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La Razza Invisibile Giapponese

Dalle Origini allEmancipazione


Eleonora Rosin Num. Matricola 820887

Quello delle minoranze un tema poco noto ai pi in Occidente. Nel 1986 lallora primo ministro Yasuhiro Nakasone defin il Giappone una nazione omogenea, dove non esisteva discriminazione semplicemente perch non esistevano minoranze. La frase fece il giro del mondo e dest non poche proteste da parte delle comunit, ma in realt quella che Nakasone aveva espresso pubblicamente era unidea molto diffusa tra i giapponesi e la costituzione nipponica stessa non riconosce alcuna minoranza. Il cosiddetto mito dellomogeneit{ - una razza, una lingua, una cultura in realt uninvenzione di chi, a fine 800, si trov a dover unificare un Paese diviso in province scarsamente in contatto tra di loro, e creare a tavolino unidentit{ nazionale fino allora inesistente tra una popolazione di fatto eterogenea, per gettare cos le basi del moderno statonazione che avrebbe rapidamente conquistato la scena mondiale. Non risaputo il fatto che il Giappone abbia sperimentato nel passato delle discriminazioni, che continuano tuttoggi, contro un gruppo del tutto non distinguibile in senso fisico dal resto della popolazione, ma la cui segregazione stata a lungo giustificata in termini razziali. La storia dei fuori casta in Giappone, come quella di molte classi sociali basse in generale, poco documentata. Le testimonianze disponibili sono state scritte da unelite minoritaria che viveva intorno alla capitale o nei maggiori villaggi e quindi non registrano fedelmente la cultura delle comunit nelle campagne. Poich i fuori casta sono ideologicamente al di fuori della normale societ, sono spesso stati ignorati e le informazioni riguardanti questo gruppo distorte. Durante il periodo Tokugawa (1603-1868 d.C.) i fuori casta erano spesso non elencati nei tabulati censori e quando lo erano risultavano in liste separate dalle persone. Alcune mappe erano disegnate escludendo gli insediamenti dei fuori casta e le distanze indicate erano addirittura ridotte per escludere queste comunit. Dopo la loro emancipazione nel 1871, essi furono ufficialmente definiti come cittadini comuni e poi comunque ampiamente ignorati in termini pratici. Nonostante molte teorie sul fatto che i fuori casta possano essere discendenti da popolazioni esterne al Giappone, gli studi hanno rilevato che le prime comunit nacquero nel Kansai, il cuore della cultura storica giapponese, piuttosto che nellestremo ovest dove avrebbero potuto trovare influenze coreane o nellestremo nord dove sono presenti gli Ainu. Pur non essendoci in effetti differenze etniche sostanziali, si tratta di una cosiddetta razza invisibile, ovvero visibile solo agli occhi dei membri della tradizione culturale giapponese. Per oltre mille anni rimasta lidea fra il popolo che alcuni individui appartenenti alle caste pi basse fossero anche fisicamente inferiori ai giapponesi ordinari. In principio questa inferiorit{ era attribuita alla pratica di commerci cosiddetti contaminati e allassociazione con sangue e morte. Dopo un lungo contatto con impurit fossero esse mondane o sovrannaturali- si credeva che la natura propria di un uomo cambiasse. Questo cambiamento, ovviamente in negativo, veniva poi non solo trasmesso ai propri discendenti, ma in qualche modo risultava contagioso: la semplice presenza di un fuori casta, o intoccabile, era contaminante. Nel periodo Tokugawa i fuori casta erano normalmente identificabili, almeno allinterno di una certa area, dalle comunit residenziali, dal loro lavoro, dai legami di parentela e spesso da caratteristiche aggiuntive come vestiario (un pezzo di cuoio cucito sul kimono), i capelli legati da paglia, piedi scalzi o un comportamento sottomesso. Il dogma di traffici ritualmente contaminanti rappresentava ancora una corrente forte, ma le variazioni locali richiesero ulteriori categorie: intere comunit buraku non praticavano pi tali attivit da secoli. 2

