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L.B.G. LARANCIONE NON UN COLORE PER TUTTI? Patrizia Galeazzo SEA UN NODO DIFFICILE DA SCIOGLIERE Giovanna Menicatti WELFARE: CHI NE HA BISOGNO NON HA LOBBY Andrea Bardavid NUOVA OCCUPAZIONE. VENTURE CAPITAL IN LOMBARDIA Stefano Rolando
LA BUONAPOLITICA LA CONTESA ITALIANA SULLA DEMOCRAZIA
Alberto Roccella PGT, PEREQUAZIONE E BORSA DEI DIRITTI EDIFICATORI Michele Sacerdoti LIBERA LA SEDIA NELLEX BOSCO DI GIOIA Maurizio Mottini PERCH C CRISI IN REGIONE LOMBARDIA? Rita Bramante FERMO IMMAGINE SU DONNE NORMALI Walter Marossi GORI, IL COLLABORAZIONISTA VIDEO MARCO VITALE: LA RIPRESA ECONOMICA, IL VENTURE CAPITAL
COLONNA SONORA Tosca (Tiziana Donati) Canzone per te Il magazine offre come sempre le sue rubriche di attualit MUSICA a cura di Paolo Viola ARTE a cura di Virginia Colombo LIBRI a cura di Marilena Poletti Pasero TEATRO a cura di Emanuele Aldrovandi CINEMA a cura di Paolo Schipani e Marco Santarpia
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fiancamento dei programmi per Expo 2015 in condizioni di sostenere la prospettiva sia qualitativa sia competitiva che una citt come Milano deve avere per reggere ruolo e confronti. A bilanci tagliati e a casse esangui, la Giunta apre una riflessione sulle possibilit di operare sul patrimonio anche alienandolo, avendo naturalmente a cuore che realt che restano comunque partecipate, crescano in modo sano. comprensibile che i rappresentanti sindacali sollevino perplessit (anzi, parte addirittura uno sciopero con 60 voli cancellati) e pongano questioni sia strategiche sia legate agli interessi dei lavoratori del settore. Ma altrettanto naturale che la vicenda debba chiamare in causa dapprima la Regione (ricordando che Malpensa opera nel territorio di unaltra provincia, rispetto a Milano, quella di Varese) e anche altri sog-
getti istituzionali e di impresa che sono attivabili a fronte di un rilancio di competitivit non a tagli depressivi. quello che, per esempio ha sostenuto nel dibattito, Stefano Rolando, professore allo IULM e tra gli animatori del nuovo De Amicis e che ha ribadito nelle conclusioni Mario Artali. La complessit economica di questa potenziale crescita stata ben delineata da Anna Gervasoni mentre Salvatore Bragantini ha posto problemi di trasparenza nelle annunciate operazioni di alienazioni di quote della SEA. Un avviamento di dibattito che limpegno del De Amicis a ragionare sia sui nuovi possibili rapporti tra citt e regione, sia sulle condizioni per sostenere lo sviluppo economico e del welfare a Milano porteranno certamente a riprendere e sviluppare.
Il Circolo De Amicis di Milano sta confermando la sua svolta, organizzativa e di proposta, orientata a fare rete tra coloro che sono interessati a superare ostacoli e frammentazioni del passato in una visione riformatrice e di dedizione della politica agli interessi generali. Dunque orientata a fare emergere problemi attuali e di prospettiva per contribuire a uno dei punti essenziali di consolidamento della democrazia, soprattutto a Milano: rilanciare la cultura del dibattito pubblico. Con una formula alternata di seminari in piccoli gruppi e dibattiti con pi ampio pubblico, nellultimo mese al Circolo De Amicis si parlato di diritti civili, ma anche di nuova politica e nuova comunicazione politica, identit e cittadinanza, di prospettive di Regione Lombardia
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puntare sugli asset italiani ovvero cosa noi italiani sappiamo fare. Alcune aziende di recente successo, in Italia sono state costruite in settori nettamente differenti. Basti pensare alla moda (Dolce e Gabbana per fare un esempio), all'abbigliamento (Yamamay, Geox), all'arredamento (da Cassina a Ipe Cavalli), alla ristorazione (Rosso Pomodoro, Grom), alla distribuzione (Natura Si). Il Venture Capital da noi deve puntare a 360 gradi dove gli italiani sono distintivi da generazioni nel fare industria e impresa. 3) La filiera, soprattutto finanziaria, deve cambiare, aprendosi all'ester-
no e ai mercati internazionali con maggior vigore e dare modo alle aziende che escono dallo start up di continuare a crescere e a svilupparsi in modo pi efficiente e rapido, assicurando una maggior probabilit di uscita allinvestitore iniziale. 4) La fiducia agli imprenditori giovani e meno giovani deve essere pi aperta anche se la nuova classe imprenditoriale italiana deve parimenti uscire dal guscio nazionale, ragionando e operando a livello globale sin dalle prime fasi. 5) Gli investitori privati e istituzionali devo crescere culturalmente e soprattutto devono essere garantiti dal
sistema. In una prima fase il pubblico deve fare la sua parte ma il privato certamente seguir sulla base dei primi casi di successo. 6) Il sistema fiscale e regolamentare devo continuare a percorrere la strada della semplificazione e dell'agevolazione per favorire l'innestarsi di nuove aziende che saranno le realt di domani. Solo seguendo tali percorsi sar forse possibile rifondare il Venture Capital in Italia e, come in altri casi di successo, farne uno dei motori dello sviluppo, della crescita e dell'occupazione del nostro Paese.
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come il sud risponderebbe della sua evoluzione e linsieme della territorialit avrebbe modelli di riferimento pi chiari per dare spinta a evoluzioni allo stato confuse. Piero Bassetti intervistato da Repubblica (domenica 25 marzo) ha, per primo, descritto uno scenario in serio movimento: fine ciclo del formigonismo, ipotesi di un candidato centrista (per recuperare voto moderato) ma in una convergenza montiana delle due debolezze, quella dello stesso formigonismo (che taglierebbe via la Lega) e quello di una sinistra in Lombardia an-
cora troppo ferita (Penati) per tentare egemonie. Qui presto per comprendere quale sia il pi serio profilo di alleanze per assicurare un ricambio vero di classe dirigente e per rigenerare, soprattutto, un ragionamento sulla missione istituzionale e sociale di una regione che conta come uno Stato, in mezzo allEuropa. Si pu solo dire che la slavina cominciata da Milano mette la politica milanese dentro questi fermenti come un lievito. E non alla finestra in attesa che partiti sfibrati prendano tempo per ridurre i danni. ()
* per cortese concessione dellautore pubblichiamo in anteprima un brano tratto dallintroduzione del volume La buona politica. Cantiere Milano-Italia (Editore Rubettino)
Le domande di fondo a cui cerca di rispondere questo saggio sono: riemerge davvero la buona politica? davvero arrivato il momento per sovvertire lalibi del Gattopardo? possibile che gli italiani decidano - con nuova visione europea per la vita e non per la morte della democrazia? N. d. A.
