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Elisabetta Modena

Il 74 libro
Trilog ia

E quando questa lettera sar stata letta da voi, fate che venga letta anche nella Chiesa dei Laodicesi, e anche voi leggete quella inviata ai Laodicesi ( 1 Colossesi 4,16 )

2007 Elisabetta Modena progetto grafico: Francesco Tessarini foto cartina Europa antica: Brian Samodra (www.sxc.hu) Stampato per Lulu Press dalle Publicaciones Digitales, S.A. C/ San Florencio, 2 41018 Sevilla Spain

LIBRO PRIMO

La punta di diamante

Roma

In questo nostro tempo il mondo ha bisogno pi di testimoni che di maestri (Paolo VI)

LEuropa sar cristiana, o non sar


(Giovanni Paolo II)

L'Europa sembra incamminata su una via che potrebbe portarla al congedo dalla storia
(Benedetto XVI)

Premessa Questo un libro di christian fiction come dire un romanzo cristiano. La terminologia anglosassone perch negli USA questo genere molto pi diffuso che qui, cito a titolo di esempio il best-seller cristiano di Michael OBrien Il Nemico, tradotto in Italia dalle Edizioni San Paolo, o lultimo di Rino Cammilleri Immortale Odium (per i tipi della Rizzoli); ma questo genere, si pu dire, labbiamo inventato noi. Da Dante, a Manzoni, a Bacchelli, agli scrittori cristiani del Novecento (anche a livello europeo) gli elementi in gioco sono sempre due: la creazione letteraria e lispirazione cristiana. Riproporre il romanzo cristiano quanto mai attuale. Non solo per rispetto di un pubblico che ha desiderio di immergersi in questo tipo di letture, ma anche per rispetto verso le nostre radici cristiane che affondano in duemila anni di storia. Caro lettore, anche se non ti professi cristiano, non spaventarti. Non sentirti escluso. Questo un libro per te, per tutti gli uomini, perch il Vangelo sempre alla portata di tutti. Elisabetta Modena

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VENERDI 14 Marzo I
Quel giorno era andato tutto storto ad Edoardo Righetti. A cominciare dalla mattina. Lautobus delle sette e trentadue laveva lasciato a piedi: peccato fosse lunico mezzo che lo portasse in orario a scuola. Giustificati dallassenza del loro prof, gli studenti si erano ritenuti autorizzati a provare in classe i brani del concerto di fine anno, col risultato di disturbare tutte le altre classi del corridoio. Alle otto e quarantacinque in punto, il resoconto che il Preside aveva servito ad un Righetti avvilito era stato cos meticoloso e pungente da non lasciare ombra di dubbio su quel che ne pensava: un autentico disastro colposo. Il professor Righetti aveva cominciato a spiegare al Preside che nellora di punta, a Roma, era facilissimo perdere lunica coincidenza che lo collegava con la scuola. Ma ahim, invano. Non finiva qui. Tornando verso casa, appena sceso dallinfausto autobus che quella mattina gli aveva procurato cos tante noie (e che alluscita da scuola contava, invece, ben 12 minuti di ritardo), non trov pi parcheggiata la sua automobile. Eppure rammentava di averla lasciata nel parcheggio custodito come tutte le altre mattine, con tanto di salato biglietto. Si volse intorno per cercare il custode che, stranamente, sembrava sparito nel nulla. Simpose di non perdere la calma. Appoggi la borsa dei libri sulla nuda terra e si lev il cappotto, se non altro perch era pi facile pensare con un minor strato di abiti sotto il sole sonnecchiante della citt nellora di pranzo. Soprappensiero si pass le dita tra la barba ben curata, uno dei pochi vezzi rimastigli a lenire lamara realt che lora di religione non dava grandi soddisfazioni personali, e si slacci i polsini della camicia per arrotolare le maniche sopra il maglione. Mentre girava la testa a destra e a sinistra cerc di fare mente locale: quella mattina era iniziata in modo identico ad ogni altra. Guidava la macchina fino al parcheggio Oasi, che a dispetto del nome era una colata dasfalto surriscaldata dal sole. Da l prendeva lautobus fino in centro. Era pi
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comodo arrivare al liceo con mezzi pubblici, vista la spinosa questione del posto macchina: la scuola era in pieno centro storico, e il parcheggio per gli insegnanti consisteva in una minuscola porzione di cortile, gi dai primi minuti dingresso presa dassalto dalle biciclette e dai motorini degli studenti. Il Preside, dopo non pochi tentativi andati regolarmente a vuoto, aveva rinunciato a far rispettare lordine, anche perch il personale ausiliario nonch il corpo docente che avevano iniziato a montare la guardia, per difendere il proprio prezioso posto auto, si erano ritrovati inspiegabilmente graffi sulla carrozzeria delle automobili, ruote bucate, e simili altri atti di vandalismo. Cos, a malincuore, avevano smesso di fare la ronda. E il parcheggio era diventato una landa di asfalto battuta dalle orde degli studenti che vi stanziavano, come ultimo avamposto in cui assaporare la loro libert prima di entrare in classe. Intanto la macchina non saltava fuori. Il professor Righetti setacci il parcheggio in lungo e in largo nella timida speranza che eventuali balordi, forzata la portiera ed intrufolatisi dentro, per qualche strano, brutto scherzo glielavessero spostata di qualche metro per poi lasciarla l. Ed il custode? Beh, proprio in quel momento poteva essersi assentato per bere un caff o mangiare un panino: alluna passata era naturale che anche i custodi mangiassero. Oppure la sua macchina poteva essere stata rubata rubata. Al solo pensiero che gli fosse capitata una simile disgrazia inizi a sudare freddo. Perch mai doveva succedere proprio a lui? E alla sua auto, una vecchia utilitaria? Capitava sempre ad altri certo, lui non si era mai sforzato di pensare cosa avrebbe provato se fosse toccato a lui. Si mise a perlustrare attentamente ogni angolo del parcheggio in cerca di tracce del furto di cui era sempre pi certo ogni minuto che passava. Se solo lautobus non avesse avuto quei 12 minuti di ritardo, si disper tra s, magari sarebbe arrivato in tempo per cogliere i malviventi sul fatto e dare lallarme. O forse, nemmeno cos ce lavrebbe fatta. Devo fare qualcosa decise. Si avvi sconsolato verso la cabina del telefono pubblico.
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Camminava a passi lenti, perch meditava su come dirlo a Laura, e maledicendo che il suo telefono cellulare si fosse appena scaricato. Prese in mano la cornetta del telefono e digit i numeri: Pronto? scand una voce femminile. Sono io, Laura. Oggi torner a casa pi tardi perch devo passare in Questura rifer alla moglie cercando di mantenere la calma. Ti chiamo per avvisarti. Che successo? lo interrog allarmata. Devo recarmi alla polizia per sporgere una denuncia, credo ci abbiano rubato lauto. Oh santo cielo! Tornato al parcheggio, dopo lultima ora di lezione, non cera pi la macchina. Sparita, capisci? seguit Edoardo. La reazione della moglie non si fece attendere. E il custode? Lui il primo che bisognerebbe denunciare! Uno paga 150 euro di parcheggio al mese fidandosi che non succeda niente alla propria auto, e poi si ritrova lo stesso con il ben servito. Ma che trattamento ?! Adesso scrivo subito una lettera di protesta a Roma capitale perch i servizi privati di questa citt sono inefficienti. Voglio far diventare rosso dalla vergogna quel dannato custode. Da domani pi nessuno gli affider le proprie auto. Ma tu gli hai parlato? Gli hai detto che ti hanno rubato la macchina?. Edoardo avrebbe voluto controbattere che non sempre le cose vanno storte per colpa altrui. Ma prefer sorvolare. Il bello che non c nemmeno lui qui al parcheggio rispose. Ah, fantastico! esclam arrabbiata la moglie sta sicuro che quello non lo rivedremo mai pi. Il guaio che lassicurazione tender a darci il meno possibile per quel catorcio. Se almeno avessimo dato retta allagenzia! A Natale, durante la promozione, ci aveva proposto di cambiare la nostra vecchia auto con la nuovissima Sidera. Ricordi? Ma noi avevamo da aggiustare la caldaia, accidenti! Tutta colpa di questa dannata recessione che lItalia non riesce a scrollarsi di dosso e, come sempre, sono le famiglie a reddito medio-basso a farne le spese! E che strategie mette a punto lo Stato per noi cittadini indebitati? Nessuna! E una vergogna che anzich
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salire i gradini della classifica dei paesi pi ricchi, il nostro paese li stia scendendo! In pi adesso ci si mettono pure le Stelle Spezzate andiamo di male in peggio!. In quellistante Edoardo sent che suonavano alla porta di casa. La moglie tronc bruscamente il nuovo monologo che stava gi intonando. Vado a vedere chi la sent farfugliare. Edoardo tir un sospiro di sollievo al pensiero che per qualche minuto la moglie sarebbe stata impegnata con il postino, la vicina di casa o gi di l. Linvettiva della moglie contro lo stato delleconomia italiana per era del tutto lecita: in termini musicali si sarebbe detto un de profundis. Edoardo ricordava che era soltanto un ragazzo quando aveva fatto scandalo la retrocessione economica dell'Italia dal 6 al 10 posto della classifica dei paesi pi ricchi, e come negli anni successivi i governi non fossero riusciti a risollevare le sorti del paese. Daltro canto, paesi che un tempo erano considerati in via di sviluppo Argentina, Turchia, Messico ed Egitto ora occupavano quei posti lasciati liberi dalla retrocessione degli stati poveri dellUnione (Italia in primis, ma anche Portogallo, Grecia, Polonia). I primi erano cresciuti in termini di P.I.L., possedevano un ottimo trend demografico, un contenuto grado di disoccupazione, indicatori economici che filavano a gonfie vele. La vecchia Unione Europea, invece, era alle prese con linvecchiamento della popolazione, con le massicce ondate migratorie (dalla Russia, dal Medio Oriente e dallAfrica) e i correlati problemi sempre pi complicati di integrazione sociale, con lavvento del primo partito filomusulmano moderato, con lo smantellamento progressivo dello stato sociale. Come non bastasse, erano comparse le Stelle Spezzate, il gruppo terroristico di punta, presente nel paese senza che nessuno magistratura compresa riuscisse a chiarirsi le idee su cosa fosse esattamente. Quel che era certo era che questi nuovi terroristi puntavano a colpire il mercato finanziario. Una nuova strategia terroristica commentavano i giornalisti; una strategia che, intanto, minava il precario equilibrio del sistema capitalistico italiano.

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Per non parlare dei tre colossi del mercato che stavano incassando profitti faraonici una volta entrati nellOlimpo del libero mercato nel corso del XXI secolo: Cina, India e Brasile. Intanto Edoardo percep in sottofondo, attraverso la cornetta, il brusio di voci maschili. Cominci a preoccuparsi. Laura torn di l a poco. La sua voce pareva leggermente alterata, anche se non manifestava segni di allarmismo: Torna subito a casa. Qui ci sono due agenti in borghese della polizia che vogliono parlare con te. Edoardo rimase per un attimo interdetto: che avessero di gi ritrovato la macchina? E in una citt come Roma? Domanda loro cosa vogliono rispose, vagamente confuso, alla moglie. E aggiunse senza troppa convinzione: Magari si tratta della macchina. Lascio sempre dentro il cruscotto una fotocopia del libretto di circolazione. Pu essere accaduto che da quella siano risaliti al mio nome e cos mi abbiano rintracciato a casa. Ma non sembrava troppo sicuro di quello che stava dicendo. In quel momento tentava solo di spiegarsi cosa ci potessero fare due poliziotti a casa sua. S, intanto li faccio accomodare. Tu torna presto. E tu accertati che siano due poliziotti e non due furfanti. Sta tranquillo!. Mah, sar. Per non riesco a stare tranquillo. Lasciali aspettare fuori finch non sar tornato. Senza mandato di perquisizione non possono entrare. Guarda che so distinguere due delinquenti da due poliziotti! comment infastidita la moglie. Comunque daccordo. Faccio come hai detto. Tu pensa solo a tornare in fretta. Allora prendo un taxi e sono l; lautobus ci impiegherebbe unora. Ci vediamo. A tra poco. Edoardo riattacc. Doveva sbrigarsi: non riusciva pi a tenere a freno limmaginazione.

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II Qui tutto un caos. Non si pu lavorare in questo modo! Per me tempo di levare le tende!. Benjamin protestava, ma il tono di voce scherzoso tradiva che non avrebbe mai messo in pratica il proposito. Per il momento si limitava a dondolarsi sulla sua sedia di cronista super-pagato nella sede milanese del pi importante quotidiano a diffusione nazionale, nonch di inviato speciale in quei luoghi dove il contributo della sua penna fosse risultato assolutamente indispensabile per rimpinguare le casse del giornale. Ma ogni tanto inveiva contro quello che definiva: un sistema arcaico di fare giornalismo. Non c un attimo di riposo. Sempre di corsa! Non si pu fare nessun vero scoop perch non c nemmeno il tempo di leggere tutta la montagna di notizie che arrivano dalle agenzie di stampa! E pazzesco! . Benjamin era un trentottenne alto, bruno, con un viso dai tratti simpatici e, soprattutto, era americano, il che aumentava a dismisura il suo fascino. A dare retta alle voci femminili della redazione, aveva gi fatto gola ad un numero imprecisato di giornaliste e non, le quali si erano lasciate felicemente sedurre come api invischiate in un barattolo di miele. Da quando in qua un giornalista serio come te pu permettersi di riposare?. Dalla sua scrivania Grazia gli concesse appena unocchiata indagatrice, sollevando i suoi occhi color smeraldo che brillavano su un viso incorniciato da capelli neri come lebano. Da quando questo giornalista si chiama Tolosa ed stato in lizza per il premio Pulitzer nella categoria dei giornalisti bofonchi un altro accanto alla scrivania di Grazia. Chiss quale sar la sua prossima destinazione: Parigi, Londra, Bruxelles non vedi? gi stanco di stare qui! comment acido. Se avessi vinto il premio Pulitzer, sicuramente adesso non sarei qui a fare soltanto quello che mi ordinano di fare rispose energicamente Benjamin, che non aveva ancora digerito (dopo otto anni) di essere entrato nella rosa dei
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finalisti e, mentre tutti lo davano per vincitore, di essersi visto soffiare lambito riconoscimento da un collega, amico fin dai tempi delluniversit. La cronaca interna non mi ha mai attirato aggiunse Benjamin, solito a rispondere senza mezze misure. Parlava e scriveva in modo chiaro e diretto. Sono venuto in Europa per fare del giornalismo serio, non per scrivere pezzi insulsi solo perch a gente insulsa e mediocre piace leggerli!. Smise di parlare in modo che il concetto che aveva appena espresso entrasse bene in testa al suo collega: il riferimento era personale. Grazia dalla sua scrivania dischiuse le labbra in un leggero sorriso che non sfugg a Benjamin. E poi che male c ad andare in giro per il mondo? Quando ne vale la pena, sintende. E quand che ne vale la pena? domand Grazia senza sollevare la testa dallo schermo del computer. Ma per conoscere donne come te le rispose Benjamin sfoderando un sorriso degno del miglior latin lover. Lei scoppi a ridere, pur continuando a non sollevare la testa. Dicci unaltra cosa, allora, signor don Giovanni: non hai mai avuto grane con le donne? Che so, qualche figlia segreta ribatt il collega invidioso. No, perch io le scelgo con cura. Benjamin si port una mano sulla fronte per tirarsi indietro i folti capelli scuri che gli ricadevano sugli occhi. I due si stavano scrutando con aria di sfida. Ah, giusto, dimenticavo fece luomo scuotendo la testa Il signor Tolosa le vaglia come noi italiani facciamo con le macchine: che siano solo di grossa cilindrata e con buona tenuta di strada. Non vogliamo sorprese dai nostri gingilli, noi. Esagerato!. Grazia si sent in dovere di intervenire, era risaputo da tutta la redazione che Benjamin era s un Casanova, ma lo faceva con stile. Non aveva mai mancato di rispetto a nessuna delle sue conquiste. Arross mentre prendeva le sue difese, si sentiva colta in flagrante perch un po lui le piaceva, (come ad almeno altre dieci sue colleghe), ma avrebbe fatto carte false pur di non
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farglielo capire, idem le sue dieci colleghe. Esperienza comune, infatti, era che le storie fra colleghi non durassero pi di due o tre mesi, specialmente se ci si trovava solo a letto. Per il collega bilioso non la smetteva di punzecchiare pesantemente Benjamin. Grazia, stufa di non riuscire pi a concentrarsi sul lavoro come voleva, per zittirlo and gi pesante: Guarda che sappiamo che temi che Benjamin ti possa soffiare il posto di capo-redattore. Non sar per caso che se hanno intenzione di assegnarlo a lui, perch lo merita di pi ?. Ecco, troppo tardi. Lho detto pens. Adesso certamente me la far pagare cara. Non ho bisogno delle tue lodi, Grazia intervenne Benjamin serio. Lascia perdere: ti ringrazio, ma la proposta non lho ancora ricevuta, e anche se la ricevessi, non detto che laccetterei. E rivolgendosi al collega: Sono un uomo che non si ferma mai a lungo nelle redazioni che gira, per natura mi piace cambiare; preferisco viaggiare, conoscere posti nuovi, situazioni e persone diverse. Ma senza approfittarmene. I suoi occhi chiarissimi brillarono intensamente attraverso gli occhiali. Spero di potermi togliere da qui al pi presto, per non darti pi alcun fastidio aggiunse secco e pungente come carta vetrata. Vedremo, signor TolosaVedremo, dunque, cosa riserveranno le prossime settimane rispose laltro con uno strano sorrisetto sulle labbra, e con gli occhi fissi sul monitor lampeggiante. In quel momento Benjamin not un brulichio maggiore del solito scuotere tutta quanta la redazione, ma pens si trattasse delle breaking news delle agenzie stampa. Per sicurezza lanci unocchiata a Grazia: se ne stava china sullo schermo, esattamente come poco prima. Tutto tranquillo. Si alz dalla sua scrivania e si avvi in direzione della macchinetta del caff, in fondo alla redazione. Italiani! pens Benjamin tra s Simpatici e allegri finch si scherza insieme, ma voraci come lupi se fiutano di perdere i diritti che ritengono spettino a loro! . E amareggiato lasci che il filo dei pensieri scorresse in caduta libera.

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Cos dunque una promozione? un riconoscimento di valore che deve andare a chi lo merita davvero. una vergogna che uno diventi caporedattore solo per anzianit di servizio e logica interna del giornale. Come si pu pensare di meritare un posto simile, con una responsabilit tuttaltro che marginale, senza essersi sudati uno per uno i pezzi di cronaca da inviato speciale; senza essersi misurati fino allossessione con i logoranti reportage da ogni angolo della terra che interessa allopinione pubblica; senza aver plasmato il proprio stile al punto da dare filo da torcere a chiunque si azzardi a imitarlo anche solo da lontano. Stavano frullandogli per la testa tutte queste considerazioni, quando allimprovviso gli si materializz davanti Grazia. Gli si era avvicinata mentre lui stava sorseggiando il terzo caff di quella giornata, non si era accorto di nulla. E cos vuoi andartene?. Il tono di voce impersonale mascherava il fatto che ci la preoccupava. Infil la sua chiavetta personale nel distributore di bevande e schiacci per ottenere un decaffeinato, giusto perch non sembrasse che lei gli stesse correndo dietro. Benjamin si immagin che Grazia sottintendesse dellaltro. Si trattenne dal farle gli occhi dolci che pure gli sarebbero venuti spontanei: Non so. Ho il presentimento che Milano non faccia pi per me. grigia anche quando c il sole, io non sono abituato a vivere senza la luce. Era cos scuro in volto mentre parlava, che Grazia pens che stesse vivendo esattamente quello che aveva appena descritto. Ma perch hai accettato di venire a lavorare qui, allora? Perch non sei rimasto in Spagna?. Per mascherare limbarazzo del leggero tremolio nella voce saffrett a trarre fuori dalla tasca della camicetta un pacchetto di sigarette light; ne accese una immediatamente, laria tra i due si riemp di impalpabili volute di fumo. Benjamin si accigli, ma non le chiese di spegnere la sigaretta. LItalia mi sempre piaciuta: speravo mi avrebbero mandato su e gi per il paese a seguire gli avvenimenti importanti di cronaca. Vedi, io ho unossessione che non mi d tregua le spieg con calore lo scoop. Sia quando sono in giro, sia quando sono qui in redazione, questidea come un
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tarlo nella mia mente. La rode scendendo sempre pi in profondit dentro di me. E non facile liquidarla dicendo che soltanto la proiezione della voglia di successo, di riscatto personale. Vivo perennemente insoddisfatto perch mi pare di non essere allaltezza del mio ruolo di giornalista. Continuo a dirmi che se fossi veramente famoso, non dovrei stare qui a prendere ordini da qualcuno che sta sopra di me; vorrei essere io a scegliere cosa scrivere. Invece mi tengono incollato alla mia sedia, e ora ci sarebbe in ballo nientemeno che la promozione a caporedattore tutto per manovrarmi meglio!. Benjamin era seriamente deluso. A proposito si sofferm un attimo nel tentativo di cercare le parole pi appropriate non fra i miei sport preferiti infilare conquiste femminili una dietro laltra. Brentani lha detto solo perch invidioso!. Cos si chiamava il collega malevolo. Lo so, non c bisogno che ti scusi per la performance di poco fa. Grazia dischiuse le labbra e ne usc una delicata spirale di fumo. Distanzi la sigaretta mentre continuava a scrutarlo, ma ora sul suo viso si era affacciato un timido sorriso, che a Benjamin parve davvero spontaneo e genuino, la risposta naturale alla sincerit con cui lui aveva parlato. Lui respir laria un po infastidito, rimanendo in silenzio. Gett unocchiata sullo stanzone in cui si trovava: erano disseminate ovunque scrivanie con telefoni che squillavano in continuazione; la gente batteva freneticamente le mani sulle tastiere dei computer senza staccare gli occhi dallo schermo. Si chiese per quanto sarebbe resistito l dentro, senza la prospettiva di uscire a lavorare in mezzo alla gente. Senza la possibilit di svolgere ricerche approfondite come gli piaceva tanto fare. Gli uscirono parola amare dalla bocca: Mi sento comandato a bacchetta, come un animale da circo. Ma ti dir di pi: anche se mi volessero rinchiudere nella loro meravigliosa gabbia dorata, come fossi un uccello esotico, dandomi la promozione e quantaltro hanno in programma per me, sarebbe inutile. Non si pu impedire ad un usignolo di cantare: anche chiuso in gabbia, riuscirebbe sempre a convincere qualcuno, col suo canto struggente, a socchiudergli la porta.
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questo che stai aspettando? Qualcuno che venga a portarti via? Perch non mandi tutto allaria allora, e te ne torni in America? Un po di fama lhai raggiunta. Non dovrebbe essere cos difficile rimediare una cattedra di giornalismo in qualche Universit. Insegneresti per un po di mesi, conosceresti un sacco di giovani e potresti viaggiare per tenere corsi e conferenze!. Benjamin scoppi in unallegra risata. Lo sai che sei davvero piena di idee?! Vedrai che prima o poi ti ascolter!. Grazia sorrise, senza per riuscire a guardarlo negli occhi. Non le usciva pi niente di bocca al pensiero che lui potesse andarsene davvero. Anche se solo un attimo prima aveva scherzato su quelleventualit, in cuor suo sapeva di aver fatto centro. Intanto la sigaretta era terminata: schiacci la cicca nel portasigarette e lo salut con la scusa di dover tornare al lavoro. Benjamin la osserv dirigersi verso il computer della sua scrivania; vista di spalle Grazia era davvero carina: un vitino sottile dentro la camicetta bianca, pantaloni larghi e scarpe col tacco alto. E poi quella cascata di ricci neri. Davvero niente male. Il passaparola maschile (che esisteva al pari di quello femminile) le attribuiva un flirt nientemeno che con il direttore, risalente ancora a qualche anno addietro; il che avrebbe spiegato, agli occhi dei pi smaliziati che di solito sono proprio quelli che ci azzeccano il perch una giornalista come lei con un curriculum buono s, ma non eccessivamente brillante, sarebbe passata senza tanta gavetta dalle pagine di cronaca milanese a quelle di politica interna del paese. La postazione di Grazia era perennemente fissa sulle agenzie stampa che battevano le notizie da Montecitorio. Adesso poi che si avvicinavano le elezioni politiche, era scrupolosissima: non perdeva docchio neppure per un istante gli sviluppi delle discussioni sui progetti di legge fermi in Parlamento, approdati l nel corso della quinquennale legislatura. Ma Benjamin, che sapeva leggere tra le righe dei comportamenti dei suoi colleghi, aveva capito che la stella di
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Grazia era in declino. Il caporedattore la massacrava di lavoro, i colleghi cercavano di farle le scarpe, non aveva amici fidati su cui poter contare per sfogarsi un po; era un anno che lei stava resistendo dignitosamente, piena di buona volont, assediata dal nugolo di nuovi pupilli (e pupille) del direttore il quale ora la trattava al pari di tutti gli altri suoi collaboratori che miravano alla sua poltrona. Al momento di andare a casa, la sera, la vedeva con un viso stanco, tirato, sotto il trucco con cui mascherava il suo sfinimento. Impiegava tutte le energie nel difendere il suo posto con le unghie e con i denti. Benjamin si domandava per quanto tempo ancora la forza di volont, che indubbiamente Grazia possedeva in somma misura, lavrebbe sostenuta. Col passare degli anni infatti si era fatto lidea che il giornalismo smorzasse la vivacit e lentusiasmo degli esordi giovanili, e che questo valesse un po per tutti. Grazia poi gli sembrava particolarmente sensibile, quasi inadatta ad un mestiere dove le poche firme che contavano si battevano a suon di editoriali. Aveva stima di Grazia. Gli faceva persino tenerezza vederla cos magrolina, sepolta sotto la montagna di carte che si ergeva minacciosa sul suo tavolo di lavoro. Indubbiamente era uscito con donne pi belle e affascinanti di lei, ma nessuna che avesse la sua anima gentile. Fin da subito si era reso conto che lei nutriva un debole per lui. Unavventura con Grazia non gli sarebbe dispiaciuta, gi in passato aveva avuto storie con donne che lavoravano nel suo stesso campo ed erano durate pi del previsto. Benjamin piaceva alle donne: era bello, famoso, aveva soldi da spendere ed era dotato di fascino. Quando valeva la pena lui non se le faceva certo scappare, ma il fatto era che non gli accadeva di innamorarsi veramente. Ora, se avesse fatto la corte a Grazia, sentiva che la loro storia sarebbe scorsa entro i soliti binari. Da un lato ne aveva voglia, ma dallaltro qualcosa lo frenava. Stranamente, gli dispiaceva poter farla soffrire. Di solito con le altre donne non gliene sarebbe importato un granch: tanto peggio per loro, dal momento che erano loro ad innamorarsi di lui. Ma Grazia era intelligente e graziosa. Quando la scorgeva non riusciva a scrollarsi di dosso limmagine che gli suscitava dentro: il
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mazzo di girasoli di Van Gogh, e per questo non riusciva ad acquietarsi. Era arrivato a sperare con tutto il cuore di andarsene presto. Lei avrebbe sofferto un po, ma poi lavrebbe dimenticato. Invece, ironia della sorte, le cose sembravano progredire proprio per il verso contrario e, quando al danno si aggiunge la beffa, lei aveva capito benissimo le sue intenzioni. Con questi pensieri per la testa non si accorse che era da poco passato mezzogiorno e non aveva ancora messo nulla sotto i denti. Tanto pi che in quella giornata sembrava non esserci nulla da fare, nemmeno il direttore si era ancora fatto vedere in giro. Decise di fare un salto a casa per finire la scatola di pizze surgelate che gli era rimasta nel freezer anche se era un attentato alla sua dignit ridursi a mangiare pizze surgelate in Italia e perch doveva spedire une-mail dal computer portatile del suo appartamento. Fu attento a non farsi vedere da Grazia mentre sgusciava via dalla redazione. In strada mise in moto la sua berlina e punt in direzione di viale Loreto. Arrivato sotto casa per prima cosa raccolse la posta che traboccava fuori dalla cassetta delle lettere. Quel giorno spuntava anche un telegramma: dalle fattezze riconobbe che era americano. Incuriosito gett un occhio sul mittente, si rassicur nel vedere che si trattava di una persona che conosceva bene. Ma la sorpresa pi grossa venne aprendolo, una volta entrato in casa: a parte il messaggio scarno, conciso e oscuro, una grossa L blu acceso campeggiava sullo sfondo del telegramma, circondata da ghirigori dargento. Il testo suonava strano e perentorio al tempo stesso: urgente che ti rechi a Roma per un lavoro importante. Garantisco che si tratta di una faccenda davvero seria. Lindirizzo a cui ti devi presentare : via dei Tigli, n3. Entro Domenica al massimo. Assoluta segretezza. Fammi sapere se accetti. Frank. Benjamin era esterrefatto. Ma come poteva mollare tutto per correre subito a Roma? E il giornale? Chiss se, a questo, Frank aveva pensato. E perch avvisarlo di una faccenda cos importante con un banalissimo telegramma?
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Si butt sul letto a pensare con quale scusa avrebbe potuto svincolarsi dagli impegni di lavoro per recarsi a Roma. Mah, pi ci pensava, pi il progetto gli sembrava irrealizzabile. Ma cosa si era inventato Frank?! Certo che se aveva inviato durgenza un telegramma non cera tempo da perdere e bisognava trovare al pi presto una soluzione. Se almeno avesse dovuto occuparsi di un qualche fatto o personaggio di Roma! E invece niente. Tutta cronaca milanese. Nel frattempo accese il televisore e infil nel microonde la pizza surgelata, mise la tovaglietta americana sul tavolo rotondo in mezzo alla stanza e aggiunse tovagliolo, bicchiere, posate e Coca-Cola. Sintonizz la tv sul canale dei documentari storici della BBC, il telegiornale lavrebbe guardato dopo. Voleva rilassarsi un po con la sua materia preferita, la storia. Si rilass a tal punto che, dopo mangiato, si distese sul divano sempre con lintento di pensare alla faccenda del telegramma, e saddorment. Squill il telefono. Benjamin si svegli di soprassalto, ricondotto alla realt dal suono metallico del cordless che lampeggiava come un mini luna-park. Saccorse in quel momento che aveva fatto una gran bella dormita, perch lorologio a muro segnava le 15.30. Pronto? rispose Benjamin seccato che lavessero disturbato nel bel mezzo della sua siesta. Sono Grazia, ciao. Pausa. Poich dallaltra parte Benjamin rimaneva in silenzio, lei si fece coraggio e prosegu. Ti disturbo? domand fiduciosa. Stavo leggendo certi appunti rispose vago e circospetto, perch Grazia non laveva mai chiamato a casa prima dallora. Sar breve, allora. Devo farti una proposta. Che tipo di proposta?. Benjamin temette che volesse invitarlo a cena o da qualche parte. Non c nulla di cui ti devi preoccupare gli rispose cercando di apparire convincente. Si tratta di una proposta di lavoro. Oh, caspita!. Benjamin cominci a respirare meglio. Grazia dallaltra parte della cornetta prosegu rincuorata: Senti, ti ricordi quando hai detto che volevi andartene da
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Milano? e prese tempo, affinch la sua proposta risultasse pi allettante: Ti andrebbe di partire fra un paio dore alla volta della capitale?. Aspetta, non ho capito bene: vuoi dire che ci sarebbe la possibilit di andare a Roma?. Benjamin era esterrefatto. Dimprovviso cominci a sperare che si potesse realizzare il messaggio del telegramma. E chi andrebbe a Roma?. Io, naturalmente. Ti ricordo che stai parlando con laddetta alla pagina di politica interna. A Roma sta entrando nel vivo lindagine parlamentare a proposito degli onorevoli coinvolti nello scandalo delle Stelle Spezzate. Lo sai anche tu che da mesi non si discute daltro. Potrei portarti con me, se vuoi. Conosci il detto, no: due teste pensano meglio di una. Ecco, di nuovo Benjamin ricominci a temere una possibile avance. Non lo convinceva del tutto la proposta di Grazia. Ho capito. Devi andare ad impratichirti con larte del cesello nel vasto campo della politica italiana, e ti serve la mia sottile perizia: tessera dopo tessera ricostruire il puzzle dello scandalo, prima che lo facciano i tuoi avversari, e possibilmente meglio. scherz Benjamin che si sentiva superiore a lei per lesperienza fatta in patria nel reportage di famosi scandali. E cosa dir il caporedattore? In fin dei conti ancora lui a dirigere il balletto dei movimenti di noi giornalisti. Qui ti sbagli. Appena sei andato via ti ha cercato come un disperato lormai ex-caporedattore fresco di nomina a direttore della nuova testata LItalia che cambia; voleva andarsene al pi presto lasciandoti le consegne, peccato che tu fossi introvabile.... Ma diavolo, se ne va gi via?! Questa proprio non ci voleva! esclam seccato Benjamin, che dall'agitazione si mise a camminare avanti e indietro per l'appartamento. Teneva il cordless con una mano e il telegramma con l'altra; il nervosismo crescente gli metteva addosso un sudore freddo come raramente aveva provato. Ma non pu andarsene cos, su due piedi. Perch, cosa ti saresti aspettato? Che tutti ti salutassero con tanto di festicciola e aperitivi all'americana? Non scherzare! E chi prender il suo posto allora? E poi
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come sarebbe a dire che vuole mollare il giornale a me? Scusa tanto, ma il nostro direttore si per caso volatilizzato? Come, ancora non lo sai?! Non guardi pi i notiziari?! Ha lasciato il giornale! E di questo primo pomeriggio la notizia delle sue dimissioni. Ho in mano la lettera in cui tu vieni nominato capo-redattore dal Consiglio di Redazione, proprio come ti aspettavi. Senti, lasciamo perdere la nomina, non so ancora se la voglio le rispose spazientito. Sta succedendo tutto cos in fretta Ma perch diavolo lha lasciata a te? domand incuriosito. Perch sono io la nuova direttrice del giornale! esplose Grazia colma di gioia. COSA?!. Appoggi il telegramma fradicio per averlo troppo tenuto in mano sul solito tavolo che gli faceva da scrivania e da tavolo da pranzo insieme, e sprofond sul divano a riprendere fiato. E perch il direttore se ne sarebbe andato? Benjamin, tutte le agenzie stampa alle dodici e trenta in punto hanno battuto la notizia che il nostro direttore stato indagato per collusione con le Stelle Spezzate! Figurati il polverone che venuto fuori! emerso che i carabinieri, con regolare mandato rilasciato dal GIP, allalba gli sono piombati in casa per perquisire ogni singolo centimetro quadrato, trovando un bel mucchio di carte, documenti, relazioni dettagliate, nonch materiale informatico, che lo collegava alle Stelle Spezzate. A tuttora in stato di fermo! Cos, dopo una bollentissima riunione del Consiglio di Redazione in cui ti abbiamo cercato disperatamente ma tu non rispondevi nemmeno sul cellulare, sono stata eletta io come direttrice, alla quasi unanimit. Temporaneamente, a dire il vero. Finch giunger la nomina ufficiale decisa dal Consiglio degli azionisti del giornale. Gi stanotte il Consiglio dovrebbe riunirsi, al massimo domattina. I capi al vertice devono ancora scrivere il comunicato stampa di commento a quanto appena successo. Pensa, sarebbe troppo bello per essere vero Grazia lasci correre la fantasia, mettendo per un attimo da parte il suo tono professionale potrebbero puntare sulle
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mie credenziali e confermarmi direttrice: quale onore! Dipende da quanto grosso diventer lo scandalo e da quanto bene lo sapr gestire. E da quanto realmente avranno bisogno di te pens amaramente Benjamin. Benjamin cap che Grazia, sotto lapparente meticolosit con cui gli stava riferendo tutte quelle notizie allarmanti, anelava con tutte le sue forze allambto avanzamento di carriera. Dal canto suo era sempre pi sbigottito: cominciava davvero a pensare che gli italiani fossero tutti matti. Senza contare che non cera da essere tanto allegri per la nomina come direttrice: poteva essere unabile mossa per mettere Grazia definitivamente da parte, la prima volta che lei avesse fatto un passo falso. Per finalmente le cose cominciavano ad assumere contorni pi chiari e distinti: Ecco perch non riuscivamo a metterci in contatto con il direttore stamani, e a casa sua e sul suo cellulare non rispondeva nessuno! riflett Benjamin pensieroso. Ha tentato di nascondere lo scandalo fino allultimo! Uhm, dovevamo immaginarlo che cera sotto qualcosa! Ed ecco perch questa mattina non si tenuta la consueta riunione del Consiglio di Redazione, quella in cui si decide che linea tenere sulle principali notizie di pubblico dominio. Mi parso strano. Ma, davvero, non potevo certo aspettarmi una simile causa!. Grazia continu: Inutile dire che dalle agenzie la notizia dellarresto del direttore rimbalzata nel bel mezzo della discussione in atto oggi alla Camera, poco dopo che il Ministro dellEconomia aveva appena iniziato a leggere il suo annuale resoconto finanziario. Ti lascio immaginare il malumore che ha iniziato a serpeggiare di sottobanco tra le fila dei deputati: il direttore del pi grande quotidiano nazionale appartenente alle Stelle Spezzate, il gruppo che ha come obbiettivo principale la distruzione del sistema capitalistico europeo! Benjamin simmagin la scena. Trem al pensiero che le Stelle Spezzate fossero in grado di arrivare a colpire cos in alto, personaggi cos influenti ed illustri come uomini politici di spicco ed intellettuali raffinati come il suo ex-direttore. La
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strategia la conosceva fin troppo bene, i giornali ne avevano scritto allinfinito, in televisione si erano sprecati i talk-show ed erano addirittura stati scritti molti saggi: tuttavia era ancora inspiegabile come le stelle spezzate potessero far breccia in persone altamente qualificate, che occupavano posti di enorme rilievo finanziario, politico e sociale con lunico fine conclamato di destabilizzare leconomia nazionale. Da non crederci! Intanto Grazia continuava come se nulla fosse: E la bomba secondo me non ancora esplosa del tutto. Per questo voglio andare a Roma a sondare di persona che aria tira. Lo hanno saputo le agenzie prima di noi? sinform perplesso. S, cos. Ma non mi stupisco. Capita che siano le agenzie, ormai, a comunicare le notizie ai diretti interessati, anche quando sarebbe pi logico che siano loro a saperle per primi. Ormai il potere delle agenzie stampa enorme comment amareggiata Grazia. Riprese immediatamente: Comunque, comera naturale e prevedibile, alle due infuriava gi la riunione di cui ti ho raccontato poco fa. Per fartela breve, e ti garantisco che chi non c'era si perso una battaglia all'ultimo sangue, la maggioranza del Consiglio di Redazione ha votato te come caporedattore temporaneo, finch non sar designato dallassemblea degli azionisti quello nuovo. E guarda bene che potrebbero benissimo riconfermarti. Sarebbe la cosa pi naturale del mondo. Quanto a me, invece, la scelta ha a che fare con questioni di immagine: parso intelligente promuovere una figura giovane e non compromessa con la politica come nuovo direttore, per salvare i nostri lettori da pericolose migrazioni verso altre testate. Hai capito a cosa mi riferisco?. S, tutto fin troppo chiaro. Per presto per cantare vittoria. Senti un po, non mi sembra una mossa giusta allontanarti dalla redazione proprio ora che hai il doppio incarico; praticamente sei anche la direttrice: non vedo la necessit di catapultarti a Roma per inseguire chiss quale pista particolare che sveli per la prima volta i meccanismi segreti delle Stelle Spezzate. Grazia tergiversava. Capiva le argomentazioni di
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Benjamin, ma era sintonizzata su unaltra lunghezza donda, che le faceva sembrare assurdo che un direttore di giornale non si recasse l dove cera la notizia. Benjamin prosegu nel suo tentativo di farla rinsavire: Ma perch diavolo non mandi qualcun altro? Vado io, se vuoi. E tu rimani tranquilla a Milano, seduta alla tua nuova, grande scrivania, a sorvegliare che quelli che oggi ti hanno votata, domani non ti si rivoltino contro e ti scippino il giornale. Non saprei. Grazia era veramente indecisa. Ti fidi di me, vero? Mi era parso che noi due fossimo sempre stati sinceri luno con laltra. Eppure non ci vedo nulla di male ad assentarmi insistette. Mentre Benjamin ragionava in termini di convenienza o meno di unazione, Grazia era impulsiva, prendeva di petto le questioni e ragionava in termini di giusto o sbagliato. Per lei era giusto recarsi a Roma per avere le informazioni che le servivano. Anche perch se la sua talpa non trovava lei, avrebbe spifferato a qualche altro giornalista le sue informazioni, creandole cos un grave danno professionale. Perci non moll la presa: Solo per stasera. Domani a mezzogiorno sar gi di ritorno, tanto al giornale il direttore arriva sempre intorno alle dieci: due ore in pi non faranno poi una cos grande differenza porter con me delle testimonianze cos schiaccianti sulloperato delle Stelle Spezzate che potr sventolare il vessillo della vittoria davanti agli allocchi del Consiglio di Amministrazione! E il mio momento Benjamin, e non voglio lasciarmelo scappare. So perfettamente i rischi che corro. E poi in uno scatto dorgoglio: Diamine, posso tacere alla mia redazione dove passo la notte! Non trovi? Se vuoi omettere che la passi con me, tutto ok sdrammatizz Benjamin. Grazia in sottofondo mugugnava. Ma poi fattosi serio: Ho paura per te. Se va storto qualcosa? Lascia che sia io a correre il rischio. Se poi il tuo agente segreto si rivela una fregatura? Finora nessuno ha mai conosciuto qualcosa sulle Stelle Spezzate pi di quanto loro stesse abbiano deciso di far trapelare alle pi grandi agenzie stampa del mondo. E tu pensi di riuscire a scalfirle?
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Non io. Ma la mia fonte s. Benjamin riflett un istante. Dopo quella sfibrante, lunga discussione, concluse che senza dubbio gli conveniva accettare la proposta della sua nuova direttrice. Cos si decise: Ti auguro solo di non sbagliarti. Allora, quand che si parte? Naturalmente andiamo in incognito? scherz. Ah, ah. Grazia scoppi a ridere divertita: Pensavo che potremmo partire in macchina: i nostri spostamenti passerebbero pi inosservati. Ti aspetto a casa mia fra un paio d'ore, il tempo di mettere qualcosa in borsa e prenotare l'albergo. A proposito le domand incerto Benjamin che, un po per prudenza, un po per opportunit, voleva mettere in chiaro la situazione fra loro due: Non che con la storia dellindagare insieme daremmo ugualmente un po troppo nellocchio? Immagino gi le chiacchiere: il famoso giornalista Tolosa stato visto aggirarsi per le strade di Roma in compagnia nientemeno che della sua nuova direttrice chiunque potrebbe immaginare che fra di noi c del tenero. E io non voglio. Mi capisci?. Meglio essere duri subito, pens, piuttosto che raccogliere dopo i cocci di una storia partita male e finita ancor peggio. Ne sapeva abbastanza e non voleva commettere di nuovo gli errori fatti in precedenza. Per Grazia fu come ricevere una stoccata in pieno viso. Ma seppe controllarsi. Rispose con tono distaccato: Che gli altri pensino quello che vogliono. La mia fonte dinformazione attendibilissima e mi ha messo in guardia sulla gravit della situazione politica odierna. Cosa che, per altro, chiunque in grado di capire da solo. Perci non ho nulla in contrario al fatto che, in un momento cos difficile, la direttrice ed il capo-redattore di un giornale si occupino di persona, recandosi sul posto, dellevento gravissimo che oggi sta maggiormente a cuore agli abitanti del nostro paese. Non trovi anche tu? Ma naturalmente, se vuoi, puoi rimanere a Milano e sar ben felice lo stesso. Mah, sar come dici tu. Non mi hai convinto del tutto, ma obbedisco. Dimmi lindirizzo e sar da te in un baleno. Grazia gli diede le coordinate per raggiungerla dove
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abitava, ma appena Benjamin cap che avrebbe impiegato unora solo per attraversare la citt, ritratt gli accordi appena presi: Stai troppo lontano: ho da sbrigare delle faccende prima di partire. Sarei da te con parecchio ritardo. Facciamo che fra poco ti avvii e vieni tu a prendermi e le spieg velocemente la strada. Viaggeremo con la mia auto. S, si pu fare. Allora a dopo concluse Grazia con piglio deciso. E riagganci. Dopo una telefonata cos estenuante la mente di Benjamin era ancora pi confusa. Gi il telegramma lo aveva spiazzato, ma ora proprio non si capacitava di come fosse potuto succedere che in un solo pomeriggio il suo capo si fosse dimesso, e che lui e Grazia fossero stati prescelti per guidare il giornale. Gli pareva di trovarsi su un'enorme scacchiera, in cui tutti gli avvenimenti si mettevano in moto per farlo andare a Roma, proprio come diceva il telegramma. Evidentemente era destino che lui dovesse andare a Roma. In pi, un certo gusto dell'avventura non gli dispiaceva; anzi, chiss che non ci venisse fuori anche un bello scoop.

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III Non prassi consolidata che un nuovo direttore di giornale, fresco di nomina, abbandoni il suo ufficio per recarsi nel bel mezzo del ciclone metaforicamente parlando. Grazia se ne rendeva perfettamente conto e si aspettava che la riunione degli azionisti di maggioranza del giornale si occupasse del problema della direzione della testata con tutta la seriet e la lungimiranza possibili. Se la poltrona della dirigenza del giornale, infatti, non poteva dirsi vacante, perch di fatto cera lei a reggere una sorta di continuit con il passato pulito del giornale, rimaneva per la difficolt di come colmare un posto di enorme responsabilit con una figura che godesse della stima di tutti. A lei pareva di possedere le doti che occorrevano per guidare un giornale: equilibrio psico-attitudinale, ottima preparazione culturale, intuito e tempistica perfetti, capacit di mediazione tra i giornalisti della redazione, conoscenza dei processi di stampa. Chiss se anche gli azionisti lavrebbero pensata allo stesso modo. Ritta in piedi davanti allarmadio aperto, in accappatoio, con i capelli ancora umidi profumati del suo bagnoschiuma preferito, stava preparando la borsa da viaggio. Accatastava ordinatamente tutto il vestiario sul letto, insieme a qualsiasi altro oggetto di cui avesse avuto bisogno. Il pensiero corse inevitabilmente al suo informatore segreto, cera solo da sperare che veramente avesse delle notizie importanti da riferirle, altrimenti avrebbe avuto ragione Benjamin: che, cio, stava commettendo lerrore pi grosso della sua vita. Per su una cosa Benjamin aveva ragione: lex-direttore, cadendo in disgrazia, aveva trascinato con s una mezza dozzina delle firme pi illustri del giornale, tutti suoi strettissimi collaboratori e tutti a quanto pareva invischiati pi o meno nello scandalo. Pertanto locchio vigile di Grazia le diceva di stare attenta: aveva la netta sensazione di essere stata scelta dal Consiglio di redazione solo perch la rosa di papabili candidature era davvero esigua. Che questo suo exploit trascorresse veloce come una meteora? Si paralizz di fronte ad un simile pensiero. Fece uno
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sforzo notevole per scrollarselo di dosso. No. Cera anche Benjamin dalla sua parte. Anche se di fatto non era stato presente alla votazione, lui contava parecchio nella redazione e lavrebbe sicuramente difesa: avrebbe alzato la voce contro quelli del Consiglio se ce ne fosse stato bisogno. S, avrebbe dimostrato allintera redazione ed al Consiglio di Amministrazione il suo valore e la sua reale capacit di dirigenza. Decise di dare una vigorosa spallata a quei tristi pensieri, e per distrarsi cominci a ripercorrere gli eventi salienti della giornata trascorsa, sforzandosi di far compiere alla sua mente un passo a ritroso. Si concentr sulle vicende accadute in Parlamento, ripensando alle immagini viste in Internet quel primo pomeriggio: un drappello di risoluti parlamentari aveva cercato di boicottare la relazione che il Ministro delle Politiche Economiche Comunitarie1 stava tentando di esporre a gran voce. Gi dallinizio della relazione, infatti, si erano levati alti mormorii di disapprovazione per il modo in cui il Ministro aveva condotto la bollentissima indagine dal titolo: Politiche europee per il sostegno e lo sviluppo economico dellItalia. E poi come recitava il sottotitolo: Quali vantaggi offre il nuovo assetto politico-culturale europeo in relazione allo stato di recessione economica in Italia. Gli scenari possibili per la difesa dello Stato dalle Stelle Spezzate. La relazione avrebbe dovuto spiegare due fatti inammissibili: come era potuto accadere che esponenti politici di rilievo (sia del governo che dellopposizione) appartenessero al pi spaventoso gruppo eversivo degli ultimi decenni, le Stelle Spezzate, e come mai in Parlamento nessuno si fosse accorto di niente. Di che razza di copertura godevano? Che in questo nuovo, spietato gruppo terroristico vi
Dalla seconda met del XXI secolo il Ministro delle Finanze stato sostituito da quello delle Politiche Economiche Comunitarie [n.d.r.]; la libert di scelta del ministro in materia di provvedimenti fiscali da adottare nel nostro paese si andata sempre pi assottigliando, fino a ridursi a qualcosa di puramente rappresentativo. Tutte le decisioni importanti vengono prese a Bruxelles, e il ministro stato ridotto ad un mero esecutore. 33
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entrassero personaggi illustri dellalta finanza italiana, questo era emerso fin dallinizio dellinchiesta, iniziata un anno prima. Ma che a questi si aggiungessero anche uomini politici, tutto ci suonava come un fatto di una gravit inaudita! In breve tempo questo nuovo nucleo terroristico stava richiamando sempre pi lattenzione dei media dellUnione Europea. Gli infidi deputati in questione, quelli che avevano venduto lanima alle Stelle Spezzate, erano stati messi sotto processo con laccusa di aver ordito manovre occulte per rallentare ed indebolire leconomia italiana, gi di per s sufficientemente indietro rispetto ai parametri che le erano stati imposti da Bruxelles. Linfrazione dei parametri era considerata dalla Commissione Europea come materia grave. Per questo si prevedevano imminenti e pesanti tagli dei fondi europei destinati allItalia, che avrebbero gettato il Paese ancora di pi sullorlo del baratro; come se ad un moribondo che ha freddo ed gi senza coperta, volessero togliere anche il vestito per farlo morire pi in fretta. Oltre alla relazione del Ministro, il Governo aveva disposto unulteriore indagine, parallela alla prima, che avrebbe dovuto essere letta e discussa in Parlamento entro brevissimo tempo, per fornire ai partiti coinvolti la possibilit di prendere atto della situazione generale e far pulizia al loro interno dellinsensato operato dei loro membri. La notizia dellindagine dellapposita Commissione Parlamentare (soprannominata prontamente dai giornali la vendicatrice spietata) era caduta nellaula di Montecitorio come la ciliegina sulla torta: tutti gli onorevoli aspettavano i risultati soltanto per vendicarsi gli uni degli altri. Ma cosera accaduto per arrivare fino a questo punto? Da dove traeva origine la difficile congiuntura economica in cui versava lItalia? Da dove erano spuntate fuori queste Stelle Spezzate? Grazia immagin di dover scrivere un articolo di fondo (il suo primo articolo di fondo!) in cui porre tali domande e fornire le sue risposte. Un anno prima era entrata in vigore la Nuova Costituzione Europea (per lesattezza Nuova e Riveduta Costituzione
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Europea a ragione dellallargamento a 27 degli Stati Membri), che in realt era una semplice ritrascrizione di tutti gli articoli con laggiunta di quelli che riguardavano la Turchia come nuovo stato membro, e di poche altre cose marginali. In quel periodo in Italia era scoppiato il caso di alcuni manager influenti che si erano dimostrati legati al nuovo movimento culturale elitario delle Stelle Spezzate, una specie di derivazione dellantico movimento no global del secolo precedente. A mano a mano che questultimo andava scomparendo (e ormai si poteva ben dire che non rappresentasse altro che unombra del passato) prendeva vigore questo nuovo, sconosciuto gruppo nato da una costola sua. Le Stelle Spezzate non si consideravano n un gruppo terroristico, n unassociazione eversiva, n un partito; ma una nuova realt di tipo politico-culturale-sociologico. Alcuni commentatori avevano azzardato delle analogie con la Massoneria. Alcune sue priorit le aveva rese note il gruppo stesso in un laconico comunicato stampa fatto pervenire nello stesso giorno, alla stessa ora, alle redazioni dei principali giornali europei. Cos si sapeva che, oltre ad esistere, questa nuova associazione perseguiva il fine di pugnalare lUnione Europea assestando colpi mortali al suo sviluppo economico: un odio motivato dal desiderio di mettersi al servizio dellascesa di altre economie mondiali, specialmente di quelle dei paesi africani e, pi in generale, del cosiddetto 4 e 5 mondo. Una motivazione giustizialista lavevano definita subito gli analisti pi esperti. La cosa pi sorprendente di tutte era che le Stelle Spezzate consistevano in un raggruppamento massimamente eterogeneo di persone, riunitosi segretamente da tutta lUnione Europea con lunico intento di farla crollare, e i cui aderenti si contavano tra le fasce pi alte per censo della popolazione. Su di loro si era messa ben presto ad indagare la Polizia Finanziaria Europea, dal momento che i reati erano tutti inerenti lambito delleconomia: speculazioni finanziarie, frodi, scalate rocambolesche che si trasformavano in precipitose frane di capitali, falsi in bilancio, corruzione,
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aggiotaggio e via dicendo. E tutto ci aveva cominciato ad accadere in ogni stato dellUnione Europea. Era come se nel corpo del sistema economico si fosse intrufolato un virus mortale, che non mirava solo ad annientare lintero organismo finanziario dei paesi pi ricchi, ma voleva la resa totale dei paesi stessi. E non ci si capacitava di come potesse essere accaduto che un cancro simile potesse essersi diffuso cos capillarmente, fino ad aggredire lintero sistema, senza che nessuno si fosse accorto di nulla, se non ormai troppo tardi. Si trattava di reati motivati non dallintento di corrompere o dalla voglia di arricchirsi come riferivano le brevi rivendicazioni delle Stelle Spezzate ma da unidea diabolica non ancora completatasi e nemmeno ben definita agli occhi dei competenti organi di ricerca europei: qualcosa che doveva avere a che fare con lanarchia. Infatti si era scoperto (tramite la pubblicazione del manuale dingresso nel movimento, dopo che un pentito laveva diffuso) che gli aderenti tramavano per la caduta dei governi nazionali con ogni mezzo (delegittimazione, sabotaggio fin anche luso della forza), cos da rendere instabile lesistenza stessa dellUnione Europea. Se allinterno dei suoi stati, infatti, avesse regnato lanarchia, come avrebbe potuto resistere nel tempo un Unione di Stati sovrani? Cos gli esponenti delle Stelle Spezzate erano ben presto stati indagati per il reato di eversione virtualmente armata (un velocissimo decreto-legge aveva tamponato lassenza normativa a riguardo) e da notare che il processo aveva cambiato ben tre procure in dieci mesi perch ogni volta emergeva che qualcosa o qualcuno in quelle procure avrebbe potuto inficiare il procedimento giudiziario. A questo si era aggiunto che la concorrenza del dollaro, dello yen e della Ren Min Bi2 aveva drasticamente limitato il potere dacquisto delleuro, e i cittadini italiani come quelli di tutta Europa erano davvero malcontenti, per non dire furibondi, con i loro governi e con Bruxelles, perch nessuno di loro si risolveva a prendere misure protezionistiche a
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Moneta cinese (ovvero: Moneta del popolo). 36

salvaguardia degli interessi europei, fermando lascesa inarrestabile dei prezzi. Anzi, pareva che le frenetiche riunioni dei ministri delleconomia non portassero alcun frutto, ma mostrassero unEuropa impelagata negli interessi delle singole nazioni, in quelli delle potentissime lobby e dunque dilaniata da spinte centrifughe autodistruttive. Eh s rimuginava Grazia tra s lEuropa, nata da un secolo appena, rischia gi di morire: proprio leconomia che tanto ha contribuito a costruire lUnione Europea ora sembra rivoltarlesi contro e spaccarla a colpi di inflazione, perdita del potere di acquisto dei salari, disoccupazione, smantellamento del welfare. Pensieri di questo genere le frullavano per la testa e la impensierivano non poco. Occorreva solo che li scrivesse nel suo editoriale. Stiamo andando incontro ad una crisi epocale come quella del 1929 per gli Stati Uniti disse a s stessa malinconicamente ad alta voce. Lo spettro di quel passato lontano aleggiava nellaria.

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IV Lorologio appeso alla parete segnava le 13.45. Giulia scocc una rapida occhiata in quella direzione prima di calcolare quanto tempo le restava per la pausa pranzo. Si trovava allinterno del centro commerciale ubicato a poca distanza dal luogo dove lavorava, stava contemplando con occhi sognanti gli articoli della lista di nozze che a detta del biglietto promozionale era la pi strepitosa offerta di quel genere da che gli uomini avevano contratto la solenne usanza di sposarsi. Sfiorandoli con le dita della mano, accarezzava delicatamente i piatti di porcellana dipinti a mano, cos recitava il cartellino a fianco, e seguiva con lo sguardo le linee arzigogolate del disegno in stile impero. Parevano perfetti per un sontuoso banchetto imbandito al Palazzo dInverno dello zar di Russia e, perch no, pens Giulia, anche per la nuova fiammante credenza che attendeva lei e Roberto al terzo piano di un elegante caseggiato a schiera nuovo di zecca. Le sue dita lunghe sfiorarono i calici di cristallo: vide riflesse le unghie laccate di rosa confetto. Era appena uscita dalla beauty-farm allinterno del centro commerciale e si compiaceva dello splendido risultato ottenuto. Chiss cosa avrebbe detto Roberto che laspettava per i panini ed il caff al loro solito bar; si chiese se gli sarebbe piaciuta. Usc dal negozio di articoli da cucina e attravers il lungo corridoio del centro commerciale, lasciandosi scivolare alle spalle come vestiti smessi le vetrine dei negozi. Si diresse verso il loro solito bar in fondo al piano, accanto alla libreria. Lui era gi l che laspettava, seduto comodamente ad un tavolino: con una mano sfogliava il giornale, laltra la teneva affondata nella tasca della pesante giacca a vento blu scuro; una grossa sciarpa rossa che pareva fatta a mano gli penzolava dal collo. Giulia nel salutarlo affettuosamente gli sfior la guancia con un bacio; lui premurosamente si alz per prendere i pacchi che lei teneva in mano e sistemarli accanto al tavolino. Hai svaligiato qualche negozio per portarti dietro tutta questa roba? le chiese lui sorridendo. Quando Roberto
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sorrideva tutto il viso gli si illuminava lasciando trasparire un animo dolce e sensibile, una delle prime caratteristiche di cui Giulia si era innamorata. No, sono solo alcune cose di cucina che mi mancavano. Anzi, che ci mancavano, dovrei dire ora e lo scrut dallalto con gli occhi che le brillavano e un sorriso malizioso. Hai visto che brava donna di casa hai? Mi sono procurata alcune casseruole e padelle per prepararti deliziosi pranzetti! gli disse lei con un tono di voce gioviale. Non ho bisogno di prove. Ho gi gustato alcuni dei tuoi pi succulenti manicaretti e ne sono stato molto soddisfatto. D un po, invece, vuoi assomigliare ad una delle attrici di Hollywood che sei diventata tutta bionda? le chiese scherzando. Lo so, non ti piaccio, vero? fu la sua risposta. Al che corrug la fronte, mentre insinuava una punta di dubbio nella voce. Uhm quasi quasi non vengo pi a vivere con te: non ti riconosco pi! la provoc lui. Oh, non ti preoccupare, ho gi deciso. Non verr pi a farmi i capelli qui sentenzi Giulia ho visto come lavorano e non mi piace: mi hanno resa troppo appariscente; guarda il trucco: sembro pronta per una cerimonia! E poi troppo caro. Concluse il suo ragionamento sapendo di esagerare un poco, perch in verit le era piaciuto come lavevano truccata. Ma quella del trucco era una questione che non le interessava pi di tanto, perch quello che le premeva di pi era di accondiscendere alle opinioni del suo ragazzo. Bene, cos non ascolterai pi i consigli delle tue amiche. Ma Luciana si era trovata cos bene qui pigol Giulia in tono sconsolato E poi ficcano troppo il naso negli affari dei clienti: la ragazza che lavorava alla mia acconciatura ha voluto sapere tutto di noi: sul fatto che andiamo a vivere insieme, perch anche lei ci starebbe pensando col suo ragazzo E tu cosa le hai raccontato? Roberto cominci ad incuriosirsi. Beh, che noi non vediamo lora! Le ho detto: sai, lemozione di avere una casa tutta per noi, con i nostri mobili!
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Le ho raccontato che stata dura traslocare l tutta la nostra roba, dellopposizione dei miei, della solita trafila di quando due vanno a vivere insieme: spine da aggiustare, lampadari da appendere, forniture di servizi da allacciare e cos via. Mentre i due conversavano il barista si avvicin al loro tavolo per appuntarsi su di un bloc-notes le ordinazioni. Giulia lo salut allegramente e gli disse che quel giorno aveva voglia di un toast integrale e di un succo allananas. Roberto invece ordin il solito cheesburger e coca-cola. Appena il barista volt le spalle per tornare dietro al bancone, Giulia not che Roberto aveva assunto unaria assorta e vagamente meditativa. A cosa stai pensando? gli chiese. Voi donne avete lincredibile capacit di parlare con chiunque delle vostre cose private dichiar lui, a cui evidentemente non era piaciuto che Giulia avesse spiattellato alla prima ragazza conosciuta la loro decisione di andare a vivere insieme. solo perch tu sei pi riservato di me si difese lei. Mah, sar. Comunque fra i miei amici lho detto solo a Remo e a Giorgio. E poi naturalmente a Claudio. E sul lavoro?. Giulia cerc di mascherare il suo irrigidimento accavallando le gambe. Hai paura di fare brutta figura con tutti i tuoi colleghi sposati? lo arring. A lei pareva che in certi momenti lui si comportasse da vigliacco. Che c di strano? In fondo sempre una scelta degna di rispetto: si tratta di noi due che, dopo un anno che ci frequentiamo, abbiamo convenuto di affittare lappartamento dei nostri sogni per andare ad abitarci. Se i tuoi cosiddetti amici ti conoscessero davvero, dovrebbero stimarti e non dire alcunch. Devi sempre dare spiegazioni e fare ragionamenti tu, vero? Roberto cominciava a spazientirsi solo che dei fatti miei parlo con chi voglio io. Ehi, guarda che da domenica diventano fatti nostri. S, e continuer a parlarne con chi voglio io. Tu fa come ti pare esclam seccato lui, e si sistem meglio sulla sedia, come a ribadire il concetto. Da me allospedale lo sanno gi e non hanno fatto una
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piega. Evidentemente lospedale pi evoluto di un semplice ufficio bofonchi Roberto decisamente irritato. Si alz per andare a pagare entrambe le consumazioni, anche se era in anticipo perch il barista non le aveva ancora portate. A questo punto Giulia si rassegn al vedere che la loro querelle non accennava a sbloccarsi; e poi non voleva infastidirlo troppo. Bh, a me basta che sia sicuro tu di quello che vuoi fare. Il resto non mi interessa gli rispose in tono conciliante quando lui torn al tavolo. Gli altri possono dire quello che vogliono. Noi ci amiamo e questo mi basta. Poi lo guard negli occhi sorridendogli, gli prese le mani e gli sussurr: Sono sicura che domenica daremo inizio ad una storia bellissima di cui non ci pentiremo mai! Io ti amo e voglio stare con te, Roberto. S, da domenica abiteremo sotto lo stesso tetto. quello che voglio anchio la rassicur lui. Bene, sono felice di vedere che la pensi cos anche tu. Giulia era decisamente pi serena. Diede una veloce occhiata allorologio e saccorse che era quasi giunta lora del suo turno in ospedale. Inghiott velocemente il toast ed ingoll il succo. Il caff lo prender durante la pausa allospedale! spieg a Roberto che la stava osservando mangiare tutta trafelata. Non fare unindigestione! Vabb che quella roba dovrebbe andare gi subito non pesante comment lui. Adesso devo correre in corsia altrimenti mi trover una nota di ritardo da parte della caposala. Ci vediamo stasera si chin per dargli un altro bacio, riprese i sacchetti e si allontan soddisfatta del loro appuntamento. Roberto era rimasto seduto da solo al tavolino. Era trascorso un altro quarto dora in cui aveva finito di leggere il giornale e aveva ordinato un caff fatto come si deve, non come quello che avrebbe bevuto Giulia al distributore dellospedale. Ora di fronte gli rimanevano i resti del caff che aveva sorseggiato con calma e della lattina di coca-cola ormai prosciugata. Il barista aveva gi fatto piazza pulita del
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bicchiere e del piatto di Giulia. Roberto contempl la tazzina e il bicchiere vuoti, e percep dentro di s la sensazione di qualcosa che finisce. Una fitta acuta gli attravers lo stomaco. Non era mai stato bravo nel chiudere i capitoli della sua vita, e ora che si trattava di abbandonare la condizione di single per abbracciare quella di convivente di Giulia non si sentiva ancora del tutto pronto; per fortuna lei non si era accorta delle sue titubanze, doveva essere follemente innamorata, pens Roberto. Eppure le insistenze di Giulia anzich chiarirgli le idee ed entusiasmarlo verso il grande passo, aumentavano in lui resistenze, dubbi, confusione ed imbarazzo. Non aveva genitori da lasciare per andare a vivere con Giulia, perch li aveva gi lasciati cinque anni prima per spostarsi dallAbruzzo a Roma in cerca di lavoro. Lunica cosa da lasciare era il suo mini-appartamento, di cui per altro stava scadendo il contratto daffitto e per il quale non era previsto un ulteriore rinnovo. Era stato questo, infatti, il trampolino di lancio per maturare la loro decisione. Nellanno che aveva trascorso insieme a Giulia, Roberto aveva imparato che lei era una donna che dei ragionamenti faceva il suo punto di forza e affermava le sue convinzioni con sicurezza granitica. Lidea di andare a vivere insieme le si era affacciata quasi per caso nella mente; ma subito dopo, trovandola perfetta per le loro esigenze, le si era installata nella testa fino a non uscirne pi. Giulia possedeva inequivocabilmente lidolo della perfezione: non poteva permettersi di sbagliare; anzi, non esisteva nemmeno la possibilit di fare qualcosa che le desse la sensazione di perdere tempo o soldi. Le veniva da morire allidea che non tutto quadrasse esattamente come diceva lei. Lo stesso valeva per il loro nuovo appartamento: Giulia non vedeva lutilit di continuare a vivere separati, trascorrendo il tempo un po da uno, un po dallaltro, sperperando denaro per tenere in piedi due case quando, con la precaria congiuntura economica che stava attraversando lItalia, conveniva sicuramente riunire le forze e abitare sotto lo stesso tetto. Quante pi cose si sarebbero potuti concedere con i soldi risparmiati! Eh s, perch Giulia oltre che
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perfezionista era anche ambiziosa. Roberto, dal canto suo, era lopposto di Giulia: timido, impacciato, insicuro. Mentre lei aveva la fortuna di avere un lavoro di cui andava fiera, lui si era dovuto adattare ad un impiego che non lo gratificava minimamente: il rivenditore di computer. Aveva imparato a metterci seriet e professionalit, ma non sprizzava scintille come Giulia. Non che non avesse doti personali: possedeva un vero e proprio talento per la programmazione informatica; ma il proprietario del negozio non era interessato a permettergli di perfezionare le sue conoscenze e abilit. Cos lunica cosa su cui Roberto poteva contare era arrangiarsi a casa, da solo, di notte, davanti al suo computer, scambiando informazioni con cervelloni informatici conosciuti nelle chat, o scaricandosi corsi e programmi prepagati da Internet. Il suo lato pratico gli diceva che doveva arrangiarsi alla meglio. Idem per la casa: a conti fatti contratto daffitto scaduto, niente proroga, magro stipendio, prezzi delle case schizzati alle stelle, e in sottofondo a tutto ci, uno Stato inesistente nel tutelare i cittadini pi deboli, anzi, sempre pi in balia degli scandali, dei potentati e delle lobby economiche tanto valeva veramente unire le forze. Gi alcuni suoi amici vivevano insieme per dividersi le spese dellaffitto o del mutuo di una casa, se volevano far avanzare i soldi per fare la spesa, pagare gli altri mutui dellauto e dei mobili, le bollette, potersi permettere un viaggetto allanno e quantaltro era nella lista personale dei desideri di ciascuno. Era un modo per sentirsi meno soli in un mondo che faceva sempre pi paura, nel quale lo spettro della povert galoppava a passi da gigante e bisognava mascherare lansia per il futuro. Roberto continuava a contemplare sconsolato le sue consumazioni, in quel venerd di met Marzo, in mezzo allandirivieni di gente sconosciuta e al chiacchiericcio assordante. Non aveva fretta, solo continuava a martellargli in testa lidea che non poteva pi tirarsi indietro con Giulia. E finalmente cap: saccorse che aveva paura. Non tanto che andasse storto uno degli innumerevoli preparativi in cui si trovavano affaccendati da due mesi a questa parte. N delle spese da dividere, delle rispettive abitudini da conciliare, del loro tempo libero da gestire, degli amici da integrare nella loro
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nuova vita. No. Si trattava piuttosto di un senso di paura in generale: paura di non essere allaltezza delle aspettative di Giulia. Paura di essere fagocitato nel vortice impetuoso dei suoi discorsi, dei suoi impegni. In ultima analisi: paura che qualcosa andasse storto fra loro due, per colpa sua. Di Roberto. Da qualche parte dentro di lui, una vocina gli diceva: Stai attento a quello che stai per fare!. Si alz sentendosi appesantito, anche se aveva mangiato solo il cheesburger pi un frutto che si era portato da casa, e si diresse stancamente verso il suo posto di lavoro. Ad ogni passo la sua mente trovava da fantasticare su uninfinit di cose: su tutte quelle di cui al momento non disponeva, ma che avrebbe ardentemente voluto possedere. In certi casi la cura migliore sapeva era pensare completamente ad altro. Qualsiasi cosa, pur di non dover continuamente tornare col pensiero a ci che, lasciandogli spazio, avrebbe occupato da solo tutta la testa. Laria che si respirava fuori dal centro commerciale era mite e tiepida, come se il clima volesse far assaporare con congruo anticipo il caldo tepore dei giorni pi estivi. Malgrado ci, il cielo non risplendeva dellazzurro intenso tipico delle pi belle giornate destate. Quel primo pomeriggio, infatti, lorizzonte era dun grigio plumbeo, tendente al cielo sbiadito di montagna quando sta per giungere un acquazzone. Qualche folata di vento freddo sinfilava, quasi per scherno, nel bel mezzo di quella giornata che avrebbe potuto essere calda e primaverile. Roberto si strinse nella sua giacca a vento, levando gli occhi, ogni tanto, verso il manto cinereo del cielo. Un colpo di vento lo colse di sorpresa e gli scompigli malamente la sciarpa. Si avvi sempre lentamente, con laspetto sconsolato, verso la grandiosa via Nomentana3. Il suo tragitto era pi o meno sempre lo stesso: doveva raggiungere, con le dovute scorciatoie, la zona dellEsquilino, a ridosso della stazione ferroviaria di Roma Termini. Da l infilava il lunghissimo viale Pretoriano, lungo il quale sarebbe sbucato nel Viale
Nel frattempo a Roma hanno fatto grandiose opere pubbliche, di cui la ristrutturazione del Colosseo la pi celebre. 44
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delle Scienze, proprio nel cuore della Cittadella Universitaria. Met degli affari del suo negozio, infatti, proveniva dagli studenti dellUniversit. Gli piaceva lavorare potendo contare, come clienti, sulle giovani promesse degli studi umanistici e scientifici; non cera da annoiarsi. Ma non voleva neppure stare l dentro in eterno. Mentre si aggirava per il quartiere del Castro Pretorio (in direzione del Tiburtino), e rimirava le splendide vestigia del passato aureo di Roma disseminate ovunque gli capitava di posare lo sguardo, coltivava nel suo cuore la speranza segreta che, un giorno, avrebbe avuto anche lui un suo Mecenate che lavrebbe sollevato dalla squallida routine della vita di negoziante. Dun tratto si ricord che quella mattina era giunto in negozio un telegramma per lui. Il fatto era alquanto strano, pens. Ma non vi aveva dato peso: immagin che si trattasse di una qualche comunicazione dei suoi padroni di casa che avevano mandato il telegramma al negozio, anzich al solito indirizzo. Non aveva fatto in tempo ad aprirlo subito, e poi se nera dimenticato. Ma adesso gli venne in mente che poteva essere di Claudio, il suo pi caro amico dinfanzia. Era il solo, infatti, a possedere lindirizzo del negozio. Roberto si ramment di aver accennato al suo amico che di l a poco avrebbe cambiato appartamento. Senza dubbio disse tra se mi ha mandato una comunicazione urgente in negozio perch ha paura che, nel caso io mi fossi gi trasferito, il telegramma potesse andare perso. Ma perch non mi ha telefonato, allora? rimuginava perplesso. Non poteva domandarmi a voce il nuovo indirizzo?. Fece qualche altro passo, frugando nelle tasche della giacca a vento alla ricerca del telegramma. Strapp la busta e la apr. Quel che lesse lo lasci a bocca aperta. Si ferm nel bel mezzo del marciapiede, bloccando una comitiva di turisti dellest Europa, a giudicare dallaccento delle loro imprecazioni, che procedeva ordinatamente in fila indiana dietro di lui. Non aveva mai ricevuto un telegramma simile: Devi recarti in Viale dei Tigli, n. 3. Qui a Roma. Massimo entro domenica. una questione della massima importanza. Segretezza assoluta, per. in ballo una faccenda molto
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grossa. Fidati. Ciao, Claudio. Fammi sapere nel caso tu non andassi. P.S. Se mi cerchi sono a Mosca per questo week-end. Il mio cellulare ce lhai, anche se a volte non rispondo perch sono tempestato di telefonate. Comunque vada, Auguri! Roberto era talmente sconcertato che si sedette a riflettere su una panchina l accanto, una di quelle panche di pietra lisce e dure disseminate lungo i marciapiedi romani. Un sacco di domande facevano a pugni nella sua testa per avere subito risposta: Cosa voleva dire Claudio con questo telegramma incomprensibile? Perch non essere pi chiari? Di che faccenda si trattava? E poi su una cosa Claudio era stato limpidissimo: se Roberto avesse provato a cercarlo, lui non si sarebbe fatto trovare. Ma non aveva senso! Lui e Claudio erano come fratelli: si erano sempre detti tutto. Roberto decise che se qualcosa era in ballo, e Claudio voleva metterlo al corrente seppure in quella maniera tanto astrusa, doveva essere certamente qualcosa per cui il gioco valeva davvero la candela. Roberto si fidava ciecamente del suo amico carissimo. inutile pensarci su pi di tanto concluse tra s, se Claudio sa qualcosa, sicuramente qualcosa di bello, che forse pu giovarmi. Vedremo di che si tratta. Si alz dalla panchina nel mentre arrivava lautobus. Una vecchietta credette che lui salisse, ma Roberto gli fece cenno con la testa che non ne aveva lintenzione. Si accomod la sciarpa che una bizzarra folata di vento gli aveva nuovamente scompigliata, e si avvi spedito verso il negozio. Il telegramma gli aveva riacceso la speranza di poter cambiare lavoro. Si avvi leggero come una piuma trasportata veloce dal vento.

