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;;

John Locke azionista


delle compagnie coloniali.
Una chiave di lettura
del Secondo trattato sul governo
*
di Francesco Galgano

La societ politica del tempo di John Locke


Si suole attribuire a John Locke il merito indiscusso davere, per primo
nella storia del pensiero politico, costruito un modello ideale di Stato
come comunit di uguali, governata dalla volont della maggioranza
:
. Ma
non cera nel suo Secondo trattato sul governo, apparso nel :o,c
:
, dove si
trova delineata questa costruzione, nullaltro se non la rappresentazione
concettuale del sogno di un losofo? Questa conclusione domina la sto-
riograa politica: nessuna situazione di tal genere ha avvertito John
Dunn esisteva nellInghilterra del XVII secolo, o in qualsiasi comunit
politica di lunga durata menzionata da Locke
,
. Vero che la fonte della
sua ispirazione non poteva essere, se non in minima parte, il sistema poli-
tico inglese a lui contemporaneo. Per quanto gli inglesi amino considerare
il proprio paese come la terra natale del moderno sistema parlamentare,
facendone risalire lorigine addirittura al Medioevo

, il parlamentarismo
inglese del Seicento era ancora espressione delle istituzioni feudali, sia
pure di istituzioni pervenute ad una loro evoluta espressione. Fin dalle
origini avevano conosciuto il ius consilii, ossia il diritto dei vassalli e, a
partire dal Duecento, anche dei borghesi, di essere consultati dal sovrano.
Lo ius consilii si era sviluppato, in Inghilterra come del resto altrove, no
ad assumere la forma di organizzazioni collettive (le assemblee di stati
o le cortes o le diete) per la rivendicazione di privilegi che signori feu-
dali e borghesi facevano valere verso il re, reclamando il loro preventivo
consenso alladozione di gravi decisioni sovrane, come per entrare in
guerra (ci che implicava la mobilitazione armata degli abitanti dei feudi e
delle citt) o per imporre nuove tasse, secondo lemblematico no taxation
without representation. Il che valeva per la Camera dei Lords, di nomina
regia, come per la Camera dei Commoners, sudditi di condizione sociale
inferiore a barone, che su base elettiva rappresentava gli esponenti della
borghesia agraria e commerciale e delle professioni liberali.
Dimensioni e problemi della ricerca storica, n. 1/:vv;
;
FRANCESCO GALGANO
Le categorie ordinanti lorganizzazione dei regni erano ancora quelle
del diritto privato. Gli acts o i bills che le Camere strappavano al sovrano
erano altrettanti patti, che trovavano corrispettivo nel sostegno nanziario
o militare che i sudditi gli promettevano. E i rappresentanti che sedevano
nella Camera elettiva erano concepiti come mandatari dei loro elettori,
vincolati da un mandato imperativo.
Lesperienza che aveva alimentato nel losofo di Oxford lideale
di unassemblea di uguali, quale unico consesso rappresentativo della
comunit nazionale, deliberante a maggioranza e detentore del primato
sullesecutivo, risiedeva forse nel successo della Rivoluzione borghese
del :o, quando re Guglielmo e la regina Maria dovettero promettere
di governare secondo le leggi convenute in Parlamento
,
. Ma la Ca-
mera dei Comuni era ancora unassemblea ristretta, eletta da un corpo
elettorale che, per limposizione del selettivo criterio di un elevato censo
(una rendita annua di seicento sterline), arrivava appena ad un sesto
della popolazione maschile complessiva. Era forse lannuncio della ne
dellassolutismo monarchico, ma ad esso era subentrata la duplice e
antagonista oligarchia degli aristocratici e dei borghesi.

La East India Company


e le partecipazioni azionarie di John Locke
Pi probabile che lispirazione gli provenisse da altrove.
C un fatto che la storiograa politica trascura: quando Locke scri-
veva il suo Secondo trattato, da quasi un secolo si affollavano a Londra le
assemblee delle compagnie coloniali e, pi importante fra tutte, lassem-
blea della East India Company; ed in quelle assemblee accadeva ci
che nelle assemblee politiche del tempo sarebbe apparso inconcepibile:
lords e commoners si trovavano gli uni accanto agli altri e insieme discu-
tevano e votavano; avevano pari titolo per essere eletti nel consiglio di
amministrazione, dove insieme sedevano, e votavano a maggioranza di
numero, su un piede di perfetta parit
o
. Altro fatto da non trascurare
che Locke, economicamente benestante, possedeva azioni delle compa-
gnie coloniali e, anzi, gli viene rimproverato dessere stato azionista della
Royal African Company, sicch ricavava dividendi delle compagnie di
trafcanti di schiavi
;
. Gli si contesta anche il pervasivo commercialismo
delle metafore che usa

