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Direzione editoriale: Mimmo Tringale Autore: Catia Trevisani Editing: Valerio Pignatta e Cristina Michieli Impaginazione: Daniela Annetta Illustrazione di copertina: Silvia Coppetti 2006, Editrice Aam Terra Nuova, via Ponte di Mezzo 1 50127 Firenze tel 055 321 5729 - fax 055 321 5793 libri@aamterranuova.it - www.aamterranuova.it I edizione novembre 2006, II edizione giugno 2007 ISBN 888881910X Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del libro pu essere riprodotta o diffusa con un mezzo qualsiasi, fotocopie, microfilm o altro, senza il permesso dell'editore. Le informazioni contenute in questo libro hanno solo scopo informativo, pertanto l'editore non responsabile dell'uso improprio e di eventuali danni morali o materiali che possano derivare dal loro utilizzo. Stampa: Lineagrafica, Citt di Castello (Pg)
Introduzione
Da sempre il cibo nutrimento e cura, oltre che piacere e socialit. Fin dai tempi pi remoti, ortaggi, erbe, alimenti, bevande e infusi sono stati utilizzati per tonificare, depurare e disintossicare, per sedare il sistema nervoso o come afrodisiaci. Le propriet dei cibi sono cos varie che, in caso di indisposizione, non c' che l'imbarazzo della scelta e le ricerche scientifiche dei tempi moderni ne hanno giustificato l'utilizzo per diverse patologie. Infatti, ci che per i vecchi era esperienza tramandata e da tramandare, oggi trova riscontro nelle ricerche scientifiche: le intuizioni delle antiche medicine energetiche, che tanta importanza davano al cibo, sono oggi confermate dalla scienza. Un esempio? La cipolla: antidiabetica, diuretica, stimolante generale, vermifuga, antisclerotica e indicata nella cura di alcune malattie cardiovascolari, come confermano alcuni studiosi inglesi, consumata e utilizzata da sempre, anche prima di conoscere queste nozioni. Questo libro nasce con l'intenzione di stimolare nelle persone la consapevolezza del "potere del cibo". Ogni giorno introduciamo sostanze e bevande che possono far ammalare o risanare. Sedersi a tavola diventato un gesto tanto quotidiano e naturale, un'abitudine, spesso facendoci dimenticare che, proprio l, si gioca la partita del nostro benessere. Il tempo del pasto non solo un evento affettivo e sociale che ci permette di dialogare con i figli e le persone che amiamo, di decidere le sorti di un'azienda, o semplicemente di trascorrere una serata con gli amici; non si tratta solo di un piacevole momento di approvvigionamento di carboidrati, proteine, grassi, vitamine e nutrienti per il nostro organismo, ma anche un momento fondamentale di "costruzione"
del nostro stato di salute, di prevenzione delle malattie, e se si malati, di possibile cura. Nel nostro paese la fantasia popolare ha saputo valorizzare i cibi semplici ideando moltissime ricette sane ed equilibrate, talvolta attingendo anche da tradizioni culinarie lontane con la capacit di far proprio il meglio di altre culture. La Cina, ad esempio, vanta un'esperienza millenaria sugli aspetti energetici e curativi degli alimenti che ci permette di riscoprire aspetti e dettagli a cui solitamente non diamo attenzione. Oltre a ci va poi considerato come oggi entrino in gioco anche altri fattori: la qualit degli alimenti, spesso dubbia, l'utilizzo di sostanze nocive in agricoltura, il problema degli organismi geneticamente modificati, l'abuso di conservanti e coloranti, e l'inquinamento. Tutti questi fattori rischiano di compromettere la qualit energetica e nutrizionale del cibo, comunque gi pi povera rispetto al passato. Un tempo esistevano due cucine: quella dei poveri e quella dei ricchi. I ricchi disponevano di cibo in abbondanza, mentre i poveri dovevano sopperire alla penuria in cui si trovavano con la fantasia: erbe selvatiche hanno creato ricette straordinarie. Inoltre non esistevano malattie come l'anoressia e la bulimia che oggi sono il segno di una societ che a poco a poco sta perdendo la saggezza della tavola. Oggi si arriva a spendere cifre maggiori per dimagrire piuttosto che per mangiare; la gestione omologata del tempo va spesso a scapito della salute: pacchetti di calorie, che ormai hanno solo sapori artificiali, pappette gi pronte per i bambini, piatti surgelati che i ragazzi infilano nel microonde al ritorno da scuola perch a casa non c' nessuno. La pubblicit fa la sua parte e tutto sembra buono e perfetto. Si perso il gusto di cucinare, di preparare con le proprie mani il cibo che nutre noi stessi, i nostri figli e le persone a cui vogliamo bene. Sicuramente ci sono pi soldi da spendere, non combattiamo pi con le malattie infettive, ma le lotte di oggi sono pi subdole e pericolose. Soffermarsi un po' e riflettere, assaggiare un cibo e cercare di sentirne il sapore vero, lentamente... sulla lingua e sul palato, osservarne la forma, il colore, percepirne il profumo. In ogni alimento c' qualcosa che attira o che respinge e il nostro istinto in grado di permetterci di distinguere ci di cui abbiamo bisogno da ci che ci "avvelena". Sapori e odori sono elementi impalpabili, ma ci parlano delle propriet nascoste nell'alimento, sono l'energia che si libera dalla forma. Oggi la nostra cultura occidentale studia la materia e affronta i cibi nelle diverse parti che li costituiscono, perdendo la visione d'insieme. Si esaminano la struttura chimica e le molecole, giungendo alla semplice
conclusione che con l'alimentazione non si faccia altro che apportare sostanze all'organismo: la dietetica poi si preoccupa di comporre le diete in base ad un equilibrio tra i costituenti biochimici e le calorie. Solo le medicine olistiche studiano anche gli aspetti energetici del cibo e l'impatto di questi sull'organismo. Il colorito del viso, il modo di muoversi, l'odore tipico di una persona sono la sua emanazione energetica; allo stesso modo l'energia di un cibo traspare dal suo odore, aroma o profumo, dal suo sapore, dalla forma, dal colore e dalla sua consistenza. Siamo in qualche modo quello che mangiamo e un cambio alimentare modifica fortemente la nostra energia e quindi anche il nostro modo di essere. Di qui la fondamentale importanza del momento in cui ci sediamo a tavola. L possiamo costruire i nostri equilibri e disequilibri, il nostro benessere o la nostra stanchezza, l'armonia o meno del nostro stato fisico e psichico. Un lavoro di paziente e attenta osservazione e catalogazione ha permesso, nel tempo, la verifica di azioni, reazioni e cambiamenti, che gli alimenti riescono a determinare nell'impatto con l'organismo; sono stati scoperti cos alimenti in grado di tonificare l'energia quando carente, rimuoverla dove non scorre, nutrire il sangue e dinamizzarlo quando serve, riscaldare se c' freddo o raffreddare se c' troppo calore, dirigersi verso un organo particolare che ne ha bisogno, ripristinare l'equilibrio e l'armonia dell'individuo. Il nostro corpo conosce perfettamente tutte queste leggi di natura e istintivamente ricerca cibi, sapori e colori di cui necessita. importante tornare ad imparare a sentire i nostri veri bisogni, troppo spesso sopraffatti da mode e messaggi pubblicitari. La natura, con la sua saggezza, ci sostiene e ci cura. Questo libro un invito a riavvicinarci a noi stessi e alla tavola con l'entusiasmo e la sorpresa di scoprire, dietro a gesti quotidiani, come quello di nutrirsi, i segreti del benessere e di una nuova qualit di vita. dott. ssa Catia Trevisani novembre 2006
Allergia
ALLERGIA
l'individuazione dell'esordio della malattia. Un esempio fra tanti: l'asma infantile molto pi probabilmente allergica di un'asma che insorge dopo i trent'anni. Vediamo ora come si pu affrontare la febbre da fieno, forma acuta stagionale della rinite allergica, indotta in genere da pollini aerei. Il tipo primaverile dovuto a pollini di alberi (per esempio quercia, olmo, acero, ontano, betulla, pioppo nero), il tipo estivo a pollini di piante erbacee coltivate o selvatiche (per esempio graminacee, erbe infestanti), mentre il tipo autunnale a pollini di erbe selvatiche. In alcuni casi, la febbre da fieno dovuta soprattutto a spore fungine trasportate nell'aria. I sintomi della rinite allergica sono molto fastidiosi: il naso, la volta della bocca, la gola e gli occhi iniziano a dare prurito gradualmente o improvvisamente dopo l'inizio della stagione dei pollini. Lacrimazione, starnuti, secrezione nasale liquida ed acquosa accompagnano o seguono di poco il prurito. Possono comparire anche cefalee frontali, irritabilit, insonnia, depressione. La congiuntiva degli occhi molto arrossata e le mucose nasali sono di colore rosso bluastro. Infine, si possono manifestare tosse e affanno asmatico man mano che la stagione avanza. Al contrario della febbre da fieno, la rinite allergica perenne dura tutto l'anno. La congiuntivite rara, ma caratteristica un'ostruzione nasale cronica che pu estendersi alle tube di Eustachio (orecchie) dando difetti dell'udito molto frequenti nei bambini.
La rinite allergica
Ci sono le allergie stagionali, quelle alimentari e quelle che invece sono causate da prodotti chimici, polvere, acari o altre sostanze. Fatto sta che sono sempre pi numerose le persone, e soprattutto i bambini che ne soffrono. L'allergia non altro che una reazione di ipersensibilit nei confronti di una o pi sostanze normalmente innocue. Quando questo accade, il sistema immunitario rilascia una sostanza vaso-attiva, l'istamina, la cui funzione quella di neutralizzare quello che l'organismo percepisce come un agente "invasore". Ed proprio l'istamina a causare tutta quella serie di disturbi (congestione nasale, edemi, aumento della produzione di muco ecc.) con cui si manifesta l'allergia o l'ipersensibilit. Due sinonimi usati comunemente per indicare una risposta esagerata all'antigene che porta a vari tipi di danni ai tessuti corporei. Le malattie allergiche pi comuni sono: la febbre da fieno (rinite allergica stagionale), l'asma infantile, l'eczema infantile e alcuni casi di orticaria e di reazioni agli alimenti. Tutti i soggetti in cui si manifestano tali disturbi hanno in comune una predisposizione ereditaria a sviluppare ipersensibilit nei confronti di sostanze (dette allergeni) ambientali che sono innocue per l'80% della popolazione. Come si fa a individuare la sostanza scatenante e il tipo di allergia? Per arrivare a una diagnosi corretta molto importante l'anamnesi, il colloquio attraverso il quale possibile verificare la relazione dei sintomi con l'ambiente, le variazioni stagionali dei disturbi e l'eventuale contatto con animali, fieno o polveri. Tale colloquio ha sicuramente maggior valore dei test che possono essere utili solo come conferma delle eventuali allergie individuate. Un altro elemento importante per la diagnosi
Le allergie pi comuni
Orticaria
L'orticaria un disturbo relativamente comune. Si calcola che il 15-20% della popolazione globale ne abbia sofferto in qualche periodo. Pu colpire persone di ogni et, ma pi facile che ne soffrano i giovani adulti, dalla fine dell'adolescenza fino alla trentina. Si tratta di una reazione allergica caratterizzata da gonfiore e arrossamento locale a livello cutaneo e pu essere dovuta ad allergia a farmaci, punture o morsi d'insetti, iniezioni desensibilizzanti o ingestione di alcuni cibi, specialmente uova, crostacei, noci o alcuni tipi di frutta. Negli adulti la causa principale di orticaria sono i medicinali. Nei bambini gli alimenti. Alcune reazioni agli alimenti si verificano dopo ingestione di quantitativi anche minimi. Altre (come nel caso delle fragole) possono verificarsi solo dopo un eccesso alimentare.
Allergia
Il prurito generalmente il primo sintomo ed seguito dopo breve tempo dalla comparsa di rigonfiamenti che possono rimanere piccoli o ingrandirsi. La manifestazione in genere scompare nell'arco di unosette giorni. Per i soggetti allergici importante un'alimentazione a basso contenuto di sostanze allergizzanti e di amine vasoattive: in particolare additivi alimentari. importante anche ridurre il consumo di latte e derivati, uova, noci, molluschi, salumi, bibite alcooliche, cioccolato e alcuni frutti come kiwi, fragole, arance. Per i soggetti che soffrono di asma o rinite allergica e che quindi hanno pi difficolt di altri ad eliminare le tossine e che sono anche costituzionalmente pi fragili a livello respiratorio, diventa di primaria importanza l'eliminazione di latte e derivati, poich tali alimenti provocano un'iperproduzione di muco. Anche l'eliminazione degli alimenti contenenti additivi alimentari di primaria importanza. Additivi come la tartrazina (responsabile del colore giallo) e i benzoati (conservanti diffusissimi) stimolano la produzione di un composto che aumenta il numero delle mastcellule nell'organismo, coinvolte nella produzione dell'istamina e di altri composti che provocano la reazione allergica. E una persona con un numero elevato di mastcellule pi esposta alle allergie, come dimostra l'esame di soggetti che soffrono di orticaria, il 95% dei quali presenta un incremento nel numero di mastcellule. Anche gli aromatizzanti (salicilati, aspartame), i nitriti, l'acido sorbico, gli antiossidanti (idrossitoluene, solfito, gallato) e gli emulsionanti/stabilizzatori (polisorbati) hanno tutti dimostrato di produrre orticaria in soggetti sensibili. Gli antibiotici, compresa la penicillina, e i composti analoghi sono la causa pi comune di orticaria indotta da farmaci. La penicillina non viene distrutta dalla cottura pertanto i cibi che la contengono (latte, carne, surgelati e perfino bibite gassate) potrebbero contribuire alle reazioni allergiche dell'orticaria. In realt, l'allergia non va vista come una malattia, ma come il segnale di un sovraccarico organico (e spesso anche psichico) che ha ormai superato i limiti delle capacit di compensazione dell'organismo. Spesso il soggetto allergico ha il fegato in sovraccarico. Anche per que-
sto bene che eviti i latticini, le proteine animali in eccesso, ma anche le Solanacee (in particolare pomodori, peperoni e melanzane), le arachidi e le noci. Trarr invece grande giovamento da cibi biologici: cereali integrali, ortaggi, legumi, una piccola quantit di alghe (ricche di minerali e vitamine) e miso (alimento fermentato a base di soia). In uno studio condotto su 236 casi di soggetti con orticaria cronica stato riportato che i fattori psicologici erano una causa molto frequente. Sembra che lo stress abbia un ruolo importante perch aumenta la sensibilit individuale all'allergia. Tecniche di rilassamento ed ipnosi hanno portato in molti soggetti un forte miglioramento. D'altra parte sappiamo tutti che si allergici al polline, agli acari, alla polvere, ma anche a persone e situazioni sgradite. La reazione che si manifesta sul piano immunitario paragonabile ad analoghe insofferenze a livello psichico o emotivo. La nuova scienza della psiconeuroendocrinoimmunologia insegna che il nostro sistema immunitario paragonabile ad un organo supplementare di percezione-relazione con il mondo circostante, una sorta di "sesto senso". L'individuo pu rispondere all'ambiente che lo circonda con moti di aggressivit che lo coinvolgono simultaneamente sul piano immunitario, nervoso ed endocrino. In questa luce l'allergico ricerca qualcosa contro cui volgere la propria aggressivit (tossina psichica che ben si accorda con la concezione del fegato in medicina cinese) repressa o dissimulata e a questo punto si perde la corretta percezione dei ruoli e non pi chiaro chi sia l'aggredito e chi l'aggressore. In definitiva, le allergie richiamano la nostra attenzione a pi fattori: la predisposizione costituzionale, le abitudini alimentari, la capacit di detossificare (a livello fisico e psichico), l'aspetto legato alla psicosomatica e infine l'ambiente in cui si vive. Pertanto l'approccio alle allergie deve essere necessariamente olistico, altrimenti occorrer accontentarsi di soffocare l'ennesima reazione infiammatoria autoprovocata senza comprendere e quindi guarire alla radice la problematica che lo ha causato. Ecco perch, l'alimentazione rappresenta un approccio fondamentale in quanto in grado di correggere le tendenze costituzionali, apportare elementi vitali e disintossicanti, influenzare la psiche.
Rischio antibiotici
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Dal punto di vista energetico, secondo la Medicina Tradizionale Cinese, nei soggetti allergici fondamentale riequilibrare reni, fegato e milza,' inoltre spesso vi un eccesso di calore nel corpo. Le alghe tonificano i reni e rinfrescano, per il fegato si eliminano i cibi acidi e le Solanacee e si consuma il miso. Per alleggerire l'eccesso di umidit dovuto al deficit della milza si eliminano i latticini. Le carni e le uova aumentano il calore interno per cui vanno ridotte, mentre il pesce pi adatto. Cereali, legumi verdure e ortaggi sono riequilibranti generali.
Il ruolo dell'alimentazione
ANEMIA
Alimenti S
Alghe (in piccola quantit) Cereali integrali Frutta (esclusi kiwi, fraqole e arance) Legumi Miso (in piccola quantit) Ortaggi (escluse le Solanacee)
Alimenti No
Additivi (in generale tutti gli alimenti che li contengono) Arance Bibite alcooliche Carni Cioccolato Fragole Kiwi Latte e derivati Molluschi Semi oleosi (come noci e arachidi) Solanacee (in particolare pomodori, peperoni e melanzane) Uova
Bambini e donne in gravidanza sono i soggetti pi esposti, ma spesso l'anemia causata da una dieta scorretta e povera di principi nutritivi. Un errore, molto comune anche tra vegan e vegetariani. Le anemie sono una patologia del sangue, ed il sangue simbolo di energia vitale, il fluido vitale. Basti pensare alle numerose funzioni a cui adempie, grazie alle quali siamo vivi. Fondamentale la funzione respiratoria, il sangue trasporta ossigeno ai tessuti tramite i globuli rossi e asporta l'anidride carbonica; nutre le cellule facendo circolare tutti i nutrienti assorbiti dalla mucosa intestinale, rimuove dai tessuti i prodotti di rifiuto del metabolismo convogliandoli negli organi che provvedono ad eliminarli come reni, cute, polmoni, intestino depurando l'intero organismo. Inoltre il sangue svolge un ruolo di interconnessione chimica attraverso gli ormoni che fanno da messaggeri e vengono veicolati agli organi bersaglio, ha una funzione di difesa attraverso i globuli bianchi e alcune proteine del plasma, le gammaglobuline che hanno un ruolo fondamentale nelle reazioni di difesa ed immunitarie, conserva l'equilibrio idrico-salino dell'organismo, mantiene la temperatura corporea uniforme in tutto il corpo, regola il pH dei tessuti grazie alle sostanze che contiene, infine regola la pressione arteriosa attraverso le modificazioni del suo volume. Dunque il sangue asporta le sostanze tossiche e trasporta nutrimento e ossigeno alle cellule. Ma non entra direttamente in contatto con esse, alle cellule giunge attraverso i capillari o meglio ancora le cellule sono in contatto con il liquido interstiziale che un prodotto di trasudazione del sangue. L'eccesso di questo liquido drenato dalla linfa. Quindi
Interfaccia chimica
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Anemia
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il sangue costituisce, con il liquido interstiziale e la linfa, l'ambiente interno in cui sono immerse le cellule. interessante notare come, nonostante i costituenti del sangue si rinnovino continuamente, la sua composizione rimane rigorosamente costante. Si tratta di un fenomeno importantissimo che assicura l'omeostasi, una sorta di equilibrio dinamico che consente la vita. Ma da cosa costituito il sangue? In esso troviamo una parte liquida, il plasma, ed una parte corpuscolata, le cellule che si distinguono in globuli rossi, globuli bianchi e piastrine. Il ruolo primario dei globuli rossi il trasporto di ossigeno dai polmoni ai tessuti ed il trasporto di anidride carbonica nella direzione opposta, entrambe queste funzioni sono svolte dall'emoglobina, una proteina contenuta nei globuli rossi che lega il ferro. Il termine anemia deriva dal greco anaimia, letteralmente mancanza di sangue. Si tratta di una condizione patologica caratterizzata da diminuzione del numero dei globuli rossi e/o diminuzione del contenuto in emoglobina (Hb). I sintomi dell'anemia rappresentano le risposte compensatone dell'organismo ed in particolare dell'apparato respiratorio e cardiovascolare alla fame di ossigeno delle cellule (ipossia tessutale). Una lieve anemia pu essere spesso nascosta, si lamenta un po' di stanchezza e un certo affaticamento dopo l'esercizio fisico, un leggero affanno del respiro e qualche palpitazione, irritabilit e nervosismo. Un'anemia importante invece presenta sintomi anche a riposo, forte stanchezza, tachicardia (aumento della frequenza cardiaca), ipersensibilit al freddo, cefalea, vertigini, ronzii, irritabilit, sonnolenza. Qui ci occuperemo soprattutto dell'anemia da carenza di ferro (anemia sideropenica) e dell'anemia da carenza di vitamina B , due forme che interessano particolarmente coloro che seguono una dieta vegetariana o vegan. Vediamo perch.
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al ferro raccogliendone l'elemento virile-guerriero. L'Ayurveda insegna che il ferro antianemico e unisce cielo e terra, come il sangue unisce la modalit sottile a quella corporea. Il nostro organismo contiene circa 3,5-5 g di ferro, la maggior parte del quale si trova nei globuli rossi, pi precisamente nell'emoglobina, altro ferro contenuto nella mioglobina, la proteina dei muscoli e in diversi enzimi. Altre modeste riserve si trovano nel fegato e nella milza dove il ferro legato ad una proteina, la ferritina. Nel sangue circolante, questo metallo, invece veicolato dalla transferrina.
Un milligrammo al d
Le diverse anemie
Normalmente, un adulto assume circa 1 mg di ferro al d; le necessit sono maggiori nel bambino per via della crescita e nella donna che perde una parte di ferro con le mestruazioni. Il succo gastrico favorisce l'assorbimento del ferro che regolato dalla quantit di ferritina presente nel sangue, poich il metallo si lega alla transferrina che poi lo veicola agli organi ematopoietici (che producono le cellule del sangue). La carenza di ferro pu manifestarsi anche in assenza di anemia certa. Infatti, in caso di carenza, l'organismo preleva il ferro in primo luogo dai depositi (ferritina), poi dalla proteina che lo veicola (transferrina), infine dagli enzimi che lo contengono e solo quando queste sottrazioni risultano insufficienti, l'organismo fa mancare il ferro per la sintesi di emoglobina manifestando i tipici sintomi dell'anemia sideropenica. In questi casi, i test di laboratorio possono essere utili per una maggior comprensione dei meccanismi dell'anemia. Anche l'osservazione dei globuli rossi circolanti pu essere d'aiuto per stabilire il tipo di anemia presente. Globuli rossi piccoli e pallidi attestano un difetto di produzione che pu derivare da carenza di ferro; mentre globuli rossi grandi suggeriscono un difetto nella sintesi di Dna che dipendono per lo pi da carenza di vitamina B o di folati.
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Il ferro un elemento essenziale per la vita, un costituente dell'emoglobina e consente la fissazione dell'ossigeno atmosferico da parte del sangue nei polmoni. Nell'antichit il ferro non era estratto ma si raccoglieva dalle meteoriti precipitate, di qui il termine sideros, da sidus che significa stella. Fin dai tempi pi remoti gli si attribu grande importanza per la salute in generale e in particolare per la forza fisica. L'alchimia medievale unisce Marte
Carenza di ferro
L'anemia da carenza di ferro (anemia sideropenica), si riconosce per la riduzione del numero dei globuli rossi che diventano piccoli e pallidi. Vi impoverimento dei depositi di ferro nell'organismo, quindi una riduzione della ferritina ed un aumento della transferrina in quanto il ferro dei depositi si mobilita verso il sangue, riduzione del ferro nel sangue (sideremia). L'anemia da carenza di ferro pu verificarsi per cause diverse: carenza dietetica, eccessive perdite mestruali, emorragia cronica, difettoso
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Anemia
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assorbimento di ferro in seguito a interventi chirurgici (asportazione dello stomaco o di parte di esso), malassorbimento del primo tratto dell'intestino tenue. inoltre una patologia molto frequente in gravidanza.
l'unica differenza di contenere magnesio al posto del ferro. Per una particolare forma di trasmutazione, nel nostro organismo, il magnesio si converte in ferro e "fa sangue". Nonostante il luogo comune che vede nell'assunzione di carne, la soluzione alle carenze di ferro, non sempre la carne rossa risolve le anemie che si protraggono nel tempo. E, come noto, un'alimentazione ricca di proteine animali oltre ad acidificare il sangue (vedi la voce Ipoglicemia) pu determinare altri inconvenienti. Al contrario, la clorofilla immediatamente riconosciuta ed assimilata nei suoi costituenti cos ben "sinergizzati" da madre natura, porta energia, vitalit, forza, calore e tutti gli elementi marziali di cui ha bisogno l'anemico sideropenico. Allora via libera ai vegetali verdi: bietole, coste, spinaci, broccoli verdi, ma anche a rape, carote, cipolle, lenticchie, ceci e legumi in generale, cereali integrali e tra la frutta ciliegie e more (quando stagione), datteri, fichi secchi, prugne secche, uva passa, mandorle e cocco, da non dimenticare neanche i pinoli. La vitamina C migliora l'assorbimento di ferro, quindi pu essere utile assumere un po' di limone o di rosa canina. Le alghe sono un concentrato di minerali, e contengono clorofilla e ferro. Anch'esse possono essere un validissimo aiuto per la risoluzione di un'anemia. Anche l'ortica, una pianta ingiustamente ignorata, oltre ad essere ottima in cucina e famosa per le sue virt terapeutiche un eccellente antianemico.
I sintomi
II primo stadio di carenza caratterizzato dalla riduzione del contenuto di ferro, i depositi dell'organismo vengono eccessivamente impoveriti, mentre l'emoglobina e il ferro plasmatico restano normali. Via via che i depositi si riducono, si assiste ad un progressivo aumento nell'assorbimento del ferro dietetico e nella concentrazione della transferrina. Quando i depositi organici di ferro sono ormai esauriti, il livello plasmatico di transferrina aumenta, la sideremia (concentrazione sierica di ferro) scende portando ad una progressiva riduzione del ferro disponibile per la formazione dei globuli rossi. In seguito, i globuli rossi diventano piccoli e pallidi (microcitosi e ipocromia), infine compaiono i tipici sintomi ed i segni della carenza tessutale. Nella carenza di ferro cronica la persona pu avere desiderio di mangiare terra, vernici o ghiaccio. Segni di anemia molto protratta sono le spaccature sulla superficie della lingua e agli angoli delle labbra (glossite e cheilosi). I sintomi pi comuni dell'anemia da carenza di ferro sono: pallore, affaticamento, debolezza generale, ipotensione, svogliatezza, scarsa resistenza al freddo, unghie fragili, caduta dei capelli con radici atrofiche fino a ronzio auricolare, vertigini, svenimenti, palpitazioni, tachicardia, difficolt intellettuali, prurito e atrofia vulvare, perdita di coscienza. La prevenzione pi efficace contro l'anemia da carenza di ferro e le anemie pi in generale l'alimentazione equilibrata. Una dieta valida deve assicurare all'organismo una sufficiente quantit di ferro e tutti i fattori che consentono il suo assorbimento. I famosi spinaci di Braccio di Ferro che gli conferiscono energia ed una grandissima forza fisica ricordano, anche se in maniera enfatica, il ruolo importante svolto dalla clorofilla nell'alimentazione. In realt tutte le verdure e gli ortaggi di colore verde scuro contengono ferro in buona quantit e possono fornire all'organismo questo prezioso minerale. La clorofilla pu essere considerata il "sangue delle piante", la sua molecola curiosamente molto simile a quella dell'emoglobina, con
Prevenzione
La vitamina B indispensabile per una normale sintesi del Dna, per la formazione dei globuli rossi e per l'integrit delle guaine mieliniche nervose. Questa vitamina la si trova nella carne e in altri alimenti di origine animale, ma anche nei cibi fermentati. In ogni caso, una sana flora batterica intestinale in grado di sintetizzarla a seconda delle necessit. La vitamina B inoltre presente in tracce nelle alghe, in particolare le nori, nel lievito di birra, nei semi di girasole, nel tempeh. Anche il lievito di birra in scaglie un valido aiuto nell'integrazione alimentare di vitamine del gruppo B, inoltre insaporisce molto bene zuppe e pietanze, ottimo anche per i bambini, si pu utilizzare al posto del formaggio di grana (in particolare per gli intolleranti ai latticini), aggiunto ai cereali o alle verdure. Unico accorgimento: non deve essere consumato in eccesso da chi soffre di gonfiori intestinali e presenta un colon dilatato
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Anemia
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a causa della sua natura espansiva, yin. In ogni caso l'assorbimento di vitamina B, richiede la presenza di una sostanza secreta dalla mucosa dello stomaco, il cosiddetto fattore intrinseco che indispensabile per il trasporto della vitamina attraverso la mucosa intestinale. Quando il fattore intrinseco presente e la dieta equilibrata, la B si accumula nel fegato in quantit sufficiente a sostenere il fabbisogno fisiologico di un individuo per tre-cinque anni.
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diversi casi di anemia da ferro o da B in vegetariani convinti che per <(esumavano molti cibi raffinati, senza preoccuparsi di integrare adequatamele la propria dieta.
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Alimenti S
Alghe (in particolare nori) Bietole Broccoli verdi Carote Ciliegie . ( ipolle Cocco Coste Datteri Fichi secchi Legumi (in particolare lenticchie e ceci) Lievito di birra in scaglie .
La causa pi frequente dell'anemia da carenza di vitamina B una forma particolare di gastrite (atrofica) per cui non viene secreto il fattore intrinseco e quindi la vitamina non pu essere assorbita dagli alimenti. Anche una dieta strettamente vegetariana o vegan (che esclude qualsiasi cibo di origine animale) non corretta pu portare a carenze di questa vitamina. Questo tipo di anemia si sviluppa in modo insidioso e progressivo quando i considerevoli depositi epatici vengono esauriti. Un bruciore alla lingua (glossite) pu essere un sintomo precoce, inoltre possono essere presenti manifestazioni a carico del sistema gastrointestinale, tra cui: inappetenza, stitichezza alternata a diarrea, dolore addominale diffuso. Inoltre vi pu essere un interessamento dei nervi periferici (neurite) fino ad un possibile danno midollare con perdita della sensibilit, debolezza nello svolgere i movimenti pi piccoli, intolleranza al rumore e alla luce. Pertanto, il vegetariano stretto, che non consuma alcun alimento di origine animale (vegan) dovrebbe aver cura di integrare la propria dieta con cibi ricchi di vitamina B e mantenere in buono stato la flora intestinale, avendo cura di consumare in maniera regolare cereali integrali.
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Limone Mandorle More Ortiche Pinoli Prugne secche Rape Rosa canina Semi di girasole Spinaci Tempeh Uva passa
Alimenti No
Cibi raffinati Latticini Proteine animali (eccessive) Zuccheri
Vegetariano non di per s uguale a salute. Chi decide di eliminare dalla propria dieta la carne o pi in generale qualsiasi alimento di origine animale per convinzione o semplicemente per stare meglio, ha bisogno di una corretta informazione per non incorrere in carenze. Nel breve periodo si sta certamente meglio, quando si modifica il proprio regime alimentare, ma nel tempo, parlo di anni, un regime alimentare vegetariano o vegan, troppo povero dei nutrienti essenziali, pu far ammalare tanto quanto un regime alimentare troppo ricco. Attenzione a chi consuma troppi cibi raffinati, zuccheri, latticini, si pu aprire la strada all'anemia. E purtroppo devo dire che ho riscontrato
Corretta informazione
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Si sa che la salute si costruisce a tavola. Comporre i pasti con gusto e fantasia, tenendo conto degli effetti di una scorretta combinazione alimentare sulla salute pu essere pi semplice se si a conoscenza di alcune elementari nozioni della fisiologia digestiva. Sono numerosi i nutrizionisti che hanno visto sparire patologie piccole e grandi, grazie ad un'alimentazione sana e al corretto uso delle associazioni alimentari. Quando l'apparato digerente, per qualche motivo, non nelle condizioni di funzionare al meglio, la digestione incompleta produce sostanze tossiche e causa alterazioni della flora intestinale che a sua volta d luogo ad altre tossine: putrescina, scatolo, indolo, creosolo ecc. In genere, l'organismo tenta di espellere tali tossine, ma a lungo andare, se intervengono fattori che peggiorano ulteriormente la situazione, come per esempio stress e disordini alimentari d'ogni genere, la capacit di reazione si riduce, l'adattamento diventa sempre pi difficile, vi un esaurimento dell'energia vitale che in questi casi si avverte come stanchezza continua. Lo stato di tossicit generale aumenta finch invade le cellule stesse producendo gravi patologie. Per evitare tali disturbi e ottimizzare la funzione digestiva importante il modo in cui i cibi vengono combinati nei pasti, cos che i succhi digestivi, contenenti gli enzimi, possano agire efficacemente. Questo perch ogni gruppo d'alimenti (amidi, proteine, grassi ecc.) sottoposto all'azione di enzimi specifici che per svolgere il loro compito in maniera ottimale richiedono condizioni (in particolare temperatura e acidit, misurata come pH) determinate. Alcuni alimenti richiedono una digestione lunga e complessa, altri vengono assimilati rapidamente; cibi differenti richiedono enzimi diversi e
condizioni particolari per la digestione. La specificit dei succhi digestivi davvero notevole ed essi, col variare del cibo, variano la propria composizione. Questo perch l'organismo cerca, volta per volta, di creare all'interno del tubo digestivo un ambiente ottimale per l'assimilazione degli alimenti. Che cosa accade quando nel tubo digerente sono presenti contemporaneamente alimenti molto differenti, che necessitano di condizioni molto diverse per essere assimilati? In queste condizioni, l'apparato digerente non riesce a far niente di meglio che creare condizioni intermedie e per questo lontane da quelle ottimali necessarie per assimilare il singolo alimento. Ne deriva una digestione laboriosa e imperfetta. Ecco perch le mescolanze di cibi di natura diversa sono mal assimilate e affaticano inutilmente l'apparato digerente oltre a produrre scorie tossiche. Vediamo in dettaglio quali sono dunque le combinazioni alimentari pi corrette e quelle da evitare ad ogni costo.