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Edoardo scese trafelato dal taxi. Si era stupito di essere riuscito nellardua impresa di attraversare senza intoppi il raccordo anulare e di aver trovato tutti i semafori verdi sulla circonvallazione. Tutto ci aveva contribuito a risollevargli da terra il morale. Saldato il conto con lautista cacci le chiavi nel cancelletto di casa con trepidazione. La camicia che indossava era tutta sudata per lagitazione e la cravatta era diventata un pezzo di stoffa sgualcita che gli pendeva dal collo. Mentre girava la chiave nella serratura gli capit di posare locchio sullauto scura che era parcheggiata qualche metro pi indietro sullo stesso lato del marciapiede. Si irrigid tutto dun colpo; quasi gli manc il respiro al vedere la targa dellauto. Poche lettere erano bastate a metterlo in agitazione, un semplicissimo trigramma come SCV perch dimprovviso sentisse quanto lui fosse fragile ed impotente. Non poteva credere ai suoi occhi. Apr la porta di casa e in un attimo fu nello studio della moglie. Laura stava dipingendo una natura morta. Appena lo vide entrare pos i pennelli e si alz per andargli incontro. Li hai visti? Sono l fuori gli domand prendendogli dalla mano la borsa con i libri di scuola ed il registro. Si, s, li ho visti rispose pensieroso. E si diresse in cucina, dove la finestra dava sulla strada, a sbirciare da dietro le tende. C qualcosa che non va? lo rincorse Laura, accortasi della faccia del marito. Edoardo aveva assunto unespressione strana. A cosa stai pensando? gli chiese visibilmente preoccupata. Uhm, sto valutando una cosa di rimando lui, con laria assorta. Guarda che ho fatto come hai detto tu. Ho tenuto i poliziotti fuori di casa. Loro sono stati molto gentili e hanno detto che avrebbero aspettato il tuo rientro per parlarti. Laura stava sforzandosi di interpretare latteggiamento scontroso di suo marito, che da quando era entrato in casa era diventato

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irriconoscibile. Ma cosa ti sta succedendo, Edoardo? Cosa c da valutare? No, niente. che non dovremmo farli entrare. Perch non mi hanno convocato direttamente in Questura se avevano qualcosa da chiedermi, anzich venire loro qui? Non vedo il motivo di tale disturbo: che dei poliziotti si accollino lonere di andare di persona a casa di un onesto cittadino per porgergli delle domande. Non ha senso! Qualsiasi cosa sia, non trovi che sia un po strano? si gir verso la moglie che stava seguendo attentamente ogni virgola del suo discorso. Tanto pi che senza mandato di perquisizione non possono entrare!. Ma cosa stai dicendo? Non ti capisco pi! Perch non farli entrare? Vuoi intralciare il corso di una ricerca non rispondendo alle loro domande? Guarda di non metterti nei guai rifiutando di collaborare con le forze dellordine il tono della moglie era diventato quasi supplichevole. Non fare nessuna pazzia, per favore!. Ma Edoardo perseverava nei suoi propositi, senza dar troppo peso alle parole allarmate della moglie: Un piano, ecco cosa c da definire ! sillumin. Eh? Ma non hai nessun reato pendente, non sei andato contro la legge, a cosa ti serve un piano? arranc Laura dietro i ragionamenti del marito, sempre pi stupita e incapace di comprendere. Non vorrai per caso mentire ai poliziotti, vero? Non si pu architettare una trama a proprio piacimento!. No, non sto architettando niente; anche se lo farei se potessi. Maledizione! esclam, con locchio indagatore puntato sulla finestra per spiare le mosse di quegli ospiti inattesi: Non c pi tempo, stanno gi scendendo dalla macchina!. Sentiamo cosa hanno da dirci, almeno. Che male possono farci? Che male possono farci, dici ?!. Edoardo si volt verso di lei, afferrandola per le spalle. Per una frazione di secondo scrut il viso angosciato della moglie, che domandava ardentemente di capire, di essere messa al corrente della motivazione di tutti quegli strani, incomprensibili farfugliamenti del marito. Alla fine le sue labbra si dischiusero nella spiegazione tanto sospirata:
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Ascolta disse con voce ferma e decisa lascia sempre parlare me. Quelli non sono due poliziotti. Sono due agenti in borghese che vengono dal Vaticano e probabilmente hanno qualche messaggio per me. Capisci adesso perch ero preoccupato? Sono passati dieci anni. Ormai avevo dimenticato tutto e mi ero messo il cuore in pace. Per Laura fu come ritornare con la memoria ad un passato lontanissimo, che solo pochi istanti prima era sepolto nella sua coscienza come fosse appartenuto ad una vita precedente. Dopo tanti anni si sentiva estranea alle vicende della vita di suo marito accadute prima che si sposassero, sebbene lei ne fosse al corrente per intero, o almeno cos pensava. In effetti qualche volta le era venuto il sospetto che Edoardo non le avesse raccontato proprio tutto; ma quei dubbi erano come dei piccoli flash, lampi fugaci che si perdono nel buio della notte. Non temere. Vedrai che andr tutto bene disse Laura. Dopodich riusc solo ad abbracciarlo forte. In quel momento suonarono il campanello. Edoardo diede di nuovo unocchiata alla finestra della cucina prima di dirigersi verso lingresso ed aprire. Cap che non poteva tirarsi indietro. Aveva soppesato attentamente tutte le possibilit a sua disposizione, ma le aveva pure scartate tutte. Fuori le nuvole si stavano addensando e il cielo stava assumendo un aspetto minaccioso; di l a poco avrebbe piovuto. Apr la porta e una sferzata di aria fredda lo invest in pieno viso. Due uomini in completo scuro si trovavano ora di fronte a lui. Potevano avere su per gi trentacinque anni. Uno era abbastanza stempiato, con occhiali dalla montatura dorata finissima che gli conferivano un aspetto onesto e rispettabile. Laltro era un tipo moro, alto, slanciato, con una valigetta blu in mano; di primo acchito faceva pensare che fra i due lui era la mente. Nemmeno lui, tuttavia, sembrava troppo pericoloso. Buongiorno. Lei il signor Righetti? disse quello dei due con gli occhiali. S, sono io. Con chi ho il piacere di parlare?

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Mi chiamo Kreutz, e questo il mio collega Wassen. Penso che lei simmagini chi siamo; ecco i nostri tesserini di riconoscimento. Luomo con gli occhiali allung due documenti con impresso lo stemma del Vaticano. Per Edoardo non ci sarebbe stato nemmeno bisogno di aprirli talmente conosceva bene quel tipo di documento. Ad ogni modo li prese e li apr. I nomi corrispondevano. Lesse che erano di nazionalit svizzera. Accomodatevi pure fece segno Edoardo subito dopo aver restituito i documenti. meglio non farci sorprendere dallacqua, e fattili entrare li guid lungo il corridoio dingresso. I Righetti abitavano in una vecchia villa di stile liberty disposta su due piani. Lavevano ereditata dalla nonna di Laura, una volta che lei era passata a miglior vita alla bellezza di centouno anni. Avevano cominciato con le ristrutturazioni pi importanti, come rifare i due bagni e la cucina, e di anno in anno avevano proseguito cercando di renderla il pi confortevole possibile. Visto che non avevano figli, Laura aveva adibito quella che avrebbe dovuto fungere da stanza dei bambini a studio personale, per il suo lavoro di pittrice. Aveva raggiunto notoriet nellambiente romano, e non solo in quello, visto che ora stava progettando una mostra a Milano e aveva per le mani varie proposte di compratori stranieri. Edoardo condusse i due ospiti nel salotto messo a nuovo dopo la recente ritinteggiatura. I muri odoravano ancora di vernice fresca. Laura aveva insistito per cambiare la disposizione dei mobili, in modo da rendere i suoi quadri maggiormente visibili; ora nella stanza dominava una solida tela raffigurante un paesaggio autunnale: con i suoi colori intensi e brillanti era talmente suggestivo da dare limpressione di essere stato posto l per dare il benvenuto agli ospiti. I visitatori si sedettero sui due divani color crema disposti ad angolo attorno ad un tavolino basso e trasparente su cui erano posati vari soprammobili. Lei e sua moglie avete una bellissima casa esord luomo con gli occhiali appena si fu seduto. Accogliente e spaziosa. I quadri poi sono splendidi. Vivi, direi. Se avessero voce
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persuaderebbero chi li contempla che queste pareti sono illusorie, e che la natura con i suoi paesaggi dincanto aspetta e attira il visitatore dietro il sottile strato di muro. S, mia moglie unottima pittrice rispose Edoardo stringendo la mano di Laura, seduta al suo fianco. Posso offrirvi qualcosa? No, grazie. Non vogliamo abusare del suo tempo e della sua gentilezza, professore continu luomo. Vengo subito al dunque. Si fece dare la valigetta dal suo collega e ne estrasse una lettera che porse prontamente ad Edoardo. Ecco, dovrebbe fare la cortesia di leggere questa lettera, innanzitutto. Edoardo si alz per prendere la lettera dalla mano delluomo che gliela porgeva, e fece qualche passo verso la scrivania sullaltro lato della stanza per prendere il tagliacarte. Osserv che proveniva dallUfficio Affari Esteri del Vaticano. Una volta aperta, lesse ad alta voce lo scarno contenuto, a prima vista redatto di pugno da una mano sapiente e delicata. La calligrafia appariva uno snodarsi preciso e rassicurante di lettere tracciate con una leggera inclinazione verso destra; nel loro complesso i solchi delle lettere facevano pensare a dei fiumi o a delle montagnette digradanti dolcemente nel mare, perch la vocale finale della parola era tracciata sempre con energia, prolungando la linea finale della parola. Egregio prof. Righetti, con la pi viva e profonda fiducia nelle sue doti e capacit, che per altro ha gi avuto modo di dimostrare ampiamente, che la preghiamo di rendersi disponibile per la traduzione della Lettera di San Paolo apostolo ai Laodicesi. La Lettera in questione frutto di una scoperta recentissima: non serve che le dica il valore inestimabile di un documento simile; anche se non possibile parlare di testo rivelato o ispirato, perch come lei ben sa lelenco dei testi sacri che rientrano nel Canone Ecclesiastico stato definito dal Concilio di Nicea, tuttavia siamo quasi certi nel riferirle che ci troviamo di fronte ad un testo sicuramente pio o devozionale, che rispecchia le caratteristiche della predicazione paolina. Per i motivi che le verranno spiegati
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de visu dai nostri inviati, non stata ancora divulgata in pubblico la notizia del ritrovamento. I nostri inviati sono incaricati di fornirle, sempre a voce, ulteriori dettagli e chiarimenti. Altre informazioni perverranno in seguito, nel caso lei accetti di lavorare allincarico offertole, offrendoci cos il regalo gradito della sua cortese e preziosa collaborazione. Joseph Card. Mac Collough, Ufficio Affari Esteri, Citt del Vaticano, add 14 Marzo c.m.. Appena Edoardo ebbe finito di leggere la lettera, intervenne luomo che fino a quel momento era rimasto in silenzio: Suppongo che lei desideri una spiegazione pi dettagliata, professore. Edoardo annu stupito. La situazione questa: circa un anno fa presso una chiesa rupestre in Turchia stato rinvenuto un antichissimo codice; a detta degli archeologi che finora lhanno preso in esame risalirebbe ad un periodo databile prima del X secolo d.C.; con ogni probabilit era indirizzato ad una delle prime comunit cristiane. Per il buono stato in cui si trova il manoscritto la portata della scoperta paragonabile a quanto avvenuto con i rotoli di Qumran, pervenuti nelle grotte ubicate vicino al Mar Rosso il secolo scorso. Sappiamo tutti che solo in presenza di un ambiente assolutamente privo daria, ad esempio sotto la sabbia, dentro grotte nascoste o in fessure praticate nella roccia, la pergamena si mantiene quasi intatta. Quello che emerso, appena il manoscritto stato tradotto dal greco, stato a dir poco strabiliante. Il manoscritto risultato essere una Lettera Apostolica, per la precisione la Lettera di S. Paolo ai Laodicesi, che come lei sapr stata considerata perduta fin dai primi secoli della cristianit. Il testo non lascia ombra di dubbio: nel saluto iniziale alla comunit cristiana Paolo fa esplicita menzione del nome di Laodicea, la citt in cui si trovava questa prima comunit, alla quale era indirizzata la Lettera. Anche la traduzione dellintera Lettera, poi, confermerebbe lattribuzione che stata fatta. Ci sono altri precisi riferimenti al nome dellantica citt dellAsia Minore e ai suoi abitanti, e a ci si aggiunge che vengono
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citate anche le comunit contemporanee di Tessalonica, Efeso e Corinto. Mi creda, professore, questa Lettera stata studiata e ristudiata pi volte. Una commissione composta da teologi biblisti che vantano la pi grande esperienza nel settore e da archeologi specializzati in papirologia lha scrutata e sviscerata centimetro per centimetro. E badi bene, si tratta di due rotoli di pergamena. Questquipe stata nominata appositamente dalla Segreteria di Stato, con il beneplacito del Santo Padre. Alla quasi unanimit la commissione ha ritenuto che il manoscritto ritrovato si possa considerare autentico. Ha qualche domanda, a questo punto, professore?. S disse Edoardo con calma. Posso anche credere che il ritrovamento sia autentico. In effetti la questione dellesistenza di un'ipotetica Lettera indirizzata ai Laodicesi una diatriba di vecchia data: nel capitolo 4 della Lettera di S. Paolo ai Colossesi lapostolo fa cenno4ad una lettera che lui stesso avrebbe inviato alla comunit di Laodicea e che poi sarebbe dovuta arrivare fino alla citt di Colossi, perch anche questa comunit cristiana ne trovasse edificazione spirituale. Ma essa non mai pervenuta fino a noi, perci si creduto che fosse andata perduta, o che addirittura si trattasse, pi semplicemente, di una lettera giuntaci sotto un altro nome. Eppure c una cosa che non capisco. A sentire il vostro resoconto, va tutto bene. Allora, qual il problema, se siete venuti fin qui per domandare il mio aiuto?. Scrutava i due agenti del Vaticano come volesse leggere con gli occhi nei loro cervelli. Lei ha ragione, professore. Un problema c intervenne laltro dei due, quello pi alto e moro. Ci sono dei punti oscuri nel testo. E questa la questione pi difficile: interpretare certe frasi sibilline. Frasi sibilline? Quando mai un apostolo ha usato frasi sibilline per predicare ad una comunit cristiana? obbiett Edoardo. Queste frasi sibilline, chiamiamole cos, non sono nel testo dellapostolo. Sono note a margine della pergamena,
Colossesi 4, 16: E quando questa lettera sar stata letta da voi, fate che venga letta anche nella Chiesa dei Laodicesi, e anche voi leggete quella inviata ai Laodicesi. 53
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proprio sul bordo, come se qualcuno avesse voluto annotare qualcosa. Noi abbiamo fatto lipotesi che queste note siano state poste a margine dalla comunit stessa di Laodicea, mentre la Lettera veniva letta e commentata allinterno di una celebrazione eucaristica; magari sono note di qualche presbitero o del Vescovo della citt, appunti che si era fatto per ricordare gli argomenti da trattare nellomelia, insieme alle ammonizioni da fornire, ai consigli da elargire e alle disapprovazioni da distribuire. Poi nel viaggio di questa lettera verso la citt di Colossi, come aveva lasciato intendere di fare lapostolo Paolo, la Lettera andata perduta. E da quando in qua un Vescovo che deve fare unomelia si scrive a margine della Lettera da commentare delle note assurde e incomprensibili? Stiamo parlando delle prime comunit cristiane, perbacco! Della Chiesa! Dubito fortemente che un ipotetico Vescovo del IV o V secolo d.C. scrivesse delle note su un testo apostolico!. per questo che siamo venuti da lei ammise a malincuore. La commissione di esperti ha valutato lautenticit della Lettera, ma non ha saputo risolvere la questione delle note a margine. Ha azzardato anche un'altra ipotesi, pi realistica. possibile che la Lettera sia giunta a Colossi e che da l, poi, sia andata perduta. Che qualcuno labbia ritrovata dopo un certo tempo, magari quando gi le comunit cristiane in Asia Minore stavano sparendo, e usata come pezzo di papiro per redigere degli appunti personali; come avvenuto allincirca per lassai noto manoscritto custodito nella Biblioteca Civica di Verona: il cosiddetto manoscritto dell indovinello veronese, che alle fondamenta della lingua italiana. Tutti gli studenti lo conoscono. un foglio di pergamena scritto in latino, un atto notarile; ma sul cui bordo lamanuense che redasse il documento, chiss se per facezia o per noia, riport dei segni grafici, delle lettere, assolutamente di basso profilo, un indovinello per lappunto. Fu un colpo di genio: perch lautore ignoto ci lasci, cos facendo, le prime tracce della formazione del volgare, la lingua italiana cos come si costitu staccandosi progressivamente dal latino.

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Edoardo annu. Era visibilmente eccitato dal mistero che si apriva inaspettatamente davanti ai suoi occhi, ma provava un misto di risentimento e insieme di rammarico al pensiero che fossero venuti a cercarlo dopo tutti quegli anni. Non era un sentimento ben definito: alla rabbia per il sentirsi di nuovo incastrato si sommava il suo orgoglio personale che gli insinuava di essere indispensabile per la missione; una punta di nostalgia per i successi che aveva riscosso in giovent addolciva la tristezza del ricordo dei fatti che erano seguiti. E da ultimo, anche se non meno importante, si aggiungeva il fatto di essere sposato. Non se la sentiva di lasciare sola la moglie per seguire le vicende di uno sbrindellato papiro che lavrebbe fatto stare lontano da casa forse per mesi. Cosa vi aspettate che faccia? domand Edoardo dibattuto tra la voglia di rifiutare lintera faccenda e il sincero desiderio di saperne di pi. Noi siamo venuti qui per spiegarle i risvolti del lavoro di traduzione di queste strane note a fianco della Lettera ai Laodicesi. Se lei accetta, diriger la nuova quipe di esperti chiamati a studiare a fondo queste difficili note, che per ora restano un enigma. Vede, a noi stato dato lincarico di portarle con la massima segretezza e tempestivit il telegramma che ora tiene in mano. Le abbiamo riferito fedelmente il quadro della situazione fino ad oggi. evidente che solo se accettasse di prendersi in carico la traduzione delle note, insieme alle altre persone incaricate, sarebbe possibile rivelarle di pi. Ma allora, soltanto allora. Per il momento non ci consentito di esporle altro, eccetto il fedele resoconto del ritrovamento che le abbiamo riportato. Naturalmente, immagino non dovr fare parola con nessuno, sia che accetti sia che rifiuti lincarico. Mi duole dirlo, ma dovremo farle firmare un documento in cui lei ammette di essere al corrente di informazioni riservate, e con il quale si impegna a non rivelarle a nessuno, eccetto i suoi colleghi di lavoro rispose sempre lo stesso uomo. Divertente! Potrei sapere quali sono gli altri componenti dellquipe?

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Saranno loro stessi a mettersi direttamente in contatto con lei, tempo uno o due giorni al massimo. Come credete che possa accettare un lavoro simile, senza conoscere chi sono i miei collaboratori? I collaboratori non la riguardano. Mi spiace, queste sono le direttive. Daltronde lquipe stata scelta dal Cardinale Mac Collough; lei deve solo svolgere la funzione di dirigerla. Ma i membri sono gi stati decisi. E non potete dirmi nientaltro? Nientaltro. Loro sono a conoscenza della natura della missione? Di tutte le informazioni che mi avete appena rivelato?. No. Per ragioni di sicurezza queste informazioni vanno mantenute il pi possibile riservate. Perci sar lei a dover introdurre la questione ai membri dellequipe, la prima volta che vincontrerete. Devo raccontare tutto quello che mi avete detto?. Solo quello che riterr opportuno. Come primo incontro, immagino si tratterr di un preliminare. Torno a ripetere: come pretendete che vi possa offrire il mio aiuto se mi fate conoscere a malapena le coordinate iniziali di tutta questa storia? insistette Edoardo. Senta, noi le abbiamo riferito tutto il possibile. Come vede il Vaticano le offre fiducia, e nutre speranza nella sua intelligenza, nella sua preparazione, nel suo spirito rigoroso. Ma non nostra intenzione convincerla a forza a collaborare al progetto. Diciamo che sono propenso ad accettare, allora. Guard Laura che appariva tranquilla. Fece un cenno del capo come per acconsentire alla decisione del marito. Datemi del tempo per decidere per. Questa la mia unica richiesta e la sola condizione che pongo. Voglio prima conoscere i miei collaboratori. E devo anche discutere con mia moglie di questo progetto. Voi mi capite, vero?. Dovremo consultarci con il nostro superiore, in questo caso spieg il funzionario del Vaticano, visibilmente dispiaciuto del prolungarsi della discussione. Daltronde mi rendo perfettamente conto che lei ora, professore, ha una famiglia; non pu decidere cos, su due piedi. Siamo stati un
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tantino ingenui nel pensare che avrebbe acconsentito subito alle nostre richieste. Per la prima volta Wassen era imbarazzato. Ma si riprese in un attimo: Mi permette di fare una telefonata? chiese a Edoardo. Ed estrasse dalla valigetta blu un cellulare. Edoardo lo accompagn in corridoio perch il funzionario avesse pi privacy. Nel frattempo laltro dei due, quello con la sottile montatura doro, Kreutz, rimase nel salotto a conversare con i padroni di casa. Trascorsi cinque minuti, che a Edoardo parvero interminabili, Wassen ricomparve in salotto visibilmente soddisfatto. Il Cardinale Mac Collough acconsente ad una proroga di 72 ore. E un uomo veramente gentile e disponibile. In effetti, non eravamo al corrente che lei si fosse sposato, professore. Da quando ha lasciato linsegnamento allUniversit, lei capisce, non abbiamo pi seguito le sue vicende personali. Siamo rammaricati di questa svista. Ma ora siamo contenti che le cose si siano aggiustate nel migliore dei modi spieg tranquillamente. Allora, ripasseremo luned alle 13.00. Le va bene? domand infine. Benissimo. Edoardo sorrise compiaciuto. Era riuscito nel suo intento. A questo punto Kreutz si alz con lintenzione di congerdarsi; si avvicin a Wassen che era rimasto in piedi, accanto alla porta. Ci rivediamo luned, professore. Spero che accetter linvito del Cardinale Mac Collough a lavorare al progetto disse Kreutz. Aveva esordito lui con le presentazioni allinizio dellincontro, adesso pareva voler essere sempre lui a porgere il commiato. Fra Kreutz e Wassen per, Kreutz era proprio quello che non mostrava troppa convinzione sul fatto che Edoardo avrebbe accettato lofferta di lavoro. Sembrava mettere in conto un possibile diniego. Invece Wassen no: era pi rilassato e fiducioso. Costui strinse forte la mano ad Edoardo, prima di lasciarsi. Mentre Kreutz, fatto appena un cenno di saluto col capo, usc nellaria gelida mentre goccioloni dacqua cominciavano a bagnargli gli occhiali sul viso.

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Tornato in salotto, Edoardo sprofond su un cuscino del divano con lintenzione di concentrarsi ulteriormente su tutto quello che le sue orecchie avevano sentito e i suoi occhi avevano visto. Dunque siete in sette? comment Laura. Cos hanno detto. E i primi dovrebbero gi mettersi in contatto con me questa sera o tuttal pi domani. Edoardo non si capacitava di come delle normalissime persone potessero riuscire a lasciare casa, lavoro e famiglia per imbarcarsi in un progetto che gli sembrava fare acqua da tutte le parti. Non che non fosse interessante. Anzi, il progetto cos esposto era molto importante. Lesistenza o meno della Lettera ai Laodicesi era un autentico rebus irrisolto per i teologi fino a quel momento. Ma gli pareva che il progetto non fosse condotto con il necessario rigore scientifico. Che ne dici? C da credere a quello che ci hanno raccontato? Ti fidi di loro? insist lei dubbiosa. Uhm, il codice lavranno scoperto sicuramente alcuni anni fa. Non succede che degli archeologi o chi per essi trovino un giorno un antichissimo reperto e cos, di punto in bianco e in pochissimo tempo, lo facciano arrivare allo studioso competente perch ne esamini il valore cominci a riflettere ad alta voce Edoardo. Intanto c tutta la burocrazia vaticana: un mare di uffici, protocolli, monsignori e vescovi per i quali il suddetto reperto deve passare fino ad arrivare allufficio competente. E poi c un altro problema: come si sono comportate le autorit turche, visto che loggetto in questione stato rinvenuto in Turchia; insomma, bisognerebbe sapere quanti giri ha fatto il nostro manoscritto. Ma i due inviati del Vaticano non ti hanno detto che stato ritrovato solo un anno fa? gli obbiett Laura. S, le orecchie le ho anchio, Laura. Ho sentito quello che dicevano. Ma sai: Fidarsi bene, non fidarsi meglio. Per quel che ne so, troppo poco un anno di tempo per eseguire sul manoscritto un intero lavoro di traduzione del testo, di pulitura e analisi biochimica del rotolo di papiro, insieme a tutti gli altri esami che la prima commissione di lavoro avr ritenuto necessario effettuare.

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Senza contare, a dire il vero, che non ci hanno mostrato nemmeno una foto di questi presunti importantissimi papiri. Non ti sembra strano? Che ci sia qualcosa che non va? azzard Laura. S, vero. Anchio me ne sono accorto. Penso sia dovuto al fatto che non sapevano se avrei accettato di collaborare con loro. Perch vedi, cara e qui Edoardo si alz dal divano e le si mise davanti. Perch qui si tratta di sapere, e questa veramente la cosa pi importante, perch sono venuti da me, ora e scand in modo solenne e perentorio le ultime due parole. Come, pensi che prima di venire da te abbiano provato ad interpellare qualcun altro? gli domand Laura, quasi offesa per quello che il marito aveva inteso dire. Eh s, perch Edoardo Righetti quarantasei anni compiuti un tempo era stato un brillantissimo e giovanissimo docente di Patristica alluniversit Gregoriana di Roma. Era ormai acqua passata per lui, e davvero tanta ne aveva lasciata scorrere via per dimenticare quel periodo. Fatti accaduti in un remoto passato che ora, nella nuova veste di professore di religione, si sforzava di far passare in sordina. Non voleva che si sapesse in giro che lui, tempo addietro, era stato un'altra persona. Che studenti e docenti lo avevano rispettato alla stregua di un luminare, lo avevano guardato dal basso in alto intimoriti, lo avevano invitato ovunque cera odore di dibattiti culturali eruditi Eppure dentro di lui il ricordo di quel periodo fin troppo felice e ricco di ambiziosi progetti e di strepitose idee era ancora vivo; a volte la nostalgia gli bruciava come una ferita aperta bagnata dallacqua salmastra del mare, allora Edoardo proteggeva ancora di pi quel ricordo, lo riponeva in un cantuccio segretissimo del suo animo e stava l, quieto ma non addormentato, come la brace sotto la cenere. Ora, a quarantasei anni, il suo passato era tornato prepotentemente a bussare alla porta. Lo aspettava al varco una decisione difficile da prendere. A volte dobbiamo fare i conti col nostro passato, anche se di malavoglia afferm a voce alta Edoardo di fronte alla moglie che lo guardava attonita. Capisci che ci deve essere un motivo se sono venuti fin qui a cercarmi? Dopo tutti questi
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anni, proprio ora si ricordano che esisto?! sbott spazientito. Ti ricordi perch mi fecero quelle enormi pressioni per lasciare la cattedra di Patristica?. Mi hai sempre detto che fu perch il progetto che stavi portando avanti non venne pi riconfermato dopo la nomina del nuovo Rettore. Dicevi che non gli piacevano le tue ricerche. In pi e qui Laura si addolc al ricordo ci dovevamo sposare. Cos il nuovo rettore ti chiese, in mancanza di un finanziamento per mezzo del quale tu potessi lavorare, di lasciare vacante la tua cattedra fin tanto che non si fosse ripresentata la possibilit di reperire nuovi investimenti per la ricerca universitaria che ti riguardava. Peccato che non se ne fece pi niente di quella specie di promessa, e tu venisti praticamente messo da parte, liquidato come un ferro vecchio che si butta via. Salvo poi, allinizio del nuovo anno accademico, quando tu ormai avevi gi presento la tua lettera di dimissioni e questa era gi stata accettata dal Rettore, trovare miracolosamente i fondi per coprire le spese della ricerca. Purtroppo la cattedra venne affidata ad un pupillo di fiducia del nuovo Rettore, che portava avanti per suo conto altri studi giudicati pi interessanti e maggiormente proficui da promuovere. Laura si accalorava ancora quando le capitava di riassumere questi fatti. Gi, lunico rammarico a proposito di quegli anni lessere stato troppo ingenuo. Troppo accondiscendente con il Rettore e con il Senato accademico. Ero sicuro di essere ormai arrivato ad una posizione di rilievo, sicura, stabile, che nessuno avrebbe potuto togliermi o portarmi via. Mi ritenevo una celebrit nel mio campo: chi mai si sarebbe sognato di intralciarmi il lavoro? sospir amaramente Edoardo, e ti ricordi perch al Rettore non piacevano le mie ricerche? la incalz. Negli occhi neri gli ardeva il guizzo di una segreta intuizione, come due gemme di rubini rilucenti sul fosco sfondo di una notte tempestosa. Laura si sforz di tornare con la mente a quel periodo in cui lei e il marito si erano conosciuti e fidanzati: Dunque fammi riflettere, avevano fatto scalpore alcune notizie sui giornali allimprovviso le torn la memoria di quei fatti lontani, e la sua espressione si color di colpo S, ora ricordo:
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ventanni fa venne pubblicato un saggio filosofico di un tuo conoscente, faceva lo scrittore se non sbaglio. Edoardo si atteggi in unespressione di compiacimento mentre la moglie continuava sullonda dei ricordi: Chiss per quale motivo fosti tirato in ballo anche tu nelle diverse recensioni dellopera labbinamento del tuo nome con quello dello scrittore non piacque allinterno degli ambienti pi formali della Gregoriana, rigorosa e ortodossa fin nel midollo, e ci suscit un vespaio di polemiche. Ma io so che cessarono, ad un certo punto, tutte quelle dicerie pretestuose e antipatiche su di te e sul tuo amico; a sentire le voci ingiuriose, avreste scritto assieme il saggio, e cos via Non erano tutte un mucchio di stupidaggini? Lo erano. Ma valsero a mettere in guardia il nuovo Rettore su di me, e a convincere il Senato accademico che un insegnante troppo giovane, eccentrico, baciato dal successo repentino della sua buona stella, non poteva meritare tutti gli onori che, senza pensarci troppo, gli erano stati tributati. In pratica: un insegnante ancora inesperto di mondo, che poteva essere fuorviato anche dai suoi amici pi fidati. Non serve che ti dica che quellinsegnante, cos bene tratteggiato dai discorsi del rettore, ero io. Perch adesso, allora, gli agenti del Vaticano sono tornati per proporti di lavorare con loro? Non sempre lo stesso ambiente? domand Laura. La Gregoriana una cosa, i Dicasteri Pontifici unaltra. La prima ununiversit, la quale libera di gestirsi in piena autonomia, secondo i propri organi decisionali interni. I secondi, come lUfficio Affari Esteri ad esempio, fanno capo pi direttamente al Santo Padre, anche se con tutta un articolata rete burocratica. Questa volta lo stretto entourage del pontefice che mi sollecita a collaborare. Qualcuno si ricordato di me, anche se sono passati ventanni. Che vuoi fare?. Se davvero una cosa importante, lo capir. Per il momento non far niente di niente. Lascio che le cose vadano avanti da sole, come devono andare. Io aspetto. Aspetto chi dovr mettersi in contatto con me.

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VI Giulia sal in fretta le scale che la conducevano al reparto di terapia intensiva del Policlinico Umberto I dove lavorava. Si era legata i capelli a coda di cavallo senza nemmeno guardarsi allo specchio perch, come da due settimane a quella parte le sue colleghe non dimenticavano di farle notare, era perennemente in ritardo sullorario di lavoro. Guarda che non ti posso coprire in eterno la rimproverava Maria, la sua fedelissima collega nonch migliore amica, prima o poi mi scopriranno e saranno guai per tutte e due le ripeteva in continuazione. Giulia sapeva che la sua amica aveva paura che qualcuno scoprisse il loro piccolo imbroglio: era Maria infatti a timbrare il cartellino di Giulia ormai regolarmente da quindici giorni, nonostante fosse fatto strettissimo divieto di timbrarsi i cartellini a vicenda. Ma Giulia aveva trovato il modo di nasconderlo nellarmadietto della sua amica, di cui possedeva le chiavi, e nessuno si era accorto del loro segreto scambio. E la fortuna le assisteva: per tutto il mese le due amiche avrebbero osservato gli stessi turni di lavoro. Giulia si domandava in che modo riusciva a non arrivare mai puntuale sullorario di lavoro. Se lo chiedeva ogni volta che saliva di corsa le scale o prendeva lascensore per fare ancora pi in fretta, e pur tuttavia non riusciva a trovare una risposta convincente. Per questo non si dava pace. Forse ho troppe cose a cui pensare diceva fra s, amareggiata che tanto darsi pensiero per i suoi continui ritardi non conducesse ad alcuna conclusione durevole. Roberto ha lasciato che organizzassi da sola tutte le faccende per la casa nuova, cos prima sono sempre stata trattenuta dalle agenzie immobiliari per trovare lappartamento in cui andare a vivere, poi sono venute le corse ai vari mercatini dellusato e ai centri commerciali per arredarlo, e cos via. Ora non ne posso proprio pi! ammise sconsolata. vero che il suo ragazzo si era accollato la parte tecnica: allacciamenti di luce, acqua e gas; poi la sistemazione di prese elettriche, la tinteggiatura, lattacco di mensole varie e dei

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lampadari. Giulia lo sapeva, ma li riteneva lavori da uomo che nella sua testa era dobbligo li realizzasse Roberto. Perdiana, il grosso lho fatto io, per! pensava. Consider che tutta questa spesa energetica rubava un sacco di tempo e di concentrazione alla sua normale routine di lavoro. A volte le affiorava lidea che Roberto non fosse poi cos convinto di andare a vivere con lei, ma scacciava immediatamente questo pensiero perch non le sembrava possibile. Lui non si era mai dimostrato contrario, anzi, la cosa era tutta a suo vantaggio perch si sarebbe trovato ad abitare di l a poco in una casa pi grande e pi bella, con la garanzia che avrebbero diviso equamente le spese. Lei si sarebbe accollata laffitto, lui cibo e bollette. Avevano fatto i conti pi di una volta e in modo molto meticoloso. Messe le cifre nero su bianco, a lei era parsa lidea migliore del mondo. E lui non aveva trovato nulla da ridire. Roberto era un uomo di poche parole: non si era perso in elogi sperticati sulla laboriosit della sua ragazza. Daltro canto lei aveva imparato dalle storie precedenti ad apprezzare nei discorsi degli uomini la sostanza piuttosto che la forma, e Roberto quasi ogni giorno dedicava le ore serali alla sistemazione dellappartamento e lultimo fine settimana aveva tinteggiato tutte le pareti e grattato il vecchio com da mettere in camera. A conti fatti, per Giulia questo era segno che lui ci teneva quanto lei alla loro nuova casa. Arrivata in corsia consider con una punta di rammarico che il tempo per pensare era sempre meno di quello che si sarebbe voluta concedere. Il lavoro lattendeva puntuale come unincombenza impossibile da rimandare ulteriormente. Allimprovviso si sent toccare la schiena. Giulia si gir di scatto. Maria, la collega soccorritrice, le si era avvicinata. Aveva la sua stessa anzianit di lavoro, dal momento che erano entrate insieme cinque anni prima. Si erano conosciute al corso di laurea per infermieri specializzati. Ciao Giulia, ben arrivata. Anche oggi ci attende la nostra fatica quotidiana, vero?. Grazie che non manchi di ricordarmelo, Maria rispose. Inizi il suo giro. Quando varc la soglia della prima stanza, la numero trentuno, il paziente dormiva. Accidenti si
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disse dormono tutti a questora! Dovr svegliarlo per prendergli la temperatura!. Non aveva tempo da perdere. Stava per pronunciare ad alta voce la parola sveglia! e battere le mani quando lesse sulla cartella clinica che il dottore aveva prescritto proprio quella mattina di smettere il trattamento con gli psicofarmaci. Non ne capiva il motivo. troppo presto smettere adesso. Ripiomber in una nuova crisi pens. Guard meglio la cartella, leggendo nel diario giornaliero, e vide che, infatti, quella mattina non gli era stata data nessuna pastiglia. Lunica cosa rimasta da fare era prendergli la temperatura corporea. Usc velocemente dalla stanza e si diresse senza indugi dalla sua collega. Maria si trovava in piedi, ferma al tavolo della caposala. La condusse in disparte: Maria, senti. Lo sapevi che hanno tolto gli psicofarmaci al numero trentuno? Eppure secondo me senza quelle medicine ricadr senzaltro nella forte depressione da diabete cronico, quella in cui stava prima!. Giulia ricordava che luomo era gi l da tre settimane, ricoverato durgenza dopo essere stato ad un passo dal coma diabetico. In pi aveva avuto delle crisi ipertensive, che i medici non sapevano del tutto spiegare: arrivavano improvvise, a prima vista indipendentemente dal diabete e dallinsulina che prendeva regolarmente per prevenire la malattia. E per concludere si sapeva che era affetto da una forte depressione. Lui stesso laveva spiegato al dottore, una volta che lei era presente al turno di visita mattutino. S, lo so. Penso che i medici vogliano valutare quanto sia realmente depresso. Il suo stato danimo ora viene alterato dalle medicine che prende. Secondo me vogliono mandarlo a casa, e devono sapere come resisterebbe ad una dose minore di psicofarmaci. Ma presto per mandarlo a casa. Non hanno risolto il problema della pressione. E non hanno fatto tutte le analisi che dicevano di voler fare. Non capisco. Se stessimo a protestare tutte le volte che dimettono un paziente, non la finiremmo pi! Lo sai anche tu quanto spesso succede che i medici non risolvano mai del tutto le malattie
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per cui uno viene ricoverato. Hai voglia, spiegare come funziona il corpo umano! esclam la sua collega. Per rimango della mia idea. Non si butta fuori uno che stato ad un passo dal coma. La sua amica le si avvicin, e a voce bassa le sussurr: Lo ammetto. Anche per me non del tutto chiaro. Ad ogni modo ti posso dire che stamattina stata qui la madre. Me lhanno raccontato. Ha parlato col dottore per quasi unora, e poi mi sembrato che fossero giunti ad un accordo. Alla fine del loro colloquio, il dottore ha preso la cartella del numero trentuno e ha levato gli psicofarmaci, come hai visto tu stessa. Non riesco ad immaginare, per, cosa si siano detti. Maria la guard allargando le braccia. Di pi davvero non sapeva. Grazie, Maria. Vorr dire che perderemo il paziente pi giovane e misterioso del reparto. Giulia si volt per tornare a vedere se, nel frattempo, il paziente della stanza numero trentuno si fosse svegliato. Entr nella stanza. Era un giovane di circa trentacinque anni, di bellaspetto, che in quel momento stava continuando a dormire placidamente; le mani erano distese lungo i fianchi e i ricci biondi gli ricadevano sul cuscino. Non pareva assolutamente ammalato. Lo osserv meglio e vide che indossava un costosissimo pigiama di Valentino. Al polso aveva un bracciale doro, e sempre doro era la collana che gli cingeva dolcemente il collo. Dalla collana pendeva una medaglietta, ma Giulia non vide cosa raffigurasse. Sul comodino cera un mazzo di fiori, una scatola di cioccolatini e due romanzi di grido. Le solite cose che hanno tutti pens. Poi le cadde locchio sotto il cuscino: spuntava un libriccino. Stette per un attimo a riflettere sul da farsi: si sentiva spinta dalla curiosit a prenderlo per dargli unocchiata furtiva. Daltro canto qualcosa la tratteneva: una sensazione di pericolo, come se si stesse intrufolando in qualcosa a lei estraneo e vietato. Lo scrut ancora una volta: stava sempre dormendo, i tratti gentili del viso rilassati nel sonno. Alla fine prevalse la curiosit e si avvicin pianissimo. Sfil il libriccino delicatamente da sotto il cuscino,
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vergognandosi un poco per quello che stava facendo. Us la massima attenzione per non far alcun rumore. Lo prese e lo sfogli: era un libriccino piccolo, sottile e tutto sottolineato; sembrava minuziosamente studiato. Poi guard il titolo e lautore. Giulia rimase sorpresa, trattenne il fiato per una frazione di secondo: lautore era il paziente del letto numero trentuno! Ebbe subito un legittimo momento di smarrimento. Era confusa. Contempl nuovamente luomo che dormiva, leggermente trasecolata. Dopodich si rimise a sfogliarlo pi avidamente. Fu colpita dalla copertina: si trattava di una foto scattata su qualche scogliera mediterranea. Il mare era increspato e di un blu profondo; sopra le acque si stagliava un cielo plumbeo. Da un lato una collina brulla e spoglia digradava a strapiombo sul mare; lunico elemento visibile era una vecchia costruzione in mattoni abbandonata. Poteva essere unantica chiesa trasformata in un minareto, poi andato in rovina, perch accanto alla consueta struttura che somigliava ad un tempio classico col timpano tipico delle chiese cristiane si ergeva accanto unaltra costruzione cilindrica alta e sottile, proprio tipo una piccola torre. Sempre pi incuriosita e attratta dalla foto sulla copertina rilesse il titolo: Viaggio a Calcedonia di Martin Fischer. In copertina non cera scritto nientaltro. E niente pure sul retro. Sfogli nuovamente le pagine, vergate con una difficile calligrafia, minuta e stretta, che sembrava essere stata prodotta da una penna stilografica. Si trattava di note a margine di ogni pagina stampata. Non aveva ancora letto il testo, per. Giulia pens che si trattasse di un piccolo romanzetto, forse autobiografico. Lo soppes sulla mano e lo rigir: non erano nemmeno 100 pagine. Lo apr alla pagina iniziale e inizi a leggere: Per un ebreo oggi giunta lora del riscatto. Dopo i bui secoli in cui il mio popolo ha vissuto relegato in oscuri ghetti per lorgoglioso disprezzo delle genti cristiane; dopo essere stato emarginato e bollato ad imperitura memoria della pi infamante accusa possibile, quella di deicidio, questo popolo fiero e coraggioso risorto; rinato pi forte di prima. Si dedicato ai commerci e ai traffici, arricchendosi, pur senza
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volerlo. I cristiani hanno lasciato che maneggiassimo noi il tanto vituperato denaro: loro avevano troppa paura di corrompersi e di dannarsi lanima! Ma poi, quella stessa gente arricchitasi grazie ai nostri commerci e alle nostre banche, ci ha di nuovo sopraffatti. Nel XX secolo. La nuova tragedia si chiamata Olocausto, e seconda guerra mondiale. Dovevamo morire tutti. Ma il Signore protegge il suo popolo e lha salvato; cos oggi esso ancora vivo; anzi, combatte vittorioso per rientrare in possesso della sua terra. Quella terra che fin dalla notte dei tempi ci appartiene, a cominciare dalle promesse fatte al nostro padre Abramo. Io ebreo di Gerusalemme, rimasto orfano dei miei genitori a causa della infame guerra dei palestinesi contro il mio popolo, ho intrapreso questo viaggio verso le mie radici, conscio che il mio il popolo che per primo stato benedetto da Dio. Ma successo qualcosa che ha cambiato la storia. successo che ho scoperto che tutti i popoli sono stati benedetti dallo stesso Dio Cosa sta leggendo? luomo si era svegliato allimprovviso e con un gesto brusco della mano aveva strappato il libriccino a Giulia, mentre lei era ancora intenta nella lettura. Non si era accorta che lui aveva aperto gli occhi appena un istante prima, e aveva allungato il braccio per riprendersi il suo libro. Mi scusi, lo so che ho fatto una cosa che non dovevo fare. Mi ha incuriosita la copertina sono una grande lettrice di romanzi, pensavo si trattasse di uno nuovo appena uscito nelle librerie e che mi fosse sfuggito. Giulia cerc di imbastire una scusa che suonasse credibile. La curiosit femmina sentenzi luomo con voce severa, per nulla indulgente verso la spiegazione offerta dallinfermiera. Comunque non un romanzo, non mai stato in libreria e non leggibile da nessuno. Mi sono spiegato?. S, mi scusi tanto ripet Giulia arrossendo; si sentiva colta in fallo. In effetti aspettavo che lei si svegliasse per prenderle la temperatura di oggi cerc di cambiare
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argomento e di riportare la conversazione sul piano professionale. Naturalmente. Mi dia il termometro e poi esca di qui. Luomo aveva sempre lo stesso tono di voce tra il seccato, loffeso e il burbero. Lei prefer non ribattere nulla: gli consegn il termometro e usc dalla stanza. Una volta fuori, tir un sospiro di sollievo: non saspettava una freddezza simile. Daccordo che un po matto e strano lo era, stando a quello che le avevano riferito le sue colleghe, ma ora era toccato proprio a lei sperimentare il caratteraccio di quello strano tipo, e a ci si aggiungeva quello che aveva letto. Un senso di tristezza la colse inaspettatamente. Quel Fischer tanto maleducato, che probabilmente aveva sofferto non poco, e anzi, proprio a cos tanto patire era imputabile il suo pessimo comportamento, andava incontro ancora una volta ad eventi sconfortanti. Appena fosse stato dimesso, con ogni probabilit gli sarebbero sopraggiunte delle nuove crisi. Lui non ne era a conoscenza, ma lei s. Scroll la testa: lintera situazione era pi grande di lei. Decise di non pensarci pi perch non erano fatti suoi, e mand unaltra collega a prendere il termometro per la registrazione della temperatura corporea.

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VII La Mercedes di Benjamin era davvero confortevole. Da un paio dore stavano viaggiando sull'autostrada diretti a Roma e non avevano smesso un minuto di parlare. Grazia commentava con dovizia di particolari tutti gli episodi del pomeriggio. Benjamin, a sua volta, era un getto continuo di domande: come l'avevano presa i colleghi, come se n'erano andati caporedattore e direttore, qualera la nuova linea del giornale, quali decisioni avrebbero dovuto prendere insieme e quali no. Ti trovo un tantino dispotica puntualizz Benjamin, fattosi serio perch Grazia era diventata pi dura e pungente di come la conosceva. Mi sento addosso una grande responsabilit, Benjamin. Tu non hai le mie preoccupazioni: ti basta correre dietro a tutte le idee che ti vengono in mente; e non stai certo a chiederti se unidea che piace a te, piacer anche agli editori. No, Benjamin, anche volessi non potrei mai comportarmi come te, ora. Tiri troppo in fretta le conclusioni. N io n te sappiamo come potrei comportarmi non sono mai stato direttore! Quando lo diventer anchio ti far sapere. Allora vedremo se ci hai visto giusto ribatt ironico. Ancora un po del tono acido di Grazia, e pure lui sarebbe diventato secco e scontroso. Ma Grazia non stette nemmeno ad ascoltarlo. Continu sullonda dei pensieri: Per giunta sono solo direttore temporaneo. Comunque direttore. A conti fatti sei tu che comandi, no?. Accidenti, penso di s sbuff. Per mi osservano! esasperante: ancora non so se ho gi la loro fiducia, o se devo conquistarmela. Vorrei tanto poter essere certa di azzeccare sempre gli articoli e gli editoriali giusti per la linea del nostro giornale ammise soprappensiero. Speriamo di non star facendo unidiozia con questo viaggio a Roma. Questa bella! Ti sei dimenticata che me lhai proposta tu questa gita di lavoro?! Ti sei gi pentita della decisione presa?
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No, certo che no. Non darmi retta, a volte penso ad alta voce. A Roma otterremo informazioni fresche di prima mano, vedrai disse Grazia. Ma lo diceva pi a s stessa, come se ammettere un buon esito del sopralluogo servisse pi a tranquillizzarla dalle sue paure, che a crederci veramente. Quando furono le sette, si fermarono ad un autogrill nei pressi di Bologna per mangiare. Benjamin si allontan dal tavolino su cui avevano appoggiato le birre e i panini caldi con la scusa di andare alla toilette. Ma appena uscito si precipit alla cabina pubblica e fece il numero del servizio informazioni gratuito del gestore telefonico: Operatore numero 104. Buonasera. Buonasera rispose Benjamin. Vorrei avere il numero di telefono dellabbonato che risiede allindirizzo Via dei tigli, 3. Roma domand con tono impassibile. Un attimo, attenda in linea rispose loperatore. Benjamin sentiva che loperatore stava battendo velocemente i tasti sul suo terminale; ecco, adesso non gli rimaneva che sperare di ricevere questo benedetto numero telefonico, pens. Per fortuna loperatore non si fece attendere troppo: Benjamin annot velocemente il numero sul suo taccuino in pelle. Mi pu dire il nome dellabbonato?. Attenda un altro attimo, per cortesia. Ci vollero pochi istanti di attesa questa volta perch subito la voce disse: Lutente da lei cercato risponde al nome di Righetti Edoardo. Molte gra. Benjamin non fece in tempo a ringraziare che loperatore aveva gi riagganciato. Ottenuto ci che si era prefissato, torn dentro soddisfatto. La mossa successiva sarebbe stata di arrivare in centro a Roma entro le nove, anzi, possibilmente prima, perch cos avrebbe telefonato immediatamente a questo Edoardo Righetti. Non voleva rimediare subito una magra figura telefonandogli a sera inoltrata: poteva compromettere lintero compito cominciando cos male. Del resto non poteva
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chiamare dal suo cellulare perch la telefonata sarebbe stata registrata sulla scheda e non voleva lasciare nessuna traccia che potesse far risalire al compito che Frank gli aveva affidato. Lavrebbe chiamato da un telefono pubblico. Ritorn da Grazia. Lei gli sorrise mentre lui si accingeva a sorseggiare la birra: Hai qualche preferenza per lalbergo? gli chiese. Aveva per le mani la sua agendina su cui annotava tutti gli alberghi in cui era stata; sfogliava le pagine alla ricerca di qualche appunto su Roma. Dannazione, qui non trovo niente! esclam spazientita mentre girava le pagine con una tale foga che quasi le staccava di solito utile scrivere i posti dove mi fermo: serve a rintracciarli subito in casi di emergenza come questo. Vuoi vedere che ho sbagliato agendina, e ho lasciato a casa quella giusta?. Si vede che non un caso di emergenza la interruppe Benjamin divertito. Non sto nemmeno ad ascoltarti bofonchi lei un po irritata conosci qualche albergo in cui potremmo piazzarci? Intendi un albergo che funga da nostro Quartier Generale da dove annunciare un imminente colpo di stato da parte delle frange ribelli del Parlamento? S, esatto e addent un pezzo del suo panino con le melanzane e in cui tu fungerai da mio segretario, mentre io scriver un reportage da prima pagina. Potremmo passare da un tipo che conosco molto bene fece Benjamin con nonchalance forse potrebbe ospitarci lui la prima notte e poi ci darebbe le indicazioni che ci servono per un buon albergo; uninformazione da un romano sempre meglio di un appunto sulla tua agendina, tanto pi che unagendina viola non mi ispira tanta fiducia. E come si chiama questo tuo amico? Grazia si dimostrava interessata, mentre era occupata a mordere un altro boccone del suo panino. Edoardo le rispose cercando di stuzzicare la sua curiosit Edoardo Righetti. Non lo vedo da una vita, ma forse proprio luomo che ci serve. Mente fine, ha cultura, insomma

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unintellettuale. Lui saprebbe farci una panoramica sulla situazione politica attuale. Benjamin non poteva credere che fosse tutto cos enormemente semplice. Prima aveva scoperto la persona che si celava dietro il misterioso telegramma di Frank, e ora stava convincendo Grazia a presentarsi a casa sua. Lidea che gli era venuta era proprio una buona trovata. Stabil, in cuor suo, di mettercela tutta per persuadere Grazia; anche a costo di inscenare l, su due piedi, qualsiasi cosa. Fin il suo panino con la salsa messicana e si fece dare da Grazia la piantina stradale di Roma per ripassare il percorso pi veloce fino a via dei Tigli, che era situata nella parte nordest della citt. Mentre tu rispolveri la strada per arrivare dal tuo amico io mi assento un attimo gli disse Grazia che si avvi verso la porta da cui prima era uscito Benjamin. Grazia era confusamente eccitata. In quel momento avrebbe dato chiss cosa per mantenere un ferreo controllo di s. Invece si sentiva frastornata da tutto quello che le era successo in una sola giornata: la nomina a direttrice del giornale, i complimenti dei suoi colleghi, i loro incoraggiamenti e le promesse che lavrebbero aiutata; ed ora il viaggio a Roma splendida citt con luomo pi affascinante della redazione. Fece appello a tutto lo spirito pratico che possedeva per costringersi a rimanere con i piedi ben ancorati a terra. Rigore e disciplina: ecco a cosa devi aggrapparti! ramment a s stessa Ricordati quanto hai sudato prima di arrivare dove sei adesso. Prudenza!. Entr nella toilette per signore con questi pensieri nella testa. La toilette era larga e spaziosa e non cera nessuno dentro oltre a lei. Appoggi lo zaino sul marmo dei lavandini e fece un po di ginnastica al collo e alle braccia per distendersi e rilassarsi. Poi fece uscire lacqua dal rubinetto e si lav accuratamente le mani e le tempie. Era stanca, avrebbe voluto andare a dormire in quel momento. Invece la aspettavano altre due ore di macchina. Avrebbe schiacciato un pisolino sul sedile, pens, accanto a

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Benjamin. Il solo pensiero di essere accanto a lui bastava a renderle pi piacevole il viaggio. Tir fuori dallo zaino la spazzola e la pass sui lisci capelli corvini che le arrivavano alle spalle. Li portava raccolti sulla nuca da un fermaglio che toglieva solo in casa, quando non aveva da lavorare, perch non riusciva a concentrarsi a scrivere con i capelli sciolti sulle spalle, le davano una sensazione di fastidio e di disordine. Si spruzz un tocco di essenza di lavanda e si guard allo specchio. Aveva trentacinque anni, ma come et dimostrava di essere sotto la trentina. Aveva sempre cercato di curarsi e di mantenersi carina, ma nonostante questo aveva avuto solo storie brevi e scarsamente significative. Alla fine si era buttata a capofitto sul lavoro e in breve tempo aveva fatto carriera. Sola, in piedi davanti alla sua immagine riflessa nello specchio, meditava. Si sentiva addosso la responsabilit del nuovo incarico. Guardandosi dentro sapeva che in verit era meglio dividerlo con qualcuno. E infatti apprezzava che il consiglio di redazione avesse eletto quasi allunanimit Benjamin come suo collaboratore. Ma se lui avesse lasciato lincarico, non sarebbe stato certo facile trovare la persona adatta a rimpiazzare Benjamin. Scroll la testa e respir profondamente, come per ritornare al punto dove era rimasta; guard lorologio: le sette e quarantacinque. Era ora di ripartire, Benjamin probabilmente la stava gi aspettando. Chiuse lo zaino ed entr velocemente nel WC. Prima di uscire dalla toilette si guard allo specchio unultima volta e ripromise a s stessa che avrebbe tenuto gli occhi bene aperti per svolgere al meglio il suo lavoro. Le nove di sera. Benjamin e Grazia erano imbottigliati con la macchina all'altezza di Fiano Romano, poco prima dello svincolo per Roma Nord. Per giunta aveva cominciato a piovere a dirotto. Lacqua che cadeva fitta impediva la visuale delle corsie. La fila di auto ferme formava una sinistra, lugubre processione intervallata da centinaia di fari rossi accesi, minacciosi; lanterne scarlatte danzanti nella pioggia. Aveva
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tutta l'aria di una coda lunga almeno quattro, cinque chilometri, perch erano fermi gi da un po' senza che nessuno si muovesse. Intanto il tergicristalli spazzava via con furia ritmica lacqua che a fiotti si riversava sul parabrezza. Questa proprio non ci voleva! esclam Benjamin spazientito, che gi contemplava svanire la sua brillante idea di chiamare Edoardo Righetti direttamente da Roma. Trovami se alla radio stanno segnalando l'incidente sbott rivolto a Grazia. Forse si trattava di un incidente di poco conto, pensava Benjamin; ancora un quarto d'ora, mezz'ora al massimo e una volta sgombrate le corsie il traffico avrebbe ripreso a scorrere regolarmente. Oppure no. Daltronde era in corso un violento acquazzone. Avrebbero dovuto aspettare ore prima che le forze dell'ordine sbloccassero la situazione. Magari sarebbero dovuti intervenire anche i vigili del fuoco, chi poteva saperlo? In effetti dalla sua posizione non vedeva altro che l'oscurit della notte, punteggiata dai minuscoli fanalini rossi delle automobili accese. Ma stai cercando le frequenze giuste o stai dormendo, Grazia?! sbrait di nuovo, questa volta pi accalorato. Sentendo che il suo compagno di viaggio la chiamava per nome, Grazia scatt seduta sul sedile dove si era raggomitolata, dopo essere placidamente scivolata nel sonno. Eh, cosa c'? chiese a Benjamin sbadigliando e stropicciandosi gli occhi lo sai che stavo sognando? sbagliato svegliare qualcuno nel bel mezzo di un sogno: pu essergli di grave danno. E dopo un altro sbadiglio, ed essersi nel contempo guardata intorno fugacemente Ma siamo tutti fermi! esclam sbalordita. Adesso cosa si fa?. Per la terza volta, Grazia, cercami le frequenze alla radio dove parlano dell'incidente! rispose secco Benjamin. Era diventato nervoso e aveva alzato notevolmente il tono di voce. Senza dire una parola Grazia allung subito la mano per accendere la radio e sintonizzarla sulla frequenza giusta. ...E infine segnaliamo sette chilometri di coda sulla A1, a sei chilometri dalluscita di Roma Nord... Il prossimo aggiornamento fra trenta minuti". Pausa. E poi la speaker

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riprese con la consueta voce melodiosa Lasciamo ora spazio per un'altra canzone: una bellissima voce italiana... Vuoi che spenga o che lasci acceso? domand a Benjamin. Lascia pure acceso, basta che tieni basso il volume. In questo momento sto pensando le rispose in modo frettoloso, senza guardarla. E poi aggiunse, come stesse pensando da solo ad alta voce, non badando alla sua collega che invece lo stava ascoltando: Maledette strade italiane: mai che si decidano ad allargarle. Il tratto appenninico, poi, andrebbe raso al suolo e al suo posto dovrebbero costruire un viadotto a quattro, cinque corsie! Come in America! L s che sanno come si costruiscono le strade! . E perch l avete tutto lo spazio che volete. Per questo fate autostrade enormi sbott Grazia. Sbirci il suo compagno: si era tutto rabbuiato in volto; una vena pulsava velocemente sulla fronte corrugata. Aveva tutta l'aria di essersi indurito, come se qualcosa non andasse per il verso giusto. Dopo tutto cos'era successo? pens Grazia, un normale incidente come ne capitano sempre sulle autostrade italiane. Lei non si stava certo agitando in quel modo. Per di pi alla radio non avevano menzionato feriti o peggio ancora vittime: quindi la situazione si sarebbe certamente sbloccata. Ci volevano solo un po di pazienza e di buon umore. Non prevedo niente di buono sentenzi Benjamin accigliato. Cosa intendi? Grazia cominciava a spazientirsi del carattere scontroso e irascibile del collega. Che arriveremo a Roma a notte inoltrata! sibil a denti stretti. Anche se non pernottiamo dal tuo amico, ci sono pur sempre gli alberghi. Quelli sono aperti tutta la notte cerc di essere il pi ragionevole possibile, per non irritarlo di pi. Ma Benjamin sembrava non stare ad ascoltarla. Accidenti, Grazia, ma non capisci? Non potr chiamare il mio amico! Anche ammesso arrivassimo entro le dieci, non certo lora di disturbare qualcuno che potrebbe essere sul punto di andare a

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dormire! prosegu sul punto di perdere la poca pazienza rimastagli. Per un attimo Grazia rimase di sasso. Cal il silenzio tra loro. La colonna di auto ferme non faceva nessun accenno a muoversi. Ognuno di loro due guardava fuori dalla propria parte di parabrezza e rifletteva. La musica della radio, in sottofondo, era lunica distrazione dai pensieri pi cupi. Il gelo forzato comunque dur poco, perch allimprovviso Benjamin sembr riscuotersi, come uscisse in quel momento dallo stato malevolo di poco prima. Tornato in s, si rese conto di aver un po esagerato irrigidendosi a quel modo. Per fortuna, Grazia aveva incassato con dignit. Si volt verso Grazia con lintenzione di riannodare il filo interrotto del loro dialogo precedente: Scusami. Ti faccio preoccupare con questo mio caratteraccio, vero? Eppure capisci cosa mi passa per la testa: succede cos quando si muore d'impazienza dalla voglia di vedere un vecchio amico, o una persona cara. Non trovi? E tu quando pensi di sentire la tua talpa?. Gli telefoner dallalbergo per metterci daccordo rispose evasiva. Per la prima volta Benjamin guard con dolcezza la sua collega. Voleva che Grazia non pensasse male di lui, anche se tra colleghi giornalisti erano abituati a trattarsi senza i guanti di velluto. Non c tempo per i convenevoli e i modi garbati: quante volte aveva sentito gli altri giustificare a quel modo la loro durezza. Lui stesso non ci faceva pi caso se gli capitava di essere sbrigativo, a volte persino maleducato. Pazienza! Colpa del duro lavoro di giornalista. Ora per si ritrov ad ammettere tra s che essere stato sgarbato con Grazia gli dispiaceva. In fondo voleva che Grazia non stesse in pensiero, n per la situazione in cui si erano imbattuti, n tanto meno per lui. Allora, come ti senti adesso ?. Le prese per un attimo la mano.

