Lo sport
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Anno 19 - Numero 52
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La musica
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morta ieri, a 103 anni, Rita Levi-Montalcini. Dallinfanzia torinese al Nobel per la medicina allimpegno civile. LItalia le dice addio
1909-2012
DARIO CRESTO-DINA
A FINE importante in tutte le cose. A 103 anni Rita Levi-Montalcini ha completato la sua nel modo che posso immaginare avrebbe voluto: addormentandosi. Laveva preparata da tempo dentro di s, con la leggerezza che le persone speciali sanno usare nellaffrontare le cose gravi. Non si era stancata della vita, tuttaltro, aveva deciso di dimenticarsi di vivere per sfiorare la presunzione filosofica dellimmortalit. La vita per lei era qualcosa in cui si sta indefinitivamente anche quando finisce. la ragione per la quale a pi di dodici anni dalla scomparsa continuava a parlare e a scrivere alla sorella gemella Paola, la sua Pa adorata. Di lei portava sempre sul polso destro un bracciale con incastonato nel centro il giglio di Firenze. Il cuore di quella vagabonda continua a battere dentro di me, diceva. Consapevole che si vive per sempre, Rita Levi-Montalcini ha cercato di occupare un piccolo posto nel mondo. SEGUE NELLE PAGINE SUCCESSIVE
Lintervista
La storia
Il racconto
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FOTO: GALIMBERTI/LUZ
la Repubblica
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LE ORIGINI
Nasce a Torino nel 1909 da famiglia ebrea. Si laurea e nel 1938 lascia lItalia per le leggi razziali
La vita
DARIO CRESTO-DINA
(segue dalla copertina) stata una donna curiosa e schiva, tanto essenziale da apparire dura, affilata nellanimo come nelle risposte, quasi sempre caustiche, distanti. Una delle ultime la riserv a Storace e alle aggressioni antisemite dei fascisti in Parlamento: Sono come lacqua sulla pelle di unanatra, scivolano via. Per vivere senza dare fastidio agli altri, si era ritagliata uno spazio appena necessario, lo aveva ridotto allisola di Sciascia. A cominciare da se stessa. Pesava meno di quaranta chili, limitava i suoi spostamenti dalla casa romana che sta dietro Villa Torlonia ai laboratori dellEuropean Brain Research Institute di via Fosso Fiorano, il suo Ebri. Mangiava pochissimo e dormiva ancora meno. Ogni sera andava a letto alle undici. Ogni mattina si alzava alle cinque. Diceva: Non mi interessano n il sonno n il cibo. Consumava un pasto vero solo una volta al giorno, a pranzo. A cena si concedeva un brodo e unarancia. Era quasi sorda, ci vedeva poco, aveva la pelle scavata dalle rughe come quella di un ramo antico, lunica ferita del tempo alla vanit che lirritava, ma la forza e la resistenza di un bonsai ultracentenario. Il giorno in cui entr nei suoi centanni, seduta come una bambina sul bordo di un divano, la testa bianca scossa da un lieve tremore sopra un abito di Capucci blu elettrico mi disse: Non mi vergogno delle mie doppie protesi acustiche, dei miei occhi costretti a essere aiutati da un ingranditore. Voglio andare avanti. Non sono stanca di vivere e non cerco la morte. Arriver. Forse tra un mese, forse tra due anni. Le mie colpe sono di scarsa entit e credo di avere poco da farmi perdonare. Dett anche quello che poteva essere il suo epitaffio: Potevo essere una donna migliore, ma ho avuto lo stesso una bella vita. Le piaceva paragonarsi a Robinson Crusoe. La prima volta che mi sono sentita come il personaggio di Defoe stato negli anni del fascismo. Allora ero pi sola, pi giovane e meno forte di adesso, eppure quel male produsse un bene. Senza Mussolini e Hitler oggi sarei soltanto una vecchia signora dalla salute fortunata. Grazie a quei due, invece, sono arrivata a Stoccolma. Non mi sono mai sentita una perseguitata. Ho vissuto il mio essere ebrea in modo laico, senza orgoglio e senza umilt. Non vado in sinagoga n in chiesa. Non porto come una medaglia il dato storico di appartenere a un genere umano che ha sofferto molto, n ho mai cercato di trarre vantaggi o risarcimenti morali. Essere ebrei pu non essere piacevole, non comodo, ma ha creato in noi un impulso intellettuale supplementare. Come si pu affermare che Albert Einstein era di razza inferiore? Dovremmo abolire anche nella nostra testa il concetto di razza. Esistono i razzisti, non le razze. E a me interessano soltanto le persone. Nel maggio del 1969 Rita a St. Louis, le capita tra le mani Il lamento di Portnoy. Una rivelazione dolorosa. Scrive alla sorella: Mia Pa adorata, sto leggendo la pi feroce accusa che sia mai stata scritta contro le Jewish mothers di New York. il libro pi famoso dellanno, scritto da un giovane scrittore ebreo di New York. difficile immaginare un libro tanto crudele nella denunzia dei difetti della razza e specialmente delle madri ebree. Tuttavia cos ben scritto e colpisce talmente nel segno che non si pu condannarlo. Leggendolo pensavo alla nostra fortuna di avere avuto una mamma come la nostra.