, in verit rivelatore delle esperienze di cui, con


tutta probabilit, la sua riessione si nutriva.
Le otte armate dalla Compagnia delle Indie aprivano allInghilterra,
a partire dal :,,: e per tutto il corso del Seicento e del Settecento, le vie
per la conquista del mondo, facevano di essa un grande impero. La East
;,
JOHN LOCKE AZIONISTA DELLE COMPAGNIE COLONIALI
India Company, fondata per privilegio concesso dalla regina Elisabetta,
fu fra le prime grandi imprese dellera moderna, larchetipo di quella che
diverr, con le codicazioni dellOttocento, limpresa in forma di societ
per azioni, caratterizzata da capitale diviso in azioni trasferibili, nelle mani
di soci che godono del benecio della responsabilit limitata
,
.
Prima di allora, e ancora no a tutto il Settecento in Italia, la colla-
borazione economica fra mercanti e aristocratici non era andata oltre le
forme, discrete, della societ in accomandita. Il nobile vi assumeva la veste
di socio accomandante: afdava danaro al mercante che lo faceva fruttare
nei suoi commerci, assumendone quale socio accomandatario lillimitato
rischio; il rischio dellaccomandante era, per contro, limitato al capitale
conferito, ed egli restava del tutto escluso dalla gestione, n il suo nome,
essendogli vietata la mercatura, poteva gurare nella ragione sociale
:c
.
Con la Compagnia delle Indie nasce, grazie allincentivo della in-
corporation, implicante lestensione a tutti i soci del privilegio della
responsabilit limitata, la prima forma di impresa a capitale diffuso, che
si alimenta con lappello al risparmio di massa. In essa afuiva, contri-
buendo alla sua potenza, lapporto di capitale di rischio di tutte le classi
detentrici di ricchezza, dellaristocrazia e del clero come della borghesia;
ciascuna di esse reclamava, in ragione del suo apporto, la partecipazione
al governo della compagnia. Se vero che lideale di una societ fra uguali
nacque nellInghilterra, e con esso prese vita lidea di un governo della
maggioranza, esso si tradusse in realt in quello Stato nello Stato che
era, secondo una diffusa sua qualicazione, la East India Company,
per poi diventare, secondo lintuizione di Locke, regola di governo dello
Stato in quanto tale
::
.
Il principio di maggioranza enunciato nella charter della incorpora-
tion, concessa al sovrano, che permette to make reasonable laws by the
greatest part of a general assembly. Si trattava, certo, di una singolare
democrazia: si avvicinava, per certi aspetti, alla moderna democrazia poli-
tica e si era ancora lontani dalla moderna democrazia economica, perch
si votava per teste e non per quote di capitale, ed ogni azionista disponeva
di un voto, quale che fosse il numero delle sue azioni
::
. Il principio della
maggioranza di numero era a tal punto sentito che, per evitare laccapar-
ramento di pi voti da parte di singoli con lespediente di prestanomi, si
faceva giurare ai partecipanti alle assemblee di essere effettivi proprietari
delle azioni. Ci si allontanava, per altri aspetti, e tanto dalla moderna
democrazia politica quanto dalla moderna democrazia economica: per
entrare a fare parte della societ occorreva pagare unalta tassa di iscrizio-
ne, precludendone laccesso alla nobilt decaduta e alla piccola e media
borghesia; e il trasferimento delle azioni era sottoposto a vincoli diretti
ad impedire lingresso in societ di outsiders. Cos, allantica difesa degli
c
FRANCESCO GALGANO
interessi di casta, tradizionale della nobilt, si aggiungeva la nuova altret-
tanto strenua difesa degli interessi dellalta borghesia, riproducendo in tal
modo alcuni tratti di quella che sarebbe rimasta, anche nelle fasi successive
della democrazia politica, la limitazione del suffragio elettorale secondo il
criterio del censo. Nellassemblea aristocratici e borghesi condividevano
i poteri sovrani: il consiglio di amministrazione, una volta eletto, non era
libero di esercitare a propria discrezione le proprie attribuzioni: i suoi
componenti, al pari degli eletti nella Camera di Comuni, erano sottoposti
al vincolo di mandato; al momento dellelezione erano tenuti a giurare di
seguire fedelmente le istruzioni e le decisioni dellassemblea
:,
; e anche
sotto questo specico aspetto la democrazia economica che si realizzava
nella compagnia coloniale corrispondeva alla democrazia politica pensata
da Locke, il quale assegnava al potere legislativo la supremazia sul potere
esecutivo. Si legge nel Secondo trattato che
in ogni caso, sin che il governo sussiste, il potere supremo il legislativo, perch
ci che pu dar leggi ad altri deve necessariamente essergli superiore, e tutti
gli altri poteri, in qualunque membro o parte della societ si trovino, debbono
derivare da esso ed essergli subordinati
:
.
Le compagnie coloniali non erano solo un affare economico; erano anche
un affare di Stato: con esse aristocratici e borghesi, deliberanti assieme,
muovevano navi da guerra ed eserciti sotto il vessillo britannico, conqui-
stavano nuove terre nel nome di Sua Maest
:,
. La East India Company
aveva fondato citt, come Calcutta e Bombay; esigeva tributi nel Bengala,
aveva esteso la sua inuenza in tutta lIndia, nel Nepal e nella Birmania.
Al principio dellOttocento teneva sotto il suo controllo :o: milioni di
asiatici per milioni di chilometri quadrati; aveva :, mila unit di perso-
nale civile, di cui , mila europei; era difesa da :oc mila soldati e :, mila
marinai. Fu per la Gran Bretagna la fonte di sterminate ricchezze: non
solo per i prodotti che importava nel territorio nazionale, ma soprattutto
per la ricchezza monetaria che ne ricavava con la loro vendita allestero.
Nel :, la compagnia trasmise tutti i suoi possedimenti alla Corona, e la
sua sterminata ricchezza privata si tradusse in dominio regio. Gli azionisti
furono trasformati in creditori ipotecari dellImpero.
C nella East India Company lanticipazione della moderna impresa
transnazionale, per la prevalenza delle propriet allestero e della forza
lavoro estera; ma c anche lanticipazione dei tratti caratterizzanti lo Stato
moderno. Solo pi tardi la borghesia former, con i propri rappresentanti
nella Camera dei Comuni, il governo di Sua Maest; solo allora prender
vita il lento e contrastato processo di trasformazione dellInghilterra da
Stato aristocratico a Stato borghese, nel quale la Camera dei Lords viene
progressivamente esautorata a vantaggio della Camera dei Comuni. Non
:
JOHN LOCKE AZIONISTA DELLE COMPAGNIE COLONIALI
sar la prima volta che la borghesia inglese accede al governo della cosa
pubblica. Fra lassemblea della East India Company deliberante a
maggioranza e lassemblea parlamentare del Regno Unito, che forma a
maggioranza la politica nazionale, ed esprime il governo di Sua Maest,
c un evidente nesso di continuit. La prima aveva preparato la seconda;
ne aveva posto le premesse.