La credenza nella diversit fisica dei fuori casta arriv a giustificarsi coinvolgendo il consumo di carne nella dieta, malattie particolari, relazioni incestuose e anormalit ereditarie. Una delle teorie prevalenti dellultimo secolo per la supposta inferiorit{ fisica dei fuori casta che derivassero da una razza inferiore o un gruppo etnico simile agli animali.1 Lidea dellaffinit{ con gli animali risulta spesso nella tradizione: sono ricorrenti nel folklore giapponese frasi quali Manca loro una costola, Hanno le ossa di un cane, Hanno organi sessuali distorti, Hanno organi escretori difettosi, Sono animali, lo sporco non si attacca ai loro piedi quando sono scalzi.2 Lo stato di fuori casta e i comportamenti nei confronti dellintoccabilit si sono sviluppati nella cultura medievale giapponese a causa di una serie complessa di condizioni economiche, sociali, politiche e ideologiche e, una volta stabilito, lo status di fuori casta aveva una forte resistenza. Le spiegazioni razionali e le proteste da membri della societ maggioritaria, o da parte dei fuori casta stessi, avevano poco effetto nel portare dei cambiamenti nella loro storia. La proclamazione ufficiale dellemancipazione e pi tardi i movimenti di liberazione sono interpretabili come prodotti della moderna rivoluzione sociale del Giappone in generale, ma non hanno avuto esito in nessun cambiamento nel comportamento e latteggiamento radicato nei confronti degli individui fuori casta.

LE ORIGINI Le prime origini sufficientemente documentate delle caste in Giappone possono essere tracciate dalla diffusione della specializzazione occupazionale nel nono e decimo secolo. La regione geografica dello sviluppo dei fuori casta era quella della capitale imperiale, costruita ad imitazione della capitale della dinastia Tang in Cina, dove la diversit economica e la gerarchia sociale erano allapice. La cultura giapponese, sotto linfluenza del Buddhismo importato dalla Cina, dipendeva da piante e vegetali piuttosto che da alimenti di origine animale e aveva orrore dellimpurit{ rituale di sangue e morte. Il bestiame era allevato per arare i campi o altri lavori agricoli piuttosto che per ottenere carne o latte. La crescente popolarit del Buddhismo, con le sue restrizioni sul togliere la vita, aiut a produrre un segmento distaccato dalla societ composto da comunit specializzate in attivit come il macello e la trasformazione di prodotti animali. Ma il buddhismo da solo non fu una causa sufficiente per creare lo status di fuori casta, era solo una delle numerose forze che contribuirono alla sua formazione: infatti, alcune occupazioni definite fuori casta erano solo remotamente connesse alluccisione, come la cura dei falchi (usati per la caccia) e la sorveglianza dei cimiteri. Nonostante questi gruppi apparissero molto oltre la regione della capitale, erano specialisti di unoccupazione fissa e invariabile che operavano allinterno e per uneconomia locale di piccola scala. Essi emersero come uno dei segmenti funzionali di comunit di imprese relativamente chiuse dove linterdipendenza economica e lereditariet{ delle occupazioni e della posizione sociale aiutava a rinforzare lendogamia richiesta da una casta separata dalla societ{ normale. I ruoli
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Si trovano spesso termini che associano i fuori casta con gli animali: ad esempio yotsu (quattro, meno di cinque, il numero perfetto, o riferito a quattro gambe, intendendo gli animali) che ha un uso metaforico, o ningai (al di fuori dellumano), inequivocabile nel significato. 2 An Inquiry Concerning the Origin, Development, and Present Situation of the Eta in Relation to the History of Social Classes in Japan di Ninomiya Shigeaki (1933), p.47-60.

occupazionali tradizionali diventarono sfere di monopolio dal momento in cui i fuori casta formarono delle corporazioni, posti davanti alla competizione economica e la crescente e severa discriminazione che inizi dal quindicesimo e dur fino al diciannovesimo secolo. In concomitanza con la crescita della concorrenza, le comunit basate sulle aziende a carattere familiare si smembrarono, crebbe il trasporto a livello nazionale, si espansero le reti di commercio e si rinforz la cristallizzazione ideologica della struttura sociale a classi. Nel periodo Tokugawa (1603-1868 d.C.) il sistema legalizzato delle caste e lintoccabilit raggiunsero lapice in Giappone. La cultura giapponese ebbe inizio con il periodo Yayoi (350 a.C.-250 d.C.) e lintroduzione della coltivazione del riso dal continente. Questa agricoltura altamente produttiva gener un surplus economico che, insieme ad una sempre pi complessa struttura sociale, fece notevolmente avanzare il grado di evoluzione culturale nel paese. Alcune delle tendenze della struttura sociale giapponese che nacquero in questo periodo e che si dimostrarono poi a lungo termine furono la posizione centrale del gruppo rispetto allindividuo, una forte gerarchia, lereditariet{ di occupazioni e di comunit{ specializzate in determinate attivit. La cooperazione di gruppo era richiesta nel condividere lacqua per lirrigazione nelle piccole valli e nel vivere in villaggi relativamente compatti per permettere alle terre pi marginali di essere adibite allagricoltura. Con la crescita demografica e la conseguente richiesta di terra coltivabile, i gruppi di consanguinei si espansero, si allearono, e formarono territori governati da capitrib in cui lealt e servizio al gruppo erano essenziali. In termini politici, nel periodo Nara (650-794) che viene marcato lemergere dello stato arcaico giapponese, che aveva come dogma il monopolio centralizzato delluso legittimo della forza. Limperatore come capo del cosiddetto Tenno uji, ovvero il clan imperiale, aveva stabilito una leadership forte nellarea Yamato e aveva esteso il suo controllo politico, militare ed economico nelle aree circostanti. Con la crescente grandezza e complessit{, luji acquis il controllo di comunit chiamate be che erano essenzialmente agricole e si trovavano allinterno dellarea governata, ma non erano collegate alla stirpe del clan e i cui membri dovevano corrispondere servizi economici e non solo: spesso erano incaricati di attivit collaterali come tessitura, lavorazione del ferro, ceramica e conceria. Queste occupazioni tendevano ad essere ereditarie per le comunit be e per gli individui stessi. Annessi ad alcuni degli uji e be cerano alcuni dei cosidetti yakko, schiavi per conquista, crimini o debiti che potevano essere comprati e venduti. Le occupazioni degli schiavi erano divise in guardiani di tombe (ryko), coltivatori per il governo (kwank), servi del tempio o privati (kenin o yatsuko), schiavi del governo (kunhui), e schiavi privati (shinhui), in accordo al sistema cinese leggermente modificato. I codici Taih3 e Yr4 del periodo Nara proibirono il matrimonio tra uomini liberi e schiavi o tra schiavi delle prime tre categorie e quelli delle ultime due.