Raccontava di aver deciso a soli 3 anni che non sarebbe mai diventata moglie e madre Essere ebrei diceva ha creato in noi un impulso intellettuale supplementare
Beautiful mind
Dallinfanzia torinese con un padre autoritario al premio Nobel, passando per le leggi razziali e la stanza da letto trasformata in laboratorio durante la guerra. Di Mussolini e Hitler diceva: Senza di loro, sarei solo una vecchia signora dalla salute fortunata. E poi la fede (Invidio chi ce lha, ma non credo in un dio che decide il nostro destino) e il traguardo dei cento anni, quando sembr voler scrivere il proprio epitaffio: Potevo essere una donna migliore, ma ho avuto lo stesso una bella vita
La nostra
Sugli insulti di Storace: Scivolano come lacqua sulla pelle dellanatra Lamore per Paola adorata, la sorella gemella scomparsa quindici anni fa
Benedetta la sua dolcezza e il suo riserbo, cos differente dallaggressivit delle donne ebree descritte da Philip Roth. Vissuta nel ricordo della mamma Adele (e forse segnata da quello del padre, lingegnere torinese Adamo Levi, un uomo antico e autoritario), Rita non mai stata moglie e madre. Spiegava il perch cominciando da Dio. Invidio chi ha la fede. Io non credo. Non posso credere in un dio che ci premia e ci punisce, in un dio che vuole tenere il nostro destino nelle sue mani. Ognuno di noi pu diventare un santo o un bandito, ma ci dipende dai nostri primi tre anni di vita, non da dio. una legge di una scienza che si chiama epigenetica, in altre parole si pu definire il risultato del dialogo che si instaura tra i nostri geni e lambiente familiare e sociale nel quale cresciamo. Prendete una bicicletta o un insetto, oggi sono pressoch uguali a comerano duecento anni or sono. Noi no. Luomo darwiniano al cento per cento. Ebbene, io a tre anni, a tre anni, lo giuro, ho deciso che non mi sarei mai sposata e che non avrei avuto
bambini. Sono rimasta condizionata dal rapporto vittoriano che subordinava mia madre a mio padre. A quei tempi nascere donna significava avere impresso sulla pelle un marchio di inferiorit. Eppoi ho visto troppe vite matrimoniali sfortunate. Ne vedo tante anche oggi. Vite tristi,
Un grande festival la cerimonia a Stoccolma Ma si commosse quando Ciampi la nomin senatore a vita
vuote, false. Negli Stati Uniti, durante un ricevimento venne avvicinata da una signora che le domand se anche suo marito era membro della National Academy. Lei le rispose: I am my own husband, sono io stessa mio marito. Sola, eppure circondata per lintera esistenza da una folla di uomini. Amici, maestri. A partire da Giuseppe Levi, padre di Nata-
lia Ginzburg, il professore che le preconizz il Nobel per la medicina. Ho rinunciato a costruire una famiglia, non allamore, raccontava Rita. Ho avuto degli affetti, mi sono innamorata, sono stata felice. Ma forse il mio unico figlio stato lNfg. Ho avuto e ho amici importantissimi, gli amici di una vita: Renato Dulbecco, Giuseppe Attardi, il mio maestro Viktor Hamburger alla Washington University di St. Louis, Norberto Bobbio, la poetessa Maria Luisa Spaziani, Pietro Calissano, Piero Ientile, Pina Tripodi. Tutto stato enorme attorno a lei. Durante la guerra, a Torino trasform in laboratorio la camera da letto, un piccolo locale di due metri per tre in corso Re Umberto. Quella stanza divent un centro di ricerca frequentato anche dai compagni di scuola che professavano il fascismo e la domenica sfilavano con la camicia nera. Qualcuno cantava stupide canzoncine di regime. Se ci manca un po di terra prenderemo lInghilterra, se ci mancher il sapone prenderemo anche il Giappone.... Ridevamo di tutto ci.