www.arcipelagomilano.org Daltra parte la perequazione sconfinata prevista dalla legge regionale sul governo del territorio non obbligatoria, ma costituisce una semplice facolt. Il Comune che non abbia fatto ricorso alla perequazione potr sempre mutare, nel rispetto della disciplina del governo del territorio, le previsioni di edificabilit che non si siano ancora realizzate senza alcun indennizzo; bisognerebbe spiegare perch mai ci dovrebbe invece essere precluso al Comune che abbia fatto ricorso alla perequazione sconfinata, bench nulla al riguardo sia espressamente stabilito dalla legge. Il dibattito sulla perequazione certamente proseguir e probabilmente avr sviluppi nella legislazione statale non soltanto per gli aspetti fiscali, ma anche per quelli relativi al catasto e allincidenza dei diritti edificatori sui beni del demanio. Ma si prospetta lesigenza che in questo dibattito sia recuperato un valore fondamentale e irrinunciabile. La perequazione soltanto uno strumento volto a creare indifferenza dei proprietari rispetto alle scelte di pianificazione e quindi a evitare indebite pressioni sugli amministratori pubblici. La perequazione peraltro, secondo i modi in cui concretamente regolata dal PGT, non dovrebbe comportare una indebita riduzione del ruolo del Comune nel governo del territorio, non dovrebbe produrre nuove sperequazioni e in ogni caso non deve mutarsi in un fine dellamministrazione. Il fine del PGT non la perequazione, che non pu essere compiutamente realizzata in via amministrativa ma richiede invece sicuramente nuova disciplina normativa statale. Il fine del PGT invece il miglior assetto del territorio comunale per la creazione di un ambiente urbano equilibrato, gradevole, con soddisfacenti rapporti tra spazi edificati privati e spazi pubblici, con un sistema di mobilit adeguato ed efficiente, con una distribuzione delle funzioni che favorisca lintegrazione sociale, con unadeguata disponibilit di opere di urbanizzazione, e infine, per quanto possibile, con unarchitettura di qualit per una citt bella.
vengano sfruttati, cio dalle caratteristiche delle aree di atterraggio, secondo il lessico ormai diffuso (che induce a parlare simmetricamente di aree di decollo e di volo per il trasferimento dei diritti). Perch si realizzi un mercato dei diritti edificatori veramente trasparente non sufficiente che il Comune stabilisca la quantit complessiva di diritti edificatori (che dipende dallindice di utilizzazione territoriale prescelto e dallestensione complessiva delle aree cui esso viene assegnato), ma occorre valutare anche lo specifico vantaggio per le singole aree di atterraggio. Si dovrebbe quindi escludere lacquisto di diritti edificatori senza contestuale precisa individuazione delle aree di atterraggio. Il terzo problema emerso nel convegno quello della stabilit dei diritti edificatori, premessa indispensabile per lo sviluppo di un vero mercato. Il tema stato accennato in modo problematico, nella consapevolezza che le decisioni amministrative, comprese quelle relative di pianificazione urbanistica, sono sempre suscettibili di revoca o modificazione per sopraggiunti motivi di pubblico interesse. stata per anche prospettata in modo deciso, e senza alternative, una soluzione: i diritti edificatori dovrebbero intendersi attribuiti dal PGT a titolo definitivo e quindi, in caso di modifica del sistema perequativo previsto dal PGT, dovrebbero costituire oggetto di espropriazione con corresponsione di indennizzo. Questa soluzione molto discutibile. Lindice di utilizzazione territoriale attribuito dal PGT adottato a titolo gratuito, senza alcun corrispettivo a carico dei proprietari dei terreni. Questi ultimi saranno chiamati a un sacrificio economico solo nel caso in cui decidano di utilizzare effettivamente il diritto edificatorio (proprio o acquistato), in attuazione del normale e civilissimo criterio, stabilito in forma generale trentacinque anni fa dalla legge Bucalossi, per cui ogni attivit comportante trasformazione urbanistica e edilizia del territorio comunale partecipa agli oneri relativi. Nel convegno non stato chiarito perch mai il Comune dovrebbe garantire, in caso di varia-
zione del PGT, di riacquisire mediante espropriazione, quindi a titolo oneroso e a spese della collettivit, diritti edificatori attribuiti a singoli proprietari a titolo gratuito: lunica giustificazione data che questa garanzia indispensabile per far veramente decollare (sempre secondo il lessico aviatorio del tema) il mercato del trasferimento dei diritti edificatori. Sul punto va ricordato un caposaldo del nostro ordinamento, risalente anchesso alla legge Bucalossi. Il diritto di propriet dei suoli legalmente non comprende il diritto di edificarli o lo comprende in misura minima. In assenza di piano urbanistico comunale allinterno dei centri edificati non sono consentite nuove costruzioni, ma solo interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria e di risanamento conservativo di singole unit immobiliari esistenti; fuori del perimetro dei centri abitati lindice di densit ammesso per le nuove costruzioni quello, molto basso, di 0,03 metri cubi per metro quadro. Questa disciplina, oggi contenuta nel testo unico in materia edilizia, derogabile dalle leggi regionali solo in senso pi restrittivo e ha carattere non esclusivamente urbanistico: si tratta di limiti che attengono alla definizione del contenuto del diritto di propriet e che quindi rientrano nella competenza esclusiva dello Stato in materia di ordinamento civile. Solo la pianificazione urbanistica comunale pu creare edificabilit maggiore di quella legale: ma la pianificazione comporta esercizio di poteri pubblici, senza oneri a carico dei proprietari e senza accordi o convenzioni che implichino negoziazione, scambio di consenso tra le parti e quindi stabilit dellassetto dei conseguenti rapporti. La pretesa che, in caso di variazione del PGT, i diritti edificatori gi attribuiti ma non effettivamente utilizzati costituiscano oggetto di espropriazione con conseguente corresponsione di indennizzo, implica il riconoscimento al Comune del potere di variare in via semplicemente amministrativa il regime del diritto di propriet che invece soggetto, per Costituzione, a riserva di legge statale.