Amidi + proteine: no
Quando ingeriamo un alimento a base di amido (cereali, pasta, patate, castagne) insieme a delle proteine (latticini, formaggi, uova, carne, noci ecc.) come per esempio nel classico spuntino con un panino (amido) farcito con salumi o formaggi (proteine), gli amidi iniziano ad essere digeriti nella bocca ad opera dell'amilasi salivare (ptialina), un enzima attivo in ambiente neutro, o lievemente acido (pH 7-6,9). L'azione della ptialina inizia nella bocca e in assenza di ostacoli dovrebbe continuare nello stomaco che non secerne enzimi specifici per la digestione degli amidi. Se nello stomaco sono presenti solo amidi, o alimenti con essi compatibili, il pH si mantiene dunque entro valori che permettono l'attivit della ptialina. La digestione delle proteine inizia invece nello stomaco, grazie all'azione di un enzima proteolitico, il pepsinogeno che deve essere attivato dall'acido cloridrico, secreto anch'esso dalla mucosa gastrica, che lo trasforma in pepsina. La digestione delle proteine, quindi, necessita di un ambiente acido, tanto pi acido quanto pi concentrata la proteina. evidente che le condizioni necessarie per la digestione ottimale delle proteine, sono diametralmente opposte a quelle richieste per la digestione degli amidi. Ora, quando s'ingerisce un pasto composto da amidi e proteine, quello che accade che lo stomaco raggiunge rapidamente un'acidit che arresta o riduce la digestione degli amidi. A loro volta, la massa di amidi
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frena la secrezione di acido cloridrico in modo da rendere meno rapida l'inattivazione della ptialina, con la conseguenza di rallentare o addirittura interrompere la digestione delle proteine. A questa situazione di impasse, lo stomaco reagisce producendo un'ulteriore quantit di succo gastrico, fortemente acido, per completare la digestione delle proteine. Una reazione che pu essere avvertita come "acidit di stomaco". Per aiutare l'organismo nel processo digestivo degli amidi e delle proteine, interviene anche il pancreas secernendo enzimi proteolitici e amilasi. Ma anche in questi casi occorre un pH adeguato, che in rapporto anche alla qualit della bile prodotta dalla cistifellea. Se il tutto non avviene in modo soddisfacente a causa della scorretta combinazione alimentare, s'innescano processi di fermentazione (a carico degli amidi) e putrefazione (a carico delle proteine). La fermentazione produce acido acetico, alcool etilico, anidride carbonica, producendo iperacidit e gonfiori; mentre la putrefazione a livello intestinale porta a produzione di fenolo, indolo, scatolo, putrescina e idrogeno solforato. Queste tossine vengono in parte assorbite dall'organismo e in parte inattivate ed eliminate. Se per qualche ragione non c' sufficiente energia per la loro eliminazione, il carico tossico dell'organismo aumenta. dunque sconsigliabile combinare insieme amidi e proteine, in quanto i primi necessitano di un ambiente alcalino e i secondi di un ambiente acido. Se proprio risulta difficile separare all'interno dello stesso pasto questi due gruppi di alimenti, quanto meno si consiglia di consumare prima le proteine e dopo l'amido. Questo perch mentre nell'estremit inferiore dello stomaco avviene la funzione motoria (il cibo viene mescolato al succo gastrico); nella parte alta dello stomaco il cibo rimane in riposo, sotto l'influenza della saliva. Quando ingeriamo un alimento a base di amido (cereali in chicchi, pane, pasta, pizza ecc.) e sostanze acide (pomodoro, agrumi ecc.), la ptialina rapidamente distrutta dagli acidi (anche quelli deboli) e quindi si "salta" la tappa digestiva che inizia in bocca grazie all'azione della ptialina. In questo caso, tutta la digestione affidata all'amilasi, con grande affaticamento del pancreas che produce tale enzima. Gli acidi contenuti nei pomodori, nelle arance, nei pompelmi, nei limoni, negli ananas e in genere nella frutta acida inibiscono la digestione degli amidi. Se poi a questo piatto se ne aggiunge un secondo a base
di carne, neppure la digestione attraverso l'amilasi pancreatica ha la possibilit di essere completata efficacemente. L'abitudine di bere succo d'arancia a colazione, accompagnato subito dopo dal consumo di cereali nel latte non dunque corretta, come non lo la combinazione pasta e pomodoro. Gli agrumi interi, o in succo, sono invece molto salutari quando vengono consumati da quindici a trenta minuti prima dei pasti. Anche la combinazione: "proteine + alimenti acidi" non positiva. Questo perch, la digestione delle proteine che, come abbiamo visto avviene nello stomaco per opera della pepsina, pu essere ostacolata dalla presenza di altre sostanze acide, a causa della riduzione della secrezione di acido cloridrico. Pertanto attenzione all'eccessivo consumo di alimenti acidi (pomodoro, succo di agrumi, ananas) in abbinamento con le proteine.
I grassi rallentano notevolmente la secrezione di succhi gastrici e quindi se consumati in combinazione con le proteine, ne ostacolano la digestione. Mentre consigliabile la combinazione con gli amidi. L'effetto inibitorio del grasso pu inoltre essere neutralizzato consumando insieme molta verdura, soprattutto cruda.
La frutta fino al 90% composta di acqua, per il resto contiene zuccheri semplici, vitamine, sali minerali, e solo in qualche caso piccole quantit di grassi e proteine. Dunque non necessita di digestione gastrica, ma passa rapidamente nell'intestino, dove viene assorbita. Quando ingerita insieme, o subito dopo alimenti che richiedono una lunga digestione, come i cibi ricchi di amidi o proteine, viene "intrappolata" rimanendo a lungo nel tratto digerente. In questi casi, gli zuccheri vanno incontro a fermentazione con sviluppo di gas e sostanze acide. Inoltre la frutta, bloccata nello stomaco, interferisce negativamente anche con la digestione gastrica di amidi e proteine perch con l'acqua contenuta diluisce i succhi digestivi. Per tutti questi motivi consigliabile consumare la frutta almeno mezz'ora prima, o meglio ancora, lontano dai pasti. Ma attenzione,
bene non mescolare nello stesso momento frutta acida (agrumi, ananas, fragola, ribes) con frutta dolce (uva, pera, prugna, melone, anguria, fichi, datteri, albicocca, banana, ciliegia, pesca, mela). La combinazione di alimenti diversi a base di amido (per esempio pasta e patate) corretta, ma sconsigliabile perch pu indurre ad un eccessivo consumo di amidi. Meglio che non diventi un'abitudine. Anche l'associazione di alimenti proteici diversi (per esempio carne e formaggi) non incompatibile, ma sconsigliabile perch pu portare ad un eccessivo consumo di proteine. Sono da consumarsi in piccole quantit e sempre lontano dai pasti, evitando la combinazione con qualsiasi altro alimento. Lo zucchero bianco e i dolci industriali sono da evitare. Per lo stesso motivo il consumo del dolce subito dopo il pasto non una buona abitudine a livello digestivo. In conclusione, per attuare le combinazioni alimentari corrette, si consiglia un menu che prevede: frutta lontano dai pasti (o almeno mezz'ora prima), meglio se a colazione e/o merenda. verdure crude a inizio pasto, seguite da cibi prevalentemente a base di carboidrati, accompagnati da verdure cotte. verdure crude, a inizio pasto, seguite da cibi prevalentemente proteici, accompagnati da verdure cotte. Nella stagione fredda consigliabile ridurre il consumo di verdure crude e introdurre zuppe vegetali. Per quanto riguarda le proteine bene ricordare che mentre quelle d'origine animale sono quelle che meno si abbinano ai carboidrati per la grande differenza del pH digestivo, le proteine d'origine vegetale richiedono un pH meno acido pertanto sono pi compatibili con i carboidrati. Il consumo di proteine vegetali evita il rischio di processi di putrefazione, ma non i fenomeni fermentativi (come ben sanno i grandi consumatori di legumi). Per ridurre tali inconvenienti pu essere di grande aiuto, l'aggiunta di un pezzettino di alga kombu nell'acqua di cottura. Inoltre bene ricordare che i legumi si digeriscono e si assimilano molto
Zuccheri semplici
bene se preceduti da insalate crude e accompagnati da verdure verdi cotte a vapore o scottate; mentre va evitata la combinazione legumi + carboidrati (cereali, pasta ecc.), soprattutto in chi soffre di gonfiori addominali. I legumi sono tanto pi digeribili quanto pi sono yang, quindi di piccole dimensioni (lenticchie, azuki, piccoli fagioli); quelli molto grandi, tipo i "fagioli di Spagna" danno reazioni yin, quindi maggior fermentazione e dilatazione intestinale. Per i soggetti pi delicati consigliabile il consumo di lenticchie rosse decorticate o di creme di legumi. Eliminando la buccia, si rimuovono, infatti, tutti i problemi di fermentazione e gonfiore. Con le proteine vegetali (seitan, tofu o tempeh) il problema non si pone. Il seitan composto da glutine, la proteina del grano e con i cereali si abbina bene, tofu e tempeh sono derivati dalla lavorazione della soia, questi alimenti nella preparazione subiscono delle trasformazioni che li rendono molto ben digeribili.
Quando d'obbligo
Le combinazioni corrette
Conoscere meglio i meccanismi digestivi e adattare le abitudini alimentari in modo da associare gli alimenti in combinazioni corrette, evitando ogni eccessiva rigidit, sicuramente salutare; ma una corretta associazione alimentare diventa d'obbligo nei casi di malattia; disturbi digestivi caratterizzati da acidit di stomaco, rigurgiti acidi, digestioni difficili e prolungate, flatulenza, stitichezza, coliti, infiammazioni intestinali. O quando si vuole dimagrire o disintossicare l'organismo. In particolare, la dieta dissociata consente di perdere naturalmente e senza fatica i chili di troppo, se non ci sono a monte patologie o blocchi psicologici importanti che generano il sovrappeso. Funziona per la maggior parte delle persone; evita l'ipernutrizione, causa della gran parte delle malattie dei paesi occidentali ed facile da attuare; infine richiede poco tempo per acquisire le nuove abitudini alimentari. Migliorando la digestione, migliora lo stato di salute generale, si riduce il grado di intossicazione dell'organismo, anche il sistema nervoso acquisisce una maggior lucidit, scompare la sonnolenza post-prandiale, e le attivit mentali sono pi pronte. Oltre alla mente, anche il fisico acquisisce energia e dinamismo per il minor impegno necessario per la digestione e l'eliminazione delle tossine.
Artrite
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ARTRITE
10 II sintomo fondamentale il dolore a livello delle articolazioni interessate, soprattutto con la stazione eretta e il movimento. Quasi sempre si accusa anche rigidit che compare dopo il riposo (tipica la rigidit mattutina che dura pochi minuti) per poi scomparire dopo pochi minuti dalla ripresa del movimento. Qui affronteremo in maniera particolare l'artrite reumatoide, una forma cronica dell'artrite che colpisce l'intero organismo e in particolare le articolazioni periferiche: mani, piedi, caviglie, ginocchia, di solito a distribuzione simmetrica. Colpisce dall' 1 al 3% della popolazione, le donne tre volte pi degli uomini. In generale, l'inizio della malattia tra i venti e i quarant'anni, anche se pu manifestarsi a qualsiasi et. All'origine della patologia vi sono meccanismi immunologici: infatti una malattia autoimmune, essendo causata da un errato attacco da parte del sistema immunitario. La causa della reazione autoimmune sconosciuta. Si pensa ad una predisposizione genetica, un'anomala permeabilit intestinale, fattori nutrizionali, allergie alimentari e stile di vita. Le parti pi colpite sono in genere le articolazioni di mani, piedi, polsi, caviglie e ginocchia. 11 meccanismo alla base di questa patologia relativamente semplice: nel liquido sinoviale delle articolazioni e nel sangue sono presenti i fattori reumatoidi, che non sono altro che autoanticorpi. Questi anticorpi, che in condizioni normali difendono l'organismo dall'aggressione di agenti esterni, nel caso dell'artrite reumatoide si rivolgono invece contro sostanze prodotte dal corpo stesso, nel caso specifico contro i componenti del tessuto articolare. In genere, l'inizio della malattia si annuncia gradualmente, ma talvolta pu essere anche improvviso. Affaticamento, debolezza, febbricola, perdita di peso, rigidit articolare e vago dolore articolare possono precedere di parecchie settimane la comparsa dei dolori forti e del gonfiore. Man mano che l'artrite avanza si sviluppano deformit alle articolazioni di mani e piedi; mentre le contratture in flessione delle ginocchia e delle anche compromettono notevolmente la deambulazione. Il decorso della patologia variabile e imprevedibile, e sono molto frequenti le remissioni spontanee, soprattutto nella fase iniziale o nelle
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L'artrite reumatoide
Un'alimentazione corretta ed equilibrata un'arma in pi contro i disturbi articolari. L'artrite, prima causa di mobilit limitata nel mondo occidentale, si manifesta in diverse forme, ma i sintomi finali sono sempre gli stessi: infiammazione, dolore, rigidit, gonfiore arrossamento, calore e limitazione dei movimenti, inoltre pu essere presente un versamento articolare.
I sintomi
Le artriti sono numerose e comprendono vari disturbi che vanno dalle infezioni alle malattie metaboliche e del sistema immunitario. L'interessamento di una o pi articolazioni pu far parte di una malattia sistemica (dell'intero organismo) o riguardare solamente le articolazioni. Diversa l'artrosi, malattia degenerativa caratterizzata da una perdita della cartilagine articolare e da ipertrofia (ingrossamento) dell'osso, in cui manca la componente infiammatoria e pertanto le articolazioni non presentano l'arrossamento cutaneo e il calore tipico delle artriti. L'artrosi frequente negli anziani, ma pu colpire anche i giovani se la cartilagine stata danneggiata da lesioni traumatiche, infezioni o deformazioni congenite. I processi di logorio hanno una notevole importanza nella comparsa di questa patologia: l'abrasione e la perdita della cartilagine possono portare alla sua scomparsa totale. L'osso ai margini dell'articolazione risponde al danno cartilagineo con la formazione di osteofiti: questi sono come dei becchi che originano dai margini articolari lungo il contorno dell'articolazione. La forma primaria di artrosi, quella non causata n da traumi, n da infezioni, legata alla costituzione e quindi al metabolismo del sogget-
1. Il liquido sinoviale contenuto nella cavit articolare all'interno della capsula articolare, una sorta di manicotto fibroso che avvolge i due capi articolari.
Artrite
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forme lievi, cos come le esacerbazioni. Secondo le statistiche mediche, il 10% dei soggetti colpiti arriva a una forma grave che li costringe sulla sedia a rotelle o a letto; mentre la maggior parte costretta a vivere una forma di gravit intermedia tra questi due estremi.
Terapia vegetariana
L'alimentazione gi da molti anni considerata molto importante nella cura delle artriti. Si visto che tali patologie e in particolare l'artrite reumatoide non si riscontrano nelle popolazioni che seguono una dieta naturale, mentre sono molto frequenti nel mondo occidentale. Dal punto di vista dietetico dunque consigliabile seguire un'alimentazione ricca di alimenti integri e biologici, ricca di cereali e verdure (quindi di fibre) e povera di zuccheri, carni, carboidrati raffinati e grassi saturi di derivazione animale, latticini compresi. Tra i vegetali sono da evitare le Solanacee (pomodori, peperoni, melanzane e patate) che tendono ad acidificare. In ogni caso sempre utile controllare le intolleranze alimentari per evitare gli alimenti che recano disturbo. In Norvegia, presso l'Oslo Rheumatism Hospital, stato eseguito uno studio di tredici mesi su pazienti affetti da artrite reumatoide. Il gruppo in trattamento seguiva una dieta terapeutica, mentre il gruppo di controllo mangiava liberamente. La dieta terapeutica iniziata con un digiuno di sette-dieci giorni durante i quali erano ammessi solo tisane, brodo vegetale, aglio, decotti di patate e prezzemolo, succhi di carote, barbabietole e sedano; mentre non erano consentiti i succhi di frutta. Dopo il digiuno i pazienti riprendevano un cibo "nuovo" ogni due giorni e se provocava peggioramento dei dolori articolari con gonfiore e rigidit, quel cibo era tolto dalla dieta per almeno sette giorni; se una volta reintrodotto ricomparivano i sintomi veniva eliminato dalla dieta in modo permanente. I risultati dello studio hanno indicato che il breve digiuno, seguito da una dieta vegetariana, provocava, in molti pazienti, una sostanziale riduzione della patologia. Nelle patologie infiammatorie molto importante ridurre i grassi animali, in quanto diminuiscono la quantit di acido arachidonico disponibile per la conversione in leucotrieni e prostaglandine infiammatorie. Invece il consumo di pesce dei mari freddi (sgombri, salmone, sardine, aringhe) molto utile in quanto fornisce acidi grassi insaturi antinfiam-
matori. In questi casi si pu assumere anche olio di fegato di merluzzo, oppure olio di lino spremuto a freddo. Inoltre sono significative le sostanze antiossidanti come selenio, vitamina E, vitamina C, manganese, zinco, di cui sono molto ricchi i vegetali freschi, verdure, succhi e alghe marine. Per contrastare le artriti sono molto importanti anche i bioflavonoidi contenuti negli agrumi, nelle ciliegie e nei frutti di bosco. Pu essere molto utile anche il succo di ribes spremuto a freddo. Anche l'ananas, grazie al contenuto di bromelina (enzima antinfiammatorio) e lo zenzero inibiscono la produzione di composti infiammatori. Gi 5 g di zenzero fresco al d o in alternativa 0,1-1 g di zenzero in polvere producono miglioramento dei sintomi con riduzione del dolore, diminuzione del gonfiore e della rigidit mattutina, aumento della mobilit articolare. Con il succo di zenzero fresco e di ananas fresco si pu preparare un'ottima bevanda benefica per tutte le persone che soffrono di artrite.
Un altro rimedio molto efficace la curcuma, una spezia indiana di colore giallo e dal sapore delicato, particolarmente ricca di curcumina caratterizzata da un elevato effetto antiossidante e antinfiammatorio. Tale sostanza stimola infatti il rilascio di corticosteroidi del surrene (cortisone interno), determina l'attivazione dei recettori del cortisone potenziandone l'attivit, previene la degradazione del cortisone. La spezia pu essere aggiunta al condimento di cereali o verdure. L'effetto potenziato se si miscela la curcuma all'olio di lino, assunta fino a tre volte al d lontano dai pasti. Anche il miso, prodotto fermentato della soia con cui si preparano zuppe vegetali, un ottimo antiartritico, oltre a svolgere numerose altre funzioni positive come alcalinizzante, regolatore della flora intestinale e depuratore del fegato. Si usa stemperato nel brodo a fine cottura. Infine tra le verdure si raccomandano: porro, sedano, carote, cipolle, cavolo e barbabietola rossa. Particolarmente adatta a chi soffre di artrite reumatoide anche la balneoterapia. Si tratta dell'utilizzo terapeutico di bagni minerali (sulfurei e nelle acque del Mar Morto) e impacchi di fango e zolfo. Una maniera piacevole ed efficace nella cura di questo disturbo cos insidioso e diffuso.
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Aglio Agrumi Alghe Ananas Aringhe Barbabietole rosse Carote Cavolo Gli -g'e Cipolle Curcuma Frutti di bosco
Alimenti S
Miso Olio di fegato di merluzzo Olio di lino Porro Prezzemolo Ribes, succo Salmone Sardine Sedano Sgombri Verdure fresche Zenzero
ASMA ALLERGICO
Alimenti No
Latticini Solanacee (pomodori, peperoni, patate) melanzane,
In caso di asma allergico, oggi sempre pi diffuso, un ruolo importante di contenimento pu essere svolto dalla dieta. Negli ultimi anni aumentata notevolmente la diffusione di questa patologia. Qual la sua origine? Numerosi studi epidemiologici hanno oramai dimostrato che accanto alla componente genetica ereditaria (per fortuna in un'elevata percentuale di casi, l'asma infantile tende a regredire completamente) un ruolo di grande importanza svolto da fattori ambientali. In pratica, come si gi detto nel paragrafo sulle allergie, queste possono essere interpretate come una sorta di iperattivit, una reazione esagerata da parte del sistema immunitario nei confronti di sostanze disperse nell'ambiente (pollini, polvere, peli di gatto ecc.), normalmente innocue per la maggior parte delle persone, ma che negli individui predisposti fanno scattare la reazione allergica. L'allergia prevede sempre due momenti distinti: una prima fase detta di "sensibilizzazione", in cui il soggetto viene a contatto con la sostanza scatenante (antigene), dopo di che il sistema immunitario reagisce producendo anticorpi specifici (IgE) che si legano a cellule del tessuto connettivo (mastociti) e cellule del sangue (basofili). In un secondo tempo, in seguito ad una nuova esposizione alla stessa sostanza, l'antigene si lega a due IgE adiacenti, creando in questo modo dei "ponti", fenomeno che stimola la degranulazione di mastociti e basofili e la sintesi ex novo di mediatori infiammatori i quali, una volta liberati, provocano vasodilatazione, aumento della permeabilit dei vasi e delle secrezioni ghiandolari. Nell'asma i mediatori chimici, liberati a livello bronchiale, determinano la contrazione della muscolatura liscia dei bronchi, causando un'ostruzione bronchiale che^determina una difficolt respiratoria (dispnea),
accompagnata durante l'espirazione da caratteristici sibili. Il soggetto assume spontaneamente una posizione per cui gli pi facile respirare, seduto con i gomiti appoggiati al tavolo. Molto spesso la crisi asmatica accompagnata o seguita da una tosse con espettorazione di muco scarso e molto viscoso. In genere, per i soggetti allergici importante seguire un'alimentazione a basso contenuto di sostanze allergizzanti e amine vasoattive; in particolare, vanno eliminati dalla dieta: latte e derivati, uova, noci, molluschi, salumi, bibite alcooliche, cioccolato e alcuni frutti come kiwi, fragole, arance e pi in generale alimenti, bevande e farmaci trattati con additivi (coloranti e conservanti). Il latte e i suoi derivati sono da evitare soprattutto per coloro che soffrono di asma e/o rinite allergica, questo perch tali alimenti provocano un'ipersecrezione di muco in soggetti che hanno una funzione emuntoriale costituzionalmente ridotta, quindi una minor capacit di eliminare le tossine, la cui azione si ripercuote in particolare a livello respiratorio. In particolare, additivi come la tartrazina e i benzoati stimolano la produzione di un composto che aumenta il numero delle cellule mastocite nell'organismo. Queste, come abbiamo sopra menzionato, sono coinvolte nella produzione dell'istamina e di altri mediatori che provocano la reazione allergica. Una persona in cui i mastociti sono numerosi sar in genere pi esposta alle allergie.
A tavola
logica come: cereali integrali, verdura, frutta, legumi, pesce, alghe, miso, oli spremuti a freddo, alcuni semi oleosi (fatta eccezione di arachidi e noci). Esistono diversi studi epidemiologici che hanno rilevato importanti miglioramenti nei soggetti sofferenti di asma allergico in seguito al cambiamento del regime alimentare. In particolare, una prova di lunga durata su un gruppo di asmatici passati alla dieta vegetariana, con l'eliminazione di tutti i prodotti animali, ha mostrato un significativo miglioramento gi dopo quattro mesi di adozione della nuova dieta nel 7 1 % dei casi, e nel 92% dei soggetti dopo un anno. Analogamente, di grande aiuto pu risultare al soggetto allergico anche la rilevazione delle intolleranze alimentari, in modo da poter eliminare quegli alimenti che stimolano l'ipersensibilit del sistema immunitario.
Attenzione al fegato
La reazione allergica un momento in cui, attraverso lo scatenarsi del processo infiammatorio, l'organismo pone le condizioni per eliminare il sovraccarico di tossine che non riesce in altro modo a liberare. Normalmente gli organi emuntori (pelle, reni, intestino, polmoni) provvedono a purificare l'organismo e a liberarlo dal carico tossico accumulato quotidianamente. Accumulo che pu essere sia fisico che psichico. Lo stress di per s, indebolisce la capacit di eliminazione degli organi emuntori, superata una determinata soglia scatta l'allarme ed interviene il processo infiammatorio. Spesso il soggetto allergico ha il fegato in sovraccarico, anche per questo bene che eviti latticini, proteine animali in eccesso, ma anche le Solanacee (in particolare pomodori, peperoni e melanzane), arachidi e noci. Trae invece grande giovamento dagli alimenti di provenienza bio-
Concludiamo questo paragrafo suggerendo un semplice, quanto efficace rimedio contro l'asma. Nei periodi in cui le crisi d'asma si intensificano, pu risultare molto utile, ma solo per gli adulti, un enteroclisma al caff, preparato con due litri d'acqua e sei cucchiai rasi di caff. Portare a ebollizione per una decina di minuti, lasciare intiepidire e filtrare. Dopo avere effettuato l'enteroclisma con il caff, si ripete il lavaggio, ma solo con acqua tiepida in modo da eliminare i residui di caff. L'enteroclisma al caff provoca, per via riflessa, lo svuotamento della cistifellea, eliminando la bile che ristagna, con un immediato sollievo dello spasmo respiratorio. Unica controindicazione: il diabete. A livello energetico l'effetto positivo si spiega con l'implicazione del "fegato" nei disturbi allergici delle vie respiratorie. controindicato nei soggetti diabetici e nei bambini.
Alimenti S
Alghe Cereali integrali Frutta (esclusi kiwi, fraqole e arance) Legumi Miso Ortaggi (escluse le Solanacee) Pesce (da preferire alla carne per il suo contenuto in acidi grassi insaturi; gli omega-3 riducono la sintesi dei leucotrieni, sostanze altamente infiammatorie) Semi e olio di lino spremuto a freddo (ricchi di omega-3, un cucchiaino di olio di lino o di semi di lino macinati al d).
CALCOLI BILIARI
Alimenti No
Additivi (in generale tutti gli alimenti che li contengono) Arachidi Arance Bibite alcooliche Carni Cioccolato Fragole Kiwi Latte e derivati Molluschi Noci Salumi Semi oleosi (solo noci e arachidi) Solanacee (in particolare pomodori, peperoni e melanzane) Uova
I calcoli biliari sono pi diffusi di quanto si crede. A soffrirne il 10% della popolazione statunitense; il 20% se si considerano i soggetti di et superiore ai quarant'anni. In Italia, la situazione non certo migliore: interessa circa il 15% degli ultraquarantenni e colpisce prevalentemente le donne che ne sono affette in misura quattro volte superiore rispetto agli uomini, come del resto succede nelle altre nazioni europee. La malattia pi frequente nelle donne, probabilmente in seguito alle gravidanze che predispongono ad una ipercolesterolemia e a disturbi di svuotamento della cistifellea. Ma cosa sono i calcoli biliari e perch si formano nell'organismo? In condizioni normali la bile composta da acidi biliari e fosfolipidi che mantengono in soluzione il colesterolo. Quando questo equilibrio si altera il colesterolo, ma anche i sali biliari o entrambe queste sostanze insieme, precipitano e si aggregano tra loro, originando formazioni cristalline che aumentando gradualmente di dimensioni, si depositano all'interno dei dotti biliari e della cistifellea, una piccola borsa ovoidale situata sulla superficie inferiore del fegato, dove si raccoglie la bile. Questa un liquido viscoso, filante, di color giallo-bruno o verde, alcalino che viene continuamente secreto dal fegato, la cui funzione quella di facilitare l'assorbimento dei grassi e rinforzare l'azione dei fermenti pancreatici, due azioni indispensabili per una digestione ottimale e completa. In particolare, in assenza di cibo nello stomaco e nel duodeno, la bile si accumula in un dotto biliare (coledoco) a causa della chiusura dello sfintere di Oddi (localizzato sul duodeno), quando la pressione raggiunge un valore critico la bile riempie la cistifellea.
Le cause
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Quando il cibo entra nel duodeno lo sfintere di Oddi si rilassa, la cistifellea si contrae, la bile entra nel duodeno e la cistifellea si svuota lentamente. A stimolare l'emissione di bile nel duodeno sono i costituenti del cibo: in primo luogo i grassi e poi le proteine. I carboidrati (zuccheri) non svolgono alcun effetto sulla cistifellea o hanno un'influenza di tipo inibitorio. Il rilascio di bile da parte della cistifellea mediato da un ormone, la colecistochinina, liberato dalla mucosa intestinale quando entrano nel duodeno alimenti grassi come per esempio il tuorlo d'uovo o la panna. La principale causa di formazione di calcoli biliari l'aumento di concentrazione di alcuni componenti della bile. Per esempio, un aumento del livello di colesterolo o di bilirubina (pigmento derivante dalla distruzione dei globuli rossi) nel siero pu portare ad un incremento del loro contenuto nella bile; di conseguenza si pu avere una loro precipitazione che d origine poi alla formazione di calcoli. I calcoli di colesterolo sono duri, giallo-grigiastri, con superficie granulosa, i calcoli di colesterolo puri sono rari, pi spesso vi una commistione di bilirubina o bilirubinato di calcio. In caso di anemie emolitiche prolungate invece si possono riscontrare calcoli puri di bilirubina. Un altro fattore scatenante la formazione di calcoli il ristagno di bile che pu essere dovuto ad un difettoso svuotamento della cistifellea o a un'ostruzione organica dei dotti biliari che determinano un'elevata concentrazione di colesterolo e di pigmenti biliari a causa dell'eccessivo riassorbimento di acqua e sali facilmente solubili. In queste circostanze si formano i calcoli misti che sono i pi comuni. Infine la terza causa importante nella formazione di calcoli un'infiammazione della cistifellea o dei condotti biliari provocata da infezioni di natura batterica che possono portare ad un'alterazione nella composizione della bile. Nella maggior parte dei casi la calcolosi biliare asintomatica: non provoca disturbi particolari e viene scoperta casualmente nel corso di altre indagini. Pi della met dei soggetti sofferenti non svilupper sintomi o complicazioni nemmeno nel corso degli anni. Negli altri casi compaiono sintomi generici quali malessere ai quadranti superiori dell'addome, meteorismo (gas), eruttazioni. Non tutti, per, sono cos fortunati: alcuni pazienti possono lamentare disturbi digestivi, nausea, vomito e dolore viscerale. Nella peggiore delle ipotesi poi, quando i calcoli si muovono lungo le pareti della cistifellea, si hanno episodi acuti e molto dolorosi, cio le coliche biliari, caratterizzate da un forte dolore addominale che tende a irradiarsi anche alla schiena. Probabilmente l'u-
nico sintomo inequivocabile l'ittero, cio la colorazione giallastra della cute dovuta all'entrata in circolo della bile che non pu pi compiere il suo percorso fisiologico a causa dell'ostruzione del coledoco, causata da uno o pi calcoli. In ogni caso, i sintomi dipendono da dimensioni, numero e sede dei calcoli. Piccoli calcoli multipli spesso causano episodi intermittenti di dolore intenso e improvviso in coincidenza del passaggio di un piccolo calcolo nel dotto biliare comune. L'attacco con il ben noto "piegarsi in due" del soggetto cessa solo quando lo spasmo si allevia. I calcoli grandi invece possono causare dolore per ostruzione intermittente al deflusso della bile dalla cistifellea. Nei casi pi gravi si possono avere complicanze sottoforma di colecistite (infiammazione della cistifellea) acuta o cronica, pancreatite, infiammazione dei dotti, calcolosi del coledoco, fistole biliari interne. Oltre il 60% dei soggetti affetti da calcoli biliari va incontro ad una sola colica o a nessuna, la maggior parte dei rimanenti avr solo dolore episodico. Occorre pertanto valutare i singoli casi per decidere se rimuovere la cistifellea per evitare le complicanze o intervenire con l'alimentazione e la fitoterapia ed evitare l'intervento chirurgico. La tesi che la causa principale dei calcoli biliari, in soggetti costituzionalmente predisposti, sia il consumo di alimenti poveri di fibre, trova ormai numerose conferme scientifiche. La dieta occidentale ricca di carboidrati e grassi, povera di fibre, riduce la sintesi di acidi biliari da parte del fegato e quindi la concentrazione di acidi biliari nella cistifellea. L fibre, e in particolare quelle capaci di legarsi all'acido desossicolico come quelle idrosolubili che si trovano nella verdura, nella frutta, la pectina, la crusca d'avena e la gomma di guar, sono estremamente importanti per prevenire ed eliminare la maggior parte dei calcoli biliari. Le proteine animali ed in particolare la caseina dei latticini hanno dimostrato di favorire la formazione di calcoli, mentre le proteine vegetali, come la soia, ne contrastano la formazione. L'obesit provoca un aumento nella sintesi di colesterolo ed spesso associata a calcolosi biliare. La riduzione del peso attraverso un'alimentazione corretta accompagnata da un esercizio fisico adeguato porter dunque benefici anche a livello biliare. A questo proposito importante ricordare che durante una fase attiva di dimagrimento la percentuale relativa del colesterolo biliare all'inizio aumenta, questo perch, anche se durante il calo ponderale la secrezione di tutti i componenti biliari decresce, quella degli acidi biliari diminuisce pi di quella del colesterolo.