la Repubblica
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IL NOBEL
Nel 1986 vince il Nobel per la medicina grazie alla scoperta sul fattore di crescita della fibra nervosa
IN SENATO
Nel 2001, Rita Levi Montalcini nominata da Ciampi senatrice a vita per i suoi meriti scientifici e sociali
Lintervista / 1
rimpianto. Ma una caratteristica del suo lavoro era linquietudine creativa, il bisogno di percorrere ogni strada immaginabile. Era una donna severa? Molto puntigliosa nelluso delle parole. Ogni articolo scientifico veniva riscritto fino a una decina di volte. Ma il clima in laboratorio era disteso. Non lho mai sentita alzare la voce. Che peso ha avuto il lavoro nella sua vita? stata una lavoratrice totale, tanto che ad agosto si sentiva un po spersa. Ha sacrificato la vita affettiva alla scienza, ma stata una scelta deliberata. A volte le chiedevo se non le pesasse. Rispondeva che limportante era lasciare un messaggio. Che fossero figli o risultati scientifici, non contava poi troppo. I suoi bambini lhanno conosciuta? S. Alle loro domande dava sempre importanza e si interessava alle loro scelte. Nel lavoro daltronde era famosa come talent scout. Se incontrava un giovane intelligente, magari in treno, anche non laureato, si dava da fare per reclutarlo.
Come reag al Nobel? Una mattina mi telefon: Sai che mi hanno dato il Nobel?. Lo disse come se fosse la cosa pi scontata del mondo, o come se la notizia riguardasse un altro. Io lavevo previsto, ma lei si schermiva. Allora scommettemmo: se avessi vinto, lei mi avrebbe ospitato con la famiglia a Stoccolma. E cos avvenne. Parlava dellesperienza politica? Non molto, ma la sentivo dispiaciuta e perplessa. A parole i politici erano sempre pronti a magnificare la scienza. Ma se si trattava di prendere decisioni, ogni supporto scompariva. Che ricordo ha dellultimo incontro? Ci siamo fatti gli auguri pochi giorni fa. Era diventata debole dudito e comunicare non era facile. Uscendo pensai con malinconia alla Rita vivace di tanti anni prima. Conoscevo il suo spirito stoico e costruttivo e sono convinto che se ne rendesse conto: aggiungere anni alla vita in questo modo non serviva pi a molto.
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Con lavvento delle leggi razziali fui costretta a trasferirmi a Firenze. Scelsi un finto cognome, il primo che mi venne in mente: Lupani. Mi specializzai nella stampa di documenti falsi per gli ebrei, avevo rapporti con il Partito dAzione. In solitudine arriv al Nobel per la ricerca sullNfg, la sigla della proteina che stimola la crescita delle cellule nervose. Uno studio durato oltre mezzo secolo. Sono giunta alla scoperta perch ero lunica a lavorare in quello specifico campo della neurologia. Ero sola in mezzo a una giungla, non conoscevo nulla o quasi nulla. Sapere troppo, spesso, ostacola il progresso. Nel 1986 abitava gi a Roma. La telefonata dellAccademia arriv che era notte. Stava sfogliando un giallo di Agatha Christie. La cerimonia del Nobel a Stoccolma non fu particolarmente eccitante, piuttosto una specie di grande festival. Il primo agosto del 2001 la chiam lallora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Le disse semplicemente: Sono Ciampi e labbraccio. La nomino senatrice a vita per meriti scien-
tifici e sociali. Lei questa volta si commosse, riusc soltanto a rispondere con un grazie presidente. Ai ragazzi diceva, antesignana di Steve Jobs: La mia intelligenza mediocre e il mio impegno poco pi che mediocre, mi hanno salvata listinto e il cuore. Seguite sempre il vostro cuore. Amava Bertrand Russell, soprattutto queste parole nelle quali si riconosceva: Tre passioni, semplici ma irresistibili, hanno governato la mia vita: la ricerca della conoscenza, la sete damore e una struggente compassione per le sofferenze dellumanit. Da giovane era ghiotta di pollo con la panna e le piaceva cuocersi per ore sotto il sole. La sua casa traboccava di fiori. Rose bianche e gialle, azalee, iris, orchidee, margherite. Si inebriava di profumi e colori. Sulla giacca portava sempre una spilla. Ha attraversato una lunghissima vita trovandoci parecchio dentro, una fortuna che non capita a molti e della quale si pu essere certi soltanto quando giunge il nostro ultimo giorno.