www.arcipelagomilano.org sullarea dellex Vivaio Fumagalli, donato da Giuditta Sommaruga alla sua morte nel 1964 allOspedale Maggiore di Milano per destinarlo a scopi ospedalieri per lenire le sofferenze dellumanit e intestarlo in memoria della madre Emilia Longone Sommaruga. (dal testamento). Nel 1989 lospedale laveva venduta allasta alla Cogefar Torno che poi lha venduta alla Regione Lombardia. Ora mi auguro e far di tutto perch alle prossime elezioni Formigoni non sia pi rieletto e vinca il centrosinistra. Sar una grande festa e potremo creare un giardino dinverno nella Piazza Lombardia e intitolare il palazzo a Emilia Longone Sommaruga, anche se non un ospedale. In fondo la Regione controlla tutta la Sanit della Lombardia.
vano portato vino e the per rifocillarmi durante le cinque ore che avevo passato al freddo sotto la neve. Poi ero sceso per evitare che la Polizia mi tirasse gi e il faggio era stato trasportato alcuni giorni dopo in Largo De Benedetti dove sopravvissuto fino al settembre 2010 quando morto per la mancanza di innaffiamento. La volta precedente era il 10 dicembre 2005 quando avevo organizzato un raduno in occasione dellanniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti dellUomo per chiedere al Governo di istituire il 10 dicembre come Giornata Nazionale per i diritti di tutti, dalle persone agli animali alle piante. Avevamo formato un cerchio promettendo di salvare il Bosco dalla distruzione. Ancora prima ero entrato nel Bosco il 17 novembre perch avevo trovato il lucchetto aperto e lavevo percorso tutto in bicicletta lungo il vialetto centrale scattando bellissime foto degli alberi con i colori dellautunno. Nellaprile 2005 Rocco Tanica del gruppo Elio e le storie tese e Paolo Macchi avevano digiunato a lungo per salvare il Bosco e il
Comitato Giardino in Gioia aveva raccolto 20.000 firme a favore del mantenimento del bosco, ma senza risultati. Dopo il taglio, nel maggio 2006 sono ancora entrato nellarea dove cera il Bosco per piantare dietro il cancello su via Melchiorre Gioia 39 un piccolo ippocastano, che durato poco perch il cantiere era gi iniziato. Formigoni si era impegnato con i cittadini del quartiere a salvare una magnolia e un faggio rosso lungo via Algarotti e a creare un giardino dinverno nella Piazza Lombardia. La magnolia sopravvissuta, il faggio morto nel 2009, sostituito da un piccolo faggio, mentre il giardino dinverno non mai stato realizzato e la Piazza Lombardia tristemente senza piante. Qualche albero stato piantato lungo viale Restelli sopra i parcheggi sotterranei, a ricordare i vari ambienti della Lombardia, il verde pensile sopra il tetto degli edifici di dieci piani non stato realizzato, torreggia un eliporto poco utilizzato per fortuna dei residenti dei palazzi intorno. Il Palazzo Lombardia, costato 400 milioni di euro, stato costruito
La storia del Bosco di Gioia, le immagini prima e dopo il taglio e i quadri di Dario Fo sono sul sito http://www.msacerdoti.it/bosco
www.arcipelagomilano.org parte, vero. Sul ritardo delle infrastrutture del ferro, urbane e regionali, anche lopposizione ha fatto troppo poco. Per quanto concerne il consumo del territorio agricolo certamente c stata una sottovalutazione del problema anche a sinistra. Non ignoto il fatto che da troppi anni molti Comuni coprono le spese correnti con gli oneri di urbanizzazione, e quindi interessati allincremento delle edificazioni. Il consumo di suolo in generale c stato per le residenze di coloro che fuggono dalla citt troppo cara. E nelle valli lombarde lenorme diffusione delle seconde case ha trasformato il panorama. Inoltre ci sono le grandi trasformazioni urbane, per il riuso di aree dismesse, ma spesso con indici volumetrici eccessivi concessi anche per reggere lincremento di valore per il passaggio di mano in mano delle propriet. Residenze di lusso o palazzi per uffici di prestigio, spesso pubblici, centri commerciali. Se ledilizia va bene tutto va bene era uno slogan ancora apprezzato anche a sinistra, anche se con sempre minore convinzione. invece tenace nei convincimenti dalla destra. Troppo a lungo se ne abusato come nel PGT di Moratti / Masseroli. Un abbaglio perch fondato su una sorta di illusione immobiliare. Mentre i grandi protagonisti del settore sono sempre pi in difficolt (prima Zunino ora Ligresti) le propriet dei suoli delle pi importanti operazioni sono finite nelle grandi banche e/o nel colosso triestino Assicurazioni Generali. Quale medicina per guarire la Regione Lombardia? indiscutibile che occorre unaltra idea di citt, ma non gi perch calata dallalto. Se cos fosse non si affermerebbe mai. Unaltra idea di citt la si pu trovare ricercando insieme un sentimento comune di appartenenza a una collettivit che orgogliosa di se stessa. La politica non certamente pi fatta di programmi che vengono calati dallalto sulla societ. Oggi la politica, quella buona, sapiente negoziazione tra interessi diversi alla ricerca di una sintesi. Naturalmente ci sono valori generali da affermare. E naturalmente i pareri sono diversi su molte questioni. La discussione va promossa, sollecitata anche con atti amministrativi innovativi. Che costringano a riflettere sulla impossibilit di continuare come prima. Che la libert di ciascuno trova un limite nella libert altrui. E magari si scopre che si diventa tutti pi liberi. Il caso della nuova Area C da questo punto di vista illuminante. Obbliga a ripensare come si pu garantire una mobilit migliore nella citt. Induce nuovi comportamenti negli spostamenti e rende percepibile che il cambiamento possibile, difende la salute e sconfigge lo stress da automobile. E ha pure il pregio di fornire risorse per migliorare il trasporto pubblico, per favorire luso della bicicletta, per indurre a passare alla mobilit elettrica. Se tutto questa significa anche riesaminare il ruolo delle societ partecipate dal Comune non certo un male. Non gi per formale adesione a nuove normative nazionali. Ma per una realistica valutazione di cosa pu essere utile alla collettivit. La SEA una societ che funziona discretamente, ma lungi dallessere lHub del Nord dItalia. Il destino degli aeroporti dipendono ormai dai vettori non dalla gestione degli aeroporti stessi. Orio al Serio un successo perch Ryan Air ha superato Alitalia (quella nuova che ci costata tanto). Il sistema degli aeroporti del nord va semplificato. Ma impossibile se tutti i vari Comuni obbligano le varie societ aeroportuali a continuare a esistere. I comuni non sono in grado di promuovere lo sviluppo del sistema. Non hanno neppure le risorse per i necessari investimenti. E gli stessi lavoratori hanno interesse che la situazione cambi, che vengano fatte scelte e soprattutto investimenti. Lalternativa la sempre maggior dipendenza dai nostri concorrenti di Germania e Svizzera. Quindi logico e corretto per il Comune vendere SEA, e vendere bene. Come pure bene vendere anche Serravalle, magari insieme alla Provincia perch anche qui non ci sono risorse pubbliche da investire. Vendere questi patrimoni il solo modo per avere risorse per altri investimenti indifferibili come i treni per la linea 1 del metro oppure per qualche prolungamento di metropolitane nellhinterland o per superare qualche strozzatura come Pagano che indebolisce la possibilit di servire bene la Fiera e lExpo. Quanto ad A2A, dismessi i sogni di grandezza internazionale, il caso di tornare a occuparsi del territorio a cominciare dalla eliminazione delle caldaie a gasolio (sono ancora moltissime nel centro citt, e dal teleriscaldamento, altra scelta indifferibile per la difesa della qualit dellaria, mentre a Cassano, a Turbigo e a Tavazzano nelle centrali termoelettriche si butta via lacqua calda. Quindi ritorniamo al territorio, riportiamo la sussidiariet al suo vero significato e vedrete che anche dentro CL coloro che come Vittadini, che sullargomento ha scritto anche recentemente, non potranno che essere contenti. Perch certamente dal terzo settore, laico e cattolico, senza egemonie forzate, possono venire quelle risorse per la difesa della solidariet, della coesione sociale, che sono indispensabili per una moderna societ aperta al futuro. I pubblici poteri non possono che esserne consapevoli nel loro nuovo ruolo di costruttori del consenso per unaltra idea di citt.