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Colta alla sprovvista da quella piccola e innocua avance, Grazia sent che sarebbe diventata dello stesso colore di un peperone se non si fosse data da fare a rispondere qualcosa. Tutto o.k. riusc a rispondere, e ritrasse in fretta la mano. Respir per prendere aria. Ma sei sempre cos intrattabile con tutti, o sono io che ho la capacit di farti uscire dai gangheri? Siamo appena partiti e gi ti arrabbi con me perch mi sono addormentata: santo cielo, ma devo domandarti il permesso per chiudere gli occhi? Perch poi non chiami col cellulare il tuo amico, se proprio ci tieni cos tanto? tagli corto. A lui non rimase altro da fare che rimettere le mani sul volante, guardando sconsolato le macchine davanti a s. Tutto stava fermo: un lunghissimo serpentone rosso in letargo. La radio che nel frattempo era rimasta accesa, seppure a volume basso, rilasci proprio in quel momento le note sofisticate e romantiche di una famosa canzone doltreoceano di qualche anno prima. Grazia si stiracchi per rilassarsi: non valeva la pena di prendersela tanto. La musica era venuta a distrarla: ogni nota che vibrava nellaria assomigliava ad una dolce compagna che alleggeriva la tensione tra lei e Benjamin. Oh, ecco un po di sana musica americana! disse Benjamin, per spezzare laria. una delle mie canzoni preferite, questa! aggiunse di rimando Grazia. C'era un lievissimo fondo di piacere nel tono della sua voce. Senza che lei dicesse nulla, Benjamin alz il volume per ascoltare meglio, sperando di affievolire lincomprensione che si era creata. Il cuore appesantito di Grazia sussult di una piccola gioia. Bastarono poche note diffuse nell'abitacolo dell'auto a scemare il nervosismo tra loro due, lasciando il posto ad un'atmosfera pi distesa. Grazia appoggi la testa contro lo schienale morbido della Mercedes, rilassandosi alla voce calda del cantante di colore. Chiuse gli occhi. Come onde del mare che si infrangono sulla spiaggia i suoi pensieri andavano e venivano dolcemente, cullati dal rumore del motore acceso dell'auto in sottofondo. In fondo sono successe troppe cose, tutte in una volta. Facile
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che i nervi non reggano, sia i miei che i suoi pens. In realt godeva della sensazione del tepore della mano di lui sulla sua pelle. Aveva fatto in tempo a sentire la sua stretta forte e sicura, anche se solo per un attimo. Quando la canzone fin Grazia apr gli occhi. Benjamin la stava guardando. Come va? le domand con aria conciliante. Peccato che siamo ancora fermi! gli rispose. Intanto Benjamin era ancora l che la guardava, in silenzio. I suoi occhi chiarissimi la fissavano con naturalezza; non era uno sguardo intenso, n preoccupato, n particolarmente significativo. Semplicemente la guardava. Allora lei sent nascerle dal profondo una nuova fiducia in s, e sentendosi a suo agio propose: Senti, ricominciamo da capo. Sei d'accordo? Penso sia la cosa migliore le sorrise. Si strinsero le mani. Allora intesi. Cambiamo discorso. Raccontami di te e di Edoardo: da tanto che lo conosci? E come vi siete incontrati? Grazia aveva evidentemente voglia di portare la conversazione su altri argomenti. Benjamin fu colto alla sprovvista. Non aveva immaginato di destare la curiosit della sua amica nominando Edoardo. Questo nome doveva passare semplicemente come una notizia tra le tante buttate l, e ci sarebbe riuscito se non avesse commesso lerrore di perdere la pazienza a causa della coda che li aveva sorpresi in autostrada. Adesso non rimaneva che rimediare a quellimprudenza. Non poteva pi tirarsi indietro. Doveva raccontare una storia il pi verosimile possibile, sperando solo di non combinare altri guai. Siamo stati compagni di corso per un anno, quando sono venuto a Roma dallAmerica per frequentare i corsi di Lingua e Letteratura italiana alla Sapienza. Avevo una borsa di studio dal mio college fin qui Benjamin non aveva detto nulla di falso perch era veramente venuto per un anno a studiare in Italia per la verit mi interessava unicamente approfondire la lingua, perci non seguivo proprio le lezioni allUniversit. Tenevo un programma di studi tutto mio: fermarmi nei bar a parlare con chi trovavo sorseggiando amabilmente un caff; scrivere articoli per un settimanale mediocre, che mi avr
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pagato tre o quattro volte in tutto; frequentare regolarmente i corsi di Storia Contemporanea, la mia passione anche questo era tutto vero Edoardo devo averlo incontrato una delle rare volte che andavo a sentire le lezioni di italiano, perch mi ricordo che lui era iscritto a Lettere speriamo di avere inventato giusto, si augur Benjamin.

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SABATO 15 Marzo VIII Il giorno successivo Giulia si ripromise di non pensare al paziente della stanza numero trentuno, per concentrarsi solo sullappartamento. Purtroppo quella mattina il lavoro di archiviazione degli esami fatti dai pazienti durante i mesi precedenti si stava rivelando di una noia mortale. Mentre sbrigava lincombenza la sua mente si trastullava col pensiero della rivista di cucito che aveva appena comprato, per ricamare a punto croce su tutti e quattro i cuscini del divano la scritta home, sweet home. Intanto sfilava uno dopo laltro gli esami dalla loro busta e controllava che il nominativo sul foglio corrispondesse allintestazione sulla busta; poi sigillava la busta e alla fine riponeva pacchi di buste chiuse nellarmadietto con la scritta: Analisi di laboratorio: pazienti A-L, Luglio-Dicembre 2056. Nel frattempo il suo sguardo si posava con noncuranza sulla stanza, tracciando un percorso che dalla finestra si spostava sugli oggetti disposti qua e la sul tavolo, fino ad adocchiare ogni tanto sulle buste il nome stravagante di qualche paziente. Accanto a lei, su un mobiletto pi basso, tre enormi scatole di fogli laspettavano per essere ancora inventariati. Fu un attimo. Di sfuggita le cadde locchio su un nome: Martin Fischer, e su una data: il 6 Agosto dello scorso anno. gi stato ricoverato qui sette mesi fa! le balen nella mente. Dun tratto il plico di fogli che teneva in mano divenne preziosissimo. Le sfior la mente lidea che, forse, doveva riporlo nella busta attigua e farla finita. Morta l. Sta diventando una persecuzione: me lo ritrovo anche adesso, qui pens. E si ramment pure che lui laveva gi rimproverata per essersi impossessata di qualcosa di suo che non le apparteneva. La curiosit femmina aveva acidamente sentenziato.

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Ora si ripresentava la medesima situazione, a un solo giorno di distanza. Valut il da farsi, incapace di staccare le dita da quei fogli. Pochi secondi le furono pi che sufficienti per decidere: alla fine abbandon ogni remora e scorse freneticamente ognuna delle facciate degli esami di Fischer. In fondo rispose a s stessa come per scusarsi lo faccio soltanto per capire cosa gli successo e, se posso, poterlo aiutare. Arriv fino in fondo: era tutto a posto. Sembrava un ricovero per un semplice accertamento clinico, esami di routine per un check-up completo. Ricominci a percorrere da cima a fondo la lista una seconda volta: emocromo, glicemia, urine niente. Non riusciva a trovare niente che non andasse bene. Ma come, se adesso qui debole come un uccellino macinava dentro di s. Allora di colpo cap. In realt sei mesi prima Fischer stava benissimo! Solo dopo di allora doveva essergli successo qualcosa di grosso che laveva condotto ad un passo dal coma diabetico e tutto il resto! Si pass le mani tra i capelli e rimugin pensierosa. Si alz per cercare nellarchivio altri eventuali ricoveri, ma non ne trov. Fece mente locale: vero che aveva deciso di non prestare pi attenzione a quelluomo, ma ora, dopo aver scoperto una cosa cos importante, vedeva quellammalato sotto unaltra luce. Avrebbe voluto capire cosera che laveva condotto fino a quel punto. Alz la testa e guard fuori dalla finestra per schiarirsi le idee. La luce era soffice, dorata, segno che le fredde giornate di Marzo ormai cominciavano a mitigarsi. Sbirci veloce lorologio al polso: le dieci di mattina. Quellorario le risuon in testa come un campanello dallarme. Si lev in piedi bruscamente e corse fuori dalla stanza: a quellora Fischer avrebbe gi potuto essersene andato! In fondo era dal giorno prima che tirava aria di dimissioni per il paziente della stanza numero trentuno. Giulia se lo rammentava bene. E se fosse veramente gi stato dimesso? Se non avesse pi potuto vederlo? Era frustrante aver scoperto quellindizio, e non poter fare pi niente. Si diresse a passo veloce verso la stanza numero trentuno, ma si blocc di colpo. Ritta sulla soglia della stanza emergeva
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una distinta signora impellicciata, allapparenza poco pi che cinquantenne, che parlava col medico di turno. La sua figura cos addobbata nella lunga pelliccia si stagliava sul dottore in camice bianco. Giulia vide che il medico di guardia quella mattina era il dott. Albrigi, il braccio destro del Primario; a quanto ne sapeva lei, era una brava persona. La signora ascoltava attentamente, annuendo ogni tanto con modi cortesi. Da costei emanava una sorta di placida tranquillit. Per un attimo Giulia immagin sua madre al posto di quella donna facoltosa, e le si materializz la scena davanti agli occhi: sua madre tutta indaffarata a porre domande al dottore, agitata ogni qualvolta lui avesse aperto bocca, in apprensione al momento di congedarsi, spazientita una volta rimasta sola per non averne saputo di pi. Davvero sua madre, uninstancabile pettegola, minuta come un topolino, riusciva in modo infallibile a far perdere a chiunque le buone maniere. Era quello uno dei principali motivi per cui aveva deciso di andarsene dalla casa dei suoi genitori, causando loro un dolore vivissimo, specialmente nel padre. Costui avrebbe voluto vederla felicemente sistemata con una bella fede al dito, invece lei laveva deluso dandogli la notizia a lui solo che sarebbe andata a convivere con il suo ragazzo. Non cera nessun matrimonio in programma. Ah, se ne va a stare con quello?. Giulia aveva sentito i genitori scambiarsi le rispettive vedute in cucina, a porta chiusa ma con un tono di voce che purtroppo passava i muri. Sua madre pareva isterica: B, che se ne vada pure e non provi a tornare, perch nel qual caso dovr passare sul mio corpo!. Ma Rebecca, ragiona, tua figlia. E se poi si accorge di essere stata troppo precipitosa? Se lui non fosse luomo per lei? Se ci chiede di riaccoglierla in casa? Tu le vuoi lasciare la porta chiusa? martellava suo padre addolorato. S, sbarrata. Cos impara che non il modo di vivere giusto, quello inveiva la madre. Non ti riconosco pi, Rebecca. Mi dispiace, ma hai torto. Un genitore non pu mai comportarsi come se il figlio fosse solo un cane da bastonare quando ne commette una delle sue. Bisogna capirli, questi nostri figli, comprenderli, accettarli, amarli, perdonarlicontinuava suo padre con commovente ardore.
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Ma la madre non era nemmeno stata ad ascoltare le ultime parole che gi era l, pronta a rimbeccare: Io non voglio che lei se ne vada via in questo modo, e poi gridando sempre pi forte NON-LO-TOL-LE-RO! Che razza di scelta , quella di Giulia? Almeno andasse a vivere da sola! Quel ragazzo non mi piace un bel niente. Le manger i soldi. Ecco perch non dovrebbe andare a starci insieme. Giulia a questo punto non era pi stata ad ascoltare, si era rifugiata in camera sua e aveva acceso lo stereo. Certe frasi era meglio non sentirle. Scacci dalla mente il ricordo di quella sera e della litigata furibonda dei suoi genitori. Ora si trovava in ospedale, e il suo turno non era ancora terminato. Aveva appena allontanato il ricordo di sua madre, quando sent il dott. Albrigi che la stava chiamando. Giulia, la prego le stava dicendo in modo garbato porti questa cartella clinica nella sala della capo-reparto. Giulia accorse. Poi il dottore si volt, e con il viso verso linterno della camera, il braccio levato in aria come per cingere la schiena del giovane e accompagnarlo fuori: Il nostro pi giovane paziente ci lascia. In effetti mi dispiace disse rivolto a quella che doveva essere la madre delluomo sa, abbassava let media qui dentro. Peccato, comunque meglio fuori che dentro. naturale. Il giovane non mostr la minima traccia di un sorriso. La signora si limit ad annuire col capo in una specie di approvazione. Fu sul punto di porre una domanda, ma si trattenne. Giulia era l accanto a loro. Appena il dottore le mise in mano la cartella, Giulia cerc con noncuranza di lanciare uno sguardo fugace sulla voce dimissione, ma evidentemente il suo sguardo dovette risultare troppo allusivo, perch il dottor Albrigi senza preavviso le afferr la cartelletta, togliendogliela maldestramente di mano. Lui si avvide del gesto audace, e come per scusarsi afferm, con la consueta cortesia: Mi scusi tanto, Giulia, mi ero dimenticato di aggiungere una cosa nel compilare la scheda clinica. Capita a tutti di sbagliare, quando ci sono troppe visite da svolgere. E poi rivolto alla signora e alluomo che ormai erano giunti ad un palmo dalla porta pieghevole per uscire, disse: Allora,
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vi auguro buon proseguimento. Per qualsiasi cosa io e il primario siamo qui e accomiatandosi allung la mano per stringere quella della signora impellicciata. Non tocc invece luomo, ma si limit ad un semplice: Stia bene, Martin. Si gir e saffrett a passi rapidi e lunghi verso la sala della caporeparto. Giulia rimase l davanti a loro a bocca aperta, con la sensazione di essere stata colta in flagrante. Non sapeva cosa fare. Scocc un rapido sguardo alle due persone davanti a lei, in procinto di partire. Le loro espressioni risultavano indecifrabili. Ma ad un tratto la signora impellicciata si fece avanti, e le chiese con voce suadente: Mi scusi, signorina, pu dirmi qual la prossima volta che di turno il primario, qui in reparto?. Giulia not che possedeva un accento straniero. Luomo accanto alla signora guardava Giulia di traverso, con un mezzo sorriso pi simile ad un ghigno, dava sempre limpressione di stare sulle sue. Giulia not lo sguardo fiero e altro, la postura eretta, il contegno sprezzante. Ricambi il fare disgustoso delluomo ignorandolo, e fiss invece la signora per la quale sfoder un bellissimo sorriso, rispondendole: Il dott. Cespi, il primario, qui solo il luned mattina, tra le nove e le dieci. Vuole che gli riferisca qualcosa?. No, grazie. Ora la signora parve indugiare alquanto perplessa, come stesse soppesando quali parole usare. Ecco, se non troppo disturbo, pu lasciare detto al dott. Cespi che ci telefoni al pi presto? Oppure mi metter io in contatto con lui, sempre che lo trovi, nel suo studio. sempre via tra convegni, riunioni e altro del genere. Guard Giulia, la quale a sua volta contraccambi con uno sguardo comprensivo, annuendo col capo perch era vero che il primario era spesso irreperibile. Continu apparentemente pi a suo agio: Lui conosce bene la mia famiglia, e la mia, ehmsituazione. Il tono di voce aveva assunto una nota dansia e dimbarazzo. Nella mente di Giulia saffacci la terribile ipotesi che, forse, la signora volesse alludere ad una questione della massima importanza. Unespressione attonita e sbigottita le si dipinse in volto. Fiss con pi attenzione la signora, che pareva volesse dirle con la sola forza dello
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sguardo: Mi aiuti, faccia presto, si tratta di una faccenda di vita o di morte. Ma che non fosse elucubrare un po troppo, si chiese Giulia? Impaziente luomo trasse un sospiro di fastidio, sbuff e guard torvo la donna. Apr bocca: Oh, insomma, la vuoi smettere, zia?! esclam spazientito. A Giulia parve di non avere sentito bene. Ma allora quella non era sua madre? Intanto luomo continuava a parlare: Sto bene, fidati! Adesso per andiamo. Non ti basta quello che ti ha appena detto il dottore?. E prese la valigia come per mettere fine a quella che ai suoi occhi era sicuramente uninutile discussione. Fu come un lampo. La donna si spavent, savvicin a Giulia fingendo di stringerle la mano per salutarla, ma le farfugli velocemente nellorecchio: Per piacere, signorina, dica al dott. Cespi di chiamare subito la signora Pollmann. Lo faccia, la prego vedr che sar ricompensata!. Poi senza indugiare oltre, si volt verso il giovane che aveva gi aperto la porta del reparto e lattendeva dandole le spalle, pronto ad andarsene. I due scomparirono dietro di essa. Giulia rimase l inebetita, davanti alla porta ormai richiusa. Non aveva capito bene se doveva svolgere un semplice favore o se aveva appena ricevuto un incarico di grande importanza. Sar ricompensata!... le rimbombava nelle orecchie, mettendola sullattenti. La cosa non le piaceva affatto. Si volt, tornando indietro sui suoi passi pi perplessa che mai.

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IX I tavolini sotto il patio ricolmo di verde erano gi tutti apparecchiati per la colazione. Si accedeva al patio attraverso un ampio salone, che alloccorrenza fungeva anche da sala da pranzo, che collegava la hall dellalbergo con il pergolato ombreggiato sul retro. Quasi tutti i clienti che in quel momento soggiornavano allalbergo De Nevers si trovavano nella veranda, a sorseggiare le loro calde bevande della prima colazione. Su un tavolone centrale, addobbato con una tovaglia bianca di lino ricamata, pressoch identica a quelle pi piccole che ricoprivano gli altri tavolini, era stata appoggiata una quantit considerevole di cibo. Cera una grande macchina per lacqua calda che erogava, a richiesta, t, caff, cappuccino, e vari infusi. Bricchi di latte caldo fumante erano appoggiati l accanto, insieme a thermos di caff, e a caraffe di succo darancia e di pompelmo. Biscotti, fette biscottate, panini soffici e freschi, miele e marmellate erano ordinatamente disposti in bella fila, a destra della macchina elettrica. Alla sinistra stavano tutti i dolci immaginabili: brioches, croissant, torte di mele e di mandorle, crostate alla frutta, mignon alla crema. Unenorme cesto di frutta spuntava dietro la macchina erogatrice delle bevande. Un cameriere girava tra i tavoli a prendere le ordinazioni dei clienti. Il patio era tutto lastricato di cotto. Lungo il perimetro erano disposte colonne di legno chiaro a cadenza regolare, alte circa due metri e mezzo. Dalla sommit spiccavano un balzo fino a congiungersi tutte in un unico punto centrale, originando una specie di cupola i cui costoloni di legno parevano i raggi di una stella. Ledera la ricopriva tutta per intero. Sui tronchi di legno che svettavano fino alla volta stavano attorcigliati rami di glicine. Infine nei quattro angoli alle estremit vasi enormi di primule, viole e ciclamini attiravano gli sguardi dei turisti, estasiati da tanta bellezza. Grazia si era sistemata su un tavolo dangolo, uno di quelli con solo due sedie. A dispetto della meraviglia che emanava da quellambiente, aveva unaria seccata e scontrosa. Aveva
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gi fatto colazione, una semplice brioche con cappuccino, e il cameriere aveva gi provveduto con solerzia a sparecchiare il tavolo. Lei era rimasta l, a buttare gi appunti sul suo notebook. La sua borsa era ordinatamente appoggiata sullaltra sedia. Sul tavolo aveva disposto con precisione meticolosa il suo telefono cellulare, la sua agendina viola e la guida tascabile di Roma. Pi in l, il consueto pacchetto di sigarette e laccendino con la scritta: Roma, I love you. Laveva appositamente prelevato dalla sua personale collezione di accendini, prima di partire. In quel momento aveva smesso di scrivere e il viso era appoggiato sul palmo della mano, sollevato in direzione della finestra pi vicina. Fuori il cielo era sempre cupo, come quello bigio lasciato a Milano il giorno precedente. Pesanti nuvoloni lo fendevano, minacciando bufera. La spessa coltre sembrava incombere sulle teste dei passanti che camminavano frettolosi lungo la strada. Solo laria era pi calda rispetto a quella del nord Italia. Grazia se nera resa conto subito la mattina appena alzata, quando aveva aperto le finestre e aveva respirato laria di Piazza di Spagna. Riusciva anche a scorgere il Tevere in lontananza, in fondo alla stradina dellalbergo costeggiata su ambo i lati da vecchi palazzi. Seduta al tavolo, sempre con lo sguardo fisso alla finestra, si concesse una pausa per accendersi una sigaretta. Ripens al suo risveglio: quella mattina si era alzata felice. Felice di essere l, felice che con lei ci fosse Benjamin. Erano arrivati a notte fonda, spossati come non avessero fatto altro che sollevare sacchi di piombo per tutta la giornata. Erano riusciti a malapena ad accordarsi sullorario di ritrovo per la colazione; tra sbadigli vicendevoli e strofinii degli occhi, a tutti e due era parso ovvio che non sarebbero comparsi fuori dalle loro stanze prima delle nove. Cos appena alzata, Grazia si era fatta la doccia e lavata i capelli. Aveva perso un po di tempo anche ad arricciarsi i capelli, mentre li asciugava con dei grossi bigodini. Di modo che una volta che li avesse raccolti come sempre sulla nuca, avrebbe lasciato cadere ad arte alcune ciocche morbide qua e l. Si era contemplata allo specchio felice del risultato, dopo aver indossato un completo informale che metteva in risalto il
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viso olivastro e i lucenti capelli neri. Si era truccata con cura. Non avrebbe potuto fare di meglio e pi in fretta. Alle nove in punto era gi nel patio che sorseggiava il suo cappuccino, intenta a scrutare il salone su cui si avvicendavano avanti e indietro i vari ospiti. Ma di Benjamin neppure lombra. Fece colazione con calma, mentre le lancette dellorologio si spostavano verso le nove e un quarto, e poi verso le nove e trenta. Ancora niente. Cos non le era rimasto che concentrarsi da sola sui pi recenti avvenimenti del giorno. Si era collegata attraverso il web alla redazione, e stava spulciando le varie notizie, inviando e-mail ai suoi collaboratori; il telefono lo riservava alle necessit pi impellenti, mentre con la talpa si era gi accordata per vedersi di l a poco. Si era fatta consegnare anche svariati altri quotidiani, e ora, dopo averli sfogliati senza dimostrare il bench minimo interesse, guardava distrattamente il brutto tempo che incombeva fuori dalla finestra. Il suo sguardo era spento, deluso, vuoto. Lei e Benjamin erano letteralmente capitati in quellalbergo, senza tanta premeditazione. Usciti al casello di Roma Nord verso la mezzanotte precedente, sotto una pioggia battente, non avevano la bench minima idea di dove pernottare. Mentre si lasciavano alle spalle il grande raccordo anulare per imboccare la strada provinciale che li avrebbe inoltrati in direzione di Roma citt, Benjamin, sopraffatto dalla stanchezza, decise che era giunto il momento di prendere in mano la situazione. E seriamente. Adesso facciamo come dico io afferm con un tono che non ammetteva repliche. Grazia rimase in silenzio, pi assonnata che sveglia, aspettando ulteriori spiegazioni. Infatti Benjamin prosegu: Tempo fa ho dormito in un albergo in Piazza di Spagna. Un posticino tranquillo e carino. Un po caro, ma ne vale sicuramente la pena. E poi, soprattutto, lunico che conosco. Non voglio girare ore e ore per la citt, di notte, alla ricerca di una pensioncina sgangherata, solo per risparmiare un po di soldi. Quindi, non ci rimane altra scelta. Grazia bofonchi un ok; avrebbe voluto chiedergli con chi cera stato, ma era troppo oppressa dal sonno. Si sforz di

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tenere a mente che glielavrebbe sicuramente domandato lindomani. Un po di curiosit, per, man mano che la citt cominciava ad intravedersi, si affacci nella mente di Grazia. Come si chiama questalbergo?. Hotel de Nevers rispose lui. Quando cero stato, ho sentito i proprietari spiegare che avevano scelto quel nome perch erano innamorati della Francia. Cos hanno pensato bene di assegnare al loro albergo un nome francese. Forse speravano di catturare gli schizzinosi turisti francesi. Va benissimo, comunque. Purch abbia un buon letto e si mangi bene. Vedrai, sarai soddisfatta. Dal Corso di Francia, nel frattempo, avevano imboccato il Viale dei Parioli, e infine la via Pinciana, arrivando cos a ridosso del Campo Marzio. Ormai erano nel cuore della Citt Eterna. Si lasciarono alle spalle Trinit dei Monti nel mentre, sfilavano accanto alla famosa scalinata e poi Benjamin punt diritto verso Piazza di Spagna. Ormai era quasi luna di notte. Anche se era ormai del tutto addormentata, Grazia riusc ad emettere un Che beeella!, prima di piombare in un lieve dormiveglia. Proprio in quel momento Benjamin volt in uno dei tanti vialetti caratteristici e spense il motore. Siamo arrivati disse rivolto a Grazia. Ma poich lei ormai dormiva, la svegli scuotendole vigorosamente il braccio e poi la spalla. Grazia, andiamo, su dai che ti aiuto a scendere. Sembra che tu non dorma da una settimana!. Grazia apr di malavoglia gli occhi e si guard intorno. La viuzza doveva essere molto frequentata di giorno, visto che si trovava praticamente dietro una delle piazze pi famose di tutta Roma. Ma ora si sarebbe potuta certamente dire buia e spoglia, se non per i pochi lampioni stile ottocento che la illuminavano fiocamente. La facciata dellalbergo ricordava lo stile anni venti, con rami di lill che le crescevano intorno e si arrampicavano su per i muri. La porta era un bel modello restaurato di Art Nouveau. Una lampada Tiffany poggiava pigramente sul bancone della reception.

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Anche allinterno erano disposti ad arte tocchi del passato. Di fronte al bancone della reception sintravvedeva un prezioso orologio a pendolo, funzionante. Nellaltra stanza in ombra si ergeva un bar in legno con un massiccio piano in marmo. Nellentrata cera anche una fontanella di marmo finta. Il portiere prese le loro generalit e consegn loro una chiave dottone dalla foggia antiquata. Che siano autentiche? pens Grazia. Sent la voce del portiere che scandiva Camere numero venti e ventuno, signori. Dopo di che, senza tanti convenevoli e morti di sonno, avevano infilato la scalinata verso i piani superiori ed erano scomparsi dietro le porte delle loro rispettive stanze. Purtroppo Grazia aveva preso le ultime parole di Benjamin alla stregua di quelle di un testamento autografo. Senza ombra di dubbio era sicura che si sarebbero visti alle nove della mattina successiva. Si ricordava solo, mentre si sfilava i jeans per infilarsi senza indugio sotto le coperte, che aveva pensato: Chiss cosa direbbero al giornale, se sapessero che io e Benjamin siamo qui. E poi il sonno aveva preso il sopravvento. Benjamin quel sabato mattina si era levato con unora di anticipo sul loro appuntamento, perch voleva sgattaiolare fuori dallalbergo per chiamare con comodo Righetti. Solo che, mentre era l che gironzolava per Piazza di Spagna con lintenzione di imboccare Via Condotti, diretto verso Lantico Caff Greco da dove erano passati un mucchio di scrittori, musicisti e artisti stranieri, gli sovvenne che, forse, non era il caso di disturbare un tranquillo signore cos presto. Si lasci trasportare dalla folla di turisti che aveva gi cominciato ad invadere la Piazza e le sue vie adiacenti: un fiume in piena che ogni tanto spandeva dei rivoli ora attorno alla scalinata spagnola, ora sul sagrato delle chiese celebri, ora allinterno delle vie pi caratteristiche. Benjamin fu trascinato dalla corrente fin davanti allinsegna del Caff Greco. Il locale aveva una saletta interna zeppa dei ritratti e dei busti degli avventori pi famosi. Lamericano la rigir in lungo e in largo: i piccoli tavolini ovali abbelliti in cima da una sottile
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lastra di marmo erano gi quasi tutti occupati, anche se erano passate da poco le otto e trenta. Non gli rimase che sorseggiare in piedi il suo caff lungo, assaporandone laroma forte ed intenso allinizio di quella che gli pareva una promettente giornata. Anche lui era rimasto colpito dalla temperatura mite di cui si godeva in citt, nonostante la coltre color grigio fumo che incombeva sulla sua testa; ma era troppo preso dallidea di dover a tutti i costi mettersi in contatto con Righetti. Per cui, senza far troppo caso al tempo atmosferico, sincammin per il centro storico aspettando che venissero almeno le dieci per telefonare. Si era completamente dimenticato delle parole rivolte a Grazia quella notte. Per la verit, gli sembrava di non aver detto proprio un bel niente. Rammentava solo di aver aperto in tutta fretta la porta della camera e di essere piombato a peso morto sul letto. Doveva essersi svestito, per, perch la mattina si era ritrovato sotto le coperte, in canottiera e boxer. Ora era tranquillamente seduto su una panchina che sfogliava avidamente il quotidiano per il quale lavorava. Ma aveva gettato anche l accanto quelli della concorrenza. Li avrebbe letti pi tardi. Indossava dei pratici jeans scuri ed un golf verde chiaro dallo scollo a V, con sotto una camicia a quadratini bianchi e blu. La giacca laveva lasciata in albergo perch cera troppo caldo per girare con quella. Dopo aver passato in rassegna con avidit tutti i quotidiani, dopo aver visto tutto quello che cera da vedere, dopo aver analizzato ogni bancarella di frutta e verdura presente sulla piazza, venne il momento tanto atteso: lorologio di Trinit dei Monti batt dieci rintocchi. Benjamin non poteva attendere pi a lungo. Si alz dalla panchina e si avvi puntando dritto verso la cabina pubblica di fronte alla chiesa. Non voleva che la sua telefonata risultasse rintracciabile. Frank gli aveva detto di usare la massima segretezza. Pens che doveva trattarsi di un lavoro delicato, forse riguardava alcune informazioni segrete di cui avrebbe potuto entrare in possesso, forse era un bene anche lattuale situazione critica in cui versava il paese: le sue informazioni sarebbero state pagate dal giornale a peso doro... Compose il numero e aspett.
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Pronto? rispose Edoardo. Il sabato aveva lezione a fine mattinata, per cui era ancora a casa. Parla Righetti? domand Benjamin. S. Io con chi parlo, invece? domand laltro con voce neutra. Mi chiamo Benjamin Tolosa. Sono un giornalista americano. Lavoro da alcuni anni qui in Italia, come cronista per uno dei maggiori quotidiani nazionali. S, la conosco, di nome intendo dire. Leggo il suo giornale tutti i giorni e vedo spesso i suoi pezzi siglati. Ha un bel modo di scrivere. Mi piace. Era un complimento sincero. Benjamin lo avvert subito, e si sent enormemente pi a suo agio. Parl pi apertamente: Senta, siamo tutti e due uomini impegnati, almeno cos presumo, quindi non voglio farle perdere tempo prezioso. Edoardo lo incoraggi, mostrando di gradire: Vada pure avanti, signor Tolosa. Laltro dunque prosegu: Vengo ora al punto: ho ricevuto proprio ieri un telegramma in cui mi si fa viva richiesta di farle visita per leventualit di una grossa cosa in ballo. Sa dirmi se vero?. Eccome! esclam Edoardo. Posso confermarle che si tratta di un lavoro della massima importanza e, ehm, anche della massima segretezza, per ora. Benjamin non credeva alle proprie orecchie. Era molto soddisfatto. Pu dirmi se, secondo lei, si tratta di una cosa che potrebbe riguardare pi da vicino il mio lavoro di giornalista? domand speranzoso. Aveva in mente che il materiale segreto di cui disponeva Righetti potesse in qualche modo comprendere anche delle informazioni sulle Stelle Spezzate, largomento in assoluto di maggiore interesse nel paese. Daltronde i giornali non parlavano daltro in quei giorni. Benjamin diede per scontato che lunico stimolo a rivolgersi ad un giornale fosse dettato proprio dal motivo di possedere notizie riservate sugli avvenimenti che angustiavano cos pesantemente lItalia. Era probabile che anche Frank fosse capitato, per puro caso, nel giro di questi canali sotterranei di informazione. Certamente rispose, naturalmente una volta che sar possibile divulgarle. Le assicuro che lei far un colpo da
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maestro con queste rivelazioni. Senza dubbio avr lesclusiva. Ma tutto ci avverr pi avanti, non ora. Edoardo stava pensando alla risonanza mondiale della scoperta che il Vaticano aveva per le mani, una volta che fosse stata resa di dominio pubblico. Benjamin, invece, che gi si vedeva stringere tra le mani il premio Penna doro per il miglior giornalista dellanno, era ormai praticamente certo che le notizie riservate possedute da quelluomo fossero di natura politica. Per scrupolo domand ancora: Ha capito che sono un giornalista, vero? Mi conferma che le informazioni che lei possiede potranno venire utili al mio giornale? Che potrebbero avere a che fare, diciamo, con il problema della sicurezza nazionale? Con il bene supremo della nazione?. Benjamin pensava che con quelle talpe, fatte uscire al momento giusto in prima pagina, forse lItalia avrebbe potuto evitare il colpo di stato, o qualsiasi altra cosa le Stelle Spezzate stessero tramando di nascosto. Edoardo per un attimo non cap cosa volesse intendere il giornalista, perch proprio in quel momento sua moglie gli url qualcosa dalla cucina. Riusc solo a distinguere le parole finali della frase: per il bene della nazione. Pens che il giornalista volesse alludere alleffetto che avrebbe avuto la scoperta, una volta diffusa attraverso le reti tv e la carta stampata. Cos rispose: Sicuramente. Si tratta di divulgare informazioni preziose per il bene dellumanit asser senza battere ciglio. Stava pensando al valore assolutamente imperituro della Lettera ai Laodicesi. Una scoperta importantissima quanto la stele di Rosetta. Allora daccordo. Non resta che vederci per parlarne di persona. Quando possiamo incontraci? domand Benjamin infervorato. Il prima possibile, direi. Per me anche subito. Benjamin era raggiante. Peccato che Edoardo non lo potesse vedere in viso. No, ora no rispose cortesemente Edoardo. Devo andare a scuola. Sono un insegnante. Potremmo vederci nel pomeriggio. Pu venire a casa mia, se le possibile,
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naturalmente. Presumo che lei sia notevolmente pi impegnato di me. Benjamin si era aspettato che Edoardo fosse come minimo una persona con entrature nella politica. Che facesse il sottosotto-segretario di qualche ministro, o almeno il vice-vicecapo sindacalista o qualcosaltro del genere, insomma. Poteva anche lasciar correre che fosse un docente universitario o uno scrittore, ma un semplice professore questo no, non se lera immaginato. Pens che qualcosa non quadrasse. Ma dopotutto, poteva essersi perso qualche passaggio al telefono. Ridomand: Scusi, vorrei essere sicuro. Mi conferma che lei il referente di una specie di inchiesta segreta sulle condizioni in cui versa oggi lItalia?. Edoardo convenne. In un certo senso, s. Mettiamola cos: la conoscenza di un libro molto, molto importante per la storia della nostra nazione sta per venire ridiscussa, ampliata, le cose potrebbero cambiare in meglio, naturalmente. Presto litaliano medio, che gode di una discreta cultura storica, trover delle novit su cui riflettere ed entusiasmarsi. Le interessa?. Edoardo si riferiva evidentemente alla Bibbia; presto ogni persona avrebbe saputo che una parte di questo millenario libro era saltata fuori proprio ora. Non avrebbe potuto essere integrata tra i libri canonici, ma che importava: bastava fosse autentica, per giustificarne un simile valore. Benjamin al contrario pens subito ai libri della massoneria, o di qualche setta o associazione segreta: era altamente probabile che fossero stati adottati dalle Stelle Spezzate; quei classici testi che, dati in pasto ad un pubblico famelico di notizie fresche, da soli facevano tendenza, senza bisogno di pubblicit. Era tutto perfetto, allora. Rimaneva solo da accordarsi sulle modalit con cui si sarebbero visti: Va bene se la raggiungo io, oggi pomeriggio? Verso le quattro e trenta, diciamo?. Aspett. Dallaltro capo del telefono arriv la conferma: Va benissimo. Solo la devo informare di una ultimissima cosa. Pu darsi che, per oggi pomeriggio, non saremo presenti tutti. Benjamin sussult. Come, non erano lui e il Righetti i soli a sapere di quella scoperta meravigliosa?
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Come tutti? sinform col cuore in gola. Voleva che lo scoop fosse suo: solo suo. Ecco, vede, c un gruppo di persone che lavora alledizione definitiva di un documento cos importante. Sa, veramente una cosa grossa. Lei e io, per quanto bravi possiamo essere ognuno nei nostri rispettivi campi di sapere, non siamo sufficienti ad interpretare correttamente un simile ritrovamento. A Benjamin parve di cominciare a capire un po meglio. Un grosso manoscritto della massoneria era stato ritrovato. Lui avrebbe fatto parte dellequipe di lavoro: Ma almeno avr lesclusiva, quando sar ora di rendere noti i risultati? obbiett. La conferenza stampa sar presieduta nientemeno che da lei in persona. Le va bene?. Edoardo era tranquillo e sicuro di s. A Benjamin quelle parole sembrarono un sogno. Se fosse stato un tantino meno ottuso e meno assorbito dai suoi pensieri, si sarebbe ricordato di domandare chi fosse a finanziare la ricerca di tale preziosissimo reperto. Perch se avesse solo sentito che era il Vaticano ad aver avviato il progetto, avrebbe sicuramente capito che di un testo massone non si poteva certo trattare, e che quindi il lavoro in ballo non centrava un bel niente con la politica. Ma, tant, il desiderio di gloria rende ciechi. Benjamin era cos immerso nel contemplarsi gi ricco e famoso, che si dimentic di fare la fatidica domanda. Dallaltro capo del filo Edoardo non disse nientaltro. Cosicch Benjamin riagganci con la certezza di avere finalmente trovato la gallina dalle uova doro. Fece unaltra telefonata dalla cabina pubblica per accordarsi su ritrovo che avrebbe avuto quella sera, con vecchie conoscenze risalenti ai tempi del suo primo soggiorno a Roma. Prefer chiamare nuovamente dal posto pubblico per risparmiare il credito sul suo telefono cellulare. Torn in albergo che era quasi mezzogiorno. Aveva anche una discreta fame. Meditava gi che non sarebbe stato niente male farsi portare giusto qualche piatto gustoso ad uno di quei carinissimi tavolini che aveva intravisto alluscita dallalbergo. Davvero quel patio meritava molto, pens tra se. E non cera motivo per pranzare da solo. Avrebbe invitato
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anche Grazia, cosicch si sarebbero scambiati i risultati delle loro rispettive ricerche di quella mattina. Buss alla porta della collega. Nessuna risposta. Buss di nuovo, pi energicamente. Di nuovo nulla. Dallinterno della camera non proveniva nessun rumore. Alla terza volta batt vigorosamente il pugno sul legno della porta, dicendo a gran voce: Grazia, ci sei?. Questa volta un debole sibilo: Avanti, fu tutto quello che ottenne. Benjamin entr nella stanza vagamente confuso e accigliato. Non mi hai sentito bussare? domand scocciato. Perch, avevi bussato? gli rispose in un soffio Grazia. Gli voltava le spalle, era china sulla scrivania, intenta a scrivere sul suo notebook. Il fumo di una sigaretta si levava dalla sua sagoma, librandosi in alto in disegni che si smorzavano in un baleno. Non ti avevo proprio sentito. da tanto che sei l fuori?. La voce un soffio sempre pi gelido, con una punta di sarcasmo. Benjamin cerc di non fare troppo caso alla scontrosit della sua collega. Daltro canto era anche la sua direttrice, in quel momento, e voleva strapparle la conferma a poter lavorare sulle vicende caotiche della situazione interna del paese. S, era da un po che bussavo. Ma lasciamo perdere. Ho da darti delle favolose notizie. E rimase in attesa che lei si voltasse. Ma Grazia non lo fece. Continu a battere sui tasti del computer, come fosse quella la sua unica preoccupazione e non ci fosse nessun altro nella stanza. Benjamin cominci a innervosirsi. Solo quando lui prese ad avvicinarsi, lei gli rispose: Anchio devo comunicarti qualcosa. Parto. Il consiglio di amministrazione del giornale ha fissato una conferenza stampa per oggi pomeriggio alle 16.00. E quegli idioti non mi hanno nemmeno avvertito. Evidentemente pensano di poter fare a meno di me. Che imbecilli! Ma il consiglio di redazione ha minacciato ostruzionismo: mi hanno chiamato subito; e tutti i colleghi mi vogliono l al pi presto. Quindi finisco di spedire queste e-mail e vado via col primo aereo. Ho gi chiamato

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laeroporto: ho prenotato un volo Fiumicino-Malpensa per le ore 13.00. Gli spieg secca. Torniamo tutti e due? chiese in un affranto bisbiglio Benjamin, sapendo che stava sgonfiandosi come un pallone bucato tutto il lavoro messo in piedi con tanta perizia. No. Tu devi restare. C unaltra conferenza stampa. Sempre alle 16.00. Cos, la replica in parallelo della tua, soltanto fatta qui a Roma?. Lei si volt: aveva unespressione truce dipinta sul volto. Benjamin domand subito scusa. Grazia prosegu: Il portavoce del governo far il punto della situazione davanti ai giornalisti sullo scandalo che in Parlamento agita cos tanto le acque. Dar anche notizie degli onorevoli indagati e quantaltro voi gli domandiate, suppongo. Era sempre acida e fredda. Tirano brutte acque, eh?! Soprattutto per i politici. E mi dispiace anche per come ti sta trattando quel branco di vecchi idioti del consiglio di amministrazione pronunci Benjamin, grattandosi il mento, segno che era preoccupato. Per spezzare laria cupa prov a cambiare il tono del discorso. Beh, non vuoi stare a sentire le mie favolose novit, invece? Cos ti tiri un po su di morale!. Ma Grazia bofonchi un No. Ho da fare. E gli gir nuovamente le spalle. No!? fece lui di rimando, incredulo. Hai sentito. No. Come sarebbe a dire no? Ma non mi stai nemmeno a sentire?. E poi gridando: E, per piacere, voltati! Senti, Benjamin gli rispose, facendo un mezzo giro con la schiena sinceramente non credo che tu abbia delle informazioni utili, veramente utili intendo. Sarai andato a bighellonare in giro per Roma, parlando con qualcuno che conosci tu che ti avr raccontato delle mezze frottole. Pi o meno la penso cos. E si volt tornando allo schermo del computer, aggiungendo: non ho tempo da perdere, io. Benjamin fumava dalla rabbia. Stava per esplodere, ma si trattenne. Aveva davanti il suo capo. Prov a scoprire le carte. Ti sbagli. Ho raccolto informazioni sulle Stelle Spezzate. Ho parlato al telefono con Edoardo, il mio vecchio amico. Lui
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pu confermarmi lesistenza di un progetto, per ora segreto e portato avanti da unassociazione senza scopo di lucro il cui nome non ancora stato diffuso, per la divulgazione di uno fra i pi importanti testi delle Stelle Spezzate; cosi che tutti gli italiani, leggendo quelle cialtronerie, capiscano quanto male questo movimento sta provocando in tutto il paese. Ah s?. Indifferente. Oggi andr a trovare Edoardo a casa sua concluse sicuro di s. Ne dubito. Oggi tu hai la conferenza stampa a Montecitorio. Alle 16.00, ti ricordo. E poi devi inviarmi il tuo articolo entro le 21.00, per andare in stampa domani mattina sentenzi lei irremovibile. Beh, vuol dire che da Edoardo andr dopo obiett Benjamin. Non credo proprio. A meno che tu non voglia farti invitare per cena dal tuo amico. E magari farti raccontare di questo libro tra una bistecca e una foglia dinsalata. A scrocco. Benjamin stava per sibilarle vipera, ma si trattenne ripetendosi in continuazione che aveva di fronte la sua direttrice. Per lui era il caporedattore, diamine! Prese coraggio e disse: Puoi anche non credermi, ma almeno fammi provare. Lo vedr domani, allora, e poi prover a buttare gi due righe che spieghino come abbiamo rintracciato questa pista promettente. Che ne dici?. Per me ci faresti solo la figura dello scemo. Che prove hai? Hai con te il libro, per caso? Lui non ne pot pi. Ma cosa ti prende? esclam Siamo venuti fin qui a Roma per indagare sui fatti sinistri accaduti in Parlamento. Me lhai proposto tu stessa, o non ti ricordi pi quello che mi hai detto al telefono per convincermi a seguirti?! E adesso che abbiamo dellottimo materiale, tu ci sputi sopra. Proprio non ti capisco. A queste ultime parole Grazia sussult. Finiamola qui o perder laereo tronc secca. Per piacere, esci di qui, Benjamin.

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Ma lui continu sullo stesso registro: E poi c sempre da vedere se ti riconfermano direttrice. In fondo la conferenza stampa oggi alle 16.00, come hai detto tu stessa. Sei preoccupata per il giornale? azzard lui. S sospir. E poi: E per qualcosaltro, anche. Grazia pens alla sua talpa. Non si era fatta trovare. In realt non sapeva cosa fosse successo, poteva darsi che allultimo momento fosse stata minacciata; sta di fatto che era la seconda delusione che incassava quella mattina, non ne poteva pi. Puoi dirmi di che si tratta?. No fu la risposta secca ed irremovibile. Ad un tratto a Benjamin si accese una lampadina in testa. Grazia era arrabbiata con lui. Come un lampo gli guizz in testa il ricordo che la sera prima si erano dati appuntamento gi nellatrio, in veranda, per la colazione. E lui non cera andato. Un sorriso piano piano spunt ad incorniciargli il viso. Grazia era sempre girata. Uhm,allora lascia che ti dica, prima che tu parta, che sono in debito con te disse con fare enigmatico. Grazia cadde nella trappola come una leonessa che precipita in una buca scavata apposta in un terreno cedevole e franoso. Cosa vuoi dire, Benjamin? domand con laria di non fidarsi dellamico. Solo questo. Che tu sei in credito. Benjamin cominciava ad assaporare di averla in pugno. Spiegati meglio, o levati di torno. Ecco, volevo solo intendere, che tu sei in credito con me di una colazione! Grazia si volt di scatto, scarlatta in viso. Io non ho bisogno di niente da te! Nemmeno di una colazione!sbrait. Peccato, pensavo che ci tenessi, almeno un pochino la stuzzic. Cosa vuoi insinuare, rammollito di un americano? Io non accetto inviti al posto di quelli vecchi di cui ci si dimenticati! rugg.

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Ecco, vedi che ci tenevi?! Perfetto. Stai sicura che ti sei giocata il mio invito a pranzo per domani, nel caso tu facessi ritorno qui a Roma. Non c bisogno che sprechi il tuo prezioso tempo a darmi ordini! Se ritorner o meno, lo decider io. Solo io. Ora lasciami lavorare in pace, e non interferire nelle mie decisioni. Fai tanto la preziosa perch ti rimasto sullo stomaco che mi sono dimenticato linvito che ti avevo fatto! le butt in faccia Benjamin, carico dira. solo che non voglio aggiungere il mio nome alla lista delle tue conquiste in terra italiana sibil Grazia. Stai tranquilla, a me piacciono tutte le donne tranne quelle in carriera! ringhi, e se ne and sbattendo rumorosamente la porta. Non poteva sapere di star ferendo Grazia nel pi efficace dei modi.

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X Quando usc dallOspedale, Giulia sbrig alcune commissioni urgenti ritardando il suo rientro a casa. Alla fine arrivarono in un attimo le sei del pomeriggio. Sebbene la sera si stesse avvicinando inesorabile, gettando sulle cose le sue lunghe ombre nere, quel poco di luce che ancora resisteva le faceva pensare che anche i momenti bui della vita possono essere illuminati dal chiarore della speranza; la speranza di capire, prima o poi. Perch Fischer si sentito male?. Per tutto il giorno Giulia non era riuscita a levarsi di torno questa considerazione. Stacc gli occhi dal cielo che stava digradando verso un malinconico blu e si appoggi soprappensiero alla fermata dellautobus. Non poteva fare a meno di pensare che quel suo viaggio a Calcedonia centrasse qualcosa. Ma il libricino degli appunti di viaggio le era stato violentemente strappato di mano: era evidente che Fischer voleva far passare tutto sotto silenzio, forse aveva dei segreti. A pensarci bene, osserv Giulia, quelluomo era proprio il tipo di persona bella ed enigmatica che poteva celare un sacco di misteri. Nel frattempo arriv lautobus. Si ravvi i capelli nei pochi secondi di attesa prima che il portellone per salire si spalancasse. Sal i gradini, procedendo lungo il corridoio centrale a passi svelti e sicuri; i tacchi alti degli stivaletti la slanciavano, un uomo di mezza et che doveva scendere alla fermata successiva le cedette cortesemente il posto. Giulia sorrise per ringraziare e si sedette. Vide la propria immagine riflessa nel vetro dellautobus, mentre sullo sfondo si stagliava limbrunire della sera. Sospir. Quella sera stessa Giulia aveva deciso di raccontare per filo e per segno a Roberto tutto ci che riguardava il paziente della stanza numero trentuno. Del mistero che avvolgeva il suo ricovero in ospedale, dei suoi sintomi, della terapia prescrittagli e delle ancora pi strane ed inspiegabili dimissioni. Riconosceva che quella dolce fantasticheria in cui
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si trastullava era un misto di sollecitudine per lui, ma anche di spaventosa attrazione. Per lei amava Roberto. Ne era convinta. Si rifugi nellidea che sarebbe bastato parlargliene per far svanire quellossessione, esattamente come una bolla di sapone che si scioglie al sole. Dunque, a parte un leggerissimo velo dombra che le perdurava contro voglia sul volto, quella sera Giulia era allegra. O almeno si sforzava di esserlo. Aspettava solo il momento giusto per confidarsi con Roberto. Avviluppata nella sua tuta rosa shocking tanto da sembrare appena uscita da un cartone animato, con unespressione giuliva sul volto, era convinta che da quella domenica lei e Roberto avrebbero condiviso insieme le loro vite e il loro tempo. La loro unione sarebbe risultata fantastica, amabilmente invidiata da tutti. Stavano sbrigando gli ultimi preparativi. incredibile quanto c da lavorare per sistemare una casa! comment Roberto, che stava trafficando dietro ad una serie di prese in cucina. Per diverso quando quella per cui ci si affatica tanto la propria gli fece eco Giulia che stava disponendo ordinatamente il frullatore e altri piccoli elettrodomestici in un ripiano in basso. Armeggiava con grazia, al pari di una regina occupata nellordinaria amministrazione del suo regno. Siamo solo in affitto: non dimenticarlo!. Ma pur sempre casa nostra, finch ci stiamo. E secondo me, staremo qui un bel po di tempo. Tu che ne dici?. Pu darsi. Tutto possibile. Mentre prendeva la scala per avvitare il bulbo del lampadario al soffitto, prosegu: Tutta questa fatica per, non ti sembra un po sprecata? Arredare ogni angolo di questa casa fin nei dettagli, per poi magari dover andare via fra qualche anno. Speriamo che tutti i mobili nuovi che abbiamo preso vadano ancora bene mugugn. Roberto era un uomo pratico: non poteva fare a meno di fare simili considerazioni, solo che non erano per nulla romantiche, n tanto meno rassicuranti. Parli come se dovessimo rimanere qui giusto un paio danni. Cosa potrebbe spingerci ad andare via? Io non riesco proprio ad immaginarmelo. Secondo me staremo benissimo
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qui per un sacco di tempo. Le si affacci un dubbio nella mente. Non che vuoi trasferirti al tuo paese, vero? Trovare lavoro l? Perch in questo caso come farei io a lasciare lospedale? Dovrei chiedere il trasferimento con congruo anticipo e non detto che in qualche A.S.L. della zona, l nel tuo caro Abruzzo, ci sia un posto libero cos in fretta E non sono nemmeno tanto sicura di volermi allontanare da Roma: ci sono dei negozi cos belli, qui! Come farei senza, laggi ?. A Roberto questultima affermazione parve assolutamente fuori luogo. Comunque Giulia aveva centrato nel segno. Era da qualche mese, esattamente da quando lei aveva cominciato a tempestarlo di inviti per andare ad abitare insieme, che a lui era venuta voglia di ritornare in Abruzzo; se non proprio nel suo paesello, almeno l nei dintorni. Ma quello era un sogno nel cassetto. E in un cassetto chiuso rigorosamente a chiave con tanti giri. Tanto per rispondere qualcosa e mettere a tacere Giulia che stava pericolosamente avventurandosi vicino al suo cassetto segreto, butt l la prima cosa che gli venne in mente: Supponi che per sbaglio tu rimanga incinta. Ci servir una stanza anche per il pupo. Qui non ce labbiamo una camera da letto in pi. In effetti gli piacevano proprio tanto i bambini, e Giulia lo sapeva. Era una delle prime cose che lui le aveva detto, allinizio della loro relazione. Giulia per una frazione di secondo lo squadr: in quel preciso momento era ritto sulla scala, con i suoi jeans sbiaditi ed il vecchio maglione di lana blu, stava finendo di montare il lampadario a pagoda, scelto proprio da lei in un negozio del centro. Gli si leggeva sul viso la solita aria tra il riflessivo e il divertito, anche se in quel momento aveva stampata sul volto unespressione un po sorniona. Evidentemente stava pensando a come sarebbe stato bello avere l, sotto la scala, in una carrozzina dai disegni patchwork, un bimbo che dormiva beato. Lo so che lo dici solo perch ti piacciono i bambini, vero?. E lo chiese con un tono di voce nientaffatto neutrale. Roberto sospir. Era un bene che quel cassetto rimanesse chiuso a doppia mandata.

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Certo, non ti preoccupare. Anchio star attento a non commettere imprudenze. Te lo prometto. rispose a malincuore. E da una parte remota della sua coscienza qualcosa gli gridava che un bambino non poteva essere solo un errore. In nessun caso. Ma chiss se anche Giulia la pensava allo stesso modo. Pareva proprio di no. Ora il lampadario-pagoda era stato avvitato. Roberto not che pendeva leggermente di lato perch il filo elettrico del lampadario era pi corto della catena che scendeva anchessa dal bulbo, alla quale era appesa la raffinata pagoda: purtroppo il filo impediva alla catena di distendersi in tutta la sua lunghezza. Non vi diede troppo peso. Lanci unocchiata veloce attorno alla stanza. Era soddisfatto. Non cera nulla da ridire, in effetti, circa la bravura di Giulia nel sistemare la loro cucina. Pens allindomani. Non smetteva di ronzargli per la testa il messaggio del telegramma ricevuto il giorno addietro, con lingiunzione di recarsi in Via dei Tigli. Per questo motivo quella sera era irrequieto. Per fortuna, si trattava di una via di Roma. Andare in unaltra citt sarebbe stato impensabile per uno come lui, con una compagna che voleva sapere ventiquattrore su ventiquattro dove lui si trovava. Vado a prendere piatti, bicchieri e posate dagli scatoloni! esclam nel frattempo Giulia, che scomparve rapidamente dietro la porta. Risuonavano i suoi passi, di corsa lungo il corridoio dove erano accatastati gli scatoloni con le cose imballate provenienti dalla casa di Roberto. Meno male che Giulia non mi legge nel pensiero si ritrov a pensare Roberto un po cinicamente altrimenti chiss quale grana mi pianterebbe se si accorgesse dell insicurezza dei miei sentimenti verso di lei. Tutto ad un tratto una vocina esile esile, che gli parve risalire da un recondito anfratto della sua coscienza, sbott allimprovviso: Ma che cavolo stai facendo, Roberto? Sei sicuro di voler vivere con lei? Daccordo che ti piace un sacco, la ragazza giusta per te, e via dicendo; ma desideri veramente con tutte le tue forze abitare gomito a gomito con lei? Sei sicuro di volere proprio questo?.
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Che ti prende?!. Unaltra voce, questa volta un po pi forte e virile, proveniente dalla testa, gli si par davanti per domare quella precedente. Ci hai pensato e ripensato pi volte, e hai capito che tu vuoi stare proprio con lei. Ed naturale che due persone che si vogliono bene, ad un certo punto decidano di andare ad abitare insieme. Rilassati, Roberto, tanti lo fanno. S, ma di solito lo fanno avendo gi lintenzione di sposarsi, dopo un p di convivenza insieme. Di rimando la stessa vocina esile. Pensa che bello, sposare la donna che ami. Avere dei bambini! Concentrati su quello che desideri!. Ma piantala di parlare di matrimonio! roba da matusalemme! Da secolo scorso! E poi Giulia non ha mai tirato fuori nemmeno una volta, per sbaglio, la faccenda del matrimonio! Impara da lei! rispose subito, secca, laltra voce. Ad ogni intervento, diventava pi decisa e robusta. Ma anche quella pi flebile non scherzava. Eh, piano Roberto, che a capire le donne non simpara mai abbastanza! Puoi dire di conoscere Giulia veramente a fondo? E se ti capitasse qualcosa dimprovviso, una malattia, un rovescio finanziario come faresti? Avresti ancora lappoggio di Giulia?. Anche quella vocina acquistava timbro e volume. Non cominciamo a fare la cornacchia. Roberto, stai solo buttando l delle supposizioni, senza conoscere veramente il futuro. Attieniti rigorosamente ai fatti. E questi parlano fin troppo chiaro: tu sei senza una casa, la tua ragazza bont sua ne trova una che va bene per tutti e due, decidete insieme di andare a starci. Qui finisce tutta la storia. Nel mentre entr Giulia che lo apostrof con voce squillante: A cosa stai pensando, amore? Sei cos taciturno perch sei troppo stanco, vero? e si ferm davanti al tavolo della cucina, dove lui si era seduto a contemplare la sua nuova dimora. Purtroppo la postura che aveva assunto lasciava trapelare il suo malumore: ingobbito sulla sedia, alquanto meditabondo, aveva tutta laria di uno che schiacciato da un peso insopportabile. Giulia se ne avvide, anche se non trasse subito le conseguenze peggiori. Si limit a pensare che il

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malessere del suo ragazzo fosse semplicemente dovuto alleccessiva stanchezza. Vittoria! gli risuon dentro la prima vocina, quella esile. La sua coscienza lo ammon: Dille che non sei sicuro, diglielo, diglielo, diglielo, su ora. Ma la vocina si smorz in fretta, perduta nelle pieghe del suo animo. Senza indugio le subentr la voce razionale, che smorz ogni briciola di indecisione: Mi venuto in mente che devo ancora dare il mio nuovo indirizzo a tre o quattro vecchi amici, gi al mio paese. Pensavo di farlo domani mattina. Telefoner loro da casa mia, prima di venire qui sinvent. Temporeggiare con se stesso per lui era diventato unabitudine. Conosceva bene le pecche del suo carattere: insicurezza, mancanza di un vero senso di intraprendenza, sfiducia di s. Lunico motivo per cui aveva avuto il coraggio di venire via dal suo paesino, era per imitare il suo grande amico Claudio. Ma anche qui i diversi destini di entrambi avevano ben presto scoperto le carte: uno squallido lavoro per lui, una vita di successo per laltro. Nonostante tutto, ora Claudio era ricomparso nella vita di Roberto, e con una proposta a dir poco strana. Eppure Roberto si sentiva attirato. In fondo, anche se invidiava lamico, non per questo non gli voleva bene, o non si fidava di lui. Anzi, laffetto che nutriva per lui smorzava almeno in parte le fitte dinvidia che lo prendevano quando pensava alla vita magnifica che Claudio conduceva: sempre in giro per il mondo, e con una provvista interminabile di denaro. Era certo che la proposta dellamico riguardasse unopportunit di lavoro: traspariva dal telegramma. Ma Claudio non aveva pensato a Giulia. Roberto si rendeva perfettamente conto che quella domenica non poteva piantarla in casa, da sola, il primo giorno nella loro fiammante nuova casa, con la scusa di un folle incarico arrivatogli via posta da un vecchio amico dinfanzia, che non si faceva pi vedere da anni! I pensieri di Giulia, nel frattempo, dovevano essere stati del tutto diversi, perch lei gli rispose perfettamente tranquilla: Certo, tesoro. Fai bene a chiamarli. Naturalmente dobbligo festeggiare lentrata nel nostro nuovo appartamento con una splendida cenetta, che mincarico personalmente di
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preparare: sai, quelle cose a lume di candela, champagne e tutto il resto. Roberto era pallido. Aveva a disposizione solo la mattina per provare a rintracciare il tizio che abitava in Viale dei Tigli, al numero tre. E se mentre era l da lui, la faccenda si fosse protratta per parecchio tempo, come avrebbe fatto? Senza contare che doveva trasferire ancora le ultime casse di vestiti, e consegnare le vecchie chiavi di casa al legittimo proprietario. Giulia pareva non accorgersi dellirrequietezza del suo ragazzo. A questo punto Roberto si alz, ancora vagamente incerto sul da farsi, ma deciso in ogni caso a far s che Giulia non saccorgesse minimamente di quanto gli stava passando per la testa in quel momento. La deliziosa cenetta della sera successiva lo allettava parecchio: lei era bravissima in cucina e lui sentiva gi lacquolina in bocca al pensiero delle prelibatezze che lei gli avrebbe cucinato. Ehi, ma non lhai montato bene! sbuff Giulia dun tratto. Si stava riferendo al lampadario che penzolava un po storto, dalla cima del soffitto. Si era rabbuiata alla vista di quellimperfezione. Emise un gemito di delusione. perch il filo della corrente elettrica troppo lungo, rispetto a quello che tiene su la tua pagoda; se lavessi lasciato pendere diritto dal soffitto, ci sfiorerebbe senzaltro le teste le spieg lui con pazienza. Ma mi prometti che lo sistemerai, domani, caro? gli domand, con un fondo di caparbiet nella voce. Va bene: lo accorcer. Promesso. Allora, daccordo. Giulia gli sorrise radiosa. Roberto lattir a s e con un bacio appassionato la rassicur pi di mille parole. Fu a questo punto che Giulia sent che era arrivato il momento opportuno. Roberto era senza dubbio stanco, ma teneramente ardente nei suoi confronti. Non gli avrebbe mai parlato se si fosse dimostrato freddo o scontroso. Senti, caro, da stamani che volevo confidarmi con te. Allospedale hanno fatto confusione con un tizio: una brutta storia, sicuramente. Pi ci penso, pi mi dispiace per lui.
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Cosa hanno fatto? domand Roberto. Era sempre emaciato, ma attento. Te lho detto. Sono preoccupata. Hanno dimesso uno a cuor leggero. Non era mai successo prima, almeno in questi ultimi cinque anni, da quando sono arrivata. Il punto che gli hanno sospeso la terapia farmacologia che il primario aveva appositamente messo in piedi per lui; ora vogliono lasciarlo senza. Ma cos ripiomber nel male di cui soffriva prima! Ma sono pazzi o che altro? rispose energico e accorato Roberto. Non lo so. come se ci fosse un velo di mistero in tutta questa vicenda. Stamani, per caso, ero presente alle dimissioni di quelluomo: le ha firmate il vice-primario, in assenza del primario che era ad un convegno. Il fatto strano che poi la zia, che venuta a prenderlo, sembrava voler parlare col primario a tutti i costi. Mentre il vice, al contrario, pareva essere daccordo col paziente: che non cera bisogno di ulteriori pareri. Dovevi vedere quanto erano tranquilli! Luomo, in particolar modo, pareva contento di andarsene. Non era affatto preoccupato per la sua salute! Non cos la zia che scalpitava allarmata, nonostante si desse un certo contegno per dissimulare i suoi timori, e voleva sapere quando trovare il primario per parlargli. Ha menzionato, tra le righe, che sarebbe giunta persino a pagarmi, purch io lavessi messa in contatto con il primario. Evidentemente pensava che suo nipote e il vice-primario potessero essere in combutta, o gi di l. Per sospendere i farmaci? Ma che malattia ha quelluomo? E perch diavolo venuto a prenderlo la zia? domand accigliandosi. Anche per lui qualcosa in quella pazzesca vicenda cominciava davvero a non quadrare. E un uomo giovane, sui trantacinque anni, su per gi. Spieg Giulia, ma vedendo che Roberto si accigliava ancora di pi, saffrett ad aggiungere: Ma molto, molto malato. E stato ricoverato una settimana fa per una crisi diabetica, aggravata da altri problemi di cui per non sono in grado di riferirti, perch non ho mai visto la sua cartella clinica. Proprio oggi il vice-primario me lha tolta di mano, quando s accorto che ci avevo messo sopra gli occhi. Comunque
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aveva sfiorato il coma, prima di entrare. Per giunta labbiamo internato che prendeva dei forti psicofarmaci, in seguito ad un brutto periodo depressivo in cui era scivolato. Ora il viceprimario gli ha sospeso quasi tutti i farmaci: gli rimangono giusto i medicinali per abbassare la pressione e linsulina, naturalmente; ma via gli anticoagulanti, via gli psicofarmaci. Come fai a sapere che soffre di depressione?. Roberto era perplesso. Ho sentito il vice-primario che parlava di questo paziente con la capo-sala. Ma non ha aggiunto altro. Uhm, e cos tu ascolti le conversazioni dei tuoi diretti superiori lo fai sempre? Roberto fiutava che Giulia gli stava nascondendo qualcosa. Lei cap e decise di troncare la conversazione confidenziale: Ascolta. E solo che volevo consigliarmi con te su cosa devo fare. La zia mi ha fatto quella strana proposta: che forse mi ricompenserebbe, se la mettessi subito in contatto col primario. Lui conosce di cosa soffre luomo in questione. Secondo te, dovrei cercare di reperire il dott. Albrigi, il primario, ed esporgli i fatti? Come faresti, scusa, a cercarlo? Bh, lui lascia sempre un recapito in ospedale, per le urgenze. Ma lo sanno solo il suo vice e la caposala. Potrei cercare di saperlo da uno dei due. Roberto stette qualche secondo a riflettere. Lascia perdere tutto concluse. Non disse altro, considerando chiusa la questione. Anche se laconico, a Giulia piacque il consiglio. Si rendeva conto che avrebbe dovuto mettere sopra lintera faccenda una pietra tombale. E che avrebbe dovuto cercare di dimenticare un nome, Martin.

