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, il parlamentarismo
inglese del Seicento era ancora espressione delle istituzioni feudali, sia
pure di istituzioni pervenute ad una loro evoluta espressione. Fin dalle
origini avevano conosciuto il ius consilii, ossia il diritto dei vassalli e, a
partire dal Duecento, anche dei borghesi, di essere consultati dal sovrano.
Lo ius consilii si era sviluppato, in Inghilterra come del resto altrove, no
ad assumere la forma di organizzazioni collettive (le assemblee di stati
o le cortes o le diete) per la rivendicazione di privilegi che signori feu-
dali e borghesi facevano valere verso il re, reclamando il loro preventivo
consenso alladozione di gravi decisioni sovrane, come per entrare in
guerra (ci che implicava la mobilitazione armata degli abitanti dei feudi e
delle citt) o per imporre nuove tasse, secondo lemblematico no taxation
without representation. Il che valeva per la Camera dei Lords, di nomina
regia, come per la Camera dei Commoners, sudditi di condizione sociale
inferiore a barone, che su base elettiva rappresentava gli esponenti della
borghesia agraria e commerciale e delle professioni liberali.
Dimensioni e problemi della ricerca storica, n. 1/:vv;
;
FRANCESCO GALGANO
Le categorie ordinanti lorganizzazione dei regni erano ancora quelle
del diritto privato. Gli acts o i bills che le Camere strappavano al sovrano
erano altrettanti patti, che trovavano corrispettivo nel sostegno nanziario
o militare che i sudditi gli promettevano. E i rappresentanti che sedevano
nella Camera elettiva erano concepiti come mandatari dei loro elettori,
vincolati da un mandato imperativo.
Lesperienza che aveva alimentato nel losofo di Oxford lideale
di unassemblea di uguali, quale unico consesso rappresentativo della
comunit nazionale, deliberante a maggioranza e detentore del primato
sullesecutivo, risiedeva forse nel successo della Rivoluzione borghese
del :o, quando re Guglielmo e la regina Maria dovettero promettere
di governare secondo le leggi convenute in Parlamento
,
. Ma la Ca-
mera dei Comuni era ancora unassemblea ristretta, eletta da un corpo
elettorale che, per limposizione del selettivo criterio di un elevato censo
(una rendita annua di seicento sterline), arrivava appena ad un sesto
della popolazione maschile complessiva. Era forse lannuncio della ne
dellassolutismo monarchico, ma ad esso era subentrata la duplice e
antagonista oligarchia degli aristocratici e dei borghesi.
FRANCESCO GALGANO
esautorata, dislocando nelle province funzionari di nomina regia al posto
della nobilt locale (chiamata tutta a fargli corona alla corte di Parigi), e
cos avviando la trasformazione dello Stato feudale in Stato burocratico.
Meno noto che dalla gestione delle grandi imprese coloniali laveva
del tutto esclusa, riponendo nella classe mercantile tutta la sua ducia.
Ne aveva s sollecitato lapporto di ricchezza, e talvolta glielaveva ad-
dirittura imposto, come nel caso di azionisti di nomina regia; ma non
laveva voluta, neppure come compartecipe, al comando delle imprese
doltremare. Alle compagnie coloniali erano concessi dal sovrano veri
e propri jura regalia: esse comandavano, sotto la bandiera di Francia,
otte ed eserciti; ma erano borghesi, non gi aristocratici, quelli che ne
assumevano le supreme decisioni.
Le Compagnie delle Indie saranno sciolte, siccome basate su un
privilegio sovrano, con legge del :o-:, germinaio dellanno II della Rivo-
luzione francese. Ma il modello sulla base del quale si erano conformate
sar presto rilanciato dalla codicazione napoleonica, siccome
mezzo efcace per favorire la formazione delle grandi imprese, per attirare in
Francia capitali stranieri, per associare le mediocri ricchezze e quasi la povert
ai vantaggi delle grandi speculazioni, da aggiungere al credito pubblico e alla
massa circolante nel commercio
:c
.