www.arcipelagomilano.org me difesa e che con fatica si cimentano nella discesa dalla sommit della taglia 64, verso la 58. Donne che ogni giorno lavorano (o cercano un lavoro) - in Italia quasi una donna su due fuori dal mercato del lavoro -, studiano (spesso con notevole successo), si occupano dei propri figli (con le difficolt determinate dalla mancanza dei servizi sociali), stabiliscono reti di solidariet e di affetti, come scrive Miriam Mafai nella prefazione. Le autrici ci fanno incontrare Mina, Ina Velleca, una degli invisibili che dormono alla stazione di Greco Pirelli, protagonista del grande gelo a Milano dove morire di freddo si pu e presidente di Linea Gialla, la prima onlus italiana creata e gestita da senza fissa dimora per aiutare chi vive per strada; le mamme vulcaniche protagoniste dell'emergenza rifiuti a Napoli, in prima linea per proteggere la salute dei propri figli contro un nemico, la discarica di Cava Sari che vomita ogni notte puzza e gabbiani; Matilde Sorrentino mamma coraggio assassinata per aver denunciato un giro di pedofili del Rione dei Poverelli a Torre Annunziata. Il racconto delle donne coraggio continua, nei caff letterari e nei blog. I proventi dell'antologia vengono donati dalle autrici all'Associazione di volontariato Smile again, nata per dare un aiuto alle donne del Bangladesh, Pakistan e Nepal sfigurate con l'acido, una pratica usata di solito per punire offese legate all'onore familiare. La questione femminile in Italia tutt'altro che superata, troppo il divario in termini di accesso alle opportunit del mondo del lavoro ancora attribuibile a differenze di genere e il nostro Paese non ancora un paese per donne: secondo The global gender gap Index 2011, il rapporto che studia le differenze fra uomini e donne, stilato dal World Economic Forum, lItalia continua a essere fanalino di coda e si trova al posto numero 74 su 135 nazioni, pi vicina a nazioni come il Bangladesh e il Ghana, che alle altre democrazie occidentali. Il posto migliore per essere donna infatti lIslanda. Per essere mamma la Norvegia (**). Ed degli ultimi giorni l'invito del Presidente Napolitano alle donne a farsi sentire, perch pi si faranno sentire, prima arriver il momento in cui ci sar anche una candidata donna al Quirinale e potr essere finalmente eletta. Presto, l'augurio del Capo dello Stato e non solo.
(*) Francesca Barra, Viola Di Grado, Alessandra Faiella, Raffaella Ferr, Barbara Garlaschelli, Manuela Iat, Emilia Marasco, Margherita Oggero, Carmen Pellegrino, Patrizia Rinaldi, Elvira Seminara, Cristina Sivieri Tagliabue, Buci Sopelsa, Cristin Zagaria.
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www.arcipelagomilano.org La domanda centrale: dov stato Gori in questi anni? rimanda allidea di ununzione e di un pedigree culturale, politico, ideale, indispensabile per fare politica che un classico della retorica terzinternazionalista; una domanda perentoria e ha una sola risposta: o con il nemico o nascosto, che lo stesso. Alla demonizzazione dellavversario Berlusconi si aggiunge la damnatio memorie sua, di tutti quelli che non hanno lottato insieme a Messina, di tutti i compagni di strada che sbagliano, di tutti i dubbiosi, di tutti gli ex, di tutti i montiani, di tutti insomma tranne gli amici miei. Fra le molte correnti del Pd abbiamo alfine anche quella identitaria che rivendica il primato lappartenenza. Insomma tornano i bordighisti, famosi per la loro inutilit politica o come diceva Togliatti per essere la punta avanzata della controrivoluzione.
Risponde L.B.G Gentile signora anchio resto in Lombardia a farmi curare ma, come dico nellarticolo, la buona sanit lombarda non un merito di Formigoni, che lha solo messa al servizio di CL coi pessimi risultati che vediamo leggendo la cronaca giudiziaria.
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www.arcipelagomilano.org to ma sicuramente utile e proficuo per il futuro turistico ed economico della citt, visti gli argini gi decrepiti e malconci. Cosa che invece non vedo accadere oggi dove per ovvie ragioni di sfruttamento economico e imperizia tecnica gli scarsi e modesti servizi turistici che ho avuto modo di vedere prevedono che il barcone viaggi a velocit sostenuta provocando un riverbero ondoso sicuramente insostenibile dallattuale stato delle strutture dei canali e perci destinato a sicure conseguenze negative.
