Il magnate serbo, attualmente agli arresti domiciliari a Belgrado, risulta sotto inchiesta da agosto pure dalla Procura cantonale di Sarajevo. Miroslav Miskovic, controverso uomo daffari serbo a capo di un impero imprenditoriale che si espande per tutta lex Jugoslavia, si trova ormai da una settimana in carcere a Belgrado insieme al figlio Marko e altri 5 collaboratori, per scontare una misura cautelare di 30 giorni. I guai giudiziari per Miskovic non sembrano concludersi con il processo che partir a breve nella capitale serba: marted la Procura cantonale di Sarajevo ha confermato di aver avviato uninchiesta nei confronti del magnate serbo gi ad agosto, in seguito a una denuncia anonima. Lindagine riguarda la condotta finanziaria del pi grosso mobilificio della capitale bosniaca, Standard, di propriet dello stesso Miskovic. La denuncia stata sporta da alcuni azionisti di Standard che non vogliono rivelare la propria identit - informa la portavoce della Procura di Sarajevo, Dzenita Gobeljic - e che accusano il direttore generale della societ, definito un criminale, e tutto il gruppo dirigenziale di aver danneggiato notevolmente gli azionisti per ricavare un ingente profitto personale. Raggiunta dal quotidiano Dnevni Avaz, la Guardia di Finanza della Federazione di Bosnia-Erzegovina (lentit musulmano-croata del Paese) ha confermato lesistenza dellindagine ma non ha voluto fornire ulteriori dettagli sulla posizione di Miskovic nellinchiesta. Il magnate, uno degli uomini pi ricchi della Serbia, stato arrestato il 12 dicembre insieme al figlio e altri 9 collaboratori: laccusa quella di aver sottratto illecitamente oltre 30 milioni di euro da alcune societ autostradali privatizzate. Il caso aperto dalla Procura di Sarajevo riguarda le operazioni finanziarie condotte dal mobilificio Standard, posseduto per il 90% dalla societ Delta Immobiliare, a sua volta controllata della pi grande compagnia privata serba: Delta Holding. Inutile ricordare che lintera girandola societaria risponde a Miskovic, proprietario di Delta Holding e quindi di tutte le controllate a cascata. Non sono stati rilasciati ancora particolari importanti che aiuterebbero a capire lentit delle accuse rivolte contro luomo daffari, ma secondo unindiscrezione filtrata
dal settimanale bosniaco Zurnal, il caso riguarderebbe anche lacquisto di un enorme terreno situato nella zona Stup di Sarajevo, effettuato dalla Delta immobiliare per far sorgere un imponente centro commerciale.
Il rinvio del processo di adesione della Macedonia allUnione Europea rischia di non aiutare a conseguire gli impegni presi dai fondatori della Comunit. Ad affermarlo il presidente macedone, Gjorge Ivanov, durante il suo discorso annuale rivolto al parlamento di Skopje. Il quotidiano Dnevnik riferisce che il presidente ha detto di essere stato deluso dallesito dellultimo vertice di Bruxelles, dove si sono evidenziati nuovamente tutti i contrasti e le divisioni dei Balcani. "Mi dispiace che i vertici europei non siano riusciti a inviare un messaggio vero e proprio. Ovviamente, alcune persone non capiscono l'importanza di questo messaggio per noi, per i nostri cittadini, per le societ della nostra regione ", ha sottolineato Ivanov. Il presidente ha ribadito che la Macedonia, nonostante tutto, non solo rimarr fedele e determinata allintegrazione e allorientamento euro-atlantico, ma rispetter anche le raccomandazioni presentate dalla Commissione europea e intensificher i suoi sforzi. Ci impegniamo a collaborare strettamente con la Commissione europea e andremo avanti con le nostre riforme interne. La nostra politica sempre stata e sar sempre la politica europea", ha affermato Ivanov, il quale ha poi evidenziato la volont di apertura e di dialogo della Macedonia. "Solo nel 2012 ho compiuto 21 visite all'estero e ho partecipato alle riunioni multilaterali e regionali, compreso l'ultima assemblea generale delle Nazioni unite - ha ricordato Ivanov - nellanno passato, ho avuto 86 incontri con capi dello stato e del governo e alti rappresentanti delle organizzazioni internazionali".
Podgorica, che pu dare uno slancio allintegrazione europea del paese, ha commentato il ministro degli Esteri cipriota, Erato Kozakou-Marcoullis, il cui paese detiene la presidenza di turno dellUe. La chiusura del primo capitolo segna linizio della fase sostanziale dei negoziati, ha aggiunto il commissario allAllargamento, Stefan Fuele. Allo stesso tempo, i capitoli 23 e 24 sulla giustizia e sui diritti fondamentali saranno aperti molto presto, presumibilmente nel corso del 2013. Fuele ha spiegato che la fase di esame analitico (screening) dei due capitoli stata gi completata dalla Commissione europea. Non appena il Montenegro presenter i relativi piani dazione, sar possibile avviare le trattative anche su queste due parti della legislazione comunitaria. In parallelo alla conferenza di adesione si anche svolto il terzo incontro del Consiglio di stabilizzazione e associazione con il Montenegro. In questoccasione, il commissario Fuele ha voluto sottolineare i progressi fatti da Podgorica, chiedendo per ulteriori passi in avanti per quanto riguarda lindipendenza del settore giudiziario, il rafforzamento dei diritti fondamentali e la lotta contro la corruzione e la criminalit organizzata. Alla conferenza ha partecipato anche il vicepremier e ministro degli Esteri montenegrino, Igor Luksic, il quale si detto convinto che il governo del suo paese finalizzer nel 2013 i piani dazione per poter aprire i capitoli negoziali 23 e 24.