Codice di leggi avviato da Tenmu ed emanato nel 702 col nome di Codice Taih , conosciuto anche come Codice Ritsury in quanto comprendeva due parti: le sanzioni penali (ritsu) e le istruzioni per i funzionari (ry). Questo codice costitu l'ultimo atto del processo di riforme avviate da Shotoku Taishi ed enfatizz ulteriormente l'autorit dell'imperatore e, di conseguenza, la centralizzazione del potere. Esso gett cos le basi di un sistema amministrativo che sarebbe durato, almeno formalmente, fino al XIX secolo. Il codice Ritsury stabiliva una nuovo ordine sociale e gerarchico composto unicamente da "sudditi" classificati in base al rapporto che li legava al sovrano e divisi sostanzialmente in sudditi liberi (rymin) e sudditi non liberi (senmin).
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La schiavit fu abolita nel periodo Heian (794-1185) e nei periodi successivi da decreti governativi, ma continu ad esistere un corpo di semi-schiavi composto da servit, servi con legami di debito e affittuari legati da contratti. Durante il periodo Kamakura (1185-1392) esistevano uomini daffari chiamati hitoakibito coinvolti nella compravendita di uomini e nel periodo Ashikaga (1392-1603) i bambini venivano spesso rapiti e venduti o comprati per essere cresciuti come servi. Nel periodo Tokugawa (1603-1868) infine furono emanati dei decreti affinch questo diventasse unoffesa capitale e per limitare il termine di ingaggio dei servi a dieci anni, ma stato soltanto nellultimo secolo di grande crescita economica, con lo sviluppo di reale carenza di lavoro, riforme terriere e la diffusione dellidea di egualitarismo che la servit si realmente estinta. La casta di schiavi nel periodo Nara, in particolare i guardiani di tombe e in alcune aree la servit privata, formavano una parte significativa del gruppo di persone su cui fu disegnata la figura del fuori casta nel periodo Heian. Senza il mercato del lavoro a basso costo costituito dalla servit, i fuori casta non sarebbero potuti rimanere per secoli un gruppo con occupazioni di basso profilo. Alla base cerano condizioni economiche precarie che alimentavano solidariet di gruppo, dipendenza, poca mobilit geografica e rigidit economica. Il mercato del lavoro nel Giappone antico aveva caratteristiche diverse rispetto a quello che si sviluppato nel paese negli ultimi secoli: era uno stato socialmente segmentato, stratificato e arcaico con una debole integrazione tra le varie aree locali. Ogni zona tendeva ad essere una comunit aziendale a carattere familiare ed esistevano diritti e doveri economici complessi e prestabiliti e in accordo alla posizione sociale allinterno della rete sociale locale. Ogni segmento della societ aveva il suo ruolo ed aveva un interesse personale nel buon funzionamento del sistema nel suo insieme: persino le attivit dei fuori casta o intoccabili erano significativi per il funzionamento delleconomia locale. Di conseguenza numerosi meccanismi come la garanzia di monopoli, luso esente dalle tasse della terra, e lautorizzazione di una leadership nel gruppo dei fuori casta, furono creati dalla cultura maggioritaria per assicurare che i gruppi persistessero nel dedicarsi alle occupazioni contaminate. Le antiche credenze religiose enfatizzarono la contaminazione rituale (kegare), la riluttanza al contatto fisico (imi) e le offerte per la propiziazione (harai) a causa dellassociazione con sangue e morte. La macellazione di animali era associata al rituale agricolo per assicurarsi piogge sufficienti. Ci sono prove che nel periodo pre-Nara la gente comune si spostava dalle proprie case quando cera un decesso in famiglia, e alla morte di un capo o un imperatore veniva selezionata una nuova capitale per il paese in cui trasferirsi. La nascita dei bambini, le mestruazioni, le malattie, le ferite, i cadaveri e in alcuni casi anche semplicemente la sporcizia di terra o sudore erano contaminanti, e coloro che erano professionalmente associati ad esse, come lassistente funebre per i gruppi elitari pi ricchi, erano considerati di condizione molto bassa. Limpurit{ rituale che era inevitabile in ogni condizione di vita poteva essere cancellata con cerimonie di purificazione, ad esempio separando le donne incinte dalle loro case in baracche dove partorivano e facendo vivere le coppie appena sposate in appositi capanni.5