La carenza di fibre
Calcoli biliari
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Pertanto chi segue un programma di dimagrimento ha bisogno di cibi ricchi di fibra e grande abbondanza di liquidi per mantenere la giusta proporzione d'acqua nella bile. In questi casi, i liquidi pi indicati sono l'acqua e i succhi freschi di verdura e frutta. Una volta stabilizzato il peso la secrezione di acidi biliari si normalizza mentre il colesterolo rimane basso. L'effetto finale del dimagrimento una riduzione significativa nella percentuale relativa del colesterolo biliare. Una dieta a base di cereali integrali, frutta e verdura di stagione risulta in molti casi efficace per prevenire tale disturbo e risolvere le situazioni meno gravi. Saranno dunque da sostituirsi gli alimenti raffinati con cereali integrali ricchi di fibre e i grassi d'origine animale (in particolare latticini, uova e insaccati) con proteine vegetali e in particolare legumi e soia (tofu e tempeh, panna vegetale ecc.), il tutto accompagnato da frutta di stagione, verdure in abbondanza e ogni tanto pesce. Un'azione importante nelle calcolosi svolto dalle allergie alimentari. Alcuni studi confermano l'asintomaticit dei pazienti che avevano eliminato i cibi ai quali erano allergici; mentre l'aggiunta di uova alla dieta provocava attacchi nel 93% dei soggetti. Questo perch sembra che l'ingestione di sostanze allergeniche provochi il rigonfiamento dei dotti biliari, ostacolando l'uscita della bile dalla cistifellea. Di grande interesse infine il ruolo svolto dagli alimenti ricchi di fattori lipotropi (stimolano il flusso di grasso verso e dal fegato e aumentano la solubilit della bile) come la colina e l'inositolo. Si tratta di sostanze vitamino-simili, caratterizzate da un'azione analoga alle vitamine nel catalizzare le reazioni chimiche nell'organismo, ma non essenziali in quanto possono essere prodotte dall'organismo a partire da altri componenti presenti negli alimenti. La colina ha la funzione vitale di produrre i principali componenti delle membrane cellulari, inoltre necessaria per il corretto metabolismo dei grassi. Il nostro organismo pu produrla a partire da due diversi aminoacidi (metionina o serina), si trova nei cereali e nei legumi in forma di fosfatidilcolina, oppure disponibile in forma libera nelle verdure, in particolare nel cavolfiore e nella lattuga. L'inositolo agisce in stretta relazione con la colina, buone fonti vegetali sono agrumi, cereali integrali, semi oleosi e leguminose.
In conclusione, si pu affermare che esiste certamente una tendenza costituzionale che pu portare alla formazione di calcoli biliari, ma altrettanto vero che un'alimentazione corretta un'ottima prevenzione; se i calcoli sono gi presenti possibile evitare che se ne formino litri, talora possibile scioglierli (dipende dalla loro composizione) ed in molti casi (da valutare singolarmente) possibile evitare l'intervento chirurgico.
Colina e inositolo
Alimenti S
Cereali integrali Frutta di stagione Legumi Panna vegetale Semi oleosi Soia Tempeh Tofu Verdure di stagione
Pesce (sporadicamente)
Alimenti No
Carni Insaccati Latticini Olio di semi industriale Pane bianco Pasta bianca Uova
Calcoli urinari
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CALCOLI URINARI
magnesio. Talvolta i calcoli contengono acido urico o cistina. Esistono malattie metaboliche associate alla formazione di un particolare tipo di calcoli, tra queste la pi comune l'iperparatiroidismo. Anche la presenza di infezioni alle vie urinarie un fattore che contribuisce alla formazione di calcoli, cos come la stasi urinaria, di converso un calcolo pu provocare ostruzione e stasi urinaria che a sua volta predispone a un'infezione che favorisce la formazione di altri calcoli. In generale comunque un'adeguata idratazione in grado di diluire qualsiasi sostanza che tende a precipitare rendendo cos pi improbabile la formazione di calcoli. I calcoli urinari possono essere solitari o multipli, rimanere all'interno del rene o trasferirsi nell'uretere. Un calcolo grosso pu danneggiare il rene per la sua dimensione che pu comprimere il tessuto renale e provocare ostruzione al flusso di urina. I sintomi possono essere del tutto assenti o si pu avere la tipica "colica renale". Il dolore intermittente, lancinante, origina solitamente al fianco o in regione renale e si irradia attraverso l'addome lungo il decorso dell'uretere, frequentemente nella regione dei genitali e nel lato interno della coscia. I sintomi gastrointestinali (nausea, vomito, distensione addominale) possono camuffare l'origine urinaria. Brividi, febbre, ematuria (sangue nelle urine) e pollachiuria (minzione frequente) sono frequenti, particolarmente quando un calcolo scende nell'uretere. L'alta percentuale di calcoli a base di calcio che si riscontra nella popolazione dei paesi industrializzati associata direttamente alle abitudini alimentari: carboidrati poveri di fibra e molto raffinati, alcool, proteine animali in quantit, cibo ricco di grassi e di calcio, sale in abbondanza, cibo arricchito da vitamina D a forti dosi. Va anche detto che l'eccessivo consumo di proteine, tipico della dieta occidentale una della cause principali di tante malattie legate al metabolismo del calcio, tra cui l'osteoporosi e i calcoli urinari. In particolare, un eccessivo consumo di proteine animali favorisce l'eliminazione del calcio con le urine, aumentando i rischi di calcoli. Ecco perch, la semplice modificazione della dieta attraverso un maggior consumo di frutta e verdura, meno zucchero, pane integrale invece di quello raffinato, in grado di prevenire, nella maggior parte dei casi, la manifestazione o la ricorrenza di calcoli renali.
I calcoli urinari sono una patologia antica quanto l'uomo, di sicuro affliggono il genere umano da almeno sei o sette millenni, come prova il calcolo ritrovato nelle vie urinarie di una mummia egizia risalente al 4.800 a.C. L'analisi del calcolo ritrovato nella mummia ha rivelato la presenza di un nucleo di acido urico circondato da strati di fosfato di calcio, carbonato di calcio e fosfato di ammonio e magnesio. Ancora oggi, nonostante i progressi della medicina, i calcoli urinari rappresentano un problema rilevante. Mediamente, negli Usa, circa un adulto su 1000 viene ospedalizzato per calcolosi urinaria e calcoli urinari si riscontrano nell'1% di tutte le autopsie. L'et in cui l'incidenza di questa patologia massima, tra i venti e i cinquantacinque anni.
Non ancora stata definita con certezza la causa dei calcoli urinari. Gli studiosi sono comunque concordi nell'individuare una correlazione con i fattori che aumentano la concentrazione di cristalloidi nell'urina (disidratazione) o con un'eccessiva escrezione di costituenti calcolosi (calcio, ossalato, urato, cistina, xantina, talora, ma pi raramente, fosfato). Inoltre sono state identificate aree geografiche dove l'incidenza dei calcoli urinari particolarmente elevata; noto per esempio che i climi caldi favoriscono la comparsa di calcoli e ci vale soprattutto per le persone che vengono esposte per la prima volta ad un ambiente in cui la perdita insensibile di acqua elevata. In questi casi il flusso urinario si riduce per la disidratazione in atto, l'urina pertanto pi concentrata ed pi probabile la precipitazione dei sali che vi sono disciolti. La maggior parte dei calcoli originano nel rene e sono composti da una matrice organica che, nella maggioranza dei casi, contiene un miscuglio vario di ossalato di calcio, fosfato di calcio e fosfato di ammonio e
Le abitudini alimentari
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Calcoli urinar!
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Attenzione al sovrappeso
Anche il peso eccessivo ed un cattivo metabolismo dei carboidrati sono fattori ad alto rischio per la formazione di calcoli, perch portano entrambi ad aumento nell'escrezione del calcio con le urine. Numerosi studi clinici dimostrano infatti che dopo l'ingestione di zucchero, si registra un aumento del contenuto di calcio nelle urine, cosa che non avviene con il consumo di cereali integrali, legumi e verdure. Il magnesio invece un elemento fondamentale per la prevenzione dei calcoli, in quanto aumenta la solubilit dell'ossalato di calcio e inibisce la precipitazione sia del fosfato che dell'ossalato di calcio. L'effetto ancora pi spiccato quando il magnesio combinato con la vitamina B o piridossina. I cibi che li contengono sono: orzo, crusca, grano saraceno, segale, avena, riso, soia, mais, fagioli, patate, avocado.
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mescolato con acqua e zucchero; meglio consumare il succo puro, magari diluito con acqua o con del succo di mele se lo si desidera pi dolce. Anche i succhi di agrumi possono offrire un certo grado di protezione contro i calcoli urinari, perch forniscono acido citrico. Studi clinici hanno evidenziato un calo del contenuto di citrato urinario nel 20-60% dei soggetti con calcoli renali. La ragione risiederebbe nella capacit del citrato di ridurre la saturazione urinaria di sali di calcio, responsabili della formazione di calcoli. Quando il livello dei citrati basso, l'azione inibitrice del citrato non si verifica ed pi probabile che ne segua la formazione di calcoli. Sempre a fini preventivi, risulta molto efficace il consumo di verdure a foglia verde, lattuga, cavolo, prezzemolo, che tra l'altro sono anche una buona fonte di vitamina K naturale. Un'ultima nota riguarda i metalli pesanti come piombo, mercurio, alluminio, uranio e cadmio che oltre a essere tossici per i reni, possono provocare calcoli. Attraverso alcuni test, tra cui il mineralogramma, possibile individuare un'eventuale accumulo di metalli pesanti ed attuare un adeguato programma di disintossicazione.
Il succo di agrumi
Attenzione anche al consumo di latticini, in modo particolare se associati ad antiacidi, e agli alimenti (latte compreso) addizionati con vitamina D. La ragione molto semplice: cos come aumenta l'assorbimento di calcio da parte dell'organismo, la vitamina D determina anche un innalzamento della concentrazione di calcio nelle urine, aumentando cos il rischio di calcoli. Inoltre, il latte addizionato con vitamina D abbassa il magnesio organico che svolge un ruolo positivo nella prevenzione dei calcoli. Per tutti i tipi di calcoli assolutamente vitale aumentare la quantit di urina in modo da diluirla. bene dunque assumere molti liquidi, di preferenza acqua a bassissimo contenuto di sali, il cui valore indicato in etichetta sotto la voce: Residuo fisso a 180 C. Il residuo fisso quello che rimane, dopo aver fatto evaporare l'acqua a 180 C. Quanto pi alto , tanto maggiore sar il contenuto di sali minerali. Per il consumo quotidiano consigliabile bere un'acqua con residuo fisso inferiore a 30 mg/l, oppure succhi freschi di frutta o verdura a sufficienza per produrre un volume giornaliero di urina di almeno un litro e mezzo. Per quanto riguarda i succhi bene evitare quelli di spinaci che sono ricchi di calcio e di ossalato; in ogni caso preferibile consumare succhi di diverso tipo. Si visto per esempio che il succo di mirtilli in grado di ridurre del 50% il calcio in forma ionica presente nell'urina dei pazienti con calcoli renali recidivanti. Purtroppo, la maggior parte dei succhi in commercio sono composti per un terzo di succo di mirtilli
No ai latticini
Alimenti Si
Agrumi, succo Avena Avocado Cavolo Crusca Fagioli Frutta Grano saraceno Lattuga Mais Mirtilli, succo Orzo Pane integrale Patate Prezzemolo Riso Segale Soia Verdure a foglia verde
Alimenti No
Alcool Cereali raffinati Latticini Pane bianco
ve)
Candidosi
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CANDIDOSI
riormente l'intero organismo. Si viene cos a creare un circolo vizioso con il rischio della cronicizzazione di questa sindrome, con la quale, spesso, si finisce per convivere per anni sottovalutandone la gravit e subendo un progressivo indebolimento di tutto l'organismo, fino ad arrivare ad uno stato di stanchezza permanente che diventa anch'essa cronica. Questa sindrome colpisce tutto l'organismo ed in particolare l'apparato gastrointestinale, quello urogenitale, il sistema nervoso e il sistema immunitario; ed pi presente nelle donne, la cui predisposizione otto volte maggiore rispetto agli uomini.
Come si cura
Stanchezza, irritabilit, depressione, gonfiore, disturbi intestinali e digestivi, sono i sintomi pi comuni della candida intestinale, una patologia molto diffusa, contro la quale, la migliore medicina rimane una dieta adeguata. L'essere umano vive in continua simbiosi con numerosi microrganismi onnipresenti nell'ambiente e parte integrante della nostra vita. Nell'intestino di un individuo sano se ne contano oltre 400 specie e il loro peso complessivo raggiunge in media il chilogrammo. La maggior parte di questi nostri ospiti riveste un ruolo importante in un gran numero di processi fisiologici: degradano i pigmenti biliari, sintetizzano le vitamine (K, B B ) e frenano la proliferazione dei microrganismi patogeni, diventando cos parte integrante del nostro sistema immunitario. Tra i numerosi virus, batteri e funghi microscopici che colonizzano il nostro organismo vi anche la Candida albicans, un lievito benigno che s'instaura nell'intestino di tutti gli esseri umani, in genere poco dopo la nascita, e vi rimane sempre presente. In condizioni normali, la candida benefica e svolge un ruolo importante nella digestione degli zuccheri. La sua presenza diventa patologica solo quando, in seguito ad un indebolimento del sistema immunitario, comincia a moltiplicarsi a dismisura all'interno del corpo umano. Una volta attraversata la mucosa intestinale, arriva nel flusso sanguigno, dove libera le proprie tossine che vengono assorbite dall'organismo, dando luogo ai tipici sintomi della "sindrome da lievito": stanchezza, irritabilit, alterazioni dell'umore, depressione, allergie, disturbi intestinali, rallentamento della digestione, intolleranze alimentari, aria nell'intestino, gonfiori ecc. Inoltre, la candida interferisce con l'assorbimento ed il metabolismo dei nutrienti essenziali: vitamine, minerali e aminoacidi; indebolendo ulte1( 6
La candidosi cronica una malattia di tipo multifattoriale, pertanto la sua risoluzione possibile solo con un approccio globale. La semplice assunzione di farmaci antifungini non sufficiente, anzi predispone a recidive. Per ottenere risultati efficienti pertanto importante individuare e correggere i fattori che predispongono alla proliferazione della candida, tra cui l'assunzione prolungata di antibiotici che, alterando la flora intestinale e distruggendo i batteri simbionti (buoni), favoriscono la crescita del fungo. Proprio l'abuso dilagante di questi farmaci ritenuto il primo fattore di problematiche gravi come lo sviluppo di microrganismi sempre pi resistenti, l'indebolimento della flora intestinale e lo sviluppo d'infezioni silenti, quali appunto la "sindrome da lievito", oggi molto frequente, ma raramente riconosciuta nell'ambito della medicina convenzionale a causa della sintomatologia molto ampia e variabile. Oltre ad intervenire sui fattori predisponenti altres importante riequilibrare il "terreno di base" (cio le condizioni generali di salute) e creare le condizioni per cui la candida non possa pi proliferare. Per questo motivo fondamentale sia rafforzare il sistema immunitario, sia la flora intestinale, entrambi impoveriti da un'alimentazione scorretta e squilibrata.
Quali sono le basi di una dieta anticandida? La candida vive di zucchero e pertanto la prima correzione da fare l'eliminazione degli zuccheri semplici (zucchero, miele) per almeno due o quattro mesi, a seconda della gravit della sindrome, dopodich si pu ritornare gradualmente ad utilizzarli, evitando per accuratamente tutti gli zuccheri raffinati. In genere non un divieto facile da rispettare perch chi soffre di candidosi cronica sente un grande desiderio di assumere zuccheri; bisogno
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Candidosi
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indotto dal lievito stesso che spinge cos l'organismo ad assumere l'alimento che gli permette di svilupparsi. Da evitare, sono anche il latte e i latticini, il cui elevato contenuto di lattosio favorisce la proliferazione del fungo. Oltre ad essere uno dei pi comuni allergeni, il latte pu talvolta contenere anche tracce di antibiotici che a loro volta possono danneggiare ulteriormente la flora batterica intestinale. Altri alimenti da non consumare sono quelli contenenti lieviti e muffe: formaggi, bevande alcooliche (birra compresa), cereali lievitati (pane, pizza, brioche) e frutta secca. Infine bisogna evitare i cibi a cui si intolleranti o allergici, per individuare i quali possono essere molto d'aiuto il test d'intolleranza alimentare (Citotest o test kinesiologici). Tra gli alimenti consigliati vi sono l'aceto di mele e le verdure come cicoria, carciofo e tarassaco, che stimolano la funzionalit epatica. Diversi studi hanno infatti evidenziato l'importanza del miglioramento delle funzioni digestive e del ripristino delle normali secrezioni digestive e in particolare della produzione di acido cloridrico, degli enzimi pancreatici e della bile nell'inibizione della proliferazione di candida. In definitiva, l'alimentazione dovrebbe essere ricca di ortaggi, frutta, cereali integrali (ma senza eccedere), legumi, pesce, semi, oli di semi (particolarmente consigliato l'assunzione di un cucchiaino di olio di lino al d) e di oliva spremuti a freddo. Di grande importanza sono anche le fibre (di cui sono particolarmente ricchi legumi e cereali integrali) che oltre all'azione positiva sulla flora intestinale, evitano i ristagni intestinali e i fenomeni di fermentazione e putrefazione ad essi collegati. Inoltre nella dieta non devono mancare zinco, magnesio, vitamina C (si trovano soprattutto in ortaggi, agrumi e semi oleosi). Un alimento particolarmente indicato nei casi di candidosi l'aglio (uno spicchio al d), dotato di un'eccellente azione antifungina. Se da un lato, dunque, la cura anticandida deve partire da una revisione dell'alimentazione quotidiana, dall'altro fondamentale porre attenzione a tutto ci che indebolisce il sistema immunitario: antibiotici, cortisone, farmaci immunosoppressori, amalgame dentali, vaccini e pillola anticoncezionale. L'uso e l'abuso sempre pi dilagante di antibiotici pericoloso in quanto favorisce lo sviluppo di germi resistenti agli antibiotici attualmente disponibili. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanit (Oms) in
questo modo ci si sta avvicinando al reale pericolo di non avere pi antibiotici efficaci e molte malattie infettive non si potranno pi trattare. La resistenza agli antibiotici molto pi diffusa nei casi in cui questi ultimi sono utilizzati con maggior frequenza e sta diventando un problema anche nelle strutture ospedaliere. Per questo l'Oms consiglia di limitare l'uso degli antibiotici e frenarne l'uso improprio al fine di arrestare la tendenza alla resistenza antibiotica da parte dei batteri. La prescrizione o addirittura l'autoprescrizione di antibiotici non la sola preoccupazione in quanto a partire dagli anni Cinquanta, questi farmaci sono aggiunti ai mangimi per gli animali, pertanto chi si nutre delle loro carni assorbe anche i farmaci che in esse residuano. Inoltre da considerare il fatto che possono trascorrere molti anni prima che si venga a conoscenza dell'effetto reale che questi cibi inquinati possono avere sull'organismo umano. Inutile ricordare che anche lo stress indebolisce il sistema immunitario. Pertanto, per essere efficace una terapia anticandida comporta spesso un adeguato cambiamento dello stile di vita, la pratica di qualche attivit fisica e l'adozione di ritmi che consentano il recupero delle energie consumate e un adeguato riposo. Massaggi, esercizi di respirazione, rilassamento, visualizzazioni, stimolano la secrezione di endorfine e quindi migliorano la risposta dell'intero organismo agli inevitabili fattori stressanti che s'incontrano nel quotidiano. Buona abitudine quella di dedicare almeno un giorno alla settimana a se stessi. Non cos difficile, basta spegnere la tv e creare spazi per stimolare una comunicazione pi profonda con il proprio partner, i figli o gli amici; per esempio scambiando semplici massaggi con oli essenziali ai piedi o sulla schiena (di solito il profumo che si preferisce quello di cui si ha bisogno). Ovviamente si tratta solo di un suggerimento, la cosa essenziale comprendere l'importanza di prendersi cura di s. La ragione molto semplice, la candida ha un grande nemico: la gioia e la serenit interiore.
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CATARATTA
Gli antichi Greci pensavano che la cataratta fosse dovuta ad un umore opaco che dal cervello scendeva gi nell'occhio, da qui il termine catarrgnumi, che significa appunto scendere gi. Solo nel Quattrocento, Gentile da Foligno ipotizz che si trattava di un'alterazione del cristallino, cos come trecento anni pi tardi fu dimostrato da Michele Birsenau. Oggi, con il nome di cataratta, si indicano i disturbi di opacit del cristallino che possono avere origini e motivi diversi. La cataratta pu essere causata da un'alterazione nel metabolismo degli zuccheri (diabete e galattosemia) oppure correlata all'et (cataratta senile). Produce graduale riduzione della vista fino a cecit. stata recentemente correlata all'incapacit del cristallino, la "lente" del sistema ottico, di mantenere una normale concentrazione di ioni, sodio, potassio e calcio al suo interno per riduzione dell'attivit di un enzima (Na-K ATPasi), difetto dovuto ai radicali liberi. Il cristallino, come molti altri tessuti del nostro organismo, dispone normalmente di livelli adeguati di sostanze antiossidanti che gli consentono di mantenere la sua trasparenza, ma dal momento in cui queste sono carenti si opacizza. In sintesi, nei soggetti che soffrono di cataratta i normali meccanismi protettivi del cristallino non sono in grado di prevenire il danno da radicali liberi. La vitamina C, importante antiossidante, arresta la progressione della cataratta e in alcuni casi pu migliorare la vista. Studi recenti hanno dimostrato che il contenuto di selenio del cristallino nei soggetti che soffrono di cataratta corrisponde al 1 5% dei livelli normali; il suo con-
Le cause
Alimenti S
Aceto di mele Aglio Carciofi Cereali integrali non lievitati Frutta fresca Legumi Oli di semi (lino) e di oliva spremuti a freddo Ortaggi freschi Pesce Semi oleosi
Alimenti No
Bevande alcooliche (birra compresa) Cereali lievitati (pane, pizza, brioche) Dolci e dolcificanti (zucchero, miele) Formaggi Frutta secca Latte e latticini
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Cataratta
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tenuto molto ridotto anche nell'umor acqueo oculare dei soggetti con questa patologia. Anche un deficit di riboflavina e zinco aumenta la formazione della cataratta, mentre il beta-carotene agisce come un filtro, proteggendo contro i danni provocati dalla luce al cristallino: quest'ultimo un importante "spazzino" del radicale libero ossigeno, cos come la melatonina. Altro fattore importante la presenza di un'eccessiva concentrazione di metalli pesanti, in particolare cadmio, bromo, cobalto e nichel, nel cristallino dei soggetti anziani che soffrono di questa patologia. Molte ricerche dimostrano l'importanza dell'alimentazione rispetto all'invecchiamento del cristallino. La cataratta pi frequente nei soggetti la cui dieta comprende un elevato apporto di grassi e sale, mentre i vegetali hanno un'azione protettiva. Dunque occorre evitare o ridurre il consumo di latte vaccino, formaggi, creme, burro, carni grasse e insaccati. fondamentale l'apporto di sostanze antiossidanti, vitamine e minerali contenute in verdura, frutta, semi, una piccola quantit di alghe oltre a legumi e cereali integrali biologici. In particolare centrifughe di carote biologiche possono assicurare un buon apporto di beta-carotene. Gli agrumi e i kiwi offrono un buon apporto di vitamina C, i semi contengono zinco; il lievito di birra, l'aglio, la cipolla e i cereali integrali selenio. Di grande interesse anche la vitamina E, proprio per la capacit di potenziare l'azione del selenio: ne particolarmente ricco l'olio di germe di grano; mentre i mirtilli, come frutto o succo concentrato, grazie all'elevato contenuto di flavonoidi, svolgono un efficace effetto protettivo sul cristallino.
disturbi oculari (una volta sbucciato ha un aspetto che per analogia ricorda l'occhio). Vanno evitati gli zuccheri in eccesso, soprattutto se raffinati, il caff e l'alcool se non in forma occasionale. La curcuma ha un ottimo effetto sul fegato e di conseguenza sulla vista, mentre l'olio di germe di grano agisce particolarmente sul cuore. Meno frequentemente alla base della cataratta vi un deficit di stomaco e di milza. In questo caso la patologia si accompagna ad appetito scarso, stanchezza, gonfiore addominale, feci molli. Si consigliano allora il mochi, panetto di riso dolce che tonifica la milza e verdure cotte in maggiore quantit rispetto a quelle crude. In questi casi, bene eliminare anche i cibi troppo freddi e umidi (latte vaccino e derivati, gelati) e gli zuccheri raffinati; si consiglia la barbabietola rossa e si raccomandano i cereali. Nel caso di una significativa riduzione della vista, la rimozione della cataratta e l'impianto del cristallino , ad oggi, la migliore soluzione, ma l'alimentazione fondamentale per la prevenzione e per arrestare il progredire della patologia in fase iniziale. In tutti i fenomeni relativi all'invecchiamento, un'alimentazione corretta ed equilibrata pu modificare radicalmente lo stato di salute, salvaguardando l'et biologica dell'organismo.
Importante la prevenzione
Alimenti S
Aglio Agrumi Alghe Barbabietola rossa Carote, centrifughe Cereali integrali Cipolla Curcuma Frutta Kiwi Legumi Liei (frutto cinese) Lievito di birra Mirtilli (frutto, succo) Mochi Olio di germe di grano Semi Sesamo Verdure cotte e crude
Per la Medicina Tradizionale Cinese i tessuti duri, come il cristallino e le ossa, sono correlati ai reni e gli occhi risentono particolarmente della condizione del fegato. La cataratta dovuta per lo pi ad un deficit di yin di rene, tipico dell'anziano. I sintomi che l'accompagnano sono occhi secchi, dolore o pesantezza lombare, stanchezza, bocca secca soprattutto la notte, talora sudorazione notturna, insonnia, stitichezza. Quando si abbina un deficit di yin di fegato si aggiungono formicoli agli arti, unghie fragili, talora capogiri. A volte il deficit di yin riguarda anche il cuore e allora si abbinano palpitazioni e ansia. Per il deficit di yin di rene si consiglia il sesamo non tostato, almeno un cucchiaio raso al giorno e il frutto del liei (frutto cinese), particolarmente efficace sui
Alimenti No
Alcool (eccessivo) Burro Caff (eccessivo) Carni grasse Creme Formaggi Gelati Insaccati Latte vaccino Zuccheri (eccessivi)
Cefalea
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CEFALEA
Fugace fastidio o pesante fardello che si trascina per anni, il mal di testa colpisce senza distinzione uomini e donne e perfino parecchi bambini, tanto da essere ritenuto una sorta di epidemia invisibile, di cui soffre circa l'80% della popolazione mondiale per almeno una volta all'anno. Le cause scatenanti e le forme che assume sono molteplici e complesse, ma in linea di massima si possono distinguere due tipi: l'emicrania e il mal di testa (o cefalea) di origine psicologica e da tensione muscolare. La prima un disturbo dovuto ad un'alterazione funzionale della circolazione cranica e colpisce il 1 5-20% degli uomini e il 25-30% delle donne tra i venti e i quarant'anni (si aggrava nel periodo mestruale, mentre i sintomi scompaiono nel corso della gravidanza e della menopausa). Alcune cefalee sono invece spia di una patologia pi o meno grave, come per numerose malattie che colpiscono occhi, naso, gola, orecchie, denti, infezioni acute, traumi cranici, tumori cerebrali ecc. ed frequente nei soggetti che soffrono di ipertensione. In altri casi, per nostra fortuna la maggioranza, l'insorgere dei dolori non legato a specifiche patologie, ma sono solo il sintomo di particolari condizioni di stress. Generalmente, l'emicrania colpisce la fronte, le tempie, l'orbita; il dolore forte e pulsante su uno o entrambi i lati della testa e frequentemente preceduto da segnali di avvertimento, la cosiddetta "aura", che si manifesta prima dell'attacco come annebbiamento della visione o punti luminosi davanti agli occhi, ansia, stanchezza, pensiero disturbato, intorpidimento o formicolio ad un lato del corpo. Il dolore associato a nausea, fotofobia (fastidio per la luce), lacrimazione. Le estremit spesso sono fredde ed il soggetto di solito
irritabile, cerca di stare isolato. La durata di un attacco varia da alcune ore a parecchi giorni e pu ripetersi molte volte al mese o poche volte all'anno. I sintomi iniziali come i disturbi visivi e le parestesie (formicoli ecc.), sono dovuti ad una vasocostrizione dei vasi cerebrali, il dolore invece causato dalla dilatazione delle stesse arterie. Si osservato che nei soggetti depressi e sotto stress si assiste a una riduzione dell'attivit elettrica della corteccia cerebrale, inoltre alcuni mediatori chimici, attivi a livello cerebrale (come la serotonina) possono determinare, in particolari condizioni, massicce crisi vasomotorie che possono portare al mal di testa. Se queste sono le origini e le cause del mal di testa in che modo si pu curare, o meglio ancora prevenire, senza fare ricorso ai soliti farmaci di sintesi che nel migliore dei casi riescono solo a tamponare o alleviare il dolore? Partendo dalla constatazione della stretta correlazione esistente tra alimentazione ed emicrania, nella medicina naturale si preferisce affrontare il mal di testa a livello preventivo. In pratica si tratta di rivedere il proprio regime alimentare individuando i cibi o le combinazioni che ne possono favorire l'insorgenza.
Riconoscere l'emicrania
per esempio risaputo che in molti soggetti, alimenti come cioccolato, formaggio, birra e vino scatenano attacchi di emicrania. A soffrirne sono soprattutto coloro che presentano livelli particolarmente bassi di un enzima piastrinico (fenolsulfotransferase) che normalmente scinde alcuni composti (amine vasoattive) contenuti in questi alimenti. Il vino rosso contiene sostanze che sono potenti inibitori di tale enzima, quindi negli individui pi esposti, pu scatenare emicranie soprattutto se viene consumato insieme ad alimenti ricchi di amine vasoattive, come i formaggi. Inoltre, recenti ricerche hanno evidenziato il ruolo delle intolleranze alimentari nell'insorgenza di numerose forme di emicrania. Gli alimenti pi frequentemente chiamati in causa sono il latte vaccino e derivati (60-65% dei casi), il frumento (soprattutto il glutine), il cioccolato, le uova, gli agrumi, i pomodori, i cibi preparati con additivi alimentari e talora il pesce. In particolare sono stati collegati al mal di testa i seguenti additivi alimentari: E102 (tartrazina), E281 (Sodium propionate), E282 {Calcium propionate), 621 (Sodium hidrogen L glutamate - MSG), 622 (Monopotassium glutamate) e 623 (Calcium glutamate) presenti in un gran numero di prodotti vegetali e animali conservati.
Cefalea
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Pertanto un'alimentazione sana a base di alimenti naturali e biologici, ricca in verdure crude e cotte, cereali integrali, frutta e proteine vegetali (e in minima parte di proteine di origine animale, per chi lo desidera) insieme all'esclusione degli alimenti allergenici o non tollerati possono eliminare del tutto o ridurre drasticamente i sintomi dell'emicrania nella maggior parte dei soggetti. Come individuare gli alimenti allergenici?
Per evidenziare le intolleranze alimentari si possono utilizzare diversi metodi, tra cui il test citotossico (si effettua mettendo direttamente a contatto l'alimento o la sostanza sospetta con i globuli bianchi del soggetto), oppure metodiche bioelettroniche (Vega test, Voli, Mora ecc.) o kinesiologiche. In realt, sempre pi persone soffrono di intolleranze alimentari a causa dell'aumento dello stress cui sottoposto il sistema immunitario per l'inquinamento chimico dell'aria, dell'acqua, del cibo, per lo svezzamento anticipato e quindi l'introduzione precoce di alimenti solidi nella prima infanzia, per la manipolazione genetica che d origine a cibi ad elevata potenzialit allergizzante, per la tendenza crescente a consumare una variet di alimenti sempre minore. In definitiva, la forma pi efficace per prevenire il mal di testa quella di rivedere il proprio stile alimentare, in particolare in caso di emicrania occorre individuare eventuali allergie e intolleranze, e in quest'ultimo caso, una volta individuato l'alimento responsabile del disturbo, sospendere la sua assunzione per almeno quattro mesi, per poi reintrodurlo in maniera graduale. Una persona fortemente intollerante ad un alimento dovrebbe tenere in considerazione anche la famiglia botanica d'appartenenza, in quanto gli alimenti di una famiglia possono reagire in modo incrociato con alimenti allergizzanti. Un elevato consumo di cibi tutti appartenenti alla stessa famiglia pu provocare allergie, quindi si raccomanda di variare la dieta e di non consumare cibi della stessa famiglia per molti giorni consecutivi. D'altra parte, una buona rotazione dei vari alimenti utile non solo per evitare l'insorgere di intolleranze, ma anche per assicurare all'organismo una grande variet di sostanze e "informazioni" . Dal mal di testa, dunque si pu guarire individuando le intolleranze alimentari, ma per ottenere un buon risultato necessario ricostituire una buona flora intestinale e ripristinare una normale permeabilit della membrana intestinale, riequilibrare l'apparato digerente e il fegato, eliminare le cause di eccessivo stress ed intervenire sull'asse neuroendocrino; questo possibile assumendo rimedi naturali, abbinando tecniche terapeutiche di riequilibrio, curando la propria alimentazione. Avere a disposizione una buona variet di ricette e metterle in pratica pu essere di grande aiuto, conoscere alimenti nuovi e nuovi modi di cucinarli non solo rende varia la tavola, ma fa bene alla salute!
