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Pagina: 1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8 di Miita Mazzali Fulgenzi certified advanced Rolfer Rolf Movement Practitioner Il primo obiettivo di un Rolfer quello di ripristinare

e la simmetria, che, in ultima analisi, sinonimo di equilibrio. Tutto il lavoro del Rolfing riguarda il processo di allungamento... che l'unico modo per raddrizzare un corpo. E' alla luce di queste dichiarazioni di Ida Rolf che si pu dare un aiuto molto importante alle persone che hanno una scoliosi. Il Rolfing forse lo strumento pi incisivo e rapido per rimettere in gravit una struttura fuori asse. La curva scoliotica si pu assestare meglio e ridursi, anche se non scompare. Ogni scoliosi ha una sua storia, una sua conformazione ed una sua evoluzione: non si pu esaurire in un articolo ci che stato trattato in centinaia di libri. Saranno date solo alcune chiavi di lettura, insieme a manovre che, personalmente, ho trovato efficaci. Vediamo insieme la scoliosi: 1) cos' 2) come esaminare le deviazioni strutturali, 3) cosa fare di specifico per dare maggiore simmetria, armonia e fluidit alla struttura nell'insieme e per porla meglio in relazione con la gravit.

Immagine computerizzata della schiena di un bambino di 9 anni, a 3 mesi di distanza, dopo 3 sedute di Rolfing (una al mese)

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1. Descrizione della scoliosi: La scoliosi caratterizzata dalla presenza nella spina dorsale di un disallineamento di alcune o di tutte le vertebre, che crea uno spostamento di tipo elicoidale della colonna vertebrale nello spazio. Nella schiena si formano uno o pi gibbi, in altre parole un lato della schiena pi sollevato rispetto all'altro lato: si vede bene facendo piegare la persona in avanti. (fig. A.e B.)

Se non c' gibbo, non c' vera scoliosi, ma ci troviamo davanti ad un atteggiamento scoliotico, molto pi semplice da trattare. Questo un parametro molto importante: quando vi trovate davanti un bambino o un ragazzo se ha il gibbo va necessariamente seguito fino alla fine dell'accrescimento osseo, altrimenti sono sufficienti le 10 sedute standard. A differenza delle curve che si formano con un normale piegamento della schiena, una scoliosi non si raddrizza spontaneamente. a) Sul piano frontale si rilevano una o pi curve, una principale, le altre di compenso. Il punto pi deviato lateralmente detto apice della curva. b) Ogni vertebra sul proprio piano orizzontale ruota. L'insieme di tali rotazioni, sovrapposte, d luogo ai gibbi. Il gibbo formato dai processi trasversi posteriorizzati e dalle costole che seguono il loro spostamento (fig. C. e D.). Allo stesso livello, sull'altro lato del corpo, i processi trasversi si anteriorizzano e ci appare un avvallamento, una concavit.

c) Sul piano sagittale i due lati manifestano curve diverse. Questo significa che, di profilo, dove la colonna vertebrale presenta una cifosi, allo stesso livello, sull'altro lato del corpo, sar presente una lordosi, e viceversa. La gravit della scoliosi misurata in gradi. Sono di solito definite lievi le scoliosi sotto i 10; oltre i 50 molte scuole ortopediche intervengono chirurgicamente. Col Rolfing possiamo evitare di arrivare a questo punto. Ci sono scoliosi indotte da malattie, come la tubercolosi ossea o una paralisi, oppure da anomalie ossee (un arto pi corto, un'emi-vertebra in pi). In questi casi, se non si ha un background specifico, meglio chiedere consiglio ad un insegnante o ad un medico che conosca il Rolfing, per capire se, e in che misura, si pu intervenire. La scoliosi vera, o "idiopatica", di origine sconosciuta, colpisce in misura molto maggiore le femmine, ed evolutiva, cio continua finch c' crescita ossea. Questo significa che se la scoliosi si manifesta in et molto precoce (scoliosi infantile) pu diventare molto grave, se non trattata. Il periodo in cui tende ad aggravarsi pi rapidamente un anno prima ed uno dopo l'inizio della pubert, cio dell'inizio delle mestruazioni per le ragazze e del cambiamento della voce per i maschi, ma, da quando viene scoperta, va trattata ogni volta che il bambino o la ragazza crescono in altezza: perci, una volta finite le 10 sedute, chiedete ai genitori di misurare ogni mese l'interessato e di portarvelo quando cresciuto in altezza. Per capire cosa serve al corpo in questo periodo, immaginate che una tensione profonda (instauratasi non si sa perch) impedisca alla mio-fascia di distendersi in modo appropriato e di seguire l'allungamento delle ossa durante la crescita.