Il codice Yr fu completato per la maggior parte nel 718 come revisione o modifica del precedente codice Taih. Il codice non entr in vigore fino al 757 quando Fujiwara no Nakamaro lo promulg sotto il potere dellImperatrice Kken. In termini di contenuto le differenze dal codice Taih erano limitate. Un nome dato spesso ai fuori casta era sanjo no mono (persone di sostegno), che si crede riferito o ai nomadi che occupavano le baracche destinate al parto o agli assistenti al parto, il cui lavoro era considerato impuro.
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Il concetto shintoista dellimpurit{ come il pi grave tsumi (cosa non gradita agli dei) contribu allo sviluppo della classe degli Eta (letteralmente pieni di sporcizia). Dal momento in cui erano contaminati, non solo era loro proibito venerare gli dei, ma gli individui che entravano in contatto con essi erano trattati con disapprovazione poich la contaminazione era creduta contagiosa. Essi erano indispensabili come smaltimento di oggetti inquinati in procinto dei templi shintoisti. Il buddhismo si diffuse in Giappone nellottavo e nono secolo, portando con se il divieto di ostacolare il ciclo della vita e della morte e prescrisse luccisione di animali e il consumo di carne, oltre a far cadere in disuso il sacrificio animale per ingraziarsi gli dei. Durante il periodo Heian le comunit be e la servit con occupazioni in relazione con morte e prodotti animali cominciarono ad essere forzate al di fuori della societ. Le persone coinvolte in queste attivit vennero a formare il corpo principale dei fuori casta in Giappone e allo stesso tempo un certo numero di altre occupazioni considerate di basso stato subirono lo stesso trattamento. I kakibe, una delle categorie dei gruppi di contadini dei villaggi be e artigiani che non erano sotto controllo diretto del clan imperiale, erano divisi in due segmenti. Uno dei due riguardava occupazioni degradanti come sorvegliare le tombe e la cura degli uccelli: uno degli sport preferiti dallelite del tempo era la falconeria, e coloro che badavano ai falchi erano chiamati etori. Il primo uso scritto conosciuto del termine Eta, nel documento Chiri-Bukuro6, presenta unesplicita connessione tra le parole eta ed etori. Lo stesso documento indica che i preti pi poveri, gli orfani, i mendicanti e i criminali chiamati hinin (letteralmente non umani) erano raggruppati con gli Eta nella stessa categoria sociale e che fino alla met del sedicesimo secolo i termini Eta e Hinin erano usati con approssimazione senza differenza. Il periodo Ashikaga (1392-1603) fu un periodo di guerre civili, durante le quali la mobilit geografica e sociale aument notevolmente. I fuori casta potevano muoversi pi liberamente di prima e varie prove testimoniano che gli Eta erano spesso incoraggiati dai signori feudali (daimy) a stabilirsi nelle loro tenute (shen) per produrre beni di cuoio e provvedere ad altri servizi. Intere famiglie o addirittura famiglie estese si spostavano e nel caso in cui gli individui si spostassero da soli, mantenevano legami con la famiglia e le loro origini tramite visite ripetute, nonostante la natura criminale dellabbandonare una tenuta feudale spesso prevenisse il ritorno ad essa. Anche oggi circa l80% dei villaggi di fuori casta sono collocati nella periferia dei villaggi che circondano vecchi castelli. Ai fuori casta era permesso di usare la terra come abusivi e non erano tassati, o tassati leggermente sui propri prodotti o servizi. Poich gli Eta si svilupparono intorno a specializzazioni lavorative che erano tab per i non-Eta, detenevano essenzialmente il monopolio dei loro affari. Data la tendenza generale del Giappone allereditariet{ della professione e ad una rigida gerarchia socio-economica, fu proprio il carattere monopolistico, insieme alla sedentariet della loro vita, che mantenne gli Eta un gruppo di fuori casta per un millennio. Durante il periodo Ashikaga, gli Eta erano i pi fortunati tra le caste pi basse (Eta e Hinin). Essi avevano capacit speciali e monopoli economici, una propriet e una vita comune stabile. Daltro canto per le attivit degli Hinin solitamente richiedevano meno abilit, per cui potevano passare da unoccupazione ad un'altra con relativa facilit. Anche geograficamente, gli Hinin erano pi mobili: potevano entrare ed uscire dai propri villaggi o intraprendere un lavoro rispettabile in un villaggio comune, e col tempo diventare addirittura un cittadino normale. Registri scritti e persino leggi del periodo Tokugawa affermavano che gli Eta erano fuori casta permanenti per via ereditaria mentre gli Hinin erano fuori casta solo per occupazione e stato sociale. Tramite il cosiddetto ashi arai