Allergie e intolleranze
Innanzitutto va fatta un'importante distinzione tra allergia e intolleranza alimentare. L'allergia alimentare la reazione dell'organismo con effetti immediatamente verificabili, per esempio l'ingestione di fragole causa l'orticaria ecc. ed evidenziabile con diversi sistemi tra cui il Rast test, all'ingestione di un alimento o di un additivo. A differenza dell'allergia, l'intolleranza alimentare si manifesta invece con effetti subdoli, tardivi, insidiosi, come una specie di veleno che si accumula, provocando sintomi non immediatamente riferibili alle sostanze responsabili. In definitiva, l'intolleranza svolge un'azione di disturbo sul sistema immunitario con la conseguente caduta delle capacit difensive dell'organismo. Si ha una drastica riduzione delle IgA (gli anticorpi interessati dal processo) in circolo, in conseguenza della quale il soggetto pu ammalarsi alle vie respiratorie o al sistema gastrointestinale o soffrire dei disturbi pi atipici, compresa l'emicrania. In molti casi, le cose si complicano a causa della dipendenza psichica che si instaura spesso nei confronti dell'alimento responsabile dell'intolleranza. Fenomeno questo, molto pi diffuso di quello che si pensa, tanto da far registrare nei casi pi gravi (se l'alimento manca dalla nostra tavola per pi di tre giorni) sintomi fisici e psichici molto simili ad una crisi d'astinenza. Questo accade per via della liberazione di neurotrasmettitori specifici, indotti dalla reazione immunitaria scatenata dall'intolleranza, i quali procurano un immediato senso di benessere in grado di mascherare inizialmente gli effetti negativi della reazione stessa. Il meccanismo d'azione capace di spiegare una cos ampia variet di sintomi pu essere il cosiddetto malassorbimento alla rovescia, cio il passaggio di macromolecole allergizzanti attraverso la barriera intestinale dovuto alla riduzione delle IgA (gli anticorpi interessati dal processo) impregnate dalla sostanza allergizzante e all'aumentata permeabilit della barriera intestinale.
Intolleranza e dipendenza
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CELLULITE
cavolo verza, cavolo cappuccio, crescione, rape, ravanelli. Chenopodiacee: barbabietola, bietole, spinaci. Composite: carciofi, girasole, lattuga. Cucurbitacee: melone, cetriolo, zucca, zucchina. Graminacee: avena, frumento, mais, orzo, riso, segale. Leguminose: arachidi, cacao, fagioli, soia, fave, lenticchie, liquirizia, piselli. Liliacee: aglio, asparagi, cipolle, erba cipollina, porri. Ombrellifere: anice, carote, carvi, coriandolo, cumino, prezzemolo, sedano. Rosacee: albicocca, cachi, ciliegia, fragola, lampone, mandorla, mela, mora, pera, pesca, prugna. Solanacee: melanzane, patate, pomodori, peperoni.
Alimenti S
Cereali integrali Frutta Proteine vegetali Verdure cotte e crude
Frumento e soprattutto glutine Latte vaccino e derivati Pesce (in alcuni casi) Pomodori Uova Vino
Tv e giornali femminili propongono quotidianamente i pi svariati rimedi contro la cellulite, ma pi che con creme e belletti miracolosi, bene intervenire con un'alimentazione adeguata e l'attivit fisica. A provocare questo caratteristico inestetismo, oramai comunissimo tra le donne europee e americane, un'alterazione dello strato pi profondo della cute (ipoderma o sottocutaneo) contenente tessuto adiposo. Oltre al tanto temuto effetto "buccia d'arancia" che si evidenzia facilmente "pizzicando" la cute, i sintomi tipici della cellulite comprendono anche un senso di tensione e pesantezza alle gambe. Praticamente tutte le donne in sovrappeso soffrono di cellulite, ma anche tra le donne in regola con il peso, questo disturbo colpisce il 30% delle ragazze, il 40% di donne mature e il 60-70% di donne in et post-menopausa. Infatti, anche se l'et media di insorgenza della cellulite attorno ai 31 anni, questo disturbo si pu manifestare anche in et molto precoce, tanto che il 70% dei casi interessa le donne tra gli 11 e i 25 anni. Inoltre stata evidenziata una correlazione diretta tra cellulite e utilizzo di contraccettivi orali (85% dei casi), carenza di pratica sportiva (93%), malattie circolatorie (64%), ritenzione idrica e dolori mestruali (85%). Molti si chiederanno come mai la cellulite sia una problematica tipica delle donne. La risposta va ricercata soprattutto nelle differenze anatomiche della cute tra i due sessi. Il tessuto sottocutaneo delle cosce, in particolare, presenta nei due sessi una struttura di base molto differente. Nelle donne, l'epidermide pi sottile rispetto a quella degli uomini, la parte superficiale del sottocutaneo pi spessa, le cellule adipose sono pi grandi e con setti di tessuto connettivo che decorrono in modo radiale (mentre negli uomini le cellule adipose sono intervallate
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Cellulite
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da setti incrociati di tessuto connettivo). Inoltre, nelle donne il corium, connettivo che separa derma e sottocutaneo, pi sottile e con l'avanzare dell'et si assottiglia ulteriormente e perde consistenza. Questo permette la protrusione delle cellule adipose nel derma. Anche i tralci connettivali che delimitano le aree contenenti le cellule adipose, diventano pi sottili determinandone l'allargamento. La rottura o l'assottigliamento del connettivo un fattore molto importante nello sviluppo della cellulite ed responsabile della caratteristica "granulosit". Il fenomeno della "buccia d'arancia" dovuto proprio a questo alternarsi di depressioni e protrusioni nello strato superficiale del tessuto adiposo. A seconda del tipo di manifestazione che accompagna il disturbo, si distinguono tre forme diverse di cellulite: compatta (risulta dolorosa al tatto ed localizzata pi frequentemente nella met inferiore del corpo), molle (non dolorosa, il tessuto molle e si localizza per lo pi nella faccia antero-mediale di braccia e cosce, possono essere presenti smagliature) ed edematosa (consistenza pastosa, dolorosa al tatto e spontaneamente, si localizza a livello di cosce, ginocchia, gambe, polpacci e caviglie. Inoltre, sono presenti segni di insufficienza venosa e linfatica agli arti inferiori). Alla base della cellulite sembra vi sia un'alterazione di cellule bersaglio degli estrogeni, prova ne che la cellulite non si manifesta mai prima della pubert. La sindrome premestruale (un insieme di disturbi quali stanchezza, irritabilit, sensazione di gonfiore che anticipa le mestruazioni) pare essere frequentemente il segnale di una particolare predisposizione costituzionale ad uno stato di intossicazione generale che ha come sintomo principe la cellulite. In realt, le cause della cellulite sono ancora oggetto di studio e di ricerca, ma appare evidente che alla base di questa manifestazione vi siano fattori tossici. Questi, agendo per vie diverse, portano all'alterazione del ricambio a livello dei tessuti, dando inizio a quel processo degenerativo che modifica progressivamente la struttura e la funzione del tessuto adiposo. Da questo punto di vista, la cellulite pu essere considerata il sintomo di uno stato di intossicazione generale. Quindi un corretto trattamento terapeutico deve intervenire non solo a livello sintomatico, come ad esempio con il sostegno e il drenaggio del microcircolo e con un'azione di normalizzazione sul tessuto connettivo, ma occorre anche valutare ed eventualmente correggere un ventaglio
di fattori, solo apparentemente connessi tra loro, come disturbi della funzionalit dell'apparato digerente; possibili squilibri ormonali a livello di tiroide, pancreas, ovaie; situazioni di ansia-depressione ecc. Tra i diversi fattori che inducono stasi linfatica agli arti inferiori e di conseguenza cellulite, alcuni possono essere identificati nelle scorrette abitudini alimentari e nella mancanza di movimento fisico. Ci si ripercuote sulla circolazione e sulla funzionalit intestinale con effetti che si accumulano nel tempo: ad esempio un quadro di frequente riscontro quello in cui convergono disturbi come stipsi, emorroidi e pesantezza alle gambe. A livello alimentare le controindicazioni riguardano soprattutto il consumo eccessivo di zuccheri semplici: farinacei raffinati, dolci e alcool. Un'alimentazione che contenga fibre in abbondanza molto importante perch migliora la funzione intestinale e riduce la pressione endoaddominale che si oppone al ritorno venoso e linfatico, facilitando il ristagno dei liquidi negli arti inferiori. Da correggere anche l'abuso di grassi saturi: carni, burro, insaccati, latte e derivati. Tutti alimenti da sostituire con cibi contenenti grassi insaturi (proteine vegetali, oli di semi spremuti a freddo, pesce azzurro ecc.). Latticini e farina bianca in particolare rallentano il circolo linfatico portando nel tempo a stasi dei liquidi e cellulite. Tra i vasoprotettori naturali importante considerare la vitamina C, i flavonoidi (vitamina P) molecole fortemente antiossidanti presenti nella buccia della frutta e nelle verdure. A questo riguardo, risultano particolarmente utili i frutti di bosco, soprattutto il mirtillo nero, grazie all'elevato contenuto in antociani, pigmenti dal caratteristico colore rosso-viola, in grado di aumentare la resistenza dei piccoli vasi, di contrastare la permeabilit capillare e le reazioni infiammatorie a danno del tessuto connettivo. Ugualmente utile il ribes nero, per le propriet diuretiche, depurative, vitaminizzanti (vitamina C e caroteni) e protettive nei confronti dei vasi. Altri frutti indicati sono gli agrumi, ricchi di rutina e derivati, sostanze presenti anche nel polline e nel grano saraceno. Da consigliare anche l'ortica per le propriet depurative, mineralizzanti e dietetiche, grazie al ricco contenuto in aminoacidi e vitamine, in particolare carotene e pu essere utilizzata nelle zuppe o per preparare polpettine e ripieni. Le
Abitudini alimentari
Le cause
Frutti di bosco
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alghe, introdotte nell'alimentazione giornaliera, possono concorrere a riequilibrare il metabolismo oltre a svolgere un'azione depurativa. Allo stesso scopo utile bere acqua lontano dai pasti per diluire le tossine ed eliminarle attraverso i reni. Altrettanto importante per contrastare la cellulite il controllo del peso e l'attivit fisica. Tutte le donne in sovrappeso soffrono di cellulite pertanto importante affiancare una dieta ipocalorica ben equilibrata che consenta una perdita di peso controllata e graduale. Specialmente nelle donne di et superiore ai quarant'anni, una perdita di peso improvvisa, soprattutto in soggetti con pelle e connettivo non pi giovani, pu rendere il fenomeno della "buccia d'arancia" ancora pi evidente. Camminare, andare in bicicletta o fare jogging particolarmente utile per la riduzione del peso ed in particolare per mantenere uno strato adiposo sottocutaneo di dimensioni ridotte; inoltre la contrazione dei muscoli delle gambe e le respirazioni profonde favoriscono il ritorno del sangue venoso e della linfa dalle estremit risolvendo i ristagni. Infine il movimento fisico un'ottima forma di scarico dello stress e attraverso una miglior ossigenazione del sangue e l'eliminazione delle tossine restituisce energia e vitalit.
CISTITE
Alimenti S
Acqua Agrumi Alghe Cereali integrali Frutta di stagione Frutti di bosco (in particolare mirtillo nero e ribes nero) Grano saraceno Oli di semi spremuti a freddo Ortica Pesce azzurro Polline Proteine vegetali (legumi, derivati della soia ecc.) Verdura di stagione
Almeno il 10-20% delle donne, ha sofferto di cistite nell'ultimo anno; il 37,5% che non ha mai avuto questo tipo d'infezione l'avr entro i prossimi dieci anni e persino il 2-4% delle donne, apparentemente in salute, presenta elevati livelli d'infezione nelle urine. La cistite un'infiammazione della vescica, in genere d'origine batterica, tipicamente femminile, ma molto rara tra gli uomini, eccettuati i bambini, in cui indica generalmente un'anomalia anatomica. Ne esiste anche una forma cronica, la "cistite interstiziale", non legata a fattori infettivi. Si tratta di una patologia, molto pi rara, in cui l'infiammazione colpisce l'interstizio circostante la parete vescicale. In ogni caso, le infezioni delle vie urinarie non vanno mai sottovalutate poich nel 55% dei casi possono arrivare fino ai reni, causando pielonefriti che possono determinare danni progressivi a carico degli organi escretori. In che modo si diffonde la cistite? L'urina un liquido sterile, almeno sino a quando non raggiunge l'uretra; da questa poi, raggiunge l'orifizio uretrale esterno. I batteri, responsabili dell'infezione possono raggiungere il tratto urinario risalendo dall'uretra (per lo pi dalle feci, e nelle donne, anche dalle secrezioni vaginali) e pi raramente, attraverso il sangue. A favorire la cistite sono tutte le condizioni che determinano ristagno d'urina; al contrario, il flusso libero e un elevato volume urinario, lo svuotamento completo della vescica, un'ottimale funzione intestinale e del sistema immunitario contribuiscono ad evitare la cronicizzazione dell'infezione. Questo perch il flusso urinario allontana eventuali batteri presenti. Anche la superficie della vescica, cos come il pH delle urine contribuisce a inibire la crescita dei batteri; mentre negli uomini la prostata a svol-
L'ingresso dell'infezione
Alimenti No
Alcool Burro Carne Dolci Farinacei raffinati Insaccati Latte e derivati Zuccheri
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Cistite
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gere un'azione antimicrobica. Ad aumentare i fattori di rischio di cistite sono inoltre: gravidanza, rapporti sessuali, in particolare alcune pratiche omosessuali (ma questo solo tra gli uomini) e soprattutto anomalie strutturali del tratto urinario che bloccano il libero flusso dell'urina. In genere, la cistite acuta si manifesta con bruciore e minzione urgente, dolorosa e frequente; dolori nella zona sovrapubica e spesso anche nel fondo schiena; minzioni anche notturne. Nelle donne si pu avere anche presenza di sangue nelle urine. Il dolore che sale nella regione lombare e si diffonde verso l'alto nella schiena, i brividi, la febbre e talora anche la comparsa di nausea e vomito indicano l'estensione dell'infezione a livello del rene. Normalmente, la medicina allopatica, cura le infezioni urinarie con gli antibiotici, senza considerare che tali farmaci, alterando ulteriormente la flora intestinale, portano ad un indebolimento generale dell'organismo con la conseguenza di rendere cronica la cistite. La medicina naturale invece, tratta le cistiti d'origine infettiva stimolando le normali capacit difensive dell'organismo nei confronti delle infezioni. In particolare, si consiglia di aumentare il flusso urinario bevendo molto, ripristinare un corretto pH per inibire la crescita dei microrganismi e prevenire l'adesione dei batteri alle pareti della vescica. Il flusso di urina pu essere facilmente incrementato, aumentando l'ingestione di liquidi, soprattutto sotto forma d'acqua pura, tisane, frutta fresca e succhi di frutta (diluiti al 50% con acqua). Bisognerebbe bere almeno due litri d'acqua al giorno, evitando bevande gassate, caff, alcool e succhi di frutta concentrati. Nel trattamento delle infezioni delle vie urinarie, risulta particolarmente efficace il consumo di mirtilli rossi, sotto forma di frutto o succo. In uno studio clinico, la somministrazione di mezzo litro di succo di mirtillo rosso al giorno, ha mostrato effetti benefici nel 73% dei soggetti (44 uomini e 16 donne) che soffrivano di cistite, mentre la sospensione del succo in coloro che ne avevano avuto giovamento ha determinato la ricomparsa dell'infezione nel 6 1 % dei casi. Fino a poco tempo fa si pensava che l'azione del succo di mirtillo fosse legata al potere di acidificare le urine e agli effetti antibatterici dell'acido ippurico in esso contenuto. Studi pi recenti hanno confermato l'efficacia del mirtillo, anche se il meccanismo d'azione nei confronti della cistite pare essere molto pi complesso di quello ipotizzato in passato. Purtroppo, il succo di mirtillo che si trova sul mercato in genere dilu-
to con acqua e zucchero, dolcificante che come sappiamo svolge un effetto deleterio sul sistema immunitario. A questi sono preferibili i succhi dolcificati con succo di mela o d'uva. Un altro modo per contrastrare la cistite l'assunzione di alimenti e rimedi in grado di alcalinizzare le urine. A questo proposito risulta molto efficace l'ingestione di uva ursina e sigillo d'oro (Hydrastis canadensis). Entrambi contengono componenti antibatterici che sono maggiormente efficaci in ambiente alcalino. Anche aglio e cipolla, consumati in abbondanza sono utili per le loro propriet antimicrobiche ed immunostimolanti. Nei casi di cistite interstiziale cronica pare vi sia un'associazione dell'infezione con alcune allergie alimentari e ci spiegherebbe la persistenza della malattia anche in assenza di un'infezione. In tal caso la terapia consiste nell'eliminazione degli alimenti responsabili dell'allergia e nell'utilizzo di centella, una pianta che in grado di migliorare l'integrit del tessuto connettivo interstiziale e di promuovere la guarigione delle ulcere vescicali. In caso di cistite acuta sar bene effettuare anche una pulizia intestinale attraverso un enteroclisma, utilizzando due litri di semplice acqua tiepida. A parte questi specifici consigli alimentari e fitoterapici per una prevenzione ottimale della cistite, fondamentale seguire un regime alimentare sano ed equilibrato, inteso in particolar modo a mantenere una regolare funzione intestinale. Dunque necessario insistere sul consumo di alimenti ricchi di fibre (cereali integrali, verdura e frutta) e nella progressiva riduzione degli alimenti che infiammano il colon e ne alterano la flora (insaccati, carni, formaggi stagionati ecc.). In particolar modo consigliato il consumo frequente di piccole quantit di miso (soia fermentata ricca di enzimi e fermenti, ottimo condimento per zuppe e stufati di verdure che normalizza la flora intestinale). Rafforzare il sistema immunitario, ripulire e regolarizzare l'intestino, mediante un regime alimentare sano e uno stile di vita in cui ci sia poco posto per lo stress che com' noto influisce negativamente sul sistema immunitario. Programmare momenti di "stacco" dalla routine quotidiana per riposare, ricaricarsi e mantenere sempre a livelli adeguati il proprio livello di energia, rappresenta una norma d'igiene e profilassi sempre efficace e valida, in tutte le situazioni.
Bere di pi
Cistite e allergie
Cistite
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tichezze, negli inestetismi causati dall'arrossamento della pelle, nelle situazioni di colon irritabile, e per le emorroidi. Le foglie di mirtillo rosso sono dotate di attivit antisettica a livello delle vie urinane e di blanda attivit ipoglicemizzante nel diabete senile. Le gemme possiedono una notevole attivit a livello intestinale. L'azione pu essere tonica e stimolante ma anche antispastica e sedativa. L'uso del gemmoderivato risulta interessante nelle stipsi, nelle coliti.
Alimenti S
Acqua Aglio Cereali integrali Cipolla Frutta fresca Mirtilli rossi Miso
acqua)
(frutto e succo)
Alimenti No
Alcool Bevande gassate Caff Carni Formaggi stagionati Insaccati Succhi di frutta concentrati
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cerebrali e le complicanze di questa malattia costituiscono le pi importanti cause di morte nei paesi industrializzati. Ecco perch conoscere le forme di accumulo del colesterolo nel sangue costituisce una delle soluzioni pi efficaci di prevenzione e di tutela per la salute dell'organismo. II colesterolo uno dei pi importanti lipidi (grassi) contenuti nel sangue insieme ai trigliceridi; i grassi non sono solubili nel plasma pertanto non circolano liberi, ma sono legati a proteine che li trasportano e che prendono il nome di lipoproteine. Una volta assunto con gli alimenti, nell'intestino il colesterolo viene a far parte dei chilomicroni (lipoproteine) per essere assorbito e portato al fegato; qui, insieme a trigliceridi, lecitina e proteine forma le VLDL {Very Low Density Lipoproteins), le quali hanno il compito principale di fornire energia al fegato; queste stesse sostanze trasportano anche il 5% di colesterolo e degli acidi grassi alle cellule e il grasso in eccesso ai tessuti adiposi. Le LDL {Low Density Lipoproteins) sono lipoproteine derivate dalle VLDL, composte di trigliceridi, 46% di colesterolo, proteine e fosfolipidi e trasportano colesterolo e trigliceridi alle singole cellule, ai tessuti endocrini per la formazione di ormoni, alla pelle per la sintesi della vitamina D, al tessuto nervoso per la formazione delle guaine mieliniche, all'intestino per la formazione di chilomicroni; inoltre trasportano anche molte tossine liposolubili e sostanze cancerogene, colesterolo ed acidi grassi ossidati. Dopo aver rilasciato il colesterolo necessario, le LDL tornano al fegato, dove vengono modificate per diventare HDL {High Density Lipoproteins). Le HDL hanno il compito di trasportare il colesterolo dalla periferia verso il fegato, raccogliendo sia il colesterolo in eccesso sia, in caso di necessit, dai tessuti adiposi. Infine, le HDL, con il colesterolo in eccesso e le tossine liposolubili, vanno a formare la bile, la cui doppia funzione quella di digestione dei grassi e di eliminazione, attraverso le feci, delle sostanze nocive.
Se ne parla sempre in maniera negativa, ma in realt il colesterolo uno dei grassi pi importanti del nostro organismo. Viene introdotto con gli alimenti, anche se il principale quantitativo sintetizzato direttamente dal fegato. Il suo livello nel sangue non costante: in genere cresce con il progredire dell'et (di pi nell'uomo, meno nella donna) ed influenzato direttamente dal regime alimentare e dallo stile di vita. Secondo le ultime osservazioni, i livelli raccomandati per il colesterolo ematico sono meno di 200 mg/dl per il colesterolo totale; meno di 130 mg/dl per il colesterolo LDL {Low Density Lipoproteins, il colesterolo legato alle lipoproteine a bassa densit, considerato il "colesterolo cattivo"); pi di 35 mg/dl per il colesterolo HDL {High Density Lipoproteins, il colesterolo legato alle lipoproteine ad alta densit, considerato il "colesterolo buono"). Questo perch il colesterolo LDL aumenta il rischio di malattie cardiache, ictus e ipertensione, mentre il colesterolo HDL protegge dalle malattie cardiache. Le malattie cardiovascolari legate ad un eccesso di colesterolo nel sangue sono principalmente le patologie delle coronarie che sono i vasi che riforniscono il cuore di ossigeno ed elementi nutritivi. Se il flusso di sangue attraverso queste arterie limitato o bloccato pu verificarsi l'infarto, un grave danno del muscolo cardiaco. Nella maggior parte dei casi la condizione che blocca il rifornimento di sangue e ossigeno l'aterosclerosi. Si tratta di un indurimento e restringimento delle arterie a causa dell'accumulo di una placca di colesterolo, sostanze grasse e detriti cellulari che prende il nome di ateroma. L'aterosclerosi si manifesta principalmente nelle arterie coronariche e
Patologie da colesterolo
Com' noto esiste un legame diretto tra elevato tasso di colesterolo nel sangue (ipercolesterolemia) e insorgenza di malattie cardiovascolari; infatti, il colesterolo in eccesso si deposita all'interno dei vasi sanguigni dando origine a placche (ateromi) che possono causare l'indurimento delle arterie. La teoria pi accettata della genesi dell'aterosclerosi l'ipotesi di una
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reazione ad una lesione. Secondo questa teoria l'ateroma ha inizio come risposta ad una lesione delle cellule che tappezzano l'arteria (endotelio arterioso). Inizialmente vi un danno provocato all'endotelio dai radicali liberi; fattori immunologici, fisici, meccanici, virali, chimici e farmacologici producono all'endotelio danni che possono portare allo sviluppo della placca. Danneggiato l'endotelio i siti della lesione diventano pi permeabili ai costituenti del plasma e soprattutto alle lipoproteine che si legano ai gli cosaminoglicani rompendo l'integrit strutturale della membrana basale e provocando un aumento dell'affinit con il colesterolo. Quando il danno significativo i monociti (grossi globuli bianchi) e le piastrine iniziano ad aderire all'area lesionata, emettono fattori di crescita e stimolano le cellule della muscolatura liscia a migrare dalla media all'intima e moltiplicarsi in quella sede. I depositi di grasso e colesterolo si accumulano. La placca continua a crescere fino a bloccare l'arteria. In genere il blocco arriva al 90% prima che i sintomi dell'aterosclerosi si manifestino. Per eliminare il colesterolo in eccesso sono necessari due elementi: i macrofagi (globuli bianchi), che inglobano soprattutto il colesterolo in eccesso che si trova tra i tessuti epiteliali dei vasi sanguigni, e le HDL che invece contribuiscono a portare via il colesterolo in eccesso che si deposita sulla superficie dei vasi sanguigni. Nell'inglobare il colesterolo in eccesso i macrofagi producono radicali liberi; ossia ossidano il colesterolo trasformandolo in una sostanza "schiumosa" che fa letteralmente "lievitare" e rigonfiare l'epitelio dei vasi, restringendoli. Inoltre le HDL, non essendo in grado di raccogliere e di disporre del colesterolo quando esso ossidato, non possono in alcun modo essere di aiuto ai macrofagi. I grassi pi facilmente ossidabili sono quelli saturi: in quanto presentano tutti i legami chimici gi occupati e quindi non sono in grado di subire "trasformazioni", si spezzano, si irrancidiscono e basta. Per evitare l'ossidazione del colesterolo, in modo tale da mantenerlo disponibile sia ai macrofagi che alle HDL, quindi necessario assumere con il cibo un'adeguata quantit di anti-ossidanti come le vitamine C, A, E e minerali come selenio e germanio. La formazione di HDL dipende essenzialmente dalla quantit di LDL presente: contrariamente a quanto si potrebbe pensare, l'abbondanza di LDL inibisce la formazione di HDL. Uno dei principali fattori che determi-
na la super produzione di LDL infatti un insufficiente scarico di bile e quindi di colesterolo in eccesso, il quale viene riproposto alle cellule. Questo pu provocare: aumento della pressione sanguigna, occlusione parziale o totale del vaso e quindi fenomeni di angina, claudicazione e infarti, oppure pu dare origine a trombi, nel caso in cui le suddette placche si dovessero staccare e circolare all'interno di vasi troppo piccoli per le loro dimensioni, bloccandoli. Per molto tempo si ritenuto che per poter ovviare ai problemi derivati da un eccesso di colesterolo bastasse evitare o limitare il consumo di cibi che ne contengono molto, come uova, caviale, gamberi e crostacei in genere. In realt per prevenire o correggere l'eccesso di grassi nel sangue con l'alimentazione occorre una strategia globale che tocchi tutti i fattori coinvolti nella genesi e nello sviluppo di questa patologia. In particolare la colesterolemia si abbassa sostituendo gran parte degli acidi grassi saturi con acidi grassi insaturi (acido linoleico, linolenico, arachidonico) e assumendo alimenti ricchi di antiossidanti come la vitamina C, il beta-carotene, il selenio e la vitamina E. fondamentale dunque da una parte optare per una dieta ricca di cereali integrali, leguminose, verdura, frutta fresca e secca, semi, una piccola quantit di alghe, e dall'altra eliminare o quanto meno ridurre i grassi saturi, sostituendo il cibo di origine animale con vegetali e pesce, alimenti ricchi di acidi grassi insaturi. In particolare gli acidi grassi omega-3 e omega-6, di cui sono molto ricchi pesci e semi oleosi, hanno la propriet di abbassare il tasso di colesterolo e trigliceridi e ridurre l'aggregazione piastrinica. Inoltre, i pesci dei mari freddi come salmone, sgombro e aringa forniscono acido eicosapentenoico (EPA) molto efficace nella riduzione dei livelli di colesterolo; per i vegetariani sufficiente integrare con un cucchiaino di olio di lino al d. Azione egualmente positiva svolta dagli alimenti vegetali per l'apporto di fibra e di elementi antiossidanti (fra i minerali sono importanti potassio e magnesio). Tra le piante che riducono l'aggregazione piastrinica in particolare si ricordano: cipolla, aglio, zenzero e curcuma, questi alimenti inoltre riducono le LDL e innalzano il livello di HDL. Oltre all'eliminazione del colesterolo, un'altra strategia di prevenzione molto efficace per la riduzione della colesterolomia il rafforzamento della parete dell'arteria, in questo senso diventa molto importante l'assunzione di alimenti ricchi di flavonoidi, di cui sono molto ricchi frutta e verdura. In un esperimen-
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to effettuato su animali nutriti con estratti ricchi di flavonoidi si verificata una riduzione delle placche aterosclerotiche e un calo del colesterolo serico. Tra gli elementi pi importanti per mantenere l'integrit della parete dell'arteria ci sono la vitamina C, la vitamina B , il rame, il calcio e il magnesio.
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Alimenti S
Aglio Agrumi Caff d'orzo Cereali integrali Frutta Legumi Lievito di birra in scaglie Oli vegetali ed in particolare olio di lino spremuto a freddo Pesce dei mari freddi: sgombro, salmone, aringa Sale marino Seitan Sesamo Soia, derivati Succhi vegetali e tisane Verdure cotte e crude Zenzero
Per ridurre i fattori di rischio molto importante smettere di fumare, fare esercizio fisico e ridurre lo stress. Vi un'impressionante quantit di ricerche che dimostrano il legame diretto tra stress e colesterolemia. Secondo questi studi, l'eccesso di noradrenalina, indotto dallo stress, riduce il numero di recettori presenti nel fegato deputati alla cattura e al trasporto nel tessuto epatico del colesterolo e di conseguenza si produce un incremento della colesterolemia. Inoltre gli ormoni prodotti in situazioni di stress (adrenalina, noradrenalina e cortisolo) aumentano la lipolisi e la mobilizzazione dei grassi dal tessuto adiposo, aumentano quindi i grassi circolanti e diminuisce la capacit del fegato di metabolizzarli. In conclusione la "pillola magica" che risolve il problema senza un impegno personale, pu certamente portare ad un miglioramento dei valori relativi ai grassi nel sangue, ma non pu agire in senso globale e senza effetti collaterali. Correggere lo stile di vita e le proprie abitudini alimentari certamente la carta vincente nella prevenzione delle malattie cardiovascolari di origine metabolica, prevenzione che pu essere ulteriormente potenziata dall'impiego di preparati fitoterapici o integratori alimentari, consigliati da un esperto.
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Alcool Alimenti fritti Alimenti molto salati Bibite gassate Caff Carni rosse Cereali raffinati Hamburger Lardo Latte e derivati Margarine Oli di semi industriali Sale ad alto livello di sodio Spuntini grassi Uova
Colon irritabile
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COLON IRRITABILE
soprattutto perch genera ansia. Generalmente i sintomi insorgono dopo i pasti, anche se non a causa di un tipo particolare di cibo. I dolori cessano o si attenuano con la defecazione o l'emissione di gas. Si verifica frequentemente la presenza di muco nelle feci; mentre manifestazioni comuni associate sono stanchezza, depressione e difficolt di concentrazione mentale. Il secondo tipo di sindrome dato da una diarrea senza dolore, precipitosa, urgente, che si verifica tipicamente durante o appena dopo un pasto. I soggetti non presentano alcuna patologia organica, soltanto la palpazione dell'addome rivela una certa dolorabilit in particolare nel quadrante addominale inferiore sinistro associata ad un colon contratto.
"Sindrome del colon irritabile", "colon spastico", "nevrosi colica": sono i termini che la medicina usa per denominare alcuni fra i pi classici disturbi della motilit intestinale che, pur in assenza di alterazioni di tipo organico, arrecano sofferenza e disagio. Queste sindromi rappresentano la causa di circa la met delle visite specialistiche presso i medici gastroenterologi, o dei disturbi intestinali iniziali che giungono all'osservazione dei medici ambulatoriali. Le donne ne soffrono pi comunemente degli uomini, con una percentuale superiore al 30%. Sono casi in cui non riscontrabile alcuna causa organica; quello che certo che i fattori emozionali, la dieta, i farmaci o gli ormoni possono aggravare uno stato di ipersensibilit del grosso intestino nella sua motilit.