Con questa "spilla" che blocca alcune parti, il corpo costretto a torcersi in alcuni punti. La retrazione dei tessuti accompagna l'aumento della curva.

Pagina: 1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8 Si evidenzia il primo concetto importante: impossibile derotare la curva della scoliosi se non si da' spazio, se non si allungano le fasce. E' una legge fisica: quando due corpi sono compressi ruotano tra loro. Altre parti devono compensare queste torsioni: la testa, infatti, che si orienta nello spazio attraverso gli occhi e tiene il corpo in equilibrio tramite il labirinto nelle orecchie, deve stare diritta. Le curve di compenso sono in realt questo: un adattamento per stare diritti. Bench sul piano sagittale il cingolo scapolare assorba parzialmente lo squilibrio, questo significa che ci sono sempre dei compensi anche nel collo. Nella scoliosi il problema delle retrazioni riguarda prima di tutto i muscoli che uniscono le ossa corte, cio le vertebre. Se consultiamo il Kapandji e consideriamo la fisiologia del movimento articolare delle vertebre, vedremo che a livello lombare pi ampio il movimento di flessione, mentre la rotazione avviene in misura maggiore a livello dorsale: ne consegue che le scoliosi dorsali sono pi pericolose, perch trovano un terreno propizio a ruotare ancora di pi. Quando una scoliosi in fase avanzata ed molto severa, alcune vertebre, dove la compressione particolarmente forte, possono assumere una forma a cuneo, che non pi modificabile. Nonostante ci si pu lavorare per togliere molti compensi e per dare pi agio a tutto il corpo.

2. Esame della struttura Osservando la persona in piedi, un elemento evidente che fornisce indicazioni il cosiddetto triangolo della taglia, formato dalla linea del fianco con il braccio (fig. E): chi ha scoliosi ne ha uno pi corto dell'altro. In un lato si nota il cosiddetto colpo d'ascia ed il lato della concavit della scoliosi (fig. F).

Nel lato dove la mano non tocca il fianco, o comunque pi scostata, troveremo una maggiore retrazione dello psoas (foto 1). Nel bacino sono presenti pi fattori che si possono assemblare diversamente e che si possono prendere in considerazione uno per volta: 1) le creste iliache sono una in anti-versione, l'altra in retro-versione; creano perci linee di forza molto diverse nelle gambe. Si possono appoggiare le mani sulle creste iliache per vedere quale pi alta, e sar quella in antiversione (foto 2). A livello lombare l'anti-versione della cresta iliaca si accompagna alla lordosi, mentre nell'altro lato, dove la cresta iliaca in retroversione, troveremo cifosi. Per valutare con pi precisione quale cresta iliaca in anti-versione e quale in retro-versione si pu fare un test,

mettendo un dito sulla spina iliaca anteriore superiore e uno sulla spina iliaca inferiore posteriore, che si trova partendo dalla spina iliaca posteriore superiore e scendendo per la distanza di tre dita del soggetto che state valutando (foto 3). Se il dito appoggiato davanti pi in basso, l'osso iliaco in antiversione, e viceversa.

Pagina: 1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8 2) Le creste iliache saranno una in-flare, l'altra out-flare. Per valutare l'out-flare/ in-flare delle creste iliache si pu considerare il triangolo formato dall'ombelico e le spine iliache anteriori superiori: il lato con il cateto pi lungo il lato della cresta iliaca in out-flare. (foto 1)
3) Pu essere associata una rotazione sul piano orizzontale di tutto il bacino. Per valutare in quale senso, con la persona in piedi e rilassata, accompagnate il bacino in rotazione sul piano orizzontale prima a destra, poi a sinistra: il lato verso il quale pi facile il movimento quello della rotazione. Se non riuscite a cogliere grosse differenze significa che non un elemento molto rilevante, ma se state trattando una scoliosi in fase evolutiva, ogni tanto ripetete il test: ci che in un dato momento appare poco evidente, pu diventarlo successivamente. Le creste iliache possono essere ruotate singolarmente, una rispetto all'altra: per valutare ci, appoggiate i palmi delle vostre mani sui glutei del cliente mentre in piedi e apparir pi evidente il comportamento di ogni singolo lato del bacino (foto 4).