Sorta di enciclopedia del tredicesimo secolo composto da undici manoscritti. In esso si analizzavano le origini delle cose con un innovativo formato domanda e risposta, molto imitato durante tutto il periodo medievale.
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(lavaggio dei piedi) e il supporto dei parenti, un cittadino comune che era diventato Hinin poteva tornare al suo stato precedente nellarco di 10 anni. Lo shogun Yoshimune7 degrad coloro che scappavano dai propri villaggi, i ladri sotto i quindici anni di et, scommettitori a giochi illegali e coloro che tentavano il doppio suicidio allo stato di Hinin come punizione. Oltre al semplice macello di animali e conciatura delle pelli, le capacit degli Eta nella lavorazione del cuoio, dellosso, le interiora e le pellicce erano cos richieste per la manifattura di selle, armature, corde per archi e strumenti musicali e altri beni che i signori militari in competizione gareggiavano per ottenere i loro servizi. Gli Eta, oltre alle attivit di monopolio, erano legati a occupazioni considerate degradanti, come guardiani dei villaggi, esecuzioni in pubblico, servizi mortuari. Gli Hinin erano pi spesso associati ad affari transitori, come lelemosina, prostituzione, proprietari di tiro a segno, addestratori di scimmie o cani, incantatori di serpenti, giocolieri, acrobati, domatori di volpi. I criminali, che diventavano Hinin solo per operare al di fuori della comunit, erano spesso banditi o addirittura imprigionati nei villaggi Eta. Elencando queste occupazioni bisogna ricordare che lagricoltura non fu mai abbandonata dagli Eta n da nessun altro gruppo di fuori casta stabilitosi permanentemente in un appezzamento di terra arabile fin dalla preistoria. Mentre il capofamiglia era un macellaio, ad esempio, la moglie e i figli si dedicavano probabilmente a provvedere a mantenere le colture. Sotto molti aspetti la casta degli Eta essenzialmente un fenomeno Tokugawa, poich in questo periodo di circa 250 anni di pace che furono spinti da forze pi o meno legittime a rappresentare una classe distinta e un segmento intoccabile della societ. I monopoli cruciali del periodo Ashikaga che erano legati allarte della guerra, come la concia e il lavoro del cuoio, perse la sua importanza in periodo di pace, mentre lidea della natura contaminata degli Eta si era consolidata. Decisioni giudiziarie e decreti legislativi indicavano che gli Eta erano legalmente trattati come fuori casta. La politica Tokugawa di mantenere gli status quo della societ fu un duro colpo per gli Eta; poich erano considerati la pi bassa delle classi, addirittura inferiori agli Hinin, essi non solo incontrarono il disprezzo di ogni parte della comunit ma soffrirono di alcune restrizioni legali: un Eta doveva sposare un Eta e non aveva il permesso di risiedere al di fuori del suo villaggio; non poteva entrare al servizio di un cittadino comune come servo; non poteva acconciarsi in maniera convenzionale n indossare le geta. Quando approcciava la casa di un comune cittadino doveva togliere il copricapo e le calzature prima di entrare nel cortile e non gli era permesso di varcare la soglia. Inoltre, il privilegio di sedere, mangiare e fumare in compagnia dei comuni cittadini era loro negato e nei tribunali erano sempre seduti in posizione inferiore.8 Nonostante la politica di governo Tokugawa fosse molto discriminatoria, rispettava il corpo di consuetudini di autogoverno degli Eta e Hinin, e entr in azione per fermare linvasione commerciale dei cittadini comuni nei monopoli degli Eta. Nel periodo Edo, la capitale (Tokyo) non fu mai un centro popolato dai fuori casta. Tuttavia, poich la gente di Edo era pi acculturata rispetto al resto del paese, si hanno molte pi informazioni di questa citt che possono documentare la loro organizzazione sociale. Nel 1800 esisteva soltanto una comunit Eta ad Edo. Essa, con una popolazione di 800-900 abitanti, era