Confronto con le compagnie coloniali francesi


Il modello inglese di compagnia coloniale si riproduce in Francia nella
seconda met del Seicento, ma con una signicativa variante. Intanto c
da dire che gi dal Medioevo, dai tempi di Filippo il Bello, la borghesia
aveva assunto, quale terzo stato, un proprio ruolo nellorganizzazione
politica della monarchia francese; e i rappresentanti della borghesia, quan-
do il re convocava gli stati generali, si riunivano in assemblea comune
con i rappresentanti del primo e del secondo stato, dellaristocrazia e
del clero. Ma in questo antecedente storico dei moderni parlamenti (nei
Paesi Bassi il parlamento ha tuttora conservato lantica denominazione
di stati generali), i rappresentanti dei tre stati non votavano per teste,
bens per ordini, e prevalevano agli occhi del sovrano quelli dei tre stati
che si fossero trovati in maggioranza. N erano liberi di votare a proprio
piacimento, essendo invece vincolati, come accadeva nella Camera dei
Comuni inglese, dallimperativo mandato ricevuto. La riunione in unica
assemblea, o in assemblee che si svolgevano contemporaneamente, ma
in sedi separate, non dava luogo ad unitarie deliberazioni a maggioranza,
impensabili in epoche nelle quali le classi e caste dominanti non avreb-
bero mai accettato e, di fatto, mai accettarono, neppure nellestrema
occasione degli stati generali convocati da Luigi XVI nel fatidico :;, di
rinunciare ai propri privilegi e di mescolare i propri voti con quelli degli
aborriti borghesi.
Gli stati generali avevano avuto, nella storia di Francia, alterne fortu-
ne, in dipendenza della minore o maggiore forza dellassolutismo monar-
chico. Durante i regni di Luigi XIV e di Luigi XV, proprio dellepoca dei
grandi successi delle compagnie coloniali, non erano mai stati convocati.
Gli ultimi stati generali si erano tenuti nel :;:,.
La volont di grandezza di Luigi XIV, unita allimpellente bisogno di
risanare le nanze del regno, inducono il monarca ad emanare editti che
spalancano senza limiti laccesso allazionariato delle Compagnie delle
Indie. Non c, a differenza di quanto accadeva in Inghilterra, alcuna
tassa di ammissione, n ci sono preclusioni relative alla condizione so-
ciale o alla nazionalit degli azionisti, cui si chiede solo un conferimento
:
FRANCESCO GALGANO
in societ non inferiore a mille libbre. Nella Dclaration du roi del :oo,
che autorizza la costituzione della Compagnia delle Indie Orientali, si
legge allart. : che essa
sar formata da tutti i nostri sudditi di qualsiasi nazionalit e condizione essi siano,
i quali vogliono entrarvi, per quelle somme che essi stimeranno opportune.
Altrettanto si legge allart. : della coeva Dclaration che autorizza la co-
stituzione della Compagnia delle Indie Occidentali. La monarchia fa di
tutto per incentivare lafusso di capitali: dispongono lart. , delloctroi
della Compagnia delle Indie Orientali e lart. , di quello della Compagnia
delle Indie Occidentali che tutti gli stranieri e sudditi di qualunque
Principe o Stato potranno entrare nella suddetta Compagnia; e per gli
stranieri, perch conferiscano somme maggiori, si pregura un incentivo
ulteriore:
quelli che avranno conferito ventimila libbre saranno reputati regnicoli senza
che occorrano lettere di nazionalizzazione, ai quali effetti i loro parenti anche
se stranieri succederanno loro in tutti i beni che essi abbiano in questo regno
:o
.
E veniamo alla posizione che Luigi XIV assume di fronte alle contrapposte
classi, o stati, dellaristocrazia e della borghesia. Alla prima, lancia, con gli
articoli appena citati, un messaggio rassicurante: i nobili potranno entrare
a far parte della compagnia senza che per ci stesso essi deroghino alla
loro nobilt e ai loro privilegi. La loro condizione , in questo modo,
differenziata: in quanto soci, essi partecipano alle assemblee della Com-
pagnia, venendosi cos a trovare su un piede di parit con i borghesi, e
il loro voto vale, nelle deliberazioni a maggioranza dellassemblea, tanto
quanto il voto dei soci borghesi; fuori della Compagnia, ci nondimeno,
essi conservano la condizione di appartenenti ad una classe privilegiata,
e continuano a fruire nel regno dei diritti che ineriscono al loro stato, e
dei quali i borghesi non sono ammessi a fruire.
Le francesi Compagnie delle Indie, a differenza della compagnia
inglese, praticano la separazione dei poteri fra assemblea e organo am-
ministrativo: la prima nomina gli amministratori e approva il bilancio
da essi presentato; il secondo dirige limpresa. Qui non c, come nelle
compagnie inglesi, il mandato imperativo; qui non si ritrova la sovranit
assembleare predicata da Locke; si ritrova, piuttosto, lanticipazione di
Montesquieu
:;
. il modello dal quale attingeranno, a partire dal codice
di commercio francese del :c;, le moderne legislazioni sulla societ per
azioni. Il codice di commercio non ha inventato niente, commenter
Troplong
:
; esso ha copiato, n poteva fare di meglio, sicch
,
JOHN LOCKE AZIONISTA DELLE COMPAGNIE COLONIALI
nella disciplina del codice di commercio, improntata a quella delle antiche com-
pagnie, la qualit di socio si distacca interamente dalla qualit di amministratore,
bench le due qualit possano riunirsi in testa alla medesima persona.
Neppure le compagnie francesi, come quelle inglesi, conoscono la re-
gola plutocratica delle deliberazioni a maggioranza di capitale, quale si
affermer solo a partire dalle codicazioni dellOttocento: si vota qui a
maggioranza di numero, come nellassemblea della compagnia inglese.
La plutocrazia si manifesta sotto altro aspetto, negando il diritto di voto
ai piccoli azionisti, cui concesso solo, in proporzione alla quantit di
azioni possedute, il diritto agli utili. Per la Compagnia delle Indie Orientali
lart. :, delleditto di Luigi XIV stabilisce:
non potr nessuno degli interessati alla Compagnia avere voto deliberativo per
lelezione dei direttori se non avr almeno o.ccc libbre; n eletto per essere
direttore generale se non ha almeno :c.ccc libbre e direttore per le province
:c.ccc libbre di interesse nella detta Compagnia.
E lart. delleditto relativo alla Compagnia delle Indie Occidentali:
coloro che conferiranno nella Compagnia da :c a :c.ccc libbre, sia francesi sia
stranieri, potranno assistere alle assemblee generali ed avere voto deliberativo.
E quelli che vi conferiranno :c.ccc libbre e oltre potranno essere eletti direttori
generali.
Ma la pi signicativa variante, rispetto al modello inglese, sta nella
composizione dellorgano esecutivo. Nei consigli di amministrazione
della compagnia inglese potevano, a pari titolo, sedere nobili e borghesi,
purch eletti dallassemblea, e nella collaborazione fra i primi, che vi ap-
portavano la propria inuenza sulla Corona, ed i secondi, che facevano
valere la loro destrezza negli affari, risiedeva lessenza dellesperimento
inglese, come Trevelyan ha fatto notare con il giudizio sopra riportato. In
Francia, per contro, non chiunque poteva essere eletto amministratore
delle compagnie. I due editti dispongono al riguardo che
i direttori saranno scelti nel numero dei mercanti e negozianti, almeno per i tre
quarti e per laltro quarto di mercanti ritirati dal commercio, di nostri segretari,
di Casa e di Corona, che siano stati nel commercio e di due borghesi quantun-
que non abbiano fatto alcun commercio, e senza che il numero di due possa
aumentare, n che alcuna altra persona di qualunque stato, qualit e condizione
possa essere eletto direttore
:,
.
Laristocrazia francese, questo noto, non godeva della stima di Luigi XIV;
ed noto che gi nel governo del regno il sovrano laveva drasticamente