RUBRICHE MUSICA questa rubrica curata da Palo Viola rubriche@arcipelagomilano.org Ascoltare la musica
In un filmato che ha girato a lungo su YouTube veniva mostrato un giovane bravissimo violinista che, in abiti dimessi e nel totale disinteresse del pubblico dei passanti - che si guardavano bene da versare lobolo richiesto - eseguiva una musica meravigliosa allangolo di una strada. Non lontano da lui si vedeva un assembramento di persone che, altrettanto disinteressate, erano in coda al botteghino di un teatro; lo stesso teatro in cui, di l a poco, lo stesso violinista avrebbe eseguito quello stesso programma mandando in visibilio le stesse persone che avevano pagato i biglietti a cifre iperboliche. Come dire che se non si paga non si gode. Ma proprio cos? La morale, un po diversa, che per essere capita ed apprezzata la musica deve essere ascoltata in uno stato di grande concentrazione e di profonda consapevolezza, altrimenti facile che a prescindere dalla sua intrinseca qualit venga confusa fra i tanti rumori e suoni che ci circondano. Anche il prodigioso canto di un uccello non viene apprezzato e goduto se non si nel silenzio, possibilmente soli, con la mente gi tesa ad ascoltare i suoni della natura. Non vorrei inimicarmi le potenti case discografiche, ma non credo che la diffusione della grande musica registrata abbia contribuito seriamente alla sua comprensione; anche se i dischi a furia di ascoltarli ci permettono di mandare a memoria i temi e ci mettono nella condizione di canticchiarli disinvoltamente, e magari anche di riconoscerli, ho sempre dubitato che lascolto dei CD in casa o in automobile aiuti a comprendere bene la musica e quindi a goderne in profondit. Con tutte le possibili eccezioni la mente riesce a concentrarsi sulla musica solo se si in un luogo deputato allascolto, se non si disturbati da altri pensieri, se nulla ci distrae, neppure la tosse dei vicini. E poi, difficile forse riconoscerlo, anche locchio sugli strumenti o sui gesti del direttore aiuta non poco a penetrare il senso di ci che si ascolta. Mi ricorda Stefan Coles, grande violinista promotore e direttore della Accademia Europea di Musica di Erba (www.accademiadimusica.org) che il grande Sergiu Celibidache si sempre rifiutato di registrare considerando il disco una conserva musicale e che oggi, con il digitale, tutto ci che ascoltiamo manipolato per eliminare ogni imperfezione e dunque i suoni che ascoltiamo sono pi quelli dei computer che non quelli dello strumento. Per buona pace degli ascoltatori-intenditori! Quanto agli impianti di riproduzione del suono ad alta fedelt - sempre pi sofisticati e sempre pi sorprendenti per la capacit di restituire distintamente il suono di ogni strumento dellorchestra, i dettagli del tocco di una tastiera o della voce di un soprano - credo siano una sorta di grande imbroglio. A parte la finta fedelt, pi ci viene ammansita lapparente veridicit dei suoni apparente perch i suoni in teatro si impastano, risentono degli echi della sala (una diversa dallaltra), e daltronde sono nati per essere ascoltati proprio cos pi ci si distrae dal vero contenuto della musica: come ascoltare la voce troppo suggestiva di un attore che ci distoglie dal senso delle parole, o essere presi dalle immagini troppo belle di un film che distraggono dalla storia che stanno narrando. Se si vuole andare al fondo della percezione non si deve essere distratti neppure dalleccellenza dei mezzi della comunicazione. La fortuna di avere a portata di mano le sale da concerto e i teatri dellopera una fortuna che tocca una piccola percentuale dellumanit dovrebbe farci riflettere sulla differenza abissale fra musica registrata, ovunque e comunque la si ascolti, e musica dal vivo ascoltata nelle sale adatte, e farci comprendere come la prima non sia neppure un surrogato della seconda ma sia addirittura fuorviante per la sua capacit di assuefarci e di toglierci lattenzione non solo rispetto al testo (quando ci troppo noto) ma anche rispetto alla sua esecuzione (in quanto condizionati da quella che - ascoltata troppo spesso - assurge a valore di oggettivit). interessante osservare cosa accade quando secondo una bella abitudine che si va diffondendo in questi anni si ascoltano in concerto le musiche dei film. Si pensi alle musiche di Prokofev per i film di Ejzentejn o quelle di Rota per i film di Fellini. Ne conosciamo a memoria i temi eppure in concerto come fosse la prima volta che le ascoltiamo in quanto musica. Le avevamo ascoltate come colonne sonore dunque in secondo piano rispetto allinteresse della vicenda narrata dal regista - e le riscopriamo daccapo quando ci concentriamo solo su di esse. Una vera rivelazione. In un certo senso quanto ci accade quando ascoltiamo dal vivo una musica che conosciamo molto bene grazie ai CD. come se finalmente ne scoprissimo lintimit, riuscissimo a guardarla negli occhi, a penetrarne lanima. Musica per una settimana Intorno a Pasqua pi facile ascoltare musica sacra nelle chiese che trovare aperte le sale da concerto. Segnaliamo due importanti programmi dellOrchestra Verdi. *venerd 6 allAuditorium lOrchestra Verdi diretta da Ruben Jais esegue la Passione secondo Giovanni di Johann Sebastian Bach per soli, coro e orchestra BWV 245, con il Coro diretto da Erina Gambarina e le voci di Paolo Lopez, David Hansen, Randan Bills, Makoto Sakurada, Christian Senn e Thomas Tatzl
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www.arcipelagomilano.org *luned 9 allAuditorium la Verdi Barocca diretta da Ruben Jais in un programma tutto bachiano con le Cantate Bleib bei uns BWV 6 e Widerstehe doch der Snde BWV 54 e lOratorio di Pasqua BWV 249 Poi riprende la programmazione normale a partire da *mercoled 11 al Conservatorio (Societ dei Concerti) con la Bron Chamber Orchestra che esegue un programma molto articolato con musiche di Bach, Mozart, Barber, poi ancora Bach, De Sarasate e Sinding. Tutte musiche per uno o pi violini e archi.