Il sacro pu sembrare molto difficile da capire perch i suoi spostamenti sono nei tre piani dello spazio e c' una componente obliqua. Pi che in altri casi, forse perch la presenza del fattore rotatorio condiziona la colonna nell'insieme, esso segue l'andamento del tratto lombare, quindi, sul piano frontale la base del sacro sar inclinata nello stesso senso delle lombari; sul piano orizzontale, il sacro sar posteriorizzato dal lato del tratto lombare in cifosi. Lavorare su queste due variabili (pi evidenti) permette di influenzare anche la terza dimensione, quindi anche l'obliquit. Lo squilibrio del bacino condiziona le gambe, che sembrano una pi corta dell'altra, talvolta anche per il blocco di una sacro-iliaca. Per escludere che le gambe abbiano degli accorciamenti effettivi, potete far mettere il cliente supino, con le gambe piegate: se uno dei femori pi lungo, si evidenzia (fig. G). Per vedere se le lower legs sono disuguali, si fa mettere il cliente seduto sul bordo del lettino con le gambe penzoloni (fig. H).

Il dorso: facendo piegare la persona in avanti, come gi detto, si evidenziano i gibbi. E' stato provato elettromiograficamente che nel lato della concavit, di fianco al gibbo, l'attivit muscolare praticamente nulla. Se la scoliosi crea pi di una curva, per riconoscere la curva principale e i compensi si pu chiedere alla persona seduta di inclinarsi lateralmente. Nel lato della convessit dove troveremo minore movimento e il fianco non si chiude bene c' il nocciolo del problema. Le altre curve si modificano molto pi facilmente. La scoliosi porta tutto il cingolo scapolare a pendere da una parte. La valutazione migliore si pu fare dalle clavicole: se queste sono diritte, ma inclinate lateralmente, l'inclinazione dipende dalla scoliosi; se solo una clavicola inclinata, dipende da altri fattori (spalla sollevata per tenere la borsa, atteggiamento nello studio, trauma precedente, eccetera) (foto 1).

Pagina: 1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8 La griglia costale si apre dove c' convessit, cio dove c' il gibbo: le costole si distanziano una dall'altra; nel lato opposto si avvicinano (fig. J). Le scapole. Dal lato della concavit la scapola converge verso l'interno: troveremo i romboidi accorciati; dall'altro lato, dove c' il gibbo, la scapola scivola verso l'esterno: troveremo pi corti il gran dentato e tutti i muscoli tra scapola e braccio (grande e piccolo rotondo, sottoscapolare eccetera) (fig. J). Mettendo i pollici sull'angolo inferiore delle scapole si pu valutare bene la posizione delle scapole rispetto al tronco (foto 5).

Le vertebre dorsali e lombari seguono il movimento di tipo I: quando c' piegamento laterale ogni vertebra che abbia le faccette articolari libere (cio che non abbia blocchi articolari) si muove ruotando il processo traverso in avanti

e in basso dal lato in cui il corpo si piega. Come gi detto, il gibbo formato dalle costole e dai processi traversi delle vertebre ruotati posteriormente; dall'altro lato i processi traversi sono inclinati in avanti e in basso e vicino alla colonna c' un avvallamento. Le cervicali hanno sempre dei compensi. Su di un lato, tra l'occipite e l'atlante c' maggiore compressione. Tutto il cranio, ovviamente, ha risposto adattandosi. Essendo estremamente complessi la valutazione e il trattamento in questa sede, consiglio a tutti di completare la propria formazione con workshops specifici, cos come molto importante avere una visione chiara sui visceri: ogni spostamento strutturale si ripercuote, come tutti sappiamo, anche sui legamenti che li sostengono.

3. Parte pratica Premessa: ogni Rolfer al Training di Base ha ricevuto informazioni sufficienti per iniziare un lavoro con qualunque tipo di struttura. Pur entrando nel dettaglio, non va persa di vista l'armonizzazione di tutto il corpo. Lavorare nello specifico non significa trascurare l'integrit, la fluidit dell'insieme. C' da sottolineare che, nella scoliosi, proprio il "core" (nucleo centrale) ad avere problemi: quanto pi si fa un lavoro di connessione col terreno, aumentando il supporto, tanto pi aumenta un senso di equilibrio profondo. Questo significa che importante lavorare non solo col cliente sdraiato, ma anche seduto o in piedi. Anche se talvolta col Rolfing la riduzione della rotazione scoliotica limitata, soprattutto nei soggetti di et adulta, togliere lo squilibrio dato dai compensi porta ad un comfort molto maggiore.

