vallate olimpiche1.
1. Introduzione
sviluppatosi nell’arco di tutto il 2005 e tuttora in corso4 - sul tema delle trasformazioni
olimpica di Torino 2006 che, come noto, ha proposto una nuova articolazione spaziale -
all’interno dei Giochi Olimpici Invernali - di quello che viene normalmente definito come
“territorio olimpico”: un’ area urbanizzata di pianura concentrata su Torino e la sua area
metropolitana – per gli sport del ghiaccio e le strutture di supporto ai media e di accoglienza -
ed un’ area montana, dove espletare le specialità nordiche e di sci alpino, che ha visto
ricerca, già impegnato su diversi fronti nello studio del “territorio olimpico”5 ha svolto negli
ultimi anni un approfondimento sulla Val Germanasca e Chisone per studiare quello che in
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Sebbene questo contributo sia il frutto di un lavoro comune i paragrafi 1 e 4 sono da attribuire principalmente a
Matteo Puttilli, mentre i paragrafi 2 e 3 sono stati elaborati da Domenico De Leonardis
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Dipartimento Interateneo Territorio dell’Università e del Politecnico di Torino
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Ricercatore Consorzio Pracatinat
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Il progetto di ricerca, promosso dalla Regione Piemonte nell’ambito dell’iniziativa “INTERREG III B – Apine
Space”, si caratterizza per un caso studio dal titolo “Eredità Olimpica a Prali e Pragelato”. La ricerca ha visto il
coinvolgimento, oltre che della stessa Regione Piemonte, del Dipartimento Interateneo Territorio dell’Università
degli studi e del Politecnico di Torino, del Consorzio Pracatinat e della Comunità Montana Valli Chisone e
Germanasca. Si vuole qui ricordare il gruppo di ricerca composto da Davide Bazzini (Biloba soc. coop.), Egidio
Dansero (Università di Torino), Boris Zobel (Consorzio Pracatinat) che, pur non essendo tra gli autori del
presente contributo, attraverso l’esperienza di ricerca hanno fornito indicazioni e suggerimenti utili alla stesura
del presente documento.
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Si rimanda in proposito alle attività di ricerca del Consorzio Pracatinat, del Dipartimento Internateneo del
Territorio dell’Università e del Politecnico di Torino, S&T srl, Studio APS sull’area del Pinerolese con il
“Progetto di Promozione della Sostenibilità nel Pinerolese” (http://www.e-laborazioni.it) e al lavoro svolto dal
gruppo di ricerca OMERO (Olympic and Media Event Research Observatory) dell’Università di Torino
(http://www.omero.unito.it)
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Quanto segue nei successi paragrafi cercherà di tracciare il percorso svolto approfondendo
nello specifico due situazioni particolari come Prali e Pragelato, località di testa delle due
valli.
Come si illustrerà in seguito, l’approccio scelto in questo lavoro sull’eredità di Torino 2006 è
un approccio fondato sul ruolo del territorio nell’influenzare le dinamiche di sviluppo locale
che mette al centro dell’attenzione il rapporto degli attori con il proprio ambiente (inteso nel
senso più ampio possibile), rapporto che si definisce a partire dalla percezione che gli attori
“progetti di territorio”.
A livello scientifico, sta acquisendo uno spazio crescente il dibattito sulla relazione tra grandi
eventi e le trasformazioni del territorio ospitante. Alcuni autori (Ferrari, 2002; Imbesi, 2004)
si sono interrogati sulle implicazioni più generali dei grandi eventi (Guala, 2002) sui territori
(nella maggioranza dei casi contesti urbani) che li ospitano, valorizzando di volta in volta gli
In particolare, si è sviluppata nel periodo recente una riflessione sulla cosiddetta eredità
Rimandando ad ulteriori riferimenti sul concetto (Dansero, Segre, 2002; Chappelet, 2002,
Dansero, 2002 , Essex, Chalkley, 1998, Guala, 2002, Hiller, 2002; Cashman, 2002), possono
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a) l’eredità olimpica può connotarsi sia per la sua materialità che per la sua immaterialità
affrontare il tema dell’eredità sia a scala internazionale (quella del CIO, delle
olimpica.
L’eredità olimpica è tuttavia un concetto non sufficientemente indagato per quanto riguarda
gli aspetti di partecipazione alle decisioni da parte dei contesti locali su progetti di
trasformazione territoriale, esogeni, molto articolati ed in alcuni casi visti come invasivi.
Questo è ancor più vero se si tiene in considerazione che gli studi esistenti sull’impatto di
grandi eventi (Imbesi, 2004; Essex, Chalkley, 1988) spesso si concentrano su grandi centri
urbani in grado, per loro stessa natura, di accelerare (ma anche di assorbire) i propri processi
di trasformazione territoriale con molta più facilità rispetto a località di ridotte dimensioni,
Cogliendo questi spunti, le attività di ricerca nelle valli Chisone e Germanasca hanno cercato
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Questo tipo di indagine è stato sviluppato soprattutto nell’ambito del gruppo OMERO
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o l’analisi delle reti di attori e delle risorse attivate;
o gli aspetti dell’eredità olimpica che possono essere ancora elaborati e progettati a
1996, 1997) in cui la priorità è stata data al coinvolgimento degli attori del territorio e al
dialogo tra questi al fine di far emergere un’eredità olimpica condivisa, costruita a partire dal
basso. Il grande evento ha costituito, pertanto, lo spunto per coinvolgere gli attori e per
stimolarli a confrontarsi sul futuro del territorio e sulle possibilità di cambiamento in una
L’obiettivo di indagare sulla capacità o meno del grande evento di stimolare processi di
concettuale dei sistemi locali territoriali (SLOT) (Dematteis, 2003). Si tratta di un modello
o il milieu locale (l’insieme delle condizioni e delle dotazioni specifiche del contesto
territoriale);
o il rapporto di interazione della rete locale col milieu e con gli ecosistemi locali;
o il rapporto interattivo della rete locale con reti e istituzioni di livello sovralocale.