ARTE questa rubrica a cura di Virginia Colombo rubriche@arcipelagomilano.org Lazzi e sberleffi dipinti
Dario Fo un personaggio da tutti conosciuto. Uomo di teatro, Nobel per la letteratura, critico ironico sulla societ e i suoi vizi. Non tutti sanno, per, che Dario Fo anche pittore. Un amore di lunga data, quello con la pittura, iniziato da giovane durante i suoi anni passati allAccademia di Brera. Milano, sua citt di adozione, gli dedica una grande retrospettiva artistica, in cui sono presentate ben 400 opere create dallartista durante la sua lunga vita. I lavori di Fo sono tutti caratterizzati da una grande variet di stili e tecniche: le pitture dei primi anni, i collages, gli arazzi, fino ai monumentali acrilici pi recenti. In mostra anche oggetti di scena, maschere, marionette e burattini, tra cui quelli storici appartenuti alla famiglia Rame. Nutrita la presenza di disegni, schizzi, acquarelli, bozzetti di costumi, fondali, ampie scenografie, locandine e stampe che hanno caratterizzato la vita teatrale della coppia Fo-Rame. Invenzioni personalissime, come i dipinti in cui compare Roberto Saviano e i dipinti a tema politico e satirico, ma anche opere che sono un omaggio e una rilettura della storia dellarte e dei suoi maestri. Si parte dalle vere origini, la preistoria, con i lavori ispirati alle incisioni rupestri ma ai giorni nostri, attraversando i linguaggi della classicit greca e romana sino alla preziosit dei mosaici ravennati e bizantini. Linteresse di Dario Fo per larte del Medioevo e del Rinascimento testimoniato dai lavori che celebrano i rilievi scultorei del Duomo di Modena e di Parma, insieme agli studi e alle lezioni-spettacolo su Giotto e Pietro Cavallini, Mantegna, Giulio Romano, Michelangelo, Leonardo, Raffaello, Correggio e Caravaggio. Si arriva fino a Tiepolo e la storia dellarte si interrompe per far posto allopera teatrale di Rossini e al teatro di Molire. La mostra si conclude poi con una sezione dedicata alla formazione artistica di Fo, dai primi studi sul lago Maggiore fino al trasferimento a Milano, con la frequentazione dellAccademia di Brera, dove incontr maestri fondamentali come Achille Funi, Carlo Carr e Aldo Carpi. Durante il percorso venti schermi documentano sala per sala la mostra, attraverso le lezioni spettacolo tenute da Fo e Franca Rame, con anche una sala di proiezione, dove saranno visibili le rappresentazioni teatrali e i film creati dal duo di vita e darte. Grande successo ha riscosso nelle scorse settimane anche liniziativa Bottega dartista, un vero e proprio spazio in cui si ricreato, allinterno della mostra, il laboratorio creativo in cui lavora Fo, e che ha portato quasi duemila persone a contatto con lartista e i suoi collaboratori, per mostrare dal vero come nascono i disegni e i dipinti che porteranno poi ai canovacci rappresentati in scena. La Bottega dartista far parte del percorso espositivo fisso, mostrando strumenti e trucchi usati nella realt da Fo per creare i suoi dipinti. Dario Fo a Milano. Lazzi, sberleffi, dipinti. Fino al 3 giugno Orari: Luned 14.30 - 19.30. Marted, mercoled, venerd, domenica 09.30 19.30. Gioved e sabato 09.30 22.30 Costi: 9 intero 7,50 ridotto
Marina is present
Questa settimana il mondo dellarte milanese ha mormorato sempre e solo un nome: Marina. E la signora in questione riconosciuta internazionalmente come la regina delle performer, Leone dOro alla Biennale di Venezia del 1997, creatrice di performance scandalose e provocatorie. Va in scena Marina Abramovi. Si aperta con grande eco internazionale The Abramovi Method, un evento a met tra la retrospettiva e la presentazione di un grande, impegnativo nuovo lavoro dellartista serba. Questo nuova opera nasce da una riflessione che Marina Abramovi ha sviluppato partendo dalle sue ultime tre performance: The House With the Ocean View (2002), Seven Easy Pieces (2005) e The Artist is Present (2010), esperienze che hanno segnato profondamente il suo modo di percepire il proprio lavoro in rapporto al pubblico. Nella mia esperienza, maturata in quaranta anni di carriera, sono arrivata alla conclusione che il pubblico gioca un ruolo molto importante, direi cruciale, nella performance, dichiara la Abramovi. Senza il pubblico, la performance non ha alcun senso perch, come sosteneva Duchamp, il pubblico a completare lopera darte. Nel caso della performance, direi che pubblico e performer non sono solo complementari, ma quasi inseparabili. E allora ecco che questa volta il pubblico diventa totalmente protagonista e attore. Una ventina di volontari, guidati dalle indicazioni della Abramovi e dei suoi assistenti, prendono posto in installazioni che ricordano le tre principali posizioni usate dalluomo: lo stare in piedi, sdraiati o seduti. Seguendo le indicazioni dellartista, vestiti di camici bianchi e di cuffie insonorizzanti, i protagonisti dellAbramovi Method sono tenuti a stare 30 minuti in ogni posizione, in un percorso fisico e mentale il cui scopo quello di espandere i propri sensi, osservare, imparare ad ascoltare e ad ascoltarsi. Ma anche il pubblico protagonista. Per enfatizzare il ruolo ambivalente di osservatore e osservato, di attore e spettatore, centrale ai fini del concetto stesso di performance, Marina Abramovi mette alla prova il pub-
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www.arcipelagomilano.org blico anche nellatto apparentemente semplice dellosservazione: una serie di telescopi permettono infatti ai visitatori di osservare dallalto della balconata del PAC i protagonisti dellevento, concentrandosi su alcuni particolari. Una scelta non facile quella di partecipare alla performance, che richiede grande forza di volont e anche un pizzico di resistenza fisica, oltre che la consapevolezza di donare un paio dore del proprio tempo allarte e alla riflessione sulle nostre percezioni. Ma dinteressante c anche il lavoro The artist is present, video e riproduzioni della monumentale performance del 2010 che la Abramovi fece al MoMA di New York. Per tre mesi, sette ore al giorno, la Abramovi stata immobile e in silenzio davanti a oltre 1400 persone che, una alla volta, hanno avuto loccasione di sedersi davanti a lei, seduta in assoluto silenzio a un tavolo nellatrio del museo. I visitatori potevano sedersi di fronte a lei per tutto il tempo desiderato, e mentre lartista non aveva alcuna reazione di fronte ai partecipanti, la loro reazione era invece il completamento dellopera, permettendo ai visitatori di vivere unesperienza intima con lartista. Immagini emozionanti, che mostrano come ogni essere umano reagisca in modi assolutamente diversi: chi rideva, chi stava serio, chi aveva una faccia dubbiosa e coloro che invece, molti, si lasciavano andare alle emozioni, piangendo silenziosamente davanti allartista. Concludono il percorso una selezione di video con le performance pi famose della Abramovi, come Dozing Consciousness, 1997, Nude with Skeleton, 2002, Cleaning the Mirror I e II, 1995, The Kitchen. Homage To Saint Therese, 2010 e tanti altri. La scoperta di Marina Abramovic continua poi presso la galleria Lia Rumma, con la personale With eyes closed I see Happyness, fino al 5 maggio. Marina Abramovi - The Abramovi Method - fino al 10 giugno orari: luned 14.30 19.30, da marted a domenica 9.30 19.30, gioved 9.30 22.30; orari turni performance: luned 15.00/ 17.30, dal marted alla domenica 10.00/ 12.30/ 15.00/ 17.30; gioved 10.00/ 12.30/ 15.00/ 17.30/ 20.00;costi: biglietto unico performance + mostra dal 25 marzo: 12 Biglietto mostra: 8 intero, 6 ridotto