Nella loro pi che secolare esperienza le compagnie coloniali francesi
avevano, al pari di quella inglese, anticipato la struttura dello Stato demo-
cratico: per la presenza di unassemblea a larga base sociale che delibera
a maggioranza di numero; ma anche, quelle francesi, per la separazione
fra il potere deliberativo e il potere esecutivo, attribuito ad un organo
distinto dellassemblea, che ripete da questa la propria nomina e che a
questa rende conto della propria gestione.
FRANCESCO GALGANO
Cos alle pp. :, e o. Nel :o,; la relazione di Tommaso Querini e Francesco II Morosini
sul punto pi circostanziata: il parlamento di Inghilterra simile nellautorit, in qualche
parte, alle diete di Alemagna e di Polonia, e alle assemblee de stati negli altri regni. Si
compone di prelati, baroni e deputati delle citt e luoghi, che per privilegio hanno voce in
esso, p. ,:. Il rapporto fra i re e questi stati cos descritto: i parlamenti non si radunano
che comandati da loro, le deliberazioni non sono di vigore se non siano contrormate da
essi, e se avvenga che non facciano quello che desiderano, li rompono, p. ,:. Il rapporto
di do ut des: se i re chiedono sussidi, come sempre fanno, non si possono avere se il
parlamento non li decreti, n li decreta se non sia soddisfatto; non d senza ricevere, n
si rauna che non chieda, e le cose una volta concesse gli servono di legge per concedergli
in avvenire, p. ,:. Nel :;o, ad Angelo Correr appare ormai temperata in quel governo
lautorit monarchica collarristocratica e democratica in particolar modo, ancorch sia
accaduto non poche volte che luna allaltra prevalesse, e prevalga tuttora a vicenda,
p. ::. C una camera alta, composta da tutti i pari dInghilterra [...], la creazione de
medesimi, come dei vescovi ancora, dipendendo dal piacere del sovrano, p. :,:; e c una
camera dei comuni o camera bassa, elettiva, ma le persone elette per rappresentare
devono avere uno stato vitalizio, o perpetuo o ereditario, o acquisito in terreni, case, o
qualunque altro modo di rendita costante alla somma annua di seicento sterline, p. :,.
ormai acquisito alla costituzione inglese che le deliberazioni dei pari negli affari pubblici
devono avere il consenso dei comuni e quello del re per acquistare il vigore di legge, come,
a vicenda, le deliberazioni de comuni, per essere valide, devono avere lapprovazione de
pari e del sovrano, p. :,:.
Come nei comuni e nelle repubbliche italiane, la partecipazione dei mercanti alla vita
politica fattore di successo economico del regno, il quale dovuto alla direzione e sistema
di leggi col stabilite dalle deliberazioni di un corpo, qual la camera de comuni, nel quale
essendovi gran numero di mercanti, il commercio si intende praticamente, p. :,.
o. Scrive il celebre storico inglese G. M. Trevelyan, Storia della societ inglese, trad.
it. di V. Morra, Einaudi, Torino :,,, p. ,,, che la Compagnia delle Indie era istituto
mirabilmente adatto alla struttura sociale di quel secolo aristocratico, ma pronto alle
iniziative commerciali, perch per essa il magnate agrario, pur non assumendo la gura
allora aborrita di commerciante, poteva incontrarsi al consiglio di amministrazione con
luomo della city e agire di conserva con lui, cos che linuenza delluno si congiungeva
allingegno affaristico dellaltro.
;. Cos Dunn, Il pensiero politico di John Locke, cit., pp. :,: s., che trova in ci mo-
tivo di esecrazione. Ma siamo nel XVII secolo, e il gusto intellettualistico della costruzione
della societ politica ideale ben poteva accompagnarsi alla realistica considerazione che,
nellattualit storica, lespansione coloniale, cui lInghilterra doveva la propria grandezza,
comportava inevitabili compromessi con la morale.
. Cos Dunn, Il pensiero politico di John Locke, cit.; come gi C. B. Macpherson,
Libert e propriet alle origini del pensiero borghese, Mondadori, Milano :,:, p. ::,.
