTUATO A VELOCITA VARIABILI CON RIDUZIONE DEL TEMPO DI PROCESSO (SOGLIA DI POTENZA PIU ELEVATA)
Nota: la riduzione del tempo totale del ciclo di concaggio pu limitare il completo sviluppo delle reazioni chimiche che influenzano le caratteristiche organolettiche
Cioccolato 60
Cioccolato 61
MISCELAZIONE PRE-RAFFINAZIONE
RAFFINAZIONE
CONCAGGIO
Cioccolato 62
CONCAGGIO A SECCO
Trattamento della massa di cioccolato proveniente dalla raffinazione con il minimo contenuto di burro di cacao necessario. Evaporazione dellumidit e di altri composti volatili sotto linfluenza dellagitatore e di un lento incremento della temperatura. Riduzione di umidit quantificabile da un 11,5% fino ad uno 0,40,8%. Riduzione di acidit (identificata come riduzione di acido acetico) normalmente compresa tra il 3050% e di altri composti volatili (es. aldeide formica). Formazione di nuovi composti aromatici provocati dalla reazione tra zuccheri ed amminoacidi che contribuiranno alla definitiva connotazione aromatica.
Cioccolato 63
1. TREND DEL RILASCIO DELLACQUA DAI PRODOTTI SOLIDI DALLA MASSA 2. TREND DELLEVAPORAZIONE DELLACQUA DALLA MASSA, ELIMINATA DALLA CONCA 3. AREA DI ELEVATO RISCHIO DI FORMAZIONE DI AGGLOMERATI
Cioccolato 64
CONCAGGIO PLASTICO
Cambio senso di rotazione degli agitatori con forte azione di spatolamento del cioccolato sulle pareti della conca; in questo modo il trasferimento di energia aumenta notevolmente. Perdita di polverosit della massa di cacao (sotto linfluenza dellenergia meccanica trasmessa e con laggiunta minima di unaliquota di burro di cacao) ed assunzione di una struttura pi amalgamata. Raggiungimento dei valori reologici richiesti per il cioccolato tramite lintenso lavoro meccanico degli agitatori.
Cioccolato 65
CONCAGGIO LIQUIDO
Completamento della ricetta tramite aggiunta del rimanente quantitativo di burro di cacao, della lecitina di soia e di eventuali ingredienti aromatici.
Cioccolato 66
Cioccolato 67
Cioccolato 68
Cioccolato 69
CONCAGGIO
Il processo meccanico-termico di concaggio ha lo scopo principale di sviluppare il sapore e laroma di cioccolato, eliminando i componenti volatili acidi ed astringenti, che rimangono dopo la fermentazione delle fave nei paesi di origine. Altri effetti secondari: - Diminuzione dellumidita e dei gas - Smussamento delle punte dei cristalli di zucchero (parziale dimostrazione) - Cambiamento di colore per lemulsionamento dei grassi e per la diminuzione dei globuli di grasso - Completa ricopertura delle particelle solide con un velo di grasso - Cambiamenti di viscosita - Probabili reazioni degli zuccheri riduttori con le proteine - Probabili reazioni di demolizione di sostanze complesse in molecole piu piccole che influenzano laroma
Cioccolato 70
Il ciclo avviene (a 55-75c per cioccolato al latte e 6585c per cioccolato fondente) in due fasi: la prima detta a secco e la seconda che inizia dopo laggiunta di burro di cacao e denominata plastificazione. Poco prima del termine di concaggio si aggiunge la lecitina di soja per diminuire ulteriormente la viscosita.