L'origine psicosomatica
I sintomi
I sintomi si presentano sotto forma di fastidio addominale, di un'errata frequenza dell'attivit intestinale e di una modificazione della consistenza delle feci. Le spiacevoli sensazioni addominali possono anche essere associate a sintomi non specifici: gonfiore addominale, meteorismo (sensazione di gas), flatulenza, nausea, cefalea, affaticamento. Sono comunemente riconosciuti due tipi di sindrome del colon irritabile. Caratteristica del primo tipo l'alternanza di periodi di stipsi a periodi di diarrea, accompagnati dalla presenza di dolori addominali che non sono molto forti n continui, ma possono durare a lungo e creare un evidente senso di disagio. Non si manifestano mai di notte e non impediscono lo svolgimento di una vita normale, ma la persona si sente irritata e sconvolta da un disagio che pu limitare anche sensibilmente il suo quotidiano,
La sindrome del colon irritabile merita la giusta attenzione, poich pu precorrere la malattia diverticolare, con la formazione di piccole sacche nella parete muscolare del colon. L'origine del problema certamente psicosomatica, probabilmente scaturita da un conflitto interiore tra aggressivit e repressione. Considerati gli estesi collegamenti corticali con l'ipotalamo ed i suoi centri, da cui originano e in cui terminano le vie connesse con le attivit dei visceri, semplice comprendere come i fattori psichici possano produrre un'iperfunzione o un'ipofunzione dell'apparato digerente. Tensioni emozionali sollecitate da ansiet, senso di colpa, umiliazione, risentimento, conflittualit e situazioni che creano la sensazione di sopraffazione, producono un aumento delle secrezioni della mucosa intestinale, maggiori contrazioni muscolari, maggiore fragilit della mucosa rispetto ad agenti aggressivi e un'intensificazione dei riflessi viscerali. Al contrario, situazioni che danno sensazione di depressione, insoddisfazione, abbattimento, paura o insuccesso reagiscono con un rilassamento muscolare, una riduzione delle secrezioni, un minor flusso sanguigno alla mucosa, un rilassamento del colon ed una riduzione dei riflessi. Lo stato iperdinamico, quando notevole e ad intervalli ricorrenti, produce diarrea, lo stato ipodinamico la stipsi. La diagnosi in gran parte basata sul riscontro di uno stretto collegamento tra la sofferenza di disturbi emozionali, discordie matrimoniali, ansie legate ai figli o preoccupazioni ossessionanti sui problemi di ogni giorno, e l'insorgere dei sintomi. Generalmente uno stato di ansiet precede gli attacchi, mentre un sol-
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lievo segue ad un cambiamento di ambiente, ad una vacanza, ad esempio, lontani dalle preoccupazioni quotidiane. In termini pratici la cura migliore proprio frutto di un salutare stile di vita, con sane abitudini alimentari, e corretto uso delle terapie farmacologiche, soprattutto rispetto all'abuso di lassativi. Ancora una volta, l'alimentazione a svolgere un ruolo di primaria importanza, anche nella prevenzione e nella cura del colon irritabile. Naturalmente fondamentale l'attenzione ad evitare l'assunzione di cibi che infiammino ulteriormente la mucosa o accrescano la secrezione di muco. Anche l'eccesso di gas, provocando l'iperdistensione del colon, pu innescare o peggiorare la sintomatologia. necessario pertanto eliminare i cibi che riscaldano, che aumentano la temperatura intestinale come carni, salumi, formaggi, uova. In generale il cibo di origine animale ha bisogno di un tempo di digestione superiore a quello di origine vegetale; inoltre richiama un flusso maggiore di sangue facilitando processi infiammatori. Unico alimento - non vegetale consigliabile il pesce, gi meno irritante; in particolare il pesce azzurro, grazie ai suoi contenuti in grassi insaturi utili alla salute della mucosa intestinale. Da evitare i legumi che producono fermentazione in soggetti gi ipersensibili, in particolare nei periodi di fase acuta. In fase di miglioramento possibile consumare lenticchie rosse decorticate o legumi passati, privi di buccia. Regola vincente quella di cuocere sempre i legumi insieme all'alga kombu, che oltre a ridurre i processi di fermentazione, contiene mucillagini e nutrimenti utili alla mucosa del colon. Sono assolutamente da evitare latte vaccino e derivati, che infiammano l'intestino ed aumentano la secrezione di muco. Tra le verdure bene evitare, nei periodi critici, cavoli, cavoletti e cipolle cotte. Tra la frutta sono sconsigliate albicocche, uva, banane e frutta secca. Tra gli integratori, meglio evitare il lievito di birra, a cui preferibile il germe di grano. Tra le spezie sono sconsigliate quelle pi piccanti.
zuppe di miso (prodotto fermentato derivato dalla soia). Nei periodi in cui i sintomi sono pi acuti meglio consumare cibi semintegrali, creme di cereali, zuppe di miso, verdure tollerabili. Per quanto riguarda il bere, preferire acqua minerale naturale, t bancha; divieto assoluto alle bibite gassate e al vino. Abbiamo visto come la sintomatologia del colon irritabile sia estremamente alternante: si va dalla stipsi alla diarrea. segno di quanto sia fondamentale ricercare una sorta di equilibrio tra tendenze opposte: trattenere e scaricare. Se questo vero a livello simbolico e psicologico altrettanto vero anche a livello alimentare, in cui gli eccessi in un senso o nell'altro sono deleteri. Nella sindrome del colon irritabile pi che mai l'alimentazione deve essere bilanciata. Occorre trovare un giusto equilibrio tra cibi e sapori, che non diano n troppo fuoco n troppo freddo, che non siano estremamente salati o piccanti o dolci o amari od aspri. Anche il tipo di cottura degli alimenti importantissimo e dovr essere non troppo yang n estremamente yin. Cotture dall'estremo yang all'estremo yin sono: il fritto, la piastra, il forno, il saltato, lo scottato, lo stufato, il bollito. evidente che i fritti, per questo tipo di patologia, rappresentano un vero veleno, ma lo stesso vale per la verdura bollita. Saranno certamente da preferire verdure appena scottate (tuffate a pezzetti nell'acqua salata che bolle e tolte appena l'acqua ricomincia a bollire) o saltate in padella con un pizzico di sale e subito dopo l'aggiunta di poco olio. Pi raramente le verdure cotte al forno. Una cucina equilibrata produrr effetti benefici non solo a livello intestinale, ma anche nella psiche. L'equilibrio curativo sul corpo si rigenerer conseguentemente in equilibrio psichico; l'ansia diminuir e sar psicologicamente pi facile poter osservare con maggior distacco e lucidit le problematiche quotidiane e i disagi interiori non ancora risolti. In particolare consigliabile introdurre nella propria dieta alimenti come il kuzu e il miso, cibi che sono vere e proprie "medicine" per il colon.
Curarsi a tavola
L'alimentazione corretta consiste nel consumo di cereali integrali, verdure, pesce, proteine vegetali quali tofu e tempeh (prodotti ottenuti dalla lavorazione della soia), seitan (glutine di grano) in minor quantit, poca frutta, una piccola quantit di alghe, di semi oleosi (sesamo),
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Il kuzu in cucina
Il kuzu una fecola (amido) ricavato dalla radice di "pueraria", una pianta selvatica rampicante. E utilizzato come addensante per zuppe, verdure, dolci, budini. A differenza di tutti gli altri amidi che sono acidi, il kuzu presenta una reazione alcalina e inoltre svolge un'azione tonica curativa per tutto l'intestino, molto utile nei disturbi del colon. Si prepara diluendone un cucchiaino circa in un quarto di litro di acqua fredda. Si porta sul fuoco e si fa bollire lentamente finch diventa una gelatina. Ottimo aggiunto al succo di mirtillo per preparare una bilanciatissima gelatina alla frutta. Oppure lo si pu aggiungere, sempre diluito in poca acqua fredda, ad uno stufato, far da addensante e render lo stufato pi bilanciato.
DENTI
Alghe Miso Cereali integrali o semintegrali Pesce (in particolare pesce azzurro) Frutta Seitan Germe di grano Semi oleosi (in particolare di sesamo) Kuzu T bancha Legumi passati e con aggiunta di alga Tempeh kombu Tofu Lenticchie rosse decorticate Verdure
Alimenti S
Si nasce senza denti, il neonato non pu mangiare, n mordere per difendersi, solo lo stretto vincolo al seno materno gli fornisce l'alimento per la crescita. L'acquisizione progressiva dell'autonomia procede per gradi e la comparsa dei denti segna una tappa saliente in questo percorso. L'apparizione della seconda dentizione l'altra tappa importante del processo di sviluppo del futuro individuo. Con l'avanzare dell'et, la dentatura e in generale il cavo orale cominciano a manifestare delle problematiche, si perde qualche dente, e si prova il timore di tornare fragili e indifesi come i neonati.
La carie
Alimenti No
Albicocche Banane Bibite gassate Carni Cavoli Cipolle cotte Formaggi Frutta secca Latte vaccino e derivati Legumi con la buccia Lievito di birra Salumi Spezie piccanti Uova Uva Vino
La salute del cavo orale merita tutta la nostra attenzione per diverse ragioni, e non solo per una questione estetica. Innanzitutto le sue patologie sono manifestazioni che andrebbero lette non solo a livello locale, ma come segnali dello stato di salute generale dell'intero organismo; c' poi da considerare che una dentatura sana e quindi anche delle gengive sane consentono una masticazione ottimale, base indispensabile per una buona digestione ed assimilazione degli alimenti che a loro volta assicurano un ottimale "rifornimento di energia" per l'intero organismo. Per non parlare poi di eventuali sostanze tossiche, come quelle liberate dalle otturazioni in amalgama, che possono avvelenare l'intero organismo dando i sintomi pi disparati. Infine molti studi hanno confermato la relazione tra denti e struttura, colonna vertebrale e postura, ed anche questo non certamente un aspetto trascurabile. La carie sicuramente la patologia pi nota. Cos come nota la sua origine: la presenza nel cavo orale di batteri che, per la propria azione
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Denti
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patogena, necessitano in particolare di zuccheri semplici. Per questa ragione gli alimenti a base di zuccheri raffinati (dolci, caramelle, bevande zuccherate e gassate) andrebbero eliminati per il loro potente effetto cariogeno. Accanto alle carie, la piorrea oggi una patologia assai diffusa. La sua prevalenza aumenta direttamente con l'et. La frequenza di circa il 15% a dieci anni, 38% a vent'anni, 46% a trentacinque anni, 54% a cinquant'anni. Tra gli uomini si registra una prevalenza pi elevata e una gravit maggiore della patologia periodontale rispetto alle donne. Vediamo meglio di capire come si sviluppa questa patologia, per meglio prevenirla e curarla. Ogni dente poggia la sua stabilit sul parodonto (termine greco che significa intorno al dente). Questo sostegno include la gengiva, il legamento periodontale, il cemento radicolare e l'osso alveolare e assicura un solido ancoraggio ai denti ad esso strettamente connessi sul piano anatomico e funzionale. La salute di queste strutture dipende da molteplici fattori alcuni dei quali sono strettamente individuali e riguardano la costituzione del soggetto (allineamento dei denti e resistenza dello smalto), il suo assetto neuroendocrino e immunitario (stress, diabete ecc.), le abitudini acquisite (scelte alimentari, tabagismo, igiene orale) ed infine possibili microtraumi. La bocca esposta al costante contatto con l'esterno attraverso cibi e bevande, un ambiente complesso e in equilibrio dinamico, habitat ideale per diversi microrganismi. Alcuni tipi di batteri interagiscono nel cavo orale con effetti patogeni, dalla loro trasformazione di residui alimentari derivano acidi che attaccano lo smalto dentale; tali lesioni superficiali aprono varchi ad altri microrganismi che corrodono progressivamente il dente spingendosi in profondit. La saliva agisce come tampone chimico, neutralizzando l'acidit del cavo orale, deterge la dentatura, allontana le particelle di cibo e controlla la composizione della flora del cavo orale, ma nonostante questo non si pu prescindere da una buona igiene orale. La placca dentale una patina viscosa formata da glicoproteine della saliva e stratificazioni di colonie batteriche. La placca dentale non allontanata, entro le 24 ore inizia a mineralizzare formando il tartaro, la cui
rimozione non pi possibile con il comune spazzolino da denti. Se non si ripara a tali condizioni le mucose vanno incontro a infiammazioni croniche che a volte solo la chirurgia pu arginare. Sanguinamento, alitosi, sensazioni dolorose a contatto con cibi e bevande sono gli effetti di microrganismi aggressivi che rilasciano tossine, aggirano le difese immunitarie e producono enzimi che distruggono il tessuto connettivo, finch la gengiva, scollandosi dal dente, forma tasche profonde. Da qui il quadro della gengivite evolve in parodontosi, caratterizzata da un'evoluzione lenta e irreversibile, che mina la saldezza dei denti, erodendo le loro basi di impianto, fino a provocarne la caduta. Sebbene l'igiene orale sia di fondamentale importanza nel trattamento e nella prevenzione della patologia periodontale non sufficiente in molti casi. Per controllare lo sviluppo e la progressione della malattia necessario normalizzare le difese del soggetto. Dunque un'alimentazione sana ed il miglioramento dello stile di vita sono indispensabili. I batteri sono agenti fondamentali, ma di per s insufficienti, devono essere coinvolti fattori dell'ospite perch la patologia si sviluppi e progredisca. Inoltre sono da considerare alterati trattamenti di ortodonzia e protesi che sono causa frequente di infiammazioni gengivali e di distruzione periodontale. I margini sporgenti offrono un'ideale sede di accumulo della placca e di moltiplicazione batterica. Se il trattamento viene eseguito con un composto di amalgama d'argento il coinvolgimento pu essere addirittura maggiore a causa della diminuita attivit degli enzimi antiossidanti, in quanto l'accumulo di mercurio determina una depressione degli enzimi che combattono i radicali liberi. II consumo di tabacco associato ad un'aumentata suscettibilit a gravi patologie periodontali e alla perdita dei denti. Molti degli effetti negativi del fumo sono dovuti al danno dei radicali liberi. Inoltre il fumo riduce il livelli di acido ascorbico (vitamina C), potenziando i suoi effetti dannosi. In particolare in riferimento alla patologia periodontale, gli obiettivi terapeutici dal punto di vista nutrizionale sono: ridurre il tempo di guarigione delle ferite; migliorare l'integrit del collagene; diminuire il danno dell'infiammazione e dei radicali liberi; migliorare lo stato immunitario. A questo scopo sono ritenute di particolare importanza le vitamine C, A, ed E, i flavonoidi, l'acido folico, il selenio e lo zinco. L'importanza della vitamina C per la salute del cavo orale da tempo
dimostrata, basti pensare che un sintomo importante dello scorbuto, la malattia da carenza di questa vitamina, la gengivite. Infatti, un deficit di vitamina C si associa ad una difettosa formazione e ad un alterato mantenimento del collagene della sostanza basale e del cemento intercellulare; gli effetti del deficit sull'osso comprendono il ritardo o l'interruzione della formazione di tessuto osteoide, l'alterata attivit degli osteoclasti e l'osteoporosi. Deficit subclinici di vitamina C svolgono un ruolo significativo nella patologia periodontale attraverso questi effetti e il loro ruolo nel ritardare la guarigione delle ferite. . Inoltre il deficit di vitamina C associato ad un'aumentata permeabilit della mucosa orale alle endotossine e ai prodotti batterici, come ad un'alterata funzione dei globuli bianchi. Infine la vitamina C possiede propriet antiossidanti e antinfiammatorie e diminuisce il tempo di guarigione delle ferite. La vitamina A necessaria per la sintesi di collagene, per il mantenimento dell'integrit delle superfici epiteliali e delle mucose, per il miglioramento delle funzioni immunitarie. In particolare pu essere utile il betacarotene anche per le sue propriet antiossidanti. Un deficit di vitamina A associato a formazione di tasche periodontali, calcoli gengivali, aumentata suscettibilit alle infezioni, anomala formazione dell'osso alveolare, alterazioni della mucosa gengivale. La vitamina E ed il selenio agiscono sinergicamente con attivit antiossidante. La vitamina E particolarmente importante se sono presenti otturazioni in amalgama d'argento. Inoltre l'effetto antiossidante fondamentale per impedire la patologia periodontale dal momento che i radicali liberi danneggiano seriamente i proteoglicani e i glicosaminoglicani gengivali. I flavonoidi sono importantissimi per la salute del cavo orale in quanto agiscono sul collagene in vari modi: diminuiscono la permeabilit di membrana e l'infiammazione; inoltre, grazie all'azione antiossidante prevengono i danni da radicali liberi. Anche l'acido folico ha la sua importanza, in particolare stato dimostrato che un suo deficit, in seguito a influenze ormonali da gravidanza o da utilizzo di contraccettivi orali, pu portare a gengivite fino a periodontiti di un certo rilievo. Le funzioni dello zinco sono sinergiche a quelle della vitamina A in molti processi metabolici, in particolare sul periodonto sono molteplici: attivit antiossidante; inibizione della crescita della placca; azione antinfiammatoria; miglioramento dell'attivit immunitaria; partecipazione in
almeno quaranta enzimi compresi quelli per la sintesi del collagene; riduzione del tempo di guarigione delle ferite. Data l'importanza di questi nutrienti un buon apporto di verdura, in buona parte cruda, e frutta indispensabile nella dieta quotidiana per salvaguardare la salute del cavo orale. Di grande utilit sono gli agrumi e il ribes nero per l'elevato contenuto di vitamina C. Per mantenere in buone condizioni i denti inoltre utile la masticazione di alimenti duri, la frutta secca ha anche questo pregio, oltre a contenere proteine, oli, vitamine e oligoelementi, in particolare calcio. I semi oleosi invece sono da consumare per la presenza di oli insaturi e zinco; mentre il fluoro contenuto particolarmente nel pane di segale, nei pistacchi e nell'uva. Anche il pesce presenta valori interessanti di fluoro e fosforo. Infine i mirtilli freschi, o il loro succo concentrato; forniscono un ottimo apporto di flavonoidi. Come bevanda si consiglia il t verde. Un'ultima considerazione: un'alimentazione a base di alimenti ricchi di fibre (cereali integrali, legumi, semi oleosi, frutta e verdura), oltre ad assicurare un elevato apporto di principi nutritivi di elevato valore biologico svolge anche un effetto preventivo, in quanto stimola la secrezione salivare che ha un'azione detergente e protettiva sulla mucosa del cavo orale. In definitiva, con opportune scelte alimentari possibile non solo salvaguardare la salute dei denti e del cavo orale, ma anche prevenire, o quanto meno ridurre la diffusione delle principali patologie.
Selenio e vitamina E
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situazione esterna (depressione reattiva), come una forma di nevrosi (nevrosi depressiva, che una forma cronica) o come una psicosi. Spesso la depressione preceduta da un lungo periodo di nervosismo ed ansia, che sfocia poi in un quadro depressivo. La definizione ufficiale di depressione, secondo il Diagnostic and Statistica! Manual of Meritai Disorders, basata su otto criteri primari: inappetenza con perdita di peso oppure aumento dell'appetito e incremento ponderale insonnia o ipersonnia inattivit o iperattivit fisica perdita di interesse o piacere per le attivit usuali perdita del desiderio sessuale scarsa stima di s, sensi di colpa immotivati diminuita capacit di pensare o di concentrazione pensieri ricorrenti di morte o suicidio. La presenza, almeno da un mese, di cinque di questi otto criteri, determina la diagnosi di depressione. Da una parte c' la depressione maggiore o "unipolare" che si tratta di un disturbo depressivo episodico. Dall'altra c' la depressione "bipolare" (maniaco-depressiva), caratterizzata dall'alternarsi di periodi di depressione maggiore alternati a periodi di elevazione eccessiva del tono dell'umore. La psichiatria moderna d una maggiore importanza, nella terapia della depressione, al controllo degli squilibri dei neurotrasmettitori, piuttosto che all'individuazione dei fattori psicologici che sono la causa dell'insorgenza di squilibri tra serotonina, dopamina, GABA e altri neurotrasmettitori. D'altra parte, la depressione spesso pu essere legata a fattori patologici, come: diabete, patologie cardiache, patologie polmonari, flogosi cronica, dolore cronico, cancro, epatopatie, sclerosi multipla; all'assunzione di farmaci (antipertensivi, antinfiammatori, contraccettivi, antistaminici, corticosteroidi, tranquillanti e sedativi) oppure a sindrome premestruale, stress, ridotta funzionalit surrenalica, metalli pesanti, allergie alimentari, ipotiroidismo, ipoglicemia, carenze nutrizionali, disturbi del sonno. fondamentale quindi constatare se nella genesi della malattia sono coinvolte cause nutrizionali, ambientali, sociali e psicologiche. Nel trat-
Uni- o bipolare
Le cause
tamento della depressione, infatti, sono molto importanti una dieta e uno stile di vita che promuova la salute. In primo luogo, attenzione a fumo, alcool e caff. Il fumo di sigaretta un fattore importante nella genesi della depressione, agendo sulla stimolazione della produzione di ormoni surrenalici, tra cui il cortisolo. L'elevato livello di cortisolo una caratteristica ben nota della depressione: l'effetto chiave del cortisolo e dello stress sul tono dell'umore, si esplica attraverso l'attivazione dell'enzima triptofano-ossigenasi, che comporta una riduzione della quantit di triptofano presente a livello cerebrale. Dal momento che il livello di serotonina nel cervello dipendente dalla quantit di triptofano, il cortisolo riduce drammaticamente i livelli di serotonina e melatonina. Inoltre, il cortisolo riduce anche i recettori serotoninergici cerebrali, rendendo il cervello meno sensibile all'azione della serotonina. Il fumo di sigaretta porta anche ad una carenza relativa di vitamina C, utilizzata per eliminare i radicali liberi. Bassi livelli di vitamina C nel sistema nervoso centrale possono comportare depressione. L'alcool un depressore del sistema nervoso centrale che aumenta il rilascio di ormoni surrenalici, interferisce con molti processi cerebrali e altera i normali cicli del sonno. Inoltre induce l'ipoglicemia che determina un fortissimo desiderio di zuccheri, ma il consumo di zucchero tende ad aggravare ulteriormente l'ipoglicemia che a sua volta peggiora i problemi mentali del soggetto. Sebbene la caffeina sia uno stimolante, molti dei suoi effetti si fanno sentire particolarmente sui soggetti che tendono all'ansia e alla depressione. Alcuni studi hanno verificato che i consumatori di moderate/alte quantit di caff generalmente sono pi depressi di coloro che ne consumano basse quantit. Inoltre, i pazienti depressi ricercano il caff e tendono a consumarne molto; la combinazione con lo zucchero raffinato peggiora ulteriormente la situazione. Anche la carenza di alcuni nutrienti pu alterare la funzione cerebrale e condurre a depressione, ansiet e altri disordini mentali. Ci di cui ci nutriamo pu influenzare potentemente le percezioni, le sensazioni, il comportamento. Nei depressi comune una carenza di un buon numero di nutrienti, soprattutto vitamine. Inoltre, il cervello richiede un apporto costante di zucchero; importante per evitare l'ipoglicemia, i cui sintomi sono diversi a seconda della gravit, e comprendono depressione, ansiet, irritabilit, astenia, cefalea, visione offuscata, eccessiva sudorazione, confusione mentale, comportamento bizzarro, convulsioni. Diversi studi hanno mostrato che l'ipoglicemia molto comune nei
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Depressione
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depressi: in qualche caso semplicemente eliminando gli zuccheri raffinati dalla dieta si possono avere miglioramenti o remissioni.
Consigli nutrizionali
consigliata l'integrazione di acidi grassi insaturi tramite un cucchiaio al giorno di olio di semi di lino e uno di olio di germe di grano, semi di sesamo e girasole. Per l'energetica cinese, la depressione una patologia da vuoto. Normalmente un individuo produce energia tramite il cibo, le bevande, la respirazione, il riposo. Quest'energia viene poi consumata per mantenersi in vita, lavorare, pensare, creare e ricrearsi, nel senso pi ampio. Si parla di "vuoto" quando il bilancio tra le energie in entrata e quelle in uscita deficitario. In genere, questo accade quando vi un eccesso di "consumo". Eccesso che pu essere di natura fisica o, come accade pi spesso, nella nostra societ di tipo mentale e psichico. Vi spesso una fase di "pieno": tanti eventi stressanti, tanto lavoro, dispiaceri, impegni, responsabilit eccetera, seguito dal "vuoto", che porta con s i sintomi depressivi. dunque fondamentale rigenerare l'energia consumata attraverso una sana alimentazione che tonifichi i reni, la nostra "batteria" naturale. Gli alimenti pi indicati sono: pesce, legumi, alimenti di colore nero come alghe e fagioli neri, riso nero ecc. e tutto ci che pu "nutrire" il sangue come: azuki rossi, barbabietola rossa e pi in generale gli alimenti ricchi di clorofilla. Per la medicina cinese, la milza "genera il sangue" e si tonifica con cereali integrali, miele e carote. Le verdure verdi e i frutti aspri (agrumi) tonificano invece il fegato che ha la funzione di accumulare il sangue e far fluire l'energia in tutti gli organi. Un grande aiuto pu venire dall'esercizio fisico (almeno trenta minuti per tre volte alla settimana) e dalle tecniche di rilassamento (meditazione, visualizzazione creativa ecc.), cos come efficaci sono le terapie con il colore, grazie alle quali si possono manifestare i sentimenti repressi: bastano un foglio di carta, un pennello e dei colori a tempera per lasciar uscire "quel pieno che continuamente ricrea il vuoto". Molti soggetti sono predisposti alla depressione per costituzione ed ereditariet, altri invece si ammalano perch abusano delle proprie energie. Prevenire la depressione in entrambi i casi possibile con un buon stile di vita. Per chi gi ammalato, ristabilire gradualmente delle sane abitudini pu contribuire notevolmente alla guarigione.
I consigli nutrizionali per la depressione sono quelli di un'alimentazione sana, costituita da cibi naturali, non conservati, non elaborati: verdura, cereali, legumi, semi, frutta, pesce azzurro; bene evitare caff ed alcool. In questo modo assicurato il necessario apporto di vitamine e sali minerali. Le fibre poi consentono di mantenere costante il livello di glicemia per pi tempo, senza gli sbalzi glicemici che producono gli zuccheri a rapido assorbimento. Tra i nutrienti particolarmente importante l'acido folico, contenuto nei vegetali a foglia verde. In studi su pazienti depressi, il 31-35% ha mostrato di essere carente in acido folico; negli anziani queste percentuali possono essere anche pi elevate. A seguire, in ordine di importanza, la vitamina B , ma la carenza di questa vitamina molto meno frequente. I livelli di vitamina B sono abbastanza bassi nei soggetti depressi, specialmente nelle donne che assumono contraccettivi orali. Le vitamine del gruppo B si trovano nei cereali integrali e nel lievito di birra, anche in quello alimentare a scaglie. Anche una carenza di acidi grassi omega-3 stata correlata alla depressione. Questo potrebbe essere legato al loro ruolo nella composizione delle membrane delle cellule nervose. La carenza di queste sostanze e l'assunzione eccessiva di grassi saturi, in genere di origine animale, porta alla formazione di membrane cellulari molto pi rigide del normale. Dal momento che una corretta funzione cellulare dipende dalla fluidit di membrana, questo tipo di alterazione a livello cerebrale pu indurre alterazioni del comportamento, del tono dell'umore e della capacit mentale. Alcuni studi hanno dimostrato che le propriet biofisiche delle cellule cerebrali, tra cui la fluidit di membrana, influenzano direttamente la sintesi e il legame dei neurotrasmettitori, la trasmissione di segnali, l'assorbimento della serotonina come quello di altri neurotrasmettitori e l'attivit delle monoaminossidasi. Tutte queste funzioni sono implicate nella genesi della depressione e in altri disturbi psicologici. I ricercatori hanno concluso che gli acidi grassi omega-3 sono efficaci nel ridurre il rischio coronarico e nel prevenire l'insorgenza della depressione. Infine, la depressione e l'astenia (stanchezza patologica) sono state correlate anche alle allergie alimentari. Dunque pu essere importante individuare allergie o intolleranze per particolari alimenti.
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Il vuoto energetico
Agrumi Alghe Azuki rossi Barbabietola rossa Carote Cereali integrali Fagioli neri Frutta Legumi
Alimenti Si
Lievito di birra Miele Olio di germe di grano Olio di semi di lino Pesce azzurro Riso nero Semi di girasole Semi di sesamo Verdura a foglia verde
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DIABETE
Alimenti No
Alcool Caff Grassi animali Zucchero
Il diabete, forse pi di qualsiasi altra malattia, strettamente associato alla cultura e all'alimentazione occidentale, prova n' la sua completa assenza tra le popolazioni caratterizzate da una dieta a base di alimenti naturali e cibi non trattati. Man mano che dai cibi naturali si passa a un'alimentazione a base di alimenti trattati e d'origine industriale, il tasso di diabete aumenta, fino a fare registrare, come accade nei paesi cosiddetti "sviluppati", un incremento annuo pari al 6%. In pratica, ogni quindici anni il numero totale dei diabetici raddoppia. Dal punto di vista medico, il diabete si pu definire uno squilibrio cronico del metabolismo dei carboidrati (zuccheri), che di conseguenza va poi ad alterare anche il processo di assimilazione dei lipidi (grassi) e delle proteine.
Quello degli zuccheri un processo di assimilazione assai sofisticato (la cosiddetta omeostasi glucidica) che consente all'organismo di fornire la quantit di glucosio sufficiente per il buon funzionamento del tessuto nervoso, questo in qualsiasi condizione, anche per esempio durante un prolungato digiuno. Lo stesso meccanismo consente di immagazzinare gli zuccheri assunti in eccedenza con il cibo, impedendo un eccessivo aumento della glicemia (zucchero nel sangue) che potrebbe essere nociva per la salute. In una notte di digiuno, per esempio, il glucosio presente nel sangue viene utilizzato per la maggior parte dal cervello che ne il pi grande consumatore. In queste condizioni, il fegato rilascia glucosio dalle riserve e questo per lo pi ossidato dal cervello che lo utilizza come fonte di energia per tutti i suoi processi. Anche il pancreas svolge un ruolo fondamentale nel metabolismo dello zucchero, attraverso due ormoni:
Diabete
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insulina e glucagone che regolano la produzione di zucchero (glucosio) da parte del fegato a partire dalle riserve accumulate dall'organismo. Il ruolo dell'insulina quello di facilitare la penetrazione del glucosio all'interno delle cellule, dove viene utilizzato come fonte di energia. Inoltre inibisce la formazione di glucosio, riduce il rilascio di glucosio da parte del fegato, consente agli aminoacidi derivati dalle proteine di entrare all'interno dei muscoli e agli zuccheri e agli acidi grassi di penetrare nelle cellule del tessuto adiposo per essere immagazzinate come riserve di grasso, previene la scissione dei grassi e delle proteine nei loro componenti elementari. In parole povere, l'insulina permette l'immagazzinamento delle sostanze nutrienti nei diversi organi .
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Insulina e glucagone
Quando nell'organismo vi una carenza d'insulina, il fegato scinde le riserve di zuccheri (glicogeno) in glucosio che va quindi ad aumentare il livello della glicemia del sangue. Si manifesta cos il diabete, definito genericamente come "un'alterazione metabolica dipendente da una diminuzione dell'attivit dell'insulina dovuta a ridotta disponibilit della stessa, o ad un impedimento della sua normale azione". La mancanza di insulina determina due alterazioni fondamentali: la diminuzione dell'assunzione di glucosio da parte di molti tessuti e anche una sua minor utilizzazione, e l'aumento della liberazione in circolo di glucosio da parte del fegato. In poche parole le cellule contengono poco glucosio anche se sono immerse in un liquido che ne ricco; muoiono di fame perch non possono nutrirsi del cibo che necessitano e di cui sono circondate. Caratteristica tipica del diabete, infatti, l'iperglicemia (elevato tenore di zucchero nel sangue) alla quale, col passare del tempo, si associano alterazioni a livello circolatorio (a carico dei reni e della retina) e del sistema nervoso (danni di tipo motorio e sensitivo, ma spesso anche con disturbi sessuali e intestinali). Inoltre i diabetici sviluppano facilmente ulcere agli arti inferiori che cicatrizzano con difficolt a causa dei danni vascolari e del sistema nervoso periferico.
1. Accanto e in equilibrio col sistema insulina-glucagone, esiste poi il sistema rappresentato da ipofisi e surrene, che interviene costantemente in tutte le situazioni di stress e tende a far aumentare nel sangue il livello di glucosio a disposizione delle cellule. Gli ormoni che intervengono sono il Gh, l'Acth, il cortisolo e le catecolamine (adrenalina).
La carenza d'insulina
Generalmente si parla di glicemia normale, quando a digiuno i valori della glicemia sono compresi tra 75 e 105 mg/dl, di diabete quando la glicemia a digiuno uguale o maggiore a 140. Quando la glicemia supera il valore di 160-180 mg/dl, il glucosio non riassorbito comincia a comparire nelle urine (glicosuria) e non essendo assorbito a livello renale, richiama acqua provocando l'emissione di molta urina e perdita di sali, con conseguente disidratazione e aumento della sete. Non potendo utilizzare il glucosio, vi un aumento dello stimolo della fame e questo fa accrescere ulteriormente la glicemia e la glicosuria, creando cos un circolo vizioso. In queste condizioni, la produzione calorica avviene attraverso la sola demolizione di riserve energetiche (grassi e proteine dei tessuti) con conseguente perdita di peso. A loro volta, la demolizione dei grassi causa la formazione di corpi chetonici (particolari sostanze che si accumulano nel sangue) originando la chetoacidosi diabetica che pu portare al coma. Oggi per diagnosticare il diabete si utilizza il test della curva di carico di glucosio per via orale: si somministra una quantit di glucosio piuttosto elevata per bocca e in tempi successivi, 2-3 ore, si determina la glicemia. Nel soggetto sano l'iperglicemia da carico modesta e torna normale in circa due ore, nel diabetico molto maggiore e resta elevata per lungo tempo. Il diabete si dice primario, quando si verifica indipendentemente da altre malattie o dall'assunzione di farmaci. Pu essere della forma insulino-dipendente (tipo I) e della forma non insulino-dipendente (tipo II). E sono solo i soggetti con diabete insulino-dipendente che in carenza di insulina hanno tendenza a sviluppare chetoacidosi. Nel diabete di tipo I si ha una riduzione assoluta della produzione di insulina. Esiste una predisposizione genetica, infatti, si verifica prevalentemente in giovane et o addirittura nell'infanzia in soggetti costituzionalmente magri. La sua insorgenza sembra sia causata dalla presenza di anticorpi che distruggono le cellule del pancreas deputate alla produzione di insulina. In questi casi si registra un'iperglicemia (livelli elevati di glucosio nel sangue) a digiuno e soprattutto dopo i pasti, una
Glicemia e diabete
La diagnosi
Diabete tipo I
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rilevante presenza di glucosio nelle urine. I sintomi pi comuni sono: aumento della quantit di urine emesse nelle ventiquattro ore, incremento della sete e dell'introduzione di liquidi, aumento dell'appetito e dell'assunzione di alimenti che non si accompagna ad accrescimento di peso ma a dimagrimento. In alcuni casi i primi sintomi sono quelli tipici della chetoacidosi (nausea, vomito, talora dolori addominali, fame d'aria, respiro con odore di acetone o frutta, secchezza delle mucose fino allo stato confusionale). Spesso si manifesta dopo un intervento chirurgico o un'infezione, quindi situazioni di forte stress. II diabete di tipo II interessa il 90% dei casi e si verifica prevalentemente nell'et matura (frequentemente in soggetti in sovrappeso), c' un'alterata tolleranza al glucosio per una predisposizione genetica e non si giunge mai alla chetoacidosi. Questo tipo di diabete viene spesso diagnosticato casualmente nel corso di esami di laboratorio eseguiti per altri motivi in soggetti apparentemente privi di sintomi. In effetti, questo tipo di disturbo si instaura molto lentamente e occorre molto tempo prima che i sintomi si rendano manifesti. In molti casi il diabete resta lieve e i sintomi non si manifestano mai. Per curare il diabete fondamentale la terapia dietetica. Una dieta ricca di fibre e carboidrati complessi, povera di grassi e prodotti animali spesso ha pi successo dei farmaci o di vecchi schemi dietetici raccomandati in passato e basati sull'assunzione di pochi carboidrati e tante proteine. L'alimentazione pi adatta al diabetico deve quindi prevedere un apporto calorico cos articolato: per il 70-75% da carboidrati complessi (essenzialmente cereali integrali); per il 15-20% da proteine (di preferenza leguminose o comunque proteine di origine vegetale quali soia o glutine); per il restante 5-10% da grassi vegetali. Fondamentale l'apporto di fibra grezza, contenuta nei cereali integrali, ma anche nei legumi, nella frutta e nella verdura. Numerosi studi hanno dimostrato che una dieta cos articolata in grado di permettere l'interruzione della somministrazione di insulina in circa il 60% dei pazienti sofferenti di diabete di tipo II e di ridurne le dosi in modo significativo nel restante 40%. Di grande importanza anche il controllo del peso corporeo e l'eserci-
Diabete di tipo II
zio fisico. In particolare, il peso corporeo un indice molto importante nel controllo della glicemia. Anche in condizioni normali, gli obesi fanno registrare un'insensibilit all'insulina nei tessuti del grasso e del muscolo, e si pensa che proprio la graduale insensibilit all'insulina sia all'origine del diabete di tipo II. In questi casi, il graduale dimagrimento pu correggere l'anomalia. Per quanto riguarda l'attivit fisica opportuno un programma di esercizi che innalzino le pulsazioni ad almeno il 60% della frequenza massimo 2 o 3 volte la settimana, almeno per mezz'ora. Ottimi risultati sono stati ottenuti con il nuoto.