,. La East India Company era la pi importante; ma ad essa si erano afancate
molte altre compagnie coloniali: la Muscovy Company per il commercio con la Russia,
fondata nel :,;,; la Guinea Company, fondata nel :,; la Royal African Company,
fondata nel :oo,; la Turkey Company, fondata nel :,:; la Hudson Company, fondata
nel :o;c. Sulle compagnie coloniali come stadio preliminare della moderna societ per
azioni richiama lattenzione M. Weber, Storia economica, Donzelli, Roma :,,;, pp. :,,
s.: sono sempre state queste grandi societ, ricche di proventi, ad avere reso per prime
universalmente nota e popolare la forma della societ per azioni. Di qui essa stata fatta
propria da tutti gli Stati del continente europeo.
:c. E alla met dellOttocento R. T. Troplong, Du contrat de socit, Soc. typographi-
que belge Ad Wahlen, Bruxelles :,, p. :;o, confronta la societ per azioni allaccoman-
dita scrivendo che la socit anonime est une vritable rpublique lective, mentre la
commandite est plutt une monarchie tempre. Lidenticazione degli accomandanti nei
,
JOHN LOCKE AZIONISTA DELLE COMPAGNIE COLONIALI
nobili e nei costituiti in cariche, e dellaccomandatario nellonorato mercante privo
di beni di fortuna ancora in G. Fierli, Della societ chiamata accomandita, Bonducci,
Firenze :c,, pp. : s. (ristampa a cura di G. Grippo, Forni, Bologna :,,:).
::. E le due entit, la Compagnia e lo Stato, restano tra loro separate: la prima, testimo-
nia A. Mignoli, Idee e problemi nellevoluzione della Company inglese, in Societ, :,oc, p.
o,, gelosa della sua autonomia nei confronti del potere statale; e, quando i re, prima
Giacomo I nel :o:, poi Carlo I nel :o,, esprimono il desiderio di diventare azionisti, gli
amministratori della compagnia oppongono il parere del loro consulente legale, che una
societ fra il re e i suoi sudditi si sarebbe fatalmente statizzata.
::. Riferimenti storiograci sono in Mignoli, Idee e problemi, cit., p. o,: dalla let-
teratura in argomento si desume anche che gli azionisti, ogni anno, per alzata di mano,
eleggevano gli amministratori, ai quali veniva concessa una graticazione solo quando
gli affari andavano bene e con il consenso dei soci. Al ritorno dalle navi, gli azionisti si
riunivano e in pubblico si dava lettura delle lettere dalle Indie: le merci erano vendute
allasta, e ogni partecipante poteva consultare in ogni momento i libri della compagnia.
Per Mignoli, Idee e problemi, cit., pp. o; ss., lorganizzazione della East India Company
prendeva ispirazione dalla democrazia politica inglese e si modellava in conformit dellor-
ganizzazione dello Stato. La verit che la prima aveva anticipato, e largamente anticipato,
la seconda: neppure dopo la rivoluzione del :o luguaglianza fra i cittadini inglesi aveva
assunto forme paragonabili a quelle degli azionisti della Compagnia delle Indie.
:,. Sul punto si era soffermato A. Vighi, Notizie storiche sugli amministratori ed i
sindaci delle societ per azioni anteriori al codice di commercio francese, Tip. Savini, Ca-
merino :,, pp. , ss.
:. Locke, Due trattati sul governo, vol. II, cit., pp. ,:, ,.
:,. Delle compagnie coloniali scrive nel :;o, lambasciatore Morosini (in Ambasciatori
veneti in Inghilterra, cit., p. :;): hanno i loro conquistati stabilimenti e paesi, in modo
che quali repubbliche guardar si possono, bens suddite e devote allInghilterra quanto
alla sovranit, ma, quanto alla direzione del commercio e alla propriet dei prodotti, del
tutto indipendenti, qualora alle dogane soddisfacciano e abbiano nel regno la loro scala.
Lintreccio fra potere statuale e potere privato che sulla East India Company si forma
nellultimo periodo della sua esistenza (un ministero dellIndia coesiste con gli organi socie-
tari di governo) rievocato da Karl Marx negli articoli che pubblica quale corrispondente
della New York Daily Tribune fra il :,: e il :oc (ora li si legge in Societ, :,o,, pp.