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XI Quella sera in albergo Benjamin stava scrivendo la relazione della conferenza stampa da inviare alla redazione del giornale. In camera regnava unatmosfera ovattata, complice la abatjour accesa sul tavolino e la finestra socchiusa dalla quale spirava laria fresca della sera e la luce del lampione di fronte. Roma veramente bellissima di sera pensava Benjamin. Soltanto le grida degli ultimi turisti che dovevano ancora ritirarsi nei ristoranti per cenare e il chiasso di alcuni ragazzi che stavano correndo nella via sottostante rompevano quel magico incantesimo. Nonostante i rumori che provenivano dalla finestra aperta, Benjamin aveva quasi terminato larticolo. Lo turbava un velo di preoccupazione per il modo in cui si era separato da Grazia. Cominciva anche a nutrire fondati sospetti che lincontro di Grazia con il suo informatore segreto non avesse sortito gli effetti sperati, altrimenti lei non si sarebbe comportata in modo cos pungente con lui. Tolse le mani dalla tastiera del computer e rilesse soddisfatto la schermata video: Roma. Ore 16.00. La sala della conferenza stampa brulicante di giornalisti intervenuti per ascoltare il resoconto dellonorevole Felice mai nome fu pi appropriato. Ci strattoniamo con i gomiti fra noi colleghi per accaparrarci i posti pi visibili, in modo che lonorevole (chiunque si occupi seriamente di politica interna sa che lonorevole Felice miope come una talpa) si accorga senza troppa fatica delle nostre mani alzate. Il giornalista accanto a me (non faccio nomi per la legge sulla privacy) ha un vistoso anello sulla mano destra, la collega davanti a me ha un completino rosso fuoco mozzafiato. Non vado oltre per rispetto alla categoria cui io stesso appartengo. Per la verit avevo pensato di mettermi il mio cappello da cow-boy, ma qualcuno me lha sconsigliato. Lonorevole, che oltre ad essere cieco come una talpa anche assonnato come un tasso appena uscito dal letargo, arriva incespicando un paio di volte. Si riaggiusta gli
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occhiali. Ma ha per caso dormito mentre era in riunione? Ce lo domandiamo tutti pi o meno apertamente. Ci aspetteremmo un comunicato stampa di circa un quarto dora. Invece ci accorgiamo che il foglio dattiloscritto che lonorevole tiene ben stretto in mano uno solo. Vuol dire che lo legger tutto in tre minuti. Infatti lonorevole si limita a ben poche novit sullandamento dellinchiesta: questa prosegue con la massima discrezione e la massima accuratezza, per non tralasciare nessun indizio. Ma non ci sono sostanziali novit. Il neo-partito Fondazione Risorse Nuove (appena alla sua seconda legislatura) sta operando con successo insieme agli altri partiti per circoscrivere lo scandalo; in pi sta preparando un disegno di legge per togliere limmunit ai parlamentari indagati. Noi rimaniamo delusi. Una giornalista con un ampio decolt alza la mano e prova a sondare che aria tira: Signor onorevole, quanti partiti sono coinvolti nello scandalo?. Lonorevole Felice fa un cenno col capo: per ora ancora topsecret. Altra domanda: Sono aumentate le procure che stanno indagando sulle Stelle Spezzate e sui parlamentari corrotti?. Di nuovo lonorevole Felice fa un cenno col capo: questa volta sembra che voglia alludere ad un no. Ennesimo tentativo di domanda: Onorevole Felice, a che punto dellinchiesta siamo secondo lei?. A questo punto lonorevole si sistema la cravatta e abbozza un sorriso: E presto per dirlo, troppo presto. Chi ha orecchi intenda. Sono tentato di porre anchio una domanda. Alzo la mano, ma la collega con il completino rosso mozzafiato mi precede: Onorevole Felice, come si stanno comportando le Stelle Spezzate in questo frangente?. Tutti la guardiamo: nessuno ha compreso bene la domanda. Infatti lonorevole strabuzza gli occhi e si avvicina al microfono: Prego?. S, intendevo dire spiega la giornalista inbarazzatissima: ora che le Stelle Spezzate non possono pi contare sul loro piano dazione segreto, che per nostra fortuna venuto allo scoperto, cosa crede che faranno per riguadagnare terreno?.

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Lonorevole la guarda un po stralunato e risponde: Non so mettermi nella testa di un gruppo eversivo. A me sembra che tutta la politica italiana in questo momento stia impazzendo. Non c alcuna risposta seria delle istituzioni alle Stelle Spezzate: al momento assistiamo unicamente al travagliato lavoro della commissione investigatrice dalla quale, per, non trapela alcuna indiscrezione. E assoluto silenzio anche dalle questure che stanno indagando. Speriamo che almeno i cittadini onesti non rimangano in silenzio, ma creino una coscienza civile sempre pi coesa contro questo gruppo eversivo che vuole soltanto dividere lItalia, e riversare odio, dubbio ed incertezza nel futuro del paese. Firmato: Benjamin Tolosa. Ecco, larticolo poteva andare. Invi immediatamente il file dal suo portatile e attese di ricevere la risposta da Milano. Quando comparve la solita lucetta verde della ricezione avvenuta, si sent pi tranquillo. Ora sapeva che Grazia stava leggendo il suo articolo, o lavrebbe letto di l a poco, e poi lavrebbe sicuramente chiamato per discuterne insieme. Mentre attendeva si alz in piedi e prese a passeggiare per la camera. Dalla finestra intravvedeva le coppiette che passeggiavano abbracciate lungo la strada sottostante. Ripens a Grazia: aveva preso laereo inutilmente. Allultimo momento la conferenza stampa di Milano era stata rimandata al luned successivo, in tardo pomeriggio, per lindisposizione repentina di uno dei soci pi importanti (e pi vecchi) del Consiglio di Amministrazione. Una raffica di mail aveva avvisato del cambio di programma. Doveva convincere Grazia a tornare a Roma il pi presto possibile: la pista-Righetti poteva davvero dimostrarsi unarma vincente. Dopo soltanto cinque minuti squill il suo cellulare: dal numero riconobbe che era Grazia. Pronto?. Benjamin era calmo e rilassato. Benjamin stammi a sentire. Larticolo fila via liscio, ma ci sono alcune cose che devi correggere.
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Mi stai dicendo che devo ritoccarlo? Devi togliere le allusioni ai vestiti dei giornalisti, agli accessori, ecc.. Non siamo Vogue. Ma danno il tono della riunione. Anche perch notizie vere e proprie non ce ne sono. E allora si scrive che non trapelano notizie, non che la tizia davanti a te ha la minigonna. Ma vuoi che la gente compri il nostro giornale oppure no? S, ma voglio che mantenga un certo stile! Lo so che a volte il vecchio direttore ti concedeva qualche libert despressione, ma qui te ne sei presa davvero troppa. Ne hai approfittato. Voi italiani non capirete mai come si fa giornalismo. Inventandosi le notizie? Non intendevo dire che bisogna inventarle; basta saperle pilotare con intelligenza Benjamin, ascolta: devo chiudere la conversazione. Correggi larticolo e mandamelo. Altrimenti lo far correggere qui a Milano da qualcuno altro. Daccordo. Aspetta, unaltra cosa: puoi tornare qui, diciamo domani? A che scopo? Ci sei gi tu l!. S, ma domani sera vado dal mio amico Righetti, e vorrei che ci fossi anche tu. Ho la sensazione che scopriremo delle cose interessantissime. E la tua occasione doro per acapparrarti lo scoop del secolo. Vedremo, intanto ci penso. Ti richiamo quando ho un po di calma. A dopo, va bene. Ciao. Per Benjamin era fatta. Grazia sarebbe venuta. Non era stata per nulla titubante. Laveva solo sentita stanca. Lavorava troppo. Ma daltronde, era la direttrice. Con laereo, in unora sarebbe stata l. Si disse che voleva proprio aiutarla. Se la talpa di Grazia non aveva funzionato, adesso sarebbero stati pi fortunati. Telefon a Righetti per spostare il loro appuntamento alla domenica sera e scese per cena.

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DOMENICA 16 Marzo
XII Venne domenica. Arriv con lo stesso inesorabile procedere del tempo per il quale alla domenica sarebbe seguito il luned. La radiosveglia sul comodino di Roberto gracchi come una vecchia cornacchia che emette grida stridule per attirare lattenzione. Segnava le otto. Lui si rigir nel letto, facendo emergere dallo spesso strato di coperte quel tanto di braccio che bastava per spegnerla, e si rificc sotto la trapunta. Accidenti a quel trabiccolo! Devo buttarlo via fu il suo primo pensiero, che prosegu per suo conto: Giulia non vorr nemmeno stare a sentire di tenere sul comodino una radiosveglia vecchia di ventanni consider Roberto, ancora tra i fumi del sonno. Rimase immobile, nel tepore delle lenzuola, a riflettere su quello che aveva appena pensato: radiosveglia Giulia Giulia fu il suo secondo pensiero. E poi, come per magia, gli si materializz subito il terzo: che per quel che ne sapeva lui, entro qualche ora non avrebbe pi abitato l. A quella durissima constatazione sent scivolargli via il sonno senza poter fare nulla per trattenerlo. Si alz a malincuore e si trascin sotto la doccia per schiarirsi le idee. Quando emerse i pori della pelle dilatati per il getto dacqua bollente si sent un altro. Pass per la casa ad alzare le tapparelle. Fiotti di luce biancastra si sparsero per la casa. Roberto aveva gi tolto le tende: la vista dei vetri spogli gli mise addosso un p di malinconia. Not che fuori il cielo era grigio e coperto di uno spesso strato di nubi basse, fitte. Sembrava dovesse piovere a momenti. Fece unabbondante colazione a base di caffelatte con biscotti presi dal pacco rimastogli da finire. Una volta sazio e corroborato, and a prendere il telegramma che aveva accuratamente nascosto dentro le pagine del manuale di un nuovo programma multimediale appena uscito: era il posto pi sicuro dal momento che Giulia non sarebbe mai andata a
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frugare dentro un libro simile. Quei libri non potevano interessarle di meno: era attratta solo dai best-seller di grido e dai rotocalchi. Roberto lesse e rilesse il telegramma: torn daccapo per almeno cinque volte; sperava ogni volta che affiorassero da quel piccolo e sottile foglietto delle parole, invisibili ad una prima lettura, che gli facessero balenare nella mente il motivo di quello scarno invito, indirizzato proprio a lui. Macch. Gli sorgeva una sempre pi palese irritazione per il tono perentorio usato da Claudio. Scoraggiato da una simile assenza di indizi, si decise a fare lunica cosa che gli era rimasta da fare: alz la cornetta del telefono per farsi dare dal servizio automatico il numero telefonico dellabbonato che corrispondeva a quelle generalit. Riagganci dopo aver annotato il nome e il numero di telefono allinterno del telegramma. Forse la matassa poteva cominciare a sbrogliarsi. Stava per accingersi a soddisfare la sua curiosit, il dito indice gi puntato sulla prima cifra del numero telefonico appena trovato, quandecco che squill il campanello della porta. Aspetto visite? si chiese Roberto. Conosceva gi la risposta: no. Lasciando il foglietto del telegramma col prezioso numero di telefono appuntato con un fermacarte sulla scrivania, and ad aprire. Fuori dalla porta cera Giulia, in mano un vassoio con due cappuccini coperti e una mezza dozzina di paste. Sorpresa!, cinguett tutta euforica. Sono le nove di questa splendida domenica mattina! Ti ho portato la colazione! e gli ficc in mano il vassoio. Visto che lui aveva una faccia scura e non si scostava per lasciarla entrare, aggiunse: Non so quanto ti fosse rimasto in casa da mangiare, sai, con tutta la roba negli scatoloni. Ho pensato che potevi anche morire di fame. Naturalmente non avrei mai potuto permetterlo. Lo squadr, ritta sulle gambe, lespressione met speranzosa e met seccata, quasi aspettasse la sua superflua approvazione.

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Ah, s cominci lui, imbastendo qualcosa che assomigliasse vagamente ad un ringraziamento: grazie, amore, ehm, con questo tempaccio, correre fuori casa per venire qui da me cos presto, s insomma e lanci unocchiata di traverso al finestrone della cucina, che si intravedeva dal corridoio, per accorgersi con un tuffo al cuore che dei bei raggi di sole stavano bucando, trionfanti, lo spesso strato di nubi. Cio disse rivolto a Giulia, scostandosi per lasciarla entrare: solo unora fa minacciava pioggia, e adesso guarda che sole!. E con un profondo sospiro aspett che varcasse la porta dingresso, per richiuderla un attimo dopo alle sue spalle. Ma non si sarebbe dato per vinto. No. Il suo amor proprio ferito gli diceva di non lasciar correre. Senti, tesoro, non avevamo detto che ci saremmo visti oggi pomeriggio? Per la precisione, lavevi affermato proprio tu ieri sera, tanto solennemente ricordi? E mimando il modo di fare di Giulia, tir fuori le sue parole della sera prima: Ci vediamo per una cenetta con champagne, e tutti gli ammennicoli vari. E la guard sottintendendo: Allora?. Lei si volt con fare angelico. Oooh, s, vero! Sai che me nero dimenticata? Scusa tanto, grave?. E poi, sgranando i suoi occhi truccati alla perfezione, lo circu cinguettando come un usignolo: Che buffo! Me lhai fatto ricordare tu il nostro appuntamento di stasera!. Ma a Roberto pi che un suadente uccellino, parve un uccello rapace pronto a ghermirlo con i suoi artigli. E poi era semplicemente impossibile che lei si fosse dimenticata del suo invito, con inclusa la magnifica cena che sicuramente era ancora da preparare; ma poteva benissimo essere che avesse gi comprato tutto quanto le occorreva al centro commerciale, e poi avesse chiuso il cibo in freezer. Sper con tutto il cuore che non fosse cos. Roberto si riprese in fretta dalleffetto sorpresa di cui si era servita Giulia per piombargli in casa. Ho gi fatto colazione. Da solo sbott risoluto. Nel qual caso manger tutto io rispose, facendo finta di niente. E cominci a slegarsi la cintura del cappotto di

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cachemere color cammello che lavvolgeva dalla testa ai piedi. Le conferiva una linea sinuosa da giovane gazzella. Accomodati pure disse lui brusco, e indic la cucina. Tu non mi fai compagnia?. Adesso non ho tempo. Ho da fare, in salotto. E si barric in un lampo nellaltra stanza. Gli venne la tentazione di chiudere a chiave la porta, ma resistette. Sent attraverso il sottile muro che divideva i due locali che nel frattempo lei si era accesa la radiolina portatile. Immagin senza tanta fatica che stesse inzuppando la brioche nel cappuccino. Si rigir per un po il foglio del telegramma tra le mani, non sapendo pi se telefonare o meno. Aveva perso quella grinta che soltanto pochi minuti prima gli aveva permesso di sollevare senza sforzo la cornetta del telefono. In pi ora non era solo: temeva che Giulia si accorgesse del suo piccolo segreto. Alla fine prevalse un sano senso dorgoglio: Oh, insomma, quante storie per comporre un numero di telefono!. E con un improvviso scatto in avanti digit il numero, premendo con forza sui tasti. Rimase in attesa. Uno squillo. Due squilli. Oh bella, era un numero di Roma: quanto ci metteva a rispondere? Tre squilli. Quattro squilli. Quasi quasi riaggancio. Cinque squilli. Al sesto una voce forte e sicura echeggi dallaltra parte della cornetta: Pronto? Ehm, buongiorno. Mi chiamo Sperati. Roberto Sperati. Lei non mi conosce. La chiamo per un telegramma che ho ricevuto ieri laltro, con linvito di venire da lei; ecco, vede, io non vorrei disturbareinsomma Roberto si accorse che non riusciva a destreggiarsi molto bene con la spiegazione. Oh bene, lei il terzo! Finalmente le cose cominciano a girare per il verso giusto. Venga che laspettiamo!. Era sempre la stessa voce forte e sicura di poco prima, soltanto con una nota di divertimento in aggiunta.

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S, ehm, allora quando posso venire?. Roberto saggi il terreno. Anche subito, se vuole. Prima si comincia, meglio rispose lo sconosciuto. Cos, uno scherzo? pens Roberto che non ci stava pi capendo nulla. Subito non possoVede, oggi trasloco cercava di temporeggiare. Le faccio i miei auguri, allora, per la sua nuova casa disse la voce, pacata e risoluta al tempo stesso senta, riuscirebbe a raggiungerci stasera? Noi qui aspetteremo tanto anche il suo collega arriver per quellora. Sono io che avrei voglia di conoscervi subito, ma aspetter. Daccordo? Roberto si convinse che, in effetti, si poteva benissimo trattare di un nuovo impiego nel vasto campo del software, la sua specialit. E da quel che aveva capito, cera anche la possibilit che il tizio cercasse un gruppo di programmatori. Capitol in breve. Daccordo si arrese. Alle nove? Non pu un po prima, diciamo verso le otto?. Roberto sospir: cera la cena di Giulia, nella loro nuova casa. La sua nuova casa. Accetta il lavoro e falla finita! gli rimbombava nella testa la voce virile. Vada per le otto, allora. Daccordo. E riagganci, bianco come un cencio. Adesso s che doveva vedersela con Giulia. Cerc di scacciare quel cruccio assillante e pens alluomo della telefonata. Dalla voce forte e sicura gli sembrava un tipo a posto, un manager probabilmente. Non che avesse abbandonato del tutto lidea di uno scherzo, ma qualcosa gli diceva di fidarsi. Claudio non si era mai preso gioco di lui! Ma gli ritorn in mente la cena con Giulia ad una velocit sorprendente: come avrebbe fatto a svignarsela, da casa sua, alle otto di sera? Conosceva Giulia: avrebbe voluto venire via insieme con lui a tutti i costi. Stette cinque minuti a meditare su come levarsi da quellimpiccio. Ritto davanti alla scrivania: una mano che sventolava il telegramma, laltra con cui si grattava la testa. Si sbotton il secondo bottone della camicia, per pensare meglio. Invitare anche lei? Era una possibilit per cera la faccenda della segretezza. Escluso. Svignarsela di nascosto?
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Con un segugio come la sua ragazza?! No: idea cancellata. Inventare una scusa? Ma lui non era bravo a recitare commedie, lei se ne sarebbe accorta subito. E avrebbero litigato. Portarla al cinema e poi fingere un mal di pancia atroce, crampi e tutto il resto per tornare a casa? Ma lei sarebbe rimasta l a guardare il film, con il suo uomo che si sentiva male? No, impossibile. Anzi, avrebbe avuto anche da ridire sulla sua salute cagionevole, perch non era possibile che una meravigliosa cenetta preparata con tanto amore e bravura finisse per procurargli unindigestione Che fare? Dopo altri dieci minuti, era sempre daccapo. Angelo custode, aiutami tu! pens come ultima, estrema ratio. Chiuse gli occhi e quando li riapr aveva deciso: avrebbe portato con s anche lei. Al diavolo la segretezza. Da oggi condividiamo il nostro tempo ed i nostri impegni consider con fare pragmatico la soluzione migliore. Confortato da un simile pensiero, ritorn in cucina da Giulia. Seduta sullo sgabello del tavolo a gambe accavallate, stava leggendo lultimo romanzo rosa comprato in edicola. Lev gli occhi dalla pagina quando sent la porta che si apriva e vide comparire la sagoma di lui sulla soglia della porta. Ciao gli disse tranquilla. A che punto sei con valige e scatoloni? Di l tutto pronto rispose. Meno male che aveva avuto laccortezza di finire tutti i vari imballaggi la sera precedente, rimanendo sveglio fino a molto oltre la mezzanotte. Cos mentre lui pochi attimi prima era al telefono, lei aveva creduto che stesse sistemando le ultime cose. C ancora un po di cibo per me? domand con accento speranzoso. E rimasto solo il cappuccino, freddo ovviamente. Per le brioches non mi hai chiesto di tenerti qualcosa da parte. Pronunci la frase con aria ironicamente dispiaciuta, per fargli capire che si trattava di una piccola vendetta per il modo in cui era stata accolta. Roberto rabbrivid al pensiero che la sua ragazza si era divorata per intero sei paste. Fa niente comment affabilmente Roberto, senza raccogliere la sfida. Cominciamo bene! si ritrov invece a pensare. Ti va di uscire? le chiese.
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E proprio quello che volevo esclam felice. Appariva sollevata. Era evidente che non aveva voglia di trascorrere la restante domenica in casa, con un cielo multicolore trafitto da meravigliosi squarci di sole. Chiuse di scatto il libro, seguendo diligentemente Roberto fin sulla porta. In un attimo furono entrambi pronti per uscire.

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XIII La domenica sera in cui Roberto aveva fissato lappuntamento di lavoro sarebbe rimasta impressa nei suoi ricordi come qualcosa di memorabile. Nel primo pomeriggio il cielo si era rabbuiato, non facendo presagire nulla di buono. Verso sera aveva iniziato a piovere come se si fossero aperte le cataratte del cielo. La perturbazione annunciata dal TG Meteo era finalmente arrivata, fin troppo impetuosa a giudicare dalla furia degli elementi. Scrosci violenti si abbattevano sulle strade spazzate dalla furia temporalesca e picchiavano senza tregua sui vetri dellauto di Roberto. Sembrava che di l a poco il tergicristallo sarebbe stato strappato via dai getti torrenziali dacqua, o afferrato dalle raffiche di vento impetuose che scuotevano le fronde delle piante ai lati della strada. Il cielo era buio pesto. I lampioni sulla strada parevano quasi spenti. Giulia stava rannicchiata sul sedile anteriore, le sue gambe sottili strette insieme, quasi incollate luna allaltra, tremava leggermente per il freddo anche se indossava il pesante cappotto; le dita si muovevano convulsamente sulla borsetta di pelle, lasciando ogni volta le impronte della sua frenetica presa. Non proferiva parola perch questo le pareva il modo pi efficace per investire silenziosamente Roberto di tutta la sua collera. Laveva strappata dal loro romantico tte--tte, laveva trascinata fuori dal loro caldo nido, laveva rinchiusa in macchina dopo unaffannosa corsa sotto unacqua torrenziale, e adesso era gi mezzora che procedevano a rilento lungo le vie allagate della citt. Per le strade deserte avevano incrociato solo qualche altra autovettura temeraria che si avventurava sotto il diluvio al pari di loro. Pi ci pensava e pi si convinceva che il motivo che lui le aveva addotto per tutta quella fatica sovrumana suonava semplicemente assurdo. Mi ero gi accordato con questo signore per parlare di lavoro le aveva spiegato Roberto, senza tanti giri di parole. Col trambusto del trasloco mi ero dimenticato di dirtelo. Purtroppo non c alternativa: devo vedere questo tale proprio
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stasera, uno sempre in viaggio difficilmente reperibile, non voglio perdere la possibilit di un nuovo posto di lavoro aveva concluso laconico. L per l lei aveva accettato di accompagnarlo, ma ora si stava pentendo amaramente della decisione presa. Avrebbe dovuto lasciarlo andar via da solo. Ma certe cose, purtroppo, non si possono prevedere in anticipo, magra consolazione. Roberto invece non osava proferire parola per il timore pienamente fondato che lei esplodesse di rabbia, lo investisse di orripilanti improperi e gli mandasse a monte laccordo preso. Cercava di mantenersi rilassato, sfoderando una calma al limite dellinnaturalezza e sforzandosi di apparire sicuro di s. Guidava con attenzione ed, in fondo, pensava che lacqua era fuori e loro erano dentro. Magari stasera avessi un colpo di fortuna per cambiare lavoro! rimuginava. Sapeva bene di aver raccontato una frottola alla sua ragazza ma, come talvolta succede, aveva finito in cuor suo per desiderare proprio che una simile circostanza si avverasse. Nel pensare alla sua triste condizione di sradicato dalla sua famiglia dorigine, una fitta di nostalgia gli attravers lo stomaco e risal fino al cuore. Ripens al suo paesello sullAppennino abruzzese da cui era partito molti anni prima in cerca di fortuna, carico di speranze e di sogni nel cassetto. A quei tempi era talmente giovane e baldanzoso che non aveva riflettuto troppo nel voltarsi indietro per vedere cosa lasciava; senza pensarci due volte era salito su un treno ed era partito, e da quel giorno il paesello e la sua famiglia erano rimasti soltanto dei bei ricordi del suo passato, da rispolverare a Natale e a Pasqua. Il lavoro laveva anche trovato, si pu dire, e in fretta. Anzi, si reputava fortunato perch non era mai stato senza lavorare ma, come era accaduto ad altri suoi vecchi amici dinfanzia, aveva fatto lamara esperienza di partire con lentusiasmo dei diciotto anni, pieno di slanci, di passioni e di desideri da realizzare, e di accorgersi, una volta giunto a destinazione che come dice il proverbio lerba del vicino sempre pi verde. S: il paesello era rimasto lass sui monti, lontano, a guardare uno dei suoi figlioli levarsi in volo sulle ali della felicit verso mete migliori. Ma a dare il benvenuto al
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ragazzo nella grande citt era stata una sottile e strisciante solitudine, la quale, scopr ben presto Roberto, lo avrebbe accompagnato in tutte le sue giornate, in ogni cosa che faceva, da quando apriva gli occhi la mattina, ancora disteso a letto, a quando li chiudeva la sera. Se glielavessero predetto, non avrebbe mai creduto che avrebbe provato una cos intensa nostalgia per la sua famiglia. Dopo tutti gli anni trascorsi nella capitale, volendo tirare le somme, non avrebbe saputo dire a s stesso se ne fosse valsa veramente la pena. Rivide sfilare mentalmente davanti a lui il corso di programmatore frequentato di giorno, mentre la sera lavorava come cameriere in una pizzeria del centro per mantenersi. Poi le prime collaborazioni con i negozi di software, quasi gratis. E sempre la stessa pizzeria di sera. Dopo un paio danni finalmente i primi contratti, tutti a tempo determinato. Solo dopo cinque lunghi anni il primo posto fisso presso una squallida software house di un anonima catena in franchising, una come cento altre. Aveva mollato la pizzeria, ma non era ancora riuscito a mollare la software house per saltare in meglio. Eppure lui sognava con tutte le sue forze il colpo di fortuna: entrare in una grande azienda produttrice di programmi per computer e da l cominciare la scalata al successo. Mentre tali pensieri attraversavano la sua mente, il temporale continuava ad infuriare. Lui si manteneva sempre vigile, con gli occhi incollati alla strada; ecco, avevano appena svoltato in via dei Tigli. Si ricordava che il telegramma riportava come numero civico il numero tre, oltrepassarono un grosso condominio a pi piani con le tapparelle tutte ermeticamente chiuse e poi parcheggiarono di fronte ad una graziosa villetta in squisito stile liberty che pareva appena uscita da un angolo di Parigi. Bella la casa del tuo prossimo datore di lavoro comment acida Giulia. Come ti ho gi spiegato, un conoscente alla lontana che mi ha proposto di scambiarci delle vedute di lavoro. Cos le ha definite. Cosa c che non va, scusa? Come cosa c che non va?! url lei furibonda lanciandogli unocchiataccia inceneritrice. Ormai era evidente
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che non si tratteneva pi C tutto che non va! Ma perch non annullare lincontro visto il maltempo!? gli chiese come fosse la decisione pi ovvia che avrebbe preso chiunque sano di mente. Impossibile simpunt lui duro. Ti ho gi spiegato che questo un tipo irreperibile, viaggia parecchio, un appuntamento con lui prezioso come loro. E poi c da dire che lui che mi ha dato questo orario per incontrarci. E se a lui va bene, va benissimo anche per me. Lo disse con un tono che significava: e la discussione finisce qui. Saltarono gi velocemente dalla macchina. Roberto prov un attimo fugace di gioia quando la sent sbuffare: Quasi quasi torno a casa. Ma ripiomb nella cruda realt quando, un attimo dopo, apr bocca obiettando: Per non posso guidare da sola per tornare, con tutta questa acqua. Non me la sento. Non gli rimase altro da fare che suonare il campanello. Fortuna voleva che lingresso avesse due piccole colonne ai lati della porta che sorreggevano un piccolo timpano sporgente, sotto il quale si ripararono in attesa che la porta si aprisse. Cera anche una piccola lanterna appesa proprio sopra lentrata, la sua debole luce valeva per loro come il faro per i marinai in una notte buia e tempestosa. Non dovettero aspettare molto: pochi istanti appena ed un uomo di circa quarantanni si affacci sulla soglia, facendosi subito da parte per farli entrare. Oh eccovi, accomodatevi li introdusse con garbo nel foyer. Siete stati molto coraggiosi ad avventurarvi per le strade allagate da questo tempaccio! Venite a scaldarvi dentro, davanti al caminetto: ve lo siete proprio meritato!. Giulia non degn Roberto di uno sguardo e segu luomo lungo un sontuoso corridoio con appese alle pareti varie raffigurazioni dellantica Roma imperiale; seguivano poi serigrafie degli scavi, e immagini di altri soggetti pi religiosi quali mosaici raffiguranti il buon pastore, simili a quelli rinvenuti nelle prime catacombe cristiane. Giulia sprizzava odio per Roberto dalla testa ai piedi, ma sembrava intimorita dallautorevolezza che emanava dal portamento del

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padrone di casa e dalla raffinatezza dellabitazione. Non aveva mai visto niente del genere. Roberto richiuse la porta, mise le mani nelle tasche della giacca a vento e segu i due davanti a lui. Ebbe la netta sensazione che ormai non si poteva pi tirare indietro. Al termine del corridoio voltarono a destra in un ampio salone rettangolare, con la stessa litania di quadri appesi alle pareti. Roberto not che non cera nessuna porta a separare lambiente dal resto della casa, ma si entrava in esso semplicemente da un vano spazioso sormontato da un arco a tutto tondo, con i mattoni in bella vista. A richiamare alla memoria che quellabitazione doveva aver conosciuto tempi pi austeri, un antico focolare domestico restaurato integralmente catturava subito lattenzione, sulla parete di fronte. Due spesse colonne lo attorniavano, costituite da due tronconi di granito scuro poggianti pesantemente sul pavimento di cotto. Era acceso, qualche fiamma pi lunga delle altre emanava dei bagliori ramati. La luce soffusa proveniente da una piantana alogena in un angolo, i sofisticati abbellimenti come larco dingresso, la cornice di stucco che correva lungo tutto il perimetro del soffitto (e la cui foggia era ripresa da un elaborato ghirigoro al centro di esso), qualche pianta negli angoli morti della sala, le tende di broccato, tutto conferiva alla stanza unaria di nobile eleganza, che intimor Roberto il quale osservava tutto con occhi sgranati. Aleggiava nellaria un cocktail indefinito di odori: un misto di tabacco, di colori ad olio e di legna bruciata. Si respirava nellaria una sensazione di cordialit, come se i convenuti fossero stati tutti amici di lunga data che si ritrovavano per commentare un anno trascorso lontano gli uni dagli altri. N Roberto, n Giulia avevano ancora proferito parola, ma gli altri nella stanza parevano tutti perfettamente a loro agio. Ben presto luomo si volt verso i due nuovi arrivati per presentarsi: Mi chiamo Edoardo Righetti disse allungando una mano per stringere prima quella di Giulia e poi quella di Roberto. E questa prosegu indicando Laura che si alz dal divano andando loro incontro mia moglie Laura. Qui alla mia
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destra abbiamo il signor Tolosa continu Edoardo nella presentazione che viene da Milano: lavora qui in Italia, ma americano E accompagnato dalla sua collega, la signorina Tommasoni. Sono giornalisti della pi importante testata nazionale. Benjamin e Grazia strinsero con calore la mano ai due nuovi arrivati e scambiarono con loro sorrisi vicendevoli. Benjamin indossava un maglione rosso di lana dal collo alto. Era un capo informale, che in quella stanza per, col camino acceso, gli faceva caldo. Ogni tanto si passava una mano lungo il collo per allargarsi la dolcevita del maglione. Grazia invece era in tenuta da lavoro: giacca di tweed con maglietta aderente sotto, e jeans professionali. I capelli ribelli acconciati con la solita molletta sulla nuca. Io sono Roberto Sperati e questa la mia fidanzata Giulia Bellocchio farfugli in fretta Roberto e sono tecnico programmatore in unazienda di software. Sono qui per quellavviso di cui le ho accennato al telefono snocciol tutto dun fiato al padrone di casa. Agli altri due lanci solo rapidi sguardi sfuggenti. Edoardo annu, sorridendo. Preg gli ospiti di accomodarsi sui divani, poi esord dicendo: Innanzitutto vi ringrazio di essere qui. Visto che ci siamo gi presentati, passo subito a spiegare il motivo della riunione: mi hanno offerto di coordinare un lavoro che ora io dovrei esporvi nella veste di miei futuri collaboratori, se accetterete. Benjamin e Grazia si rimisero ad ascoltare con vivo interesse. Giulia invece era sorpresa e frastornata; continuava a pensare che non era valsa la pena di venire fino l per un incontro cos strano. Si consol riflettendo che, prima o poi, sarebbero dovuti tornare a casa. Roberto, seduto accanto a lei sul divano, non si capacitava di come Claudio fosse riuscito a venire a conoscenza di un progetto di lavoro che sembrava combaciare perfettamente con i suoi desideri di gloria pi nascosti. E chiss come aveva fatto a proporre a questo emerito sconosciuto il suo nome.

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Se devo essere sincero continu Edoardo con tono piano come stesse spiegando una noiosissima lezione io nutro alcuni dubbi a proposito di questo progetto, al contrario del qui presente signor Tolosa che sprizza scintille e scocc unocchiata perplessa a Benjamin mentre daltro canto la sua compagna si dimostrata pi prudente continu. Collega di lavoro puntualizz Grazia. S, mi scusi signorina sinterruppe Edoardo e comunque ora che ci siamo quasi tutti proporr per intero la questione e valuteremo insieme il da farsi. Come quasi tutti? domand curiosa Giulia. Roberto trattenne a stento la stessa domanda. Benjamin saltellava per leccitazione. Grazia era accigliata. S, certo le rispose Edoardo garbatamente non ve lavevo ancora detto, quindi non potevate saperlo. Il progetto prevede che vi lavorino 7 persone. E noi qui ora siamo in 6. Lasci in sospeso la frase perch fu colto da un dubbio che estern subito: Perch tutti, vero, avete ricevuto il telegramma che parlava di questincontro?. Laura, seduta accanto al marito, seguiva in silenzio lo svolgimento degli avvenimenti senza fare commenti. Gli altri quattro si guardarono negli occhi senza dire una parola; Benjamin e Grazia erano seduti accanto ai padroni di casa sul divano pi lungo, Roberto e Giulia si erano accomodati in quello pi corto a due posti. Per una frazione di secondo Benjamin giur di aver colto un lampo di terrore nello sguardo di Roberto, ma decise di non farci caso e torn a concentrasi sulla sua situazione. Riflett velocemente. Grazia non poteva sapere niente del telegramma, e non voleva che ne venisse a conoscenza proprio ora. Tanto meno sapeva se, dellaltra coppia l presente, entrambi avessero ricevuto il telegramma, o solo uno dei due. Quindi abbozz lespressione di uno che voleva sdrammatizzare un po e disse con il tono di voce pi spudorato possibile: Oh bella, s che labbiamo ricevuto il telegramma io e Grazia ment, abbozzando uno dei suoi magnifici sorrisi, e poi rivolto a Grazia che si era girata di scatto incredula: Sai, per quella faccenda del tuo nuovo incarico che non te ne
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avevo ancora parlato. E fece una pausa perch la sua collega si ponesse in ascolto di quello che lui le avrebbe raccontato. Riprese: Ma laltro ieri pomeriggio ho trovato un telegramma nella posta, s, ehm e dentro, nel messaggio, compariva anche il tuo nome. Conteneva la proposta di recarci qui a Roma per unimportantissima dritta di lavoro Siccome me lha mandato e qui stava per dire Frank, ma si blocc al pensiero che poi avrebbe dovuto spiegare a tutti chi era Frank, Insomma, lho ricevuto e basta e siccome dentro eri nominata anche tu, e siccome quello stesso pomeriggio mi hai chiamato per domandarmi di venire a Roma con te, ho fatto mentalmente due pi due: ho pensato che anche tu ne fossi informata. Cio, che anche tu avessi ricevuto la stessa soffiata per mezzo telegramma. Lho dato per scontato. Poi in macchina abbiamo chiacchierato daltro e mi sono dimenticato di parlartene. Capita, no?. A questo punto Grazia avrebbe potuto rispondere Ma io non ho ricevuto nessun telegramma! e tutto lingegnoso palco di menzogne di Benjamin sarebbe miseramente crollato. Senza contare che non aveva alcun senso, a rigor di logica, ricevere una soffiata giornalistica attraverso un telegramma. Ma, vuoi perch la mente delle donne segue vie imperscrutabili dalla capacit di previsione maschile, vuoi per qualche motivo a lui sconosciuto, Grazia aveva ascoltato con precisione Benjamin e laveva trovato assolutamente convincente; lei si limit soltanto ad annuire col capo esclamando: Beh, dopo fammi vedere il telegramma e continu a guardarlo come in attesa di successive informazioni o delucidazioni. Benjamin si stup della risposta della sua collega, innocente ed al tempo stesso disarmante, ed in cuor suo cominci a dispiacergli di aver cacciato Grazia in quel pasticcio. Roberto era rimasto in silenzio durante tutta la performance dellamericano. Una volta che questultimo aveva chiuso brillantemente il suo racconto, pens bene di imitare la meravigliosa spiegazione offertagli dal giornalista confermando che aveva ricevuto il telegramma a nome di

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entrambi, ma non laveva riferito a Giulia, oberato dallo stress del trasloco. Giulia lo guard attonita: solo ora veniva a sapere di una cosa cos importante come un telegramma. Rimase ad ascoltare sulle spine il resto della storia, titubante su quello che avrebbe potuto dire o fare il suo fidanzato. Le si materializz in mente alla velocit della luce che lei, per, non avrebbe mai cambiato lavoro. Dunque, dovero rimasto? ricapitol Edoardo. Ah s, per i telegrammi allora siamo a posto. La cosa si risolve cos: siamo stati tutti convocati per telegramma. Penserete che un mezzo un po antiquato, ma chi lha scelto voleva farci percepire lidea della seriet e della tempestivit di questa operazione, infatti mi sembra che tutti labbiate chiaro, se siete venuti qui stasera. Ne manca uno, caro sottoline Laura, rivolta al marito. Lo disse piano, quasi per non disturbarlo mentre lui ragionava. Il settimo dovrebbe essere qui a momenti, sempre se ha deciso di venire. Ormai davvero tardi. Daltronde non ho avuto in anticipo la lista dei nominativi scelti. Spero venga anche lultimo, cos saremo proprio tutti; solo mi toccher iniziare da capo unaltra volta bah, speriamo arrivi presto Allora, signori e signore, presto detto chi lartefice di questo strano raduno riprese Edoardo con calma si tratta nientemeno che del Vaticano. E qui si blocc perch tutti digerissero il colpo. In effetti la notizia li lasci tutti e sei in un silenzio di tomba. Edoardo rimase tranquillo, aspettando con interesse le reazioni dei suoi ospiti. Laura si sentiva un po imbarazzata per il contegno del marito, che si stava chiaramente godendo leffetto-shock che aveva prodotto con quella rivelazione. Per questo aumentava in lei il disagio, minuto dopo minuto. Gli altri quattro seduti sui loro divani si guardavano gli uni gli altri, lanciandosi vicendevolmente sguardi attoniti ed indagatori, come se in quel momento fossero stati indiani che lanciavano segnali di fumo in richiesta di aiuto. Oh, non c di che allarmarsi. Il Vaticano rappresenta qui solo il committente del progetto riprese Edoardo. Si tratta di
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allestire unequipe di sette persone che dovr lavorare allo studio di un reperto archeologico importantissimo; vale a dire: catalogazione del manufatto in questione che un manoscritto datato come anteriore al mille d.C., analisi della pergamena e delle tracce di scrittura, traduzione della parte che ancora non stata tradotta ammesso che ci riusciamo perch questo uno dei punti per i quali hanno chiesto la nostra preziosa collaborazione , confronto con altre pergamene dello stesso periodo per individuare tracce di pollini, resine, fibre e simili, stesura di un apparato critico a fianco della traduzione, e cos via. Edoardo sarebbe andato avanti tranquillamente nellesposizione, se contemporaneamente tutti non lavessero assalito con una miriade di domande. Lesclamazione che tornava ad intervalli regolari, sulla bocca di tutti, era: NON E POSSIBILE!! Io non sono certo tra le persone pi indicate per tradurre un codice ironizz Roberto sono un programmatore! Come faccio ad esservi daiuto se non ho mai visto un codice in vita mia?! E io sono un giornalista! Benjamin si contorceva sul divano, non riuscendo a stare fermo. Muoveva freneticamente gambe e braccia, in modo concitato. S, come mai hanno scelto noi? intervenne Giulia. Io sono una semplice infermiera. E io sono una giornalista come lui sbott Grazia indicando Benjamin in pi oberata di lavoro perch dirigo il quotidiano per cui lavoro. Senza dubbio dimostrava di essere la pi risolutamente decisa a non prendere nemmeno in considerazione lipotesi di avventurarsi in unimpresa simile. Edoardo riprese la parola: S, lo so. Qui entro in gioco io. Sono un professore. Ora insegno religione in un Liceo umanistico, ma per pi di dieci anni ho insegnato Patristica alla Gregoriana, lUniversit dei Gesuiti, famosa in tutto il mondo per il suo indiscusso rigore scientifico. E per questo che dovr coordinare io lintera equipe spieg. Chiss per quale motivo, per, il fatto che avesse insegnato in Universit scivol via dalle orecchie di tutti come l acqua
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piovana. Lavevano sentito, s, ma erano tutti uomini abituati a guardare al presente: per loro contava soltanto il qui e lora. Ragion per cui ad ognuno dei presenti si stamp in testa che Edoardo, ora, era un comunissimo insegnante di religione. La materia del curriculum scolastico pi bistrattata e canzonata dagli studenti. Quando tutti udirono che il loro presunto coordinatore era un normalissimo professore di religione, pensarono che di sicuro doveva esserci stato un motivo per quella scivolata cos in basso, e che questo motivo era da imputarsi sicuramente a qualche passo falso di Edoardo. In silenzio, cominciarono a guardarlo con altri occhi. Ognuno a modo suo, infatti, prov un acuto senso di delusione che non si sforz di celare. Dunque lei un prof.? chiese divertito Benjamin, con unaria canzonatoria. Adesso s rispose freddo Edoardo. Stava perdendo il controllo della situazione, e tutto ci non gli piaceva affatto. Il Vaticano ha chiamato mio marito perch ventanni fa era un brillantissimo docente alla Gregoriana. Le sue ricerche nel campo dei primissimi manoscritti cristiani non sono ancora state superate. Pensate che allUniversit utilizzano ancora come manuale di patristica il libro scritto da lui aggiunse Laura per risollevare limmagine del marito. Prima di venire messo da parte per contrasti di vedute col Rettore, per lesattezza precis Edoardo. Da allora insegno religione a scuola, e questo tutto. Ora il punto ed Edoardo cerc di essere il pi categorico e persuasivo possibile, visto il clima di sconforto che si era repentinamente instaurato perch hanno scelto noi? Nessuno di noi ha neppure i requisiti minimi per un lavoro di questo tipo. Io stesso sono fuori dallambiente da tanti anni, e voi siete rappresentanti delle pi svariate professioni. Per siamo tutti sicuramente in gamba, nel nostro lavoro. Dannatamente in gamba, ci scommetto. E questo in Vaticano lo sanno. Potrei immaginare che l in quegli uffici abbiano pensato ad un programmatore e guard Roberto volendo usare il computer nella traduzione della pergamena: ci sono programmi di traduzione simultanea e probabilmente lei, signor Sperati, dovr scriverne uno apposito al nostro caso. E
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molto frequente, per non dire che succede nella stragrande maggioranza dei casi, che il manoscritto sia rovinato sui lati, e che molte parole vadano ricostruite a senso logico perch sono incomplete. Un programma informatico ci aiuterebbe a scartare subito significati potenzialmente inutili dei frammenti di scrittura, attraverso delle funzioni basate sul calcolo della probabilit. Cos si velocizzerebbe il lavoro. Fece una pausa: Roberto lo guardava colmo di meraviglia. Non si era mai avventurato nel vasto campo dellinformatica applicata allarcheologia, per questo non riusciva a farsi unidea chiara della posta in gioco. Edoardo prosegu, cercando di offrire una presentazione a tinte vivide, per riuscire convincente e per stuzzicare nel suo uditorio la voglia di mettersi allopera. Potrebbero aver pensato poi ad un ufficio stampa per il contatto con i media e guard i due giornalisti; ed infine potrebbero aver pensato ad uninfermiera perch e qui fece una grossa pausa, schiarendosi la voce, per creare pi suspance Beh, ecco, perch il manoscritto stato ritrovato in Turchia, e bisogner andare l per consultarlo. Suppongo che in Vaticano abbiano pensato che qualcuno potrebbe anche farsi del male: nel qual caso sar lei ad intervenire in nostro soccorso, signorina concluse, rivolto a Giulia. Di nuovo tutti aprirono bocca ma non ne usc che aria. Erano tutti ammutoliti dallo stupore. Io non vado da nessuna parte, tanto meno in Turchia. Non ci sto capendo niente di tutta questa storia scand Giulia con voce determinata. S, ora di dare un taglio a questidiozia le si affianc Grazia ma che ci mandino i loro professori, laggi. Anche lei era irritata e spazientita. Come se avessimo tempo da buttare via! Io dirigo un giornale, unenorme responsabilit poggia sulle mie spalle: anzi, i miei collaboratori mi staranno gi cercando. Stanotte usciamo in stampa e io ho gettato a malapena un occhio sii menab delle pagine pi importanti. Si alz, prendendo con s notebook e cellulare scusatemi, ma devo comunicare con la redazione a Milano esclam. E in un attimo usc dalla stanza, rifugiandosi nello studio di pittura di Laura.

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Solo Benjamin non disse nulla. Meditava in silenzio. Assorto. Lo sguardo perso nella danza delle fiamme del focolare acceso. Un attimo di pazienza, signori. Non voglio che pensiate che il card. Mac Collough, il diretto responsabile di questa strana impresa, sia una persona senza la testa sulle spalle. E a capo dellUfficio Affari Esteri del Vaticano, corrisponde allincirca al nostro ministro degli esteri, e per quel che mi ricordo una volpe, quanto ad intelligenza. Il fatto , purtroppo, che non sono stato messo al corrente di alcune altre informazioni rilevanti, che per ci saranno fornite se accettiamo il lavoro disse Edoardo, accortosi che tutti cominciavano a dubitare del buon senso della proposta del Vaticano. Comunque nessuno di noi vuole andare in Turchia, questo certo disse Roberto, facendosi portavoce di tutti. Neanchio ci voglio andare, se per questo gli rispose Edoardo. Anzi, io sono stato fin da principio assai scettico riguardo a questo progetto. Fin dalla prima volta, quando me lhanno presentato gli agenti del Vaticano. Ma quanto ci pagherebbero, se ci andassimo? esord Benjamin, dopo la sua lunga pausa di riflessione. Il tono di voce era tornato quello scherzoso di sempre. Se ho ben capito, il manoscritto ritrovato riguarda un codice preziosissimo, applicandoci al quale con metodo, rigore scientifico e disciplina potremmo produrre notevoli risultati. Pensateci bene: questo papiro ci farebbe diventare in un batter docchio tutti ricchi e famosi! proruppe con unaffermazione gioiosa. COOSA !? Lei sarebbe disposto ad andare? domand Giulia inorridita. Beh, cosho da perdere? A me sempre piaciuto viaggiare: posso fare linviato speciale ad Ankara, con lincarico di produrre tutta una documentazione per il giornale su questa importantissima scoperta archeologica. Interviste, descrizioni avvincenti per spiegare le tecniche usate per lapproccio alla pergamena, e via dicendo le rispose regalandole il pi ampio sorriso che pot.

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Ma un progetto che non ha n capo n coda, semplicemente una pazzia sentenzi di nuovo Giulia. Era sconvolta: Non andrei l nemmeno per tutto loro del mondo. Non ho nemmeno capito che cosa dovremmo fare!. Dovremmo cercare di decifrare quel pezzo di pergamena. Prima lo facciamo, prima veniamo via. E se mi becco una spina mentre cammino nel deserto, vengo da te per togliermela la provoc. Roberto lo guard assai male. Sembrava indeciso se aprire bocca, o lasciar correre. Lasci correre perch subito Giulia sibil: Non ti curerei MAI!. Forse cambierai idea le rispose con calma Benjamin. La faccia finita gli disse Roberto E solo capace di pensare ai soldi? Non so quanto ci pagherebbero intervenne Edoardo preoccupato per la tensione che stava surriscaldando gli animi non lho chiesto agli agenti del Vaticano, e non mi sarebbe mai venuto in mente di domandarlo, comunque. Questo solo un incontro preliminare. Non ha senso parlare di denaro, ora. E finiamola qui, per piacere tagli corto. Nel corso della serata per la prima volta aveva perso la pazienza. Benjmian se ne accorse e cerc di non urtarlo pi. Allora, cosa decidete? si rivolese Laura a tutti per tirare le fila della discussione. Io non andrei mai rispose dura e risoluta Giulia se non capisco una cosa, non ha senso che la faccia. Le pareva di aver appena pronunciato unaffermazione lapalissiana come il teorema di Pitagora. Neppure io si un deciso Roberto. Io nooo! url Grazia dalla stanza accanto. Evidentemente doveva aver sentito anche lei, e si premurava di dare la sua risposta. Neanche a me pare una cosa fattibile sentenzi Edoardo. Eppure c qualcosa che non mi torna Per come conosco lambiente vaticano, non credo in uno sbaglio. Se vi hanno mandato il telegramma con la proposta di lavoro, chiamiamola cos, un motivo c. Anche se per il momento sembra sfuggirci.
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Per me il motivo principale della validit di questo progetto e badate che io pure, la prima volta, lho criticato sta nel fatto che siete stati scelti: voi e me. Esattamente noi, e non altri. Presumo sicuramente che in Vaticano ci forniranno altri particolari che al momento ci sono ignoti, ma che potrebbero spiegare questo mistero. C ancora tempo per decidere: fino a domani alle tredici, quando torneranno qui gli agenti del Vaticano. Potrebbe essere la nostra occasione doro: non dobbiamo buttarla al vento solo perch vogliamo capire tutto subito!. Ben detto Righetti! esclam estremamente soddisfatto Benjamin. Sono perfettamente daccordo. Credo di essere nel giusto quando penso di essere lunico che partirebbe anche adesso. Voglio che lo sappiate: tutta questa avventura mi piace un sacco!. Edoardo ringrazi con un cenno del capo per il calore dimostrato nella risposta dallamericano, e prosegu nella sua arringa: E poi parlo anche come credente qui sapeva di mettersi un po a nudo, ma decise di correre il rischio: Non so voi, ma io sono un cattolico praticante e credo nella figura e nelloperato del Santo Padre. E vero che il Vaticano, con tutto il suo apparato burocratico, pu far pensare pi al motore di una prospera industria che ad un luogo dove vivono persone che simpegnano a vivere santamente, ma vi invito a non fermarvi solo alla facciata, costituita lo sappiamo da uffici, protocolli, manovre politiche, invidie e altre simili cose anche meschine. Io guardo pi in l, a quello che deve pensare e volere il card. Mac Collough con i suoi collaboratori, in comunione col Santo Padre. In fondo, il cardinale dipende direttamente dal Papa: lui sar sicuramente al corrente del progetto. Avrebbe voluto rivelare qualcosa di pi sulla Lettera ai Laodicesi, ad esempio dire che di questo si trattava: di una lettera apostolica, ma qualcosa lo trattenne. Per tutti gli anni che ho frequentato dallinterno quellambiente vi posso certamente dire che stanno facendo sul serio, credetemi. Dallesterno lapparato vaticano pu sembrare una fredda macchina che esegue ordini, e anchio non nego di essere stato scottato Vi potrete domandare perch, dopo essere stato
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messo da parte cos malamente, privato della docenza universitaria venti anni fa, io ora voglia ancora lavorare in questambiente che mi ha tradito e mi ha lasciato a casa, disoccupato, quando stavo per sposarmi. Ebbene vi dico che non lo so. Non nego che nutro una certa serie di dubbi a riguardo, tuttavia ne sono affascinato. Vi assicuro che veramente il manoscritto in questione importantissimo, mi verrebbe da paragonarlo ai rotoli di Qumran ritrovati il secolo scorso, che hanno rivoluzionato la storiografia del periodo in cui nacque Cristo. Per me, non lo nego, sarebbe un po una seconda possibilit di tornare ai miei vecchi studi ed interessi universitari, e anche una seconda occasione di successo concluse. Anchio sono cattolico rispose Benjamin esternando un sorriso della massima cordialit Senta, mettiamo da parte i formalismi. Posso chiamarla per nome, dandole del tu?. Certo, Benjamin. Lo stesso vale per me, vero? gli fece eco Edoardo. Sai, pensavo fossi protestante. No, i miei genitori sono cattolici. Ho anche frequentato scuole cattoliche. Siamo un gruppo forte in America!. Ehi, basta con questo tte--tte esclam Giulia spazientita. Io non vado pi in chiesa da una vita. Siete contenti? e lanci loro unocchiata inceneritrice. Per me non un problema disse Benjamin ognuno libero di professare la fede che vuole, o la non-fede. Stiamo andando troppo sul personale comment acida Giulia. Non mi piace. Oh, che male c? Roberto aveva preso la parola, non senza un po di fatica, lasciando trapelare una certa insicurezza nel tono di voce. Per ci teneva a dire la sua perch continu: Io mi sono riavvicinato da poco tempo alla chiesa. Ora vorrei continuare su questa strada e guard Giulia sottintendendo con lo sguardo un efficacissimo: Hai capito?. Sono felice per te, Roberto disse Edoardo, che evidentemente era passato al tu anche con lui. Roberto si sent un po pi a proprio agio. Benjamin si limit a sorridergli. Posso domandarti come successo?.

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Ho incontrato delle persone; allinizio ero scettico, non volevo accettare la loro proposta di approfondimento del significato e del valore dellessere cristiani. Ma piano piano mi sono accorto che gli incontri di preghiera, che mio malgrado ho iniziato a frequentare insieme a loro, scendevano come un balsamo dentro il mio cuore stanco e deluso. Adesso posso dire di aver scoperto che la fede non unesperienza solitaria, bens da vivere insieme. C una Chiesa che mi accompagna, ci sono dei fratelli. Non sono pi solo. tutta unaltra cosa rispetto a quando ero ragazzo e andavo in chiesa tanto per fare, solo per seguire le istruzioni dei genitori, per ricevere i sacramenti. Quella stata unesperienza adolescenziale, e devo ammettere che anche la mia fede era rimasta ferma a quella stagione della mia vita. Come per tutte le cose anche la fede deve diventare adulta intervenne Benjamin colpito da quella sincera testimonianza. Roberto gli sorrise e scosse affermativamente il capo. Che la fede sia unesperienza comunitaria un dato di fatto, Roberto. Pensa alle nostre comunit parrocchiali, alle associazioni, ai movimenti, ai conventi, agli ordini monastici e claustrali insomma, anche Ges si circondato degli apostoli, non rimasto da solo! Le esperienze solitarie esistono, penso a certe forme del monachesimo, ma sono pi circostanziate e rare disse Edoardo. Giulia, che non ne poteva pi di un cos becero sodalizio maschile, si alz scrollando le spalle e disse: Bh, se abbiamo finito gradirei tornare a casa! e guard torva Roberto. S, sono le 10.45 lanci una rapida occhiata al suo orologio ora di andare disse a malincuore. Proprio ora che ci stavamo conoscendo meglio: un peccato andare via adesso che non abbiamo ancora deciso niente di definitivo propose Benjamin, nel tentativo di venire in soccorso di Roberto. Si rivolse anche a Giulia: Lasciate passare ancora dieci minuti, per vedere se arriva il settimo, altrimenti andrete via. Ormai in tutti il tono informale aveva preso il sopravvento sul rigido formalismo dellinizio. A questora non arriver pi nessuno tronc secca.
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Beh, aspettare non costa nulla prov a buttare l Edoardo, solo fino alle undici. Roberto, andiamo a casa, per favore. Non stiamo pi ad ascoltare tutte queste assurdit!. E allung la mano per afferrare la sua borsa appoggiata sul tavolo. Potresti accompagnarla a casa e poi tornare qui. Che ne dici, Roberto? Cos aspettiamo il settimo uomo misterioso e discutiamo meglio. Benjamin aveva parlato nel suo solito tono scherzoso. Giulia lo guard di traverso. Non si pu. Io e Roberto abitiamo insieme sibil Giulia, tagliente come il vetriolo. Pronunci lultima parola scandendo bene le lettere. Aveva lespressione di una a cui sarebbe bastata una goccia in pi per far traboccare dalla bocca improperi ed insulti. Roberto si manteneva incerto sul da farsi, quando allimprovviso si sent scampanellare alla porta. Tutte le teste si voltarono a guardare lorologio appeso alla parete sopra il divano: le ventidue e cinquantacinque. Roberto emise un sospiro di sollievo, aveva dipinta in volto lespressione di un naufrago scampato alla tempesta, quando le nubi si diradano e spunta un raggio di sole. Benjamin esclam a gran voce: Avevo proprio voglia di sapere chi sarebbe stato il settimo. Magari non sono lunico americano!. La sua faccia era lemblema dellentusiasmo.

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XIV Laura guard il marito che tutti aspettavano quel momento si alz lentamente e si avvi verso la porta, curioso di conoscere quale fosse lultimo componente del gruppo. Mentre Edoardo era di l in corridoio, fece capolino Grazia dallo studio di Laura, esclamando: Fra cinque minuti sono da voi. Ho da aggiornarvi sui fatti del giorno Ci sono delle novit lasci la frase in sospeso e corse via. Le lancette della pendola procedevano con il loro inesorabile tic-tac. Scandivano il tempo come se dentro lantiquato oggetto fosse stato nascosto ed innescato il dispositivo di una bomba ad orologeria. La tensione diventava pi palpabile di minuto in minuto. Poi udirono distintamente due voci che si avvicinavano dal corridoio. Edoardo si ferm sotto la volta dingresso del salotto; la sua espressione, per, lasciava trapelare un insolito disagio, carico d una insofferenza che non riusciva a celare. Nessuno ci fece caso, ma lui si sentiva come se gli fosse stato sottratto da un ladro allimprovviso, senza il tempo di rendersene conto, il suo abitudinario savoir-faire. Adott una presentazione dai toni formali e cortesi, sperando che gli altri non si accorgessero del suo cambiamento dumore. Sono lieto di farvi conoscere il settimo ed ultimo membro di questo progetto di ricerca: un vecchio collega dei tempi delluniversit, il prof. Martin Fischer, tuttora noto archeologo professionista. E in quel momento fece il suo ingresso nella stanza luomo biondo che Giulia ricordava bene, per averlo visto solo il giorno prima in ospedale. Tutti parvero felicemente sorpresi. Tutti meno lei. Laura gli and incontro, dicendo semplicemente un: Martin, che piacere!. Lui fece un cenno col capo in risposta al suo saluto. Dopo di che fece lo stesso cenno in direzione degli altri.

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Benjamin era al settimo cielo. Si agitava sul divano, accompagnando i gesti con le consuete esclamazioni sue tipiche: Finalmente una persona adatta a portare avanti questo dannato progetto! Magari potr spiegarci qualcosa di pi di quanto sappiamo finora. Non che tu, Edoardo disse in direzione del padrone di casa, che lo scrutava rabbuiato non sia stato allaltezza, finora; tuttavia mi sembra che stiamo ancora brancolando nel buio. Roberto pareva palesemente soddisfatto. Solo Giulia non riusciva a staccare gli occhi di dosso dal nuovo venuto. Troppo forte era la sorpresa e lemozione di rivederlo l tra loro, in modo del tutto inaspettato. Cercava di darsi un contegno, reprimendo sguardi troppo allusivi, ma suo malgrado si ritrovava come ipnotizzata dalla presenza di quelluomo. Si ricord che ne aveva parlato a Roberto soltanto la sera prima. Per fortuna non gli aveva detto come si chiamava. Altrimenti ora Roberto si sarebbe accorto che, tanto per dirne una, quel paziente non era poi cos tanto malato. Giulia si era comportata come il suo ragazzo le aveva consigliato: Lascia perdere!. Ed infatti non aveva informato il primario, al contrario di quello che le era stato segretamente richiesto dalla zia del paziente. Giulia non se lera sentita di fare una cosa simile. Provava una certa ripugnanza per il modo in cui aveva agito la signora Pollmann verso di lei, prospettandole una ricompensa; in pi possedeva una buona opinione del dott. Albrigi, il vice-primario, anche se non capiva il perch di quelle dimissioni tanto frettolose. Sta di fatto che ora, in casa di Edoardo Righetti, di fronte a Martin Fischer, provava disagio al pensiero che lui sapeva della richiesta che sua zia le aveva fatto, e quel disagio aumentava al pensiero che, magari, Fischer potesse credere che lei avesse agito di conseguenza, allettata dalla futura ricompensa. Si sforzava di non pensarci, ma era come se avesse un mattone sullo stomaco. Dio, fa che non mi parli! pens Giulia tra s. E da quel momento cerc di tenere gli occhi bassi, sperando che lui non lavesse riconosciuta.

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Martin sfoggiava un soprabito elegante e molto costoso, a giudicare dalla foggia e dalle rifiniture. Al momento, per, era tutto fradicio di pioggia, e portava calcato sulla testa un cappello a falde larghe, perfettamente combinato col soprabito. Si lev il pesante soprabito e il cappello, zeppo dacqua anchesso, per darli ad Edoardo. Vado ad appenderlo allentrata, sperando ci sia posto! disse Edoardo. E scomparve di nuovo dietro larco, verso il corridoio. Martin, che sotto limpermeabile indossava una giacca a quadri scozzese con cravatta e dei pantaloni di lana finissima, and a scaldarsi vicino al caminetto. Passando davanti agli altri, Roberto non pot fare a meno di notare lestrema ricercatezza dei suoi abiti e laccuratezza con cui li indossava. Si sarebbe potuto credere finanche che da giovane avesse fatto lindossatore. Il suo portamento era alto, fiero, pareva possedere lo spirito di un guerriero mentre incedeva sicuro verso il fuoco. I lineamenti del suo viso sembravano scolpiti da una mano dartista che nellinsieme pareva si fosse ispirato ad uno dei personaggi dei quadri romantici: un viso estremamente bello ma in ombra, un corpo slanciato, robusto, armonioso, stagliato su uno sfondo temporalesco, la fronte spaziosa, i capelli biondi, ricci, che gli ricadevano a ciocche folte sugli orecchi, il naso aquilino leggermente a punta, la bocca piccola e sensuale. Sembrava la statua di un Apollo greco, mentre era fermo davanti al caminetto, girato, dando la schiena agli altri del gruppo. Roberto, che aveva osservato attentamente i lineamenti del suo viso e il portamento generale mentre gli passava accanto, torn a guardare i suoi jeans consunti e le sue scarpe da ginnastica ed avvert nel suo animo un moto dinvidia. Non fece nulla per dissimularlo. Per di pi aveva notato latteggiamento strano di Giulia, la quale aveva smesso allistante di fare listerica. Benjamin era il solo che apparentemente era rimasto s stesso, ma Roberto aveva fatto in tempo ad osservare un guizzo negli occhi dellamericano mentre Martin attraversava la stanza.

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Edoardo fece subito ritorno nel salotto. Rimasto in piedi sotto larco, disse rivolto a Martin: D anche a loro quello che hai iniziato a dirmi prima, nellanticamera, quando sei arrivato. Martin si volt, girando le spalle al camino, e con un tono freddo ed accademico cominci a raccontare: La pergamena di cui stavate parlando prima che arrivassi, lho scoperta io in Cappadocia tre anni fa. Stavo lavorando nei sotterranei di un antico monastero disabitato, rimasto per fortunatamente in piedi e abbastanza intatto, quando vi ho letteralmente sbattuto contro. Era accuratamente ripiegata e nascosta in un angolo morto del sotterraneo, accanto ad una colonna portante, un punto sempre al buio, sporco e ricoperto di sabbia e detriti. Era arrotolata. Se non ci avessi messo per caso gli occhi proprio sopra, non lavrei mai vista. Lho presa, lho pulita e con la mia equipe di ricerca labbiamo portata al museo della citt, domandando di essere ricevuti dal direttore. Lui ascolt la storia, diede unocchiata al ritrovamento, e ci mand allistante dal sovrintendente alle belle arti di Ankara. Nel frattempo avvertii la curia turca, la quale si mosse subito in maniera esemplare, riuscendo a farsi assegnare dallo stato la custodia del manoscritto, vergato in greco antico. Per tutti questi motivi, insieme anche ad una certa insistenza del Vescovo, la sovrintendenza lo lasci definitivamente alla Curia vescovile, la quale per me lo tolse per un anno per mostrarlo ad altri studiosi. Quando saccorse che sorgevano sempre gli stessi interrogativi, tornarono da me. Venerd scorso, in tarda mattinata, sono stato nuovamente ricontattato dal Vaticano: ho saputo che per il manoscritto era stato allestito un vero e proprio gruppo di ricerca che ne curasse la traduzione e lapparato critico. C un ulteriore complicazione dovuta al fatto che sulla pergamena in questione sono presenti delle note a margine di cui non si capisce il significato, come degli appunti incomprensibili. Il lavoro pi arduo scoprire cosa significhino. Naturalmente il fatto che compaiano queste note, secondo me, un elemento che gioca a favore della veridicit del testo, che risulta databile tra il V ed il X secolo d.C.; dallanalisi microscopica del materiale residuale imprigionato nelle fibre
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della pergamena (pollini e quantaltro), questa sembra risalire alla regione dove sorgeva lantica citt di Laodicea, e con tutta probabilit si tratta di una Lettera dellapostolo Paolo. La Lettera di San Paolo ai Laodicesi. Era andata perduta: ora stata ritrovata. Ho accettato il lavoro con riserve. Prima volevo conoscervi, a parte te, naturalmente, Edoardo. Mentre parlava aveva usato un tono asciutto e distaccato, con il risultato di rendersi maggiormente antipatico ogni minuto che passava. Alla fine tutti lo stavano guardando con unaria vagamente disgustata. Ma Martin non sembr scomporsi. Con aria imperturbabile inizi a distribuire ai presenti alcune cartine della Turchia antica per mostrare dove si trovassero la citt di Laodicea ed il luogo del ritrovamento della pergamena, il cui sito archeologico come aveva spiegato era ubicato nella regione della Cappadocia; al momento della distribuzione cerchi con un pennarello rosso il luogo doce sorgeva la chiesa rupestre in cui era venuto alla luce il prezioso reperto.