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www.arcipelagomilano.org Il 2012 sar un anno interamente dedicato allartista austriaco Gustav Klimt, in vista del suo 150 anniversario di nascita. Klimt (1862-1918), pittore sopraffino ed elegante, inventore dello stile liberty e padre di quella grande rivoluzione artistica che fu la Secessione viennese, verr celebrato in tutta lAustria con una serie di mostre ed eventi a lui dedicati, ma anche nel resto dEuropa, da Parigi a Barcellona, da Londra a Milano. Ed infatti Milano che apre le danze klimtiane con una mostra incentrata sul grande fregio di Beethoven, eseguito da Klimt nel Palazzo della Secessione costruito da Olbrich. Il Fregio di Beethoven, lungo 34 metri, stato infatti qui ricostruito nelle sue parti fondamentali, e accompagnato da 18 disegni originali correlati a questo misterioso e affascinante affresco. Loriginale, custodito a Vienna, fu dipinto da Klimt nel 1902 in occasione della XIV mostra del movimento viennese. Lesposizione, nata in seguito alla creazione della grande scultura policroma di Max Klinger dedicata a Beethoven, fu tutta dedicata alla celebrazione del compositore tedesco, cos amato e ammirato dagli artisti secessionisti. Beethoven era considerato lincarnazione del genio, colui che aveva creato la Nona Sinfonia, incarnazione dellamore e dellabnegazione artistica e spirituale. Ecco allora lorigine del fregio: ispirato dalla Nona, nella declinazione data da Wagner durante la sua esecuzione del 1846, quando Wagner stesso aveva anche descritto nel libretto le immagini che la composizione gli suggeriva. Secondo Wagner solo larte e la poesia avrebbero potuto riscattare lumanit verso una vita migliore. Il fregio ha dunque la stessa funzione liberatrice della musica, in contrasto alla morte e alla decadenza del mondo terreno. Ecco perch il giorno dellinaugurazione Gustav Mahler venne chiamato a dirigere proprio la Nona Sinfonia allinterno di quella sala. Lopera si compone di tre parti: Lanelito alla felicit, le Forze ostili e lInno alla gioia, la stessa sinfonia che pervade gli ambienti della mostra. Il fregio si pone quindi come la rappresentazione del percorso che il Cavaliere, luomo, dovr affrontare per raggiungere la Poesia, fanciulla affascinante e sensuale, meta del suo cammino. Ma la strada tortuosa: il Cavaliere dovr affrontare le Erinni, la Lussuria, la Malattia, il Dolore, il gigante Tifeo ecc. Il Cavaliere arriver finalmente nelle braccia della Poesia, circondato da un coro gioioso, traduzione visiva dellInno alla gioia di Schiller e musicato proprio da Beethoven. Un tripudio di oro e decorativismo, figure dalle linee eleganti e sinuose, capelli sollevati dal vento, visi taglienti e occhi espressivi, arabeschi e pietre preziose, per arrivare allopera darte totale, che prevedeva lintegrazione delle diverse discipline artistiche (pittura, scultura, grafica, design, arte decorativa e architettura). Qui sembra esserci tutto. Fondamentali diventano allora i disegni, schizzi e studi preparatori fatti per i personaggi del fregio e per le figure femminili cos amate e a volte sfuggenti, che popolano i dipinti di Klimt. Ragazze esili e sensuali, colte in pose naturali, quasi distratte, un esercito di modelle che si aggirava per latelier del maestro viennese. Completano lesposizione i manifesti originali della Secessione, realizzati dai compagni di Klimt: Koloman Moser, Alfred Roller, Ferdinand Hodler e Leopold Stolba; con anche alcuni numeri di Ver Sacrum, lo strumento di divulgazione realizzato dagli artisti secessionisti, rivista/catalogo/opera darte totale della loro estetica. Gustav Klimt - Disegni intorno al fregio di Beethoven fino al 6 maggio, Spazio Oberdan Orari: Marted e gioved: dalle 10.00 alle 22.00. Mercoled, venerd, sabato, domenica: dalle 10.00 alle 19.30 - Luned chiuso Ingressi: intero 8,00 , ridotto 6,00 / 7,00
LIBRI questa rubrica a cura di Marilena Poletti Pasero rubriche@arcipelagomilano.org Dallecologia allecosofia
Percorsi epistemici ed etici tra Oriente e Cristianesimo, tra scienza e saggezza Luciano Valle Ibis, 2011
mercoled 11 aprile, ore 18, il saggio sar presentato, a cura di Unione Lettori Italiani presso Palazzo Sormani, sala del Grechetto, via F. Sforza 7, Milano Nella fase storica attuale, se da una parte sembra imporsi sempre di pi nelle priorit delle strategie economico-politiche quella che finora stata riduttivamente definita la questione ambientale, si rivela dallaltra linadeguatezza della cosiddetta ecologia empirica. Come pure la conoscenza delle emergenze ambientali, la denuncia delle responsabilit che ne sono allorigine, e la coscienza del gravissimo rischio che esse costituiscono per la sopravvivenza nostra e del pianeta vivente leuristica della paura, insomma si rivelano da sole insufficienti a produrre la grande mobilitazione materiale e morale in questo momento necessaria allumanit. In questo contesto si inserisce lultimo libro di Luciano Valle, filosofo da trentanni impegnato nello studio, nella ricerca e nella diffusione di una cultura che sia sintesi dialettica tra scienza, tecnica, religione, etica, nuova epistemologia, senso della bellezza, legame empatico con la natura. Lopera si presenta come il primo tentativo, nel nostro paese, di un percorso complesso di cultura ecosofica. Il suo senso quello di un abitare con saggezza ecologica, che assuma come progetto di vita un rapporto di dialogo, di amore e di rispetto per la natura, attraverso una sintesi di teoria e prassi, di teoria ed etica, di scienza e mistica, di Oriente e Occidente, di tradizione e innovazione. Lecosofia, insomma, come forma di un nuovo umanesimo planetario. Attraverso un percorso di sintesi tra Oriente, Cristianesimo e pensiero scientifico moderno, lautore arriva a definire i lineamenti di unetica ambientale che non sia un dover essere, ma sia innanzitutto espressione e risultato di una rivoluzione epi-