,,; ss.). Quando Marx scrive la compagnia gi stata sciolta: su un impero immenso
regna una corporazione che non formata, come a Venezia, da eminenti patrizi, ma da
vecchi e cocciuti funzionari.
:o. Troplong riferisce la notizia, che trae dal Sicle de Louis XIV di Voltaire, che alla
Compagnia delle Indie Orientali il re e Colbert erano associati []. Il re vers sei milioni;
la regina, i principi, la corte fornirono due milioni; i tribunali superiori mille e duecento
libbre; i banchieri due milioni; il corpo dei mercanti seicentocinquantamila libbre; Tro-
plong, Du contrat de socit, cit., pp. :o s.
:;. Cfr. G. Rebuffa, Le radici della Costituzione inglese, in Materiali per la storia della
cultura giuridica, :cco, p. ,,:; la constatazione che la divisione dei poteri fra legislativo
ed esecutivo, decantata da Montesquieu e da Voltaire come vanto della costituzione in-
glese, era pi unaspirazione della cultura francese che non una realizzazione gi attuata
in Inghilterra.
:. Troplong, Du contrat de socit, cit., pp. :;, s.
:,. Cfr. Confrences des Ordonnances de Louis XIV, vol. II, Paris :;:,, pp. , ss. In
argomento cfr. H. Lvy-Bruhl, Histoire juridique des socits de commerce en France aux
XVII
e
et XVIII
e
sicles, d. Domat Montechrestien, Paris :,,, p. :,,; H. Weber, La compagnie
franaise des Indes (1ov-18;,), A. Rousseau d., Paris :,c.
:c. Cos Regnaud de Saint-Jean-dAngely, citato da Troplong, Du contrat de socit,
cit., p. :;o.
,c
FRANCESCO GALGANO
::. La vicenda si trova documentata in P. Violante, Lo spazio della rappresentanza,
vol. I, Francia 1;88-1;8,, ILA Palma, Palermo :,:.
::. Con il che, commenta E. Rufni, Il principio maggioritario. Prolo storico, Adelphi,
Milano :,;o, p. ;, quel principio assume il carattere assoluto e sacro di un dogma.
:,. Cfr. P. Pasquino, Sieys et linvention de la constitution en France, Odile Jacob,
Paris :,,.
:. Nella voce Democratie, afdata a De Jaucourt, lEnciclopdie di Diderot e
DAlembert segnala al lettore lopera di Locke, ma non ne riassume il contenuto; si limita
a riassumere le classicazioni delle forme di governo esposte da Montesquieu ne Lsprit
des lois, e a dare della democrazia limmagine riduttiva di un sistema ammirevole in
via di principio, ma destinato, quasi infallibilmente, a degenerare nella pi grande
schiavit. Il prestigio di Locke presso gli Enciclopedisti per attestato dallanonimo
loge de M. le Prsident de Montesquieu, esteso nel quinto volume dellEnciclopdie, nel
quale si ricorda che Montesquieu aveva soggiornato per due anni in Inghilterra, ma non
aveva avuto la fortuna di incontrare Locke, che era gi morto.
:,. E questa era lanticipazione dellidea francese di costituzione, basata sul predo-
minio dellassemblea legislativa, in antitesi al costituzionalismo inglese, che si sarebbe
sviluppato nel segno della limitazione e del bilanciamento di poteri; (coglie ora questi
elementi di differenziazione G. Bongiovanni, Costituzionalismo e teoria del diritto, Laterza,
Roma-Bari :cc,, pp. o ss.).
:o. Voltaire, Dizionario losoco, Rusconi, Milano :,,o, voce Tirannide, p. ,c:.
:;. Cos Montesquieu, De lsprit des lois (pubblicato anonimo a Ginevra nel :;), II
ed., Paris :,;:, pp. ; ss., sulla scorta di quella che deniva la costituzione dellInghilter-
ra; ma a renderlo sensibile al tema aveva contribuito anche la sua personale esperienza.