FRANCESCO GALGANO
esautorata, dislocando nelle province funzionari di nomina regia al posto
della nobilt locale (chiamata tutta a fargli corona alla corte di Parigi), e
cos avviando la trasformazione dello Stato feudale in Stato burocratico.
Meno noto che dalla gestione delle grandi imprese coloniali laveva
del tutto esclusa, riponendo nella classe mercantile tutta la sua ducia.
Ne aveva s sollecitato lapporto di ricchezza, e talvolta glielaveva ad-
dirittura imposto, come nel caso di azionisti di nomina regia; ma non
laveva voluta, neppure come compartecipe, al comando delle imprese
doltremare. Alle compagnie coloniali erano concessi dal sovrano veri
e propri jura regalia: esse comandavano, sotto la bandiera di Francia,
otte ed eserciti; ma erano borghesi, non gi aristocratici, quelli che ne
assumevano le supreme decisioni.
Le Compagnie delle Indie saranno sciolte, siccome basate su un
privilegio sovrano, con legge del :o-:, germinaio dellanno II della Rivo-
luzione francese. Ma il modello sulla base del quale si erano conformate
sar presto rilanciato dalla codicazione napoleonica, siccome
mezzo efcace per favorire la formazione delle grandi imprese, per attirare in
Francia capitali stranieri, per associare le mediocri ricchezze e quasi la povert
ai vantaggi delle grandi speculazioni, da aggiungere al credito pubblico e alla
massa circolante nel commercio
:c
.
Nella loro pi che secolare esperienza le compagnie coloniali francesi
avevano, al pari di quella inglese, anticipato la struttura dello Stato demo-
cratico: per la presenza di unassemblea a larga base sociale che delibera
a maggioranza di numero; ma anche, quelle francesi, per la separazione
fra il potere deliberativo e il potere esecutivo, attribuito ad un organo
distinto dellassemblea, che ripete da questa la propria nomina e che a
questa rende conto della propria gestione.