Alimenti consigliati
Tra gli alimenti particolarmente benefici per il diabetico ricordiamo i cereali integrali in chicchi, in particolare riso, miglio e grano saraceno. Tra le verdure sono particolarmente indicate: zucca, cipolle, aglio, carote, rape, porri, cavolfiori, verza, carciofi, topinambur. Aglio: per le sorprendenti propriet medicinali particolarmente adatto ai soggetti con colesterolo alto, malattie cardiocircolatorie, diabete, ipertensione. Carciofi: nei carciofi la maggior parte dei carboidrati presente sotto forma di inulina, un amido che l'organismo metabolizza in modo diverso dagli altri zuccheri. Questo rende il carciofo molto salutare per i diabetici in quanto l'inulina migliora il controllo dello zucchero ematico, i carciofi per devono essere freschi. Cipolla: in grado di abbassare lo zucchero ematico la cipolla contiene un principio attivo, l'allil-propil-disolfuro (APDS), responsabile di questo effetto anti-zucchero. L'APDS concretamente allunga la vita dell'insulina. Topinambur: una delle fonti pi abbondanti di inulina. Oltre a tenere bassa la glicemia, il topinambur stimola a livello intestinale i bifidobatteri essenziali per mantenere l'equilibrio della flora intestinale, perch inibiscono la crescita di molti batteri nocivi, per le loro propriet antitumorali, inoltre riducono il colesterolo e forniscono una certa quantit di vitamine del gruppo B. Legumi: nella famiglia delle Leguminose vanno segnate le lenticchie, i fagioli e in particolare gli azuki, tutti alimenti molto utilizzati nella cucina macrobiotica. Gli effetti positivi dei legumi sono dovuti soprattutto ai loro componenti fibrosi idrosolubili e gelificanti, effetti molto simili a quelli della gomma di guar e della pectina per la loro azione di controllo dello zucchero ematico.
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Mirtilli: sono particolarmente degni di nota in quanto, oltre a contenere cromo, sono degli ottimi antiossidanti. Il succo di mirtillo spremuto a freddo oltre che a ridurre la glicemia ottimo per tutti i problemi di circolazione ed in particolare ha un'azione benefica sui capillari dei glomeruli renali. Semi oleosi: in particolare i semi di sesamo e zucca. Altri alimenti: sono anche consigliate una piccola quantit di alghe ed eventualmente un po' di pesce.
DISINTOSSICAZIONE ESTIVA
Alimenti da evitare
Alimenti decisamente da evitare sono i cereali raffinati (e i prodotti derivati), latte e derivati, zuccheri semplici, alcoolici e caff che attraverso la produzione di adrenalina favoriscono l'aumento della glicemia, poi occorre fare attenzione a non eccedere con la frutta, a parte i mirtilli, le arance e le mele.
Alimenti S
Aglio Alghe Arance Azuki Carciofi Carote Cavolfiori Cereali integrali Cipolle Grano saraceno Legumi Mele Miglio Mirtilli Pesce Porri ' Rape Riso Seitan Semi di sesamo Semi di zucca Soia Topinambur Verza Zucca
Alimenti No
Alcoolici Caff Cereali raffinati e prodotti derivati
Frutta (eccessiva)
Latte e derivati Zuccheri semplici
Specie d'estate si ha un'ottima occasione per fermarsi e guardare la nostra vita, le vecchie abitudini, il modo come ci alimentiamo, le cose di tutti i giorni e per portare una ventata di novit e di nuove possibilit per una rigenerazione fisica, emotiva e perch no? ... spirituale. Arriva la pausa delle ferie, la tanto attesa vacanza, si rallenta il turbinio degli impegni e finalmente diventa possibile riscoprire il proprio ritmo personale, quello che ognuno di noi ha da sempre, in qualche angolo di s, ma che spesso viene tradito nella corsa quotidiana fatta di fretta ed efficienza. Arriva la pausa, accompagnata dal sole, dalla possibilit di stare all'aperto, pi tempo per stare con la famiglia, con gli amici, con le persone che si amano. Arriva il tempo in cui possibile ascoltare meglio il corpo e lo spirito per dedicare a se stessi un po' delle proprie energie. un momento incredibilmente favorevole anche per rinnovare la dieta, depurare l'organismo, rimettersi in forma. Calma interiore, salute fisica, serenit spirituale sono tre ingredienti straordinari, le fondamenta di un reale benessere che poi pu essere mantenuto lungo tutto l'anno, anche nei momenti pi impegnativi e difficili. come ricaricare le batterie e mettersi in forma per il lungo viaggio che poi ci attender per un intero anno lavorativo. Alimentazione corretta, pace e gioia, sono le migliori medicine. Il corpo e la psiche hanno una straordinaria capacit di autoguarigione: basta metterli nelle condizioni di farlo. Quando questo accade, la malattia non ha pi ragione d'essere; nel momento in cui si trovano gli spazi personali per ascoltare se stessi il corpo non ha pi bisogno di urlare, attraverso la malattia, il suo messaggio. L'alimentazione un grandissimo aiuto per la rigenerazione ed il riequilibrio generale, e l'estate in questo ci amica per l'abbondanza di frutti e
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ortaggi che offre, trattandosi di alimenti utilissimi per purificare l'organismo e il connettivo, il tessuto che pi degli altri raccoglie le tossine. L'organismo costituito da settantacinque trilioni di cellule connesse tra loro da un tessuto chiamato connettivo che svolge un ruolo fondamentale nel mantenimento dell'equilibrio interno. Non solo connette e in qualche modo "tiene insieme" tutte le parti dell'organismo, ma grazie ai vasi, ai nervi e alle cellule spazzine e di difesa che contiene, fornisce preziosi nutrienti. Inoltre, anche il luogo in cui le cellule espellono tutte le scorie del metabolismo che poi vengono eliminate grazie al sistema linfatico e alle cellule di difesa. Quando il sistema cellulare di difesa e di "ripulitura" sovraccarico o rallentato, il connettivo diventa un vero e proprio teatro di patologie infiammatorie e degenerative: si alterano gli scambi nutrizionali, le cellule sono poco nutrite e scarsamente ossigenate e si trovano immerse in un ambiente intossicato. L'infiammazione a questo punto assume il significato di un'intensa reazione biologica mirata all'eliminazione delle tossine, fenomeno che tende a sviluppare nel focolaio dell'infiammazione un maggior tasso di acidit e quindi una diminuzione del pH. Uno dei primi risultati dell'infiammazione l'isolamento dei tessuti circostanti la zona pi intossicata, in modo da ritardare la diffusione di eventuali batteri e sostanze tossiche. L'intensit del processo infiammatorio di solito proporzionale all'entit del danno arrecato al tessuto dalle tossine. Un'alimentazione eccessiva e squilibrata, cos come un elevato stress nervoso sono condizioni predisponenti l'intossicazione che a sua volta genera processi infiammatori che non sono altro che tentativi del corpo di purificarsi. Quando il corpo non riesce in questo intento perch magari si bloccato il processo con un farmaco antinfiammatorio, o perch il carico tossinico eccessivo, le tossine si accumulano e migrano in tessuti pi profondi con il rischio di provocare malattie degenerative. In questi casi, occorre aiutare il processo di autoguarigione dell'organismo con rimedi naturali ed alimenti in grado di favorire la disintossicazione ed il drenaggio a livello linfatico, intestinale, renale ed epatico. A questo scopo risultano di grande giovamento anche la vita all'aria aperta e l'attivit fisica. Quando il mezzo interno in salute, le cellule, gli organi, i sistemi e gli apparati, l'intero organismo, l'intera persona vive una condizione di benessere e salute.
Per comprendere meglio l'interazione tra salute e alimentazione bene ricordare che i fluidi interni richiedono un ambiente alcalino, mentre il metabolismo cellulare produce in continuazione sostanze acide che necessitano quindi di essere eliminate. Alcuni cibi, in particolare la carne e le proteine d'origine animale in generale, aumentano il carico acido dell'organismo. Per alcune persone importante anche porre attenzione ad un'alimentazione eccessivamente ricca di carboidrati, soprattutto se in forma di farine, graminacee, alimenti raffinati e processati in genere, in quanto anch'essi rilasciano, una volta metabolizzati all'interno del corpo umano, un residuo acido. stato gi detto che il metabolismo cellulare genera normalmente come residuo sostanze acide, ma esiste una netta differenza tra gli acidi cos prodotti e quelli che si originano da una dieta eccessivamente ricca di alimenti che rilasciano ceneri acide. Nel primo caso l'acido fisiologico pi debole e non richiede di essere metabolizzato da minerali vitali prima di essere espulso dall'organismo. Questi minerali vitali sono particolarmente contenuti in ortaggi, legumi e frutta. Le ceneri lasciate dalla maggior parte della frutta (gli stessi agrumi producono acidi deboli che sono facilmente eliminabili) e verdura non sono acide, anzi contengono minerali alcalinizzanti. Lo stesso limone che a prima vista si considererebbe acido, invece molto indicato per corregge l'acidosi, in quanto molto ricco di acido citrico che viene rapidamente metabolizzato, attraverso la mucosa dei bronchi, sotto forma di acido carbonico. E quindi quello che rimane nell'organismo sono i sali minerali che svolgono un'azione alcalinizzante. Oltre all'alimentazione vi sono altri fattori che possono alterare l'equilibro chimico dell'organismo come l'inquinamento ambientale, il fumo, i conservanti e i coloranti presenti in numerosi alimenti, gli antiparassitari. Tutti questi fattori costituiscono veri e propri veleni che aumentano la produzione di radicali liberi nell'organismo, causano un precoce invecchiamento e facilitano l'insorgere di malattie. Di segno opposto l'effetto di frutta e verdura, offerti in abbondanza dalla natura nella stagione estiva, che invece svolgono un effetto altamente depurativo, rivitalizzante, rigenerante e alcalinizzante. A questo proposito, pu essere interessante, per conoscersi meglio, provare a valutare il pH delle proprie urine. Un test che si pu fare da
Attenzione all'acido
Disintossicazione estiva
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soli utilizzando una semplice cartina tornasole, in vendita in farmacia. Si inumidisce la cartina con una goccia di urina prelevata al mattino, dopo l'eliminazione del primo getto urinario. Il colore assunto dalla cartina tornasole indica il valore del pH e quindi il grado di acidit dell'urina. Il giallo corrisponde ad un valore acido (pH 5 o anche inferiore); il verde indica un ambiente neutro (pH circa 7); quando la cartina tornasole vira verso il blu segno che l'ambiente interno dell'organismo alcalino (pH 8 o 9). Generalmente, un individuo sano, con un'alimentazione equilibrata, che assume quindi una giusta quantit di verdure e frutta e non eccede nei cibi proteici, presenta l'urina con un pH di circa 7-7,5. La misurazione del pH delle urine consente quindi di valutare se nell'organismo presente una sufficiente riserva di minerali alcalini in grado di neutralizzare gli acidi forti contenuti negli alimenti proteici e raffinati; mentre i sali minerali che contribuiscono ad alimentare la riserva alcalina sono sodio, calcio, magnesio, ferro e potassio. In definitiva, controllare il pH delle urine migliora la consapevolezza del proprio corpo e pu essere un modo efficace per motivarsi ad un'alimentazione sana. La dieta estiva suggerisce di ridurre il pi possibile gli alimenti d'origine animale, abbondare in verdura e frutta, assumere piccole porzioni di cereali integrali, aggiungere sempre semi oleosi come quelli di sesamo, girasole, lino e zucca; mentre il consumo di mandorle e frutta secca, in generale, va ridotto. L'ideale sarebbe consumare di prima mattina una ricca colazione a base di frutta. Volendo, si pu aggiungere dello yogurt, meglio se di soia, per non introdurre in eccesso latticini a cui, tra l'altro, una larga fetta della popolazione intollerante. Lo yogurt di soia si pu acquistare gi pronto per l'uso o preparare in casa. sufficiente disporre di una yogurtiera (per mantenere una temperatura costante) e aggiungere al latte di soia i fermenti specifici. Si possono aggiungere anche un cucchiaino di un cereale integrale e biologico macinato di fresco (basta disporre di un macinino da caff), un cucchiaino o due di semi macinati, il succo di mezzo limone e un cucchiaino o due di olio di lino o di germe di grano o di semi di girasole spremuto a freddo. In questo caso la colazione molto sostanziosa e permette di arrivare all'ora del pranzo senza bisogno di spuntini intermedi. Per gli altri due pasti consigliabile preferire una buona quantit di ver-
dure. Si possono preparare delle splendide insalate miste da consumare come pasto unico, con l'aggiunta di germogli, semi, mandorle, lievito di birra in scaglie, o piccole quantit di mais, o pesce (sgombro, tonno, gamberetti per esempio). Se non sono abbastanza ricche per sostituire un pasto completo, le insalate possono essere seguite da un piatto a base di una piccola quantit di cereale (riso, pasta, quinoa, miglio, farro ecc.) oppure possono accompagnare una piccola quantit di legumi, meglio se freschi, o altre proteine vegetali come derivati della soia: tofu o tempeh, seitan o, pi raramente pesce, uova o carni bianche. importante introdurre quotidianamente una buona quantit di verdure a foglia verde, e non dimenticarsi di carote, sedano, zucchine, fagiolini. Il cereale o le proteine, da dividere in pasti diversi, si accompagnano bene a verdure scottate, saltate in padella o cotte alla piastra. Vanno molto bene anche le zuppe (da consumare tiepide), i passati e le creme di verdura a cui si pu aggiungere un filo di panna vegetale. Molto consigliati per arricchire la dieta estiva sono anche i centrifugati di frutta e ortaggi per la loro preziosa azione antiossidante.
Alimenti S
Carote Centrifugati di ortaggi e frutta Cereali integrali (pochi e in particolare: riso, pasta, miglio, quinoa, farro) Frutta (melone) Gamberetti Germogli Legumi Lievito di birra Limone Olio di germe di grano Ortaggi (in particolare fagiolini, insalata, mais, sedano, verdure a foglia verde, zucchine) Seitan Semi di girasole, lino, sesamo, zucca Sgombro Tempeh Tofu Tonno Uova Yogurt (meglio di soia)
Alimenti No
Alimenti raffinati Carne rossa Cibi con additivi alimentari Farine (eccessive) Frutta secca (eccessiva) Graminacee (eccessive) Latticini Proteine d'origine animale (eccessive)
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Viva i centrifugati
I centrifugati di frutta e ortaggi dovrebbero essere consumati quotidianamente durante i mesi estivi, in quanto costituiscono una riserva preziosa per l'organismo di vitamine e sali minerali caratterizzati da una spiccata azione antiossidante, il cui effetto decisamente pi efficace di compresse e pasticche. Per i bimbi i centrifugati si possono dolcificare con un cucchiaino di malto di riso o succo di mela. Particolarmente consigliati sono i centrifugati di carote (a cui si pu aggiungere mele o sedano) ottimi consumati prima dei pasti, diminuiscono il senso di fame, sono disintossicanti e riducono l'eccesso di peso. Infine, stimolano l'abbrozzantura e contribuiscono alla protezione della pelle, grazie al contenuto in betacarotene. Un chilogrammo di carote centrifugate produce circa 250 ce di succo puro che va consumato subito dopo la preparazione. scontato ricordare che le carote, cos come tutti i vegetali utilizzati nella preparazione dei centrifugati, devono essere biologiche, perch cos come concentra i principi nutritivi, la centrifugazione concentra anche i pesticidi eventualmente presenti nella frutta o negli ortaggi. Si possono preparare i centrifugati pi vari con le verdure e la frutta che la natura ci mette a disposizione nella stagione estiva, basta un po' di fantasia e la voglia di sperimentare. Un altro buon abbinamento sono spinaci e pere, alle verdure si possono abbinare i germogli di crescione e alfa alfa, la mela pu aiutare a dolcificare oltre a fornire benefici per le sue innumerevoli propriet.
ECZEMI E DERMATITI
L'eczema la pi comune delle malattie della pelle. Rappresenta una particolare reazione infiammatoria della cute rispetto a vari fattori interni ed esterni e comprende numerose alterazioni, le pi comuni delle quali sono la dermatite da contatto, la dermatite atopica e la dermatite seborroica. La dermatite da contatto una malattia professionale scatenata da sostanze specifiche, tipica di fotografi, parrucchieri, estetiste, verniciatori, muratori, pulitori, personale sanitario e altri lavoratori che si trovano a maneggiare prodotti chimici particolarmente aggressivi. Si riconosce per una prima fase di sensibilizzazione, a cui segue la reazione cutanea in seguito al ripetersi del contatto con la sostanza responsabile della dermatite. Inizialmente la malattia si localizza nella zona della cute dove avvenuto il contatto per poi svilupparsi in diverse fasi: inizia con un arrossamento cutaneo (fase eritematosa), poi sulle chiazze compaiono delle vescicole, quindi, per rottura delle vescicole, vi fuoriuscita dell'essudato sieroso, l'essudato si rapprende in croste ed infine, quando la lesione si avvia verso la guarigione, vi un processo di cheratinizzazione con la formazione di squame. Se il processo si cronicizza per il persistere del contatto con la sostanza, la cute si ispessisce e in seguito pu estendersi in altre parti della pelle, anche lontane dalla primitiva localizzazione. La dermatite atopica una forma cronica di tipo allergico che produce risposte abnormi rispetto a normali stimoli ambientali. Si associa spesso alla rinite e all'asma. Le lesioni sono pi frequentemente localizzate sul viso, in prossimit delle pieghe di polsi, gomiti e ginocchia. Pu manifestarsi a qualsiasi et, molto comune nei bambini e in met dei
Dermatiti e allergie
Eczemi e dermatiti
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casi sparisce entro i 18 mesi di et. La dermatite seborroica caratterizzata da un'alterazione della composizione del sebo che risulta pi ricco di colesterolo, trigliceridi e paraffine. Nel lattante anche detta crosta lattea e colpisce il cuoio capelluto; si manifesta con un arrossamento e chiazze grasse, squamose, giallastre, talora si forma una spessa calotta che ricopre il capo. In ogni caso, vi assenza di prurito. L'eczema, in particolare la forma allergica, colpisce dal 2,4 al 7% della popolazione. In due terzi dei soggetti interessati si ha un'anamnesi familiare positiva e sono moltissimi i casi di miglioramento in seguito a cambiamenti nell'alimentazione. Molti studi hanno documentato il ruolo fondamentale delle allergie alimentari in questi disturbi, cos come l'allattamento al seno risultato fondamentale per la prevenzione. E quando l'eczema compare, nonostante l'allattamento al seno, perch c' stato un passaggio di allergeni attraverso il latte materno. In questi casi occorre richiedere alle madri di evitare di consumare gli alimenti a cui sono allergiche. Spesso i responsabili dell'allergia sono latte e derivati, uova, arachidi e in misura minore cioccolato, frumento e agrumi. Nella maggior parte dei casi, eliminando le cause dell'allergia la guarigione completa. In uno studio questi tre cibi erano alla base dell'81% dei casi di eczema, mentre un altro 60% dei bambini con grave dermatite atopica aveva un test alimentare positivo per uova, latte di mucca, arachidi, frumento, pesce e soia. Teoricamente qualsiasi cibo pu essere causa di allergia per cui bene verificare quale sia l'alimento che disturba attraverso test allergologici o kinesiologici oppure una dieta di eliminazione. Una semplice eliminazione di latte e derivati, uova, arachidi, pomodori, coloranti artificiali e conservanti determina una remissione almeno nel 75% dei casi. Nei soggetti che soffrono di dermatite atopica la mucosa intestinale particolarmente permeabile per cui si ha un maggior carico antigenico sul sistema immunitario che iperstimolato e questo porta al rischio di sviluppare ulteriori allergie o intolleranze alimentari. Un altro fattore importante sembra essere un'eccessiva proliferazione della Candida albicans (un fungo) nell'intestino. In questi casi, rimedi come l'estratto di semi di pompelmo, in grado di eliminare la candida intestinale, possono migliorare molte forme di eczema. Spesso, i soggetti che soffrono di eczema sono costituzionalmente pi portati a sof-
frire di un'alterazione del metabolismo degli acidi grassi essenziali e delle prostaglandine, pertanto si consiglia l'assunzione di alimenti ricchi di omega-3 come l'olio di pesce, o pi semplicemente il consumo di pesce azzurro (sgombro, salmone, aringa), o di olio di lino spremuto a freddo. Altri alimenti curativi sono quelli ricchi in flavonoidi come il mirtillo (in frutti o come succo spremuto a freddo) e il t verde. Anche lo zinco un elemento importante nel metabolismo degli acidi grassi essenziali, bassi livelli di questo minerale sono comuni nei soggetti che soffrono di eczema, pertanto si consiglia il consumo di semi oleosi (sesamo, girasole, zucca ecc.) che ne sono particolarmente ricchi. Molto utile, in questi casi anche l'integrazione con vitamina E ed A di cui sono molto ricchi l'olio di germe di grano, la frutta e la verdura di colore arancione. Il fattore di maggior disturbo nell'eczema il prurito, ma grattarsi molto nocivo perch determina lesioni e taglietti nella cute che facilitano l'ingresso di batteri, inoltre aggrava la lichenificazione, cio la comparsa di strati cornei e secchi sulla zona. Anche la tensione emotiva pu provocare e aggravare il prurito in questi soggetti che in genere presentano livelli superiori di ansiet, ostilit e nevrosi rispetto a soggetti di controllo. In Medicina Tradizionale Cinese l'eczema considerato una patologia da umidit e calore, vi una componente "vento" e talora un deficit di sangue. Anche se l'eczema secco alla base vi uno squilibrio di milza con accumulo di umidit che non riesce a raggiungere la superficie cutanea. Il calore visibile nel rossore delle lesioni cutanee, nell'infiammazione, e il vento nel prurito. Quando prevale il calore le lesioni sono nella parte alta del corpo (il calore va in alto), quando prevale l'umidit il prurito minore e lesioni sono maggiormente localizzate nella parte bassa del corpo, sotto l'ombelico (l'umidit va in basso). Per quanto riguarda l'alimentazione, sono quindi da evitare i cibi che producono umidit: latticini, frutta succosa (evitare le arance, meglio le mele), eccessive quantit di verdura cruda e farine, meglio consumare verdure cotte e cereali integrali in chicchi. Contro l'eccesso di calore occorre evitare salumi, cibi stagionati, spezie piccanti, cipolla, aglio, cozze, gamberetti, fritti e cotture alla griglia. Il calore in eccesso si trasforma in fuoco che genera il vento che pu dare il sintomo del prurito (quando un bosco si incendia, il fuoco scalda l'aria che diventando pi leggera si muove e si crea vento), oltre che dal calore il vento pu esse-
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re prodotto da vuoto di sangue o da salita dello yang per vuoto di rene. In questi casi necessario nutrire il sangue tonificando la milza che lo produce grazie alla trasformazione degli alimenti, e il rene che lo genera nutrendo il midollo osseo. Per tonificare la milza e il sangue si consigliano cereali integrali in chicchi, il mochi (panetto di riso dolce) e la barbabietola rossa. Il rene pu essere tonificato con gomasio, alghe e fagioli azuki cotti con alga kombu. Il calore pu derivare da una stasi del Qi di fegato da cause emozionali: insoddisfazione, frustrazioni, rabbia repressa e vi pu essere un'irritabilit ed un'ansiet di base. Per riequilibrare il fegato bene preferire zuppe di miso (pt a base di un cereale e soia fermentata da aggiungere a fine cottura), tarassaco, verdure a foglie verdi. Inoltre si consiglia di non indossare vestiti ruvidi e di lavarli con saponi delicati risciacquati ripetutamente, di evitare l'esposizione a irritanti chimici, che possono provocare irritazione cutanea, e un esercizio fisico eccessivo che comporta sudorazione. Sono invece consigliate passeggiate nel verde.
EMORROIDI
Alimenti S
Alghe Barbabietola rossa Cereali in chicchi Fagioli azuki Frutta e verdura di colore arancione Mele Miso Mirtilli Mochi Olio di germe di grano Olio di lino spremuto a freddo Pesce azzurro Semi oleosi (sesamo, girasole, zucca) Tarassaco T verde Verdure a foglie verdi Zuppe di miso
Non certo un argomento di cui si parla, ma le emorroidi nei paesi industrializzati sono purtroppo una patologia sempre pi diffusa. A soffrirne un terzo della popolazione e circa il 50% degli ultracinquantenni. Tecnicamente esse sono causate dalla dilatazione delle vene del plesso emorroidario e in base alla localizzazione e alla gravit, si possono classificare in esterne (localizzate sotto la cute, sotto la linea ano-rettale, il punto in cui la mucosa diventa cute), interne (si sviluppano al di sopra della linea ano-rettale, sotto la mucosa; talvolta questo tipo di emorroidi s'ingrandisce e prolassa fuori dello sfintere anale) e interne-esterne (combinazione di entrambe). Le cause di questo particolare disturbo sono le stesse delle vene varicose: debolezza venosa di origine genetica e fattori che aumentano la pressione intraddominale (gravidanza, tosse, sollevamento di grossi pesi, lunghi periodi di permanenza in piedi, defecazione difficoltosa, ipertensione portale da cirrosi epatica). L'aumento della pressione intraddominale provoca congestione venosa perianale e quindi dilatazione e gonfiore dei plessi emorroidari.
Alimenti No
Aglio Arance Cipolle Cozze Farine Fritti e cotture alla griglia Gamberi Latticini Salumi Spezie piccanti Verdura cruda (limitare il consumo)
Un sanguinamento rettale rosso vivo, non misto alle feci, solitamente rappresenta il sintomo iniziale delle emorroidi. Il prolasso si verifica dapprima solamente con la defecazione e si riduce poi spontaneamente. Un persistente prurito anale non sintomo di emorroidi. Il dolore si verifica solamente quando si ha un attacco acuto di un prolasso con infiammazione e edema, o quando presente una concomitante lesione dolorosa, come una ragade. Le emorroidi prolassate possono trombizzarsi con rottura spontanea della vena e fuoriuscita del trombo, in
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questo caso il dolore intenso e la perdita di sangue pi abbondante. Numerose osservazioni testimoniano il legame diretto tra dieta ed emorroidi. Raramente, infatti, questa patologia si riscontra in paesi in cui la dieta ricca di fibre e povera di alimenti raffinati. Una componente importante delle emorroidi la stitichezza, a causa del maggior sforzo richiesto dalla defecazione che aumenta la pressione intraddominale e ostacola il ritorno venoso. Inoltre, la maggiore pressione aumentando la congestione pelvica pu indebolire la parete venosa, facilitando la formazione di emorroidi. In definitiva, un'alimentazione ricca di fibre il modo pi efficace per prevenire le emorroidi. Cereali integrali, verdura, legumi e frutta promuovono la peristalsi intestinale, molti componenti delle fibre richiamano acqua e le feci diventano soffici e corpose, facili al passaggio. Inoltre verdura e frutta contengono molti nutrienti che aumentano l'integrit della parete venosa, in particolare sono importanti i bioflavonoidi, le vitamine A, C, E, il complesso B e lo zinco. Mirtilli, ciliegie e more sono particolarmente ricchi di bioflavonoidi; albicocche, meloni, zucche, carote e di nuovo mirtilli contengono vitamina A; agrumi, fragole, ribes, broccoli, cavolini di Bruxelles, cime di rapa, prezzemolo, crescione e spinaci contengono vitamina C; cereali integrali e il lievito di birra in scaglie le vitamine del complesso B; mentre lo zinco presente in semi oleosi, avena, grano, grano saraceno, mandorle, nocciole, piselli, rape, prezzemolo, aglio, carote. In caso di emorroidi, oltre all'intestino occorre riequilibrare sempre anche fegato e milza, due organi che contribuiscono alla salute delle vene e quindi anche dei plessi emorroidari. Se l'energia della milza debole, essa non riesce a nutrire sufficientemente il tessuto connettivo e di conseguenza, le pareti dei vasi si sfiancano pi facilmente. Pertanto importante evitare, oltre ai cibi raffinati, lo zucchero (la milza infatti soffre per l'eccesso di zucchero, mentre nutrita e riequilibrata dal consumo di cereali), gli alimenti grassi e quelli che scaldano eccessivamente, come latte, formaggi, insaccati, carni rosse, cioccolato e caff. bene ridurre il consumo di carne, eventualmente sostituendo le rosse con le carni bianche o meglio ancora dando la preferenza a pesce e legumi come fonte proteica. Sempre per evitare di appesantire il fegato bene preferire le verdure verdi e ridurre il consumo di Solanacee, in particolare pomodori, peperoni e melanzane.
Meglio le fibre
Alcuni alimenti, proposti dalla macrobiotica, possono svolgere un ruolo molto efficace nella cura e nella prevenzione delle emorroidi. In particolare, un cibo particolarmente curativo per le vene il miso, ottenuto dalla fermentazione di soia e orzo, riso o grano. Il miso, dal sapore molto salato, utilizzato come condimento soprattutto per le zuppe. Oltre a depurare il fegato e migliorare la circolazione venosa, ristabilisce la flora batterica intestinale, ed indicato per stitichezze e flatulenze. Grazie alle propriet di alimento alcalinizzante, indicato nelle patologie da accumulo di acidi, tra cui le artriti; infine tonifica l'energia renale e quindi migliora il tono generale. Anche le alghe sono un ottimo alimento nella cura delle emorroidi. Aggiunte all'acqua di cottura di legumi e cereali, eliminano il calore interno che peggiora le emorroidi e migliorano la peristalsi intestinale, grazie alle mucillagini che richiamano acqua e accarezzano la mucosa intestinale. In particolare l'alga kombu ottima per l'intestino; mentre la wakame pi indicata per il fegato. La prima si aggiunge alla cottura dei legumi, la seconda nelle minestre. Un altro alimento molto adatto per fortificare la milza (e oltrettutto buon ricostituente) il mochi. Si tratta di piccoli panetti di riso dolce che si possono scaldare a fiamma bassa. Si gonfiano e possono essere consumati come un dolcetto se si spalmano di miele, marmellata o crema di nocciole. Altri rimedi efficaci contro le emorroidi sono gli impacchi locali di ricotta e i semicupi freddi; in caso di prolasso delle emorroidi meglio utilizzare prima acqua tiepida per ammorbidirle e poterle riposizionare all'interno del retto con una leggera pressione, infine acqua fredda per tonificare, disinfiammare e provocare vasocostrizione. In ogni caso bene evitare la vita sedentaria e lo stare in piedi fermi troppo a lungo. invece utilissimo camminare, fare delle belle passeggiate e respirare profondamente, poich il movimento del diaframma facilita la risalita del sangue venoso. Come sempre uno stile di vita sano la migliore prevenzione ed il massimo complemento di ogni cura.