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Esaurita la spiegazione aspett che si presentassero. Benjamin batt tutti in velocit, intervenendo per primo nelle presentazioni che erano rimaste da fare: Io sono Benjamin Tolosa. Sono un giornalista americano, e lavoro nella redazione del maggiore quotidiano italiano come reporter. Da quello che ho capito, dovrei mettermi a disposizione per lufficio stampa in questo lavoro. E gli tese la mano. Martin gliela strinse, accennando ad un lieve sorriso. Poi fu la volta di Roberto: Roberto Sperati, tecnico programmatore disse porgendogli anche lui la mano. Laltro gliela strinse rimanendo impassibile. Giulia si limit a dire il suo nome rimanendo seduta. Anche con lei Martin rimase neutrale e distaccato, impenetrabile. Benjamin riprese la parola dicendo: Di l c la mia direttrice, Grazia Tommasoni. Anche lei fa parte del gruppo ment. Come lei sapr dai giornali, stata eletta da poco direttrice dal consiglio di redazione, a seguito delle precipitose dimissioni dellex-direttore, invischiato nello scandalo delle Stelle Spezzate. Il Consiglio di Amministrazione dovrebbe decidere a breve se revocarle la nomina o confermargliela. Naturalmente tutti in redazione ci auguriamo che Grazia venga confermata. E una validissima giornalista, esperta nel suo settore. Ha letto tutto il polverone che sta venendo sollevato dai giornali in questi giorni? Martin annu col capo e intrecci le mani dietro la schiena. Bene disse per me si pu cominciare anche domani. Martin, tu stai correndo troppo intervenne Edoardo allarmato, intendendo farsi portavoce del sentimento generale del gruppo. Spiegaci, secondo te, perch siamo stati scelti proprio noi, con le nostre competenze certo non esaustive, per questo importantissimo e delicatissimo progetto del Vaticano. Mi risulta estremamente difficile da capire. La cosa io la vedo cos: occorrer recarsi l per fare delle ricerche. In Turchia voglio dire. Ogni ricerca archeologica va fatta sul campo. Io e te, Edoardo, daremo una prima occhiata da vicino. I colleghi giornalisti costituiranno lufficio stampa: rilasceranno dispacci alle agenzie, interviste ed altro ancora.
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Maggiore sar la pubblicit, maggiore sar la possibilit che si facciano avanti potenziali sponsor interessati allimpresa, desiderosi che il loro nome compaia tra i mecenati della traduzione della Lettera ai Laodicesi. Daltronde essa un tesoro per tutta lumanit: naturale che anche altri, oltre al Vaticano, vogliano partecipare alla gloria e agli utili che ne deriveranno; provate solo a pensare ai suoi vari utilizzi: esporla nei musei, effettuare riprese documentaristiche immaginate che giro di soldi si verr a creare!. A Edoardo non piaceva molto che Martin parlasse cos, in termini di vile denaro, di una Lettera Apostolica. Era un po come ridurre una cosa pia, uno scritto di pugno di un qualche santo, ad una mera fabbrica di soldi. Per la verit non gli piaceva nemmeno come Martin non si fosse fatto alcun problema a rivelare cos precipitosamente, e senza tatto alcuno, che il manoscritto in questione era nientemeno che uno scritto di San Paolo. Tutta la faccenda gli dava sommo fastidio, e non gli era certo sfuggita laria di arroganza e superiorit che sprizzava dallarcheologo. Tuttavia non lo interruppe. Si limit a guardare verso dove era seduto Benjamin: era curioso di osservare la reazione dellamericano a tanta noiosa saccenteria. Ma lui stava ascoltando attentamente, lo sguardo fisso su Martin che continuava a raccontare in maniera pedante. Martin prosegu nella sua accurata spiegazione. Il tono di voce era sempre noiosamente formale: Il collega programmatore ci aiuter a non perdere tempo prezioso. Una nuova branca dellarcheologia moderna utilizza i mezzi informatici per potenziare e velocizzare la ricerca, perch il profitto che scaturir dalle scoperte archeologiche sar direttamente proporzionale alla tempestivit della ricerca. Una ricerca proficua e veloce vale pi di una lenta e dispersiva: sia in termini di immagine, che in termini di sponsor. Ergo, il dottor Sperati dovr occuparsi di studiare i programmi di traduzione simultanea e combinata, forse dovr scriverne uno apposito, e la licenza in tal caso ovviamente sar sua. Potrebbe farci un bel mucchio di soldi, quando la vender a qualche software house. Pu darsi che dovremo incrociare il greco antico con altre lingue dello stesso periodo, per decifrare le
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spinose note a margine. Penso che di queste vi avr gi parlato Edoardo. I presenti annuirono. Soltanto Roberto alz la testa per prendere coraggio, dicendo: Io non sono laureato. Tuttavia far del mio meglio. Roberto vedeva davanti a s, in questo progetto, il riscatto tanto agognato. Ma Martin gli scocc uno sguardo di commiserazione. Poi and avanti: Il computer ci serve. E indubitabile. Ci aiuter con la prova delle combinazioni dei frammenti di pergamena rimastici di quel periodo e di quellarea geografica; alla fine tutto si riduce al solito calcolo delle probabilit. La nostra pergamena, infatti, inframmezzata da alcuni buchi: si tratta pertanto di verificare se tra i frammenti pervenutici da quello stesso periodo storico e posizione geografica, non ce ne sia per caso qualcuno corrispondente alle dimensioni e alla sagoma dei buchi sul nostro reperto, ma di questo avr modo di occuparsi in dettaglio lesperto del gruppo. Stranamente non guard Roberto. Pareva sdegnarlo e non curarsi della sua presenza. Come ho gi detto prima, bisogner andare sul posto a scoprire indizi. Una volta l, i nostri nomi conteranno parecchio. Se riusciremo nellintento, essi saranno pronunciati con venerazione attraverso la risonanza mondiale dei media. Che nel mezzo del deserto turco ci sia io o un mio collega di Oxford, faremmo pi o meno la stessa cosa, non trovate? Per ci sono io. E ci siete voi. Non so perch abbiano scelto proprio noi. Ma a me sta bene cos. Anzi, mi reputo fortunato, perch diventeremo tutti famosi. Pi Roberto lo guardava e pi lo trovava decisamente insopportabile. A parte il fatto che Martin sembrava possedere al massimo grado unaria snob e aristocratica che gli conferiva unaura di austera misteriosit, trattava Edoardo e Benjamin come suoi pari, mentre lui e Giulia venivano sistematicamente ignorati, era troppo evidente. Arriv anche a pensare che se non fossero esistiti, sarebbe stata la stessa cosa per Martin. Una voce forte e risoluta dentro di s gli suggeriva: Fagliela pagare a quel fantoccio fanatico!. Per, di fronte allatteggiamento sprezzante di Martin, anche laltra vocina, quella pi esile, si era affacciata e ora gli stava insinuando che, forse, non era il caso di mettersi contro
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uno come Martin. Stai alla larga da uno cos gli suggeriva. Non saggio che ti arrabbi con quello l evidente che si sente una specie di divinit nel suo campo di lavoro; b, tu lascia che lo pensi pure e cavati al pi presto da questa situazione. Devi dire: mi dispiace, ma non posso proprio impegnarmi. Arrivederci. Senza contare che Giulia era divenuta improvvisamente taciturna, e lui non riusciva a spiegarsene il motivo. Probabilmente arrabbiatissima con me sospett. Ma non ne era del tutto convinto. Per non aggravare ancora di pi la situazione con la sua compagna, si alz in piedi per congedarsi. Prevalse dentro di lui la vocina flebile. Beh, mi pare che la situazione sia arrivata ad un punto morto. Signori, io sinceramente non saprei come aiutarvi. Quindi sono del parere di restarmene fuori da tutta questa faccenda. Troverete qualche altro programmatore pi bravo di me disse; ed aggiunse, con una leggera smorfia mista di rammarico e di disincanto: Non sar poi cos difficile, vedrete. Ma il telegramma lhai ricevuto tu protest energicamente Benjamin non se ne parla nemmeno. Lass in alto vogliono te. E guard gli altri come per cercare approvazione. Martin non disse niente. Roberto era al limite della sopportazione con quellamericano. Gli veniva da alzarsi e prenderlo a pugni. Edoardo non sapeva che dire: gli si leggeva in faccia che non sapeva che posizione assumere. Se rincuorare Roberto, esortandolo a dare la sua disponibilit, o lasciarlo stare rispettando la decisione appena presa. Roberto pens che lindecisione di Edoardo fosse dovuta al fatto che lui stesso non credeva pi di tanto nel progetto. Lo osserv meglio: probabilmente se fosse stato solo per lui, avrebbe lasciato perdere. Ma era come se stesse affrontando un combattimento interiore. Ora che era entrato in scena Martin, ad Edoardo la cosa doveva apparire pi seria e affascinante. Alla fine prevalse nel padrone di casa un guizzo di orgoglio, forse per prendere le distanze da Martin che si comportava come se lui fosse stato il capo, e tutti gli altri i suoi sottoposti.
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Se devo essere sincero rispose a Roberto allargando le braccia, dando cos limpressione di accompagnare le parole con un gesto di apertura nei suoi confronti vorrei te, Roberto, nella nostra equipe. Non sono ancora convinto del tutto di accettare questofferta di lavoro, ma se accettassi di condurla e sottoline il termine perch tutti capissero che il capo potenziale era lui io voglio te. Ti ho conosciuto e sono soddisfatto. Anchio propendo per ritenere che qualcuno ci ha selezionati, in base a qualche motivo a noi sconosciuto, e non dobbiamo tirarci indietro. O tutti o nessuno. O tutti o nessuno, ben detto, Edoardo! Benjamin era raggiante. Hai colto perfettamente lo spirito di questo lavoro. Noi saremo uniti in un solo grande intento: restituire allumanit un testo di incalcolabile valore. Pensate: se questo manoscritto davvero cos importante come sembra, finiremo sui libri di testo delle scuole. Saremo citati sui manuali di archeologia e di teologia. Noi sette: ci pensate!?. Giulia, per la prima volta dallapparizione di Martin, sorrise. Si volt a guardare Roberto. Dai tratti del viso appariva visibilmente pi distesa e rilassata, come se lidea della celebrit le fosse pian piano entrata in testa, e le piacesse molto. Abbozz una mezza frase, sottovoce, pi rivolta al suo ragazzo che agli altri: Io non butterei via questa occasione, Roberto mi sembra che ci potresti lavorare sopra. Nei ritagli di tempo, insomma, voglio dire. Poi se la cosa dovesse veramente prendere piede come si sta progettando, allora le potresti dare pi spazio. Deciderai in seguito se possibile, limportante che non ti lasci sfuggire questa possibilit. Cose di questo tipo capitano una volta sola nella vita. Sei attratta soltanto dallidea del successo e della fama le rispose lui, che continuava a nutrire seri dubbi sul lavoro e scarsa fiducia nelle sue capacit. Ragiona: secondo me c una possibilit su mille di riuscire a mettere in piedi qualcosa di valido. Non ci conosciamo neanche tra di noi! Ma che razza di lavoro potrebbe venirne fuori!? Quanto a me, poi, dovrei cominciare a studiare da zero certi programmi di analisi dei testi e di traduzione simultanea Non so proprio dove trovare il tempo, e la voglia.

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Sono tutte scuse ribatt lei. Cominciava a tirar fuori la grinta. E che non ti va perch questo lavoro non ti ispira. Perch non ci credi! trattenne a stento la voce, ma si vedeva benissimo che avrebbe voluto gridarglielo in faccia. Beh s. E se anche cos? Potr avere dei dubbi, e scusa tanto se li ho, ma mi sembra la cosa pi normale del mondo. Non normale perdere unoccasione simile! ringhi lei. Tu non sei normale le url lui perdendo la pazienza. Solo 20 minuti fa volevi andartene via a tutti i costi! Ora dopo che il signor Fischer Roberto pronunci il suo nome a denti strettissimi ha dipinto un futuro dorato per chi riuscir nella difficile impresa di tradurre questo manoscritto, che per inciso non so da cosa arguisce che ci riusciremo, ecco che tu cambi idea e ci caschi come unallocca! Per piacere: svegliati e torna con i piedi per terra. Lei lo guardava torva. Sembrava tremasse di rabbia, ma lui continu sullo stesso tono: Per me non ce la faremo. Non mi sento a mio agio, non conosco nessuno del gruppo a sufficienza per riuscire a lavorare serenamente. Credo proprio che non ce la far: per questo non me la sento di prendermi un impegno simile. Tu non ti senti allaltezza di prenderti un impegno simile! sibil lei. A queste parole Roberto si sent trafitto dalla cruda verit. Se ne accorse subito e si fece scurissimo in volto. Io vado a casa disse senza guardarla. Se vuoi andiamo. Se decidi di restare, fatti accompagnare a casa da un taxi e si avvi verso la porta. Un attimo prima di oltrepassarla si ricord che nella stanza cerano anche gli altri, che avevano assistito sbigottiti a quella lite. Si ferm e si gir verso di loro: erano tutti muti come statue di pietra. Scusatemi. La mia ragazza dice che sono un vigliacco. Credete quello che vi pare. Io me ne torno a casa. Piacere di avervi conosciuto. Parl stancamente, senza energia n entusiasmo nella voce, come avesse perso ogni gioia di vivere. Edoardo, che era rimasto impietrito come gli altri, si riscosse velocemente e gli corse dietro. Si udivano i due parlottare nel corridoio. Gli occhi degli altri erano tutti puntati su Giulia. Martin gir le spalle al gruppo, e si mise a guardare
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il caminetto. Forse voleva scaldarsi i piedi, o le gambe, dato che i suoi stessi vestiti parevano ancora umidi. Comunque era chiaro che voleva rimanere fuori da quella bega. Laura non sapeva che fare o che dire, mentre il marito era di l, da solo, a trattare con il primo membro del gruppo che dava segno di resa completa e definitiva. Benjamin disapprovava la sfuriata, ma gli faceva anche pena la fanciulla, per cui le disse in tono amichevole: Ti prego, non lasciarlo andare via cos triste e sfiduciato! Abbi un po di comprensione per il tuo fidanzato!. E lecito avere dei dubbi intervenne Laura, che per non se la sent di usare lo stesso tono informale dellamericano: limportante risolverli insieme. Vada a parlargli. Non lasciarlo da solo torn a esortare Benjamin. Commossa dalle parole appena pronunciate appositamente per lei, e un po vergognandosi di aver perso in cos malo modo la calma, Giulia usc dalla stanza e raggiunse Roberto ed Edoardo in corridoio. Roberto aveva gi indossato la giacca a vento e stava per andarsene. Quando la vide si arrest e attese. Quando gli fu davanti, lei gli sussurr piano: Scusami, ho esagerato. Sentiamo solo il parere di tutti prima di andare via. Ti chiedo soltanto questo, prima di andare via. Poi il signor Righetti riferir tutti i pareri, e sar il Vaticano, allora, a decidere. S, giusto, ha detto bene, signorina approv Edoardo, al quale parve un discorso saggio. E rivolgendosi a Roberto: Penso che far proprio cos: raccoglier i pareri di tutti quanti, e poi domani alle tredici, davanti agli inviati del Vaticano, glieli riferir con precisione, senza tralasciarne alcuno. Ci penser lufficio del Card. Mac Collough a sbrigarsela e se tu cambi idea non devi fare altro che dirmelo entro domani. Roberto capitol, e tutti e tre tornarono in sala. Anche Giulia nel frattempo aveva gi indossato il cappotto, pronta per andarsene; ad un primo colpo docchio sembrava aver fatto pace con Roberto. Edoardo spieg che avrebbe sentito le opinioni di tutti e le avrebbe riferite al suo diretto superiore, responsabile del progetto.
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Benjamin conferm entusiasta la sua adesione incondizionata. Senza ombra di dubbio era il pi idealista. Martin si limit a confermare un: Io ci sto, sottolineando io, come se gli altri non gli interessassero. Giulia sorrise, azzardando un: Mi piacerebbe provarci. In effetti ho cambiato idea. Prima ero spaventata dalla prospettiva del viaggio in Turchia, ma adesso mi sembra che tutto sommato siamo una buona squadra, mi sento pi incoraggiata. Accanto a lei Roberto non disse nulla. Edoardo lo prese per un no, anche se il proverbio dice: Chi tace acconsente. Quanto a s stesso esclam: Vada per la maggioranza. Comunque io ci rifletter s questa notte. Speriamo che il sonno porti consiglio, come si suol dire. Alla fine di tutto parve alquanto sollevato. Laura gli sorrise, lasciando trapelare per un velo di preoccupazione. Far tutto quello che posso per aiutarvi disse risoluta. Manca solo Grazia esclam Benjamin allegro, vado a chiamarla! e si allontan in un baleno. Altrettanto velocemente li rividero comparire: questa volta per era lui ad avere la faccia allarmata e gli era anche sparita la consueta espressione gioviale dal volto. Grazia si piant in mezzo alla stanza, esclamando a voce alta: In queste ore il Parlamento deve votare la fiducia al governo. E un momento cruciale. Sono stati scoperti altri tre esponenti del governo appartenenti alle Stelle Spezzate. E un autentico stillicidio, non finisce pi. Sta succedendo il finimondo a Montecitorio: vi lascio immaginare. Quelli dellopposizione hanno paura che ancora un poco e venga fuori che anche il Presidente del Consiglio e le pi alte cariche siano coinvolte. Naturalmente il governo sdrammatizza e assicura che si tratta di casi isolati. Ma la paura fortissima. E in pericolo lesistenza stessa delle nostre istituzioni. Non so se mi spiego. Mi dispiace, ma non posso mollare il giornale. Non se ne parla nemmeno. Ho gi spedito una e-mail per avvisare quelli della redazione che rientrer a Milano domani mattina prestissimo. Quanto a te, Benjamin e si volt a guardare lamericano il tuo compito per ora di fare unottima cronaca da qui. Resta e facci sapere tutto quello che sta succedendo in questi attimi cruciali. Ti consiglio di venire di l con me, nello
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studio, e di dare unocchiata tu stesso ai resoconti in tempo reale delle agenzie stampa. Parlava scandendo bene le parole, ma era trafelata e spossata. Benjamin assunse unespressione di malavoglia sul viso e le rispose: Agli ordini, capo. Tuttavia aggiunse: Mi tengo comunque a disposizione per questo progetto. Edoardo gli fece cenno col capo che aveva capito. Grazia, che si sentiva completamente coinvolta nella situazione di pericolo in cui versava il paese, continu sullo stesso tono: E poi il Consiglio di Amministrazione del giornale sta per nominare il nuovo direttore del giornale. Dovrebbe riconfermarmi, forse, me lo auguro sta di fatto che devo fare del mio meglio. E vi assicuro che mia intenzione non deludere nessuno, n i lettori del giornale, n la redazione, n tanto meno il consiglio di amministrazione. Devo tenermi disponibile a qualsiasi nuovo ordine che potrei ricevere concluse. A questo punto Benjamin, esasperato da cos tanta miopia sul progetto del Vaticano, si piazz davanti alla sua collega, come per persuaderla del contrario: Ma Grazia, usa la tua testa adesso e rispondimi. Non pensi che potrebbe esserci un collegamento tra le Stelle Spezzate, che sembrano perseguire la destabilizzazione del paese ad ogni costo, ed il manoscritto? Lo so che la sto sparando grossa, ma pensaci bene: tutti i personaggi affiliati al movimento eversivo sono uomini di cultura, pensa solo al nostro direttore e ai suoi collaboratori. Ora, in pi, si aggiungono anche un ministro e due sottosegretari, se ho ben capito quello che ho letto mentre ero di l con te, come se questo gruppo schifoso fiutasse per proprio conto una pista segreta e se stessero cercando qualcosa? Se volessero appropriarsi loro della Lettera ai Laodicesi per venderla, camuffarla, deriderla, distruggerla o che so io? Magari contiene qualche informazione segreta! C sempre il fatto delle note a margine che anche per gli esperti del Vaticano sono risultate incomprensibili: e se contenessero una qualche spiegazione sul futuro prossimo della terra?! Dai, Benjamin, non venire fuori con queste idiozie, per favore. Il passato lascialo dov. E poi, da quanto ho capito,
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questo manoscritto gi stato rivoltato come un calzino da unequipe di studiosi eccellenti. E tu adesso vorresti farmi credere che voi sareste pi esperti degli esperti? ironizz Grazia con un mezzo sorriso. Saremo pi fortunati, se il cielo ci aiuta la redargu Benjamin. Se andiamo daccordo e ci aiutiamo come una squadra affiatata vedrai che ci riusciremo. Tutti i normali gruppi di ricerca finiscono per aggrovigliarsi in dispute velenose tra i componenti, che si stimano tutti gran cervelloni. Per cui uno non vuole conformarsi a quello che dice un altro, anche se questaltro ha ragione. E cos facendo, il gruppo naufraga. E voi cosa avreste in pi di unequipe esperta e famosa? lo pungol. Che non siamo esperti. Tanto meno ai massimi livelli. Per questo dobbiamo aiutarci, veramente. Altrimenti tanto vale rimanere a casa, e non cominciare nemmeno. Hai ragione disse Edoardo Forse hanno pensato proprio questo, nel convocarci qui, stasera. Grazia, sempre in piedi in mezzo alla stanza, scrut Benjamin. Non si era ancora spostato e rimaneva ben posizionato di fronte a lei. Era come un nemico da superare, se lei voleva ottenere che lui si sedesse o almeno si spostasse. Ma lamericano era un osso duro. Aveva parlato buttando fuori adrenalina da tutti i pori, ed era ancora carico di tensione. Aveva tenuto il tono concitato di chi crede a tutto quello che dice, e ci mette lanima nel cercare di convincere anche gli altri. Grazia doveva far s che quella commedia finisse, ed al pi presto. Cambi tattica: Benjamin, per favore, non farneticare. Io rischio il posto se non scrivo i miei articoli ed eseguo il mio dovere di direttrice. Ho il giornale da seguire, prima di tutto. E un momento cruciale, per. Lhai detto tu stessa riprese. Sembrava animato da un fuoco interiore che lo divorava pensaci bene: devi accorgertene! Le due cose sono sicuramente collegate. Diavolo: come fai a non rendertene conto!? Edoardo cerc di mediare. Si alz in piedi anche lui per esprimere il proprio parere: Ma se anche fosse, se cio le due
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cose fossero veramente intrecciate tra loro, la qui presente direttrice dovrebbe comunque lavorare. Come farebbe a seguirci? obbiett. Ma la farei io la rassegna stampa! proruppe Benjamin, come annunciasse la soluzione difficilissima di un rebus. E poi rivolto a Grazia: Tu mi affiancheresti ogni tanto, giusto quando puoi. Ma sei pazzo?! Perderei la faccia inseguendo un progetto di lavoro come il vostro! E poi, Benjamin, tu avrai da seguire i tuoi filoni di inchiesta. Non ti potrei mai assegnare degli articoli su qualcosa di ancora non ben definito. Hai un nome importante da difendere. Che figura ci faresti?! rispose Grazia spazientita. Mi far dare questa inchiesta. Che tu lo voglia o no. Non ne voglio altre sbuff sicuro di s. Ma non hai uno straccio di prova per convincere gli altri, su al giornale, che quello che dici sia vero!. Benjamin la guard per un attimo non sapendo cosa replicare. Era stato davvero messo alle strette e con tutte le sue forze cercava qualche appiglio per difendere ancora la sua tesi, che per era difficilmente sostenibile perch gli mancavano vere prove. Allimprovviso sent alle sue spalle una voce pacata: In tal senso posso aiutarla, signor Tolosa.

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XV Martin si era staccato dal fuoco ed aveva mosso qualche passo verso il centro della stanza, accanto ai due giornalisti che discutevano animatamente come due attori sul palcoscenico. Lei ha ragione, e mi congratulo per la sua perspicacia. Le dar tutte le prove che vuole. Tutti lo guardarono esterrefatti. Prima ancora che Benjamin potesse aprir bocca per dire qualcosa, Martin prosegu: Sono io il responsabile che ha fatto aprire linchiesta che sta falcidiando cos tanti nomi illustri. Io sono il cosiddetto pentito di cui hanno parlato i giornali: colui che prima faceva parte delle Stelle Spezzate, e ora non pi. Cadde un silenzio irreale nella stanza. Grazia era senza parole. Tutti gli altri ammutoliti. Da Edoardo trapelava unombra di disapprovazione quando esclam: Martin, eri dalla loro parte? Ma cosa ci stavi a fare?! Benjamin gongolava per la rivelazione appena ricevuta e per lenorme fiducia accordatagli da quello strano ed enigmatico individuo. Si pavoneggiava in mezzo a tutti per aver fatto centro in maniera cos brillante. Roberto e Giulia erano paralizzati dallo stupore. Dimenticarono in men che non si dica che stavano per andare a casa, e rimasero piantati in piedi insieme agli altri, infagottati nei loro cappotti. Nel frattempo la disapprovazione di Edoardo si era tramutata in aperto disgusto, e non si curava di celare il viso sempre pi ombroso ed incupito. Laura era bianca come un cencio. A Grazia non rimase che cedere. Mi arrendo disse infine. Se riuscirai a convincere me e la redazione nel farti dare linchiesta, fornendoci prove e fatti attendibili, ti appogger e far tutto il possibile per aiutarti. Tutti la applaudirono, tutti tranne Martin. Senza dubbio la confessione di Martin aveva avuto leffetto di ricompattarli tutti, a sorpresa, e nello stesso momento. La prima a muoversi fu Grazia, che corse di l perch squill il suo telefonino cellulare. Poi fu la volta di Edoardo che, come padrone di casa, prese subito la parola: Martin, ma c uninchiesta anche su di te, per caso?.

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No rispose. Sono rimasto in mezzo a loro per sei mesi. Mi avevano raggiunto con la scusa di scrivere un articolo per la loro rivista, Il crepuscolo dorato. E quasi stavano per riuscire ad incastrarmi. Sai, la loro una rivista che arriva solo per abbonamento, e devo dire che sono rimasto molto impressionato dal numero di abbonati. Arriva anche a semplici simpatizzanti, insegnanti, liberi professionisti. Apparentemente una rivista di cultura, solo molto ricercata, liberal e snob. E difficile, comunque, entrare nel suo circuito di distribuzione. E una cosa molto esclusiva e bisogna essere presentati da qualcuno che sia gi abbonato per sottoscrivere a propria volta labbonamento. Secondo me, tanti non hanno nemmeno capito che lorgano ufficiale di trasmissione delle idee del movimento. Ma iniziando da quelle pagine patinate, passi poi a leggere i loro scritti. I saggi degli articolisti di punta, intendo; quelli che scrivono quasi tutte le volte sulla rivista. Per inciso, trimestrale. Cominci a frequentare i loro salotti mondani, i circoli dintrattenimento. Naturalmente devi sempre essere presentato da uno che sia gi inserito a sua volta. E questo scatena nel neofita la ricerca spasmodica di farsi agganciare dai personaggi in vista dellentourage. E una lotta allultimo sangue, e anche allultimo euro. Cos facendo non ci si accorge, intanto, di aver gi iniziato a vedere le cose in un certo modo e il dado tratto. Diventi dei loro, senza accorgertene. E una metamorfosi seducente perch fa leva sullambizione smisurata delluomo a raggiungere le fonti del potere. Alletta e stuzzica lintelligenza delle persone attraverso lo sfoggio di unerudizione non convenzionale, cosicch si convinti di sapere quello che gli altri comuni mortali non sanno. Ma nel frattempo pi si frequentano i loro salotti e i loro ambienti, pi viene iniettato un veleno malefico che uccide linteresse per le cose normali, quelle di tutti i giorni, trovandole noiose, banalmente proletarie o borghesi, sciatte. Lapatia si trasforma pian piano in disgusto, e il disgusto in odio. Odio per la vita, per il prossimo. Per i familiari, che magari non sono nemmeno a conoscenza dei nostri interessi e di come li abbiamo approfonditi. Alla fine si arriva, senza nemmeno sapere come e perch, a giudicare con sprezzante alterigia e superiorit morale le vicende politiche e
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mondane che ti circondano, gonfi solo di una cieca volont di dominio sugli animi deboli. Le Stelle Spezzate non vogliono cambiare il mondo, n tanto meno salvarlo. Non vogliono redimerlo, come i cristiani. Non vogliono conquistarlo come i musulmani. No: niente proseliti, n con la predicazione, n con la forza bruta. Vogliono solo sedurre con il nettare delle loro idee, per mostrarne al mondo la forza. Per mostrare quanto gli altri, quelli che non la pensano come loro e rimangono fuori dai loro circuiti di comunicazione, siano degli stupidi, dei superstiziosi, dei poveri trogloditi che ragionano come uomini primitivi. Ma al posto della conoscenza del mondo cos come la si ottiene dai libri scolastici, non propongono nessuna nuova visione della realt e delle cose, al contrario di ci che accadeva, per esempio, per le ideologie del secolo scorso. Il capitalismo insisteva sulla necessit del libero mercato in modo che, esente da soffocanti leggi di regolamentazione, facesse da motore per diffondere sempre pi ricchezza tra i popoli. Il comunismo sovietico e poi il socialismo europeo hanno puntato invece sul bisogno di unelevazione dei ceti pi bassi fino ad un livello dignitoso di reddito, uguale per tutti. Solo che entrambi, cos facendo, hanno fatto dilagare la piaga della corruzione e del materialismo: sia i capitalisti, affamati di ricchezza tanto da far diventare il mercato soltanto il luogo dove vige la legge del pi forte; tanto i socialisti, nel tentativo di apparire i salvatori del mondo e i portatori della vera giustizia: quella che distribuisce tutto a tutti. Aderendo alle Stelle Spezzate si riceve solo un odio sviscerato per tutti i cittadini dellEuropa, e per lEuropa stessa. Per il resto si rimane vuoti dentro, e presto questo vuoto, questo non-senso, viene colmato dalla rabbia e dallorgoglio, dal disprezzo per la vita e da un odio feroce. E un circolo vizioso: il male che diventa sempre pi male assoluto. Non ne sarei mai uscito da solo. Ma successo un imprevisto: mi sono ammalato, gravemente e in quei momenti di sofferenza, mentre ero fermo a letto, mentre ricevevo le cure amorevoli di persone che si sono dimostrate
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veramente amiche, qualcosa dentro di me cambiato. Lodio instillatomi si incrinato, come un vaso che si rompe in mille pezzi. Il loro incantesimo si spezzato. Come hai fatto a lasciarli? gli chiese Edoardo, con interesse crescente. Anche gli altri non si erano persi una sillaba del suo racconto e non gli staccavano gli occhi di dosso. Il destino si rivelato pi forte delle loro malvagie trame. Mentre mi trovavo in un posto a svolgere ricerche per conto loro, in un bellissimo anfratto nella parete rocciosa a picco sulla spiaggia, non so come sono precipitato. Qualcuno mi ha raccolto da basso e mi ha portato allospedale per le prime cure: penso si trattasse di uno o due pescatori del luogo. Questo tale ha raccontato di avermi trovato svenuto sulla spiaggia. Per fortuna in quel punto non cerano scogli o sassi aguzzi. Per ho fatto un volo di sei o sette metri e ho riportato diverse contusioni e una frattura piuttosto grave alla gamba destra. Sono rimasto in ospedale quasi due mesi, per mi servito: lontano dai miei familiari, con il loro stile di vita dispendioso, e soprattutto lontano dai discorsi che si erano impressi in me frequentando le Stelle Spezzate, ho ritrovato il senno perduto. Il peggio venuto dopo. Una volta fuori dallospedale ho trascorso un periodo di convalescenza come ospite di un tale che avevo conosciuto nel mio stesso reparto. Aveva un piccolo negozio di rigattiere, una persona semplice e di buon cuore. Ma soprattutto tanto saggio e con cos tanto spirito pratico che la sua presenza stata per me benefica come un balsamo. Gli ho raccontato tutto e lui mi ha invitato a stare da lui quanto volevo. Tutto il tempo che mi sarebbe servito per riprendermi da quei mesi dinferno. Intanto le Stelle Spezzate hanno aspettato che fossi arrivato da quel piccolo negoziante, per venire a cercarmi. Quando hanno realizzato che non volevo pi collaborare con loro, sono passati alle minacce vere e proprie, finch hanno tentato di screditarmi sul lavoro facendomi passare per matto. I miei credono che io sia affetto da una fortissima depressione con tendenze suicide: sapete, per via del tuffo dalla scogliera. Ma di quella caduta io stesso non so ancora capacitarmi, so solo che non mi sono buttato di proposito, anche se non ho la
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bench minima idea di come sia potuto accadere. Forse ho perso i sensi, a causa delle crisi di diabete che ultimamente mi stanno capitando, sempre piuttosto forti. Giulia sobbalz a sentire quelle parole. Le rivelazioni che Martin stava inanellando una dopo laltra a proposito della sua vita privata confermavano lintuizione iniziale che le era sorta quando laveva conosciuto in ospedale. Era un uomo che aveva bisogno di aiuto. E non era cos malato come i suoi familiari volevano far credere a lei e al Primario. Tutto sommato, forse era stato un bene che Albrigi gli avesse fatto cessare gli psicofarmaci. Non hai paura che attentino alla tua stessa vita? gli chiese Edoardo preoccupato. Per un momento aveva messo da parte il torvo risentimento che prima aveva stampato in faccia. Lho messo in conto, per questo voglio aiutare chi, come il signor Tolosa, ha scelto di lavorare per stanare quelle carogne scellerate e portarle al tribunale della Corte Europea. Infatti serve un tribunale sovranazionale per giudicarli, perch sono ramificati in tutta lUnione, altrimenti ogni stato li tratterebbe in maniera diversa se li giudicasse per proprio conto, mentre sono tutti ugualmente colpevoli di cospirazione eversiva, anche se di fatto non c luso delle armi. Laura espose i suoi dubbi a riguardo: Ma come pu un tribunale sovranazionale come quello dellAja, specializzato in crimini contro lumanit, intervenire contro un movimento che, per quanto abbia valori assai discutibili, dimostra di non voler rovesciare gli stati con luso della forza? Ammesso sia questo quello che voglia. In Europa c libert di espressione. Viviamo tutti in stati democratici. A me sembra che, senza che li si trovi con le armi in mano, sia difficile incriminarli. Il proverbio dice che si uccide pi con la lingua che con la spada afferm Benjamin. Signora, questo movimento eversivo fin nel suo midollo, perch si propone come scopo finale la destabilizzazione dellUnione Europea. Ha presente gli scritti ritrovati in casa del mio ex-direttore? Ebbene, quelle pagine, cos come le ho potute leggere al momento della loro pubblicazione, si prefiggono di smembrare lUnione, colpendola al cuore: nel suo mercato. Nei suoi processi

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economici, nei suoi scambi commerciali, negli affari. E mi duole dirlo: ma non ci potrebbe essere arma pi potente. Laura sospir e abbass il capo, preoccupata. Il pericolo c ed incombe riprese Martin con nervosismo e apprensione visibili, agitando convulsamente le mani sudate le menti diaboliche che guidano lorganizzazione hanno capito che quando si vuole distruggere un continente si fa pi presto se si lede la sua economia. Vogliono far diventare lEuropa come era lAfrica il secolo scorso: un ammasso di stati poveri, non pi coesi tra di loro, indeboliti e bisognosi continuamente di aiuto, in guerra perpetua tra loro e dentro di loro. Gli europei ridotti alla fame, disoccupati, morenti. Pensate che scenario! Il loro progetto si gi in parte realizzato: dare vita, in ogni stato dellUnione, ad un piccolo gruppo che diffonda come un virus letale queste idee, celate sotto forma di suadenti percorsi culturali da proporre ad uomini ignari ma ambiziosi di eccellere nel campo della formazione e del sapere. E ora iniziata anche la seconda parte del piano: infondere paura nella popolazione dellUnione, per dare alla situazione attuale una concreta possibilit di destabilizzarsi a tutti i livelli: politico, economico, sociale. Stai parlando di un clima di paura come se fossimo in guerra. Ma dove la vedi? Mi dispiace deluderti, ma non ti seguo rispose perplesso Edoardo. Mi dispiace invece deludere la tua indiscussa perspicacia, ma siamo gi di fatto in guerra, mio caro amico. Le Stelle Spezzate corrompono lordine mondiale economico. Ci comporta instabilit, oscillazioni dei titoli in Borsa, crisi del mercato finanziario, ristagno degli scambi commerciali, perdita del potere di acquisto, inflazione, recessione. La storia insegna che gli uomini sono sempre scesi in piazza per difendere il prezzo del pane. Ma destabilizzare lordine economico solo lantefatto, la punta delliceberg. Il pi una guerra segreta, invisibile, sconosciuta alla maggior parte della popolazione, e noi qui presenti stasera siamo lavanguardia di quelli che la combatteranno. Ma per vincere un nemico cos ben nascosto, come un serpente che si cela in mezzo allerba alta,
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necessario colpirlo alla testa e schiacciargliela. E qui Martin tacque un istante e fece come per raccogliere le forze per dire qualcosa che gli riusciva difficile: Bisogna colpire le menti malvage a capo della cellula principale, la numero uno, quella da cui tutte le altre sono nate. Le Stelle Spezzate la chiamano Dimora Originaria e pochi, quasi nessuno, sa dove si trovi esattamente. Ci sono troppe cose che non capiamo interruppe Benjamin, troppi punti oscuri. Dov dunque questa Dimora Originaria? E dove sono questi segnali di guerra in atto? Quali sono stati i segni premonitori e le avvisaglie di tutto questo? E soprattutto, perch il Vaticano e non qualche altro organismo nazionale starebbe preparando il contrattacco? Scusa, ma da quando in qua la Chiesa autorizzata a combattere contro un movimento politico-culturale, per quanto fanatico e pericoloso?! La Chiesa pu combattere eresie, o esortare contro certi modi falsi e sbagliati di pensare e di agire, come ha fatto in passato. Come ha fatto, ad esempio, contro il nazismo e il comunismo nel secolo scorso. Pu emettere Encicliche, Esortazioni Apostoliche, pu radunare migliaia di persone in piazza, pu manifestare e protestare pacificamente, pu usare la sua Diplomazia, ma non pu combattere con le armi: oh bella, le crociate sono finite da un pezzo! . Anche Edoardo mostrava di condividere le stesse idee e disse rivolgendosi a Martin: Il nostro collega americano ha ragione. La Chiesa non pu combattere nel senso di reprimere con le armi o con qualcosa di simile. Le uniche armi della Chiesa sono la preghiera, i sacrifici, la carit verso i poveri insomma, la Chiesa vittoriosa quando unita al suo Signore, a Cristo, quando sale in croce con lui. Lo si visto nelle Chiese perseguitate dellEst Europa, della Russia ad esempio, durante i regimi comunisti del secolo scorso. Quelle Chiese hanno patito feroci persecuzioni: sterminio di fedeli e sacerdoti, divieto di celebrare, divieto di pregare, proibizione persino di tenere in casa la Bibbia ed altro ancora. Eppure quella sofferenza servita a purificare la fede di quei popoli; le persone che non hanno perso la fede, anche se in alcuni casi costato loro la vita, alla fine hanno visto la vittoria del Signore: il comunismo crollato. Dio fedele con il suo
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popolo. Se la Chiesa sta unita a Lui nelle persecuzioni, anche nei momenti difficili o cruciali come quello odierno di cui tu ci stai raccontando, Martin, allora il Signore si impegner certamente a salvare la sua Chiesa. Io ne sono profondamente convinto. Al sentire quelle parole il viso di Martin fu attraversato per un attimo da una smorfia di cattiveria. Ma fu cos rapida che nessuno la not. Riprese con calma: Non metto in dubbio che la Chiesa non possa combattere come fanno le singole nazioni, cio con luso della forza. E ovvio. Quello di cui lumanit ha bisogno, ora, di una chiara indicazione di dove si trovi la verit e di dove si celi, invece, linganno. E le Stelle Spezzate indubbiamente, pur presentandosi come lunica verit per gli uomini, di fatto sono un colossale errore. Il problema che i singoli stati, ormai, sono troppo deboli. Non possono fare molto per convincere la gente a non provare paura, odio, rancore, sete di vendetta, voglia esasperata di giustizia contro questo potente ma inafferrabile gruppo. Guardate lItalia: al punto in cui siamo arrivati non sappiamo se il governo riuscir a durare unaltra settimana; e anche fosse votata la sfiducia e si andasse a nuove elezioni, nessuno andrebbe a votare senza la paura e lincertezza sul futuro. Un macigno pesa sulle nostre teste: rendetevene conto. Non siamo pi sicuri di nulla. Anche il mio vicino di casa potrebbe far parte delle Stelle Spezzate. Guardatevi attorno! Lei un giornalista, signor Tolosa: queste cose dovrebbe saperle meglio di me. LItalia in una fase di recessione: la povert sta dilagando tra le fasce deboli della popolazione e lo stato non in grado di arginarla, n tanto meno di contrastarla. E marcio fin nelle ossa: ormai il virus arrivato fin dentro il Parlamento. Chi lo toglier ora? O forse lei pensa che, alla fine, tutto saggiuster? E forse cos ingenuo, signor Tolosa?. Benjamin per la prima volta rimase in silenzio, figurandosi mentalmente uno scenario da incubo. Martin prosegu. Io, insieme al Cardinale Mac Collough e al suo staff, Edoardo gli lanci unocchiataccia sentendo parlare con tanta familiarit del capo della sua missione pensiamo che le note a margine della Lettera ai Laodicesi siano in realt una specie
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di messaggio cifrato. Di un periodo successivo naturalmente, diciamo di circa cinquanta, ottanta anni dopo la sua stesura originaria. Pensiamo che questo manoscritto appartenente alle prime comunit cristiane contenga una visione o delle tracce per interpretare i tempi in cui viviamo, una specie di seconda Apocalisse. Voi tutti sapete che lApocalisse fu scritta durante la terribile persecuzione di Domiziano per infondere coraggio ai cristiani che venivano martirizzati come bestie da macello. Ma la sua interpretazione va ben oltre i tempi in cui questo testo stato scritto, e si rivela valida anche per i giorni nostri: la lotta tra il bene e il male, tra lesercito del demonio il drago dellApocalisse e le schiere angeliche capeggiate dallArcangelo Michele. Ed infine colei che schiaccer la testa al male definitivamente Ebbene, venendo alla Lettera ai Laodicesi, lo staff del Cardinale Mac Collough, e lui per primo, ritengono che questa lettera, ritrovata cos incredibilmente proprio in questi anni, sia una chiave interpretativa vincente che la Provvidenza di Dio manda per sconfiggere lodierno pericolo che incombe sullumanit. Pensate se le Stelle Spezzate dilagassero fino a conquistare lintera Europa! Sarebbe la fine per tutti!. Fece una pausa per schiarirsi la voce, per dare a tutti il tempo di rendersi conto della gravit del problema e perch fossero in grado di elaborare a sufficienza quella mole enorme di informazioni che Martin stava fornendo loro tutte in una volta. Poi riprese, il tono di voce pi pacato e narrativo, come si accingesse a raccontare un fatto storico: Il manoscritto circolava nelle prime comunit cristiane. Vi ho gi spiegato che la precedente commissione di saggi ha stabilito che per stile, contenuto e sintassi il testo potenzialmente attribuibile al cosiddetto apostolo delle genti, a San Paolo. E io dico che lo veramente. Dalla lettura del testo, per quello che mi stato riferito, si evince una visione simile a quella dellApocalisse, anche se non proprio uguale perch S. Paolo non S. Giovanni, i loro intenti sono decisamente diversi, per non parlare poi dei loro stilemi per il messaggio che ne esce simile: in questo caso una comunit precisa (e non la Chiesa Universale come nellApocalisse di S. Giovanni) minacciata da un pericolo
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concreto. La prospettiva che questo pericolo dilaghi sempre di pi, per cui Paolo si dilunga nellammonire, nel correggere e nel suggerire con insistenza la preghiera, lassiduit nello spezzare il pane (cio la messa) e la pratica delle opere di piet e di misericordia. Poi, per, lavvertimento dellapostolo si dimostra vano: i cristiani di Laodicea perdono la fede, la comunit muore. La lettera rimane accantonata da qualche parte, finch se ne perde persino la memoria. Le altre comunit cristiane non sono a conoscenza del manoscritto, perch nel periodo in cui la chiesa di Laodicea andava sempre pi corrompendosi, si anche progressivamente isolata. Oppure, pi semplicemente, la lettera andata perduta. Poi essa ricompare nel XXI secolo con delle note a margine. Il Vaticano propende per datarle ad un periodo sicuramente successivo alla stesura della lettera: in effetti alcuni studi fatti sullinchiostro, sui pollini e su tutto il resto spostano quella sconosciuta calligrafia di unottantina danni pi avanti rispetto alla datazione della testo principale della pergamena. Immaginiamo cosa sia potuto accadere: un uomo che sa leggere e scrivere trova la pergamena, la legge e capisce che si tratta di un vecchio scritto cristiano, ma ormai il cristianesimo l morto, e cos lui la usa per scriverci a fianco le sue considerazioni. Ma gi qui sorge un problema: se lipotetico scriba non minimamente interessato al contenuto cristiano della lettera, perch non cancellarla del tutto, raschiarla cio, e scriverci sopra tutte le annotazioni che voleva? Mac Collough mi ha risposto che, in linea ipotetica, al nostro scrivano avrebbe potuto dispiacere cancellare un prezioso documento come quello, per cui si limitato a scribacchiare qualcosa a margine, per mostrare il documento in un secondo tempo, con il suo contenuto, ad una sede vescovile e farsi pagare, in cambio del rilascio del manoscritto. Ma io personalmente ho unaltra idea. Naturalmente siamo nel campo delle libere supposizioni, ma se lapostolo Paolo, visitando quella comunit cristiana ormai corrotta dal denaro, proprio come si verifica anche oggi, avesse fatto a voce delle brevi catechesi che spiegavano ancor meglio la lettera, e poi queste per qualche motivo sconosciuto
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avessero cominciato a girare per le altre comunit cristiane capite: queste, le glosse, e non la lettera. Cominciano cio a far parte della tradizione orale della Chiesa. Poi la lettera va perduta, o qualcosa di simile. Ma la sua spiegazione pi dettagliata rimane viva, tramandata di voce in voce. Due secoli dopo il nostro scrivano di cui sopra trova la lettera e capisce di cosa si tratta. Conosce anche laggiunta orale, perch uno dei pochi cristiani rimasti in Asia Minore, cosicch la annota a margine. Sono frasi veloci, apparentemente incomprensibili perch il suo scopo quello di sintetizzare in maniera svelta le catechesi dellapostolo: perch lui, che le conosce per esteso, e ne comprende il significato da quei brevi cenni, le avrebbe usate come base per ricostruire tutto il discorso. Improvvisamente lo scrivano muore, o gli viene rubato il manoscritto. Anche la spiegazione orale col tempo sparir del tutto, non pi tramandata dalle comunit cristiane della Turchia che cominceranno ad indebolirsi, fino a soccombere con lavanzata dellIslam. Ora veniamo a noi e al nostro tempo: se Paolo, allo stesso modo di Giovanni, su ispirazione dello Spirito Santo, avesse fatto rivelazioni su qualcosa che era pericoloso allora come adesso? Le cose riguardanti lo spirito non mutano, e se duemila anni fa si affermava che un certo vizio mortale, lo anche al giorno doggi, per lanima pura che vuole vivere alla luce di Dio. Purtroppo su tante questioni morali oggi la mentalit cambiata, ma una fetta sostanziosa di gente ritiene che i principi del Vangelo siano ancora assolutamente validi. Quindi, lo ripeto unultima volta: se Paolo avesse parlato esattamente del male che affliggeva Laodicea - e lo si evince dalla lettura del passo - e se si considera che, guarda caso, quel male si sta ripetendo oggi su scala mondiale, e se Paolo avesse rivelato a voce anche lantidoto e lantidoto fosse scritto in quelle note. Lantidoto alle Stelle Spezzate? domand Benjamin che nella sua testa aveva gi fatto due pi due. Anche Edoardo, tuttavia, dallo strano brillio degli occhi lasciava trapelare che era arrivato alla stessa conclusione.

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Esattamente. Se lApocalisse rivela limportanza della figura di Maria, ad esempio, nello sconfiggere il maligno, e questo valeva ai tempi della persecuzione di Diocleziano, vale per i nostri, e ancora pi varr proprio alla fine dei tempi, nulla vieta che Paolo abbia potuto rivelare, sempre per divina ispirazione, le caratteristiche della strada perversa di chi vuole arricchirsi a tutti i costi, arrivando a distruggere il proprio fratello, il proprio vicino e lintera comunit. Guarda caso, ad una lettura odierna, sembra tratteggiare in modo assai convincente proprio le Stelle Spezzate. E se poi Paolo avesse rivelato un qualche particolare ad esempio unaltra citt che in futuro avrebbe potuto fare la stessa fine di Laodicea una citt che ora, magari anche per puro caso ma esiste mai il caso in una visione di fede? si fosse talmente corrotta da ospitare la Dimora Originaria?!. Lo shock fu improvviso e completo. Per un lungo, infinito attimo tutte le facce degli astanti scrutarono Martin incredule, non sapendo se ritenerlo un genio o un esaltato visionario. Laveva sparata troppo grossa. Prima che qualcuno potesse aprire bocca, lui continu sullo stesso registro: Quando trovai il manoscritto, vidi anche la strana calligrafia a margine, evidentemente diversa dalla mano che aveva steso la parte centrale. Ma non ci pensai troppo su, anche perch di l a poco mi tolsero la pergamena per farla studiare da una commissione appositamente creata. Pass il tempo, e non detti troppo peso alla cosa. Nel frattempo avevo perso ogni notizia circa il lavoro della commissione di esperti. Pochi giorni fa, quando parlai con Mac Collough, e lui mi spieg allincirca il contenuto della Lettera, mi balen improvvisa come un lampo lassociazione tra quella situazione di malcontento e malvolere del passato, e lanaloga situazione odierna. Parlai al Cardinale, il quale naturalmente mi ascolt con pazienza, e mi disse che era unipotesi, un po troppo ingegnosa, ma pur sempre unipotesi. Per per me rimane lampante il collegamento. Sinceramente, Martin, unipotesi del genere mi pare troppo debole. Vorresti farci credere che un improbabile copista cristiano prima del Mille ha cominciato a mettere mano a quella Lettera, scrivendo a fianco del testo i suoi
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appunti personali, che in teoria sarebbero le catechesi orali della visita di Paolo alla comunit di Laodicea? Quindi avremmo la lettera e anche i sermoni aggiuntivi ma poi purtroppo il copista prematuramente scomparso Per in quegli appunti, peraltro cos incomprensibili da risultare quasi cifrati, ci sarebbe il riferimento ad una citt che, ieri come oggi, era marcia e corrotta allinverosimile non la citt di Laodicea, ma unaltra che lapostolo avrebbe portato come esempio massimo di corruzione quella stessa citt che oggi, involontariamente per chi lha deciso, anche sede della cellula madre delle Stelle Spezzate? Andiamo, Martin, mi sembra una trama da racconto giallo! Non per caso che vuoi a tutti i costi rifarti del cattivo trattamento che hai subito ad opera delle Stelle Spezzate? Scusa tanto se te lo dico, ma per me tutto questo non ha senso. Tutti sembrarono per un momento convenire con lobiezione cos evidente di Edoardo. Solo Martin rimase imperturbabile. Anzi, non mostrava segni di cedimento nel sostenere la sua versione dei fatti. Limpressione era quella che fosse in atto un duello invisibile tra i due intellettuali. Nessuno era in grado di prevedere chi dei due avrebbe vinto. Martin riprese con le sue argomentazioni. Nonostante fosse sudato, ormai, a forza di parlare, era impressionante il suo ferreo autocontrollo: Edoardo, amico mio, che sei miope nello scrutare i segni dei tempi. Perch mai la Lettera stata ritrovata proprio ai giorni nostri, nellepoca in cui stiamo vivendo, e proprio adesso ci viene chiesto di studiarla con attenzione dai rappresentanti della pi grande autorit morale del mondo? Il nostro un periodo di crisi politica e sociale: la nostra cara Italia non se la sta passando affatto bene col caos che sta suscitando questo movimento fanatico per non parlare dellEuropa ormai manca solo che perdiamo anche il concetto di cittadini europei, oltre che le tradizioni delle nostre singole patrie! Guardatevi tutti intorno e ditemi: quanti immigrati stranieri provenienti dallAsia e dallAfrica vedete entrare nellUnione Europea con lidea di lavorare, guadagnare i tanto desiderati soldi occidentali, ma avendo in animo di non corrompersi affatto con la mentalit e le idee
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della nostra societ attuale!? Anzi, odiano tutto questo pullulare di benessere, edonismo, velleit razionalistiche, mollezza dei costumi che tutti siamo in grado di riconoscere presenti nella nostra Europa, e anche in Italia. E ancora, lasciatemi andare un po oltre con la visione delle realt future: quante di queste persone, magari di quelle che si sistemeranno tra le fasce pi agiate, credete che possano confluire ad ingrossare il bacino di utenza delle Stelle Spezzate? Non ci penserebbero due volte a fare qualcosa per il loro tornaconto, anche a discapito dei paesi che danno loro il pane da mangiare per s e per le loro famiglie! Credetemi, i tempi sono maturi: la storia si ripete, oggi come ieri. Quelle note a margine della pergamena possono benissimo parlare di una particolare situazione critica del cristianesimo nellAsia Minore dei primi due, tre secoli dopo Cristo, nella quale imperversavano eresie, come anche di unanaloga situazione critica oggi, nellEuropa quasi altrettanto scristianizzata. La Lettera parlava s della situazione di allora, ma anche di noi qui ed ora. E urgente che, sapendo come stanno veramente le cose, ci affrettiamo ad intervenire prima che questo movimento degenere faccia cos tanti adepti da cancellare i valori del cristianesimo e della democrazia stessa, e ci riduciamo ad un branco di primitivi in cui vige la legge del taglione!. Edoardo riflett per qualche attimo. Poi disse: Tutto quello che racconti estremamente affascinante, Martin, non lo nego. Ma suppone che la Chiesa si sia accorta di questo pensiero negativo che sta fagocitando in cos poco tempo una miriade di vittime, dovrebbe cio averne gi riconosciuto le avvisaglie, esattamente proprio come hai spiegato tu. Ma perch non farne parola con i fedeli, allora? Perch non una lettera pastorale, unesortazione apostolica, unenciclica o che so io?. Ma non capite?! esclam Martin veramente allarmato gli stati si stanno progressivamente paralizzando: come in Italia scoppiata la crisi di governo e la situazione cos critica, altrettanto star scoppiando o scoppier negli altri stati. E speriamo che da tutto questo non nasca qualcosa di peggio, per esempio una guerra civile europea! Non da sottovalutare
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questa eventualit, mi viene paura anche solo a pensarci! Ma il pericolo c: le Stelle Spezzate iniettano lodio per la vita, lapatia, il menefreghismo, laccidia e il malcontento cronicizzati. In chi prova tali distruttivi sentimenti spontaneo desiderare di togliere la vita a s (senza rendersene conto, naturalmente) e agli altri. Rammentate che un mese fa in Francia hanno arrestato per antifrancesit il ministro della cultura? Hanno cercato in tutti i modi di far passare la cosa sotto silenzio Ma il governo gi cambiato cinque volte in un anno E in Germania lo stesso Spagna e Portogallo stanno nascondendo al mondo i loro problemi interni con le masse di immigrati. E quanto ai segni premonitori, non vi siete accorti di quel che sta accadendo? E come se dalle massime gerarchie scendendo ai Vescovi, e finanche ai parroci, tutti gli uomini di Chiesa parlassero come ununica voce che mette in guardia dalla tentazione di pensare che nel nostro paese non va bene niente, dalla tentazione di rigettare la colpa sugli altri, dalla tentazione di dire sbuffando: Ma s, tanto non cambia niente! e anche dalla tentazione pi estrema, quella di chi odia talmente gli altri che capace di finire col fare del male a s stesso Siete tutti a conoscenza del fatto che lemulazione dei suicidi pu provocare un vero e proprio flagello! Martin non aveva pi fiato, ma continu: Solo la Chiesa ha lautorit morale e i mezzi sufficienti per sconfiggere questa nuova specie di eresia del XXI secolo. O altrimenti sar la sconfitta della Chiesa, anche se personalmente ritengo che lo Spirito la protegga e la assicuri vincente. Io stesso sono sicuro di essere vivo per miracolo, dopo tutto quello che mi successo. Credetemi: le Stelle Spezzate vogliono la Lettera ai Laodicesi prima che ci arriviamo noi, per proteggere lubicazione della Dimora Originaria. Martin tacque. Fu come se un fiume di parole avesse inondato gli altri sei. Le loro facce parevano stregate: tutte inebetite e attonite, che guardavano in direzione di Martin. Un misto di stupore, incredulit, paura, scetticismo si rincorreva su loro volti, lasciando intravedere la lotta che sicuramente avveniva dentro quei cuori. Sulle facce i sentimenti si rincorrevano.
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Ognuno di loro per aveva mostrato un vivo interesse. Aveva fatto impressione il racconto di come larcheologo fosse sopravvissuto alla caduta dalla scogliera, lavevano ascoltato tutto dun fiato, attentissimi. E questo sincero desiderio di sapere manifestava che qualcosa, nel suo racconto cos accorato, li aveva colpiti. Che poi credessero veramente a tutta la sua congettura, questo era un altra questione. Ma qualcosa di autentico doveva pur esserci, sembravano pensare tutti. Avevano sentito risuonare una nota di verit nelle parole dellarcheologo ed ora quella nota vibrava dentro di loro come qualcosa di profondo, vero, autentico. Non cera da scherzare, n da pensarci troppo: quel giovane uomo, pallido ed emaciato, dallapparenza rude e solitaria, aveva ragione: era in gioco il futuro dei loro paesi, forsanche il destino stesso delle loro vite. Edoardo prese la parola, interpretando il sentimento di tutti: Martin, evidente che tu sai pi cose di tutti noi messi insieme. A questo punto credo che non ci rimanga che accettare la proposta e aspettare di ricevere informazioni pi sicure e dettagliate dal Vaticano. Pensi che potremo essere ricevuti tutti in udienza dal Cardinale Mac Collough per ottenere maggiori dettagli?. Sicuramente rispose. Se ho capito bene, domani entro le tredici devi dare la risposta. Ritengo che, avendo tutti accettato di collaborare al progetto, puoi richiedere subito un incontro.

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XVI Quando Martin termin di parlare, la pendola segnava le due di notte. Dopo la sua lunghissima spiegazione a tutti era parso chiaro che non cera pi nulla da aggiungere, perci Martin, Giulia e Roberto se ne andarono via alla spicciolata, senza ulteriori commenti, con la percezione di unoscura minaccia incombente sulle loro teste. Benjamin e Grazia consultarono internet per cercare un volo per Milano alle prime luci del mattino. Benjamin non si capacitava di come la sua direttrice fosse perfettamente lucida e sveglia, mentre la sua testa ciondolava pesantemente da una parte e dallaltra e sentiva gli occhi chiudersi, pesanti come due macigni. Scoprirono che era programmato un volo dellAlitalia alle 7.15: Grazia non avrebbe potuto chiedere di meglio; quanto a Benjamin, lei accett la sua richiesta di arrivare in redazione con pi calma, nel corso della giornata. Edoardo si offr di ospitarli. Entrambi i divani in questa stanza sono divani letto, potete usarne uno ciascuno per riposare. Queste sono le ore cruciali della notte, un buon sonno ristoratore dopo tutte queste notizie cupe sono certo che far bene a tutti. E chiese a Laura che portasse gi dal piano di sopra delle coperte e dei pigiami. I letti sono gi fatti con lenzuola fresche e pulite aggiunse come a voler rendere lofferta pi gradita sono sempre pronti caso mai trascorresse qui la notte qualche nostro parente. Non abbiamo figli, ma abbiamo un gran numero di persone che frequentano questa casa spieg lasciandosi sfuggire uno sbadiglio. Usate pure il bagno e la cucina con tutta la tranquillit che volete, se desiderate farvi una doccia o prepararvi un caff domani mattina. E ci detto, usc dalla stanza dopo aver augurato loro ancora una volta la buona notte. Laura fece capolino poco dopo reggendo due pesanti plaid di lana. Dovreste avere caldo a sufficienza disse. Una debole fiamma perdurava nel camino. Apr i due divani letto con laiuto di Benjamin, mente Grazia si profondeva in mille ringraziamenti. Benjamin
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invece, da buon americano, abituato a fare di necessit virt e avvezzo ad un sano senso pratico, non perse tempo in convenevoli vari, ma aiut Laura a sistemare le coperte e a tirare gi le tapparelle; poi la segu per un rapido giro di ispezione della casa. Grazia invece and a spegnere la piantana alogena nellangolo, poi si decise a chiudere con aria rattristata il suo note-book. Ora sono completamente irrintracciabile comment scherzando quando vide ricomparire Benjamin da sotto larco. Ho spento tutti i miei strumenti di potere. Del resto ci vuole un po di stacco. Ti ricordi che anche al giornale verso le due di notte si spengono le ultime luci sul nostro piano?. S, s rispose lui sottovoce sedendosi sul divano pi grande e cominciando a sciogliersi i cordoni delle sue Timberland. Uhm, per conoscendoti un po, avrai sicuramente con te il cercapersone. E per quello che sei relativamente tranquilla. Guarda me, invece: nulla di nulla disse alzando le braccia. Tutto rigorosamente spento. E sono orgoglioso di non aver mai portato con me un cercapersone. A proposito e pronunci le parole con una leggera punta di ironia nulla in contrario se mi prendo il divano matrimoniale? Fai pure gli rispose imitando il suo stesso tono tanto sei abituato a fare quello che vuoi. Per non parlare della mania di grandezza di voi americani Per caso hai intenzione di spogliarti qui davanti a me? aggiunse con un garbato accento malizioso visto che Benjamin aveva cominciato a sfilarsi il pesante maglione rosso e a slacciarsi i pantaloni. Senza dubbio latmosfera mi eccita ammise. Comunque sono a pezzi. Ho troppo sonno. Voglio infilarmi sotto le coperte e spegnere il cervello il prima possibile. Grazia divenne rossa tutta un tratto, intravedendo Benjamin armeggiare con i vestiti e rimanere in t-shirt e boxer. Per fortuna lui non se ne avvide perch la stanza era illuminata solo dal debole lume delle ultime fiamme che gi accennavano a spegnersi. Nellaria vibrava ogni tanto il leggero schiocco delle braci. Cerc di rimanere impassibile e con lo stesso tono scherzoso di prima gli disse:
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Allora non mi rimane che augurarti la buonanotte; io me ne vado in bagno invece gli rispose in un soffio, e afferrato il suo beauty-case gli pass accanto per uscire dalla stanza. Ma dovette ammettere con s stessa, una volta fuori, che la sua era una dignitosa fuga nelle retrovie piuttosto che la risposta di una donna che sa tenere testa ad un uomo piacente, di cui forse innamorata. Si trincer in bagno con il fiatone, nonostante il bagno distasse solo due metri dal salotto. Si lav i denti e fece con comodo tutte le consuete operazioni notturne: tanto non aveva sonno. Si trucc, si sciolse i lunghi, morbidi capelli e li spazzol con calma, poi stese sul viso il sottile velo di crema che metteva sempre. Per ultimo infil il pigiama. Il suo pensiero correva inevitabilmente alla stanza al di l del corridoio: al solo rammentare che di l laspettava lui, alla debole chiarore di poche braci in tutto, provava un tremito lungo tutta la schiena ed il rossore di poco prima le saliva al viso e quasi glielo incendiava. Non riusciva a guardarsi allo specchio senza darsi della stupida e della ragazzina. Si sforz di essere seria e di pensare che nel giro di poche ore tutto sarebbe finito: basta con il loro romantico tte--tte, basta con la loro confidenziale conversazione, basta con quellintimit fra di loro tanto temuta e desiderata insieme. Avrebbe preso un taxi e poi un aereo con destinazione lo scalo sicuro della sua Milano. Ritornata nel salotto in penombra trov Benjamin che stava russando sotto le coperte del suo divano letto. Lo vide distintamente perch il fuoco non si era ancora spento, ma arrivava appena, come intensit, alla fiamma di due o tre candele messe insieme. Lo squadr con calma, rilassandosi al vedere che dormiva di gi, felice almeno di potersi prendere quella piccola soddisfazione di contemplare luomo da cui era attratta senza che lui se ne accorgesse. Not che si era sistemato non in mezzo al letto matrimoniale, ma che dormiva alla destra della testata e ne fu sorpresa. Se solo lavesse saputo, gli avrebbe chiesto di fare cambio, perch lei al contrario non prendeva mai sonno subito e trascorreva anche un paio dore ad avvoltolarsi nel letto.
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Benjamin dormiva beato come un bambino: i capelli folti e arruffati poggiavano sul cuscino; la testa leggermente reclinata di lato, un braccio sfuggiva fuori dal lenzuolo e gli cingeva il petto, la mano nerboruta e delicata insieme si alzava e si abbassava sul torace, secondo il ritmo del respiro. Le parve bello come uno dei suoi attori preferiti. Solo gli occhiali erano del tutto fuori posto su quel viso cos ben scolpito. Pens che si doveva essere addormentato di sasso, dimenticandosi di levarli. Stette a guardarlo per due o tre minuti come ipnotizzata. Ad un certo punto, quando nella sua mente realizz che quegli occhiali indosso proprio stonavano, sent una spinta irrefrenabile ad accostarglisi vicino per toglierglieli. In fondo gli faccio solo un piacere si disse lo sanno tutti che con gli occhiali intorno si dorme male. Il desiderio che la spingeva verso di lui fu pi forte delle innumerevoli remore che la sua testa perspicace formul assai prontamente. Si avvicin chinandosi leggermente su di lui e allung una mano per sfilargli gli occhiali, ma inaspettatamente lui apr gli occhi. Lei si paralizz allistante con la mano accanto al suo naso, davanti due occhi azzurri che la guardavano sospettosi. Ci fu un attimo di silenzio che le parve lunghissimo e interminabile. Alla fine si decise: Volevo solo toglierti gli occhiali borbott imbarazatissima nientaltro. un pensiero gentile, grazie e lasci che lei allora glieli togliesse. Grazia si rialz subito di scatto. Era imbarazatissima e provava una crescente dose di vergogna, acuita dalla consapevolezza di essere stata ferita nellamor proprio. Immagin come sarebbe dovuta apparire la scena ai suoi occhi. E di fatti Benjamin le chiese subito dopo: Perch volevi togliermi gli occhiali? il suo tono comunque era calmo e gentile. Pensavo potessero darti fastidio si limit a dire facendo uno sforzo sovrumano per mantenere unaria serena e distaccata. Come hai fatto a capire che mi sono avvicinata? gli chiese.
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Ho percepito qualcosa che si muoveva attorno a me le rispose. Lei si allarm. Poi lui scoppi a ridere: Ma no, non preoccuparti. Non ho nessun potere extrasensoriale! esclam ridendo di gusto. Mi giunta una scia del tuo profumo: lho riconosciuto. Ma non chiedermi come ho fatto a riconoscerlo le spieg. Sembrava quasi divertito di averle fatto prendere cos tanta paura. Grazia si rabbui. Le si leggeva sul volto che ci era rimasta male e non osava aprire bocca. La sua espressione era pi loquace di unintera spiegazione. Rimase ferma immobile, ma non pot fare a meno di continuare a guardarlo. Allora Benjamin si sollev sulla schiena e si mise a sedere sulla sponda del letto, prendendola per il braccio la costrinse ad inginocchiarsi accanto a lui. Un moto irrefrenabile di tenerezza lo spinse, senza pensarci troppo, ad allungare il braccio e sfiorarle delicatamente con la mano i neri capelli lisci che le ricadevano sulle spalle. Era la prima volta che glieli vedeva sciolti. Grazia lo lasci fare, era come se avesse intuito che lui desiderava dirle qualcosa. Infatti un attimo dopo Benjamin sembr commuoversi, come stesse mettendo da parte per un momento quella scorza di uomo duro e un po spaccone che era attaccata a lui come la sua stessa ombra. Le disse: Hai un animo sensibile, che ti permette di accorgerti di cose piccole come questa: che avevo ancora gli occhiali intorno. Lo accetti un complimento sincero? Naturalmente. In questo momento mi ricordi le fatine buone delle favole che vengono a togliere dai guai il protagonista coraggioso ma altrettanto maldestro le sussurr. Poi si chin su di lei e le diede un bacio sulla guancia, sempre accarezzandole i capelli. Ti ho detto delle fate perch ricordo che, da piccolo, i miei genitori mi mettevano a letto raccontandomi le fiabe, ed io volevo sempre quelle in cui cera qualche fatina buona che veniva pazientemente in soccorso delleroe capace il pi delle volte di combinare soltanto guai. Quello della fatina era il personaggio che in assoluto pi preferivo. Forse perch sono un idealista, uno che crede ancora adesso nei propri sogni.