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ALLESTERO
Rita LeviMontalcini nel 49 con un gruppo di colleghi. Oggi la camera ardente in Senato dalle 13.30. Le esequie il 2 gennaio a Torino in forma privata
Lintervista / 2
Il genetista Luigi Luca Cavalli Sforza: Soffriva per le difficolt degli studiosi in Italia
Sfondare linsensibilit del nostro paese per la scienza non impresa facile. Si tratta daltronde di un fenomeno antico, e non si pu porvi rimedio da un giorno allaltro. Entrambi abbiamo vissuto sia la realt italiana che quella americana e abbiamo toccato con mano le differenze. Lei si data molto da fare per smuovere le acque qui, ma a causa delle circostanze non ha potuto ottenere molto. Come descriverebbe il vostro rapporto? Era unamicizia molto affettuosa. I nostri ambiti scientifici non sono veramente vicini, ma avevamo molte esperienze da condividere. Entrambi sapevamo quali sono i requisiti per fare buona scienza, e cosa manca allItalia per essere allo stesso livello degli Stati Uniti. Ora lei non c pi, ma il nostro Paese non smette di avere bisogno di persone che, come lei, sostengano limportanza della scienza per la societ. (e.d.)
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la Repubblica
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Il disinteresse per s
Ho perso un po la vista, molto ludito. Ma penso pi adesso di quando avevo ventanni. Il corpo faccia quello che vuole. Io non sono il corpo: io sono la mente
Le sue frasi
Nella vita non bisogna mai arrendersi alla mediocrit, bens uscire da quella zona grigia in cui tutto abitudine Bisogna coltivare il coraggio di ribellarsi
Il messaggio che invio di affrontare la vita con totale disinteresse alla propria persona, e con la massima attenzione verso il mondo che ci circonda
Dico ai giovani: pensate al futuro che vi aspetta, pensate a quello che potete fare, e non temete le difficolt: io ne ho passate molte, e le ho attraversate senza paura
Fu costretta a studiare gli embrioni di pollo nella sua stanza da letto. Poi lofferta di lavorare negli Stati Uniti Nel 53 scopr lNGF, molecola che favorisce la crescita delle cellule del sistema nervoso, con cui vinse il Nobel nell86
OMAGGI DAUTORE
Figura luminosa orgoglio per lItalia
Si spenta una luminosa figura della storia della scienza, orgoglio per lItalia
Giorgio Napolitano
Donna capace e carismatica ha dato battaglia tutta la vita per difendere i valori in cui credeva
Mario Monti
utti conoscevano il nome e la ieratica figura di Rita Levi Montalcini, premio Nobel 1986 per la medicina, per anni lunica donna nel suo campo di ricerca. Tanto che, come lei stessa ricordava orgogliosamente, ai congressi ai quali partecipava le prolusioni si aprivano normalmente con un Lady and Gentlemen, Signora e Signori. Ma prima di arrivare ai congressi la signora della medicina aveva dovuto percorrere una lunga strada, che laveva portata da Torino allAmerica. Nella citt piemontese era nata il 22 aprile 1909, e aveva studiato alla scuola del famoso istologo Giuseppe Levi: ununiversit di eccellenza,
a Saint Louis per ripetere i suoi esperimenti sugli embrioni di pollo. Part per lAmerica sulla stessa nave su cui viaggiava anche Renato Dulbecco, di cui si diceva che era innamorato di lei: certamente i due erano grandi amici, e
tali sono rimasti per tutta la vita. Arrivata in Missouri la Montalcini sub il fascino dellambiente universitario americano, che provoc in lei un cambiamento intellettuale testimoniato dal bestseller autobiografico Elogio dellimperfezione (ora pubblica-
to da Dalai). In particolare, decise di rimanere negli Stati Uniti e divenne professoressa a Saint Louis, fino al suo pensionamento nel 1977. Fu l che nel fatidico anno 1953, lo stesso in cui fu scoperta la doppia elica del DNA, la Montalcini scopr a sua volta