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Aglio Agrumi Albicocche Alghe Avena Broccoli Carote Cavolini di Bruxelles Cereali integrali Ciliegie Cime di rapa Crescione Fragole Grano Grano saraceno Legumi
Alimenti S
CARENZA DI FIBRE
Lievito di birra Mandorle Meloni Mirtilli Miso Mochi More Nocciole Pesce Piselli Prezzemolo Rape Ribes Semi oleosi Spinaci Zucche
Alimenti No
Caff Carni rosse Cibi raffinati Cioccolato Formaggi Insaccati Latte Peperoncino (eccessivo) Solanacee (in particolare pomodori, peperoni, melanzane) (eccessive) Zucchero
Una dieta ricca di fibra alimentare proveniente da cereali integrali, verdura e frutta, rappresenta non solamente un'efficace forma di prevenzione nei confronti di numerose patologie moderne, ma anche un elemento fondamentale per il miglior funzionamento dell'intestino. Le fibre alimentari possono essere definite residui delle cellule vegetali resistenti all'idrolisi operata dagli enzimi intestinali dell'uomo; sono in concreto un gruppo di sostanze che transitano nell'intestino tenue e giungono al colon praticamente invariate, qui vengono solo parzialmente idrolizzate dai batteri del colon. In base alla loro solubilit in acqua, le fibre alimentari, sono classificate in due grandi gruppi: insolubili (cellulosa, emicellulose e lignina) e idrosolubili (pectine, gomme e mucillagini). Le prime rallentano lo svuotamento gastrico per cui mantengono pi a lungo il senso di saziet, stimolano la motilit intestinale e rallentano il tempo di assorbimento degli zuccheri. Le seconde hanno la caratteristica di formare sostanze gelatinose, rallentare lo svuotamento gastrico (per cui mantengono pi a lungo il senso di saziet), regolarizzare il transito intestinale (questo perch accelerano i transiti troppo lenti e rallentano quelli eccessivamente veloci, correggendo il tipico alvo alterno dei soggetti che soffrono di colon irritabile e/o diverticolosi), inoltre riducono il grado di assorbimento dei nutrienti e la concentrazione dei lipidi ed in particolare del colesterolo nel sangue. Le fibre alimentari, a seconda delle loro caratteristiche chimico-fisiche, influiscono sulla funzionalit di tutto l'apparato digerente, dalla bocca
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Carenza di fibre
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al retto, esplicando azioni sia di carattere fisiologico, sia di carattere metabolico. In particolare, nella bocca, gli alimenti ricchi di fibra, richiedendo un tempo di masticazione prolungato, determinano un aumento del flusso di saliva nella bocca e quindi il cibo raggiunge lo stomaco meglio preparato e miscelato con una maggior quantit di ptialina (enzima che digerisce gli zuccheri), inducendo cos uno stimolo maggiore alla secrezione gastrica. A livello dello stomaco, l'ingestione di alimenti ricchi di fibre, ritarda lo svuotamento gastrico, inoltre le fibre riducono la secrezione acida e quindi anche il valore del pH risulta modificato. Di conseguenza aumenta il senso di replezione gastrica senza incidere sull'apporto calorico e d anticipatamente senso di saziet. Infine, rallentando lo svuotamento gastrico, le fibre riducono l'insulinemia (livello di insulina nel sangue che sempre troppo alto negli obesi). A livello dell'intestino tenue, grazie alla ritardata liberazione dei secreti gastrici e alla variazione del pH, le fibre modificano le risposte della secretina (ormone intestinale che stimola la secrezione di acqua e bicarbonato da parte del pancreas) e della colecistochinina (ormone intestinale che stimola la contrazione e lo svuotamento della cistifellea), regolarizzando le secrezioni biliari e pancreatiche. Nell'intestino tenue, le fibre idrosolubili, essendo molto viscose, esercitano un effetto barriera riducndo l'assorbimento dei nutrienti; mentre a livello pi profondo, le fibre rallentano l'assorbimento del glucosio aumentando la sensibilit cellulare alla presenza di insulina. Nel colon, invece, le fibre alimentari, ed in particolare quelle insolubili, fanno aumentare il volume della massa fecale e conferiscono una consistenza pi omogenea e morbida; riducendo di conseguenza la pressione all'interno del colon che peggiora quando il contenuto fecale asciutto, a causa del riassorbimento di acqua che si verifica in seguito al ristagno delle feci. Stimolando la naturale motilit dell'intestino, le fibre normalizzano il tempo di transito intestinale, curano la stitichezza cronica e svolgono un'azione fondamentale nella prevenzione di diverticoli ed emorroidi. Le fibre riducono il tempo di contatto dei sali biliari con la flora batterica intestinale che, in caso di ristagno fecale, potrebbero trasformarsi in potenziali agenti cancerogeni, prevenendo il tumore al colon. La lignina, in particolare, lega i sali biliari e ne aumenta l'escrezione fecale.
La fermentazione delle fibre da parte della flora intestinale d tre prodotti fondamentali: acidi grassi a catena corta, vari tipi di gas ed energia. Gli acidi grassi a catena corta (acido acetico, propionico e butirrico) svolgono numerose funzioni fisiologiche di grande importanza. Propinato e acetato vengono trasportati direttamente al fegato e l utilizzati per la produzione di energia; mentre il butirrato rappresenta la fonte energetica d'elezione per il metabolismo del colon. Inoltre, il butirrato svolge anche un'interessante attivit anticancro. Nel colon, le fibre svolgono un ruolo di grande rilievo per il mantenimento di un'efficiente flora batterica intestinale, contribuendo in particolare alla crescita dei batteri acidofili. Il ruolo di questo importante gruppo di sostanze non si ferma qui. Grazie alle loro particolari caratteristiche chimico-fisiche, le fibre concorrono vantaggiosamente alla sintesi delle lipoproteine a livello epatico ed intestinale, contribuendo alla riduzione del colesterolo "cattivo" (il colesterolo-LDL e VLDL), senza intaccare il colesterolo "buono" o "protettivo" (HDL); analogamente l'azione di riduzione sul grado di saturazione di colesterolo della bile, contribuisce al contenimento della quota di acido desossicolico, prevenendo cos i calcoli biliari. Viste le molteplici e interessanti propriet delle fibre, qual il miglior modo per la loro assunzione? Una corretta integrazione pu essere ottenuta assicurando un equilibrato rapporto tra le fibre insolubili (cereali integrali) e quelle solubili (legumi e frutta). Le prime sono particolarmente indicate nel trattamento della stipsi cronica e nelle patologie ad essa correlate; mentre le seconde esplicano una funzione molto importante nei soggetti con alterazioni del metabolismo degli zuccheri e dei grassi. Idealmente dovremmo assicurare al nostro organismo un'assunzione giornaliera di fibra pari a 0,5 grammi per ogni chilo di peso corporeo. In pratica 30-40 g di fibra al giorno (considerando un peso corporeo tra i 60 e gli 80 chili) delle quali il 45% proveniente da verdure, il 35% da cereali integrali e legumi, e il restante 20% da frutta. Alcuni fautori dell'alimentazione a base di alimenti raffinati considerano gli alimenti integrali, ed in particolare quelli contenenti crusca di grano, "antinutrienti" a causa della presenza di fitati. La ragione molto semplice: il fitato (inositolo esafosfato) presente nella crusca di grano in quantit di 40-60 micromoli/grammo, pu legarsi a ferro, zinco, calcio.
Trasformare le fibre
Come si assumono
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GASTRITE E ULCERA
3,1
3,1 3,0 3,0 2,9 2,9 2,7 2,6 2,2 2,2 2,2 2,2 2,1 2,0 1,9 1,7 1.6 1,6 1,5 1,5 1,3 1,3 1,0 (Fonte: Inran)
La gastrite e l'ulcera sono due disturbi molto diffusi della parete interna dello stomaco e del tratto iniziale dell'intestino. La principale differenza tra queste due patologie, che in ogni caso presentano molti elementi in comune, che nella gastrite acuta, a differenza dell'ulcera, le erosioni sono pi superficiali e quindi non intaccano lo strato muscolare della parete dello stomaco. Le gastriti croniche sono meno frequenti e non saranno trattate in quest'ambito. A provocare la gastrite, facilmente riconoscibile per i dolori allo stomaco che insorgono specialmente lontano dai pasti, pu essere l'assunzione prolungata di farmaci antinfiammatori non steroidei, acido acetilsalicilico (aspirina), alcool (esercita un'azione erosiva diretta sulla mucosa), caff (incrementa la produzione di acido da parte della mucosa), fumo di sigaretta (la nicotina esercita un'azione lesiva sull'epitelio); ma anche gravi malattie polmonari, renali, epatiche, ustioni, shock, sepsi. Una volta che viene a mancare la causa scatenante, le erosioni si rimarginano completamente e il disturbo scompare; mentre se la causa persiste, la gastrite si pu evolvere in ulcera. Nella forma acuta, le ulcere sono assimilabili alle gastriti acute erosive, si formano rapidamente in coincidenza con l'evento scatenante e vanno incontro a guarigione rapidamente. Pi pericolose e diffuse sono le ulcere croniche, specialmente quelle che interessano stomaco o duodeno. L'et pi colpita quella compresa tra i venti e i cinquantanni, con una punta massima tra i trentacinque e i quarantacinque. L'ulcera si manifesta quando viene alterato l'equilibrio tra fattori aggressivi (secrezione cloridro-peptica prodotta dall'organismo per
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Gastrite e ulcera
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favorire la digestione) e fattori protettivi (capacit di difesa della mucosa) che regolano il funzionamento dell'apparato digerente con una prevalenza dell'azione aggressiva dell'acido e della pepsina sulla capacit di resistenza della mucosa gastrica e duodenale. Il dolore dell'ulcera, sotto forma di crampi, ha un andamento tipicamente ciclico e peggiora in primavera e autunno. Nell'ulcera gastrica aumenta durante l'assunzione dei pasti, a causa dell'incremento di secrezione acida, mentre in quella duodenale gli spasmi diventano pi forti tre-quattro ore dopo il pasto, quando lo stomaco si svuota. Nel caso di ulcera gastrica, quindi, i soggetti tendono a mangiare meno e a dimagrire; in quella duodenale invece, tendono a mangiare di pi e ad ingrassare. A scatenare l'ulcera sono una pluralit di fattori che provocano lesioni su un terreno gi costituzionalmente predisposto e in un quadro di tensioni psichiche e fattori stressanti. Per esempio, una tensione emotiva continua incrementa oltre misura la secrezione acida, e se a questa si aggiungono poi stili di vita e abitudini alimentari scorrette, si creano le condizioni favorevoli per l'insorgere della malattia. Tra le abitudini da modificare troviamo innanzitutto il fumo. La nicotina inibisce la produzione di secretina, un ormone che stimola la secrezione di bicarbonati nel duodeno, la cui funzione quella di neutralizzare l'acidit del chimo che giunge dallo stomaco. In pratica, nell'intestino di un fumatore gli alimenti giungono con una carica acida pi elevata causando a lungo andare lesioni alla mucosa del duodeno. Da evitare anche il caff, in quanto la caffeina stimola la secrezione acida gastrica; cos come le spezie molto piccanti e gli alcoolici. Altri fattori da considerare sono i farmaci allopatici, in particolare acido acetilsalicilico (aspirina), antinfiammatori non steroidei, cortisonici, alcuni antibiotici. In passato si data grande importanza alla secrezione acida dello stomaco come causa scatenante l'ulcera peptica, oggi stato riconosciuto un ruolo centrale anche al batterio Helycobacter pilori, la cui prolificazione sembra correlata ad alterazioni della flora gastrointestinale e ad un basso contenuto di antiossidanti nella mucosa. Per tutte queste ragioni un'alimentazione sana ed equilibrata fondamentale come forma di prevenzione e cura nelle patologie dello stomaco.
Cattive abitudini
Il ruolo dell'alimentazione
Prove cliniche e sperimentali considerano di primaria importanza, rispetto all'ulcera peptica, le allergie alimentari. In un recente studio stato evidenziato che il'98% dei pazienti con un'evidenza radiologica di ulcera peptica soffriva al tempo stesso di una patologia respiratoria di tipo allergico. Dal punto di vista clinico, l'eliminazione dei cibi a cui i soggetti erano allergici stata utilizzata con successo nel trattamento e nella prevenzione di ulcere ricorrenti. Molte persone che soffrono di gastrite o di ulcera hanno l'abitudine di assumere latte per ridurre l'effetto dell'acidit in eccesso. In realt, il latte un alimento altamente allergenico che pertanto va evitato in tutti i soggetti che soffrono di ulcera peptica. Alcuni studi mostrano che quanto pi elevato il consumo di latte, tanto maggiore la probabilit di ulcera, in quanto il latte aumenta significativamente la produzione acida gastrica. E bene anche evitare il consumo di pomodoro, in quanto determina un'acidificazione della bile che quindi non riesce pi a neutralizzare sufficientemente l'ambiente acido del duodeno. Di contro, le fibre, ritardando lo svuotamento gastrico, riducono le ulcere peptiche nei soggetti da poco guariti da ulcera duodenale, dimezzando le recidive. Per tutti questi motivi utile che una quota importante della razione alimentare sia costituita da prodotti vegetali e in primo luogo da cereali integrali o semintegrali e verdure. In particolare, grazie all'elevato contenuto di glutamina, il succo di cavolo crudo risulta molto utile nel trattamento dell'ulcera peptica. Gi negli anni Cinquanta, il dottor Garnett Cheney, della Stanford University, evidenzi risultati molto positivi solo dopo dieci giorni di cura a base di succo fresco di cavolo. Sempre secondo il dottor Cheney, un'altra ricetta molto efficace il succo fresco centrifugato preparato con una tazza di cavolo verde ( il migliore, ma va bene anche quello rosso), quattro coste di sedano e due carote. Gli alimenti freschi sono importanti anche per il ricco contenuto di vitamine, sali minerali e per il ricco apporto d'energia vitale. Le vitamine A (cavolo, carote, broccoli, zucca, melone, albicocche) ed E (germe di grano) inibiscono lo sviluppo delle ulcere da stress e sono importanti per mantenere l'integrit della barriera mucosa; inoltre, grazie all'azione antiossidante, prevengono l'attecchimento di germi patogeni. Lo zinco, di cui sono molto ricchi i semi oleosi (sesamo, girasole, nocciole ecc.), invece, incrementa la produzione di mucina. invece bene limitare l'apporto di proteine, in particolare d'origine animale, poich oltre a stimolare eccessivamente la secrezione gastrica,
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questo gruppo di alimenti richiede per la digestione un pH pi acido. Per ristabilire l'equilibrio della flora gastrointestinale molto utile anche il miso (alimento curativo, leggermente salato, a base di soia e un cereale fermentato), ottimo condimento per zuppe e minestre. Altri rimedi molto efficaci sono propoli (agisce da cicatrizzante), altea e fiori di malva in forma di tisane, estratti di camomilla, melissa, passiflora, fico in macerato glicerico ecc. In ogni caso, in presenza di ulcera peptica bene farsi seguire da un esperto di terapie naturali per la scelta dei rimedi pi adatti e sottoporsi periodicamente ad un controllo medico per verificare l'efficacia della cura seguita. Cos com' indispensabile porre attenzione allo stile di vita e alle abitudini alimentari per mantenere nel tempo lo stato di benessere e salute che i rimedi naturali aiutano ad acquisire.
A l i m e n t i S
Albicocche Broccoli Carote Cavolo crudo, succo Cavolo verde e rosso Cereali integrali Germe di grano Melone Miso Nocciole Sedano Semi di girasole Semi di sesamo Tisane (altea, malva, camomilla,melissa, passiflora) Zucca
GLAUCOMA
Il glaucoma una patologia dell'occhio caratterizzata da un aumento della pressione intraoculare per uno squilibrio tra produzione e riassorbimento di un liquido in esso contenuto: l'umore acqueo. La forma cronica, che la pi diffusa ed generalmente familiare, porta ad una perdita lenta e progressiva della visione periferica e, se non controllata, anche della visione centrale e infine pu produrre cecit. Il glaucoma va sospettato nei soggetti, specialmente al di sopra dei quarantanni, che cambiano spesso le lenti degli occhiali, soffrono di non chiari disturbi visivi: vedono aloni colorati attorno alle lampade elettriche accese, hanno un diminuito adattamento all'oscurit e possono soffrire di mal di testa. Si tratta di una malattia molto insidiosa perch pu essere anche totalmente asintomatica, soprattutto in fase iniziale. L'aumento di pressione intraoculare porta nel tempo all'escavazione dei dischi ottici che caratteristica del glaucoma, anche se la sua assenza non esclude la patologia poich la lesione del nervo ottico si sviluppa insidiosamente e, in alcuni casi, tardivamente nel corso della malattia. Le prime alterazioni del campo visivo sono la comparsa di una macchia scura e di piccoli scotomi (macchie) sopra o sotto rispetto al punto di fissazione, con campo visivo a tunnel, cio piccolo e con margini confusi. L'occhio esternamente appare normale. Sembra che alla base vi .sia un'alterazione della struttura del collagene, una proteina presente in grande quantit nel nostro organismo in quanto fa parte del tessuto connettivo; in particolare nell'occhio fornisce la forza di tensione e l'integrit di tessuti come la cornea, la sclera, il corpo vitreo, la lamina cribrosa del disco ottico che costituita da un intreccio di fibre tra le cui maglie passano il nervo ottico e i vasi sanguigni. Nella maggior parte
A l i m e n t i No
Alcoolici Caff Latte Pomodoro Proteine d'origine animale (eccessive) Spezie piccanti
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Glaucoma
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dei casi il glaucoma tenuto sotto controllo semplicemente con l'uso di colliri che riducono la pressione interna dell'occhio, ma occorrerebbe intervenire anche in modo da migliorare il metabolismo del collagene. Possono essere presenti nel soggetto segni periferici di problematiche al collagene come artrite reumatoide, arteriosclerosi, disordini periodontali (piorrea ecc.); il cortisone porta danni al collagene per cui ai soggetti con glaucoma questo tipo di terapia sarebbe da sconsigliare. La nutrizione un fattore molto importante per la salute dell'organismo ed in particolare per il connettivo e i tessuti oculari. Adeguati livelli di vitamina C sono fondamentali per il collagene, che svolge un'azione ipotonica sull'occhio, riducendone la pressione intraoculare; cos i bioflavonoidi, in particolare gli antocianosidi che sono il pigmento blu contenuto nelle bacche, per cui si consigliano i mirtilli in varie forme, anche in succo puro. Il magnesio e il cromo sono altri elementi fondamentali. Il primo contenuto nei vegetali a foglia verde, nelle mandorle, nelle alghe, nel germe di grano; il secondo nel lievito di birra. meglio utilizzare quello in scaglie nell'alimentazione quotidiana in modo che l'apporto sia costante. Gli oli insaturi sono di aiuto, si consigliano dunque 1 o 2 cucchiaini di olio di lino o di girasole spremuto a freddo al d e il consumo di semi di girasole e di sesamo. Dal punto di vista della Medicina Tradizionale Cinese, le patologie degli occhi sono da attribuirsi ad uno squilibrio energetico del fegato ed in particolare ad una stasi o allo sviluppo di calore che dal fegato tende verso l'alto e arriva agli occhi. La stasi generata da problemi emozionali e stress che bloccano l'energia epatica, che invece deve diffondersi; la compressione che ne deriva crea calore. L'eccesso di calore epatico pu essere dovuto anche ad alimenti che scaldano troppo il fegato come eccessivo consumo di carni, insaccati, caff, alcool, spezie piccanti. Inutile dire che questi alimenti vanno ridotti o evitati ed bene raffreddare il sistema consumando verdure crude e un po' di frutta. Un'altra possibilit lo sviluppo di calore a causa di un vuoto dell'energia renale. In questo caso giocano la costituzione, l'et che avanza, la carenza di alcune sostanze. bene integrare con sesamo, fagioli azuki, particolarmente adatti per i reni, una piccola quantit di alghe ed un po' di rape rosse per tonificare il sangue del fegato. In genere si consigliano verdure verdi e zuppe di
Vitamina C e magnesio
miso che riequilibrano il fegato. Il miso un alimento fermentato a base di soia e di un cereale che si utilizza come condimento per le zuppe, se ne aggiunge la punta di un cucchiaino a testa all'ultimo minuto, non si fa bollire. Il connettivo invece correlato energeticamente alla milza. Talora, oltre alla lesione di questo tessuto, negli occhi possono essere presenti anche delle piccole cisti che creano ostruzioni. Anche queste sono da riferirsi ad un vuoto dell'energia della milza e all'accumulo di umidit a livello oculare. Questo suggerisce la riduzione o l'eliminazione di latte vaccino e derivati, alimenti troppo freddi (gelato). Si consigliano verdure cotte, meglio se saltate in padella, o cotte in forno, eventualmente a vapore o scottate, ma non bollite. La curcuma una buona spezia che fa da drenante biliare, specie in situazione di stasi energetica del fegato, che l'anticamera di un eccessivo sviluppo di calore. Da non dimenticare che aiuta a realizzare i sogni e i desideri... l'aspetto sottile di questa sostanza dorata e profumata, che pu essere aggiunta ai primi e alle verdure per insaporirli. Le corrette abitudini alimentari, agendo sui fattori che portano alla manifestazione della malattia, soprattutto in fase iniziale, possono riportare alla normalit la pressione intraoculare e per chi gi in fase cronica sono un grande aiuto per non peggiorare o per migliorare la propria salute oculare e generale. Secondo la medicina olistica, i disturbi localizzati, come in questo caso il glaucoma, non possono essere considerati come qualcosa da curare in modo settoriale. In genere, la malattia espressione di uno squilibrio che riguarda l'intero organismo. Pertanto responsabilit di ognuno riconquistare la massima condizione di salute possibile attraverso un'adeguata correzione del proprio stile di vita.
Stress emozionali
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A l i m e n t i Si
Alghe Curcuma Fagioli azuki Frutta Germe di grano Lievito di birra Mandorle Mirtilli (frutto e succo) Miso Olio di girasole spremuto a freddo Olio di lino spremuto a freddo Rape rosse Semi di girasole Semi di sesamo Vegetali a foglia verde Verdure crude
HERPES
A l i m e n t i No
Alcool Alimenti freddi (in particolare gelato) Caff Carni Insaccati Latte vaccino e derivati Spezie piccanti
come una zanzara in camera da letto: sai che ti punger, ma non sai quando o dove; una piccola tortura mentale. Con l'herpes inutile girare per la stanza con una ciabatta in mano, ma il gioco psicologico analogo: per questo il miglior modo per difendersi di conoscerlo meglio e, come al solito, conoscere meglio se stessi. Le due forme pi comuni di patologie erpetiche sono I''Herpes simplex, o "febbre labiale" e l'Herpes zoster o "fuoco di sant'Antonio". Entrambi hanno un'origine virale, ma si differenziano per quanto riguarda l'agente eziologico, il decorso e la localizzazione delle lesioni. L'agente virale del simplex l'Herpes virus hominis, che prevede due variet di virus: il primo tipo causa lesioni che si localizzano nelle labbra e nella mucosa orale; il secondo d pi facilmente lesioni alle mucose genitali. In entrambi i casi, le lesioni sono simili, costituite da vescicole su cute o mucosa. Queste dapprima contengono un siero chiaro, in seguito si rompono, dopo essere diventate purulenti, e si formano delle crosticine. La penetrazione pi frequente del virus nell'organismo quella aerea, ma possibile anche il contagio sessuale o la trasmissione del virus durante il parto dalla madre infettata al nascituro. La fase pi contagiosa quella dell'eruzione vescicolosa. Nella maggior parte dei casi il primo contatto col virus asintomatico e solo in un piccolo numero di individui pu causare una gengivite con associata stomatite, oppure una manifestazione vescicolare a livello dei genitali. Caratteristica la possibilit di dare luogo ad episodi recidivanti, che possono essere scatenati da vari fattori. Infatti il virus, una volta penetrato nell'organismo, pu annidarsi in certe strutture nervose, i gangli
Labbra in calore
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situati vicino alla colonna vertebrale, e l pu rimanere silente, come in letargo, finch non si determinano le condizioni che ne favoriscono la manifestazione. I fattori scatenanti sono molteplici: concomitanti infezioni febbrili, stress emotivi e psichici, disturbi digestivi, ciclo mestruale. Si tratta di fattori aspecifici che innescano la problematica e non sono la causa, dunque importante considerare la condizione generale dell'individuo ed il suo "terreno". Questa forma di herpes ha delle somiglianze con il quadro dell'Herpes simplex, ma anche delle differenze, quali l'agente virale, il decorso acuto e una diversa localizzazione delle lesioni. Inoltre una malattia ad andamento stagionale, si presenta soprattutto ai cambi di stagione. Il virus che produce questa malattia l'Herpes zoster, che penetra nell'organismo attraverso le vie respiratorie. Se colpisce un bambino per l prima volta, si manifesta in forma di varicella che in genere determina un'immunit permanente, cio la creazione di anticorpi specifici per cui non si ha una seconda infezione. Il virus, latente nei gangli nervosi, col crearsi di condizioni favorevoli pu riattivarsi e dare origine ad un'eruzione cutanea. Questa pu essere preceduta da un periodo in cui dominano stanchezza e un malessere generale, talora pu essere presente una febbricola. Prima della comparsa delle vescicole, simili a quelle dell'Herpes simplex, compaiono sulla cute delle chiazze rossastre rilevate, accompagnate da una lancinante sensazione di bruciore o dolore di tipo nevralgico, che pu durare a lungo anche una volta che siano regredite le vescicole. La localizzazione delle lesioni cutanee e del dolore caratteristica, colpisce solo un lato del corpo e ha "distribuzione metamerica", cio la lesione cutanea segue il decorso di un nervo, quasi lo disegnasse sulla pelle. Il fuoco di sant'Antonio si manifesta quando vi un abbassamento delle difese immunitarie, pi frequente nei soggetti anziani o immunodepressi. Le patologie erpetiche interessano cute, mucose e sistema nervoso, di qui una lettura psicosomatica che richiama una conflittualit con l'ambiente, aspetti affettivo-emotivi, stati di stress cronico. La pelle funge da confine tra mondo interno (self) e mondo esterno (non self), quando si ammala rivela un disagio di relazione. A lungo andare vi una sorta di consumo e una riduzione dell'energia vitale del soggetto, si creano le condizioni per cui il virus da "assopito"
Zinco e lisina
Lo stile di vita ed una sana alimentazione sono molto importanti per prevenire l'instaurarsi di condizioni di debolezza che stanno alla base della manifestazione di queste patologie; debolezza pi marcata in caso del fuoco di sant'Antonio, caratterizzato da astenia e tendenza depressiva del tono dell'umore. Un'alimentazione sana a base di alimenti biologici, cereali integrali, verdure cotte e crude, frutta, legumi e, per chi non vegetariano, una piccola quantit di pesce, mantiene l'organismo nelle condizioni ottimali, evitando inutili intossicazioni e mantenendo viva l'energia vitale. Vi sono poi delle sostanze particolarmente utili come lo zinco, che contenuto abbondantemente nei semi; si consiglia dunque una piccola dose quotidiana di semi a scelta tra sesamo, girasole, zucca, lino. Una dieta ricca di lisina e povera di arginina pu essere utile per chi soffre di frequenti recidive. Questa strategia nasce da ricerche secondo cui la lisina ha propriet antivirali in vitro, grazie al proprio antagonismo con il metabolismo dell'arginina. I cibi con il peggiore rapporto di lisi na/arginina sono il cioccolato, le arachidi e le mandorle. Il lievito di birra in scaglie invece ha un buon rapporto lisina/arginina. Carni rosse e insaccati producono un eccesso di calore e tendono ad intossicare l'organismo, soprattutto in condizioni di stress, quando gli organi emuntori , deputati alla disintossicazione, sono pi affaticati. Inoltre, secondo la Medicina Tradizionale Cinese, le patologie erpetiche sono un eccesso di calore-umidit, quindi andrebbero evitati o ridotti i cibi che producono troppo calore, come i cibi animali e quelli che producono umidit, in particolare i latticini. Le verdure e la frutta rinfrescano e depurano il sangue, pertanto sono da preferirsi nella fase acuta della malattia. Il miso, prodotto fermentato che contiene soia e un cereale, un ottimo alimento per rinforzare l'organismo in situazioni di stress e nei cambi stagionali: tonifica i reni, depura il fegato, migliora la flora intestinale e quindi lo stato generale del sistema immunitario. Si aggiunge alle zuppe all'ultimo momento, fa da condimento e d un sapore gradevole. La vitamina C infine fondamentale, come i bioflavonoidi. Si consigliano dunque kiwi, agrumi, aceraia {Malpiglia glabra), cavoli, cime di rapa
II fuoco di sant'Antonio
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e prezzemolo. Nelle persone facilmente soggette a infezioni erpetiche ricorrenti, consigliabile il consumo regolare di t di radici di liquirizia: l'acido glicirretinico, infatti, inibisce la crescita dell'Herpes simplex e i suoi effetti dannosi sulle cellule. In caso di fuoco di sant'Antonio pu essere utile applicare sulle zone dolenti delle foglie di verza da rinnovare 3-4 volte ogni 24 ore. Un altro rimedio utile a livello topico sia per il simplex che per lo zoster l'applicazione di una crema alla melissa. La natura mette a nostra disposizione un'infinit di presidi che possono alleviare i pi vari disturbi, resta poi la responsabilit di ognuno di noi di creare le condizioni migliori per una vita sana e serena, partendo dall'alimentazione, per arrivare ad un ascolto dei bisogni propri e di chi ci vive accanto, per costruire relazioni armoniose e gioiose. L'eccessivo stress, i pensieri e le emozioni negative abbattono il nostro sistema immunitario e gettano le basi delle malattie; l'ottimismo e il non giudizio delle sane relazioni umane sono il nutrimento quotidiano di cui le nostre cellule hanno assolutamente bisogno per essere sane.
INSONNIA
La forza dell'armonia
A l i m e n t i S
Aceraia Agrumi Cavoli Cereali integrali Cime di rapa Frutta Kiwi Legumi Lievito di birra Miso Pesce Prezzemolo Semi di girasole Semi di lino Semi di sesamo Semi di zucca T di radici di liquirizia Verdure cotte e crude
A l i m e n t i No
Arachidi Carni rosse Cioccolato Insaccati Latticini Mandorle
L'insonnia un disturbo molto diffuso. Circa il 14% della popolazione lamenta un qualche disturbo del sonno ed insoddisfatta del proprio dormire. La percentuale sale man mano che si va avanti con l'et. Dopo i sessanta-sessantacinque anni, arriva al 33%. Valori ancora maggiori si registrano tra le donne. Ogni anno, solo negli Stati Uniti sono almeno quattro-sei milioni le persone a cui vengono prescritti sedativi ipnotici, i farmaci pi utilizzati contro i disturbi del sonno. Perch tanta difficolt per un bisogno cos fondamentale per l'uomo? E cosa vuol dire dormire in maniera corretta? Prima di parlare dell'insonnia dunque importante conoscere il ruolo del sonno nell'economia psicofisica del corpo umano. Il sonno indispensabile per la salute dell'uomo, un sonno alterato o la sua privazione porta a disfunzioni fisiche e mentali. Il ciclo sonnoveglia dell'adulto si ripete durante le ventiquattro ore, di cui il sonno rappresenta circa un terzo, ma il numero di ore necessarie varia a seconda delle necessit individuali e tende a diminuire con l'et. Un bimbo di un anno ha bisogno di almeno 14 ore di sonno, a cinque anni il fabbisogno di ore di sonno scende a 12, per un adulto sono sufficienti dalle 6 alle 8 ore di sonno. Gli anziani tendono a dormire meno di notte, ma di pi durante il giorno rispetto ai giovani. Il ritmo le caratteristiche del sonno non sono sempre uguali. Il sonno si compone di quattro fasi che si ripetono varie volte durante la notte: due sono caratterizzate da un sonno leggero; le altre da un sonno pi profondo ed soprattutto da queste ultime che dipende la qualit del dormire; vi poi una quinta fase molto importante chiamata "fase REM" (Rapid Eyes Movement, movimenti oculari rapidi), caratterizzata da rapidi movimenti degli occhi, ritenuta il sonno vero e proprio. Durante questa fase le informazioni, le impressioni, gli avvenimenti del
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Insonnia
giorno precedente vengono ricapitolati, raccolti e ordinati dal cervello. Si tratta dunque di una fase del sonno in cui si memorizza, si ordina e addirittura s'impara selezionando le esperienze del giorno, immagazzinando le pi importanti ed eliminando le altre. Nell'adulto, il primo ciclo di sonno REM inizia circa 90 minuti dopo l'inizio del sonno e dura dai 5 ai 10 minuti. In seguito, l'attivit delle onde cerebrali torna ad essere quella del sonno non-REM per altri 90 minuti. Ogni notte, un adulto fa registrare circa quattro-cinque cicli di sonno completo. I periodi di sonno REM diventano progressivamente pi lunghi col proseguire del sonno e l'ultimo ciclo di sonno REM pu durare anche un'ora. L'ultimo ciclo di non-REM, invece, dura il 50% dei 90 minuti iniziali nei bimbi e l'80% negli adulti. A differenziare gli anziani, oltre alla minore durata del sonno REM, la tendenza a svegliarsi nel passaggio tra sonno REM e non-REM. Un certo numero di ore di sonno sono necessarie per la salute fisica a lungo termine e per la rigenerazione. Questo perch durante il sonno avvengono molti processi fisiologici, tra cui i pi importanti sono la secrezione dell'ormone della crescita e la neutralizzazione dei radicali liberi a livello del cervello. Tutto il metabolismo (soprattutto nella fase REM) aumenta, aiutando cos l'organismo a immagazzinare energia: l'apparato renale e il fegato eliminano le tossine pi efficacemente di quando si svegli; il sistema immunitario produce pi anticorpi; il midollo osseo "fabbrica" globuli rossi in gran numero; l'ormone somatotropo (quello della crescita) viene prodotto in quantit considerevoli. Molti degli effetti benefici del sonno sono mediati dall'ormone della crescita (GH) per il suo effetto anabolico. Dopo le ultime ricerche il GH stato chiamato anche "l'ormone antinvecchiamento", visti i suoi effetti ringiovanenti (quando iniettato). Il GH, infatti, stimola i meccanismi di rigenerazione tessutale, epatica, muscolare, lo scioglimento dei depositi di grasso, la regolazione della glicemia, in poche parole "aiuta a convertire i grassi in muscoli". Durante la giornata vengono secrete piccole quantit di questo ormone, invece durante la notte viene liberato continuamente. Di notte, il sonno consente anche la funzione antiossidante cerebrale dopo l'accumulo di radicali liberi nel cervello avvenuto durante il giorno. La privazione cronica di sonno infatti accelera l'invecchiamento del cervello.