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Te lo dico perch credo di essermi gi messo abbondantemente nei guai accettando questo strano progetto del Vaticano. Mi stuzzica, per questo ho accettato, anche se per ora mi sembra totalmente senza criterio. Ho la netta sensazione che non so dove ci porter. Mi credi?. Non hai dato questimpressione quando parlavi con gli altri. Indossiamo tutti una maschera per non fare brutta figura quando ci troviamo con gli altri, e anche perch loro non ci leggano dentro. Ma sei sincero con me, adesso?. Assolutamente s. Perch?. Te lho detto: perch mi ricordi la fatina delle mie favole. Tu saresti leroe che si mette nei guai? gli chiese Grazia, stupita di quella inaspettata confidenza. Proprio cos. Hai afferrato il concetto. E io sarei la tua buona fatina azzurra? riprese. S, che mi viene a salvare. Lo sai che il complesso di Cenerentola Freud lha gi spiegato da un bel po di tempo? Ma Freud anche tramontato da un bel po di tempo. Ma io non ti devo salvare proprio da un bel niente, in questo momento gli rispose caparbiamente. Anzi, ti ho gi rovinato il poco tempo che ancora ti resta per dormire. Eppure io ho la netta sensazione che mi salverai da qualcosa. Non so da cosa di preciso, ma sarai molto preziosa, a suo tempo. Oh, Benjamin, piantala! Lo so che mi stai tirando ancora fuori la storia della Turchia! Guarda che l ci vai da solo, se proprio vuoi andarci. Chiss, staremo a vedere. Io non ne sarei cos tanto sicuro. Non minteressa. Per adesso sono qui e faccio la giornalista. Non voglio occuparmi di nientaltro che del mio lavoro. Le sovvenne per unidea bizzarra. Per una magia posso farla, se proprio lo desideri gli disse con aria divertita.

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Allung la mano per afferrare una matita riposta insieme a numerose altre penne in un piccolo vaso trasparente sul tavolino in mezzo ai divani, e disse agitandola in alto a guisa di bacchetta magica: Adesso chiudi gli occhi e dormi fino a domattina! e gli tocc la fronte con la bacchetta mentre le sue labbra si schiudevano in un bellissimo sorriso. Sapeva di aver appena fatto una sciocchezza, ma adesso non aveva pi paura di fare brutta figura. Benjamin le sorrise, poi si volt e chiuse gli occhi.

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LUNEDI 17 Marzo
XVII Alle prime luci dellalba di luned un totale silenzio avvolgeva la casa di Edoardo. Nessuno si accorse di una macchina che sostava davanti allingresso della villa aspettando qualcuno, per poi allontanarsi pochi minuti dopo con al suo interno uno dei partecipanti alla riunione. Lunico rumore nella casa rimaneva la pendola nel corridoio che batteva regolarmente ad ogni ora. Quando essa batt otto rintocchi, si accese il ronzio di una radio dalla cucina; fu allora che Benjamin apr svogliatamente gli occhi. Filtrava gi la luce dalle tapparelle abbassate. Una tenue vocina dentro di lui gli fece notare che aveva dormito un po troppo. Per era contento di aver potuto riposare cos saporitamente. A disturbare quella sensazione di beato risveglio venne prontamente un fastidiosissimo pensiero, che gli si materializz nella mente con la stessa precisione di un orologio svizzero: a quellora Grazia doveva essere gi partita. Si gir verso il tavolino per afferrare lorologio: le 8.05. Percep distintamente un nodo alla gola per il dispiacere di aver dormito cos a lungo e di non essersi accorto che Grazia si era alzata, lavata, vestita, aveva raccolto le sue cose ed era uscita di casa. Doveva essersi mossa leggera come una farfalla, accidenti! Poi un altro pensiero fulmineo venne a scacciare il precedente: diamine, non era certo un reato dormire un po! E poi era stata lei a decidere di non svegliarlo, che colpa ne aveva lui!? Aveva tutto il diritto di dormire quanto voleva dopo l interminabile discussione della sera precedente! E da ultimo gli si affacci anche il pensiero pi audace e temerario che avesse concepito, man mano che la ragionevolezza aumentava e la lucidit prendeva il sopravvento sui ricordi: che cio, tutto sommato, quella notte non era successo niente, niente di definitivo e irreparabile con Grazia. S, si era mostrato tenero ed affettuoso, ma non gli

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pareva di aver compiuto mosse false come farle credere che lui provasse qualcosa per lei. Si alz dunque dal divano-letto canticchiando My way, cercando di riprodurre con la voce la cadenza armoniosa di Frank Sinatra, e si avvi verso il bagno. Una volta uscito, dopo circa una mezzora, incroci Edoardo che stava scendendo le scale per dirigersi in cucina a prepararsi la colazione. Lorologio appeso in cucina segnava le 8.45 quando Benjamin, vestito di tutto punto, se ne stava comodamente seduto a tavola a chiacchierare col padrone di casa. Edoardo indossava dei comodi jeans ed una felpa da ginnastica. Benjamin scopr che il luned era il giorno libero di Edoardo. Fecero colazione insieme concedendosi un bel po di tempo, loro due soli. Laura era ancora di sopra a prepararsi. Edoardo aveva servito in tavola un enorme vassoio di legno intagliato e dipinto a mano contenente la caffettiera ancora fumante, il bricco del latte, vari tipi di brioches e biscotti, nonch una confezione ancora da aprire di fette biscottate con due vasetti di marmellata. Tutte leccornie che per lamericano valevano comunque niente rispetto alla bont del caff italiano, ormai conosciuto e apprezzato come uno dei migliori prodotti del paese. Sapeva bene che era una delle cose che avrebbe rimpianto quando avrebbe deciso di lasciare la penisola. Daltronde come privarsi di quellattimo fugace di piacere intenso quando la miscela scura riempie gorgogliando la tazzina, mentre laroma forte e deciso si libra in alto fino a stuzzicare le narici? Dallespressione di Benjamin Edoardo lesse quello che stava passandogli per la testa, e gli domand a bruciapelo: Hai intenzione di vivere qui per un tempo ragionevolmente lungo, vero?. Il giornalista scoppi a ridere, ma Edoardo prosegu imperturbabile: LItalia il paese pi bello del mondo! Bellezze di ogni tipo: naturalistiche, storiche, archeologiche, artistiche, culturali, enogastronomiche potrei andare avanti per unora intera a enumerarle senza fermarmi! A dir la verit un vero peccato che il nostro manoscritto sia stato trovato in Turchia. Questo depone a suo sfavore, non trovi? Avrei
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preferito lavorare su un reperto italiano ragion Edoardo immerso nelle sue riflessioni, come se stesse inseguendo il filo di un qualche pensiero che doveva esserglisi affacciato in quel preciso momento nella testa. Poi cambi subito espressione e riprese la conversazione con lo stesso tono amabile di un attimo prima. Parlarono del pi e del meno per una buona mezzora, avendo molta cura di spazzolare tutto il cibo. Stavano affrontando il tema dello scandalo in Parlamento quando Benjamin ebbe come una folgorazione improvvisa e cambi discorso: Posso fare una piccola ricerca dal tuo computer? domand. Vorrei accedere alla banca dati della Biblioteca Nazionale Digitale per trovare informazioni sul partito pi forte del momento, Fondazione Risorse Nuove. Per come ne sta parlando la stampa, sembra che esso rappresenti la sola via duscita che il paese ha per salvarsi dallo scandalo delle Stelle Spezzate; la Fondazione, infatti, sta tessendo una preziosa opera di mediazione con le altre componenti politiche. S, ed una cosa strana: una delle obiezioni che ieri sera volevo rivolgere a Martin. Lui si dilungato a spiegare come le Stelle Spezzate siano un pericolo imminente. Invece a me sembra che i fatti dimostrino quanto meno il contrario: la commissione parlamentare sta indagando egregiamente, magistrati integerrimi e politici onesti continuano a lavorare per il bene del paese, Fondazione Risorse Nuove il partito che pi si sta impegnando a vasto raggio per arginare la crisi di governo. Meglio di cos! Proprio non mi spiego la divergenza tra quello che ha raccontato Martin ieri sera, per il quale stiamo precipitando nel baratro, e quanto apprendiamo invece dagli organi dinformazione, secondo cui lItalia sta lentamente risalendo la china. Martin si difende dicendo che la sua versione dei fatti quella che conta. Tuttavia non so davvero cosa pensare. Ma torniamo a noi. Hai tempo di fermarti qui? A che ora devi partire?. Se sei daccordo ripartirei dopo aver conosciuto gli agenti del Vaticano; stamattina passeranno di qui, giusto?. Edoardo non si mostr entusiasta dellidea, ma non disse nulla. Si limit ad annuire in segno di approvazione.
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Bene, cos saremo in due a trattare con loro rispose Benjamin, come al solito ottimista e palesemente soddisfatto. Visto che non c niente di meglio che unire le forze davanti ad un obiettivo condiviso quando si scoprono interessi comuni e affinit caratteriali, Benjamin ed Edoardo si misero di buona lena davanti allo schermo polifunzionale nello studio personale di Edoardo. Lamericano ebbe modo di osservare, con suo grande compiacimento, che il professore possedeva un buon modello di Digital Box, il dispositivo digitale che collegava insieme televisione, radio, computer e quanti elettrodomestici di casa si fossero voluti installare al pannello di controllo. Davanti al computer Benjamin aveva assunto unaria professionale: sembrava quasi aver subito una trasformazione, tale era la sua velocit nel muoversi dentro la rete. Edoardo si era sistemato accanto a lui spinto dalla curiosit di osservare cosa avrebbe scoperto dinteressante. Benjamin sfrecciava come un fulmine allinterno dei vari reparti della Biblioteca Nazionale Digitale, come fiutasse una pista che solo nella sua mente si stava dipanando con sufficiente chiarezza. Dopo un breve percorso dal reparto iniziale di Storia a quello di Storia dItalia, e poi a quello di Storia dei Partiti politici italiani, diede istruzione al computer perch gli rendesse disponibile Storia dei partiti politici italiani del XXI secolo, e allorquando gli comparve lelenco di tutti i partiti esistenti o che erano esistiti negli anni addietro, scelse la riga che conteneva il nome che stava cercando: Fondazione Risorse Nuove. Gli apparvero allora le varie opzioni che poteva scegliere. Aveva davanti una sconfinata quantit di materiale a sua disposizione, una raccolta davvero esaustiva (aggiornata di settimana in settimana, come recitava il messaggio pubblicitario che compariva sul fondo dello schermo ogni 2 minuti) in grado di soddisfare ogni tipo di informazioni che avesse desiderato sul partito. Cont mentalmente che sul monitor lampeggiavano a colori otto diversi itinerari percorribili. Non so cosa scegliere: ci sono troppe opzioni potenzialmente interessanti sbott infastidito.
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Lo sai che la Biblioteca Nazionale Digitale immensa! Milioni e milioni di pagine di libri digitalizzate! abbozz Edoardo, nel tentativo di calmare il suo ospite. Rimase per un istante soprappensiero come gli stesse sorgendo un dubbio, perch gli chiese subito dopo: Ma non meglio cercare informazioni sulla Fondazione Europea, quella che ha sede nel Parlamento a Bruxelles? In fondo l che bisogna andare se si vogliono trovare spunti sufficientemente chiari per comprendere le sue finalit, i suoi obiettivi, le sua caratteristiche meno visibili e meno note Non credi?. Hai ragione! Come ho fatto a non pensarci prima?! esclam Benjamin, dispiaciuto che lidea non fosse venuta a lui. Usc velocemente dalla schermata che aveva davanti per tuffarsi nuovamente nello scaffale iniziale della Biblioteca Digitale. Da Storia pass a Storia dellUnione Europea, da l ancora a Storia dei Partiti DellUnione Europea. una caratteristica assolutamente inedita di questo partito risultare diffuso capillarmente in ogni stato dellUnione Europea, compreso il Parlamento Europeo a Strasburgo riflett ad alta voce Benjamin. Vediamo cosa troviamo sugger. Secondo me fra unora saremo zeppi di materiale gli rispose Edoardo. Dopo una manciata di secondi di attesa appar davanti ai loro occhi la successiva schermata. Conteneva lelenco di tutti i partiti presenti a Strasburgo in quel momento, con laggiunta di quelli che lo furono in passato e che ora semplicemente o non cerano pi, o avevano dato vita ad aggregazioni nuove. Benjamin diede lo.k. al computer per vedere New Resources Foundation. Diamine, credo che ci abbia visto giusto, Righetti disse Benjamin leggermente sorpreso. La fortuna aiuta gli audaci comment Edoardo rallegrandosi con lamericano per la rapidit e la precisione con cui stava conducendo la ricerca. La schermata era cambiata e ora si dipartivano sul monitor le possibili opzioni percorribili, tutte perfettamente allineate una sotto laltra fino a formare una lunga colonna. Benjamin
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ed Edoardo si stavano convincendo ogni minuto che passava che si stavano cimentando in unardua impresa per la complessit del materiale a disposizione, ma erano decisi ad andare fino in fondo nel cercare di scoprire qualche novit significativa sulla Fondazione. Al momento le strade che si profilavano loro davanti risultavano tutte allettanti al pari di meravigliosi luoghi inesplorati. Proviamo il loro Statuto, mi sembra la scelta migliore per cominciare. Voglio proprio leggere cosa contiene. Chiss a quali valori si ispira e che obbiettivi si propone sugger Edoardo. Non mi sono mai occupato di questo partito, non sono entusiasta di quello che propone. Benjamin dunque esegu prontamente, trovandosi anche lui daccordo. Pochi istanti e comparve la schermata che aspettavano impazientemente. C veramente di che rimanere stupiti! fu il primo commento a caldo di Benjamin ma lei aveva idea di una cosa simile?!. Edoardo, anchegli fortemente impressionato, mormor: Sembra pi il manifesto programmatico di un movimento culturale, piuttosto che il programma di un partito politico. Evidentemente tutt e due dedusse Benjamin dalla lettura. Non c altra spiegazione. la prima volta che lo vedo. M impressiona davvero. Senza contare che la Fondazione Europea rappresenta il centro, il cuore propulsore di tutte le altre Fondazioni nazionali. Esse si rifanno al partito transnazionale nel prendere posizione sui vari fatti che accadono nei singoli paesi. sempre stato cos: la Fondazione italiana, ad esempio, attentissima a seguire le direttive che le arrivano da Bruxelles, dove ha sede la Fondazione Europea. Non avevo mai pensato di cercare notizie sulla Fondazione, anche perch per quel che mi riguarda e si volt per guardare lamericano in volto beh, ecco, non ho mai votato questo partito durante le elezioni. Per questo non mi mai venuta lidea di informarmi sui suoi statuti e sulle sue caratteristiche. Quanto ha preso alle ultime elezioni? domand perplesso Benjamin.

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Si attestato intorno allotto, nove percento di voti. Come lei sa al governo con gli altri partiti che hanno vinto le elezioni. Hanno avuto letteralmente un colpo di genio firmando tutti il Manifesto dei Partiti che promuovono la pace nel mondo come impegno stabile e duraturo nel tempo. Non che anche lopposizione non volesse sottoscrivere la pace, naturalmente, secondo le condizioni e le regole che sappiamo si prefigge, ma tant che gli altri lhanno battuta sul tempo organizzandosi per stampare e diffondere tra la gente il Manifesto. Io stesso sono rimasto di sasso. Mentre il padrone di casa raccontava, Benjamin annuiva con la testa. Si ricord di aver letto come erano andate le cose dai giornali spagnoli, perch in quel momento si trovava in Spagna per vacanza. In pi qualcosa gli era stato riferito dagli amici spagnoli di lunga data. Edoardo continu: Lopposizione non sapeva cosa controbattere. Anche perch era divisa sulla linea da seguire per arginare in tempo lascesa di consenso nei sondaggi dei partiti del Manifesto. E con la sua indecisione si giocata le elezioni! Davvero una bella pensata! La cosa in assoluto pi particolare che la Fondazione un partito che non si dichiara n di destra, n di sinistra; in effetti, ormai tramontata la distinzione che solo cinquananni fa divideva i partiti tra quelli di destra, di centro e di sinistra. Senza dubbio ormai passata ai libri di storia e l rimarr. Ah, quella!? S, ormai sparita nel senso che la intendevano i nostri progenitori del secolo scorso. Non ha pi senso parlare di destra e sinistra come le si pensava allora. Una volta serviva a distinguere differenti visioni del mondo: a seconda che si fosse delluna o dellaltra parte, di destra o di sinistra cio, si dava una precisa lettura dei fatti che accadevano. Prospettive indubbiamente diverse tra loro, ma entrambe assai sostenibili. Oggi non ha pi senso una distinzione simile: nuovi sono i problemi da risolvere e nuove le soluzioni da approntare. Senza contare che il criterio ideologico che era a monte della distinzione tramontato, e quello economico vale a dire il dare spazio ad uneconomia pi o meno liberista oggi non pi un criterio sufficiente per
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fare distinzioni tra una parte e laltra. Eh s, i tempi sono proprio cambiati, persino il vecchio sistema del welfare di matrice socialista scomparso dallEuropa. Benjamin annu, dopodich i due uomini rimasero in silenzio leggendo ciascuno le pagine che sfilavano davanti ai loro occhi. Benjamin le faceva scorrere man mano che Edoardo faceva un cenno di assenso con la testa. Quando ebbero letto quello che interessava loro, si guardarono lun laltro perplessi. Edoardo pareva vagamente accigliato e ombroso. Benjamin rifletteva assorto. Poi Edoardo comment ad alta voce: Nemmeno qui in Italia la Fondazione ha un programma cos esteso e particolareggiato. Certi punti che qui vengono nominati non li ho mai sentiti dire dai suoi deputati, quando questi vengono intervistati. Davvero non so che dire. B, diamo una bella stampata a tutte queste pagine e poi torneremo indietro per guardare la pagina italiana della Fondazione, magari. Quella in cui ero entrato prima. Sono daccordo gli fece eco Edoardo. E la stampante cominci a ronzare buttando fuori i fogli. Senti, devo chiederti un favore esord Edoardo dopo che Benjamin ebbe raccolto i fogli stampati e li ebbe sistemati in una cartellina che infil prontamente nella sua ventiquattrore. Sopra la cartellina vi aveva scritto NRF (New Resources Foundation) con un pennarello preso in prestito dalla scrivania di Edoardo. Benjamin lo guard aspettando che il professore si spiegasse. Non dire nulla di questa nostra piccola ricerca a Martin continu allora Edoardo Sento che importante procedere in questo modo. Benjamin gli lanci un occhiata indagatrice, come per ricavare qualcosa di pi dal viso di Edoardo. Ma lespressione del professore rest indecifrabile. Con una battuta cerc di sdrammatizzare. Daccordo. Allora, acqua in bocca! gli rispose. Ma Edoardo sent il bisogno di fornirgli ulteriori dettagli perch aggiunse: che non mi fido di Martin. Mi spiace, ma di pi non posso dirti.
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In quel momento la pendola del corridoio batt le 12.00. Benjamin guard prima Edoardo, seduto accanto a lui. Poi alz gli occhi sopra la testa delluomo che in quel momento lo stava ospitando, con una calma che sent quasi innaturale dentro di lui, e pos lo sguardo sulla finestra posta esattamente dietro il professore. Dopo il temporale pazzesco della notte precedente, fuori splendeva il sole. Lo contemplava stagliarsi nitidamente in alto, contro un cielo terso, di un azzurro pulito e immacolato che in quel momento gli ramment lo stesso cielo di casa sua, quello su cui si gonfiavano al vento i panni freschi di bucato che sua madre stendeva ad asciugare nel prato di casa. Avvert dentro di s una specie di cortocircuito. Fuori il sole che risplendeva: la luce, la chiarezza. Dentro quella casa qualcuno che gli insinuava il dubbio, che gli diceva di non fidarsi di Martin; e poi tutte quelle pagine appena lette sulla Fondazione di cui non capiva la portata, gli parevano difficilmente comprensibili, ma che intuiva potevano nascondere qualcosa di grosso. Che impressione mi ha fatto Martin Fischer? si chiese. Riand ai ricordi di quella notte, ramment le parole ascoltate e quelle che lui stesso aveva proferito; ebbe la netta sensazione che Martin non gli suscitasse nulla di sgradevole. Ci ripens ancora una volta, ma non ricav nulla, anzi, cominci a percepire dentro di s tutta lenorme distanza che lo separava da quel professore di religione, tutta lestraneit del suo essere americano rispetto alla gente e al paese che lo ospitavano, tutta la differenza di un suolo che non era il suo, aperto, multiforme, multiculturale. Si affrett a rispondere a Edoardo: Forse stai correndo un po troppo, insomma, mi sembra unesagerazione!. Laccento e il tono rivelavano una nota dindifferenza. Ma Edoardo non moll la presa: Hai notato lespressione di Giulia quando Martin ha fatto la sua comparsa in salotto? Benjamin si ricordava benissimo di Giulia. Come non ricordarsene? Era davvero bella. Ma non ricordava affatto che

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espressione avesse assunto il suo viso quando Martin era entrato nella stanza la notte precedente. Era terrorizzata riprese Edoardo. E scand bene la parola lettera per lettera una seconda volta ter-ro-riz-za-ta!. Non ci ho fatto caso ripet Benjamin strabiliato. B, non pensiamoci pi, per ora concluse Edoardo. Si alz per stringergli la mano: Devo andare a prepararmi le lezioni di scuola per questa settimana. Ci vediamo pi tardi. Quando fu sulla soglia della porta, prima di svoltare in corridoio, si gir e gli disse col tono affabile di sempre: Chiedi pure qualunque cosa di cui avessi bisogno, a me o a mia moglie. Saremo felici di poterti essere utili. E scomparve alla sua vista dopo essere uscito dalla stanza.

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XVIII Rimasto solo, Benjamin scopr di essere esausto. Si sentiva stanco e spossato come se avesse praticato due ore di jogging, o come se avesse corso la celeberrima maratona di New York a cui ogni anno cercava di partecipare, impegni di lavoro permettendo. E pensare che era semplicemente rimasto seduto tutta la mattinata. Decise che era giunto il momento di distrarsi. Si alz dirigendosi verso la finestra di fronte alla scrivania: in due rapide falcate aveva gi raggiunto i vetri e osservava di mala voglia la gente che passava fuori. Appaiono tutti immersi nelle loro faccende pens, notando landirivieni frettoloso dei passanti e lo sfrecciare delle macchine lungo la strada. Cos, a prima vista, la vita della gente sembra scorrere normale: il giorno seguente simile a quello trascorso. La Fondazione con il suo strano programma, fin troppo bello gli pareva per essere vero, gli sembrava una cosa lontana, inverosimile. Sent limpulso di uscire. Aveva poco tempo, per, a sua disposizione, prima che arrivassero gli emissari del Vaticano. Decise che avrebbe passeggiato quel tanto che bastava per chiamare Grazia sul cellulare, mentre si sgranchiva le gambe. Lidea gli piacque, avvis Edoardo che usciva, e in meno di cinque minuti si ritrov fuori per strada, sullo stesso marciapiede che poco prima aveva sbirciato dalla finestra. Lidea di chiamare Grazia e di raccontarle le ultime novit lo solleticava. Si ferm alledicola allangolo della strada per comprare un po di giornali. Si ramment che non si era pi tenuto informato della situazione politica italiana cos incandescente e instabile. E se avessero gi nominato il nuovo direttore del giornale ? si chiese. I suoi timori svanirono allorquando vide che il governo non era ancora caduto segno che non era stata votata la sfiducia e che la poltrona del principale quotidiano nazionale era ancora vacante. Come ebbe modo di leggere dalla prima pagina di quello stesso giornale, infatti, il sottotitolo recitava Presidenza ricoperta ad interim dalla dott.ssa Tommasoni, gi responsabile della cronaca di politica interna. Benjamin
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diede una scorsa veloce allarticolo: il verdetto sulla nuova nomina, ad opera del consiglio di maggioranza degli azionisti del giornale, slittava di poco; si sarebbe dovuto sciogliere entro le successive 24 ore. Ho ancora tempo perch Grazia mi affidi il caso che ha a che fare con la Fondazione rimugin infilandosi i giornali sottobraccio. Poi il nuovo direttore dovrebbe solo riconfermarlo. S, devo insistere con lei perch si decida ad assegnarmelo si disse risoluto. Intanto aveva svoltato sulla strada principale e costeggiava il lunghissimo viale, lasciandosi alle spalle uno dopo laltro i platani che dietro di lui andavano a formare una scia interminabile. Era una giornata piacevolmente calda, il sole di primavera diffondeva placidamente i suoi morbidi e vellutati raggi, nellora del meriggio. Inforc gli occhiali da sole e si sbotton il giubbotto in pelle. Laria tiepida gli accarezzava il volto spettinandogli i capelli neri lucenti. Not che la strada era affollata, era il traffico dellora di punta, di tanto in tanto incrociava qualche giovane ragazza che si lasciava sfuggire un fugace sguardo dinteresse per lui; non ne era affatto sorpreso. Cos, tra gli slalom per non andare a sbattere contro la gente sul marciapiede e le occhiate garbate delle sue giovani ammiratrici, tir fuori di tasca il telefono cellulare e digit il numero della redazione. Si fece passare lufficio del direttore. Pronto? la voce di Grazia suonava gi stanca e vuota alle 12.30 di quella bellissima mattinata di primavera. Indovina chi sono? scherz Benjamin con voce acuta e squillante. Grazia dovette scostare il ricevitore dallorecchio. Dove sei? domand. Aveva capito al volo chi era. Sono allaperto, sotto un sole splendente, nel pieno di una radiosa giornata di primavera. E non c nemmeno freddo! Non ho tempo di giocare a Sherlock Holmes, Benjamin disse Grazia leggermente spazientita dimmi dove ti trovi. Sei ancora a Roma?. Yes, of course. Come stanno andando le cose, l? e mentre parlava si appoggi allo schienale della sedia. Con una mano teneva il ricevitore, con laltra tamburellava sui tasti del computer
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accanto a lei. Era in procinto di terminare larticolo di politica interna che sarebbe dovuto comparire il giorno seguente sul giornale. Accidenti, Benjamin, sei ancora a Roma! pens irritandosi. Vorrei essere l per parlarti di persona. Proprio adesso sono uscito in strada a fare due passi perch ero stanco di rimanere in casa dei Righetti. Stamattina ho fatto una piccola ricerca, collegandomi alla Biblioteca Nazionale Digitale per ottenere informazioni sul partito del momento: Fondazione Risorse Nuove, e quello che ho scoperto a dir poco sconcertante. Strabiliante, oserei dire. Non tenermi sulle spine cominci a dire Grazia impaziente. Proprio in quel momento per qualcuno buss alla porta, per cui Grazia dovette con un orecchio ascoltare Benjamin e con laltro rispondere al collega che si era presentato nel suo ufficio. Allora, tieniti salda perch sto per spararla grossa le rispose Benjamin eccitato. La Fondazione centrale a Bruxelles, insieme a tutte le sue succursali chiamiamole cos ha un doppio scopo. Apparentemente il suo statuto non lascia ombra di dubbio: simpegna a fini benefici per la promozione di scopi umanitari. Realizza il dialogo tra i partiti sulle questioni politiche pi spinose come su quelle pi semplici, evita con una vigilanza senza eguali di dare spazio agli interessi personali dei suoi singoli membri, per dedicarsi completamente al raggiungimento del bene comune, della pace e della sicurezza. Per lItalia come per LEuropa. Ma stando a quello che ho intuito, leggendo tra le righe e aggiungendo poi alle informazioni raccolte il racconto di Martin di ieri sera, ho concluso che la Fondazione trama alle spalle delle nazioni un fine molto pi subdolo. come se volesse plagiare le persone in atto il tentativo di creare una nuova visione delluomo dovresti leggere anche tu che razza di discorsi!. Grazia lo interruppe. Non aveva capito bene. Benjamin, aspetta un momento: mi sono persa le tue parole iniziali e ho sentito solo la fine del tuo discorso. Ma mi sembra che ti stia confondendo! Volevi dire che hai cercato del materiale sulle Stelle Spezzate, vero? E hai trovato che plagiano le persone e
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via dicendo lo corresse. Grazia cercava di trovare una logica in quello che lui le aveva appena raccontato. Benjamin rimase in silenzio per qualche secondo, tanto che Grazia cominciava a temere che fosse caduta la linea telefonica. Poi sent Benjamin esclamare a gran voce: Ma certo! Grazia sei fantastica! Ora ho capito che stupido, pensare che avevo il collegamento proprio sotto gli occhi, e non lo vedevo! E tutto merito tuo. Brava! Questo s che spiegherebbe molte cose mi viene in mente proprio adesso che ci penso. Benjamin sarebbe andato avanti per altri dieci buoni minuti nello stesso modo, con frasi sconclusionate, se Grazia dallaltra parte, a corto di tempo per chiacchierare, non avesse troncato senza piet le mezze frasi del collega, domandando: Coshai capito che a me sfugge ancora, di grazia?. Ma evidente: finora pensavo che le Stelle Spezzate e Fondazione Risorse Nuove operassero come due entit distinte. Perci ti stavo dicendo che, letto lo statuto del partito, semplicemente non mi era piaciuto un bel niente. In pi mi hanno colpito i fatti tremendi raccontati da Martin ieri sera e pensavo che nessun partito, neppure con le pi belle intenzioni del mondo, potrebbe tirare fuori un uomo dalla tristezza in cui lo possono gettare i fatti pi paurosi e terribili della sua vita. Poi tu mi hai fatto scattare qualcosa nel cervello: dicendo che mi ero sbagliato, mi hai dato invece la chiave giusta per capire! Grazia, in qualche modo le Stelle Spezzate e Fondazione Risorse Nuove sono collegate! Non capisco come, ma ne sono certo: c un collegamento tra di loro!. Grazia lo interruppe di nuovo. Ci risiamo, Benjamin! Io non ti seguo. Cosa centra la Fondazione con quanto ha detto Fischer ieri sera? Lui ha parlato delle Stelle Spezzate, per quel che vi ho seguiti stando di l nello studio della signora Righetti. Non ha mai parlato della Fondazione. Per quel che ne so, un partito come tutti gli altri. Solo con degli obbiettivi pi vasti perch si propone una visione completa delluomo: filosofica, sociologica, politica e antropologica. In questo senso un partito unico nel suo genere, il primo che sia mai esistito. Ma da qui a dire che plagia le persone col suo
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statuto Benjamin, ce ne vuole di fantasia! Sei sicuro di quello che dici?. Certo! Mi sto accorgendo del collegamento tra le Stelle Spezzate e la Fondazione proprio adesso che te ne parlo! Questo spiegherebbe molte cose s! Il guaio che tu non ceri quando Martin ha fatto il suo resoconto. Non hai ascoltato la sua esperienza e i fatti che gli sono accaduti. Fatti terribili, credimi. Ha parlato delle Stelle Spezzate come si trattasse di una enorme, malvagia piovra che ha tentacoli lunghissimi, e uno di questi potrebbe persino arrivare fino nelle aule della politica, magari con un partito, o una parte di esso. Ricominciamo sbuff. Sono solo parole, Benjamin. Io devo avere fatti per credere. Anche tu dovresti andarci piano con i sospetti. Solo perch ieri sera ti andata bene intuendo che le Stelle Spezzate vorrebbero impossessarsi della Lettera di San Paolo, non significa adesso che qualsiasi supposizione tu faccia, debba essere per forza vera!. Se solo potessi riprese lui. Benjamin, tu sei lontano. Se ancora l a Roma e sei tutto preso dalla discussione di ieri sera. Ma se solo tu fossi qui a Milano, respireresti un altro clima, ti accorgeresti che nessuno muove un cronista dandogli come pista da seguire solo una mera supposizione Occorrono fatti Benjamin, fatti, che sono proprio ci che tu non hai. Mi dispiace, Benjamin. Ma non posso fare nulla per te. I fatti ce li hai davanti agli occhi e non li vedi: il nostro giornale nella bufera dello scandalo, il governo rischia la sfiducia da un momento allaltro, nel paese si respira unaria di malcontento generale che rasenta una vera e propria sfumatura di odio per chi non schierato dalla propria parte politica Fiuto nellaria qualcosa di grosso, basterebbe una scintilla perch la miccia della rivolta nelle piazze si accenda. Manifesterebbero tutti gli uni contro gli altri. Tu sei direttrice ancora per poco. Diamine, non ti bastano questi fatti?! Cosa vuoi di pi?! le rispose concitato Benjamin, cercando di farla ragionare. Doveva stare attento per a non alzare troppo la voce, perch gi la gente cominciava a voltarsi curiosa verso di lui, per guardare chi che stava quasi urlando al telefonino.
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Senza aspettare che lei gli rispondesse, continu: Grazia, ascoltami, ti prego. Devi lasciarmi tentare. Iniziare. Lancer lo scoop sul giornale. Del tipo: Quanto sappiamo veramente del partito del momento: Fondazione Risorse Nuove? E davvero meritevole dei nostri elogi per lo sforzo di mettere daccordo tutte le forze politiche in modo da superare questa angosciosa situazione, o c sotto dellaltro?. Voglio che in giro se ne parli; voglio far conoscere allopinione pubblica tutto quello che so. Non so se una buona idea. Io ci credo. Sento che non sto sbagliando nel seguire questa pista. Mi servono prove. E che siano significative, molto significative. Ti mando unintervista a tre colonne con Martin Fischer. Potremmo uscire con quella, domattina in terza pagina. Cosa vuoi che ne sappia Fischer della Fondazione! Lui faceva parte delle Stelle Spezzate! gli url Grazia incollerita. Ma si scus subito con lui, cercando di darsi un contegno: Uffa sbott. attendibile uno come Fischer? Io non so davvero cosa pensare!. La voce di Grazia adesso arrivava affranta. Benjamin non se ne cur. Tir diritto come se lei non avesse avanzato obiezioni. Questo il momento opportuno: finch tu sei direttrice. Un altro direttore probabilmente vorr mettere tutto a tacere. O adesso o mai pi. E una volta aperto il tappo alle notizie, la loro corsa non potr pi essere fermata. Benjamin, io mi gioco il lavoro. Come fai a non capire? Non dico la poltrona di direttrice, quella so gi che non sar mai mia. Laria che si respira qui non delle migliori. Ma se mi licenziano? La prima cosa che far il nuovo Consiglio di redazione del giornale sar di smentire questa nostra linea e di infangarci. Ci butteranno addosso ogni sorta di veleni e di nefandezze. La sua voce giungeva spezzata, incrinata dallemozione e dai dubbi. Era delusa di come stavano procedendo le cose, circolavano gi le voci su una sua probabile sostituzione. No, fidati di me. Se cadiamo, cadremo insieme.

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Bella consolazione! Tanto tu, poi, puoi tornare in America!. Non ti lascerei mai da sola con una situazione simile che incombe sulle nostre teste. Starei al tuo fianco. Benjamin, non ti rendi conto di quello che dici. Che lavoro faremo se ci dovesse andare male? Fonderemo un giornale nostro!. Oh insomma, basta! grid Grazia. E la sua voce risuon acuta attraverso il telefono e fece fare a Benjamin un leggero balzo con la testa. Se non mi dai lo.k. propongo la storia ad un altro giornale, e vedrai che mi daranno carta bianca disse risoluto. Non puoi farlo. Il tuo contratto vincolato a questo giornale gli ricord allarmata. No, se mi licenzio rispose lui, indurendosi sulla sua posizione. Sei solo testardo e caparbio replic arrabbiata. Grazia non sapeva pi cosa obbiettargli. Cominci a temere veramente che lui dicesse sul serio. Se ne sarebbe andato. E anche da lei, forse. Benjamin, ti parlo come collega e soprattutto come amica. Se almeno mi consideri tale, ti prego, ascoltami: pensa bene a quello che stai facendo. Non seguire solo il tuo istinto. Pensa anche a noi, che siamo qui a Milano, in redazione, che facciamo il nostro onesto lavoro. Ti stimiamo tutti. Se te ne vai, e per giunta in questo modo, come se ci tradissi! Siamo un'unica squadra. Potremo vincere solo se staremo insieme, se rimarremo uniti. Gli parlava col cuore in mano. Benjamin ascoltava attento, in silenzio. Grazia continu: Dammi qualche ora per sondare che aria tira qui a Milano, per domandare il parere dei consiglieri di redazione, per investigare lopinione di qualche mia conoscenza esperta nel campo. Voglio formarmi un quadro attendibile della situazione, e poi valutare bene il da farsi. LItalia non lAmerica: dove avete fatto dimettere il Presidente Nixon, ottanta anni fa, ai tempi dello scandalo Watergate Ma se ci sta il giornale, io sono con te. Benjamin parve soddisfatto della proposta, perch le rispose: Daccordo, aspetter fino a stasera. Pu darsi che
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domani tu sia ancora direttrice. D a tutti, per, che se il responso sar sfavorevole, mi licenzier. S, riferir ogni tua parola. D a tutti che non ho niente con nessuno. una questione di principio: di seguire una cosa in cui credo. Mi capisci?. S che ti capisco, Benjamin Grazia era affranta da una simile prospettiva. Sentiva che le veniva gettato addosso un peso insostenibile. Aveva voglia di piangere: lombra di due grossi lacrimoni fece capolino, inavvertitamente. Benjamin si accorse della voce incrinata della sua amica. Stai bene? le chiese. Non proprio gli rispose. Senti, lasciamo da parte il fatto che sei la direttrice del giornale. Tu mi credi? le domand accorato. Pausa. Grazia non sapeva cosa rispondere. Emise un timido Ecco cercando di abbozzare un qualche discorso, ma non le uscivano le parole di bocca. Grazia, per amor del cielo, che idea te ne sei fatta? Eri da Edoardo anche tu ieri sera! Hai conosciuto tutti quelli ospitati a casa sua. Ci credi forse tutti matti?. Lei avrebbe voluto rispondere S, ma sapeva che non poteva. Benjamin le parlava ora in tono concitato: se fosse stato presente l con loro una terza persona, un perfetto sconosciuto alloscuro di tutti i precedenti, anchessa avrebbe capito quanto Benjamin tenesse alla sua idea. Tuttavia Grazia non voleva nemmeno tradire la fiducia dellamico dandogli unimmagine di s falsa, acconsentendo a cedere al suo punto di vista. Se vuoi il mio parere, tutta questa storia del nostro exdirettore e dei parlamentari coinvolti nelle Stelle Spezzate mi sembra una grossa montatura, magari fatta ad arte. Tuttavia pronunci le parole facendo uno sforzo enorme per essere convinta di quello che diceva. Ah s!? Questi scandali sarebbero finti, secondo te? la incalz. Qualcuno che vuole incastrare quei poveri malcapitati sotto tiro ed usa le Stelle Spezzate per depistare le indagini azzard.

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Qualcuno che volontariamente vuol far fuori un avversario?. Potrebbe essere. Cap amaramente che lui si era troppo intestardito, ed aveva sposato la versione delle Stelle Spezzate come il male assoluto. Allora evidente che abbiamo due visioni completamente differenti delle cose che stanno succedendo in questo paese. Non posso che augurarti che abbia ragione tu, lo spero per te. Ma io non cambio idea. Secondo me il paese versa in un grave pericolo, peccato che nessun italiano sia serio a tal punto da accorgersene!. Grazia era sullorlo di mettersi a pregarlo per telefono di scusarla e di dimenticare tutto quello che lei gli aveva appena detto, ma una parte di s non riusciva in nessun modo a credere che quanto affermato con tanta sicurezza da Benjamin potesse essere vero. Sent che le sue parole risuonarono beffarde: Vuoi dire che le Stelle Spezzate potrebbero manovrare una parte di Fondazione Risorse Nuove? E proprio questa la tua idea? Proprio non ti sembra un tantino azzardata? Che so la sceneggiatura di un libro americano di fanta-politica? I libri seri lasciali scrivere a noi, per piacere. Voi italiani limitatevi a scrivere i libri di cucina e di giardinaggio. Li abbiamo gi scritti, e con successo. Siete voi che vedete scandali ovunque, e non essendo in grado di scrivere che quelli, giungete al punto di inventarveli!. Non inventiamo niente. Se li vediamo perch ci sono. E peggio per voi: non venite a chiamarci quando sarete arrivati con lacqua alla gola! Io non ci sar pi, allora. E tanto meno nessun americano verr a salvare questo paese. Grazia per un momento ebbe paura. Risent le lacrime affiorarle di nuovo. Benjamin, che vuoi dire? Cosa hai in mente di fare?. La voce ridotta ad un esile filo, gi strozzato sul nascere. Tu pensa al tuo giornale. Buona fortuna! tagli corto. E riagganci. Dallaltra parte Grazia scoppi a piangere, battendo un pugno sul tavolo. Stupido e testardo dun americano! sbott con gli occhi rigati di lacrime.
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XIX Giulia aveva appena terminato di sistemare le tende alla finestra della camera da letto ed era contenta di s. Vi aveva lavorando tutta la mattina. Aveva sfogliato una notevole quantit di riviste di arredamento durante il mese precedente, informandosi sui vari tipi di tende, poi si era persino fatta un book ritagliando le fotografie che pi le piacevano. Alla fine si era fatta unidea sufficientemente buona di quello che voleva per la sua camera, e cos aveva provveduto a comprare tessuto e ganci. Naturalmente il palo su cui aveva issato il pesante tendaggio laveva fatto montare a Roberto. Visto che nessuno dei due poteva contare su di una ragguardevole disponibilit di denaro sui rispettivi conti in banca, si erano dovuti arrangiare alla meglio nello scegliere i mobili con cui arredare la casa. Per la cucina avevano optato per una soluzione pratica: un mobilio essenziale che si snodava lungo tutta la parete dove si trovavano gli agganci di acqua, gas ed elettricit. Dal punto di vista estetico, Giulia aveva insistito per una composizione semplice e lineare, in betulla con il piano di lavoro in marmo rosa. Tutte le ante superiori erano leggermente intagliate con un bel ghirigoro, che ricordava gli intagli ornamentali delle cucine tirolesi. La cucina prevedeva anche un tavolino con due sedie. Al momento non prevedevano ospiti a cena, n amici per un drink o un party, dato che la casa a sentire quello che andava dicendo Giulia era ancora troppo spoglia. Avevano sistemato in salotto un divano, nuovo di zecca anche quello. Giulia si era innamorata di un magnifico modello a tre posti, color rosso rubino, e aveva insistito tantissimo per acquistare proprio quello. Vuoi perch la stanza era quasi del tutto spoglia, vuoi per la tonalit accesa del divano, era la prima cosa che si notava appena entrati nellappartamento. Il resto della sala consisteva in un tavolo rotondo con sopra una vecchissima TV, chiaramente di seconda mano, che Roberto spacciava come un super affarone, ma che era il cruccio di Giulia. Secondo lei era del tutto fuori posto in quella sala, un ferro vecchio in mezzo a oggetti nuovi
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splendenti, e per questo la considerava ancora meno che antiquariato. Ma Roberto continuava ad essere orgoglioso del suo acquisto fatto tramite il giornale alla rubrica: Compro tutto, Vendo tutto. Lorgoglio di Giulia, invece, era la loro camera da letto. Insieme alle tende che aveva scelto con una cura maniacale. E ora ammirava con lanimo traboccante di gioia il risultato che si era prefissata per tempo, e che ora aveva puntualmente raggiunto. Era in piedi. Alle sue spalle la sponda del letto, di fronte la porta-finestra che dava su di un terrazzino. Ora Roberto era fuori al lavoro, e lei aveva appena terminato gli ultimi ritocchi della loro camera, tende comprese. Si sedette sul letto a riflettere. Rimir la camera per accertarsi che nulla fosse fuori posto. Era una maniaca dei particolari: lo sapeva, e lo stesso non riusciva a farne a meno. Volt la testa a destra, e vide lenorme armadio color avorio, con le ante scorrevoli e le maniglie che davano limpressione di sottili bastoncini incollati sopra. Si alz dal letto e si gir di spalle: pass in rassegna il letto matrimoniale. Si erano trovati subito daccordo su quel modello a prima vista un po antiquato, ma che a loro piaceva moltissimo. Sulla testiera in ferro battuto era riprodotta una rappresentazione stilizzata, solo vagamente abbozzata; somigliava allincirca ad uno stemma araldico, con in mezzo due tortore che dormivano, quietamente accovacciate luna accanto allaltra. Anche se Roberto gradiva quel modello di letto, laveva quasi lasciata secca commentando: Puoi pensare a tutto, vedendo le tortore, meno che a noi due che tubiamo vicini. Ogni volta che si rammentava di quella considerazione cos poco poetica, la scacciava subito via dalla memoria inorridita. Poi Giulia volt di nuovo la testa, questa volta a sinistra, e i suoi occhi si posarono beati sul com in vecchio stile custodito gelosamente prima nella sua vecchia camera, ed ora nella loro stanza, dopo un considerevole sforzo di Roberto per trasportarlo da casa dei genitori a casa loro. Con lavoro da certosino lui laveva prima raschiato, poi ridipinto ed infine

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completamente riverniciato di un colore simile al frassino, e collocato accanto al letto. Giulia si vide riflessa nello specchio ovale, fissato sopra il com. Era pronta per uscire e recarsi al lavoro. Il suo turno iniziava di l a poco, alle 14.00 di quel fresco pomeriggio di primavera. Vide il suo pullover di cachemere rosa, il tubino, il foulard a quadri. Esamin lacconciatura: era a posto. Si guard le mani: avrebbe tanto desiderato che Roberto le avesse regalato lanello di fidanzamento come regalo dingresso nella loro nuova casa. Non che si volesse sposare subito. N aveva alcunch da recriminare al suo ragazzo, dato che in realt non avevano mai parlato di matrimonio. Ma lei era imbevuta fino allinverosimile di film romantici dove il lui di turno a sorpresa scopre le carte con la sua lei, rivelandole il desiderio di sposarla e regalandole, ovviamente, un fantastico anello. Ma lei era altrettanto sicura del sentimento che provava per il suo uomo? Avrebbe accettato un eventuale anello come proposta di matrimonio? Solo per un attimo si pose la domanda che non aveva il coraggio di farsi: amava Roberto? E quanto lo amava? S, provava una forte attrazione per lui, si sentiva protetta e compresa. Lui si era sempre dimostrato pronto a esaudirla in qualsiasi desiderio, cosa che per lei equivaleva ad una dichiarazione scritta di amore e fedelt. Ma, nonostante tutto ci, non riusciva ad ammettere con se stessa, in ultima analisi, di essere sicura di quello che cera fra lei e Roberto. Prov a immaginarsi con lanello al dito: sent che sicuramente lo voleva. Anzi, con una certa freddezza, che un po la sorprese, si ritrov a pensare che lavrebbe voluto in ogni caso, anche se poi le cose fossero andate male tra di loro. Ma poi si dispiacque di un pensiero cos orribile. Possibile che bastasse solo lattaccamento ad un gioiello per renderla felice? Era davvero cos cinica? In realt non sarebbe stata maldisposta a sposare Roberto, dopo un po di convivenza. Di nuovo, per, aveva la sensazione che la sua mente si difendesse, con un simile ragionamento, da ben altre cose, sepolte dentro di lei. Paure ancestrali, desideri repressi, catene da cui nemmeno sapeva di
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essere avviluppata n quanto fossero pesanti. Le torn in mente lesame di psicologia sostenuto per laurearsi in scienze infermieristiche: tutto il corso universitario di allora era stato incentrato su un argomento che non era pi riuscita a scrollarsi di dosso: il lato ombra, il lato segreto che ciascuno porta dentro di s, e che di solito pochi conoscono. Esso temuto per quanto nasconde della nostra personalit, dei nostri desideri, dei nostri bisogni; il lato ombra si aggira in silenzio dentro di noi, come uno spettro, per anni e anni. Salvo poi affiorare nei momenti pi imprevisti, nelle decisioni difficili da prendere, facendo leva sulle nostre paure e sulle nostre debolezze. Che stesse emergendo, ora, il suo lato segreto? Sospir ripensando alla notte precedente. La loro prima notte nella nuova casa. Purtroppo erano tornati cos tardi e cos sfiniti che poco ci mancava si addormentassero vestiti sul letto. Non era certo quello che si era immaginata. Ma daltronde, riflett con calma, chi poteva prevedere in anticipo che quella sera sarebbero stati attesi e ospitati a casa della famiglia Righetti? E poi, allimprovviso, senza volerlo, il pensiero corse subito a Martin Fischer. Luomo ricoverato soltanto qualche giorno prima nel suo reparto dospedale. Luomo che laveva spiazzata come una stupida ragazzina: affascinata da quellindividuo, si era ridotta a osservarlo di nascosto mentre lui dormiva, a sfilargli il libro da sotto il cuscino col desiderio inconfessabile di scoprire informazioni su di lui. Ora quasi stentava a credere di averlo ritrovato. Cos presto e cos inaspettatamente. Eppure si vergognava di provare simili pensieri per un uomo che non fosse il suo Roberto. Cominci a venirle paura. Si era per caso innamorata di Martin? No. Anzi, in fondo aveva timore di lui. E perch, allora, rischiava di pensarci in ogni momento? Percepiva dentro di s come due forze opposte, che quasi si combattevano. Da un lato il sentimento dolce e affettuoso per Roberto, che la tranquillizzava. Dallaltro una specie di richiamo fatale per Martin, al cui solo pensiero rabbrividiva. Si rese conto che per quelluomo provava un misto di paura e tenerezza insieme. Paura perch lui riusciva senza sforzo a metterla a disagio. Tenerezza perch lo trovava solo, indifeso,
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vulnerabile. Come una calamita si sentiva attratta verso di lui dalla sua aura di mistero. Scacci questi pensieri dalla testa e si alz. Decise che non avrebbe pi pensato a quelluomo: per causa sua troppi turbamenti inquietavano la sua anima. Prese con s la borsetta appoggiata per terra, e si diresse verso lentrata. Stacc con cura il cappotto appeso allattaccapanni e lo infil, stando attenta a chiudersi bene tutti i bottoni. Diede una rapida occhiata agli stivali per vedere se erano ben lucidati, inforc gli occhiali da sole e usc. Roberto era ritto in piedi, di fronte al bancone del negozio. Luomo dietro al bancone gli stava impacchettando un costoso soprammobile in vetro di murano scelto appositamente per Giulia. Gi da un po di tempo aveva capito che lei si aspettava un regalo da lui: una specie di benvenuto dingresso nella loro nuova casa. Cos era entrato nel negozio di liste nozze e articoli da regalo, quello davanti al quale passava tutti i giorno durante la pausa pranzo, e le aveva comprato un delizioso vaso da fiori affusolato, creato appositamente per i mazzi di rose, di gigli, di calle, di orchidee, insomma, per tutti i fiori dal gambo lungo, specialmente quelli costosi. Naturalmente di l a poco avrebbe provveduto anche ai fiori: il fiorista sarebbe stato la sua seconda tappa, una volta fuori dal negozio di liste nozze. Erano le 13.45: Roberto era in piena pausa pranzo. Si era concesso una piccolissima digressione dal suo abituale giro del dopopranzo, decidendo di passare da quei due negozi per i suoi acquisti. Quel giorno aveva deciso di dedicare quella preziosa quindicina di minuti al regalo per Giulia. Per fortuna il negozio di liste-nozze faceva orario continuato. Vi era entrato senza una precisa idea di quello che voleva regalarle, e infatti era stato subito assalito da una commessa velocissima che gli aveva fatto vedere in soli cinque minuti pi cose di quante lui riuscisse a ricordare. Gli era passata di fronte una caraffa di Christian Dior dal manico dargento, un set di posate arabesche eccezionali per una cena in stile turco, cornici
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dargento di tutti i gusti, chincaglierie varie assolutamente imperdibili tutte rigorosamente di cristallo Swarosky, addirittura un interminabile collezione di tazzine di porcellana dipinte in stile barocco che la commessa voleva affibbiargli mentre lui si dava da fare a spiegarle che la sua ragazza non si trastullava con tazze e piattini. Alla fine la commessa, esausta, chiam il padrone che riusc in pochi minuti a tirare fuori da un luogo non meglio precisato lo straordinario vaso di Murano. E soddisfatto dellacquisto? gli domand il negoziante in tono confidenziale. Altroch. Quel vaso star benissimo in salotto e le dir di pi: mi piacerebbe che non mancassero mai fiori freschi in casa: la abbelliscono moltissimo. Ha ragione, sa! Mia moglie li compra freschi al mercato tutte le settimane. E proprio bello entrare in casa, ed essere accolti per prima cosa dalla bellezza di un vaso di fiori veri. Roberto era felice di trovare un tale che, una volta tanto, fosse daccordo con lui, e usc dal negozio soddisfatto del regalo. Giulia fece il suo ingresso puntuale in reparto. Corse di filato allarmadietto, dove infil il camice bianco e la cuffia in testa. Poi cominci il consueto giro di visite per la corsia. In quel momento erano ricoverati pochi pazienti. Fece due rapidi conti: se la sarebbe cavata in venti minuti. La caposala la salut con la consueta cortesia con cui era solita salutare tutte le infermiere di quel reparto. Era una donna slanciata, con un corpo armonioso e snello, tuttavia dal carattere asciutto. Poco propensa alle chiacchiere, precisa e metodica. Trattava tutte le colleghe con garbo e gentilezza, ma esigeva puntualit, cura nel lavoro e non ammetteva lozio nei tempi morti. Trovava sempre qualcosa da far fare alle sue subalterne, anche di notte. Con affabilit e discrezione dispensava ordini e accoglieva richieste. Quel pomeriggio pareva abbastanza taciturna. Giulia not che lo era particolarmente con lei. Si domand se, quella mattina, la caposala avesse riferito al primario che Fischer se nera andato. E se il primario si fosse per caso arrabbiato. Era
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accaduto proprio durante il suo turno dello scorso venerd. Ma, in fondo, lei non poteva averne colpa. Cosa rimproverare ad una semplice infermiera? Non era certo lei a prendere liniziativa di mandare a casa la gente. Dunque, lei non poteva farci niente. Se la caposala era taciturna con lei, pazienza. Magari era una sensazione temporanea. Un momento di passaggio. O magari si sbagliava. Quindi tanto valeva aspettare e vedere cosa sarebbe successo. Stava rimuginando tutte queste cose, quando la caposala le venne incontro. Buon pomeriggio, Giulia. Salve, Olga. Era prassi normale darsi del tu. Tuttavia Giulia sentiva un certo imbarazzo. Stai tranquilla, va tutto bene la calm la caposala, che a quanto pareva si era accorta di unombra di malessere passata sul viso di Giulia. E solo che hai una visita. Una persona. Lho fatta passare perch c poca gente oggi, in reparto. Per fai presto, cinque minuti, non di pi. Intesi?. Giulia annu, senza capire. Pens fosse Roberto che si era dimenticato le chiavi di casa, o qualcosa del genere. Si avvi incuriosita verso lingresso del reparto, dove erano posizionate delle panchine per i visitatori dei pazienti. Erano sempre piene durante gli orari di visita. Ma alle due e trenta di quel luned di Marzo non cera nessuno. Eccetto un uomo giovane, di bellaspetto, con fulvi capelli biondi che si annodavano in ricci allaltezza delle orecchie. Le infermiere che avevano occasione di passare l davanti gli gettavano occhiate di apprezzamento. Il viso del giovane non era chiaramente visibile perch era chino, intento a leggere qualcosa. Sembrava uno studente universitario, solo un po avanti negli anni. Tuttavia non lasciava trasparire alcunch di strano o pericoloso. Per un attimo Giulia non lo riconobbe. Poi ebbe un tuffo al cuore. In quello stesso istante Martin alz gli occhi e la guard. Incredibilmente le sorrise. Pareva un altro. Non aveva nulla dellaspetto distaccato, aristocratico e snob della sera precedente. Aveva invece movenze dolci, morbide, disarmanti. Lei aveva deciso di non avere pi a che fare con luomo spregiudicato che fino ad allora laveva disprezzata,
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almeno cos lei pensava. Ma adesso si trovava davanti un viso nuovo, era come se lo scorgesse soltanto ora, veramente, per la prima volta. Sent che la sua bocca si schiudeva in un sorriso di risposta. Imbarazzata gli and incontro. Martin si alz a sua volta. Era tranquillo, continuava a sorriderle. Pareva aspettarla per dirle qualcosa. Nelluscire dal reparto insieme a lei, le cinse le spalle in un gesto di cavalleria che lasci Giulia frastornata. La sua dolcezza era disarmante. Quando dopo dieci minuti Giulia rientr al lavoro, cap che nella sua vita nulla sarebbe stato pi come prima.

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XX In confronto allo stupore che aveva provato la prima volta che aveva aperto la porta di casa agli agenti del Vaticano, e la cui visita aveva suscitato in lui unondata di sentimenti contrastanti, la seconda volta Edoardo fu pi preparato a riceverli. Accanto ad Edoardo ora non sedeva pi Laura, ma Benjamin. Esattamente dirimpetto a loro, anche Kreutz e Wassen apparivano pi a loro agio. Una bella differenza rispetto al contegno rigido e legnoso che avevano dimostrato la prima volta. Benjamin era rientrato appena in tempo per incrociarli sulla porta dingresso: con le loro giacche inamidate, i cappotti lunghi un po funerei e la loro valigetta ventiquattrore davano limpressione di una coppia di esseri strani, che si aggiravano per la citt assolata come due avvoltoi. Alla loro vista Benjamin ne fu alquanto intimorito, ma per fortuna Edoardo aveva ormai imparato a conoscerli, ed ora si manteneva davanti a loro relativamente tranquillo. Per non essere da meno, Benjamin adott subito la serena pacatezza di Edoardo. Fatte le rispettive presentazioni e dopo i primi convenevoli di rito, Edoardo attacc senza perdere altro tempo: Veniamo subito al dunque, egregi signori. Io ed il mio collega americano, anchegli come me nellequipe di lavoro, a nome di tutti i componenti del gruppo abbiamo intenzione di accettare lincarico offertoci dal Vaticano. I due agenti manifestarono piacere e si congratularono con loro. Edoardo prosegu: Ci mettiamo dunque a vostra disposizione, naturalmente nei tempi e nei modi che ad ognuno di noi sono consentiti dagli impegni personali e di lavoro. Per ci sono alcune cose preliminari che vorrei chiarire con voi. Innanzitutto ho bisogno di sapere almeno in generale il contenuto della Lettera ai Laodicesi. E, in secondo luogo, se si pu veramente ritenere autentica. Benjamin, che lo stava ascoltando, pens che volesse accertarsi se quello che aveva riferito loro Martin la sera precedente combaciasse con le informazioni degli inviati del

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Vaticano. Quanto furbo! pens non si fida di quello che ci ha raccontato larcheologo. Edoardo riprese: E poi c unaltra questione serissima. E qui fece una pausa per scandire bene le parole: Non ho nessuna intenzione di lavorare con Martin Fischer. Il suo tono non ammetteva repliche. Benjamin lo guard stupito, al limite della meraviglia. Anche i due agenti sgranarono gli occhi, rimanendo alquanto interdetti. Sia chiaro disse lequipe garantita. Hanno tutti accettato, chi pi entusiasticamente, chi meno. Solo un membro Benjamin cap che si stava riferendo a Grazia ha escluso del tutto il suo apporto. Ma, questo il punto, per quel che mi riguarda evidente che tra me e Martin c uno di troppo: o uno, o laltro. Wassen, quello dei due con la sottile montatura doro, cerc di riprendersi in breve dallo stato di impasse provocato dalle amare parole di Edoardo. Professor Righetti rispose una cosa per volta: risolviamo intanto la prima questione. I nostri esperti, alla presenza del Card. Mac Collough e di altri prelati molto competenti, hanno visionato a lungo la lettera e non hanno trovato nulla da ridire. Con tutta probabilit autentica, e per questo si pu considerarla nel genere delle lettere pie. Anche se, a rigore, non pu entrare a far parte degli scritti canonici, ossia dei testi sacri ispirati direttamente da Dio. Pertanto probabile che tutto ci che la lettera contiene sia edificante, credibile, ma certamente da non ritenersi oggetto di fede. Un po come per le rivelazioni private: sono raccomandabili, ma non aggiungono nulla alla rivelazione pubblica fatta con i Vangeli. Di tanto in tanto Edoardo annuiva con la testa. Anche Benjamin mostrava vivo interesse, soprattutto era meravigliato, come fosse la prima volta che ascoltava simili discorsi. Inizia con il solito saluto alla comunit di Laodicea. Poi prosegue con gli ammonimenti: imitare il messaggio di Ges Cristo, essere veri seguaci del Cristo, nei fatti e non solo a parole. Esorta poi la comunit con alcuni consigli pratici, perch li rimprovera di un eccessivo attaccamento ai beni.
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Stanno diventando troppo tiepidi, insulsi, n caldi n freddi. Termina con uninvocazione allo spirito, per altro molto bella. Nellinsieme non assolutamente in contrasto con limmagine della Chiesa di Laodicea che si trova nellApocalisse: una chiesa per la quale il pericolo veniva dalla mollezza di costumi e dalla vita condotta agiatamente, nel benessere. Fin qua mi sta bene. Tutto concorda anche Martin ha tratteggiato unimmagine simile di Laodicea. Eppure per Martin Fischer quelle note sono essenziali: ce lha spiegato stanotte. Lui ha tuttaltra visione dei fatti; perci, come la mettiamo? E perch lavete inserito nellequipe, anche se la pensa in maniera cos diversa da voi? chiese Edoardo. Solo il Cardinale potrebbe risponderle. Noi non lo sappiamo risposero concordemente. Edoardo sospir. Presumo che il testo me lo farete vedere solo nel caso io accetti, giusto?. I due uomini annuirono. Mac Collough le consegnerebbe la copia della traduzione, ed una anche a tutti i suoi colleghi, cos come stata preparata fino ad ora. Ma quello che mi sta pi a cuore riattacc Edoardo per nulla turbato la presenza o meno di Martin Fischer. Ho avuto dei trascorsi infelici, in parte per causa sua. Conservo dei brutti ricordi. Davvero, non potrei occuparmi di quella lettera, stando fianco a fianco con Fischer spieg perentorio. Penso di capire a cosa allude, professore prese la parola Wassen. Quando il Cardinale vide la lista per la prima volta, obiett subito che voi due non potevate lavorare insieme. Fu cos che la lista venne abbandonata sul suo tavolo, nella vaga speranza di escogitare una soluzione. Giacque l per alcune settimane; apparentemente il Cardinale sembrava essersene dimenticato. Un giorno, allimprovviso, ci chiam: aveva la lista in mano. L per l, fummo sorpresi. Ci disse che non cera soluzione se non tenere tutti e sette i nomi. Nessuno poteva essere cancellato. Questa era la sua decisione definitiva. Cio, lui non se la sent di cancellarne nessuno corresse Edoardo. Lasci sia il mio nome che quello di Fischer: che ce la sbrigassimo noi! Bella trovata! Davvero formidabile la diplomazia vaticana! esclam Edoardo. Adesso lei sta presumendo troppo, professore.
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Ah s?. Benjamin si azzard a sussurrare un: Non che sta lavorando un po troppo di fantasia, Edoardo?, ma ammutol vedendo lespressione truce con cui lo ricambi immediatamente il professore. Kreutz prosegu: Le consiglio di essere meno precipitoso nel trarre le sue conclusioni. Le assicuro che il Cardinale ha sempre sperato, e spera tuttora, che accettiate entrambi. E devo dire, per la verit, che il signor Fischer non ha fatto alcun problema. Bella scoperta! Lha trovato lui il papiro! sbott Edoardo. Wassen e Kreutz lo guardarono stralunati, colti alla sprovvista dal sincero rimbrotto. Sollevarono le braccia, sconsolati. Era la verit. Ma cosa replicare? A tanta disarmante evidenza anche Benjamin non sapeva cosa obbiettare. Intanto Edoardo si era infervorato ed aveva anche alzato il tono di voce: E poi perch diavolo affidare a me la direzione dei lavori, quando a tutti parso chiaro, ieri sera, che lui ne sapeva pi di tutti quanti noi messi insieme!? Va bene lumilt, la mitezza e la carit cristiana, non dico che queste virt io non le debba praticare, ma quando troppo troppo! Non stiamo qui a prenderci in giro, signori: di fatto lui che ci ha spiegato per filo e per segno un sacco di cose stanotte, pi di quante ne abbiate spiegate voi due a me. Anzi, mi sono fatto un quadro della situazione solo grazie a lui! Allora, se chiaro che comanda lui, dicevo, perch mai dovrei dirigerla io questa baracca? Ma per chi mi avete preso? Per il benefattore dellumanit, che guida lequipe di gloriosi ricercatori nelle lontane steppe turche? Beh, no. Grazie tante, ma io sono di troppo concluse secco. Ci furono un paio di minuti di silenzio in cui nessuno os aprire bocca. Alla fine Benjamin, se non altro per pura curiosit, butt l la domanda che aveva in animo fin da tutta la mattina, quando Edoardo laveva messo in guardia da Martin. Scusa Edoardo, ma perch ce lhai tanto con Martin Fischer? azzard. Ricevette in un battibaleno unocchiata sprezzante dal padrone di casa. Benjamin si pent di quello che aveva appena chiesto. Edoardo continuava a non rispondere.
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Benjamin guard prima dalla sua parte, poi volt la testa dallaltra parte, tornando a scrutare gli uomini del Vaticano. Ma quelli tenevano le labbra sigillate. Andiamo, avete perso tutti quanti la parola?. Benjamin stava allarmandosi. Nessuna delle bocche degli altri si era ancora mossa. I due agenti del Vaticano tenevano gli occhi incollati su Edoardo, ed Edoardo li teneva fissi su di loro. Benjamin non capiva se Edoardo aspettava che parlassero, o se li stava minacciando in silenzio affinch tenessero le loro bocche ben cucite. A quel punto entr Laura. A giudicare dallespressione del volto, aveva sentito gli ultimi scambi di battute. Si avvicin a Benjamin, mettendogli le mano sulle spalle. Lui intu che stava per rivelare qualcosa. Qualcosa di importante. Infatti con voce esile, addolorata come se fosse stato doloroso il ricordo che si accingeva a richiamare alla memoria, cominci a raccontare: Anni fa mio marito era docente alla Gregoriana. Insegnava patristica, ed era molto stimato e rispettato da tutti. Dovevamo ancora conoscerci, o meglio, ci saremmo conosciuti di l a poco. Lui sarebbe stato il mio insegnante. Ad un certo punto fu eletto un nuovo rettore, che entr ben presto in attrito con Edoardo. Questi gli sospese la cattedra, senza alcun valido motivo e abusando del suo potere, per darla a Martin Fischer, che a quel tempo era il pupillo del rettore. Da quel momento mio marito non ha messo pi piede in universit, perch la cattedra non gli stata pi restituita. N gli stato offerto nessun altro incarico. Grazie. Laconica, ma indubbiamente esaustiva concluse Edoardo. Non immaginavo una cosa simile davvero altrimenti non avrei mai osato domandare spiegazioni, cio se avessi saputo di mettere il dito nella ferita aperta scusami, Edoardo farfugli Benjamin imbarazzatissimo. Non immaginavo che le cose stessero cos, adesso capisco mi dispiace davvero tanto. Laura si avvicin al marito, e questa volta, parl con seriet, come per convincerlo: Sono passati pi di ventanni, Edoardo. Nel frattempo anche Fischer ha fatto dellaltro. E
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rimasto l ad occupare la tua ex-cattedra solo per due anni, poi ha lasciato il campo libero. Sappiamo che se ne andato a fare delle ricerche per proprio conto Per quel che ne sappiamo, caro, potrebbe essere stato usato a sua volta. Il rettore potrebbe averlo costretto a prendere il tuo posto, e lui ha subito le pressioni del suo superiore, salvo poi partire appena ne ha avuto la possibilit. Per questo ti dico: metti da parte il tuo legittimo risentimento, davvero ora, sono io che te lo chiedo, tua moglie. Laura era dolce, ma decisa allo stesso tempo. Mentre parlava Edoardo teneva la testa bassa, come stesse seguendo il corso dei suoi pensieri che gli si materializzavano davanti come ombre cinesi. Dopo poco lalz e disse: Non prometto niente. Lui luomo che mi ha rovinato la carriera, linsegnamento, la passione che sentivo crescere dentro di me per la mia materia di studio non so se sar dei vostri. E troppo difficile per me stare con Fischer. Davvero. Non so se ci riuscir, pi forte di me. Laura chin il capo. Sentiva di non riuscire ad incrinare la visione granitica che il marito aveva davanti agli occhi. Si riscosse solo quando sent Edoardo continuare: Tuttavia vi dar la lista di tutti quelli che si sono messi in contatto con me per il progetto della Lettera. Credo che ci saranno delle sorprese. Io mi voglio riservare un tempo ulteriore per decidere se prendervi parte, o lasciar perdere definitivamente. In fondo io non sapevo che lui fosse uno dei componenti disse rivolto a Wassen e a Kreutz, sottintendendo che avessero fatto apposta a tralasciare quellinformazione essenziale, me lo sono ritrovato in casa stanotte stato un autentico shock. Per educazione ho recitato la parte del perfetto padrone di casa che accoglie i suoi ospiti, ma, signori, lo potete capire da soli inutile che giriamo in tondo, io non lo posso soffrire. Per me stata una tortura averlo in casa. Wassen e Kreutz fecero un cenno col capo, per dimostrare che capivano perfettamente. Wassen gli rispose: Professor Righetti, lei non ha bisogno di giustificarsi in alcun modo. E tutto comprensibilissimo. C solo una cosa che vorremmo lei tenesse in considerazione, ed la seguente: anche se vero
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che la scoperta della Lettera del sig. Fischer, lui comportandosi da suo subalterno ammette esplicitamente che vuole lei come capo dellequipe. E lei lautorit nel gruppo, di fatto, non Fischer. La prego di capire: come se il sig. Fischer volesse riparare al gesto compiuto tanti anni fa, quando le ha portato via la cattedra volente o nolente, non lo sappiamo e ora accettando di obbedire ai suoi ordini, fa un chiaro segno di ammenda. E un segno che va colto. In ultima analisi, pu essere una richiesta di scusa. Edoardo alz gli occhi verso linviato del Vaticano, che in quel momento aveva appena terminato di parlare. Traspariva dagli occhi dellinsegnante una accesa lotta interiore per decidere. Il suo sguardo era concentrato in un punto imprecisato sulla mensola del camino. Sudava leggermente. Dopo un lunghissimo minuto di silenzio che parve interminabile: E va bene disse infine. Tutti intorno erano muti, ma si trattava di un silenzio carico di gioia; non di timore come quello che era calato poco prima, quando Benjamin si era azzardato a chiedere a Edoardo il motivo dellastio per Martin. Ma badate bene, a me che do una seconda possibilit; non a Martin Fischer annunci perentorio Edoardo. Tutti i presenti in sala si sentirono sollevati da una situazione incresciosa. Si congratularono con lui per la scelta coraggiosa: perch mostrava di mettere da parte il rancore personale per collaborare ad un progetto grandioso, pi importante delle singole diatribe personali. Edoardo lasci che i presenti sprecassero con lui le solite parole di circostanza. Ma strette le mani e svolti i convenevoli di rito, stanco e col cuore pesante, accomiat tutti conducendoli alla porta. Compreso Benjamin.