Egli era nato come Charles de Secondat, ma nel :;:o aveva ereditato da uno zio il titolo
di barone di Montesquieu e, insieme, la carica di presidente di sezione nel tribunale di
Bordeaux, che vender nel :;:,, ricavandone una cospicua somma, idonea a permettergli
di dedicare agli studi il resto della sua vita. La propriet delle cariche pubbliche, e di
quella di giudice in particolare, non sorprenda: la cosiddetta nobilt di toga era il resi-
duo storico della feudale concezione patrimoniale dello Stato, che attribuiva al sovrano
il dominium eminens, e allaristocrazia il dominium directum (essendo la propriet dei
borghesi, limitata ai beni materiali, solo dominium utile). Ma aveva una valenza positiva:
poteva essere riguardata a quel tempo, in Francia come altrove, come garanzia di inamo-
vibilit, e quindi di indipendenza, del potere giudiziario dal potere esecutivo, una sorta
di via patrimoniale alla divisione dei poteri. Si noti che anche il criterio del censo era visto
come garanzia di indipendenza. Cos leleggibilit a deputato nella Camera dei Comuni
richiedeva, nel XVIII secolo, il godimento di una rendita di almeno seicento sterline annue
al ne di non fare un corpo di gente mercenaria e facile a comprarsi; cfr. Ambasciatori
veneti in Inghilterra, cit., p. :,,.
:. Locke, Due trattati sul governo, vol. II, cit., pp. ,o s.; e cfr. sul punto Kendall,
John Locke and the doctrine, cit., pp. ,, ss.
:,. Locke, Due trattati sul governo, vol. II, cit., pp. : ss.
,c. il celebre case Townley v. Sherbon, :o,, (J. Bridge, ,,).
,:. Un caposaldo la massima del :, di Lord Cooper: la giurisdizione del tribunale
discrezionale; non limitata alla verica della correttezza tecnica della procedura formale,
n alla determinazione secondo lo stretto diritto dei diritti delle parti contendenti, ma
involve anzi criteri di lealt, di ragionevolezza e di equit: il case Scottish Insurance v.
Wilsons and Clyde Cost. Co. (S.C. ,oc affd. :,,, A.C. o: H.L.). Cfr. L. C. B. Gower,
The Principles of Modern Company Law, Sweet & Maxwell, London :,,, p. :, dove
anche ricordata la vigenza del criterio della ragionevolezza nelle deliberazioni delle
municipal corporations, ossia degli enti locali; e con riferimento anche alla partnership, R.
R. Pennigton, Partnership and Company Law, Butterwoths, London :,o:, p. :c. E sulla
massima della attuale giurisprudenza inglese secondo la quale annullabile la deliberazio-
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JOHN LOCKE AZIONISTA DELLE COMPAGNIE COLONIALI
ne assembleare che nessuna persona ragionevole potrebbe considerare vantaggiosa per
la societ cfr. P. Xuereb, Limiti bona de ai poteri della maggioranza nella company
inglese, in Contratto e impresa, :,o, p. :,c.
,:. Secondo il gi ricordato giudizio di Morosini, ambasciatore veneto in Inghilterra;
Ambasciatori veneti in Inghilterra, cit., p. :;.
,,. Cos G. Ripert, Aspects juridiques du capitalisme moderne, LGDJ, Paris :,o, p. ,o;
condiviso da P. Favre, La decisione a maggioranza, Giuffr, Milano :,, p. :o:. Ripert
istituisce, a conforto dellassunto, il confronto fra organi dello Stato e organi della societ
per azioni; ma, di fronte al fatto che la giurisprudenza ammette il ricorso degli azionisti
contro le decisioni che costituiscono un abuso di potere della maggioranza, non in
grado di trovare, nel diritto pubblico francese del suo tempo, qualcosa di corrispondente,
e deve allora considerare che questo controllo giudiziario per nello spirito del regime
democratico. La democrazia americana, per esempio, ammette il ricorso contro linco-
stituzionalit delle leggi. Anche il diritto francese ammetter la repressione giudiziaria
dellabuso di potere legislativo, cos confermando che lapplicazione societaria di questa
gura precede quella legislativa.
,. Cos Dunn, Il pensiero politico di John Locke, cit., p. :,:; come Macpherson,
Libert e propriet alle origini del pensiero borghese, cit., p. ::,.