Le cause dell'insonnia possono essere molto diverse: ansiet e tensione, cambiamenti ambientali, preoccupazioni emotive, paure, fobia del sonno, depressione, dolore o sconforto, ipoglicemia, carenza di calcio 0 magnesio, caffeina, alcool, farmaci. 1 fattori psicologici sono molto importanti, l'insonnia spesso associata a disordini affettivi. L'ansia induce difficolt a prender sonno, mentre la depressione pi facilmente porta ad un risveglio precoce mattutino, talora pu essere un sintomo di altre patologie, oppure pu essere dovuta a fattori farmacologi o alimentari. Una corretta alimentazione un fattore importante. La riduzione o l'eliminazione di sostanze stimolanti e di nutrienti che possono interferire con il sonno pu essere di grande aiuto cos come l'integrazione con alcuni alimenti e nutrienti. Le sostanze stimolanti o che comunque possono interferire con il sonno sono: caff, t, cioccolato, alcool, preparati tiroidei, contraccettivi orali, beta-bloccanti, erbe stimolanti (guaran, efedra ecc.). Un'altra importante causa di insonnia la carenza di zucchero, soprattutto quando si registrano bassi livelli di glucosio nel sangue durante la notte. Il cervello altamente dipendente dal glucosio come fonte di energia ed una caduta della glicemia promuove il risveglio a causa della liberazione di ormoni regolatori del glucosio: l'adrenalina, il glucagone, il cortisolo. A volte, alla base dei disturbi del sonno c' una forma non manifesta di ipoglicemia. In questi casi, per vincere l'insonnia necessario guarire l'ipoglicemia. I metodi standard di diagnosi si basano sulla misurazione dei livelli di glucosio nel sangue (il livello normale tra i 70 e i 105 mg/di; livelli inferiori a 50 mg/dl sono indice di ipoglicemia), ma il metodo pi efficace rimangono comunque i sintomi (quando per esempio, i disturbi compaiono 3-4 ore dopo i pasti e scompaiono con l'assunzione di cibo). Il questionario pubblicato a pagina 132, se attentamente compilato, un buon metodo di screening per evidenziare uno stato di ipoglicemia.
Le cause
Spesso, l'ipoglicemia si manifesta con sintomi di natura nervosa, in molti casi ricollegabili all'insonnia. Numerose organizzazioni mediche e autorit istituzionali raccomandano di non assumere pi del 10% dell'apporto calorico totale da zuccheri raffinati aggiunti ai cibi, ma si stima che normalmente tali zuccheri siano circa il 30% delle calorie
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Insonnia
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totali consumate. I carboidrati semplici (o zuccheri), essendo assorbiti rapidamente dal corpo, determinano un aumento della glicemia e quindi stimolano un incremento dei livelli di insulina, influenzando negativamente il sistema nervoso. Inoltre per il loro metabolismo, l'organismo consuma sali minerali (calcio e cromo) e vitamine (gruppo B, vitamina PP e acido pantotenico). Del tutto differente quello che accade agli zuccheri contenuti in frutta, verdura e nei cibi integrali e non trattati. Tali carboidrati vengono assorbiti lentamente dall'organismo, inoltre essendo associati alle fibre alimentari contribuiscono a regolarizzare la glicemia, aumentando il tempo di assorbimento degli zuccheri e impedendo i picchi di insulina che producono bruschi cali della glicemia. Un altro vantaggio degli zuccheri contenuti in frutta e verdura l'apporto di una vasta gamma di altri nutrienti che aiutano l'utilizzazione dello zucchero senza depauperare l'organismo di vitamine e minerali. Le abitudini alimentari si riflettono direttamente sulla predisposizione al sonno, poich un buon equilibrio del sistema nervoso facilita il sonno ed un buon sonno rigenera il sistema nervoso interrompendo cos il circolo vizioso. Anche per contrastare i disturbi del sonno consigliabile evitare i carboidrati (zuccheri) semplici, raffinati e concentrati e aumentare il consumo di zuccheri complessi assieme agli alimenti ricchi di fibre. I cereali biologici integrali sono alla base di un'.alimentazione sana, cos come i legumi che dovrebbero essere consumati con una certa regolarit. Sempre ai fini di stabilizzare la glicemia, e quindi ridurre i picchi del sistema nervoso, importante consumare pasti frequenti e poco abbondanti e fare attenzione all'alcool che causa ipoglicemia. Un particolare disturbo del sonno la cosiddetta sindrome "da gambe senza riposo" ed caratterizzata dalla necessit di muovere le gambe durante i risvegli notturni. La causa pu essere una carenza di acido folico o ferro (con o senza anemia). In tal caso oltre all'integrazione iniziale di tali sostanze, consigliabile aumentare il consumo di verdure a foglia verde. La carenza di minerali pu essere all'origine di due tipi di insonnia. La carenza di calcio caratterizzata dall'incapacit di addormentarsi (possono essere necessarie anche ore prima di prender sonno) ed associata ad un'aumentata richiesta di calcio da parte dell'organismo come risultato di un'iperfunzione delle ghiandole surrenali e della tiroide. Si
tratta spesso di soggetti particolarmente stressati a causa di qualche conflitto non risolto che provoca uno stato d'ansia continuo. Da un punto di vista biochimico questa forma di stress provoca una carenza di calcio. Uno dei primi sintomi un leggero mal di schiena a livello lombare che provoca disturbo nella posizione seduta impedendo, all'individuo di mantenere a lungo la stessa posizione. Questo tipo di carenza disturba anche gli occhi che risultano eccessivamente sensibili alla luce e presentano una costante sensazione di bruciore. In alcuni casi, si pu manifestare anche la presenza di una sostanza mucosa ai margini dell'occhio che provoca irritazione. Tali sintomi si aggravano con l'assunzione di caff a causa dell'elevato contenuto di potassio che svolge un'azione stimolante e antagonista del calcio. Contro questo tipo di insonnia sono molto indicati gli integratori a base di calcio e gli alimenti particolarmente ricchi di questo minerale come (in quantit decrescente): alga kelp, farina di carrube, alga dulse, cavolo, cime di rapa, mandorle, lievito di birra, prezzemolo, crescione, latte di capra, tofu (formaggio di soia), fichi secchi, semi di girasole, latte vaccino, semi di sesamo, olive, broccoli, noci, fagioli di soia cotti, germe di grano, arachidi, lattuga romana, miso, albicocche secche, uvetta, mirtilli, datteri, fagiolini, carciofi, prugne secche, semi di zucca, germogli di soia, sedano, segale in chicchi, carote, orzo, riso integrale. Ancora pi efficace risulta associare il calcio alla vitamina B e al rame, in quanto quest'ultimo, oltre ad aumentare l'effetto sedativo del calcio, ne facilita l'accumulo a livello corporeo. Di vitamina B sono particolarmente ricchi (in quantit decrescente): lievito di birra, semi di girasole, farina di soia, noci, lenticchie secche, farina di grano saraceno, fagioli dell'occhio secchi, riso integrale, ceci, nocciole, avocado, farina di grano integrale, castagne fresche, cavolo, farina di segale, spinaci, cime di rapa, prugne secche, uvette, orzo, cavolfiori. Importanti per il contenuto di rame sono (in quantit decrescente): noci, mandorle, nocciole, piselli secchi, arachidi, grano saraceno, olio di girasole, orzo, segale in chicchi, aglio, carote, cocco, olio di oliva, grano integrale, miglio, olio di mais, rape, zenzero, mela, piselli freschi.
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Insonnia da minerali
L'insonnia pu essere causata anche da una carenza tessutale di magnesio. In questi casi, il soggetto si addormenta senza difficolt ma si risveglia varie volte durante la notte. In genere tale tipo d'insonnia deriva da stress fisico, provocato da lavoro eccessivo o pesante. Questo tipo di insonnia aggravata dall'assunzione di alcoolici poich ne provocano una carenza ulteriore, mentre non risente dell'assunzione di caff. L'insonnia da carenza di magnesio pu peggiorare dopo una
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Insonnia
cena a base di cibi molto salati o bevande contenenti sale (bibite). Tale fenomeno provocato dall'effetto antagonista che svolge il sodio nei confronti del magnesio, peggiorando lo stato di carenza. inutile dire che questi soggetti hanno bisogno di ridurre il sale nella dieta. La serotonina un mediatore chimico cerebrale fondamentale per il sonno, la sua produzione da parte del sistema nervoso centrale dipende dalla disponibilit di uno specifico aminoacido, il triptofano, presente in quantit variabili in numerosi alimenti. In realt, il consumo di cibi ricchi di triptofano durante il giorno contribuisce alla sonnolenza diurna, mentre una cena a base di cibi ricchi di triptofano promuove il sonno, o meglio ancora induce il sonno ma non ha effetto sul sonno leggero e i continui risvegli notturni. Cofattori della sintesi di serotonina sono la vitamina B , la niacina (o vitamina B ) e il magnesio che devono essere assunti con il triptofano per assicurare la conversione dell'aminoacido in serotonina. La niacina, 0 vitamina B , interessante anche per l'effetto sedativo svolto a vantaggio dell'organismo. Alimenti particolarmente ricchi di niacina sono: lievito di birra, crusca di riso e di grano, acciuga, fegato di bue, sgombro, riso selvatico, semi di girasole, semi di sesamo, riso integrale, pinoli, grano saraceno integrale, peperoncini rossi piccanti, farina di grano integrale, germe di grano, orzo, mandorle, piselli secchi, arachidi. Gli stessi alimenti risultano particolarmente ricchi di triptofano. Ma attenzione a consumare altre proteine animali insieme a questi alimenti: si pu innescare una competizione con il triptofano che ne annulla i benefici. Un ruolo molto importante svolto anche dalla melatonina, ma a differenza della serotonina, la melatonina produce effetti sedativi solo se 1 suoi livelli nell'organismo sono bassi, cosa che succede con pi frequenza negli anziani. Per regolarizzare il sonno molto importante anche l'esercizio fisico, che quando praticato con regolarit, migliora lo stato generale e la qualit del sonno. L'esercizio dovrebbe essere di moderata intensit. Venti minuti di esercizio aerobico al giorno sono sufficienti. Molto efficaci risultano anche alcune piante officinali sedative: la camomilla indicata nei casi di sonno leggero, l'escolzia per chi ha difficolt a prender sonno, il biancospino per il risveglio precoce, la valeriana e la passiflora per il risveglio tardivo.
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Alimenti S
Acciuga Aglio Albicocche secche Alga dulse Alga kelp Arachidi Avocado Broccoli Carciofi Carote Castagne fresche Cavolfiori Cavolo Ceci Cime di rapa Cocco Crescione Crusca Datteri Fagioli dell'occhio secchi Fagioli di soia cotti Fagiolini Farina di carrube Farina di grano integrale Farina di grano saraceno Farina di segale Farina di soia Fichi secchi Germe di grano Germogli di soia Grano integrale Grano saraceno Latte di capra Lattuga romana Lenticchie secche Lievito di birra Mandorle Mela Miglio Mirtilli Miso Nocciole Noci Olio di girasole Olio di mais Olio di oliva Olive Orzo Peperoncini rossi piccanti Pinoli Piselli Prezzemolo Prughe secche Rape Riso integrale Riso selvatico Sedano Segale in chicchi Semi di girasole Semi di sesamo Semi di zucca Sgombro Spinaci Tisane (camomilla, escolzia, biancospino, valeriana, passiflora) Tofu Uvetta Verdure a foglia verde Zenzero
Sonno e serotina
Alimenti No
Alcool
Bibite
Caff
T Zuccheri raffinati
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Test dell'ipoglicemia
No 0 Voglia di dolci Irritabilit se si salta un pasto Stanchezza o debolezza se si salta un pasto Vertigine se ci si alza improvvisamente Cefalee frequenti Scarsa memoria o concentrazione Stanchezza un'ora dopo i pasti Palpitazioni A volte ci si sente instabili Fatica pomeridiana Occasionalmente visione a macchie Depressione o comportamento altalenante Obesit Ansia e nervosismo frequenti Totale 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Lieve I I I I I I I I I I I
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Moderato Severo 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3
DISTURBI DELL'INTESTINO
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Come interpretare il punteggio: se inferiore a 5 l'ipoglicemia un fattore poco probabile; da 6 a 15 punti, l'ipoglicemia un fattore probabile; con un punteggio superiore a 15 l'ipoglicemia estremamente probabile.
I nostri vecchi sapevano bene che un intestino in ordine alla base di un'ottimale resistenza alle malattie e non disdegnavano di ricorrere ai clisteri al minimo segnale di malessere, soprattutto da raffreddamento. Da parte loro, l'igienismo ed il metodo Kousmine hanno fatto delle pulizie intestinali una colonna fondamentale del loro sistema di cura, mentre la stessa iridologia (l'analisi dell'iride per il riscontro dello stato di salute) evidenzia la posizione centrale dell'intestino. A confermare l'importante ruolo dell'intestino nella salute generale dell'organismo anche la ricerca scientifica pi recente che ha scoperto l'esistenza di quello che oggi viene chiamato il "sistema immunitario intestinale". Di che si tratta? Come noto, la principale funzione del sistema immunitario quella di riconoscere e discriminare tra ci che appartiene al nostro organismo (self) e ci che gli estraneo (non self), lo scopo intercettare ed eventualmente distruggere l'elemento estraneo. Ora, l'intestino un viscere cavo rivestito da una mucosa (tappeto che riveste la parete interna) in costante rapporto con l'ambiente esterno. In altre parole, fa da interfaccia tra l'organismo e l'ambiente esterno, essendo il principale luogo di contatto tra self e non self (sostanze presenti nei cibi). Le sostanze ingerite infatti possono superare la barriera intestinale e penetrare nel sangue e nella linfa entrando cos a far parte del nostro organismo perdendo la loro valenza antigenica.
L'intestino, con la sua superficie di 300 mq l'area pi estesa dell'organismo sottoposta a costante stimolo antigenico, quello degli alimenti ingeriti, il fronte immunitario pi importante del corpo, contenendo circa l'80% delle cellule immunitarie dell'organismo. A livello intestina-
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Disturbi dell'intestino
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le il sistema immunitario rappresentato da un tappeto linfatico che si estende al di sotto dell'epitelio di rivestimento della mucosa intestinale, in cui si trovano i follicoli linfatici che producono cellule immunitarie, le cosiddette placche del Peyer, dagli aggregati linfoidi specifici della mucosa e della sottomucosa che si trovano in numero crescente dal piloro (tratto iniziale dell'intestino tenue) alla valvola ileocecale (tratto finale), costituite da linfociti B (che producono anticorpi) e linfociti T, dalle IgA, anticorpi specifici che ricoprono la mucosa come una pellicola protettiva. A rafforzare il tutto c' poi l'appendice, un vero e proprio organo "sentinella", che grazie alla particolare ricchezza di tessuto linfatico, fa da richiamo ogniqualvolta ci sia una situazione infiammatoria e di "pericolo" a livello intestinale, producendo una sostanza lubrificante e lisozima che mantiene equilibrata la flora intestinale. Tutte le cellule immunitarie hanno un periodo vitale di tre giorni, pertanto vengono continuamente rinnovate cos come accade alle cellule della mucosa intestinale. Il sistema immunitario intestinale ha la funzione di permettere l'assorbimento delle sostanze nutritive senza che queste scatenino reazioni immunitarie pericolose come accade nel caso delle intolleranze alimentari, inoltre consente l'eliminazione di microrganismi patogeni ed eventuali sostanze tossiche introdotte con gli alimenti. Pertanto esso funziona non tanto come una barriera, ma pi che altro come un filtro che seleziona le sostanze compatibili da quelle incompatibili. L'efficacia di questa funzione garantita dalla presenza di una flora intestinale equilibrata che funge da attivatore aspecifico del sistema immunitario intestinale, mentre un suo squilibrio determina un carico tossinico ed un'alterazione della risposta immunitaria. Quando ci accade, il sovraccarico tossinico pu causare l'iperattivazione della reazione immunitaria di tipo umorale con i relativi sintomi allergici, o l'ipoattivazione della funzione di filtro con conseguente passaggio di un'eccessiva quantit di sostanze estranee. Tutto questo comporta l'instaurarsi di uno stato di infiammazione prima localizzato a livello intestinale con sintomi di gonfiore, dolore, tensione, infine lo stato infiammatorio si diffonde nell'intero organismo ponendo le basi di malattie croniche a carico di diversi organi e apparati anche distanti dall'intestino. In primo luogo esse saranno localizzate a livello cutaneo, in seguito a livello respiratorio fino ad un'intossica-
zione generale del sangue e in particolare del sistema nervoso con sintomatologie di tipo psichico, depressione, nervosismo, ansia, agitazione, sensazione di panico ecc. Fattori responsabili delle pi comuni alterazioni della flora batterica sono: l'intossicazione da metalli pesanti, inquinanti, additivi, farmaci (antibiotici o anche lassativi); la carenza di fibre vegetali dovuta allo scarso consumo di verdure, frutta e all'uso di cereali raffinati (pane, pizza, pasta). In particolare, la riduzione della massa fecale rallenta il transito e favorisce il ristagno delle sostanze tossiche. I batteri che predominano nella flora intestinale sono i bacteroidi che convertono gli acidi biliari colico e desossicolico in acido alcolico e 3-metilclorantrene che sono sostanze cancerogene. In una dieta ricca di fibre prevalgono invece i lattobacilli che non catabolizzano gli acidi biliari, mentre l'eccesso di proteine animali fa prevalere gli escherichia e i clostridi. Inoltre, l'abuso di grassi insaturi idrogenati (oli di semi industriali, margarine) e di grassi saturi (animali), soprattutto quelli contenuti nel latte e derivati, rendono la sottile mucosa che riveste il tenue, estremamente porosa, facilitando il passaggio di microbi e tossine e l'innesco della reazione immunitaria (infiammatoria); mentre lo zucchero raffinato favorisce i colibacilli. Anche gli stress emotivi prolungati e ripetuti, determinando uno squilibrio del sistema nervoso vegetativo possono alterare la funzionalit intestinale. Evidenziati quelli che sono i pi comuni errori di carattere alimentare vediamo ora come possibile integrare la dieta con cibi in grado di favorire il riequilibrio della flora intestinale. Lo yogurt vaccino spesso tra gli alimenti consigliati, ma possono permetterselo solo gli individui non linfatici (colore dell'iride scuro, nero o marrone), coloro che non soffrono di allergie, di colite, di alterazioni del sistema neurovegetativo e che non denunciano un livello di infiammazione intestinale elevato. Il suo consumo deve comunque essere sempre moderato, altrimenti consigliabile ricorrere a yogurt preparato con latte di soia, o di riso e l'utilizzo di fermenti lattici (Lactobacillus cidophilus, L. bifidus) ottenuti da colture su base vegetale.
Le alterazioni pi comuni
L'appendice
Alimenti pro-intestino
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Ottimi sono gli alimenti fermentati: crauti, insalatini (tipici della cucina macrobiotica). Molto interessante anche il consumo di miso. Il metodo Kousmine consiglia, come protettori della mucosa intestinale, almeno due cucchiaini al giorno di oli di semi biologici spremuti a freddo (girasole, o lino, o germe di grano); mentre l'igienismo raccomanda le corrette combinazioni alimentari, carboidrati e proteine in pasti diversi, e soprattutto il consumo di crudit all'inizio del pasto. Per i tipi caldi, estroversi, di costituzione massiccia, pi yang, sar bene consumare pi crudit; per i freddolosi, gli introversi, i "sensibiloni", magari con occhi azzurri e incarnato chiaro sar ottima la zuppa di miso quotidiana. Tutti questi consigli, provenienti dalle grandi scuole di nutrizione vanno bene, ai fini di un'alimentazione sana, in grado di favorire l'attivit dell'intestino, si tratta solo di adattarli alle nostre esigenze personali e soprattutto di imparare ad ascoltare i segnali del corpo.
IPERTENSIONE
Alimenti Si
Alimenti fermentati Alimenti non trattati in generale Cereali integrali Dolcificanti naturali Frutta fresca Oli di semi spremuti a freddo Olio extravergine d'oliva spremuto a freddo Proteine vegetali Verdura fresca
Alimenti No
Alimenti con additivi Carne Cereali raffinati Frutta sciroppata Insaccati Margarine Oli di semi convenzionali Proteine animali Sottaceti Zuccheri raffinati
L'ipertensione arteriosa una delle patologie pi diffuse nei paesi industrializzati, ad esserne interessato il 20% della popolazione adulta, tanto da essere considerato uno dei maggiori problemi clinici contemporanei, anche per la difficolt di una precoce diagnosi. Siamo abituati ad associare l'ipertensione ai disturbi circolatori della terza et o gi di l. In effetti, si tratta di una patologia che pu comparire anche molto precocemente, ma che solo in et avanzata si manifesta in maniera evidente, fino a rappresentare una delle cause di decesso pi diffuse. Ecco perch importante conoscerne le cause e il modo per prevenirla. Per comprendere le origini dell'ipertensione necessario avere ben chiaro il funzionamento della circolazione arteriosa che pu essere paragonata ad un recipiente pieno di liquido connesso con un tubo per l'afflusso e uno per l'efflusso. Il primo (il tubo di afflusso) rappresentato dalla grande arteria aorta, attraverso cui il cuore pompa il sangue all'interno del recipiente, il secondo da tutte quelle piccole arterie (arteriole) attraverso le quali il sangue esce dal sistema e si porta ai tessuti. Ovviamente, variazioni della pompa del cuore o del calibro delle arteriole possono modificare la pressione all'interno del recipiente. Se questo lo schema della circolazione arteriosa, la pressione sanguigna data dalla velocit e dalla spinta che il sangue circolante, pompato dal cuore, esercita sulle pareti dei vasi sanguigni per raggiungere tutti i distretti corporei. In definitiva, il cuore funziona come una pompa a intermittenza, dove la sistole (contrazione del cuore) si alterna alla diastole (rilasciamento), il valore massimo della pressione esercitata da questa contrazione la
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Ipertensione
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pressione'"sistolica", la cosiddetta massima. Tra un battito e l'altro il cuore si rilascia e la pressione scende. Questo valore pi basso la pressione "diastolica" detta minima. L'unit di misura adottata sono i millimetri di mercurio (sigla mm Hg) e i valori normali di pressione per un adulto sono 120 mm Hg (pressione sistolica) e 80 mm Hg (pressione diastolica). Di conseguenza, la pressione arteriosa si definisce con due valori: diastolica e sistolica scritti nella forma 140/90 mm Hg, che si legge "140 su 90". Si parla di ipertensione sistolica quando i valori superano i 140 mm Hg e di ipertensione diastolica quando si.superano i 90 mm Hg, casi molto comuni con l'aumentare dell'et, quando la pressione tende a salire a causa della riduzione dell'elasticit dei vasi. Purtroppo, nella maggior parte dei casi, l'ipertensione non si manifesta con sintomi di rilievo e il suo riscontro in genere casuale. Questo spiega perch viene in genere trascurata, nonostante i danni secondari causati a diversi organi e il gran numero di decessi che determina ogni anno nei paesi cosiddetti sviluppati. La causa pi frequente di ipertensione rappresentata dall'aumento delle resistenze periferiche, cio la vasocostrizione dei vasi periferici, pi raramente collegata ai reni o a uno squilibrio ormonale, in altre parole, se durante il suo percorso, il sangue incontra ostacoli o restringimenti il cuore costretto ad intensificare la sua contrazione per superare l'ostacolo. A lungo andare, questo sforzo eccessivo del cuore pu provocare malattie cardiache o addirittura causare episodi vascolari cerebrali di una certa gravit (ictus) e infine problemi ai reni. Quando compaiono, i sintomi pi frequenti di ipertensione sono: cefalea occipitale pulsante (pi intensa al mattino appena svegli), sensazioni di vertigini, instabilit, annebbiamento della vista, ronzii auricolari, senso di vuoto nella testa in qualche caso anche sincope. All'origine di questa diffusa patologia pu esservi una predisposizione genetica, l'uso di contraccettivi orali, l'impiego di farmaci a base di ormoni, il fumo, la vita sedentaria, l'obesit, fattori psicologici e stress. In realt, i fattori dietetici sono molto importanti nell'insorgenza dell'ipertensione, esiste infatti uno stretto rapporto tra pressione arteriosa ed alimentazione. Senza dubbio l'introduzione di eccessive quantit di cibo e quindi un
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Ipertensione sistolica
consumo elevato di calorie, causando sovrappeso, predispone all'ipertensione per compressione e costrizione della circolazione periferica con comparsa di gonfiore e pesantezza agli arti inferiori. La riduzione del peso dunque una forma fondamentale di profilassi per contenere l'ipertensione nei soggetti obesi o moderatamente in sovrappeso. Anzi, esiste un legame molto stretto con le abitudini alimentari, essendo una delle patologie pi direttamente associate alla "dieta occidentale". Popolazioni con un diverso regime di vita in Oriente, Brasile o Africa non soffrono di ipertensione, e non fanno registrare un aumento della pressione sanguigna neanche tra gli anziani. Quando invece, gli individui appartenenti a queste popolazioni si trasferiscono in paesi "pi civilizzati", adottandone il regime alimentare, cominciano anch'essi a soffrire di ipertensione, pur rimanendo invariati i fattori razziali. stato notato che a soffrire maggiormente di ipertensione sono gli individui il cui regime alimentare a base di cibi raffinati e zuccheri, ricco di grassi saturi e povero di acidi grassi essenziali, calcio, magnesio, vitamina C e con rapporto sodio/potassio elevato. Molti studi hanno dimostrato come un'alimentazione scarsa di potassio e ricca di sodio possa favorire l'insorgere di malattie cardiovascolari tra cui l'ipertensione; al contrario un'alimentazione ricca di potassio e scarsa di sodio pu proteggere da queste malattie e pu essere terapeutica in caso di ipertensione. Un eccesso di sale alimentare (cloruro di sodio) pericoloso, ma la sola limitazione del sodio non migliora la pressione se non si aumenta allo stesso tempo il consumo di potassio. Nella tipica dieta occidentale solo il 5% del sodio consumato proviene da componenti naturali del cibo. I cibi pronti contribuiscono al nostro consumo di sodio per il 45%, un altro 45% aggiunto durante la cottura e il 5% finale aggiunto come condimento. Il primo passo dunque quello di ridurre o eliminare gli alimenti particolarmente ricchi di sodio come le carni conservate in genere e tutti i salumi. E se proprio non si riesce a fare a meno della carne, si possono consumare carni bianche, purch private della pelle. Tra i pesci, necessario moderare il consumo di acciughe, salmone, tonno,.aringhe, alici e sardine a causa dell'eccessiva salatura e per la stessa ragione sono da evitare i formaggi stagionati. Attenzione anche ai dadi da brodo e agli alimenti in cui il sodio utilizzato come conservante o esaltatore del sapore.
Potassio e sodio
Le cause
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Ipertensione
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Da scoraggiare anche il consumo di zucchero comune che innalza la pressione sanguigna, probabilmente perch aumenta la produzione di adrenalina che provoca la contrazione dei vasi sanguigni e la ritenzione di sodio. Al contrario degli alimenti raffinati, i cereali integrali e quindi gli alimenti che contengono carboidrati complessi e fibre abbassano la pressione. L'eliminazione o quanto meno la riduzione degli alimenti sopra elencati una scelta necessaria per riequilibrare nella dieta il rapporto tra potassio e sodio che spesso rovesciato in favore di quest'ultimo. Un altro passo importante il consumo regolare di frutta e verdura, alimenti ricchi di potassio e poveri di sodio. Tra i pi ricchi sono da segnalare: broccoli, carote, zucca, cavoli, spinaci, asparagi, pere, mele, melone, prugne, albicocche, banane ecc. Oltre il 95% del potassio nell'organismo concentrato nelle cellule, invece la maggior parte del sodio contenuto nell'organismo depositato all'esterno delle cellule, nel sangue e in altri liquidi organici. Le cellule pompano continuamente sodio all'esterno e potassio all'interno per mezzo della pompa sodio-potassio che presente nelle membrane di tutte le cellule. Se il sodio non pompato all'esterno l'acqua si accumula all'interno della cellula che pu gonfiarsi fino a scoppiare e morire. La pompa sodio-potassio ha anche la funzione di mantenere la carica elettrica della cellula, una funzione molto importante soprattutto per le cellule muscolari e nervose. Durante la trasmissione nervosa e la contrazione muscolare il sodio entra ed il potassio esce dalla cellula e il risultato una variazione della carica elettrica con insorgenza dell'impulso nervoso e della contrazione muscolare. chiaro che uno squilibrio di questi minerali in particolare a sfavore del potassio colpisce in primo luogo il sistema nervoso e la muscolatura. Un altro elemento da valutare nel bilancio potassio/sodio, sono le "perdite" che si verificano in discrete quantit attraverso il sudore, quando si pratica un esercizio fisico. Il fabbisogno di potassio cambia anche con l'et. In particolare, gli anziani "consumano" maggiori quantit di potassio rispetto ai pi giovani e quindi la loro dieta deve essere pi ricca di verdura, frutta, succhi ed eventualmente deve prevedere qualche integratore.
Alimenti consigliati
Fanno eccezione i soggetti che soffrono di problemi renali che invece devono limitare il consumo di potassio. Anche calcio e magnesio offrono una certa protezione dall'ipertensione e possono essere terapeutici se assunti partendo da alimenti di origine vegetale. Entrambi si trovano in grande quantit nelle foglie verdi, legumi e semi (vedi alla voce Osteoporosi). Un altro gruppo di alimenti consigliati nei casi di ipertensione sono le alghe, il cui consumo fornisce sali minerali nelle percentuali e nei rapporti ottimali. In particolare, nelle alghe laminarie stata individuata una sostanza, la laminina, che ha un effetto terapeutico sull'ipertensione inducendo il rilasciamento della muscolatura liscia arteriosa e aumentando l'eliminazione urinaria di sodio. Inoltre le mucillagini delle alghe limitano fortemente l'assorbimento del colesterolo e contengono aminoacidi solforati (taurina) e sostanze steroliche che riducono i livelli di colesterolo nel sangue e altri fattori di rischio propri dell'iperteso. Anche la vitamina C svolge un ruolo molto importante nella prevenzione e nella terapia dietetica dell'ipertensione e questo per diverse ragioni. Studi scientifici hanno dimostrato una relazione inversa tra i livelli di vitamina C nel sangue e la pressione arteriosa, pi basso il livello della vitamina pi alta la pressione. Inoltre la vitamina C aiuta l'organismo ad eliminare i metalli pesanti come piombo (ritrovato in elevate concentrazioni nel sangue di un numero significativo di ipertesi) e cadmio (aumenta la pressione sanguigna) assunti in continuazione tramite l'aria, l'acqua, il fumo di sigaretta. noto che il fumatore di sigarette presenta elevate concentrazioni di piombo e cadmio nel sangue e basse concentrazioni di vitamina C rispetto a chi non fuma. Un fenomeno questo che pu spiegare lo stretto rapporto tra fumo e ipertensione. Un aumento della pressione pu essere causato anche dal consumo di sostanze eccitanti (caff, t, bevande a base di cola, guaran, cioccolato) o di alimenti contenenti grassi saturi che favoriscono il deposito di grassi sulle pareti delle arterie determinandone il restringimento del calibro. Per questa ragione latte e derivati, burro e formaggi aumentano il rischio per l'iperteso, mentre al contrario gli oli vegetali, ricchi di grassi insaturi, soprattutto se di produzione biologica e spremuti a fred-
La vitamina C
No al caff
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Ipertensione
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do, sono utilissimi per la circolazione. Altri alimenti indicati per chi soffre di ipertensione sono: aglio, cipolla, semi oleosi (per il contenuto in oli insaturi), verdure a foglie verdi (contengono magnesio e calcio), cereali integrali e legumi (per le fibre), agrumi e broccoli (per la vitamina C), pesce magro come sogliola, merluzzo, rombo, spigola, dentice, orata, nasello. Alcuni ipertesi evitano totalmente il sale, ma anche questo un eccesso che non fa bene. Un po' di sale marino integrale nella dieta invece ottimo per stimolare la funzione renale, cos come il consumo di miso e alghe, in grado di assicurare un apporto equilibrato di sodio e degli altri sali necessari all'organismo. Si tratta, come sempre, di trovare il giusto equilibrio, a tavola abbiamo bisogno di tutti i sapori: salato, dolce, amaro, aspro, piccante. L'importante che nessuno di questi cinque sapori prenda il sopravvento sugli altri. Magari pu capitare per un breve periodo, ma se questo "squilibrio" diventa un'abitudine alimentare, prima o poi si arriva alla malattia. Abbiamo indicato la sedentariet, come uno dei cofattori pi noti dell'ipertensione quindi ovvio che l'esercizio fisico aerobico regolare pu svolgere un'importantissima azione per la salute cardiovascolare, ma anche in questo caso si tratta di non esagerare.
Alimenti S
Aglio Alghe Cereali integrali Cipolla Dolcificanti naturali non raffinati Frutta (agrumi) Legumi Oli di semi spremuti a freddo Pesce magro (sogliola, merluzzo, rombo, spigola, dentice, orata, nasello) Semi oleosi Tisane Verdure a foglie verdi
Alimenti No
Bevande a base di cola Burro Caff Carni rosse Cereali raffinati Cioccolato Formaggi Guaran Insaccati Latte e derivati Strutto T Zuccheri raffinati
Ipoglicemia
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IPOGLICEMIA
trasformati in glucosio. Gli zuccheri semplici vengono assorbiti dall'intestino e convogliati al fegato il quale ne regola il metabolismo; quando il glucosio in eccesso il fegato lo trasforma in grosse molecole (glicogeno) che fungono da deposito per fornire energia in caso di emergenza. Quando i depositi di glicogeno raggiungono la saturazione, il glucosio in eccesso vi