Ottavo shgun (capo militare dello stato) e grande riformatore per molti anni dopo il 1716. Ci fu una decisione significativa nel 1859: un giovane Eta fu ucciso da uno scontro tra una gang Eta e una di cittadini comuni; il magistrato incaricato di deliberare in merito dichiar: un Eta vale un settimo di una qualunque altra persona. Se volete che io punisca la parte colpevole, fate uccidere altri sei degli Eta. (Ninomiya p.97-98).
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situata ad Inai, pi tardi chiamata Asakusa. Un sondaggio del 1920 mostr che Tokyo riportava meno dell1% del totale delle unit dellintero paese. Una classificazione sociale dettagliata fu costruita da Ishii9 nei registri Tokugawa. Egli concluse che collettivamente la popolazione comune poteva essere chiamata rymin (brava gente), differenziandola dai gruppi pi bassi, senmin (plebe). Nel primo periodo Tokugawa tra le due classi se ne poneva una terza, quella dei gmune (mendicanti vagabondi), stato non ereditario che permetteva il matrimonio con cittadini comuni. Tra i senmin, Iishi elencava cinque gruppi in ordine discendente di stato: shuku (agricoltori fuori casta), chasen (produttori di t), sakurai (allevatori di scimmie), Hinin e Eta. Insieme ad unondata di riorganizzazione rivoluzionaria nel governo e in molte altre sfere, nel periodo Meiji i termini Eta e Hinin fuorono ufficialmente aboliti ed essi da quel momento in poi avrebbero ricevuto un trattamento alla pari con la gente comune (heimin) nelle occupazioni e nella posizione sociale. Ma i 383.000 fuori casta enumerati nel censimento del 1871, lanno della loro supposta liberazione, invece di sparire come parte indistinta della societ giapponese, continuarono a vivere unesistenza segregata, segnati e marchiati dai costumi sociali. Non solo non si sono integrati, ma negli ultimi 150 anni c stata una certa espansione del gruppo, al punto che sono diventati uno dei maggiori problemi sociali irrisolti del Giappone moderno.