Dalla democrazia economica delle compagnie coloniali


alle democrazie politiche di Francia e di Inghilterra
Si sopra ricordato che n Luigi XIV, n Luigi XV convocarono mai gli
stati generali; li fece convocare, su pressione della nobilt e del clero,
nel tentativo estremo di salvare lancien rgime, Luigi XVI, incaricandone
il ministro delle Finanze Jacques Necker, tanto abile banchiere quanto
pessimo politico; e in quella occasione, era il :c giugno :;,, il terzo stato
si oppose, per bocca di Emmanuel-Joseph Sieys, allantica gerarchia,
riproposta da Necker, che lo relegava allultimo posto della gerarchia
sociale, e pretese che lassemblea votasse non per ordini, ma per capi. Non
era una novit assoluta: era quel principio della maggioranza di numero
,
JOHN LOCKE AZIONISTA DELLE COMPAGNIE COLONIALI
che per oltre un secolo era stato sperimentato, computando assieme voti
borghesi e voti aristocratici, nelle assemblee delle Compagnie delle Indie.
Aristocrazia e clero invocarono ancora il privilegio della votazione per
ordini, che permetteva loro di conservare il predominio: non si resero
conto che, se avessero votato per teste, avrebbero salvato la testa.
Il :; giugno i rappresentanti del terzo stato, sotto la guida di Sieys, si
costituirono in assemblea nazionale, ed alla seduta parteciparono anche
rappresentanti degli altri due stati. A maggioranza di numero lassemblea
nazionale proclam il principio, poi recepito nella costituzione del :;,:
e nelle successive costituzioni repubblicane, che la sovranit appartiene
alla Nazione e che gli eletti la rappresentano, senza alcun vincolo di
mandato rispetto agli elettori
::
. La democrazia economica sperimentata
dalle compagnie coloniali si era tradotta in democrazia politica.
Sieys, un ecclesiastico eletto dal terzo stato, aveva pubblicato, pochi
mesi prima, nel gennaio del medesimo :;,, un saggio dal titolo Quest-ce
que le tiers tat?; nel quinto capitolo aveva proclamato che il principio
di maggioranza maxime incontestable
::
. Passer alla storia del pen-
siero politico come linventore della costituzione francese
:,
; avrebbe poi
rischiato la testa: la Restaurazione del ::, lo condanner allesilio come
regicida.
Se non, come pure probabile, nel Secondo trattato sul governo di
Locke, la cui opera nota agli Enciclopedisti
:
, la fonte cui Sieys si era
ispirato risiedeva nel Contratto sociale che Jean Jacques Rousseau aveva
pubblicato a Ginevra nel :;o:, il solo fra i grandi dellIlluminismo conti-
nentale che avesse mostrato di aspirare, sdando il ferreo dispotismo della
monarchia, ad una repubblica fondata sulla volont della maggioranza,
semplice o qualicata a seconda della gravit delle decisioni
:,
. Per contro,
Voltaire aveva dichiarato, con tutta franchezza, di preferire la tirannia
di uno solo a quelle di molti
:o
, e Montesquieu aveva offerto il suo con-
tributo alla causa della libert, pi che con la teoria della volont della
maggioranza, con quella della divisione fra i poteri, legislativo, esecutivo,
giudiziario, senza la quale ogni libert perduta
:;
.
per un fatto che tanto Locke quanto Rousseau pongano alla
base della umana convivenza, come lo stesso Hobbes, una categoria del
diritto privato, ossia il contratto, che deniscono sociale, e allinterno
del quale inseriscono unulteriore categoria privatistica, quale il pactum,
che deniscono subjectionis, in forza del quale i singoli si assoggettano ad
una superiore autorit, che per Locke e per Rousseau la volont della
maggioranza. Poteva trattarsi, n qui, della forza dinerzia delle idee: alla
sovranit del monarca assoluto, che era denita con categoria civilistica
come dominium, essi sostituiscono una sovranit fondata su altre categorie
civilistiche. Ma nel Secondo trattato sul governo c di pi: Locke parla,
o
FRANCESCO GALGANO
pi specicamente, di pactum societatis; e ne descrive leffetto qualican-
dolo come una incorporation
:
, facendo cos uso di un termine che nel
lessico giuridico inglese designa lerezione della company o della society
no prot al rango di persona giuridica (e che in America far della societ
per azioni una corporation); e utilizza unulteriore categoria privatistica
quando introduce, nel rapporto fra i governati e i governanti, la gura
del trust, quale essenza del pactum subjectionis, sicch la maggioranza,
al pari di ogni trustee, deve agire per il vantaggio della intera collettivit,
che il suo beneciary; e labuso della maggioranza breach of trust, che
giustica la resistenza della minoranza
:,
. E qui Locke impiega un concetto,
quello di breach of trust, che le Corti di equit avevano introdotto nel
:o,,, per denire la violazione da parte del trustee dellatto istitutivo del
trust
,c
; il che nella trasgurazione del losofo, si traduce nella violazione,
da parte della maggioranza, del mandato duciario ricevuto dai singoli
con il contratto sociale.
Per Locke i diritti dei singoli derivano da una legge di ragione, e questa
superiore legge limita gli stessi poteri sovrani di cui gode la maggioranza.
, nel pensiero di Locke, lauspicio di un diritto costituzionale da instau-
rare; ma , nel suo tempo, il diritto societario vigente nella East India