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XXI Aveva suonato il campanello inutilmente. Si era ricordato in ritardo che Giulia non poteva essere arrivata a casa, perch il suo turno di lavoro quella sera terminava alle nove di sera. Roberto gett uno sguardo fugace al suo orologio da polso: le otto meno un quarto. Svogliatamente cerc nella tasca della giacca a vento le chiavi di casa, e con quelle si accinse a varcare il portone dingresso. Dopo essersi richiuso i pesanti battenti di ferro alle spalle, sincammin con passi lenti e strascicati verso la ringhiera che accompagnava la tromba delle scale. Un gradino dopo laltro, a fatica. Pensava che avrebbe dovuto cenare da solo. La prospettiva non lo rendeva felice. Sper che Giulia gli avesse preparato qualcosa nel frigo, qualcosa di pronto da scaldare nel forno a microonde. Ma di solito doveva arrangiarsi, perch Giulia pur essendo una bravissima cuoca cucinava solo quando ne aveva voglia. Il che non capitava troppo spesso. Cos alla fine di quella giornata, la prima trascorsa dal termine dellestenuante incontro a casa di Edoardo, era stanchissimo; ragione per cui accarezzava lidea di mangiare qualcosa di veloce per poi rilassarsi, magari davanti ad una buona lettura. Sotto braccio portava come trofeo il pacco-regalo, lacquisto del pomeriggio, dalla cui confezione si stagliava un faraonico fiocco rosso. Ma non era finita. Sotto laltro braccio reggeva un mazzo di rose rosse una dozzina incartato con un foglio di carta trasparente su cui erano appuntati finti diamanti. Emergevano qua e l come perle. Un simile ornamento senza alcun dubbio era di sicuro effetto. In pi la dozzina di rose era legata lungo i gambi da un nastro di raso color oro. Se non altro per il regalo, pens Roberto, una bella cenetta proprio se la sarebbe meritata. Pass i consueti giri di chiave nella serratura e la porta si apr allo scatto dellultimo giro. In casa tutto buio. Solo i lampioni accesi fuori dalla finestra emettevano una fioca luce, che per si perdeva quasi del tutto prima di oltrepassare le tende delle finestre dellappartamento.

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A tentoni prefer non accendere luci per mantenere quellatmosfera ovattata si diresse verso la camera. L era buio pesto. Il doppio strato di tende di Giulia svolgeva egregiamente la sua funzione. Imprec dovendo accendere la luce (un lampadario che sembrava un calice di cristallo rovesciato): varie volte aveva discusso con Giulia sul fatto che lui avrebbe preferito due buone abat-jour in camera, piuttosto che puntare tutto sul lampadario di cristallo penzolante dal soffitto che gli ricordava una lunga e stretta campana, per nulla aggraziata. Di sera amava la compagnia delle luci tenui, discrete, soffuse. Non di una lampadina da 100 watt del calice gigante di cristallo che gli pendeva sopra la testa; ma se voleva cambiarsi dabito, non poteva rischiare di infilare per sbaglio il pigiama al posto della tuta da ginnastica. Pass dal bagno per lavarsi le mani e darsi una pettinata ai capelli. Dopodich raccolse il pacco-regalo che aveva lasciato sul divano, e lo sistem per bene accanto ai cuscini. Naturalmente su un divano rosso, un fiocco gigante sempre rosso faceva del suo meglio per non risaltare. Leffetto non era granch. Quel che appariva, comunque, era la grandezza del pacco. Se non altro per la mole di quella confezione cos ben incartato Giulia avrebbe dovuto essere fiera di quel regalo. Infine per terra, facendo in modo che si appoggiassero al divano per restare in piedi, mise le rose incartate con quella bellissima carta lucente. Fece qualche passo indietro per rimirare leffetto dinsieme dei due regali: era davvero splendido. Non cera che dire. Un trionfo. Soddisfatto dalla sala si port in cucina; l non cera niente che lo attendesse. Non un piatto di minestra, n una fetta di polpettone o una terrina di verdure miste. Roberto si arrese allevidenza. Anche questa volta avrebbe preparato lui qualcosa per entrambi. Gi gli sembr di sentire la voce armoniosa di Giulia che gli diceva: Tesoro, tu torni a casa prima di me, la sera. Lo sai! Puoi benissimo preparare tu un piatto di pastasciutta per tutti e dueio lavoro fino alle nove di sera! Come faccio? Lo sai anche tu che il mio lavoro ha questi inconvenienti. E sent anche la sua risposta, scontata: Daccordo, vada per due bei piatti di pasta alle acciughe. Infatti tolse le acciughe dal frigo
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e cominci a farle sfrigolare nella padella, dopo avervi versato un filo dolio doliva. Nel frattempo mise a scaldare sul fornello pi grande la pentola dellacqua calda per la pasta, e inizi anche ad apparecchiare la tavola. Alle otto e quaranta aveva gi mangiato comodamente, ascoltato il radiogiornale della serata la notizia principale era che il governo non era ancora caduto e preparato nel forno a microonde il piatto di pasta per Giulia. Pronto appositamente per essere riscaldato. And a sedersi sul divano, mentre aspettava la sua ragazza. Apr distrattamente una rivista di computer che era ancora avvolta nel cellophan, e si mise a sfogliarla pur avendo la testa da tuttaltra parte. Ma non dovette attendere molto perch di l a poco sent le chiavi girare nella toppa della porta. Giulia spunt in mezzo alla luce della stanza risaltando nitidamente, come una silouette scura spicca meravigliosamente su uno sfondo chiaro: il suo cappotto lungo era di color nero, stretto in vita da una cintura. Era avvolta in uno stupendo scialle turchese. I biondi capelli scomposti sulle spalle, cosicch lo scialle li metteva ancor pi in risalto. Roberto le sorrise compiaciuto: Sei bellissima, anche dopo il lavoro; anche quando sei stanca. Giulia lo ringrazi del complimento, ma adocchi in un lampo il regalo enorme posto con cura sul divano. E il mazzo di rose magnifico. Gli corse incontro. Appoggi la borsetta sul divano, e si sfil velocemente il cappotto con lo scialle, buttandoli l in qualche maniera. Oh, Roberto, hai capito che desideravo tanto un regalo per la nostra nuova casa! E me ne hai fatti due!. E tutta in estasi lo abbracci a lungo. Poi gli si sedette accanto per aprire il pacco. Prima stacc con cura il fiocco dalla confezione, commentando che lavrebbe messo da parte per addobbare i regali di Natale; poi cominci a scartare i fogli in cui era avvolto il regalo. Quando tir fuori dalla scatola il prezioso vaso di vetro di Murano, i cui colori alla luce della lampada riverberavano da un fuxia acceso, fino al rosa tenue e poi allindaco, Giulia aveva dipinta in faccia una autentica commozione. Gli occhi le si erano fatti lucidi.
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Roberto, bellissimo disse sinceramente, mostrando di apprezzare il regalo. E pensare che io volevo lanellos, mi ero intestardita su quello, ma anche questo bellissimo; va bene, altroch. Hai avuto troppo buon gusto, caro, veramentee le rose, poisono splendide disse prendendo il cellophan con le rose, e senza finire la frase corse precipitosamente in cucina a mettere i fiori nel vaso. Anche perch stava cominciando a piangere dalla commozione. Roberto not sconcertato la strana reazione di Giulia. S, i regali le erano piaciuti. Ma luscita di scena cos tempestiva laveva spiazzato. Assomigliava ad una fuga in extremis. Roberto sapeva che Giulia aveva delle reazioni inaspettate o improvvise; ma da l a piangere per aver ricevuto in dono un vaso di fiori con tanto di rose fresche annesse, e a volatilizzarsi un secondo dopo in cucina senza dire una parola, sinceramente non ne capiva il motivo. Pens che anche lei fosse esausta dopo una dura giornata di lavoro, in cui per doveva aver trovato lo stesso il tempo di recriminargli nelle sue fantasticherie romantiche che lui non le aveva ancora fatto un vero regalo con la R maiuscola (peccato che lei volesse lanello per; ci avrebbe pensato pi in l nel tempo) per la loro nuova casa. Quindi ora lui laveva colta di sorpresa. Lei si era pentita di aver pensato male di lui, e le si si era scatenata improvvisa ed inarrestabile la reazione di pianto. Gli venne in mente che potesse aver bisogno di un fazzoletto per asciugarsi le lacrime, perci apr la borsetta e vi frug dentro. Quel che vi trov lo raggel. Quando Giulia torn Roberto era l che laspettava. Seduto nella stessa identica posizione di quando lei era uscita dalla stanza. Con la borsetta aperta sulle ginocchia. Con due occhi incendiari su di lei. Giulia cap al volo, e si mise ancora di pi a singhiozzare. Roberto la squadr da cima a fondo prima di attaccare: Perch tieni il libro di quello stronzo di Fischer nella tua borsetta? le domand. Ma pi che come una domanda, suonava come un interrogatorio.

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Giulia cominci a balbettare: Me lha dato lui e si fece di tutti i colori. Era sempre in piedi, in mezzo alla stanza, con il vaso di rose in mano. Incollata al pavimento. Roberto divenne incandescente: E perch mai te lavrebbe dato?. Sembrava una belva sul punto di divorare la preda. Non lo so gli rispose Giulia. Tanto pi lui aumentava il tono di voce, tanto pi lei lo diminuiva. Mi sembra fin troppo evidente che tu lo conoscevi gi quel manichino bellimbusto, se avevi il suo libro in borsa! D la verit! rugg con la forza di un leone. E stata una pura fatalit. Una coincidenza sussurr. E stato ricoverato in reparto per alcuni giorni, ma poi stato dimesso sabato mattina; s, vero: lho rivisto poi domenica sera da Righetti, ma hai visto tu stesso che Martin non si ricordato di me farfugli in un soffio. Non pronunciare il suo nome in casa mia! url. Casa nostra, volevi dire sottoline, per mettere in risalto quella che era unevidenza. Ma poi torn subito allargomento principale: Non ti preoccupare. Far tutto quello che vuoi, daccordo. Solo, per piacere, calmati. Non ti ho mai visto cos arrabbiato! Mi calmer quando sar sicuro che quellessere abominevole sar uscito dalla mia vita. E dalla tua url. S, Roberto. Adesso basta, calmati. Le parole le venivano fuori in mezzo al pianto. Ma Roberto non aveva laria di volersi calmare tanto facilmente. Torn alla carica, tuonando furioso come un uragano impazzito: Ma che bisogno cera di venire a portarti questo maledetto libro, se non si ricordava di te? Te lo dico io quel che ha fatto quel disgraziato: ha finto di non averti mai visto prima, la sera da Righetti. In realt era ben felice di averti rincontrata!. E tenne il libro in alto stretto nel pugno della mano, mentre urlava dalla rabbia, per poi gettarlo con disprezzo sul tavolo della TV. Il libro si pieg a met, sul costolone della copertina era chiaramente visibile il titolo: Viaggio a Calcedonia. Giulia sapeva che quello era il libro che Martin le aveva visto sfogliare il venerd precedente, di nascosto mentre lui dormiva. Si era assopito in modo cos tranquillo e beato, che lei non si era preoccupata del rimprovero che avrebbe potuto
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ricevere a leggere una cosa personale del paziente, se Martin si fosse risvegliato di colpo e lavesse pescata a sfogliare le pagine senza il suo permesso. Non lo so sussurr di nuovo. Non poteva stargli a raccontare tutta la storia; certo non mentre lui era in preda a quellattacco di gelosia. E ora che cominci a dirmi la verit, Giulia la apostrof. Allora, sentiamo. Ti ho chiesto perch hai un suo libro. Te lha dato oggi?. Giulia annu. Riusc ad aggiungere in un bisbiglio: E venuto allospedale. Roberto trasal. In un balzo fu da a lei e ringhi senza controllarsi: E cosa ti ha detto quel figlio di?!. Aveva afferrato Giulia per le spalle. Lei lottava con se stessa per lo sforzo di farsi venire le parole da dire: Voleva che avessimo questo libretto. Tutti noi del gruppo di Righetti. Ha detto che importante che lavessimo, nel caso che le Stelle Spezzate lo facciano fuori allimprovviso. E venuto da me perch era gi in ospedale per conto suo: prima aveva parlato col primario, per problemi personali di salute ti giuro che si fermato due minuti. Non ha aggiunto altro e se ne andato. In quel momento Giulia si era levata un macigno enorme dalla coscienza. Roberto continuava a stringerla alle spalle. Era furibondo. Odiava Fischer per il disgusto e il disprezzo con cui era stato trattato da lui domenica sera. In pi ora veniva a sapere che quel bastardo aveva fatto visita alla sua ragazza. Per Roberto tutto ci suonava nella sua testa come cento campanelli dallarme messi assieme. Non ci vedeva pi dalla rabbia. Se avesse avuto davanti Fischer lavrebbe preso a pugni. Giulia si lament della presa: Mi stai facendo male, Roberto. Roberto parve rinvenire e la lasci subito scusandosi. Ma la sua faccia continuava ad essere fredda come il marmo. E tutto qui?. S. Non accaduto nientaltro?. Nientaltro. Te lo giuro rispose Giulia con voce strozzata. In mano sempre il vaso di fiori. Ma sapeva di aver appena
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mentito. Per caso guard le spine delle rose, proprio davanti ai suoi occhi. Mi dirai se ti gira ancora intorno, non vero? le domand ombroso e accigliato. Certo. Come vuoi tu. S, perch nel qual caso lo ammazzo di persona. Giulia trasal. Vedrai che stato un puro caso, non verr pi in ospedale. Non ce n motivo. Va bene. Scusa la mia reazione brutale, ma odio Fischer. Spero di non rivederlo mai pi in vita mia. Ma Giulia non si era dimenticata che lei e Roberto si erano impegnati a far parte dellequipe di ricerca di Righetti, in cui purtroppo era presente anche Fischer. Os domandargli: Come farai a lavorare con lui, allora? Roberto la incener con uno sguardo fulmineo. Non hai ancora capito che io non voglio entrare a far parte di quella gabbia di matti!? Un americano borioso, un professore che stato silurato a suo tempo, un ebreo strafottente che sa solo rubare la donna di un altro! E tu hai il coraggio di chiamarli unequipe di ricerca? Ma se sono solo uninsieme di spazzatura! Io non voglio avere a che fare con tutta quella gentaglia indigesta! Fu Giulia questa volta a raggelarsi. Aveva dato per scontato che Roberto, magari premendo un pochino, alla fine avrebbe ceduto e avrebbe acconsentito a lavorare nel gruppo. Adesso vedeva tutto il suo castello di idee crollare. Non sapeva cosa pensare, e soprattutto cosa rispondergli. Una parte di lei avrebbe voluto gridare che voleva i soldi, la fama, e che era disposta anche fare un viaggio fino in Turchia, per questo. Anche con Martin. Anzi, lidea le piaceva. La parte di lei pi saggia e razionale, invece, le suggeriva che doveva a tutti i costi allentare la tensione nel suo ragazzo. Doveva calmarlo. Perci riprese, sforzandosi di rimanere tranquilla: Scusa. Non avevo capito. Pensavo che alla fine avresti accettato. Ma far anchio quello che tu ritieni meglio. E vero che tutto il progetto mi sembra alquanto azzardato e impraticabile. Spiegati meglio.

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Lei appoggi finalmente il vaso di rose sul tavolo. Poi disse: Certo, lo farei per i soldi. Se si trattasse di stare via solamente due o tre settimane. Sarebbero un po le nostre ferie, destate. Ma sta tranquillo che non piace nemmeno a me quel Fischer. E troppo saccente, dispotico. Una vera sciagura per tutta lequipe. Secondo me, anche provassimo a iniziare, torneremmo indietro a mani vuote, con uno come lui al nostro fianco. Sei daccordo? . Parl pi per convincere lui, per, mentre dentro di lei si faceva sempre pi strada la certezza di voler partecipare alle ricerche. E con Martin Fischer, non senza di lui. Roberto era sempre di pessimo umore. Scroll la testa: Questo lavoro unautentica pazzia. Io e te non andremo. Specialmente con Fischer nellelenco. Basta: ho deciso. Si far cos. Parl secco e con un tono di voce che risultava assolutamente inamovibile. A Giulia croll tutto: ebbe un sussulto. Roberto vide balenare un lampo di disperazione nei suoi occhi, mentre esponeva la decisione appena presa. Allora tutto gli fu chiaro: lei voleva andare via, lei voleva partire con Martin! Laveva anche detto un minuto prima: sarebbe stato bello fare una vacanza in Turchia! Seguire ogni tanto, giusto una volta al giorno, i risultati dei professionisti: di Edoardo, di Martin, dellamericano. Loro avrebbero lavorato in prima linea. Lei con Roberto se ne sarebbe stata allindietro, protetta da quegli altri. Hai fatto male i conti, mia cara! esplose impetuoso Roberto. Tu non vai da nessuna parte! Adesso abiti qui con me! la minacci. Cosa vorresti dire? domand Giulia, che stava trovando un po di coraggio alla prospettiva che Roberto, veramente, le impedisse di provare a partecipare allimpresa. Che io e te adesso viviamo insieme. Conta anche quello che decido io, adesso. E io non voglio che tu parta soltanto per inseguire un malato di mente come quel Fischer Ah si, eh? strill Giulia. Riacquistava sempre di pi la voce. Non sei padrone delle mie azioni. E per fortuna non sono incatenata a te: non ti ho sposato, per fortuna!

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Per amor del cielo, lascia perdere che non siamo sposati. Per me come se lo fossimo, s, insommaviviamo insieme. Non ti basta? Condividiamo tutto e nonostante questo, tu dici che io non conto un fico secco?. Si stava arrabbiando di nuovo. Non sto dicendo che non sono contenta di te e di noi. Ma che sei troppo opprimente. Mettiamo che io partabeh, dopo tornerei qui. Da te. Non va bene?. NO! No che non va bene! le url incollerito. Come potrebbe andare bene? E magari, nel frattempo, cadi tra le braccia di Fischer! Ma non capisci che pericoloso?!. Senza accorgersene batt un bugno sul tavolo con tale foga che il tavolo trem, e il vaso di rose sobbalz pericolosamente. Mi stai dando della donna che va a letto col primo uomo che trova? Perch se cos, tu sei uno stronzo, allora! Non parlarmi in questo modo! Nemmeno tu! Stai solo facendo un mucchio di insinuazioni malevoli e calunniose sul mio conto! Saresti capace! Bugiardo! Ma dai, dimmi la verit: lho capito che ti piace Martin! tuon furioso. Era la stoccata peggiore che potesse darle. Giulia lo disintegr con lo sguardo. Ma non fu capace di dirgli di no. Che non era vero. A quel punto Roberto preso da una furia incontenibile e con un gesto della mano rovesci il vaso di rose sul pavimento. Sai quello che ti dico, allora? Vattene pure via con quel demonio! le url dietro. Giulia scapp in camera impaurita, chiudendosi dentro a chiave. Si gett sul letto a piangere disperata. Roberto cominci a raccogliere i pezzi di vetro del vaso. Mai regalo era durato cos poco. E per colpa sua. Li ammucchi in un angolo, sotto il tavolo della TV. Poi and in bagno a prendere lo straccio per asciugare lacqua che era caduta per terra. Raccolse le rose almeno quelle erano ancora riutilizzabili e le mise in una caraffa di ceramica, che and a prendere in cucina. Lavorare lo faceva sentire meglio.

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Almeno per qualche minuto non pensava con ogni atomo del suo cervello a Giulia e a Martin insieme. Quando ebbe finito, il pavimento era perfettamente pulito. Le rose di nuovo sul tavolo. Aveva scopato per terra e gettato i pezzi di vetro nella pattumiera. Ecco la gloriosa fine del regalo per la casa nuova pens, mentre chiudeva il sacchetto con le schegge di vetro e lo sporco. Scese in strada a portare via la spazzatura: aveva bisogno di prendere aria. Mentre era ancora in casa, aveva udito i singhiozzi di Giulia dalla camera da letto. La sua solita vocina esile gli aveva suggerito: Sta piangendo perch lhai ferita. Non vero che ti lascerebbe per Martin. Le hai fatto una scenata di gelosia bella e buona. Adesso ti calmi, poi vai di l e le chiedi scusa. Ma la voce pi autoritaria non si fece attendere: Piange perch sa di aver sbagliato. Una donna sa sempre perch piange. E lei piange perch si sente in colpa. Anche solo con la mente, ma ti ha tradito. A quella considerazione la faccia di Roberto divenne di nuovo paonazza. Per fortuna che gi da un po stava passeggiando fuori, lungo il marciapiede, in direzione del bar aperto pi vicino. Aveva incrociato qualche passante frettoloso che gli aveva lanciato occhiate smarrite. Chiss che espressione devo avere, pens. Forse metto paura. Per era impossibile fare a meno di notare gli sguardi allarmati delle persone che lo oltrepassavano. La vocina esile non si diede per vinta: Adesso sei fuori casa. E meglio, cos ti rilassi. Ti bevi qualcosa di caldo, poi magari le compri una scatola di dolci o cioccolatini come richiesta di scuse, torni a casa e fate la pace. Vuoi passare fuori tutta la notte? Dove andresti a dormire?. Roberto, una questione di principio riaffior la voce potente. Lei ha sbagliato. Non ti ama, chiaro. Fatti un giro, poi torni a casa e dormi sul divano. Domani mattina le dici che te ne vai. Te lha fatta troppo grossa. E poi non sei mai stato convinto di questo esperimento di convivenza. La vocina esile torn con tutta la forza che pot: Non gettare via questa storia in un modo cos palesemente stupido! Tu le vuoi bene. Altrimenti non avresti reagito in quel modo. E lei pure, innamorata di te. Altrimenti adesso non sarebbe
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l che piange, da sola, in camera. Se proprio devi arrabbiarti con qualcuno, prenditela con Martin! E lui il colpevole di tutta questa odiosa faccenda! E lui che come una serpe ha avvicinato Giulia senza che lei se ne rendesse conto!. Taglia con tutti e due, Roberto. Con Giulia e con Martin. O lei ti tradir per davvero. La voce pi robusta aveva scacciato nuovamente quella debole. Intanto era arrivato al bar. Si chiamava Lattimo di follia: gli venne in mente, oltrepassando la soglia, che prima, durante il burrascoso litigio con Giulia, potesse essere stato colto da un raptus di pura follia. Scosse la testa per riaversi da tutto quellincubo che attanagliava ogni centimetro quadro del suo corpo. Tremava a scatti, gli era comparso un doloroso mal di testa che non accennava ad andarsene. Cap che, con tutta probabilit, gli si era fermata la digestione. Di fatti, poco dopo, spunt anche un fastidioso mal di stomaco. Persino con le mani non riusciva a stare fermo, perch gesticolava di continuo. Non controllo nemmeno una parte del mio corpo, accidenti! pens. Tutta colpa di quellimbecille di Fischer se lo trovo lo tolgo dalla faccia della terra! Non faccio altro che un piacere allumanit!. Con simili pensieri si avvicin al bancone, per ordinare da bere. Lo stomaco gli bruciava forte, il dolore era aumentato. Disse al barista che voleva un amaro digestivo, possibilmente alle erbe. Luomo dietro al banco, uno spilungone alto, tarchiato e che aveva dei modi di fare sbrigativi, gli chiese se un Unicum poteva andargli bene. Roberto scosse affermativamente la testa, soprapensiero. Gli chiese poi di portarglielo al tavolo. Dopo che il barista grugn come conferma, Roberto si diresse mollemente verso il primo tavolo libero, dotato di postazione telematica incorporata. Da quando era diventato duso comune per ogni bar dotarsi di tavoli con annessi gli schermi telematici per luso del computer, della rete informatica e dei giochi, a Roberto piaceva molto venire al bar. Ci stava anche per unora intera. Naturalmente la regola era che, dopo la prima mezzora gratis (il cui prezzo ricadeva in realt nella consumazione), ciascuno avrebbe dovuto pagare il servizio offerto dalla postazione telematica. E dal momento che non si trattava di una cifra irrisoria, ci era
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sufficiente a tenere a freno la smania dei clienti di restare collegati al video per ore. Si sedette svogliatamente e allung la mano sul tasto apposito per collegarsi alla schermata iniziale del video. Gli apparve la solita pubblicit, insieme alle varie opzioni possibili da scegliere. Poteva accedere alle funzioni del computer, oppure inviare o scaricare mail, navigare nella rete, sprofondare nei giochi telematici a tre dimensioni, farsi una chiacchierata con chi volesse, e altre possibilit del genere. Roberto era indeciso. Voleva distrarsi, perch la testa era sempre sintonizzata su Giulia e Martin insieme. Pens di mandare una mail a Claudio, il suo amico pi caro, insultandolo per per averlo mandato a cercare lavoro in mezzo a gente da cui era meglio stare alla larga, sotto ogni aspetto. Si accinse quindi a cliccare sullopzione mail, ma sbagli rigo. Imprec di nuovo, perch invece era finito dentro la rete. Avrebbe potuto navigare, ma non era certo che fosse la cosa giusta. Fu attratto per dalle varie opzioni in cui poteva calarsi per navigare nella rete: cerano tantissime strade. Pagine gialle per la ricerca di servizi, Pagine Bianche per la ricerca delle imprese, Pagine Rosse per sciogliere dubbi e ricevere consigli utili; e poi ancora: Pagine marroni: tutto quello che c da sapere nelle ultime ventiquattro ore, con la sotto-opzione in Italia e allEstero. Lesse anche che poteva scegliere tra: Pagine rosa: sfoglia i pi recenti pettegolezzi, e Pagine grigie: tutto lo sport minuto per minuto. Ma scart quelle due possibilit perch non era interessato n a luna, n allaltra. Infine not: Pagine nere: la cronaca aggiornata allultima ora, Pagine blu: le previsioni meteorologiche, Pagine Viola: gli ultimi necrologi dei personaggi famosi, e infine Pagine Verdi: tutta la musica che vuoi ascoltare. Chiss per quale motivo non se lo sapeva spiegare nemmeno lui mentre leggeva le varie strade percorribili, gli venne voglia di sapere qualcosa di pi sulla situazione politica attuale. Al radiogiornale delle venti lo speaker aveva annunciato, con voce concitata, che nel governo era in atto una fittissima discussione per decidere le linee guida da mantenere nella situazione caotica del momento, con lo scandalo dei parlamentari indagati. Il governo era in piena
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bufera, ma tant che doveva cercare di non venire sepolto dalle mozioni di sfiducia che partivano come cannonate dallopposizione. Cicc su Pagine marroni, e aspett qualche secondo. La nuova schermata era suddivisa in tanti riquadri. Poteva scegliere tra le notizie delle varie testate giornalistiche nazionali, tra le reti televisive telematiche, tra il telegiornale multimediale, tra le posizioni dei singoli partiti e altro ancora. Scelse i giornali: forse inconsciamente era rimasto colpito dal fatto che nelleventuale equipe di ricerca di Righetti ci fossero due giornalisti della pi importante testata italiana. Gli si snocciolarono una serie infinita di titoli di quotidiani, su un lato quelli che possedevano ledizione anche cartacea, sullaltro solo quelli telematici. Lesse senza passione i vari titoli, facendoli scorrere uno dopo laltro, tutti noiosamente simili. Poi si ferm. Cera un titolo nuovo tra i giornali telematici che lo incuriosiva, destando il suo interesse: Leco americano. Ci clicc sopra e poi lesse tutto dun fiato: Potrebbe una tromba daria spazzare via il governo italiano? E quello che si augura in questo momento il portavoce del principale partito italiano dellopposizione. Ecco quello che il vostro fedele reporter sente pronunciare alle 20.45 di questa sera: Ci vorrebbe altro che una tromba daria per ripulire il Parlamento da quei vermi viscidi del governo che hanno fatto combutta con le frange eversive del paese!. Io gli domando: Intende le Stelle Spezzate, Onorevole?. A pronunciare quel nome il portavoce dellopposizione quasi sviene. Io lo raccolgo subito e cerco di rianimarlo: Onorevole, mi perdoni, e cosa mi sa dire dei vermi viscidi trovati dalla vostra parte? Farete venire appositamente un uragano anche per loro?. Il portavoce mi regala lo sguardo pi gelido che gli riesce, e poi mi dice: Quelli non sono vermi. Sono poveri ingenui caduti nel tranello di quell odioso gruppo eversivo. A quelli ci pensiamo noi. Andranno un anno intero in una comunit di recupero per parlamentari che hanno perso di vista il perseguimento degli obiettivi del loro partito. LOnorevole si congeda con una certa fretta e mi lascia impensierito. Sono davanti a Montecitorio e osservo
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landirivieni impazzito degli altri onorevoli: altro che lo scatenarsi di una tempesta tropicale! Qui sembra che tutte le forze della natura si stiano dando convegno: gelo artico nei partiti del governo, preoccupatissimi di vedere andare in fumo tutta la paziente tela di leggi e leggine che hanno intessuto finora, mentre onde alte dieci metri soffiano dallopposizione e si riversano sul malcapitato governo per seppellirlo definitivamente. Qualche raggio di luce spunta dallopera instancabile dellunico partito esente da questo scandalo, Fondazione Risorse Nuove. Si erge alto e possente come un faro nella tempesta, il porto assolato per il naufrago quasi senza vita, lunica ancora di salvezza in un mare di partiti corrotti e abominevoli. Che sia vero quanto appare? Il vostro inviato americano non ne del tutto sicuro. Da queste pagine on-line lancio un appello e me ne prendo pure la responsabilit: chi sa parli. Ho delle informazioni private, che divulgher in stretto giro di posta, a proposito della Fondazione. E a me risulta che anche linossidabile, l indefettibile, l innocentissima Fondazione ha i suoi scheletri nellarmadio. So quello che dico. Soprattutto ho fatti concreti che lo dimostrano. Ripeto: chi sa parli. Io ho i miei nomi, ma per ora voglio tenerli ancora protetti da eventuali ritorsioni che si potrebbero scatenare su di loro, se questi facessero una esplicita intervista al sottoscritto. Perci lo ripeto ancora una volta: finiamola con unomert perfettamente in malafede. La verit venga allo scoperto, o lItalia precipiter nel buio. Firmato: Benjamin Tolosa. Roberto rimase di sasso al resoconto di Benjamin. Si domand perch uno come Benjamin, che aveva conosciuto di persona la sera prima, scrivesse su un giornale telematico e non sul solito quotidiano per il quale aveva detto di lavorare, quando si erano trovati a casa di Righetti. Cera un altro articolo di Benjamin. Forse l avrebbe trovato la risposta. Lo scelse, e aspett i soliti cinque secondi perch il video visualizzasse larticolo. Roberto fu ancora pi elettrizzato che dallarticolo precedente: Mi chiamo Benjamin Tolosa. Sono nato a New York. Mio padre spagnolo, mia madre americana. Sono venuto per lavoro qui in Italia cinque anni fa. Oggi lascio definitivamente
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il mio precedente impiego presso il maggior quotidiano nazionale, perch sono al corrente di fatti terribili, che riguardano anche il mio ex-giornale. Sono un libero cittadino. Non voglio diventare suddito di uomini malvagi e corrotti che vogliono manovrare di nascosto il mio adesso ed il vostro paese. Perci ho deciso di fondare questo nuovo giornale telematico: Leco americano. Spero, col vostro aiuto di lettori, che prediligendolo ogni giorno alle altre testate telematiche, e spargendone la voce ed il gradimento ai vostri amici e conoscenti, questo giornale singrandisca sempre di pi, fino a diventare la voce libera e responsabile dellItalia. Sono americano, ma sono anche italiano. Ora. Concludo con un augurio sincero: Buona Fortuna, Italia!. Firmato sempre: Benjamin Tolosa. E poi era allegata la sua personale mail per mandare o ricevere qualsiasi commento politico, domanda, informazione. Roberto era strabiliato. Ripens a quanto Fischer aveva raccontato la sera precedente, al disegno eversivo delle Stelle Spezzate, e colleg immediatamente quanto aveva sentito con quello che Benjamin aveva appena scritto. Clicc sulla mail di Benjamin, e gli scrisse: Sono Roberto Sperati. Ho appena letto i tuoi articoli tratti dallEco americano. Sono molto impressionato. Cosa vuoi dire, esattamente? Centra quello che ci ha raccontato Fischer ieri sera? E come hai fatto a mettere in piedi dalloggi al domani un giornale telematico? Non complicato? Scusa tutto questo incalzare di domande, ma sono davvero molto confuso per tutto quanto sta succedendo in Italia, oltrech nel gruppo che tu sai. Insomma, so che capisci sicuramente a cosa alludo. Tienimi al corrente dello svolgimento dei fatti, se ci sono novit significative. Con grande stupore di Roberto, Benjamin evidentemente era collegato col suo computer alla rete telematica, perch gli rispose nel giro di pochi minuti. Ciao, Roberto. Sono molto felice di scriverti. Potermi mettere in comunicazione con te per me un fatto importantissimo. Stavo lavorando da casa al mio nuovo

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giornale telematico che hai avuto modo di conoscere proprio ora. Stavo raccogliendo della pubblicit on-line, perch lunico modo di tenere aperto in rete il mio giornale (oltre che pagando la salata tassa di iscrizione mensile al provider che gestisce il servizio della pubblicazione di questi quotidiani). Naturalmente non ti nascondo che, se non mi chiamavo Tolosa, quelli del provider non mi avrebbero mai dato il permesso di aprire la mia pagina di informazione quotidiana. In effetti gi altre volte prima d ora avevo provato a prendere contatti con diversi provider per aprire un giornale tutto mio. Adesso ho firmato un contratto secondo cui pi visitatori cliccano la mia pagina dinformazione ogni giorno, pi il mio lavoro diventa stabile, sicuro e remunerativo: con la prospettiva abbastanza certa di avere un vero futuro in rete. Altrimenti dovr chiudere baracca e burattini, come dite voi. Quello che sta succedendo nel nostro paese grave. Martin ne sa pi di quanto ci ha raccontato ieri sera. Bisogna che, accettando di lavorare con Edoardo, Martin si senta a suo agio per parlare pi a lungo con noi di quello che sa Devi renderti conto che siamo davvero fortunati ad aver conosciuto uno come Martin. E senza dubbio un uomo di grandissimo valore. E riuscito a venire fuori dalle Stelle Spezzate. Solo per questo bisognerebbe conferirgli la medaglia doro. Ci ha riferito a che punto il disegno nascosto eversivo nel nostro paese; ma lha fatto fin dove riuscito ad arrivare, senza paura di venir fatto fuori Evidentemente ci ha raccontato solo quanto poteva. Ma c dellaltro che non ci ha detto. Ma che si intuisce. Perci dobbiamo convincerlo, standogli vicino in questo nuovo importantissimo progetto di lavoro, a rivelarci ci che sa in pi. Sicuramente potremmo fermare la miccia gi innescata della bomba che rappresentano le Stelle Spezzate. Potremo riportare fiducia in un paese martoriato dalla paura e dagli odi velenosi tra i vari partiti. Potremo rivitalizzare il mercato, ridare spinta alla ripresa economica. Adesso le cose vanno sempre peggio, a livello di salari, voglio dire. Lo vedi anche tu che il potere dacquisto dei salari sempre pi basso, e i
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prezzi invece schizzano in alto come stelle. Fra un po ci toccher mangiare il riso cinese e la pizza sudamericana, anzich i prodotti nostrani. Rispondimi in fretta. Grazie. Benj. . Ecco, ora aveva capito. Benjamin aveva abbandonato il suo ex-giornale perch a suo dire era manovrato dalle Stelle Spezzate. E pareva anche che Martin fosse lunico in grado di contrastarle. A Roberto non piacque che Benjamin parlasse cos bene di Fischer. Anzi, gli dava sullo stomaco. Adesso erano in due che stravedevano per lui. Pens che, se non altro, almeno Edoardo si era dimostrato poco condiscendente verso Fischer. Invece fu colpito dalla descrizione della situazione politica fatta dallamericano. Si ramment che Fischer aveva detto che loro erano la punta di diamante che era stata scelta per combattere le Stelle Spezzate. Possibile? In fondo, chi erano loro per ricoprire un ruolo cos strategico ed essenziale per il paese intero? Non si capacitava di come potesse essere vero tutto quello che aveva udito la sera precedente da Righetti. Per gli vennero in mente le parole di Benjamin: proprio perch loro costituivano un gruppo anomalo, forse avrebbero avuto delle chance di vittoria. Non formavano la solita equipe di cervelloni tutto sapere e burocrazia, che si sarebbero arenati al primo contrasto serio di vedute. Qualcosa dentro di lui gli diceva che doveva fidarsi della capacit di guida di Edoardo e del progetto del Vaticano. Provava una specie di urgenza nei riguardi dellintera faccenda. Sent in quel momento di avere una responsabilit morale, a nome di tutto il popolo italiano. Sent che doveva prendere parte al progetto. Sent, a malincuore, che Giulia aveva ragione. Ci si sarebbero dedicati durante le vacanze. Sospir profondamente. Ora che la sua mente si era dischiusa alla visione della verit, e che il suo cuore gli diceva che era giusto cos, non scorgeva altra via duscita che quella. Non poteva tirarsi indietro. Per qualcosa mor dentro di lui, quella sera, mentre prendeva quella decisione. Cap che non sarebbe pi riuscito a guardare Benjamin e Giulia nello stesso modo in cui li guardava prima. Dentro di lui era come se loro fossero gi passati dalla parte del nemico.
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Si alz lentamente, lasciando lo schermo del computer acceso sulla pagina web che aveva appena letto. Non si degn nemmeno di rispondere a Benjamin. Venne il gestore del bar, luomo tarchiato che stava dietro al banco delle ordinazioni, a spegnere lo schermo del computer da tavolo. Pagata la consumazione, Roberto usc nellaria fredda della sera. Il mal di stomaco gli si era attenuato, ma la testa continuava a pulsargli fortemente. Sincammin triste verso casa. Non era ancora in grado di prevedere se avrebbe chiesto scusa a Giulia. Non sapeva nemmeno se sarebbe riuscito a parlarle, lindomani. Provava ancora troppa rabbia, per lei e per Martin. Anche se col passare della serata si era convinto che la colpa di quanto successo fosse pi di Fischer che di Giulia, ormai si era incrinata la fiducia nella sua ragazza. Lunica cosa di cui era certo era che avrebbe dormito sul divano.

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XXII La redazione del giornale era in piena e frenetica attivit alle 22.30 di quel lunghissimo luned. Grazia era ancora seduta alla scrivania del suo ufficio, quasi nella stessa posa di quando Benjamin le aveva telefonato quel giorno. Si era alzata pochissime volte: per lei il tempo era come fosse diventato un inferno. Un lungo, vuoto, disperato fluire di minuti senza senso. I fatti le scorrevano accanto, uno dopo laltro, ma li vedeva come se facessero parte di un fiume lontanto, che procedeva lento ed ingombrante, e di cui soprattutto non conosceva la mta. E tra lei ed il fiume, a peggiorare la situazione, stava una zona melmosa, un acquitrino pregno di insetti molesti e odori malsani in cui si sentiva in trappola. Aveva paura. Pensava al suo destino al giornale. A Benjamin. E si sentiva sopraffatta dagli eventi. Era come se questi le sfuggissero al controllo e lei non riuscisse a staccarsi da quella maledetta palude in cui era gi immersa con tutti e due i piedi: il fiume restava sempre troppo lontano dalla sua portata, per raggiungerlo con la sola forza delle sue gambe. Non afferrava pi gli eventi. Il venerd precedente, quando aveva proposto a Benjamin il viaggio a Roma, si sentiva forte, sicura di s, risoluta. Addirittura con una punta di scaltrezza, non priva di malizia femminile, aveva invitato il suo collega a Roma; lei sperava che ci servisse ad aumentare la confidenza tra di loro, lo desiderava con tutte le sue forze. Invece quegli stessi eventi le si erano rivoltati contro: per un motivo inspiegabile avevano assunto una loro piega; e ora la situazione pareva precipitare sempre pi. Si chiese quale fosse la ragione di cos tanta confusione. Forse lebbrezza del nuovo incarico le aveva giocato un brutto tiro, quellincarico a cui stava aggrappata con tutta s stessa; nonostante la responsabilit che gravava ora su di lei, per, non era riuscita a rimanere fredda e distaccata nella conduzione del giornale come avrebbe voluto. E non voleva perdere Benjamin. Cosa fare? Accettare o meno uneventuale nomina che la riconfermasse alla direzione? Oppure tenere la sua pagina di politica interna?
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Quali condizioni porre, e quali garanzie chiedere? Che peso dare ai discorsi di Benjamin? Aveva fatto qualche tentativo di sondare la fondatezza delle parole dellamico con qualche telefonata ai suoi informatori, ma non ci aveva cavato un ragno dal buco: tutti cadevano dalle nuvole. Cos pi cercava di realizzare qualcosa, pi brancolava nel buio. Un leggero picchiettare alla porta la riport alla realt dei fatti. Grazia avrebbe potuto rispondere semplicemente Avanti! rimanendo seduta dietro la scrivania, ma dando sfogo alla tensione crescente, si alz ed and ad aprire. Davanti a s trov un distinto vecchietto in Loden e cappello a falde. Dal Loden sbottonato pendeva una sciarpa bianca e sotto sintravedeva un completo color sabbia e una cravatta a righe. Le scarpe marroni erano tirate a lucido. Grazia laveva visto poche volte, ma lo riconobbe subito. Era uno dei pi anziani azionisti del giornale. Buonasera, dottor Verri disse Grazia porgendogli la mano. Buonasera a lei, dottoressa le rispose compito lospite, stringendole saldamente la mano. Bastava una vostra telefonata prosegu Grazia che si trovava impreparata dinanzi ad un simile inaspettata circostanza voglio dire, bastava una telefonata per dirmi cosa avete deciso. Non serviva che lei si scomodasse a venire fino qui, cos, adesso, di notte farfugliava. Era imbarazzata. Oh, sciocchezze, dottoressa. Venire qui da lei un vero piacere. Sono io che devo chiederle di sopportare un vecchio barbagianni come me. Mi solo un tantino brigoso muovermi per via dellartrite, che non mi d pace, ma ho qui il mio fedele compagno su cui contare e alz il bastone dando qualche colpetto al pavimento, come per ribadire quello che aveva appena detto. Grazia indic la comoda sedia imbottita accanto alla scrivania, e aiut il Verri a sedervisi. Anche se sono un vecchio ultra ottantenne zoppicante continu lazionista del giornale posso sempre muovermi per venire a fare una visita importante. Allora, mi dica tutto; lascolto attacc Grazia decisa. E torn a sedersi dietro la scrivania.
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Bene, dottoressa, ha capito subito che non mi piace parlare a vanvera, facendo giri vuoti di parole. Mi creda, sono davvero lusingato di essere venuto io, di persona, qui, a parlarle questa sera. Naturalmente a nome di tutto il Consiglio di amministrazione esord compito il vecchio. S, certo. La ringrazio rispose Grazia. Per cominciare, siamo tutti convinti della professionalit del suo operato e della responsabilit con cui ha condotto il giornale in questi tre giorni. Sono pochi, sicuramente; ma per la difficile situazione creatasi a seguito dello scandalo, so che sono stati giorni difficili da gestire. Non posso che ribadire che a lei va tutta la nostra stima per come ha guidato le cose finora. Sono tempi duri questi, signorina, mi creda. Grazia si limitava ad annuire col capo, mostrando la massima attenzione. Lo sa che le vendite non sono affatto calate, anche se siamo stati investiti da tutte queste calamit? Il tono del vecchio si era fatto pi acceso, i tratti del volto brillanti. Evidentemente, per, non considerava che Grazia potesse intervenire col fare domande, perch continu indisturbato: Anzi, proprio oggi abbiamo registrato il picco di consensi, battendo per copie vendute il nostro diretto concorrente. Lei sa a quale giornale mi riferisco. Grazia ebbe solo il tempo di annuire col capo, dal momento che laltro non accennava minimamente a lasciarle spazio. Cominciava ad impazientirsi. Questo ci ha fatto riflettere: vuol dire che la nomina in ballo attesa non solo da voi, dallintera redazione voglio dire, ma anche dagli italiani. Da tutti gli italiani. Quindi non bisogna deluderli. Ma c unaltra questione importante che si posta con urgenza davanti a noi: sappiamo che la gente aspetta il nome del nuovo direttore pi per curiosit, che perch sintenda realmente di come vanno le cose in questo mestiere. La gente ha semplicemente voglia del cambiamento come un fattore rigenerante dopo tutti questi scandali, noi dobbiamo tenerne conto. Quindi, crediamo che il nome da proporre debba riuscire a destare consensi tra la gente, debba infondere ottimismo, fiducia, voglia di ricominciare. Purtroppo so bene che la gente non si immagina certo tutta la fatica che c dietro il lavoro di giornalista: la ricerca delle
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informazioni, le fonti da vagliare e valutare, i pezzi da scrivere, la linea politica a volte tocca da seguire Non voglio dilungarmi con lei su queste cose. Le sa meglio di me. Dunque: noi abbiamo cercato un nome che raccogliesse preferibilmente il massimo accordo possibile tra la gente e sa, abbiamo fatto segretamente dei sondaggi: la cosa di cui vado pi orgoglioso. Dopo le far vedere, se vuole mentre parlava il Verri sprizzava una freschezza e una vivacit che stupirono Grazia quindi il nome, dicevamo Capisco che sar ansiosa di sapere, ma la prego di avere ancora qualche minuto di pazienza. Dunque, occorreva che il nome che cercavamo fosse gradito al pubblico di lettori, ma che allo stesso tempo mostrasse anche delle garanzie e delle credenziali per salvaguardare lintegrit, lonest, la laboriosit del mestiere di giornalista, e del ruolo che sarebbe andato a ricoprire. Ecco, le faccio vedere i sondaggi. E tir fuori dalla tasca interna del cappotto un foglio piegato in quattro. Lo distese meticolosamente sul tavolo affinch lei potesse leggerlo con chiarezza. Come pu vedere lei stessa dai grafici, ogni giorno abbiamo commissionato allagenzia incaricata dellappalto lincarico di rilevare landamento delle vendite del giornale, con in pi laccordo di sottoporre ai lettori e alla gente comune un elenco di possibili direttori papabili e valutare cos i loro giudizi. Per una maggiore correttezza abbiamo consultato sia la gente comune, sia una cospicua rappresentanza di parlamentari, di tutti gli schieramenti. E ogni giorno cambiavamo persone, cos da avere il pi vasto raggio di opinioni. I nomi pi gettonati, per cos dire, sono il suo stimatissimo collega Brentani (Grazia si ricord immediatamente di quando il venerd mattina precedente lui avesse preso in giro lei e Benjamin) intanto con lindice della mano destra faceva scorrere i grafici e lamministratore delegato della TV di stato, che potrebbe anchegli ricoprire tranquillamente lincarico in questione, proposta che viene sia dal governo sia dallopposizione. Mentre il vecchio parlava, Grazia si sent mancare la terra sotto i piedi. Il suo nome non era scritto da nessuna parte. Non era nemmeno stato contemplato tra i papabili. Si sforz di
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rimanere calma e di continuare ad ascoltare, controllando in modo ferreo il suo stato danimo esacerbato. Anche se, potendolo, avrebbe benissimo appallottolato i grafici e gettati nel cestino della carta straccia. Come lei stessa noter, man mano che sono trascorsi i giorni, tra i papabili sono aumentate in percentuale significativa le quotazioni del suo collega tra la gente, e dellamministratore delegato tra i parlamentari. La scelta, a questo punto, si poneva necessariamente tra questi due. Ora, veniamo a stasera, quando il Consiglio di amministrazione si riunito, certo lei vorr sapere il vecchio la guard cosa abbiamo deciso. Pausa. I suoi occhi erano astuti e scintillanti come quelli di una vecchia volpe. Grazia si prepar al colpo. Vogliamo dar prova di una lungimiranza di vedute, cos abbiamo deciso di affidare la nomina vacante al pi giovane dei due concorrenti. Ci auguriamo che egli sappia realizzare e condurre a buon fine uno scrupoloso progetto di lavoro, sappia mettere insieme una squadra affiatata, sappia prevedere certe linee di tendenza che potrebbero emergere proprio ora, con questa situazione confusa nel nostro paese e che va certamente districata. Il vecchio parlava e nello stesso tempo teneva Grazia sotto controllo, come un predatore tiene stretta la preda che ha appena cacciato. Quindi sono onorato di dirle che il nuovo direttore del giornale il signor Brentani. Devo solo aggiungere che abbiamo gi provveduto ad informarlo di persona. Grazia divent impassibile. Mi risulta che in questo momento non sia qui rispose asciutta. S, in effetti labbiamo rintracciato a casa. Naturalmente ha accettato. Devo dire che siamo tutti estremamente soddisfatti. daccordo anche lei? i suoi occhi scintillarono di nuovo. Daccordissimo ment. C qualcosaltro che volete dirmi? prosegu Grazia facendosi animo. In fondo lei venuto fin qui di persona solo per dirmi che devo farmi da parte. Per questo non c nessunissimo problema. Ma non bastava una semplice

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telefonata per sollevarmi dallincarico? Lavrei accettata altrettanto volentieri quanto la sua visita. Lei mostra unacuta intelligenza, dottoressa, frequentare certi ambienti le ha giovato, direi. Il vecchio assunse unespressione enigmatica. Quali ambienti, mi scusi?. Grazia era nervosa. Ma quelli del suo vecchio direttore, signorina. Non capisco. Si allarm. Lei forse tralascia il fatto che stato proprio lui, il suo vecchio direttore, a nominarla direttrice; e con che tempismo, poi! Ci ha letteralmente scalzati di mano. Si era gi dimesso prima di essere arrestato, avendo annusato la brutta aria che tirava intorno al lui. E prima che il Consiglio di Amministrazione prendesse in mano la situazione, ha fatto pervenire al Consiglio di Redazione una nota in cui auspicava vivamente che fosse lei a prendere il suo posto. Che bel giochetto, non trova?. stata una nomina temporanea, soltanto finch non foste intervenuti voi si difese Grazia. stato per non lasciare il giornale nel caos. Perch potesse uscire lo stesso tutte le mattine in edicola. Altrimenti cera il rischio reale che il giornale non andasse pi in stampa: senza un direttore che organizzasse e gestisse il lavoro da fare. E poi lo prevede anche lo statuto del nostro giornale. un evento rarissimo, ma previsto, e noi giornalisti abbiamo firmato lo statuto al momento della nostra assunzione. Questa volta era il Verri che non parlava, e dunque Grazia continu: Io ero presente. Guardi che si sbaglia. La mia nomina emersa insieme ad altre 2 o 3 candidature, e il Consiglio ha valutato la pi opportuna. Tutto accaduto alla luce del sole. Mi permetta di farle notare che so anchio come sono andate le cose. Lei non era presente lo incalz Grazia. Ma ho chi mi pu confermare, e parlo di pi di una persona, che lex-direttore pur senza essere presente ha ordito dietro le quinte affinch il Consiglio votasse come voleva lui. Aveva stima di me, s, questo non lo nego. Tuttoggi non riesco a capacitarmi di come potesse essere coinvolto nello

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scandalo. Comunque, non ho nulla a che fare con lui e con gli ambienti pericolosi che pu aver frequentato. Oh via, sappiamo tutti che tra voi due cera qualcosa e un sorriso malizioso affior sul volto. Grazia era sconvolta. Sia arrabbi furiosamente. Ma non vero! url. Io cero, quel pomeriggio: i colleghi hanno espresso la loro personale convinzione che avevo le carte in regola per meritarmi il posto. Mi hanno elogiato, pur riservando parole di riguardo anche per gli altri. Persino Brentani era ben disposto nei miei riguardi. Poi il Consiglio ha votato, in piena libert. Lo scritto di cui lei parla io non lho mai visto girare. Le mani e il volto le sudavano. La sensazione di pericolo la sovrastava, imminente come una condanna a morte. Fece una pausa, respir e disse in tono pacato: Lei mi sta calunniando. O forse devo dire voi. Guardi che ho io il coltello dalla parte del manico. So bene come sono andate le cose. Lei ora troppo emozionata e concitata: non pu ricordarsi tutto per filo e per segno. Deve capire, lei tralascia qualcosa. Grazia di scatto si blocc; Lei tralascia qualcosa le ronzava in mente. Alla fine le parole le echeggiarono come la molla di una serratura a scatto, che si apre allimprovviso una volta infilata la chiave giusta. Quel pomeriggio lei si era assentata cinque minuti per andare a cercare Benjamin, quando aveva poi scoperto che aveva gi lasciato la redazione. Cosa era accaduto in quei cinque minuti? I suoi colleghi avevano litigato tra loro? Lavevano calunniata? Era apparsa volutamente, estratta ad arte da qualcuno, la fatidica carta vergata proprio dalla mano del direttore? Al suo rientro si ricordava che avevano discusso tutti insieme un altro po, apparentemente senza concludere niente. Infine proprio Brentani (che ora avrebbe dovuto prendere il suo posto) con una cortesia che non era da lui Grazia lo sapeva bene propose che tutti votassero lei per lincarico, affidandoglielo temporaneamente. Le era parso uno dei momenti pi belli di tutta la sua vita. Quanto le sembrava distante, ora! Grazia sirrigid e chiese a denti stretti: Cosa successo mentre io ero fuori?.

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Oh, brava, dottoressa. La sua memoria comincia a tornare. Il sorriso beffardo sempre pi grande. La smetta di prendermi in giro!. Mi spiace, ma sono terribilmente serio. Allora, cosa stato detto?. Me lo dica lei. Non lo so. Non riesco ad immaginarmelo. Allora verr in suo aiuto: Brentani ha mostrato la lettera scritta di pugno dal vostro ex-direttore in cui lui esortava i giornalisti a esprimere per lei la loro preferenza. Ecco il Giuda! pens Grazia in quel momento. Non vera una sola parola di quello che dice. Lei sa che sono tutte balle! si sfog. Tremava di rabbia. Suvvia dottoressa, si calmi, la prego. Non sono qui per farle la morale. Non minteressa sapere se lex-direttore ha scelto lei perch credeva nella sua bravura o solo perch voi due avevate una storia e comunque non sar certo io a ficcare il naso nei vostri affari privati. Ma non esiste nulla! Niente di niente! Come faccio a farglielo capire?! I miei colleghi non mi hanno accennato minimamente a quello che lei mi ha detto si difese con tutto il coraggio che possedeva in corpo. Non ne avevano il tempo e cos hanno tagliato corto. E poi dovevano anche essere esterrefatti di quanto stava succedendo. Il vecchio pareva prenderci gusto nellaffondare glia artigli sempre pi a fondo. Grazia si sentiva ormai senza scampo. E poi che senso avrebbe avuto offrire a me lincarico solo perch laveva chiesto il nostro ex-direttore? Non gli abbiamo certo giurato fedelt assoluta, tanto meno in sua assenza e per un motivo cos assurdo, meschino ragion. Ho parlato con Brentani: mi ha rivelato che avevano paura di ritorsioni da parte delle Stelle Spezzate, cos lui e i colleghi hanno pensato, sul momento, di accettare la proposta cos come era stato chiesto loro. Una nomina temporanea: unottima idea! Salvo poi passare la patata bollente al Consiglio di Amministrazione appena possibile, tempo qualche giorno. Una splendida mossa, direi. Mi sono complimentato con lui spieg orgoglioso.
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cinque anni che lavoro correttamente e onestamente! Qui tutti lo possono confermare. Mi permetta, scusi. In cinque anni lei ha fatto una ascesa rapidissima, che fa davvero pensare dubitare, le va meglio il termine?. Voi volete mettermi fuori gioco!. Dottoressa, lei perspicace. Comunque non c nessuna volont da parte nostra di essere crudeli, purtroppo solo il triste gioco delle parti. Non avete prove. Secondo me quella lettera una pagliacciata bella e buona. Solo che sono io ad andarci di mezzo. Oh, finiamola qui, per piacere. Abbiamo le testimonianze dei suoi colleghi. Parli con loro, se vuole. Ora, la prego, raccolga le sue cose e lasci libero lufficio. Spero per lei che il suo nome non venga fuori in tutta questa brutta faccenda. Da parte nostra, le assicuro che non apriremo bocca. In fondo, come vede, le vogliamo bene, vogliamo proteggerla. Si alz, senza porgerle la mano. Sono certo che non avr difficolt a trovare un nuovo giornale per cui scrivere. Lei ha tutta la mia stima. Tantissimi auguri. Le sorrise, poi si gir e usc dalla stanza. A Grazia parve che il Verri fosse trionfante come stesse raccogliendo gli applausi da un palcoscenico. Guard lorologio da polso: mezzanotte passata. Per qualche istante sent il toc-toc del bastone che accompagnava i passi del vecchio. Poi pi niente. Mi hanno licenziata ripet a s stessa sottovoce. E sprofond annichilita nella poltrona. Indugi col pensiero su quelle tre parole, come per farsele bene entrare in testa. Dentro si sentiva vuota, spenta, delusa. Sia alz lentamente, cominci a raccogliere le sue cose. La mente era rimasta lucida, ma si comportava come un automa: non sentiva pi battere il cuore. Ci mise cinque minuti ad accatastare alla rinfusa tutta la sua roba sul tavolo. Attorno non tocc nulla, lasci il disordine consueto. Spense il computer della scrivania. Ficc tutto nella sua borsa, infil sciarpa e cappotto, si mise a tracolla il suo computer portatile e usc dalla stanza, lasciandosi alle spalle tutto quello che finora era stato il suo mondo.
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XXIII Gett maldestramente la borsa in macchina, si sedette alla guida sbattendo rumorosamente le porta dellautomobile. Ogni minuto che passava, cominciava a montarle la rabbia. Le sembrava che un destino crudele giocasse ai dadi con lei, vincendo solo per prenderla in giro; uno scherzo amarissimo. Le vennero improvvisamente in mente i ricordi della sua infanzia: quando i suoi compagni di giochi si spassavano un mondo a tagliare la coda alle lucertole. Tanto poi ricrescer loro dicevano a lei scandalizzata per una azione cos orribile. O come quando li vedeva andare a caccia di lumache, con lunico scopo di portarle a casa perch venissero cucinate. Rabbrivid al pensiero delle lumache cucinate nel piatto. Proprio come allora, anche in questo momento non poteva farci niente: era il pi forte che calpesta ingiustamente il pi debole. Accese il motore e sinfil a velocit sostenuta lungo i viali della Milano notturna. Il riquadro fosforescente dellorologio segnava le 12.20. Non aveva voglia di andare a casa, n tanto meno di dormire. Ma non era nemmeno abituata a girovagare da sola in macchina, a zonzo per le strade semivuote, nel cuore della notte. Guid svogliatamente, la testa perfettamente altrove rispetto alla prudenza che solitamente occorre sulla strada. Le si affollavano alla mente i pi disparati pensieri, come se la sua testa fosse stata simile ad un mercato pullulante di gente, carico di banchi con ogni genere di mercanzie. Le pareva di passare da un banco allaltro, colpita dalla bellezza di ciascuno, salvo poi accorgersi che, una volta allontanatasi da uno, non si ricordava pi cosa contenesse. Altrettanto puntualmente le scivolavano via le pi diverse idee, e non riusciva a tenerle fisse davanti a s per pi di una manciata di secondi. Solo unidea, da quando aveva infilato la chiave nel motore e aveva imboccato la strada, aveva tallonato la sua mente, perseverante come un segugio e al tempo stesso discreta come un gatto sornione che sta accucciato a fare le fusa.