EMANCIPAZIONE: CRESCITA E TRASFORMAZIONE NellAprile 1869, una commissione di ufficiali dei clan feudali deliber su come rettificare quello che era chiamato da alcuni una vergogna nazionale ad occhi stranieri e un difetto nel governo imperiale. Il soggetto di questi incontri riguardava i gruppi di fuori casta nel nuovo Giappone moderno. Nei due anni successivi ci furono molti suggerimenti sulla risoluzione di questo problema: per esempio, fu raccomandato al governo che lo stato di Eta-Hinin fosse abolito e che fossero assegnati aiuti finanziari per avviare una nuova attivit con cui i fuori casta potessero supportarsi. Infine, un certo numero di leader di queste comunit{ speciali sottoposero petizioni ufficiali al governo richiedendo lemancipazione. La Camera Bassa (Kgisho) finalmente sugger la liberazione totale degli Eta-Hinin con un voto schiacciante di 172 a 29. Nellagosto 1871 il governo eman lEditto di Emancipazione (Eta kaih rei). Alla base di esso cera senza dubbio il desiderio del governo di abolire lintero sistema degli stati ereditari, delle caste e dei privilegi, eccetto che per la famiglia imperiale, poich solo in questo modo i nuovi gruppi dirigenti potevano dare il potere pieno ed indipendente al nuovo governo che avevano creato. Cera per anche unimportante ragione economica: durante il periodo Edo le terre possedute dai fuori casta, anche se piccole e sparpagliate, erano state designate come terre esenti da tasse. Per fare in modo di includerle nei piani di tassazione ordinari, era necessario dare ai proprietari lo stesso status degli altri contadini. Cos, gli interessi della politica di governo pi che il benessere delle vittime della discriminazione portarono allemancipazione. Per dare a ci un vero senso sociale per il governo Meiji avrebbe dovuto far seguire ulteriori misure amministrative; a quel tempo ne era
Akio Ishii, studioso delle minoranze in Giappone e scrittore di libri sulla discriminazione nei loro confronti e abusi di altri diritti.
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probabilmente incapace, perch era in carenza di denaro e di personale. La semplice legislazione non era sufficiente a cambiare attitudini sociali di discriminazione formatesi nei secoli. Infatti questi nuovi cittadini comuni (shin-heimin) non solo persero i privilegi che la societ feudale aveva accordato loro, come i monopoli economici, senza alcuna compensazione, ma dovevano pagare le tasse e prestare servizio militare nei termini stabiliti. Al momento dellemancipazione, le persone classificate come Hinin erano pi predisposte a fondersi con la maggioranza della popolazione, poich la maggior parte di loro aveva unoccupazione itinerante. La maggior parte degli Eta, invece, era legata alle comunit locali poich le entrate derivavano dalla rete di relazioni sociali e finanziarie che tradizionalmente supportavano i villaggi stessi. LEditto di Emancipazione era parte del processo di abolizione di tutti i diritti feudali speciali, avviato affinch potesse essere istituito il nuovo sistema di propriet{ privata della terra, che culmin nel censimento agricolo dellimpero completato nel 1881. Agli abitanti delle comunit speciali, ora chiamati Burakumin10, fu confermato il diritto di possedere le aree agricole minori in cui erano stati precedentemente relegati, o rimasero fittavoli lavorando la terra posseduta dai grossi latifondisti. A causa dei cambiamenti portati dalla Restaurazione Meiji, anche i cittadini ordinari furono afflitti da gravi difficolt finanziarie, creando nella societ tensioni e ostilit che erano spesso indirizzate nei confronti degli ex fuori casta che divennero un capro espiatorio e oggetto di aggressioni da parte delle comunit vicine. In certi casi si pu parlare persino di caccia agli Eta (eta-gari) o di campagne di sterminio degli Eta (eta-seibatsu). Inoltre molte famiglie povere di contadini pensarono che lemancipazione degli Eta avrebbe portato ad un incremento della concorrenza per la terra e temevano di essere socialmente declassati. Molti tendevano ad incolpare il governo per ogni problema che sorgeva e lansia e la frustrazione tra i comuni cittadini, specialmente nei villaggi rurali, scoppi in una serie diffusa di sommosse. Di certo gli attacchi contro i Burakumin erano sporadici e generalmente diretti a loro solo come capro espiatorio, ma includevano vari simboli dellautorit{ statale e degli ufficiali locali. Molti contadini temevano semplicemente che la politica di governo li stesse trasformando in Burakumin. La vita quotidiana degli shin-heimin era stata migliorata molto poco dallemancipazione. Cera una costante paura di attacchi da parte dei villaggi confinanti e la discriminazione sociale continu in ogni aspetto della vita, incluse le nuove scuole fondate per portare allistruzione universale. Alcune delle diverse origini e posizioni sociali del passato rimanevano, riflesse nelle variet locali e spesso colloquiali dei nomi per i Burakumin. La maggior parte di esse danno enfasi alloccupazione 11 , ma alcune facevano ancora riferimento alla natura animale, allinferiorit{ delle loro aree residenziali, ai loro leader o sono semplicemente eufemismi moderni.12 Le funzioni sociali ed economiche che supportavano lesistenza dei fuori casta sparirono con la fenomenale modernizzazione del Giappone post-Tokugawa, e le tendenze gerarchiche
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Il termine buraku si riferisce a i piccoli villaggi rurali, quindi la parola burakumin pu essere tradotta come popolo dei villaggi rurali. 11 Hagi (conciatore di pelli), kawata (lavoratore di pelli), onb (crematore, colui che si occupa dei funerali), banta (guardiano dei cadaveri dei criminali dopo lesecuzione), shuku (guardiano di tombe), chasen (indovino che utilizzava le foglie di t), kojiki (mendicante), doetta (dannato etta o eta) e kaito (allinterno del recinto, ovvero servit impiegata in un grande stabilimento). 12 Oltre ai gi citati yotsu e ningai, yaban (selvaggio), kawara mono (colui che abita sulle rive dei fiumi), yama no mono (abitante delle montagne), danzaemon (il nome di un leader dei fuori casta nella Edo del diciannovesimo secolo diventato un soprannome dopo la sua morte), shin-heimin (nuova gente comune), ichibu kokumin (minoranza).