Company, che nasce da una incorporation e la cui charter, come si sopra
segnalato, pone un limite ai poteri della maggioranza, i deliberati della
quale sono legittimi solo se sono reasonable laws, rispettosi di un limite,
quello della ragionevolezza, che anche nel diritto societario oggi vigente
in Gran Bretagna circoscrive le prerogative della maggioranza
,:
.
Questa legge di ragione , a partire da Edward Coke, che appartiene
alla generazione precedente a quella di Locke, lo stesso common law, che
la vera costituzione del regno: su di esso ogni inglese basa i suoi diritti,
e ad esso sono sottoposti tanto il re quanto il parlamento. Il common law
pone un limite al loro potere, e se un atto del parlamento contrario al
common law, esso si legge negli Institutes of the Law of England di
Coke ragione articiale, in antitesi con il common law che ragione
naturale, ed il giudice lo dovr considerare nullo. Entro il common law
si dissolve la distinzione romanistica fra diritto pubblico e diritto privato:
gure giuridiche come il trust ben possono essere applicate tanto nei
rapporti fra privati quanto come Locke applica il breach of trust anche
alla costituzione dello Stato.
La spinta incontenibile verso la democrazia che, fra il Seicento e il
Settecento, aveva animato lInghilterra prima e la Francia poi, trov dun-
que realizzazione nelle istituzioni economiche prima ancora che in quelle
politiche. Furono le prime ad offrire alle seconde i modelli di attuazione e,
come il Secondo trattato sul governo di Locke rende evidente, le categorie
dellelaborazione teorica. Luguaglianza, quale valore fondante della de-
;
JOHN LOCKE AZIONISTA DELLE COMPAGNIE COLONIALI
mocrazia, era ancora lontana dallessere una piena uguaglianza, essendo
circoscritta ai ceti abbienti; e tuttavia questa pur limitata uguaglianza,
prima di instaurarsi fra i cittadini, era stata sperimentata fra gli azionisti
delle grandi compagnie coloniali inglesi e francesi. Nel governo di queste
prime grandi imprese dellera moderna, paragonate ad altrettanti Stati
nello Stato
,:
, la borghesia aveva trovato, ancor prima che nel governo
della cosa pubblica, la propria legittimazione a porsi, a pari titolo con
laristocrazia, quale classe dirigente, e sulla base di un requisito, la qualit
di socio della compagnia, che prescindeva dalla condizione di classe. Resta
un luogo comune, contraddetto dalla realt storica, il giudizio secondo
il quale la societ per azioni altro non avrebbe fatto se non copiare la
forma dello Stato democratico
,,
.
E chi si mostra infastidito per il pervasivo commercialismo delle
metafore che usa
,
trascura che Locke non usa affatto metafore, ma fa
applicazione diretta alla Comunit politica di gure giuridiche nate nel
diritto privato, delle quali propone la generalizzazione.
Note
*
Queste pagine fanno parte di una Storia del principio di maggioranza in corso di
preparazione per Il Mulino.
:. W. Kendall, John Locke and the Doctrine of Majority-rule, University of Illinois
Press, Urbana :,o,.
:. J. Locke, Due trattati sul governo, vol. II, UTET, Torino :,.
,. J. Dunn, Il pensiero politico di John Locke, Il Mulino, Bologna :,,:, pp. :,: s., il
quale aggiunge, a p. :;;, che alcune delle idee sociali di Locke erano sorprendentemente
egualitarie nella sostanza. La ragione per la quale egli non convert mai questi ideali in
un programma di trasformazione sociale politicamente rivoluzionario semplicemente
che non aveva alcun motivo per ritenere che il mondo nel quale viveva fosse aperto alla
possibilit di un tale drastico cambiamento. Di pi: se egli mai si fosse trovato di fronte
alla realt di una tale rivoluzione sociale queste sue convinzioni lo avrebbero probabilmente
indotto a schierarsi dalla parte dei difensori dellancien rgime.
. Si crede facilmente quello che si desidera commenta A. Marongiu, autore dei
noti studi sulla storia dei parlamenti, dei quali qui ricordo Dottrine e istituzioni politiche
medievali e moderne, Giuffr, Milano :,;,; e la ricca voce Parlamento (storia), in Enciclo-
pedia del diritto, Giuffr, Milano :,:, p. ;:.
,. Ci aveva incautamente fatto scrivere, nel primo Settecento, al nostro Scipione
Maffei, di ritorno da un soggiorno a Londra, che lInghilterra si governa a repubblica, e
che mentre il re non fa parte nellelezione delle Camere, le Camere, allincontro, quando
il caso viene, eleggono il re, e determinano se debba, per avventura, rimuoversi e quale
linea debba escludersi per la successione e quale ammettersi. La citazione in Marongiu,
Parlamento (storia), cit., p. ;,.
Pi attendibili sono altre fonti, quali le relazioni degli ambasciatori veneti, raccolte
in Ambasciatori veneti in Inghilterra, a cura di L. Firpo, UTET, Torino :,;. Nel XV secolo
lambasciatore Andrea Trevisan riferisce che sono in Inghilterra tre stati: popolare, militare
ed ecclesiastico (ossia borghese, aristocratico ed ecclesiastico) e che, se al re accade di
far guerra, egli non si contenta delle sue entrate ordinarie [...], e li tre strati sopradetti si
accordano di dare una quinderna, due o tre (quinderna il :,% della rendita fondiaria).