Pagina: 1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8 Cosa fare N.B.: QUI DI SEGUITO VENGONO OMESSE TUTTE LE INDICAZIONI PRATICHE, RISERVATE AI ROLFERS, CUI QUESTO ARTICOLO E' STATO DESTINATO. SOLTANTO CHI E' GIA' PADRONE DELLA TECNICA PUO' APPLICARE SENZA DANNI LE VARIE MANOVRE. VENGONO INVECE LASCIATE ALCUNE INDICAZIONI DI MASSIMA, PIU' TEORICHE. 1) Gambe: Ho trovato molto utile un consiglio di Michael Salveson (advanced training a Roma, 1996), che tratta le scoliosi a partire dalle gambe. Questa idea mi ha guidata quando mi sono trovata davanti ad una scoliosi grave (45 gradi), in et ancora precoce (undici anni): la schiena era ancora molto soft, e sembrava assolutamente instabile, mentre le gambe avevano gi muscoli molto rigidi e corti. Tutto ci che facevo per aiutare le gambe, si ripercuoteva positivamente sulla schiena, creando maggiore omogeneit di tono. Spesso le gambe hanno molte tensioni perch compensano l'instabilit del "core". Intervenire sull'assetto delle gambe gi cominciare a modificare l'assetto del bacino e, tramite l'origine dello psoas, la spina dorsale................ Oltre a lavorare secondo le linee di forza proprie dei patterns interno-esterno di Jan Sultan e, se credete, anche lo schema di lavoro descritto nell'articolo "Remarks...", potete provare quello che pu essere considerato sia un test, sia un'opzione di lavoro: con il cliente sdraiato sul fianco, le gambe divaricate, leggermente flesse (foto 6), mentre una gamba ferma, piegata per stabilizzare la zona lombare, stendete passivamente l'altra gamba per testare quale estensione sia possibile; fatelo sia in avanti sia all'indietro, poi con l'altra gamba. Vi renderete conto di dove siano le maggiori tensioni e di come la completa estensione sia inibita. Poi fate cambiare lato. 2) Il lato dove il triangolo della taglia pi piccolo il lato su cui grava il peso del tronco. Va aperto ed allungato affinch il peso si distribuisca meglio sul bacino e sugli arti inferiori. Dare spazio al fianco pi corto aiuta a ridurre l'inclinazione del cingolo scapolare................ (foto 7)

3) Bilanciare il bacino richiede pazienza. A) Sono da trattare i rotatori dell'anca, i cui accorciamenti condizionano e fissano le asimmetrie del bacino. B) Nel lato in cui la cresta iliaca in retroversione troveremo degli ischio-crurali pi corti, mentre dall'altra parte (antiversione) sar il quadricipite femorale a lavorare di pi: trattare di conseguenza. C) Per chiudere la cresta iliaca in out-flare si pu piegare la gamba corrispondente verso il lato opposto, si chiede di spingere il ginocchio contro la resistenza della vostra mano (foto 8), si chiede di rilasciare e quando si sente la resistenza dei tessuti si tiene la gamba in tensione per qualche secondo; si ripete ancora 2 volte. Questa manovra tende a portare tutta la cresta iliaca in chiusura. Dal lato opposto, dove la cresta iliaca in in-flare, il contrario: far aprire il ginocchio piegato verso l'esterno (a rana), chiedere di spingere contro resistenza, aprire ancor pi la gamba e tenerla aperta in tensione (foto 9). Per un ulteriore bilanciamento, e per allentare eventuali tensioni nella sinfisi pubica si possono far lavorare ambedue le gambe contro resistenza, sia in chiusura, che in apertura, per qualche secondo (foto 10 e 11).

Pagina: 1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8 D) Per contrastare la rotazione sul piano orizzontale del bacino trovo utile lavorare con la cliente seduta, ................ (foto 12). C' per da ricordare che un buon lavoro sui visceri aiuta anche ad attenuare eventuali torsioni. E) Nel bacino c' da portare equilibrio nei grossi legamenti, in particolare i sacro-tuberosi e gli ilio-sacrali................ 4) Il sacro: come gi accennato, anche se le manovre si fanno solo su due piani, pure il terzo si modifica. Se si lavora per anteriorizzare il lato della cifosi lombare ( sempre pi facile anteriorizzare una vertebra, o il lato di una vertebra posteriorizzata, piuttosto che il contrario) si sta bilanciando anche il sacro................. (foto 13). Se una sacro-iliaca bloccata (quando il cliente cammina in quell'area vedete poco movimento, o strano)................