CICLO A SECCO E POI AD UMIDO UTILIZZANDO I CONI ROTATIVI NELLA PARTE SUPERIORE DELLA CONCA DURATA MEDIA DEL CICLO 18-24 ORE (un tempo 72 ore)
Cioccolato 71
LIMITE SCORRIMENTO:
misura della resistenza rispetto al movimento/ deformazione (causata dal network a tre dimensioni)
1. stato stazionario
VISCOSITA:
misura della resistenza durante il movimento / deformazione
2. movimento
Cioccolato 72
VISCOSITA (Pa . s)
Bitume Polimeri plastici fusi Melasso Miele Cioccolato Olio oliva Acqua Acido acetico
Cioccolato 73
viscosit bassa
viscosit corretta
viscosit elevata
Cioccolato 75
Applicazioni
immersione ricopertura strato sottile ricopertura (biscotti) ricopertura strato spesso (barre) modellaggio estrusione
Cioccolato 76
PSEUDOPLASTICI
NEWTONIANO
LIMITE DI SCORRIMENTO
VELOCITA DI SCORRIMENTO D
Cioccolato 77
% GRASSI
% GRASSI
% GRASSI
FINEZZA ZUCCHERO
FINEZZA
FINEZZA
% UMIDITA
% UMIDITA
% UMIDITA
FINEZZA CACAO
FINEZZA
FINEZZA
% LECITINA
% LECITINA
% LECITINA
TEMPERATURA
TEMPERATURA
TEMPERATURA
TEMPO CONCAGGIO
TEMPO CONCAGGIO
TEMPO CONCAGGIO
Cioccolato 78
STANDARDS CIOCCOLATO
FONDENTE UMIDITA ZUCCHERO LATTOSIO GRASSI CENERI VISCOSITA 40C GRANULOMETRIA residuo super. 30 microns residuo super. 20 microns residuo super. 10 microns PESTICIDI max 0,5 50+/-0,5 30+/-0,5 1,2 30-35 2-6 7-25 25-25 LATTE 0,6 % 44+/-0,5 % 9,5+/- 0,3 % 32+/-0,5 % 1,8 % 28-32 pascal 2-6 % 7-25 % 25-35 %
max
vedi tolleranze G.U. 250 del 23.10.85 e successi aggiornam. 10.000 per g 100 g assente
Cioccolato 79
REQUISITI MICROBIOLOGICI Carica batterica totale max 10.000 Salmonella assente in 100 Lipasi attiva -
300
200 MARION 1967 100 MOHR 1958 1960 1965 1970 1975 1980 1985 DIETRICH 1968
Cioccolato 80
CAFFE
50 20 28 70 20 29 8 42 99 26 67 27 28 13 79 24 16 9 455
TE
37 46 55 57 21 55 16 19 9 1 10 2 7 23 22 18 5 14 467 Cioccolato 81
ASPETTO: GUSTO: COLORE MOGANO INTENSO -IN BOCCA DEVE FONDERSI ASPETTO: GUSTO: LUCIDO IMMEDIATAMENTE E - COLORE MOGANO INTENSO - IN BOCCA DEVE FONDERSI UNIFORME SPRIGIONARE GLI AROMI - LUCIDO IMMEDIATAMENTE E SENZA PATINE BIANCHE O GRIGE - UNIFORME SPRIGIONARE GLI AROMI - SENZA PATINE BIANCHE O GRIGE CONSISTENZA: CONSISTENZA: -DEVE ESSERE MORBIDO E -DEVE ESSERE MORBIDO E CREMOSO CREMOSO -AL CALORE DELLA MANO IL -AL CALORE DELLA MANO IL BURRO DI CACAO DEVE BURRO DI CACAO DEVE SCIOGLIERSI SCIOGLIERSI AROMA: ROTTURA: AROMA: ROTTURA: PROFUMO RICCO E INTENSO IL SUONO DEVE ESSERE SECCO - PROFUMO RICCO E INTENSO - IL SUONO DEVE ESSERE SECCO NESSUN SENTORE DI BRUCIATO I BORDI DEVONO ESSERE NITIDI - NESSUN SENTORE DI BRUCIATO - I BORDI DEVONO ESSERE NITIDI O DI DOLCIASTRO SENZA SBRICIOLATURE O DI DOLCIASTRO GLI AGGETTIVI PI USATI PER DESCRIVERE GLI SENZA SBRICIOLATURE AROMI DEL CIOCCOLATO - GLI AGGETTIVI PI USATI PER DESCRIVERE GLI SONO: FRESCO, DI LIMONE, DI VINO, PUNGENTE, PULITO, AROMI DEL CIOCCOLATO SONO: FRESCO, DI ASPRO,LEGNOSO Cioccolato 82 LIMONE, DI VINO, PUNGENTE, PULITO,
n = quantit di campioni da analizzare c = quantita di campioni permessi con un risultato tra m e M m = valore atteso secondo le GMP-buone regole di produzione M = limite massimo che non pu essere superato
Cioccolato 83