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stemica, di una nuova concezione del mondo, dellessere umano e del rapporto dellessere umano col mondo. Unetica fondata sul rapporto della scienza con le grandi tradizioni culturali e spirituali, sulla critica a una concezione strumentale del mondo e sulla rivalutazione della naturacreazione come soggetto altro con cui porsi in un rapporto di dialogo. Ed fondamentale che luomo si apra alla conoscenza del reale facendo entrare in scena lepistemologia del cuore. Cuore che non si contrappone alla ragione ma, secondo la definizione di Pascal poi ripresa da Bateson, rappresenta una ragione pi larga capace di mettere in dialogo, sulla scia della riflessione di Einstein, scienza e tecnica con la bellezza del creato. La struttura complessa dellopera testimonianza di una lunga storia. Queste pagine, infatti, non sono il risultato di un lavoro puramente teorico, bens il frutto di una riflessione che ha accompagnato e ispirato e si , a sua volta, ispirata a molteplici
itinerari di progettualit che si sono come scanditi nel corso di trentanni. Dopo averci introdotto al concetto di ecosofia, e avere poi concluso la storia del pensiero ecosofico con il punto sullattuale dibattito, lautore ci presenta alcune tra le grandi figure che hanno scandito la maturazione della saggezza ecologica. Il discorso si completa con il capitolo dedicato ad alcune delle forme, tra le pi esemplificative, che sostanziano il nostro abitare con saggezza. A questo punto lattenzione si sposta sui tre grandi percorsi Cristianesimo, Oriente, moderna epistemologia la cui sintesi allorigine della proposta ecosofica dellautore. A conclusione, unindagine approfondita chiarisce come la scienza moderna sia stata sempre accompagnata nel suo sviluppo dal contrapporsi dellepistemologia del cuore di impronta pascaliana allo sterile meccanicismo antropocentrico di matrice cartesiana. Per concludere: c bisogno, per lumanit intera, di acquistare sag-
gezza ecologica. Non ci troviamo di fronte a unemergenza settoriale la questione ambientale ma a un punto di svolta verso un cammino in cui le vecchie categorie della modernit, che pure tanti meriti hanno avuto nello sviluppo dellumanit, non possono pi esserci di aiuto. Occorre ripensare dalle fondamenta la presenza umana sulla Terra, operare unautentica rivoluzione del nostro modo di interpretare le relazioni tra noi e la natura/creazione. Di questo ripensamento globale, da un ventennio, tappa essenziale per lautore filosofo cattolico con unimpostazione neofrancescana, neoschweitzeriana, neogandhiana la scelta etica vegetariana, che per lui si configura come un momento tra i pi alti della rivoluzione nel modo di pensare, sentire, agire, proposta in queste pagine. Una rivoluzione che deve manifestarsi anche con lamore e lempatia per il Creato e le creature non umane. (Marco Di Marco)
TEATRO questa rubrica a cura di Emanuele Aldrovandi rubriche@arcipelagomilano.org Oscar Wilde, il clown dal cuore infranto
adattamento teatrale e regia Simone Toni con Fausto Cabra, Federica Castellini, Andrea Luini, Stefano Moretti assistente alla regia Diana Manea, scene e costumi Alessandra Gabriella Baldoni, luci Fiammetta Baldiserri musiche Carlo Borsari, produzione Gli incauti, in collaborazione con Teatro Consorziale di Budrio
In letteratura odio il volgare realismo: un uomo che osa chiamare vanga una vanga dovrebbe essere costretto a usarla, cos scriveva Oscar Wilde. Ma, per un paradosso che sicuramente lui avrebbe gradito, il modo migliore per metterlo in scena, ora, forse davvero una forma di realismo non certo volgare ma piuttosto ludico che permetta ai suoi dialoghi brillanti di brillare. Oscar Wilde uno di quegli autori cos particolari, cos riconoscibili nella loro unicit da non poter essere usato come pretesto. E, se talvolta succede che i testi scritti apposta per il teatro diventino pretesti per una messa in scena che poi si distanzia dallo stile e dal gusto dellautore, ci capita ancora pi spesso quando, come in questo caso, non si lavora su una pice unica ma si fa un adattamento a partire da tanti materiali diversi (in larga parte non teatrali, come ad esempio gli epistolari). E il merito principale di Simone Toni stato quello di non volere sovrapporre troppo una sua poetica a quella, gi cos forte, unica e preziosa di Oscar Wilde. La messa in scena infatti priva di sperimentazioni o vezzi che in questo caso sarebbero risultati inutili. Wilde, il suo compagno, un amico e il giudice si muovono in uno spazio simbolico di facile comprensione che si alterna fra la prigione, il tribunale e luoghi mondani di Londra o Parigi. Tutto quel che succede a completo servizio della parola, e le parole sono brillanti e poetiche, ironiche e amare, e sempre interessanti. La vicenda narrata non una di quelle scritte da Wilde, ma una parte della vita dello stesso autore: il processo per sodomia, la successiva condanna e la prigionia passata a scrivere lettere senza ricevere risposte. Wilde scriveva che sempre la vita a imitare larte e non viceversa, e non ci riesce difficile credere (testimonianze alla mano) che lui tentasse davvero di vivere imitando quel che scriveva. Questo laspetto pi interessante che emerge dallo spettacolo: una persona che si immola in nome di un ideale frivolo come quello estetico ma che, con la sua devozione, lo fa diventare nobile e perfino sacro. Wilde avrebbe potuto essere meno eccentrico e provocatorio durante il processo, ma non sarebbe stato se stesso, avrebbe fatto trionfare la vita sullarte, negandosi. Fausto Cabra interpreta bene un ruolo difficile e tutti e quattro gli attori recitano in modo a tratti quasi declamato che, se in altri contesti potrebbe risultare un po datato, in questo perfetto perch conferisce la giusta attenzione alle parole e fa s che, uscendo dal teatro, venga una gran voglia di andarsi a leggere (o rileggere) lopera completa di Oscar Wilde. Teatro Filodrammatici dal 27 marzo al 5 aprile
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In scena Al Piccolo Teatro Strehler fino al 5 aprile Santa Giovanna dei macelli di
Bertold Brecht, regia di Luca Ronconi. Al Teatro I fino al 5 aprile La paura, di e con Elena Bucci.
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