dellorganizzazione sociale e dellideologia tradizionali furono fortemente indebolite da questa crescita economica. Lideologia egualitaria moderna, pi in linea con una societ{ industriale socialmente mobile, aveva travolto il Giappone. I Burakumin non furono per partecipanti passivi nel processo di discriminazione e, liberati dalle norme feudali, crebbe il loro desiderio di creare un movimento nazionale. Nel 1903 si tenne ad Osaka la prima conferenza nazionale dei Burakumin, la Dai Nippon Dh Ywakai (Societ di conciliazione fraterna del Grande Giappone) a cui parteciparono 300 Burakumin da tutto il Giappone, ma fall nello sviluppo di un programma dazione a lungo termine. La sua principale debolezza era che i partecipanti stessi accettavano lidea dominante che ci fosse qualcosa di sbagliato in loro. Pensavano quindi che dovesse essere corretto affinch venissero integrati dalla societ. Inoltre, le attivit indipendenti dagli organi statali vennero ostacolate dalla politica di matrice oligarchica del governo Meiji che mirava ad indebolire linfluenza delle idee socialiste e liberali, considerate pericolose. Nonostante ci, con londata rivoluzionaria portata dalle idee socialiste dalla Russia, nel 1922 venne formata la Suiheisha, lAssociazione giapponese per luguaglianza dei diritti (letteralmente societ{ al livello dellacqua, ad indicare la parit{ fra i membri dellintera societ), che inizialmente si dedic alla lotta contro la discriminazione incoraggiando anche le associazioni di Burakumin a insistere nella costruzione di un proprio movimento indipendente, e che negli anni venti e trenta si impose come istituzione contro la militarizzazione e la crescita del fascismo in Giappone. Come nel caso della maggior parte dei movimenti di massa, dopo i primi anni lentusiasmo venne meno, frenando lattivit{, ed esplosero dibattiti sulle tattiche pi appropriate per portare avanti il movimento. Rimase attiva fino al 1942, quando fu sciolta su richiesta della classe dirigente militarista. Anche se la Suiheisha cess di esistere durante la Seconda Guerra Mondiale, lex leader Matsumoto Jiichiro rest a far parte della Dieta e rappresent una figura centrale negli eventi che portarono alla ricostruzione del movimento dopo la sconfitta. Qualche giorno appena dopo la resa, gli ex leader della Suiheisha si incontrarono per considerare come poteva essere riformata: nel 1946 fu lanciato il Comitato Nazionale per la Liberazione dei Burakumin, con il supporto della maggior parte dei partiti di centro sinistra. Grazie alla nuova impronta democratica delloccupazione americana che aveva incluso i diritti umani nella costituzione e al successo del comitato nel perpetrare la propria campagna contro la discriminazione, continu a salire il numero di consensi, e nel 1955 fu rilanciato come Buraku Kaih Dmei (Lega per la Liberazione dei Buraku BLL), un nome che si pensava pi accattivante del precedente comitato nazionale. Fu proprio il BLL che, nonostante le opposizioni sia da parte dei gruppi di destra che di sinistra, ha dato il via al processo di liberazione effettiva del popolo dei buraku. Nel 1969 il governo pass la Legge Speciale per lIntegrazione per fornire fondi a queste comunit. Il progetto terminato nel 2002 raggiungendo lo scopo di migliorare gli standard di vita dei villaggi. Ciononostante le discriminazioni nei confronti dei Burakumin ancora un grosso problema sociale in alcune regioni. Largomento poco coperto dai media a causa della sua natura tab e spesso i giapponesi stessi si stupiscono che sia un problema tuttora esistente. I pregiudizi si riscontrano soprattutto nei matrimoni e sul lavoro, poich le origini familiari possono ancora essere rintracciate tramite i registri familiari. I fuori casta in Giappone oggi non rappresentano una sottocultura distinta e separata, ma piuttosto risiedendo in comunit sparpagliate riflettono le variazioni locali e regionali della 10

cultura nel paese. Mentre il carattere di segregazione delle loro comunit aiuta ad alimentare e perpetuare alcuni attributi di una subcultura a se stante, il carattere distaccato delle comunit tende a indebolire paragoni trasversali tra i vari gruppi. Dal momento in cui i fuori casta non hanno tratti fisici distintivi e oggi possiedono pochi segni culturali caratteristici, essi possono integrarsi nella normale societ una volta al di fuori delle loro aree di origine. Nonostante ci, lo status di fuori casta sta scomparendo a un passo estremamente lento.

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Bibliografia

GEORGE DE VOS & HIROSHI WAGATSUMA, Japans Invisible Race, University of California Press (1967). TIMOTHY D. AMOS, Embodying Difference The making of Burakumin in Modern Japan, University of Hawaii Press (2011). NINOMIYA SHIGEAKI, An Inquiry Concerning the Origin, Development, and Present Situation of the Eta in Relation to the History of Social Classes in Japan, University of Washington (1933) IAN NEARY, Burakumin in Contemporary Japan in: Japan's Minorities: The Illusion of Homogeneity, a cura di Michael Weiner, Routledge Press (2009) ROSA CAROLI, Il mito dell'omogeneit giapponese: storia di Okinawa, Franco Angeli (1999).

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