Un’analisi del territorio fondata su questo tipo di modello permette di far emergere le diverse
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riconoscere o meno determinate risorse, e di saperle o meno valorizzare attraverso reti di
relazioni alle scale sovralocali e locali. Significa riconoscere al territorio una capacità auto-
territorio (ad es. il territorio olimpico) più indizi e tracce di organizzazione territoriale all’opera,
in grado di generare Slot a scale differenti, capaci di leggere e valorizzare determinate risorse del
territorio. Il modello Slot permette quindi di cogliere quella caratteristica relazionale della
“territorialità” (Turco, 1988; Raffestin, 1981; Governa, 2005) intesa come spazio socializzato,
appropriato e organizzato che detiene un senso e ne dona a chi vive sul quello stesso territorio o
vi realizza delle attività. E’ possibile, sulla base di questo modello, rintracciare le modalità
attraverso le quali gli attori realizzano “progetti di territorio” (Lardon, Marurel ePiveteul, 2001),
e ricercare tracce ed indizi di Slot nel territorio olimpico (Dansero, De Leonardis, Mela, 2006).
4. L’eredità olimpica alla luce del modello Slot: i casi di Prali e Pragelato.
Prali e Pragelato, posti rispettivamente alla testata della Val Germanasca e della Val Chisone,
rappresentano due località la cui evoluzione futura è strettamente legata alle vicende olimpiche,
Pragelato, località posta al centro dell’attenzione dell’evento olimpico in quanto sede di gara (sci
di fondo e salto), mostra negli ultimi anni una tendenza demografica positiva ed una
potenziamento del collegamento con il comprensorio sciistico della via Lattea (funivia di
Prali, che rientra nel palcoscenico olimpico come sede di allenamento per lo sci di discesa, ha
valle che rende difficoltosi i collegamenti con il resto del territorio) ed un’economia legata
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soprattutto al settore turistico-alberghiero e al relativo indotto (nel settore delle costruzioni e
del commercio), con la sopravvivenza di alcune attività economiche legate alla lavorazione
del legno e ad attività agricole e pastorali. Il settore turistico in particolare sembra essere
funzione nell’ambito delle opere connesse all’evento olimpico, e posta al centro delle
Prali e Pragelato, quindi, si propongono come due casi paradigmatici di località turistiche
di ampie capacità, fondato su una grande varietà di risorse naturali, culturali ed infrastrutturali
patrimonio storico-culturale valdese della valle) ed in parte invernale (grazie alla nuova
altri scenari possibili. Le attività di ricerca hanno preso a riferimento gli elementi di analisi
di soggetti locali (amministratori locali, società civile, giovani e turisti abituali) nel tentativo
sviluppo locale. Gli scenari costruiti da questa prima attività di confronto hanno raggiunto il
risultato finale di mobilitare, negli ultimi mesi, un gruppo di giovani residenti locali che ha
sviluppo locale del territorio. Se forse è prematuro parlare di un possibile SLoT per il
territorio di Prali, è invece appropriato parlare di un tentativo, da parte degli attori locali, di
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“progettare” un territorio che possa soddisfare e valorizzare le sfide dell’eredità olimpica e
olimpico non ha consentito un impegno degli attori locali in un processo partecipativo più
ampio, e le occasioni su uno sviluppo post-olimpico sembrano essere più legate alle capacità
strategie maggiormente integrate e agite dagli attori locali. Dopo un approfondimento sulle
scelto di estendere lo sguardo al resto della valle per cercare indizi di sinergie territoriali e
dell’evento olimpico ma poi persasi per strada - si è tentato di coinvolgere gli amministratori
locale. L’impressione è che il futuro dell’eredità olimpica in questa valle dipenderà anche
dalla capacità degli attori di agire effettivamente attraverso forme di collaborazione tra la
media e alta valle Chisone che per ora sono solo sviluppate attraverso alcuni progetti di scala
caso studio è emerso con particolare evidenza come l’evento olimpico nei contesti di valle
abbia solo sfiorato l’opportunità di mettere in rete e valorizzare risorse culturali (in valle c’è il
parchi regionali) dei comuni a ridosso delle sedi di gara (Usseaux, Roure e Fenestrelle),
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Conclusione
ricerca-azione che ha cercato di coniugare il tema dell’eredità olimpica a quello dello sviluppo
locale. L’approccio scelto per realizzare questo tentativo interpretativo è stato quello di
collocare al centro dell’analisi il territorio attraverso l’utilizzo del modello Slot (Sistema
Locale Territoriale).
Conseguire un’eredità olimpica condivisa sembra infatti dipendere dalla capacità degli attori
introdotti, costituiscono due esperienze esemplari delle difficoltà di uscire da una situazione
di marginalità socioeconomica tipica dell’arco alpino nord occidentale ed allo stesso tempo
delle opportunità che, l’analisi centrata sul territorio, offre per la mobilitazione delle
conoscenze e delle energie degli attori locali nel definire strategie di sviluppo locale.
Questo contrasta, ad una prima analisi, con progetti di trasformazione territoriale, come
appunto le Olimpiadi, eterodiretti da attori sovralocali che sono in grado di mobilitare poche
energie locali e risorse specifiche ritenute strategiche per l’esecuzione del progetto.
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