FRANCESCO GALGANO
Cos alle pp. :, e o. Nel :o,; la relazione di Tommaso Querini e Francesco II Morosini
sul punto pi circostanziata: il parlamento di Inghilterra simile nellautorit, in qualche
parte, alle diete di Alemagna e di Polonia, e alle assemblee de stati negli altri regni. Si
compone di prelati, baroni e deputati delle citt e luoghi, che per privilegio hanno voce in
esso, p. ,:. Il rapporto fra i re e questi stati cos descritto: i parlamenti non si radunano
che comandati da loro, le deliberazioni non sono di vigore se non siano contrormate da
essi, e se avvenga che non facciano quello che desiderano, li rompono, p. ,:. Il rapporto
di do ut des: se i re chiedono sussidi, come sempre fanno, non si possono avere se il
parlamento non li decreti, n li decreta se non sia soddisfatto; non d senza ricevere, n
si rauna che non chieda, e le cose una volta concesse gli servono di legge per concedergli
in avvenire, p. ,:. Nel :;o, ad Angelo Correr appare ormai temperata in quel governo
lautorit monarchica collarristocratica e democratica in particolar modo, ancorch sia
accaduto non poche volte che luna allaltra prevalesse, e prevalga tuttora a vicenda,
p. ::. C una camera alta, composta da tutti i pari dInghilterra [...], la creazione de
medesimi, come dei vescovi ancora, dipendendo dal piacere del sovrano, p. :,:; e c una
camera dei comuni o camera bassa, elettiva, ma le persone elette per rappresentare
devono avere uno stato vitalizio, o perpetuo o ereditario, o acquisito in terreni, case, o
qualunque altro modo di rendita costante alla somma annua di seicento sterline, p. :,.
ormai acquisito alla costituzione inglese che le deliberazioni dei pari negli affari pubblici
devono avere il consenso dei comuni e quello del re per acquistare il vigore di legge, come,
a vicenda, le deliberazioni de comuni, per essere valide, devono avere lapprovazione de
pari e del sovrano, p. :,:.
Come nei comuni e nelle repubbliche italiane, la partecipazione dei mercanti alla vita
politica fattore di successo economico del regno, il quale dovuto alla direzione e sistema
di leggi col stabilite dalle deliberazioni di un corpo, qual la camera de comuni, nel quale
essendovi gran numero di mercanti, il commercio si intende praticamente, p. :,.
o. Scrive il celebre storico inglese G. M. Trevelyan, Storia della societ inglese, trad.
it. di V. Morra, Einaudi, Torino :,,, p. ,,, che la Compagnia delle Indie era istituto
mirabilmente adatto alla struttura sociale di quel secolo aristocratico, ma pronto alle
iniziative commerciali, perch per essa il magnate agrario, pur non assumendo la gura
allora aborrita di commerciante, poteva incontrarsi al consiglio di amministrazione con
luomo della city e agire di conserva con lui, cos che linuenza delluno si congiungeva
allingegno affaristico dellaltro.
;. Cos Dunn, Il pensiero politico di John Locke, cit., pp. :,: s., che trova in ci mo-
tivo di esecrazione. Ma siamo nel XVII secolo, e il gusto intellettualistico della costruzione
della societ politica ideale ben poteva accompagnarsi alla realistica considerazione che,
nellattualit storica, lespansione coloniale, cui lInghilterra doveva la propria grandezza,
comportava inevitabili compromessi con la morale.
. Cos Dunn, Il pensiero politico di John Locke, cit.; come gi C. B. Macpherson,
Libert e propriet alle origini del pensiero borghese, Mondadori, Milano :,:, p. ::,.
,. La East India Company era la pi importante; ma ad essa si erano afancate
molte altre compagnie coloniali: la Muscovy Company per il commercio con la Russia,
fondata nel :,;,; la Guinea Company, fondata nel :,; la Royal African Company,
fondata nel :oo,; la Turkey Company, fondata nel :,:; la Hudson Company, fondata
nel :o;c. Sulle compagnie coloniali come stadio preliminare della moderna societ per
azioni richiama lattenzione M. Weber, Storia economica, Donzelli, Roma :,,;, pp. :,,
s.: sono sempre state queste grandi societ, ricche di proventi, ad avere reso per prime
universalmente nota e popolare la forma della societ per azioni. Di qui essa stata fatta
propria da tutti gli Stati del continente europeo.
:c. E alla met dellOttocento R. T. Troplong, Du contrat de socit, Soc. typographi-
que belge Ad Wahlen, Bruxelles :,, p. :;o, confronta la societ per azioni allaccoman-
dita scrivendo che la socit anonime est une vritable rpublique lective, mentre la
commandite est plutt une monarchie tempre. Lidenticazione degli accomandanti nei
,
JOHN LOCKE AZIONISTA DELLE COMPAGNIE COLONIALI
nobili e nei costituiti in cariche, e dellaccomandatario nellonorato mercante privo
di beni di fortuna ancora in G. Fierli, Della societ chiamata accomandita, Bonducci,
Firenze :c,, pp. : s. (ristampa a cura di G. Grippo, Forni, Bologna :,,:).
::. E le due entit, la Compagnia e lo Stato, restano tra loro separate: la prima, testimo-
nia A. Mignoli, Idee e problemi nellevoluzione della Company inglese, in Societ, :,oc, p.
o,, gelosa della sua autonomia nei confronti del potere statale; e, quando i re, prima
Giacomo I nel :o:, poi Carlo I nel :o,, esprimono il desiderio di diventare azionisti, gli
amministratori della compagnia oppongono il parere del loro consulente legale, che una
societ fra il re e i suoi sudditi si sarebbe fatalmente statizzata.
::. Riferimenti storiograci sono in Mignoli, Idee e problemi, cit., p. o,: dalla let-
teratura in argomento si desume anche che gli azionisti, ogni anno, per alzata di mano,
eleggevano gli amministratori, ai quali veniva concessa una graticazione solo quando
gli affari andavano bene e con il consenso dei soci. Al ritorno dalle navi, gli azionisti si
riunivano e in pubblico si dava lettura delle lettere dalle Indie: le merci erano vendute
allasta, e ogni partecipante poteva consultare in ogni momento i libri della compagnia.
Per Mignoli, Idee e problemi, cit., pp. o; ss., lorganizzazione della East India Company
prendeva ispirazione dalla democrazia politica inglese e si modellava in conformit dellor-
ganizzazione dello Stato. La verit che la prima aveva anticipato, e largamente anticipato,
la seconda: neppure dopo la rivoluzione del :o luguaglianza fra i cittadini inglesi aveva
assunto forme paragonabili a quelle degli azionisti della Compagnia delle Indie.
:,. Sul punto si era soffermato A. Vighi, Notizie storiche sugli amministratori ed i
sindaci delle societ per azioni anteriori al codice di commercio francese, Tip. Savini, Ca-
merino :,, pp. , ss.
:. Locke, Due trattati sul governo, vol. II, cit., pp. ,:, ,.
:,. Delle compagnie coloniali scrive nel :;o, lambasciatore Morosini (in Ambasciatori
veneti in Inghilterra, cit., p. :;): hanno i loro conquistati stabilimenti e paesi, in modo
che quali repubbliche guardar si possono, bens suddite e devote allInghilterra quanto
alla sovranit, ma, quanto alla direzione del commercio e alla propriet dei prodotti, del
tutto indipendenti, qualora alle dogane soddisfacciano e abbiano nel regno la loro scala.
Lintreccio fra potere statuale e potere privato che sulla East India Company si forma
nellultimo periodo della sua esistenza (un ministero dellIndia coesiste con gli organi socie-
tari di governo) rievocato da Karl Marx negli articoli che pubblica quale corrispondente
della New York Daily Tribune fra il :,: e il :oc (ora li si legge in Societ, :,o,, pp.