lNGF, o Fattore di Crescita Nervosa: una molecola che regola e favorisce la crescita delle cellule del sistema nervoso. In seguito si compreso che lNGF svolge un importante ruolo di coordinamento fra i tre grandi sistemi (nervoso, endocrino e immunitario) che mantengono lo stato di salute di un organismo. Ad esempio, gli animali privati dellNGF si sviluppano male, capiscono meno, si ammalano di pi e invecchiano prima del solito, mentre quelli curati con lNGF recuperano parte della funzionalit persa a causa dellet. Farmaci a base di NGF sono gi oggi usati per curare distrofie della cornea, e domani potrebbero essere cruciali nel trattamento delle infiammazioni allergiche, della sclerosi, dellartrite e dellAlzheimer: si pote-
I congressi a cui partecipava si aprivano, in suo onore, con Lady and Gentlemen
visto che tre dei suoi allievi (oltre alla Montalcini, anche Salvador Luria e Renato Dulbecco) arrivarono poi al premio Nobel per la medicina. Ma anche ununiversit alla quale aveva dovuto combattere per iscriversi, ribellandosi al ruolo che il padre sembrava averle destinato. Ancora una decina di anni fa, quando le chiesi di ricordare gli anni della sua infanzia, lei dichiar di aver sofferto allidea di dover vivere in seconda come la madre, e di aver odiato le scuole femminili che insegnavano a essere mogli e madri, mentre lei sentiva di non voler essere n luna, n laltra. Laureatasi con lode nel 1936, e subito ammessa alla specializzazione in neurologia e psichiatria, ne fu espulsa nel 1938 in seguito alle leggi razziali. Dopo un breve periodo passato in un istituto di ricerche neurologiche a Bruxelles, la Montalcini torn in Italia: non potendo lavorare alluniversit, install un laboratorio nella propria stanza da letto e incominci a studiare gli embrioni di pollo insieme a Giuseppe Levi, anchegli tornato a Torino dopo essere sfuggito allinvasione nazista del Belgio. Il laboratorio da camera condivise le peripezie belliche della ricercatrice, che dovette dapprima sfollare in campagna e poi fin a Firenze, dove dopo la liberazione della citt nel 1944 lavor come medico in un campo di rifugiati. Finita finalmente la guerra, la Montalcini rientr in universit a Torino, ma nel 1947 ricevette lofferta di passare un anno
Ha cambiato il mondo
Donna coraggiosa, ha superato tanti ostacoli e ha saputo cambiare il mondo con la passione e la curiosit
Fabio Fazio
Lintervista
Ha unito la ricerca per la verit scientifica alla ricerca di giustizia sociale. Questo il lascito pi prezioso
Roberto Saviano
LE IMMAGINI
Nella foto grande, con il Re Gustavo di Svezia durante la premiazione del Nobel. Sopra, con Renato Dulbecco e in laboratorio
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la Repubblica
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HAARETZ
Cos il giornale israeliano: Super le discriminazioni razziali e divenne una scienziata tra le pi importanti, continuando fino alla fine il suo lavoro
GUARDIAN
Il quotidiano inglese: Ha affrontato con serenit le difficolt nel praticare la medicina in tempo di guerra e quelle poste dai pregiudizi nei confronti delle donne
La stampa internazionale
Nominata da Ciampi nellestate del 2001 port in politica la sua passione per la ricerca e per i diritti delle persone Sempre elegante nelle repliche anche quando rest ore in Parlamento per il sostegno a Prodi e fu attaccata dai fascisti
OMAGGI DAUTORE
Umile e intelligente ma piena di ironia
che tutto questo, che pure ai suoi occhi quasi mai era disprezzabile, doveva pur e comunque fare i conti con quel congresso di fisici cinesi, o con il governo mondiale dellambiente e tante altre cose che i protagonisti italiani ignoravano. E tuttavia il dato fantastico, a
pensarci bene, che era donna e che era vecchia. E mai come nella crisi epocale del patriarcato e dinanzi ai disastri di una classe politica maschile e pietosamente giovanilistica, questi due stereotipi si sono rispecchiati in lei rovesciandosi in virt, cultura, energia lun-
gimirante, ma anche felice differenza di genere, cura e sicura umanit. Divenuta famosa al grandissimo pubblico, dotata di imitatrici televisive e perfino di compagni che mettevano sul palcoscenico la sua vicenda (Le parole di Rita,
Una persona umile, intelligente, amabile e piena di ironia. Ferma, lucida, sempre presente a se stessa
Dario Fo, Franca Rame