5) Torace. E' importante rendere elastica la gabbia toracica, soprattutto negli adulti, in cui le rigidit sono pi marcate. ................ (foto 14). Si pu lavorare in questo modo su aree specifiche, infossate. 6) Dorso: come gi detto, pi facile mandare avanti i processi trasversi che si sono posteriorizzati (gibbo), piuttosto che il contrario................. Nel lato della concavit si pu chiedere di piegarsi lateralmente................ (foto 15). Se, a qualche livello, presente una rotazione del busto sul piano orizzontale, ................ Questo tipo di approccio possibile in parecchie zone ( bacino, spalle, psoas): un input di rapido effetto.

7) Scapole: la scapola scivolata medialmente (lato concavit) pu essere portata verso l'esterno ................ Ricordo che l'angolo superiore mediale delle scapole diventa punto fisso in molti movimenti: esso ha sovente problemi in molte persone, a maggior ragione in chi ha disagi strutturali radicati.

Pagina: 1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8 La scapola scivolata esternamente (lato del gibbo, cio della convessit) avr dei tessuti affastellati tra loro nel margine esterno; a tutti serve definizione e scioltezza di movimento................ (foto 16), ................. (foto 17). Dove la scapola spostata lateralmente, nella parte anteriore troveremo anche l'omero spinto in avanti, ed i tessuti tra questo e la clavicola a loro volta addensati: tutto va aiutato a recuperare spazio e definizione.

8) Per aiutare la griglia costale: come gi descritto al punto 5), nel lato pi aperto (lato del gibbo, della convessit) ................. Dall'altro lato ................. (foto 18).

9) Psoas e visceri, che sono l'obbiettivo della quinta seduta della recipe, a mio parere vanno trattati prima, magari anche solo con qualche manovra di adeguamento al lavoro fatto nell'arco della seduta. Attivare lo psoas crea connessione: in chi ha scoliosi, lo ripeto, molto importante. I visceri possono risentire negativamente degli spostamenti avvenuti nel resto del corpo se non sono accompagnati in posizione pi adeguata: i legamenti che li sostengono sono sottoposti a tensioni. 10) Cervicali. Come accennato in precedenza, in chi ha scoliosi troveremo sempre una curva di compenso nel collo. Necessariamente anche questa parte va accompagnata a un nuovo assetto a fine seduta. Il lato dove l'articolazione atlanto-occipitale tende ad avere poco spazio un'area che, se trascurata, negli anni pu essere causa di vertigini e dolori in genere. Bisogna assicurarsi che recuperi spazio e abbia libert di movimento. 11) A.T.M. e cranio. La Dr. Ida Rolf ci ha insegnato che lo sfenoide la chiave di volta del corpo umano. A maggior ragione nelle scoliosi lo sfenoide risponde alle asimmetrie sottostanti. La materia molto complessa, per questo importante frequentare workshops sul cranio e lavorare in modo specifico. Qualche parola a proposito del muscolo temporale: come tutti i muscoli a ventaglio (deltoide, piccolo e medio gluteo...) le sue fibre possono agire in modo molto differenziato, seguendo linee di forza e di movimento completamente diverse. Si arriva al paradosso che le fibre anteriori possono essere antagoniste di quelle posteriori (o viceversa), inibendone persino il movimento: praticamente il muscolo deve lavorare contro se stesso. Questo accade pi facilmente in chi ha la scoliosi: le due met del corpo sono asimmetriche e anche il temporale lavora in modo asimmetrico nei due lati. Allentare le sue fibre pi contratte significa allentare tensioni nell'A.T.M., facilitare il movimento delle suture craniche e portare ad una maggiore simmetria .................

Bibliografia: Dr Ida Rolf: "Rolfing and physical reality", Healing Arts Press, 1990 Dr. Ida Rolf: "Rolfing", Harper&Row, 1978 Marcel Bienfait: "Fisiologia della terapia manuale", Editore Marrapese, 1990 Marcel Bienfait: "Scoliosi e terapia manuale", Editore Marrapese, 1990 Lopold Busquet: "Le catene muscolari", vol. I,II,III,IV, Marrapese, 1992 I.A. Kapandji: "Fisiologia articolare", Marrapese, 1983 Jeffrey Maitland: "The art of Rolfing", distribuito nell'advanced training a Roma, 1996 A. Mancini, C. Morlacchi: "Clinica ortopedica", Piccin, 1977 Patrick Michaud: "L'esame morfologico in ginnastica analitica", Marrapese, 1989 Ren Perdriolle: "La scoliosi", Ghedini Editore, 1982 Vincenzo Pirola: "La chinesiterapia nella rieducazione della scoliosi", Sperling & Kupfer, 1993 I disegni usati in questo articolo sono tratti dai libri sopra citati.

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