,,; ss.). Quando Marx scrive la compagnia gi stata sciolta: su un impero immenso
regna una corporazione che non formata, come a Venezia, da eminenti patrizi, ma da
vecchi e cocciuti funzionari.
:o. Troplong riferisce la notizia, che trae dal Sicle de Louis XIV di Voltaire, che alla
Compagnia delle Indie Orientali il re e Colbert erano associati []. Il re vers sei milioni;
la regina, i principi, la corte fornirono due milioni; i tribunali superiori mille e duecento
libbre; i banchieri due milioni; il corpo dei mercanti seicentocinquantamila libbre; Tro-
plong, Du contrat de socit, cit., pp. :o s.
:;. Cfr. G. Rebuffa, Le radici della Costituzione inglese, in Materiali per la storia della
cultura giuridica, :cco, p. ,,:; la constatazione che la divisione dei poteri fra legislativo
ed esecutivo, decantata da Montesquieu e da Voltaire come vanto della costituzione in-
glese, era pi unaspirazione della cultura francese che non una realizzazione gi attuata
in Inghilterra.
:. Troplong, Du contrat de socit, cit., pp. :;, s.
:,. Cfr. Confrences des Ordonnances de Louis XIV, vol. II, Paris :;:,, pp. , ss. In
argomento cfr. H. Lvy-Bruhl, Histoire juridique des socits de commerce en France aux
XVII
e
et XVIII
e
sicles, d. Domat Montechrestien, Paris :,,, p. :,,; H. Weber, La compagnie
franaise des Indes (1ov-18;,), A. Rousseau d., Paris :,c.
:c. Cos Regnaud de Saint-Jean-dAngely, citato da Troplong, Du contrat de socit,
cit., p. :;o.
,c
FRANCESCO GALGANO
::. La vicenda si trova documentata in P. Violante, Lo spazio della rappresentanza,
vol. I, Francia 1;88-1;8,, ILA Palma, Palermo :,:.
::. Con il che, commenta E. Rufni, Il principio maggioritario. Prolo storico, Adelphi,
Milano :,;o, p. ;, quel principio assume il carattere assoluto e sacro di un dogma.
:,. Cfr. P. Pasquino, Sieys et linvention de la constitution en France, Odile Jacob,
Paris :,,.
:. Nella voce Democratie, afdata a De Jaucourt, lEnciclopdie di Diderot e
DAlembert segnala al lettore lopera di Locke, ma non ne riassume il contenuto; si limita
a riassumere le classicazioni delle forme di governo esposte da Montesquieu ne Lsprit
des lois, e a dare della democrazia limmagine riduttiva di un sistema ammirevole in
via di principio, ma destinato, quasi infallibilmente, a degenerare nella pi grande
schiavit. Il prestigio di Locke presso gli Enciclopedisti per attestato dallanonimo
loge de M. le Prsident de Montesquieu, esteso nel quinto volume dellEnciclopdie, nel
quale si ricorda che Montesquieu aveva soggiornato per due anni in Inghilterra, ma non
aveva avuto la fortuna di incontrare Locke, che era gi morto.
:,. E questa era lanticipazione dellidea francese di costituzione, basata sul predo-
minio dellassemblea legislativa, in antitesi al costituzionalismo inglese, che si sarebbe
sviluppato nel segno della limitazione e del bilanciamento di poteri; (coglie ora questi
elementi di differenziazione G. Bongiovanni, Costituzionalismo e teoria del diritto, Laterza,
Roma-Bari :cc,, pp. o ss.).
:o. Voltaire, Dizionario losoco, Rusconi, Milano :,,o, voce Tirannide, p. ,c:.
:;. Cos Montesquieu, De lsprit des lois (pubblicato anonimo a Ginevra nel :;), II
ed., Paris :,;:, pp. ; ss., sulla scorta di quella che deniva la costituzione dellInghilter-
ra; ma a renderlo sensibile al tema aveva contribuito anche la sua personale esperienza.
Egli era nato come Charles de Secondat, ma nel :;:o aveva ereditato da uno zio il titolo
di barone di Montesquieu e, insieme, la carica di presidente di sezione nel tribunale di
Bordeaux, che vender nel :;:,, ricavandone una cospicua somma, idonea a permettergli
di dedicare agli studi il resto della sua vita. La propriet delle cariche pubbliche, e di
quella di giudice in particolare, non sorprenda: la cosiddetta nobilt di toga era il resi-
duo storico della feudale concezione patrimoniale dello Stato, che attribuiva al sovrano
il dominium eminens, e allaristocrazia il dominium directum (essendo la propriet dei
borghesi, limitata ai beni materiali, solo dominium utile). Ma aveva una valenza positiva:
poteva essere riguardata a quel tempo, in Francia come altrove, come garanzia di inamo-
vibilit, e quindi di indipendenza, del potere giudiziario dal potere esecutivo, una sorta
di via patrimoniale alla divisione dei poteri. Si noti che anche il criterio del censo era visto
come garanzia di indipendenza. Cos leleggibilit a deputato nella Camera dei Comuni
richiedeva, nel XVIII secolo, il godimento di una rendita di almeno seicento sterline annue
al ne di non fare un corpo di gente mercenaria e facile a comprarsi; cfr. Ambasciatori
veneti in Inghilterra, cit., p. :,,.
:. Locke, Due trattati sul governo, vol. II, cit., pp. ,o s.; e cfr. sul punto Kendall,
John Locke and the doctrine, cit., pp. ,, ss.
:,. Locke, Due trattati sul governo, vol. II, cit., pp. : ss.
,c. il celebre case Townley v. Sherbon, :o,, (J. Bridge, ,,).
,:. Un caposaldo la massima del :, di Lord Cooper: la giurisdizione del tribunale
discrezionale; non limitata alla verica della correttezza tecnica della procedura formale,
n alla determinazione secondo lo stretto diritto dei diritti delle parti contendenti, ma
involve anzi criteri di lealt, di ragionevolezza e di equit: il case Scottish Insurance v.
Wilsons and Clyde Cost. Co. (S.C. ,oc affd. :,,, A.C. o: H.L.). Cfr. L. C. B. Gower,
The Principles of Modern Company Law, Sweet & Maxwell, London :,,, p. :, dove
anche ricordata la vigenza del criterio della ragionevolezza nelle deliberazioni delle
municipal corporations, ossia degli enti locali; e con riferimento anche alla partnership, R.
R. Pennigton, Partnership and Company Law, Butterwoths, London :,o:, p. :c. E sulla
massima della attuale giurisprudenza inglese secondo la quale annullabile la deliberazio-
,:
JOHN LOCKE AZIONISTA DELLE COMPAGNIE COLONIALI
ne assembleare che nessuna persona ragionevole potrebbe considerare vantaggiosa per
la societ cfr. P. Xuereb, Limiti bona de ai poteri della maggioranza nella company
inglese, in Contratto e impresa, :,o, p. :,c.
,:. Secondo il gi ricordato giudizio di Morosini, ambasciatore veneto in Inghilterra;
Ambasciatori veneti in Inghilterra, cit., p. :;.
,,. Cos G. Ripert, Aspects juridiques du capitalisme moderne, LGDJ, Paris :,o, p. ,o;
condiviso da P. Favre, La decisione a maggioranza, Giuffr, Milano :,, p. :o:. Ripert
istituisce, a conforto dellassunto, il confronto fra organi dello Stato e organi della societ
per azioni; ma, di fronte al fatto che la giurisprudenza ammette il ricorso degli azionisti
contro le decisioni che costituiscono un abuso di potere della maggioranza, non in
grado di trovare, nel diritto pubblico francese del suo tempo, qualcosa di corrispondente,
e deve allora considerare che questo controllo giudiziario per nello spirito del regime
democratico. La democrazia americana, per esempio, ammette il ricorso contro linco-
stituzionalit delle leggi. Anche il diritto francese ammetter la repressione giudiziaria
dellabuso di potere legislativo, cos confermando che lapplicazione societaria di questa
gura precede quella legislativa.
,. Cos Dunn, Il pensiero politico di John Locke, cit., p. :,:; come Macpherson,
Libert e propriet alle origini del pensiero borghese, cit., p. ::,.

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