Orgogliosamente italiana ed ebrea, alla ricerca affiancava limpegno per i diritti civili
Le comunit ebraiche
Le sue erano sempre scelte di coscienza e di allegria. Difese Darwin nelle scuole
minata senatrice a vita da Carlo Azeglio Ciampi nellestate del 2001 per aver fin l illustrato lItalia eccetera, limpressione che il meglio labbia dato al suo paese proprio quando, dichiaratasi assai pi felice di questo riconoscimento che del Nobel, dalla tribuna senatoriale Rita Levi Montalcini ebbe loccasione e sent il dovere di dire e fare tutto ci che gli passava per la sua testa, invero molto sapiente e saggia, ma soprattutto libera. Cos super di slancio le ipocrisie, i formalismi, gli interessi, i rapporti di forza e con garbato ardore prese il suo nuovo impegno molto seriamente confermando che tra le cose che pi detestava cera lossequio al potere. Ma fuori di ogni acrimoniosa demagogia, come scelta di coscienza e in fondo anche di allegria. Quando arriv su quei banchi, a 92 anni, sera gi detta a favore dellantiproibizionismo e con qualche riserva delleutanasia. Se non si rischiasse di fare un torto ad entrambi la si poteva definire una specie di pannelliana ad honorem; mentre certi suoi anatemi contro il consumismo, che ha mortificato ogni valore, la collocavano allinterno della profezia pasoliniana. Ma pi che le convenzionali categorie Levi Montalcini recava in dote alla coscienza civile la meraviglia della ricerca e della scoperta; e poi uno sguardo, un universo, un orizzonte che si spingeva ben oltre lItalietta con i suoi impicci e le sue magagne. Insieme italianissima, ebrea e cosmopolita osservava le diatribe domestiche, le contorsioni dellUlivo e del berlusconismo con la consapevolezza
Figura eminente anche per limpegno civile e morale che lha resa persona esemplare
Il Vaticano
LE IMMAGINI
Nella foto grande Rita Levi Montalcini a Torino; sopra, il suo voto al Senato nel 2006 con il governo Prodi
Una grande figura del Paese, capace di battersi per la ricerca. Una guida per i giovani
Margherita Hack
Il caso
Polemiche per la scelta del telegiornale di Mediaset di dare pi spazio al Cavaliere rispetto alla scomparsa della Montalcini
con Anna Buonaiuto), ha continuato a occuparsi, come in un eccezionale ordine alfabetico della buona volont di acqua, Africa, aids, alhzeimer, amnistia, animali (nel senso dei diritti degli) e mille altre questioni vere e serie che normalmente il potere tende ad espellere dalla sua agenda. Un personaggio che incarnava una grande speranza. Quando raccontava che da piccola si sentiva fisicamente e intellettualmente inferiore agli altri (il genio semmai era la gemella Paola). O quando con straniante candore proponeva labolizione delle pensioni, che a suo giudizio rappresentavano la pre-morte, dovendo gli esseri umani lavorare fino a cento anni. In Parlamento e fuori ingaggi battaglie purtroppo non vittoriose - per dare pi soldi alla ricerca, favorire i giovani e fermare la fuga dei cervelli. Restitu lo studio di Darwin alla scuola. Vot contro il commissariamento politico del Cnr e si oppose alle legge ad personam. Garant a Prodi il voto che serviva per far passare la Finanziaria. Per questo stette per ore e ore al Senato, perch era la cosa giusta, appena un po seccata per aver disertato il laboratorio. Fu allora che i fascisti dissero che le avrebbero portato a casa una stampella. Scrisse allora a Repubblica una lettera molto ferma e dignitosa, da cui non trapelava alcun sentore di vittimismo. Anche in questo caso se lo pot permettere. Sapeva essere magnificamente relativa e assoluta, sostenendo di avere un totale disinteresse per la mia persona, e in certi casi aggiungeva: La morte non esiste per me. Poi magari sullargomento era capace di evocare una poesia di Gozzano su una certa papera: Ma tu non pensi. La tua sorte bella!/ Che lesser cucinata non triste,/triste pensare desser cucinata. Che in fondo un modo per porre uomini e pennuti nella stessa dimensione del vivere e del salutarsi e ricordarsi su questa terra, in attesa di chiss che cosa.
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