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Dopo 10 minuti, infatti, accost al marciapiede e parcheggi al lato della strada. Si era fermata accanto ad un moderno condominio dalle rifiniture signorili, elegante nel suo insieme. Quasi tutte le tapparelle delle finestre erano abbassate. Solo qua e l spuntava ancora qualche luce. Il bar sotto il condominio, al livello della strada, era ancora aperto. Non ci pens due volte. Usc dallauto, risoluta, ed entr nel locale. Si accorse subito che allinterno pulsava una discreta vita notturna. Meno male pens che non sono capitata in uno squallido bar con solo due o tre persone dentro. Si guard intorno: il posto le piaceva, era carino. Larredamento rammentava volutamente i saloon western, con tavoloni lunghi e panche su cui stavano appollaiati gruppi di amici a bere birra, bibite e alcolici. Lungo le pareti scorreva un rivestimento di legno, con appese in cima, a cadenza regolare, delle lanterne dalla luce fioca. Grazia si domand se dentro vi bruciassero delle candele vere. Qua e l quadri di cavalli, praterie e soldati con i loro reggimenti. molto affollato per essere un luned sera consider, mentre si dirigeva con qualche sforzo verso il bancone delle ordinazioni. In alcuni punti, infatti, il passaggio tra i tavoli si faceva stretto e dovette farsi largo con qualche spintone delle braccia. Arrivata, not che qualche sgabello sotto il banco era libero, cos ne scelse uno e ci si sedette sopra. Si tolse il cappotto, che appoggi sulle gambe accavallate, e ordin un cocktail. Adorava lAlexander, ma opt per un Desperados. Aveva bisogno di qualcosa di forte, pur senza volersi ubriacare. Lanci una rapida occhiata indagatrice dintorno, quasi nessuno laveva notata o seguita con lo sguardo. Alla sua destra e alla sua sinistra emergevano dai tavoli gruppetti di amici, coppie di fidanzati o conoscenti occasionali, vere e proprie compagnie di veterani avventori dei locali notturni. Si tranquillizz, respir profondamente e aspett il suo Desperados, che arriv di l a pochi minuti. Voleva rilassarsi, senza il pericolo di fare brutti incontri: non era venuta a rimorchiare e cerc di non darlo assolutamente a pensare. Assunse un contegno serio e dignitoso, come di una che aveva tutto il diritto di gustarsi in santa pace un drink, e che magari

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aspettava visite. In quel momento desider tantissimo avere un appuntamento. Invece era sola. Gust lentamente il Desperados e tir fuori dalla borsa il telefonino. Era acceso. Nessuna chiamata ricevuta, nessuna persa; evidentemente proprio nessuno laveva cercata. Tanto meno Benjamin. Sei unidiota si disse. Venire sotto casa sua, sperando che lui capisca, non si sa come, che tu sei qui sotto. E scroll il capo. Il brusco movimento della testa le fece cadere il fermaglio con cui teneva avvolti i lunghi, ribelli capelli neri. Se lo tolse rapidamente, lasciando che le ciocche le ricadessero morbide, sciolte lungo la schiena. Qualche ragazzo dai tavoli accanto cominci ad adocchiarla. Lei teneva stretto il suo cocktail e tamburellava con le dita sul bicchiere. Soppesava se telefonare o meno a Benjamin, per raccontargli quanto era accaduto quella serata. E per dirgli, eventualmente, che si trovava l sotto, nel bar. Le pareva che una delle poche finestre da cui proveniva luce nel palazzo potesse essere la sua, almeno a giudicare da come si ricordava la disposizione dei campanelli sul citofono, quando il venerd precedente era passata a prendere lamico per partire alla volta di Roma. Aveva lasciato parcheggiata in strada la sua auto (Benjamin le aveva assicurato che il posto era al sicuro da furti dauto e dai piccoli vandalismi notturni) ed erano partiti con la macchina di lui, pi veloce e confortevole. Nel frattempo non si era accorta che uno dei ragazzi che lavevano osservata dal tavolo vicino si era alzato, e stava venendo verso di lei. Gli altri ridacchiavano e borbottavano concitatamente fra loro. Il ragazzo le si par dinanzi e senza tanti giri di parole le chiese: sola, signorina?. Grazia lo guard sorpresa, arrossendo in volto. Accidenti, proprio quello che temevo e non volevo accadesse pens tra s. Prese tempo sorridendogli. Nel mentre lo squadr da cima a fondo: sembrava a posto. Era un ragazzo normale, sulla trentina, n bello n brutto. Si e no rispose. Che risposta ? le domand laltro incuriosito. E accenn ad una leggera risata. Il giovanotto non sembrava affatto intimidito, anzi, ci prendeva gusto.
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Si sedette sullo sgabello accanto che si era appena liberato. Posso offrirle qualcosa?. Non so se ho ancora tempo di fermarmi. Fra poco vado. Si accorse con orrore che le piaceva stare al gioco, tenendolo sulle spine. Mi chiamo Giorgio. Sono qui con i miei amici e fece un cenno con la testa indicando dove stavano seduti loro. E poi a bruciapelo: Ma perch una bella ragazza come te sola?. La guard per un istante, poi aggiunse: Scusami, posso darti del tu?. Ho fatto una scommessa. Sto aspettando di vedere se vinco rispose enigmatica. Poi allung la mano: Grazia, disse, stringendo quella dellaltro. Allora, posso offrirti qualcosa nel caso tu vinca?. meglio di no sorrise divertita. Perch se vinco, perch arriva qui il mio ragazzo ment. Ma poi si rabbui, pensare a Benjamin la faceva arrabbiare. Ma forse meglio se la perdo, cos mi offri da bere. E fra quanto dovrebbe arrivare, lui?. Dovrebbe essere gi stato qui, in effetti concluse laconica. Vorrei poterti sollevare danimo, sei diventata triste. importante che lui venga? O forse meglio che tolga il disturbo: magari ti sono dimpiccio. Sembrava naturale, riflett Grazia. Per si disse di stare in guardia, perch per quel poco che aveva conosciuto gli uomini, erano tutti bravissimi a farle credere cose eccezionali, salvo poi scoprire da sola che nella realt le cose stavano ben diversamente. Per la verit un motivo ci sarebbe per brindare rispose con calma. Per accetto solo spumante. E quale sarebbe il motivo?. Sono stata licenziata, circa mezzora fa. Sono una giornalista. Il ragazzo rimase sinceramente colpito. Certo non te laspettavi, vero, bello mio? pens fra s Grazia. E stette ad aspettare la reazione del giovanotto, la quale non si fece attendere, segno che poi tanto inesperto con le donne non era. Le si avvicin un poco, quel tanto che bastava, come per

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rispondere con un gesto allintimit della rivelazione, e le sussurr dolcemente: Allora, vada per lo spumante; brindiamo ad un futuro migliore e pi promettente, e magari anche ad incontri pi fortunati. Ti va?. Grazia gli sorrise. La mano di lui era gi terribilmente prossima a quella di lei; Grazia stava gi cominciando a pensare che, tutto sommato, forse poteva fidarsi di quel giovanotto. E aveva una voglia matta di prendergli la sua mano robusta, sicura, da uomo, per stringerla. Stringergliela forte, perch dentro si sentiva distrutta. Stava quasi per allungare la sua mano quando sent sulla sua spalla una stretta di mano decisa, persino troppo brusca, e una voce familiare che diceva al giovanotto: Spiacente, ragazzo, ma la signorina stasera gi occupata. Allora il ragazzo guard Grazia come per ricevere ordini, ma lei tenne la testa bassa, imbarazatissima. Il giovane incass il colpo, si scus e fil via di corsa, leggermente dispiaciuto per la sortita finale improvvisa e inaspettata. Al tavolo gli amici ridacchiavano. Poi Benjamin si par di fronte a Grazia, scurissimo in volto, e lapostrof secco: Si pu sapere cosa diavolo volevi fare? Ti ho vista, sai, appena sei entrata. Grazia rimase turbata al sentire che per tutto il tempo che lei era rimasta nel locale, Benjamin laveva osservata. E ora, per giunta, la rimproverava. Senzaltro in cuor suo la stava anche giudicando. Pensi male di me? gli chiese. Non so cosa pensare. Dimmelo tu. Ma tu cosa ci facevi, qui, a questora?. La stessa domanda potrei farla io a te. Comunque, sono sceso a prendere delle lattine di Coca e di birra. Stavo andandomene quando ti ho vista entrare. Mi sono fermato e ti ho guardato. Non un locale per signore sole, questo. E tu lo sai. Cosa sei venuta a fare qui?. Grazia sospir. Cercavo te disse, sollevando la testa e guardandolo. Lo fiss con due occhi tristi come quelli di una cane addolorato. Poi aggiunse con un filo di voce: Sono stata licenziata, appena adesso.
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Benjamin rimase di sasso. La sua solita gioia gli scomparve dal volto, su cui si stamp invece un misto di sollecitudine e dolore. Mi dispiace, davvero riusc a dire. Il suo contegno era serio ed asciutto. Stava sempre ritto in piedi davanti a lei. Rifletteva. A quanto pare non hanno perso tempo a toglierti di mezzo. Ma a che gioco stanno giocando?. Pareva pi colpito dal brutto torto che Grazia aveva subito, piuttosto che intento a consolare lamica. curioso. Mi domandi la stessa cosa che loro hanno chiesto a me; o meglio, che il Verri, quellessere spregevole, mi ha chiesto. Grazia era affranta e sconsolata, tuttavia non sembrava accorgersi dello spirito da paladino vendicatore dellamico. Ma almeno ti rendi conto che ti hanno a bella posta messo da parte? Non vogliono che lavori per loro perch hanno gi fiutato che non sei pi dalla loro parte. Secondo me la Fondazione ha la longa manus nel Consiglio di amministrazione. Il suo animo esacerbato si scaldava ad ogni parola che pronunciava. Grazia lo guard confusa. Non capisco, Benjamin. Stai dicendo che la Fondazione possa centrare qualcosa in tutto questo? Mi sembra incredibile solo a pensarlo. Ma cos, credimi. Benjamin, siamo alle solite: ti dico che ti sbagli. E non voglio litigare di nuovo con te, per favore. Grazia stava diventando isterica. Benjamin se ne accorse e tent un diverso approccio al discorso, meno insidioso e sdrucciolevole di quello con cui era partito a spron battuto. Si sedette sullo sgabello su cui fino a poco prima era sistemato il giovanotto allontanato in malo modo da lui stesso: Grazia, so che sei piena di rabbia e di dolore. Te lo si legge in faccia, e per quel poco che ti conosco, credo di poter affermare che stai veramente male. Io ora sono qui, con te. Vedi, per miracolo ci siamo incontrati. Tu volevi cercarmi e sei venuta qui, fidandoti della tua ispirazione interiore. Io, non so nemmeno perch, sono sceso da casa. Avevo sete, e non cera nulla in frigo e la dispensa era vuota. Potevo bere solo
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lacqua del rubinetto. Quando ti ho visto mi sono stupito, e ti ho seguito con lo sguardo. Ho notato che eri sola, inerme; qualcosa, forse, ti doleva, perch avevi unaria assorta, triste. Ho pensato che potevi essere arrabbiata con me per la telefonata di questa mattina: quindi, se eri in collera con me, era meglio che mi togliessi di torno. Per qualcosa mi impediva di andarmene: avevo come i piedi incollati al pavimento. Hai ordinato da bere, e nel frattempo mi dicevo: Basta, con tutta probabilit sta aspettando qualcuno. Andiamocene!. Mi ero finalmente scollato, quando ho notato con la coda dellocchio il gruppetto di amici che stavano a poca distanza da te, e ho sentito distintamente il giovane che ti si avvicinato, pronunciare prima agli altri: Ci provo io! Scommetto 50 euro che accetta da bere e mi d il suo numero di telefono!. Gli altri si infervorarono tutti, cominciando a raccogliere i soldi della scommessa. Quanto a me, mi divampato dentro un fuoco dira, per cui mi sono fermato in un angolo, appoggiato al muro, e vi guardavo. Chi mi ha notato, avr pensato che fossi un maniaco! Ma non minteressava certo quello che potessero pensare di me gli altri, in quel momento! Il resto della storia lo sai da te, come andata a finire, intendo dire. Adesso che sono qui, per, voglio dirti tutto. Grazia gli fece cenno di andare avanti. Benjamin si avvicin di pi a lei, un braccio appoggiato sul bancone, su cui aveva posato il sacchetto delle lattine, laltro braccio che muoveva e gesticolava come per dare pi tono ed effetto a quello che diceva. probabile che la Fondazione, attraverso i suoi scopi culturali, sia giunta a controllare anche il Consiglio di amministrazione del giornale. Secondo me, prima hanno fatto fuori lex-direttore perch non dava pi loro le garanzie che si aspettavano, e ora hanno fatto fuori te perch si sono accorti che avrebbero commesso lo stesso errore, se ti avessero lasciata fare quello che volevi. E allarg le braccia con aria sconsolata. Grazia riusciva solo a pensare che avrebbe voluto buttarcisi dentro quelle braccia, ma Benjamin mostrava di non cedere ad abbracci e carezze consolatrici.
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Anche il Verri ha detto che non posso offrire loro garanzie soddisfacenti. A questo punto si arrabbi e lo invest delle sue accuse, scostandosi da lui: Sei anche tu dei loro, che mi esprimi le tue convinzioni con una precisione e una sicurezza tali del miglior matematico? Tutta questa faccenda per te riducibile ad un facilissimo teorema: La Fondazione controlla il giornale, ma purtroppo perfida e cattiva. Prima caccia il povero ex-direttore, che pure laveva in simpatia. Ora caccia me, che non mi ha mai avuto in simpatia. Conclusione: la Fondazione si dimostra perfida e cattiva. C.V.D. Allora, sei contento del tuo perfetto sillogismo? gli grid Grazia dritto in faccia. E poi aggiunse: Non siamo dentro un film americano, dove voi sgominate i criminali con una facilit incredibile. E non mi sono nemmeno mai piaciuti i vostri kolossal!. Benjamin si sent come investito da un secchio di acqua gelata. Non disse niente. Grazia lo guardava sempre torva. Lasciami in pace, ti prego gli intim. Ti aveva offerto da bere, prima, quello?. E indic con un cenno del capo il capannello di amici che si erano ritirati ancora pi in disparte. Gli avevo chiesto dello spumante, per brindare al mio licenziamento. stato gentile con me, sai, per me voleva solo provare a rasserenarmi un poco. Non mi interessa se poi aveva altre intenzioni e in tono pi secco Non voleva certo espormi la sua visione completa e granitica degli eventi. Mi dispiace. Avrei dovuto offrirti io da bere, e subito. Prima di farti tutti questi sproloqui. Magari senza fare tutti questi sproloqui. Mi chiedi troppo: la volpe perde il pelo, ma non il vizio. Grazia si ammorbid in una risata distensiva. Gli domand: A proposito, quand che sei arrivato qui a Milano?. In effetti lultima volta che laveva sentito risaliva alla tarda mattinata di quel giorno, e si trovava ancora a Roma. Ora pur venendo a cercarlo proprio sotto casa sua, non era cos tanto sicura che lui fosse gi tornato. Poco fa. Il tempo di salire in casa, aprire il frigorifero e constatare che non cera niente da bere. Ho viaggiato di notte per fare prima: volevo essere a Milano entro mezzanotte; domani mi aspetta una nuova giornata di lavoro. Grazia lo
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guard storta. Lui aggiunse prontamente: Nel senso che devo procuramelo il lavoro. Ma torniamo a noi: ho parlato troppo, e forse in modo un po sconsiderato. Adesso vieni su con me, in casa, e mi racconti la conversazione che hai avuto col Verri. Voglio un resoconto preciso, tutto: per filo e per segno. Ti prometto che lascer parlare te e io ti ascolter in silenzio. Lo giuro!. E alz la mano destra come per giurare sulla Bibbia, durante i processi americani. Hai dello spumante in frigorifero?. Ho di meglio: ho dello champagne. Ma non avevi detto che non avevi nulla da bere?. E ti pare che mi metto a bere champagne di notte, per giunta da solo?. Non un po tardi per parlare? disse guardando lorologio. Un po temeva la proposta di Benjamin, per lei alquanto ardita. Guarda che quasi luna e il locale chiude. Io voglio sapere come si sono svolti i fatti. E poi, scusa, tanto siamo stati licenziati tutte e due, no? Dormiremo domani mattina!. Vada per il s, allora rispose Grazia felice. Gli sorrise, porgendogli sciarpa e cappotto. Lui laiut ad infilarseli, pag al barista la consumazione; poi la prese sottobraccio e usc insieme a lei nella notte. Lappartamento di Benjamin fu per Grazia unautentica sorpresa. Si era immaginata una visione dinsieme quale appariva dalle riviste patinate di Arredare Country, rivista che ogni tanto spulciava quando andava a fare visita ai suoi genitori, o per lo meno qualcosa di simile ai meravigliosi interni dei palazzi residenziali ultra-chic filmati dalle produzioni cinematografiche hollywoodiane. Una disposizione delle cose accuratamente disordinata, morbidi divani e tende dai colori abbinati, raffinati tappeti orientali sul pavimento di maiolica, e stampe di pregio appese alle pareti. Insomma, un mobilio che trasudava comodit, praticit e voglia di vivere, unite ad una certa mollezza dei costumi e agiatezza dello stile di vita. Invece il primo colpo docchio fu terrificante. Tutto era allinsegna della provvisoriet, al limite di una sobria
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frugalit. Non che mancassero i mobili: quelli cerano. E non che Benjamin non disponesse di denaro, rimugin Grazia tra s nel contemplare tanta disarmante parsimoniosit. La porta dingresso si apriva su una grande sala da giorno, pulita e ordinata, ma alquanto formale e poco attraente. Su uno dei due lati perpendicolari alla porta dingresso era incastonata la cucina: una fila lungo tutta la parete di pezzi combinati con elettrodomestici ad incasso; il tutto di un colore poco gradevole: marrone laccato. Lungo la parete opposta si trovava un normalissimo divano a tre posti di cotone, blu, esattamente sotto la finestra senza tende. Di fronte allingresso la rimanente parete ospitava una di quelle librerie nordiche dallaspetto poco azzeccato, con incastrato dentro un unico, enorme componente che fungeva da nuovissimo computer multifunzionale. Attorno vi erano stipati una notevole quantit di libri, pile di giornali e di riviste. Grazia pens che se ci fosse stato bisogno di traslocare, met della fatica sarebbe stata gi fatta: infatti non ci sarebbe stato che da prendere le pile di libri e inscatolarle. Rimaneva poi da smontare il computer e, probabilmente, impacchettare qualche piatto e bicchiere. In mezzo alla stanza si ergeva possente come un platano un tavolone rotondo, che poggiava su di un tappeto ricamato. Il tappeto era lunico elemento che dava un tocco di calore allintero arredamento. Grazia not un vaso di fiori freschi sul tavolo e si stup. Lo soppes furtivamente con lo sguardo e poi guard Benjamin di traverso, pensierosa. Cerc di non dare a vedere la sensazione di disagio che aumentava esponenzialmente man mano che rimaneva in piedi sulla porta dingresso, incerta sul da farsi. Cos abiti qui? disse alla fine, lasciando trapelare qualcosa del suo stato danimo stupito e un po smarrito. Non ti piace? le domand lui, mentre chiudeva la porta alle loro spalle. Me laspettavo diversa. Grazia si stava ancora guardano intorno. Era in piedi, in mezzo alla stanza. Davanti a lei il vaso di gerbere, rose, lilium e gigli profumatissimi. Appoggi la borsa sul tavolo, accanto ai fiori. Di fronte a lei vide il computer acceso, e una considerevole mole di fogli
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sparsi sulla doppia mensola sporgente che fungeva da scrittoio inglobato alla libreria norvegese. Benjamin si tolse la giacca e la gett sul divano. Poi appoggi il sacchetto di lattine sul bancone della cucina e cominci ad armeggiare con le ante dei pensili, tirando fuori un vassoio, due bicchieri e un sacchetto di patatine che dispose su un piatto di plastica. Ti aspettavi un appartamento pi accogliente, mimmagino le disse Benjamin, voltandole la schiena perch trafficava con i bicchieri puliti e accantonava alla rinfusa nel secchiaio i piatti sporchi. Per lhai detto tu stessa che io non sono capace di stare fermo in un posto. Ti ricordi?. Intanto vers la Coca- Cola nei bicchieri e and da lei tenendo il vassoio su una mano. Lo appoggi sul tavolo e le porse uno dei bicchieri. Venerd mattina scorso, rammenti, al giornale, mentre sorseggiavamo il caff durante la pausa delle 11. Grazia gli sorrise. Ricordava perfettamente. Poi guard il bicchiere che lui le porgeva: Ma non champagne! si lament. Per quello c tempo pi tardi. Adesso accomodati, prendi fiato e poi raccontami quanto successo al giornale. Voglio sapere cosa ti ha detto quello spregevole del Verri, tutta la conversazione che hai avuto con lui. Dopo anchio devo farti degli aggiornamenti per quanto riguarda il progetto del Vaticano. Oh, insomma, ancora quello! sbuff Grazia. Si era tolta sciarpa e cappotto, appoggiandoli con delicatezza sul divano, e si era seduta sulla sedia, accavallando le gambe. Era nervosa. Quello il mio e il tuo futuro insistette lui. Era in piedi di fronte a lei. Oh, che ne puoi sapere tu del futuro? E del futuro nostro per giunta? Sei per caso un indovino? rispose stizzita. Vedo pi in l di te rispose con calma Benjamin. Vedo che sia io che te siamo senza lavoro, per il momento. Io mi sono licenziato mentre tu sei stata licenziata. E vedo che abbiamo sotto il naso unopportunit da non gettare alle ortiche, come vorresti fare tu, purtroppo.
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Sei un vulcano di idee e di progetti, Benjamin: io non ce la faccio a stare dietro a quello che dici. Non ne ho n la forza, n tanto meno la voglia rispose piena damarezza. Il dolore parve riaffacciarsi acuto nel suo animo, le parole le erano uscite di bocca lente, pesanti. Sospir, e appoggi la testa, reclinata leggermente, sul palmo della mano. Ti ripeto che non sei da sola. Dai, inizia a raccontarmi la incalz Benjamin, mettendole una mano sulla spalla. Non so se mi farebbe bene rispose piano Grazia. E poi in uno scatto dorgoglio: Anzi, penso proprio che non dovrei dirti un bel niente, che non avrei dovuto salire da te. Ma lui non colse il tacito rimprovero a s stessa sotto quelle parole. Benjamin la guard in silenzio. Si era limitato ad appoggiare il suo bicchiere sul tavolo e ad accomodarsi su di una sedia accanto a lei. Grazia continu, senza sollevare la testa, tradendo laccento di ira nella voce: Da un lato vorrei aprirmi con te, parlarti, dirti tuttoDallaltro, per, ho paura a riversare su di te tutta questa fiducia, ad appoggiarmi su di te cos tanto, perch so che ad un certo punto accadr che tu dovrai andartene, e io non riusc a finire la frase. Si vergognava troppo di ammettere e io non sopporterei di rimanere qui da sola, senza di te. Ma Benjamin, questa volta, cap al volo. Appoggi anchegli le braccia sulla tavola, come per inchinarsi verso di lei, e le disse con dolcezza: Ho sperato che non arrivasse mai un momento come questo. Invece era destino che prima o poi capitasse; ora di parlare di noi: hai ragione. Devo ammettere comunque che hai gi capito tutto di me, senza che io non dicessi nemmeno una parola. Saresti stata davvero brava come direttrice del giornale. Grazia spinta dalle parole dellamico, prosegu titubante, consapevole che si stava giocando il tutto per tutto. Ma ormai non voleva pi tirarsi indietro. Gli parl in tutta sincerit, solo il tremolio nella voce tradiva lintima palpitazione del cuore, acceso da una punta di risentimento per il fatto che non aveva

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ancora capito se anche Benjamin fosse attratto da lei, o se la considerasse soltanto una grande amica: Io mi sento vuota e delusa, Benjamin. Raccontarti del colloquio avuto col Verri, al giornale, mi farebbe bene solo se potessi riversare questo fiume di parole e pensieri vorticosi in una persona che mi sostiene, mi incoraggiainsomma che mi vuole bene. Vicino a me ho bisogno di qualcuno di pi di un amico, in questo momento. Ho pensato che forse avresti potuto essere tu, questa persona Quando sei comparso inaspettatamente gi di sotto al bar, e poi quando mi hai invitato a salire qui, ho cominciato a sperare che forse, dopo tutto, non mi ero sbagliata; che anche tu potevi provare qualcosa per me Invece mi sono sbagliata, vero?. E sollev la testa, lo sguardo intenso, penetrante poggiava su di lui. Benjamin prese le mani di Grazia e le serr intorno alle sue; sostenne lo sguardo dritto nei suoi occhi verde smeraldo. Per un attimo si vide riflesso e si sent mancare il coraggio. Per questo fece un ulteriore sforzo di volont. Ascoltami le parl forse sono io che dovevo parlare con te, questa sera. Non tu con me. Come ben sai, sono qui in Italia da cinque anni, ormai. Ma lo sai perch me ne sono venuto via dallAmerica?. Grazia scosse il capo per dire di no. Si sentiva puntato addosso lo sguardo di lui, intenso, quasi le trapanava lanima, ed il respiro. Benjamin continu, in tono pi accorato, alzando la voce ed aumentando la stretta delle mani: Sono scappato. S, mi ero innamorato di una mia collega, purtroppo non ricambiato, e non sopportavo lidea che la donna che amavo non potesse stare con me! E il lui fortunato lo conoscevo, per giunta! Cos ho tagliato la corda. Io non sono capace di accettare uno smacco, un rifiuto. Piuttosto sparisco. Se stasera fossi stato al tuo posto, ad esempio, e avessi subodorato aria di licenziamento, non avrei perso tempo a redigere da me stesso la lettera di dimissioni e a scomparire alla velocit della luce. Sono fatto cos, credimi. Anche adesso: tu sei qui, davanti a me, che mi dici che da me vorresti un impegno stabile, durevole, su cui poter contare eppure io non mi sento pronto. Non ce la faccio: non sono sicuro di quello che provo
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per te. la verit! Oddio Grazia, mi dispiace immensamente vedo che ti sto ferendo desidero stare con te, credimi, ma se poi non funzionasse tra noi due, me ne pentirei amaramente; mi sentirei responsabile del fallimento, mi sentirei terribilmente in colpa. Grazia aveva chinato nuovamente il capo per tutto il tempo in cui Benjamin aveva parlato. Due sentimenti lottavano con tenacia nel suo animo: la rabbia di fronte allimpotenza in cui versava Benjamin nel prendere una decisione sulla loro storia, e nello stesso tempo la piet per lui, una piet per che non era semplice commiserazione, ma piuttosto la resa serena, sincera e amorevole di fronte alla verit ormai emersa alla luce. Capiva che lei, da sola, non aveva il potere di far s che lui lamasse, che ricambiasse almeno in parte i suoi sentimenti. Per il momento era cos: aveva solo da accettare il fatto. Si sarebbe arrabbiata pi tardi, e prevedibilmente molto. Raccolse tutta la forza che aveva, e si sforz di mettere insieme una risposta, senza sapere bene cosa gli avrebbe detto, imponendosi un ferreo autocontrollo per non scoppiare in un pianto dirotto davanti a lui: Ti ringrazio che ti preoccupi per me. In un angolo del mio cuore lho sempre saputo che prima o poi avrei rischiato anchio di perdere di nuovo la testa per un collega giornalistalho gi fatto un'altra volta. Peccato come a volte lesperienza non insegna nulla e alz su di lui gli occhi lucidi e commossi, da cui traspariva un sorriso che si stava schiudendo per incorniciare tutto il suo viso. Anche la mia testolina intelligente mi ammoniva: Stai attenta a quello l!. E nonostante questo, mi sono lasciata coinvolgere troppo da quello che provo per te. Questa volta fu Benjamin ad imbarazzarsi. Era anche curioso di sapere per quale uomo Grazia avesse perso la testa prima di lui. Ma non osava chiederglielo. Intanto Grazia, che ormai aveva iniziato a parlare e voleva arrivare sino in fondo, si alz in piedi: Rimarrei qui solo se anche tu fossi innamorato di me. Lo so che chiedere troppo. Non dire cos. Mi fai sentire inutile le rispose. Non dire sciocchezze.
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Almeno tieni presente tutto quello che ti ho appena detto. Lo serber nel mio cuore, te lo prometto. Ma, vedi, sarebbe stato meno doloroso se fin dallinizio non ci fosse stata nessuna confidenza tra noi due. Invece ci siamo conosciuti, la relazione si approfondita, ed ora tempo di tirare le somme: non mi sufficiente sapere che lamore che provo per te corrisposto solo da bei discorsi, per quanto per te siano pieni di significato a me non servono un bel niente. Non mi consolano di una virgola. A me basterebbe un tuo s; o un bel no motivato. Non una spiegazione per un non so, seppure detta nel pi dolce dei modi. la logica dellamore, Benjamin: o rispondi, ricambiando anche tu a quellamore con cui tu sei amato a tua volta; o si spegner anche quel poco di amore che provi per me. Non colpa mia. Ma parli come se fosse colpa mia, che non riesco a volerti bene. Eppure un po te ne voglio. troppo poco, per iniziare una storia seria tra noi due. Lo sai anche tu. Ma come si fa ad amare di pi una persona?. Non a me che lo devi chiedere. E dentro di s pens: Io lho gi fatta la mia parte. Adesso tocca a te capire che sentimenti nutri veramente per me. Benjamin rimase in silenzio. Grazia raccolse le sue cose dal divano, fermandosi a guardare i fiori sul tavolo un ultima volta: Linverno ormai agli sgoccioli disse infilandosi il cappotto. I fiori le avevano suggerito limmagine della bella stagione alle porte. Si stup lei stessa dellaugurio spontaneo che gli fece: Chiss che con la primavera imminente tu non senta nascere qualcosa di nuovo, dentro di te. In generale, naturalmente, intendo dire. Davvero. Ti auguro di tutto cuore di provare un giorno, per una donna, quello stesso sentimento che hai provato tanto tempo fa, nel tuo paese. Ecco, vedi, ora sono io ad augurarti buona fortuna! Senza rancore. Lultima cosa che desiderava era lasciarlo in malo modo, dando libero sfogo da parte sua pur senza volerlo del tutto alle reazioni pi disparate ed incontrollabili. Non voleva mostrare che pendeva dalle sue labbra. Voleva uscire da quella casa a testa alta, magari con una stretta di mano; ma Benjamin era rimasto seduto davanti
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al suo bicchiere di Coca-Cola ancora intatto. Lo sguardo spento, fisso nel vuoto. Era limmagine dello sconforto e dellapatia. Cosa vuoi fare per il progetto del Vaticano? si ricord di domandarle Benjamin. Il tono di voce deluso e indispettito. Considerami tolta. Tanto io non sono mai stata menzionata in quel telegramma rispose con una punta dorgoglio nella voce. Lavevi capito? domand stupito. Alz la testa per guardarla. S, fin da subito, quella sera a casa di Edoardo. Ma non volevo farti fare una magra figura. Per quello sono stata al gioco. Grazie. Grazie a te. Chiuse la porta con un tonfo. Benjamin la guard uscire; sent che dentro qualcosa gli faceva male, ma non sapeva dargli un nome. Che strano destino, pens, per uno che delle parole fa il suo mestiere! In un attimo Grazia si ritrov nuovamente in mezzo allaria fresca e pungente della notte. Era fuori dal condominio, e nello stesso tempo consider con una vena di nostalgia fuori dalla vita di Benjamin. E anche fuori dal suo lavoro. Per un attimo le parve di essere fuori da tutto, fuori dal mondo. Ma scopr pure che era in pace con s stessa. Respir a pieni polmoni laria salubre della notte, e fu contenta della sensazione di fresco respiro che prov in quel momento. Quando alla fine sal in macchina, Grazia si rallegr al vedere che anche il proprietario del bar, proprio quello che le aveva servito il Desperados, stava chiudendo la saracinesca del locale per tornare a casa. proprio ora che torni anchio a casa, pens. E avvi in fretta il motore.

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MARTEDI 18 Marzo XXIV


Il marted ebbe inizio con un messaggio a reti unificate del Presidente del Consiglio alle nove di mattina che annunciava che la crisi di governo era in atto. La nottata non aveva partorito nessun accordo soddisfacente tra i partiti della maggioranza, pertanto si sarebbero dovuti rimettere nelle mani della massima carica dello Stato, il Presidente della Repubblica, qualora fosse stata approvata la triplice mozione di sfiducia presentata dai partiti dellopposizione. La votazione era prevista per le ore 17.30 di quella giornata. 5Nel corso della nottata, mentre i partiti di maggioranza non avevano siglato nessun patto per salvare il salvabile, quelli dellopposizione si erano accordati su ununica, articolata mozione di sfiducia da presentare alle due Camere del Parlamento, e cera la reale possibilit che tale manovra riuscisse. Il capo del governo era un uomo alto e dignitoso, sulla settantina, con un fisico prestante, ancora in forze. A dispetto dellet, aveva conservato un aspetto piacente: le tempie spaziose si distendevano come un campo assolato sul suo viso di uomo maturo; le attraversava un rivolo profondo, una specie di scanalatura che poteva sembrare un solco indelicato, segno dellavanzare dellet. Lo sguardo era penetrante, i capelli brizzolati, il naso signorile ed adunco. Non portava gli occhiali, anche se quella mattina gli sarebbero serviti per evitare il contatto diretto sullo schermo televisivo delle sue pupille troppo dilatate. Anche al pi innocuo dei telespettatori sarebbe venuto il ragionevolissimo sospetto che, forse, il Presidente non era poi tanto sicuro di quello che diceva. La calma che dimostrava era solo apparente. Quei suoi occhi troppo dilatati tradivano unangoscia segreta.

Il capo dello Stato ha il potere di sfiduciare il presidente del consiglio, quando si verifichi che questi non pi in grado di governare, cio di avere una maggioranza. Tutto ci secondo la nuova costituzione italiana 258

Dagli schermi della TV il Presidente appariva per nulla invidiabile: nonostante la sofisticata perizia dei truccatori e laccortezza del sarto personale che gli aveva fatto indossare un completo informale per non allarmare gli italiani gi sufficientemente impauriti sul futuro del paese, le telecamere non mentivano. La consueta espressione delluomo capace e sicuro di s alla guida del paese gi da cinque anni non era perfetta come sempre; non riusciva a mascherare un velo di preoccupazione negli occhi marroni, appesantiti dalla nottata insonne. Quegli occhi che di solito assomigliavano a quelli di un levriero, appuntiti ed intelligenti, ma quel giorno avevano il gonfiore smorto di uno spinone. Proclam con tono serio, sofferto e grave che in quella giornata si sarebbero giocate le sorti del paese. E che se la mozione di sfiducia fosse passata, il Presidente della Repubblica si sarebbe accollato il tempo necessario per verificare la possibilit di un governo provvisorio, avviando la consultazione di prammatica dei partiti presenti nel Parlamento italiano. Ma per il momento restava da provare la strada della votazione della triplice mozione, che sarebbe avvenuta a scrutinio segreto, prima di passare a sondare altri percorsi pi o meno tortuosi (tutti capirono che sottintendeva anche il peggio del peggio: le elezioni anticipate). Disse anche che la Vendicatrice Spietata, lapposita commissione parlamentare che stava indagando sullo scandalo degli onorevoli appartenenti alle Stelle Spezzate, sarebbe passata di competenza dal governo al CSM, trasformandosi cos in una commissione extra-parlamentare. Tutto ci al fine di rassicurare maggioranza e opposizione dellassoluta neutralit della magistratura nello svolgimento delle indagini. E poich erano salite a sei le magistrature che indagavano sulle Stelle Spezzate, il Presidente annunci che le avrebbe riunite in una sola, tramite decreto-legge, naturalmente dopo essersi consultato con il Presidente della Repubblica, con lopposizione, e con il CSM. Infine domand al Paese che simpegnasse a mantenere un clima di pace, imperniato sul rispetto reciproco tra cittadini e sul senso civico di ognuno fin tanto che nel caso che la mozione di sfiducia venisse confermata il Presidente della
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Repubblica non avesse sciolto il riserbo di rito sugli eventuali partiti che sarebbero entrati a far parte della nuova maggioranza, e sul nome dell incaricato di apprestare il nuovo esecutivo. La cosa che pi gli premeva disse con tono accorato, portandosi una mano sul petto era che il paese rimanesse calmo, e che ci si trattenesse dal fare speculazioni finanziarie ora che la nazione era in un momento di estrema debolezza. Non serviva certo un economista, infatti continu sempre sulla stessa riga, un po scherzando ma non troppo per spiegare agli italiani che i titoli della borsa stavano oscillando paurosamente, in concomitanza allincerto panorama economico e politico. La necessit pi urgente era che il mercato azionistico italiano non affondasse ancora di pi: era gi di per s sufficientemente precario ed instabile. Dopodich salut il popolo italiano e si conged. Il discorso non dur pi di dieci minuti. Ma, naturalmente, appena le telecamere furono spente su Palazzo Chigi, ogni rete televisiva e ogni testata giornalistica si gettarono a capofitto nel tentativo di indovinare quali sarebbero stati i nuovi componenti del governo post-scandalo Stelle Spezzate, dando gi per spacciata la fine dellattuale governo. E gi si cominciava a chiamare il nuovo esecutivo con il soprannome scaramantico di governo giustiziere. Di fatto, come appariva chiaro dalle interviste fatte ai passanti per strada da solerti giornalisti messisi immediatamente ad indagare, gli italiani non aspettavano altro se non di far giustizia. Se la sarebbero fatta anche da soli.

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XXV Bussarono alla porta. Avanti! rispose il Cardinale. Kreutz e Wassen entrarono nello studio spazioso, messo ancor pi in risalto dallarredamento spartano. Si erano ormai abituati ad avere a che fare con il loro superiore, un irlandese dai modi burberi e dal carattere forte come una quercia secolare. Allepoca della nomina a responsabile della segreteria per gli affari esteri del Vaticano, il Cardinale era il primate dIrlanda. Stupendo tutti per lassoluta mancanza di spirito di adeguazione al suo nuovo incarico, arriv a Roma esternando un muso lungo ed imbronciato: chiaramente non aveva gradito lavanzamento di ruolo. Tuttavia si mise al lavoro manifestando il carattere di fondo tipico della sua gente: contadini testardi, abituati ad avere a che fare con una terra dura ed ostile. A tutti quelli che gli domandavano se non volesse far ritorno in Irlanda, lui rispondeva che quello era il suo nuovo posto, da cui nulla lavrebbe distolto. Se a Dio andava bene cos, andava bene pure a lui. Non si era portato molto dal Vescovado di Dublino, cosicch allinizio lufficio pareva ai suoi due sottosegretari alquanto sobrio, per non dire povero. Le uniche due cose che possedeva erano la foto dei genitori che teneva in una cornice dargento sulla scrivania, e un dipinto della brughiera irlandese appeso alle spalle. Laveva appeso appositamente dietro le spalle perch come diceva a tutti quelli che gli chiedevano spiegazione a forza di guardarlo avrebbe cominciato a provare troppa nostalgia per la sua terra natia, e questultima avrebbe potuto compromettere il suo onesto lavoro. In breve, la sua faccia spigolosa ed ossuta cominci a circolare per giornali e reti televisive, ricevendo elogi da chi lo amava e spregi da chi lo trovava sgradevolmente antipatico. Ma lui continuava imperterrito a svolgere le sue funzioni e a portare avanti il suo ministero. Era uno dei capi della Diplomazia Vaticana, rappresentava il Ministro degli Esteri del Vaticano. Era giunto a Roma come rimpiazzo temporaneo soleva scherzare amabilmente, soltanto cio finch non avessero
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trovato uno pi adatto di lui. Invece era rimasto l, suo malgrado. Non di rado lo si sentiva dire che quellincarico era troppo gravoso per uno come lui avvezzo allausterit, a trattare rudemente le persone, a vivere in semplicit e parsimonia. Gli mancava il lavoro pastorale di cui andava orgoglioso quando stava a Dublino, e che per lui era il fiore allocchiello della sua diocesi; gli mancava la verde campagna irlandese, con le bestie al pascolo ed il cielo tempestoso; gli mancava la preghiera mattutina e serale quieta e silenziosa nel suo Vescovado. Ora cos tanto lavoro diplomatico era per lui estenuante. Ad ogni modo cercava di lamentarsi il meno possibile. Quella mattina il Cardinale stava scrivendo una lettera: chino sui fogli, la penna vergava la pagina a fatica capitava sovente di sentirlo lamentarsi che le cose scritte non gli riuscivano bene , infatti accanto a lui, sulla scrivania, cerano diversi fogli appallottolati ed altri erano stati gettati alla rinfusa nel cestino. Portava gli occhiali, ma solo per la sua presbiopia da vecchiaia: aveva gi settantanni sulle spalle, e li dimostrava tutti. Era ingobbito dal peso degli anni e delle fatiche. Aveva la fronte tutta coperta di rughe. In mezzo al viso appuntito, attraversato da pochi capelli bianchissimi che un tempo dovevano essere biondi, due occhietti vispi e azzurri. Nellinsieme la testa era piccola, non tanto bella, scolpita come un oggetto di seconda mano o un modello che serva solo da prova, per cui non gli si d tanta cura al momento di rifinire i particolari. Cos altrettanto quel viso sembrava portare con s qualcosa dincompiuto, di male aggraziato, di rustico e sbrigativo. La testa piccola poggiava su una figura alta e slanciata: si sarebbe detto uno stecchino duomo su cui non cera niente di buono da scommettere. Ad un carattere cos schietto e rude, quasi da montanaro, corrispondeva una stringatezza altrettanto singolare delle abitudini. Il suo carattere era la diretta conseguenza di quella parvenza: un animo di gigante imprigionato in un carattere legnoso, ispido, rude e poco propenso alla chiacchiera. Un uomo di poche parole e di gesti asciutti, ma non per questo meno sentiti.
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Ecco la lista che ci ha fornito il professor Righetti esord Wassen, che si era fatto avanti dalla porta rimasta aperta. Il Cardinale alz gli occhi azzurri quasi trasparenti sullaiutante, per poi rimetterli subito dopo sulla lettera che stava scrivendo. Me la porti qui pronunci accigliato. Wassen si avvicin, mentre Kreutz rimase in piedi, fermo sulla soglia, la porta sempre socchiusa. Wassen fece scivolare la lista redatta personalmente dalla mano di Edoardo sulla scrivania del Cardinale. Il Cardinale non la degn minimamente di uno sguardo. Wassen rimase in piedi davanti alla scrivania per dieci minuti, aspettando che il Cardinale desse una occhiata fugace alla lista e impartisse loro nuovi ordini. Era abituato a questi tempi morti, e stava in piedi a gambe leggermente allargate per sentirsi meglio piantato sul pavimento, le braccia conserte sul petto o distese lungo i fianchi. Anche Kreutz aveva assunto la medesima postura, e aspettava con un espressione indecifrabile sul volto. Alla fine il Cardinale si decise a mettere mano alla lista: lafferr con la mano sottile e ossuta e la port sotto gli occhiali. La studi attentamente per altri dieci minuti, in silenzio, socchiudendo gli occhi ogni tanto come se stesse meditando o pregando. I due sottosegretari lo lasciarono fare senza interromperlo, conservando sempre la medesima postura del corpo, accompagnata da una faccia neutra ed impassibile. La lista non corretta sbott irritato il Cardinale alla fine. Ma che diavolo successo in questo gruppo?. I due sottosegretari lo scrutarono palesemente sconcertati. Non avevano previsto una simile eventualit. Wassen prese la parola: Eminenza, cosa intende dire? Lo sa anche lei che non abbiamo mai potuto prendere visione della lista che lei ha redatto personalmente. I telegrammi non sono partiti da noi. Per cui non mi so spiegare che cosa sia successo nel frattempo. Kreutz si limit a chiudere la porta e ad allinearsi al suo collega. Ora parevano due scolaretti in punizione davanti al maestro.

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Oh, molto semplice, Sigmund. I nomi che il professor Righetti ha compilato non sono quelli che avevo scritto io. O meglio, lo sono solo in parte. Due sono diversi. Cosa pu significare, Eminenza? Secondo te cosa significa? lo rimbrott il Cardinale. Ecco che due persone che si sono presentate dal professor Righetti domenica sera non erano quelle che lei ha scelto. E cos? Precisamente. Vedo che non sei ancora una testa di rapa, Sigmund. E tu cosa dici, Frederich? Mi chiedo se il professor Righetti abbia subodorato qualcosa, cio che due elementi del gruppo erano fasulli che se ne sia accorto? espose pensoso Kreutz, pi che altro con lintenzione di venire in soccorso del collega. In effetti il professor Righetti, mentre ci congedava durante lultima visita, ci ha detto che troveremo delle sorprese: che volesse intendere proprio questo? E anche fosse, come faceva a saperlo? si affrett a domandare Wassen, che non aveva dimenticato quella strana annotazione di Edoardo. Perch lui intelligente, molto intelligente, miei cari ragazzi. Deve avere intuito da solo che qualcosa nel gruppo, cos come se l visto piombare a casa sua, non funzionava bene o forse ha capito qualcosaltro. Chiss. Comunque, bisogna risolvere questa faccenda avvert imbronciato il Cardinale. Chi sono le persone in pi? interrogarono in coro gli altri due. Le due donne. Io non le avevo inserite. La giornalista e linfermiera? domandarono come un sol eco, stupiti. Proprio loro. Io avevo suggerito una coppia sposata al loro posto, due ottimi esperti di papiri. Non capisco che fine ha fatto il telegramma che doveva raggiungerli sar andato perso bah, chiss. O loro non hanno voluto saperne espose Wassen. O lhanno cestinato, pensando che fosse uno scherzo, o un errore butt l Kreutz. O voi siete due zucconi non capite che c stato un contrattempo? Sicuramente accaduto qualcosa del genere,
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perch non possibile che non abbiano nemmeno risposto al telegramma attraverso una lettera con cui respingere se non altro la proposta che abbiamo fatto loro. Non si resta indifferenti ad un telegramma simile. Anche se non labbiamo fatto spedire noi, so benissimo chi lha fatto, e vi posso assicurare che una qualsiasi risposta era scontato attendersela. Se quella coppia non lha fatto, perch successo qualcosa. Allora, Eminenza, che si pu fare? Il Cardinale abbass gli occhi sulla lista e rimase in silenzio. Con le dita ossute tamburellava sul foglio che stava vergando a mano prima che i suoi due sottosegretari entrassero nello studio. Dopo alcuni minuti di riflessione, annunci risoluto: Direi che se queste due donne sono finite nella lista, un segno preciso ed inconfutabile della Divina Provvidenza, e dunque noi dobbiamo lasciarcele. Vuolsi cos col dove si puote / ci che si vuole, e pi non dimandare6 recit, citando Dante. Ora: spedite a tutti i nominativi redatti dal professor Righetti il telegramma per convocarli qui, domani. Lo so che c solo un giorno di preavviso, ma non si pu fare altrimenti. Il tempo scorre implacabile e non dobbiamo lasciarcelo sfuggire. Domani festa nazionale. Tutti sono a casa dal lavoro, per la festivit di San Giuseppe. Mi auguro che non si siano presi precedenti impegni e che possano essere ricevuti tutti qui, in udienza da me. Io esporr loro lintero progetto che li riguarda da vicino, cos che possano conoscerlo e decidere di prendervi parte, una volta per tutte. Benissimo, allora procediamo disse Wassen. Un attimo interruppe Kreutz. Le teste di Wassen e del Cardinale si girarono di scatto su di lui. Mi ricordo proprio ora che il professor Righetti ha accennato che la signorina Tommasoni non avrebbe intenzione di prendere parte al progetto. Cosa facciamo dunque? Il Cardinale si accigli. Ah, davvero? Bravo, Sigmund. Meno male che te ne sei ricordato. E poi rivolto a Wassen: Tu stai pi attento, la prossima volta! Non devi lasciarti sfuggire una cosa importante come questa! Lintero lavoro che
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aspetta il gruppo del professor Righetti potrebbe venirne danneggiato. Questa donna potrebbe giocare un ruolo importante nellintera vicenda, un ruolo che va al di l delle nostre capacit previsionali e delle nostre aspettative. E necessario che vi prenda parte! Ma come fare? Lei non ne vuole sapere! Avete capito per quale motivo rifiuterebbe? li interrog il Cardinale. Beh, lei ha detto che era troppo indaffarata con il suo giornale, che non poteva muoversi dalla redazione di Milano; laltroieri era ancora la direttrice. rispose Kreutz. Certo, ora che stata sollevata dallincarico forse potrebbe cambiare idea mi dispiace davvero tanto per lei, chiss come si sentir ora che lhanno messa completamente da parte aggiunse pensoso. Questo mondo pieno di falsit e di menzogne, dovreste gi saperlo. Nostro Signore lhanno messo in croce per aver detto la Verit! esclam stizzito il Cardinale. La signorina Tommasoni sperava nellintegrit professionale e morale del Consiglio di Amministrazione del suo giornale. E magari lei aveva anche le carte in regola per essere una brava giornalista. Ma il mondo, con le sue regole per la sopravvivenza dei pi forti, mette il bastone tra le ruote alle persone semplici ed oneste. Anche lei ne ha fatto le spese, purtroppo fin di dire il Cardinale con amarezza. Ma Lei crede che forse, ora, accetterebbe? Insomma, visto che non ha pi quella responsabilit cos gravosa sulle sue spalle. Pu darsi di s, pu darsi di no. Capire cosa si cela dietro la singola scelta di una persona magari potessimo! Invece un tentativo alquanto arduo. Troppe volte il mio acume ha subito degli smacchi. Mi sono arreso allevidenza: in settantanni di vita non sono ancora riuscito a capire secondo quali parametri luomo faccia uso della sua libert. Comunque ci penser io. Pregher e trover la soluzione giusta, e poi vi dar istruzioni in merito. E poi c anche un altra faccenda importante si ramment sempre Kreutz. Il professor Righetti ha dimostrato

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insofferenza per il suo collega Fischer. Non voleva nemmeno lavorare con lui, allinizio. E stata sua moglie a convincerlo. Il Cardinale questa volta sospir profondamente. S, me lo aspettavo. Fischer quello che : meravigliosamente indisponente. Per non parlare di quello che ha fatto a Righetti ma nessuno comunque mi pu levare dalla testa il pensiero che per il gruppo lui costituisca una vera e propria presenza indispensabile. Capiranno pi avanti in che modo. Pausa. Poi riprese: Tuttavia lo devo ammettere: Fischer un dono di Dio, ed insieme anche una croce, luce e tenebra insieme. Mi auguro che il gruppo non si spacchi a causa sua. A pronunciare quelle ultime parole si fece serio. Poi abbass la testa, come per concentrarsi a pensare. I due sottosegretari rimasero in attesa di venire congedati. Ma il Cardinale aveva gi abbassato la testa sul foglio che gi da prima aveva lasciato in sospeso. I due sottosegretari allora uscirono dallufficio senza far rumore e senza aggiungere altro.

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XXVI Grazia stava innaffiando le viole sul terrazzo. Il quotidiano di quella mattina (il suo ex-giornale ormai) era gettato in malo modo su una poltrona di vimini, sullaltra erano accantonate alla rinfusa vecchie cassette di legno da spaccare e buttare via, insieme ad una pianta morta durante linverno. Per terra la bacinella con il bucato da stendere. Sul tavolo rotondo di vimini che faceva pendant con le sedie, le tracce di un tentativo abortito di lettera, accanto a tre tazzine di caff, ad un pacco di biscotti integrali e una coppetta di frutta secca, e allimmancabile pacchetto di sigarette, questa volta quasi vuoto. Grazia appoggi per terra lannaffiatoio e torn al suo tavolo da lavoro. Da quasi una settimana aveva trascurato il piccolo giardino personale che aveva fatto crescere con orgoglio sul terrazzo e per il quale serbava grande cura e dedizione. Quelle piante si erano rivelate per lei una continua miniera di nuove scoperte. Si era resa conto di possedere il pollice verde. Senza fatica, infatti, aveva accumulato sul suo balcone protetto dai muri spioventi del tetto del condominio una discreta quantit di piante, sia da interno sia officinali. Era di queste, in particolar modo, che andava fiera. Aveva imparato a prepararsi da sola decotti e tisane per i malesseri di stagione, e ne ricavava sempre un notevole giovamento. Quella mattina era gi vestita di tutto punto. Si sentiva stranamente corroborata, sebbene la notte non avesse chiuso occhio. Aveva spinto sedie e tavolo del terrazzo quasi in prossimit del cornicione, sotto la luce del sole, e mentre annaffiava le sua piante godeva beata di quel tepore: la palla infuocata le accarezzava la pelle come se i suoi raggi fossero dita delicate e rassicuranti, e stava l ad assaporare quel morbido e prolungato abbraccio. Si guard intorno: le ultime gocce di brina risplendevano sulle foglie illuminate dal sole, i colori delle piante sembravano pi vivi e i raggi dorati facevano brillare gli oggetti su cui si posavano come cristalli dambra luccicanti. Laria era pulita, frizzante. Il cielo perfettamente terso. Si

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respirava nellaria una fresca fragranza di agrumi, nonostante fosse solo Marzo. Pens che era strano che si sentisse cos sveglia. Probabilmente era tutta la tensione nervosa accumulata in quei giorni a procurarle quelleffetto ipotizz volendo trovare un motivo a cui addossare il motivo di quella frenesia in corpo perch non era normale che se ne stesse l, quasi tranquilla e piena di energie, a sbrigare faccende quando soltanto il giorno prima aveva perso in un sol colpo il lavoro e luomo su cui aveva riposto i suoi sogni. Non riusciva ancora a provare rabbia verso Benjamin: la ferita era troppo fresca. Si erano lasciati troppo cortesemente la sera prima, e ci ritardava leventuale collera nei suoi confronti, perch non era possibile per una stessa persona cio per Grazia dire addio serenamente ad un uomo e abbandonare subito dopo tanta educata cortesia per inveire come un cinghiale feroce contro di lui. Gi: perch non si era arrabbiata subito con lui, allora? Perch non gli aveva mollato in faccia un bel ceffone? Perch non gli aveva urlato che si era comportato male, che tutte quelle meravigliose chiacchierate fatte insieme lavevano illusa che fra loro potesse esserci del tenero, e che lui volesse fare seriamente con lei? Avrebbe risparmiato il tempo e la fatica occorsi per corrergli dietro. S: doveva confessare la verit a s stessa, la verit che le faceva male e che dunque non voleva ammettere: che cio, anche dopo essere stata scaricata da Benjamin, almeno cos le sembrava , non era capace di fare una sfuriata davanti alluomo che amava. Cos era l che vegetava, come le sue piante, aspettando che, dal nulla, in maniera imprecisata, sorgesse a riscattarla il momento in cui si sarebbe scrollata di dosso quella cappa anormale di buon umore, per mettersi finalmente a piangere, gridare, battere pugni e imprecare. Eppure sentiva dentro di s che il momento liberatorio era vicino: sapeva perfettamente che quello strano stato danimo inspiegabilmente arzillo le sarebbe durato ancora per poco. Forse era appunto per questo che aveva cominciato a staccare velocemente delle bacche di calendula: stava preparandosi una tisana rilassante, voleva giocare danticipo sul momento in cui
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sarebbe stata scossa dal brusco cambiamento dumore e si sarebbe lasciata andare a violente sferzate di collera contro il suo destino cieco e crudele. In cucina si era gi sistemata lultimo libro della sua scrittrice preferita, comprato a Natale ma che per impegni di lavoro non era ancora riuscita nemmeno ad aprire. Un bel plaid caldo ed avvolgente era pronto sul divano, nel caso volesse sprofondare nella lettura adagiata su morbidi cuscini. Leggere, per non pensare a nientaltro. Evadere, da tutto e da tutti. Qualche segnale dellimminente cambiamento dumore in effetti cera gi stato: quella notte non aveva chiuso occhio; appena levatasi in piedi aveva bevuto solo caff e fumato quasi un intero pacchetto di sigarette, bench non fossero ancora le nove di mattina. E soprattutto non riusciva a scrivere. La verit era che stava scrivendo a Benjamin per scrivere a s stessa. Iniziava le frasi, ma non riusciva a finirle. E il non poter padroneggiare come voleva il suo migliore mezzo espressivo la irritava. Rilesse quanto aveva scritto finora: Caro Benjamin, vorrei accomiatarmi definitivamente dalla tua vita lasciandoti un ricordo di me. Lo so che tutto ci pu sembrare sciocco o vanitoso, ma pi forte di me. Abbi pazienza. E che hai lasciato unimpronta nella mia anima, sicuramente tuo malgrado, e di questo te ne sono grata. Perci voglio dedicarti il mio ultimo articolo da direttrice del nostro exgiornale. Ormai entrambi siamo disoccupati. O meglio, io sono disoccupata. Quanto a te ho visto il tuo nuovo giornale on-line: naturalmente ti auguro con tutto il cuore che le cose procedano bene e che lidea funzioni. Ti sei esposto davvero tanto: ma inutile che te lo dica. Lo sai gi tu per primo. Questarticolo che ti accludo non lhanno pubblicato, dunque si pu dire a ragione che un inedito. Se vuoi, puoi pubblicarlo, te ne cedo i diritti. Praticamente te lo regalo. Spero di potermi considerare sempre una tua amica, non solo una tua collega. Grazia. La lettera le sembr buona: n particolarmente mielosa, n fredda e distaccata. Prese una busta, vi infil dentro lettera ed
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articolo e verg sul frontespizio il suo recapito. Poi sigill i lembi, la gir e scrisse sul retro lindirizzo di Benjamin, cercando di scrivere la busta con una calligrafia soddisfacente. Non voleva spedirgli una mail perch in una delle prime confidenze che si erano scambiati si erano detti che entrambi amavano scrivere le bozze a mano. Ora voleva dimostrarglielo. In quel momento squill il telefono. Grazia sobbalz: il pensiero in un sol attimo corse ad un'unica persona. Si precipit dentro ad alzare la cornetta: Pronto? la voce tremante. Buon giorno. Qui parla il Cardinale Mac Collough, sono il responsabile dellUfficio Affari Esteri del Vaticano. Penso che il mio nome non le risulti sconosciuto, dico bene?. Poich Grazia gli rispose affermativamente, continu: Intanto mi scuso se la disturbo cos di buon mattino, non sono ancora le nove. Si star domandando il motivo di questa telefonata: vengo subito al punto. Ecco, vede: mi risulta che lei ha preso parte alla riunione per coordinare un lavoro di ricerca promosso dal mio dicastero a casa del professor Righetti la scorsa domenica sera. Naturalmente questa mia telefonata non vuole allarmarla in alcun modo, dottoressa. E soltanto, chiamiamola cos, una telefonata prudenziale, che vuole far restare la faccenda entro termini assolutamente non ufficiali mi sto accertando di persona di come si siano svolte le cose quella sera. Grazia tagli corto: S, vero. Vi ho partecipato rispose con voce glaciale. Non capiva perch un rappresentante della Curia Pontificia lavesse chiamata. Per questo era sospettosa. Vorrei che si sentisse a suo agio, dottoressa. Non le voglio fare alcuna rimostranza. Se si sta domandando perch io in persona le sto telefonando, ecco, vede prosegu Mac Collough. Ma Grazia lo interruppe cogliendo subito la palla al balzo: Esatto, mi stavo proprio domandando il motivo di questa telefonata. Mac Collough non si scompose. Allora, dove eravamo rimasti? Ah s, beh, riprendiamo il filo dei discorsi: che lei abbia preso parte alla riunione va benissimo, dottoressa. In

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realt ne sono molto soddisfatto, anche se la sua presenza non era prevista. Ma tanto lei lo sa gi, non vero? S, lo so gi. Me lero immaginata. Posso sapere chi lha invitata? Sono stata invitata da Benjamin Tolosa. Mi aveva detto che quella sera potevamo concludere unimportante intervista di lavoro, ad un certo Edoardo Righetti, un suo conoscente; e che poi, forse, cera anche dellaltro lavoro da fare. Io pensavo si trattasse di raccogliere informazioni e materiale vario per il giornale, lui invece aveva in mente ben altro: il telegramma, intendo Comunque, a sentir lui, questo Righetti avrebbe dovuto essere un intellettuale romano molto addentro la politica, proprio quello che ci serviva in quel momento per il giornale. Grazia si sorprese a sbottonarsi cos tanto. Mac Collough le domand: Continui a raccontarmi della faccenda del telegramma, per favore. E qui che c stato lequivoco, vero? Cio lei ha creduto che il sig. Tolosa le avesse raccontato la verit. Grazia si stup ancora che il Cardinale le leggesse fin dentro il pensiero. In effetti stava pensando proprio alla bugia di Benjamin del telegramma inviato a nome di entrambi. Di nuovo, suo malgrado, si ritrov a rivelargli: In realt stato il mio collega ad aver ricevuto il telegramma. Lui ment dicendo che laveva ricevuto a nome di entrambi. Io, l per l, gli credetti, ma poi, quando mi resi conto che quello di cui si discuteva quella sera da Righetti non centrava di una virgola col nostro giornale, mi spostai in un'altra stanza per collegarmi alla redazione. Sentii tuttavia che loro continuavano a discutere sulla Lettera ritrovata, ma le parole mi giungevano solo a tratti. Solo pi tardi ho scoperto lamara verit: che cio Benjamin mi aveva usata per recarsi a Roma da quel Righetti. Era la prima volta che le usciva di bocca quel ragionamento, e a malincuore si accorse che le cose erano andate proprio cos. In quel preciso istante sent esploderle dentro tutta la rabbia repressa per Benjamin. Ora sapeva che lui laveva usata! Cominci a tremare dalla rabbia, e senza accorgersene trov nel Cardinale un alleato per sapere la verit, e per sputare in faccia a Benjamin e a tutta quella

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stupida equipe di ricerca. Solo si tratteneva nell esprimere tutto il suo disgusto per quel lavoro davanti al Cardinale. Quindi il signor Tolosa lha invitata a titolo personale, non a nome del Vaticano? domand Mac Collough. Esatto. Il telegramma laveva ricevuto solo lui, e mi ha fatto credere che fosse anche per me. Mi dispiace per questo equivoco, comunque penso di aver fatto una buona cosa a levarmi di mezzo il pi presto possibile. Praticamente subito: fin dallinizio ho detto a tutti i convenuti che non volevo in alcun modo prendere parte al progetto di ricerca. Non minteressa. E poi si stup nuovamente di quanto le usc di bocca, sebbene razionalmente sapesse di essere arrabbiatissima per lintera faccenda, di avercela a morte per lo sgarbo fattole ad arte da Benjamin: Anche se adesso, lei certo lo sapr gi, sono praticamente disoccupata. Aveva limpressione che una parte di s, assolutamente incontrollabile, stesse dicendo al Cardinale che adesso era libera per accettare un nuovo incarico di lavoro. Mi rincresce, s. Ho letto tutta la storia sui giornali e sono mortificato per lei. Mi aspettavo che la riconfermassero. Per la verit ho letto anche gli articoli sul nuovo quotidiano on-line del sig. Tolosa. Veramente interessanti: uhm, originali, direi. Grazia sussult. Prov un impeto di antipatia per il Cardinale. Ma veniamo a noi: mi creda, per noi non c nessuna difficolt se ha preso parte alla riunione degli interessati. Il mio dicastero, che sponsorizza il lavoro dellequipe, non ha mosso obiezione. Anzi, le dir di pi: sono rimasto profondamente colpito dalla piega che hanno assunto gli eventi: una piega per cos dire, inaspettata anche se non c nulla di inaspettato per un uomo di fede. Giusto?. Grazia fu colpita dal commento del Cardinale. Per non parlare del fatto, poi, che stava intrattenendosi al telefono nientemeno che con il capo della Diplomazia Estera Vaticana. Provava un misto di timore, imbarazzo, piacere nonch nello stesso tempo risentimento: perch lo stupore per quellinsolita telefonata si accompagnava allidea sempre pi consistente col passare dei minuti che dal Vaticano la volessero in
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qualche modo raggirare. Ci che non ci si sa spiegare mette paura. Tale era il sentimento che stava provando Grazia in quel preciso momento. Cosa vuol dire?. Non capiva cosa cera di inaspettato. Il Cardinale percep la diffidenza nel tono di voce della donna, e prov a usare ancora pi tatto: Non voglio metterle paura, signorina. Decise che era meglio abbandonare il termine dottoressa, che rendeva la donna distante e diffidente. Mi sono messo personalmente in contatto con lei perch ho valutato attentamente la situazione, e sono giunto alla conclusione, dopo quanto successo, che sarebbe meglio che anche lei facesse parte del gruppo di ricerca. E un invito ufficiale. Che ne dice: se la sente di accettare?. Finalmente Grazia cap: volevano proprio incastrarla di nuovo in quellodioso gruppo di ricerca. Assolutamente no rispose convinta. E non cerchi di farmi cambiare idea, Eminenza. Ora che aveva capito cosa voleva il Cardinale, non aveva alcun problema a chiamarlo secondo la prassi usuale. Anzi, stava cominciando a divertirsi. Questa volta si stup il Cardinale, ma si riprese immediatamente e torn a affondare un altro colpo con incalzante maestria: Pensavo che la sua presenza nel gruppo di ricerca fosse un elemento prezioso per tutti. Io penso il contrario rispose stizzita. Poi le venne in mente un sospetto: Non che mi volete dei vostri perch ormai so gi parecchie cose su questa presunta Lettera di San Paolo? Sent il Cardinale che rideva, dallaltra parte della cornetta. Nessuno dei due si dava per vinto. No, signorina. Non questo il motivo. Vuole sapere la verit? Certo, ammesso che possa dirmela. E la pura verit, glielo garantisco. Bene, allora la voglio sentire. Le cose stanno cos: che lei mi creda o no, io vedo le cose da un punto di vista particolare, del tutto personale. Sono un uomo di Chiesa, perci vedo i fatti che accadono secondo una
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precisa logica: cio quella divina. Certo, non posso pretendere che anche gli altri vedano le cose allo stesso modo in cui le vedo io. Ma non importa. Ora, vero che la lista in questione inizialmente non prevedeva il suo nome, ma poi successo dellaltro: una specie di errore; il signor Tolosa lha invitata. Mi dica lei: stato uno sbaglio, una perdita di tempo come sostiene lei, od uninteressante novit?. Ma la domanda era retorica, perch prosegu senza dare alla giornalista il tempo di rispondere. E vero: il suo collega ha commesso una scorrettezza nei suoi riguardi, assumendosi una libert indebita. Ma io credo che lui abbia agito secondo retta coscienza badi che questo molto importante, il nocciolo di quanto le sto dicendo pertanto, mosso da quello che io, uomo di Chiesa, chiamo lo Spirito Santo. Vedendo tutto questo, sono giunto alla conclusione che il mio capo voglia anche lei nellequipe. Il suo capo? lo interrog Grazia stupita. E chi altri, senn? Grazia soppesava parola per parola quanto le aveva spiegato il Cardinale. Poi si decise: La ringrazio. E tutto perfettamente chiaro. Sta di fatto che io continuo a vedere le cose a modo mio, e non minteressa affatto la sua offerta di lavoro. La mia pi di unofferta di lavoro: una visione di vita. Qualunque cosa sia non la voglio. Vuole che le mandi una rinuncia per iscritto? No, no, non ce n bisogno. Non questo che intendevo. A quanto pare lei irremovibile. Praticamente s. Entrambi avevano la sensazione che il duello fra loro fosse allepilogo: ora si sarebbe visto chi sarebbe stato il vincitore e chi il perdente. Il Cardinale cambi schema tattico: Allora un lavoro non lo vuole. E cos? Che altro vorrebbe cercare? Vuole continuare a fare la giornalista? Dopo quanto accaduto credo che non sia tanto difficile supporre che nessuno pi la prenderebbe. Scusi se sono un tantino duro, ma a questo punto diciamoci le cose in faccia, ne conviene?.

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Non aspetto altro. Per me va benissimo. Comunque ovvio: voglio restare nel mio campo, a livello lavorativo comment scontrosa. Ma chi le darebbe nuovamente fiducia? Chi le darebbe un nuovo incarico? Ormai sulla bocca di tutti che lei era una simpatizzante del suo precedente ex-direttore. E pi facile credere questo per la gente, che credere alle sue parole di discolpa. E lei a chi crede? A quello che riportano i giornali, o a me? E mi scusi tanto, ma come pu farsi unidea di come sono andate veramente le cose, se non ha nemmeno mai sentito la mia personale versione dei fatti Il quotidiano del Vaticano lunico che non le ha sputato in faccia. Anzi, riporta una fedelissima presentazione del suo profilo di giornalista e della sua schietta professionalit. Mi basta aver letto questarticolo. E poi, comunque, ho le mie attendibili fonti dinformazione ho svolto anchio le mie ricerche per ottenere referenze su di lei lasci la frase in sospeso, ma era chiarissimo a cosa si riferiva. A Grazia non sfugg la sottile precisazione. La ringrazio della fiducia accordatami. Mi fa davvero piacere. Comunque non cambio la mia posizione. Non minteressa affatto la sua proposta di lavoro. Ma lo sa anche lei che unutopia per ora restare nel giornalismo, con laria che tira! Io le offro lunico modo per fare quello che lei vuole: cio fare giornalismo serio, senza scendere a compromessi con le testate nazionali. A lei serve un lavoro vero, come quello che io le sto offrendo, che la riabiliti agli occhi degli italiani sfiduciati da come stanno andando le cose in Italia, impauriti dal clima di ferocia che si sta diffondendo tra la gente. Mi dispiace dover tirare fuori queste cose nella nostra conversazione, ma lo sa anche lei che, per quanto lei si ritenga vittima innocente di un enorme angheria, tantissimi italiani stanno credendo pi a quanto riportano le chiacchiere di salotto, piuttosto che ascoltare le giuste parole di difesa di un innocente. Occupandosi dellufficio stampa della scoperta della Lettera ai Laodicesi, lei potrebbe dimostrare agli italiani quanto brava ed onesta nel suo lavoro, e che quanto hanno riportato i giornali sul suo
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conto sono solo infami calunnie. Ascolti: io e lei siamo simili. Diciamo tutti e due la verit. E lei questo lha capito, non vero?. Grazia sent che era vero. Qualcosa dentro di lei cominci a sgelarsi. Gli rispose: S, lei mi sembra sincero. Ci tengo a dirle, per, che io non sono credente. Ammettiamo per assurdo, sintende ci tenne a precisare che io vi prenda parte, beh, come farei a lavorare in un gruppo che si occupa di una Lettera Apostolica cos impregnata di fede e di valori cristiani? E come farei a sopportare della gente cos diversa da me? Io non vado in Chiesa come loro, almeno mi pare che loro siano praticanti, cos mi sembrato. Non importa affatto. Lei rimane quello che , e vedr che non trover nessun problema di convivenza. Anche gli altri membri dellequipe non sono certo tutti santi!. Io non parteciperei nemmeno per tutto loro del mondo ad alcuna messa o altro del genere quelle cose l, insomma; lei mi intende, vero?. Limpido e cristallino. Grazia sospir. Mac Collough era di una schiettezza disarmante. Era come infliggersi una punizione. In pi, se non stava attenta, rischiava per finire di accettare pur di levarsi di torno quella telefonata, pur di scrollarsi di dosso quella presenza cos insistente ed inquietante del Cardinale. Anche se lo sentiva solo per telefono, cominciava a percepirne lenorme tempra interiore. Aggiunse con aria vagamente colpevole: Ma io non posso lavorare con voi non ora. Mia cara ragazza Mac Collough pass allatteggiamento paterno, accortosi favorevolmente dei primi segnali di cedimento: Io ne ho di anni sulle spalle. Mi dia retta: questo lavoro stato preparato appositamente per lei. Grazia non si arrese nemmeno questa volta. Voleva finirla: Tanto vale che glielo dica, allora: Benjamin che non posso vedere. Ho intenzione di non avere pi alcunch da spartire con lui. Dallaltro lato del telefono il Cardinale rimase in silenzio, cos Grazia prosegu, titubante: C stata una specie di storia, fra noi due, che per ora finita se cos si pu dire s, diciamo che stato un flirt che si spento ancora
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prima di poter sbocciare disse per dare lidea della situazione. Si rendeva conto di stare dicendo la verit al Cardinale. Prosegu: Ed ora non me la sento affatto di vederlo. Anzi, se potessi lo cancellerei dalla mia vita. Il Cardinale continuava a rimanere in silenzio. Eminenza, l? S, certo. Allora, ha capito? Certo che ho capito. Quindi vede anche lei che io non posso lavorare con lorocio con Benjamin si affrett a correggere. Ogni volta che pronunciava il suo nome, lo stomaco le si contorceva. Oh, io non mi preoccuperei: a tutto c una soluzione. Cosa vuol dire? Che le propongo di fare a modo mio non si dimentichi che io sono un grezzo irlandese, con una discreta pratica delle cose della vita Ascolti: tra un tipo di strada ed il suo opposto, in realt c sempre una terza via. Quale via intende? La via che ha stabilito il Signore basta scorgerla. Ho smesso di andare in chiesa da un bel po di tempo, eccellenza. Non capisco dove vuole arrivare. Ma, suo malgrado, il Signore non ha mai smesso di starle appresso. E Lui sa benissimo dove vuole arrivare. Avanti, sia pi chiaro: cosa intende?. Ho in serbo una proposta che sembra fatta appositamente su misura per lei. Grazia sospir: Cominci con lindicarmela, allora, sono curiosa. E il Cardinale le spieg per un buon quarto dora tutto quello che cera da sapere.

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XXVII Il Palazzo di residenza dei Fischer consisteva in una villa tardo-rinascimentale ristrutturata dopo lUnit dItalia. Si ergeva possente e maestosa sui colli del lago di Bracciano, tra densi uliveti, macchie verde scuro di pini marittimi e chiazze turchesi dei laghetti artificiali che, tuttintorno al grande lago, fornivano vivai per lallevamento di anguille pregiate. Era una casa enorme, con sontuose stanze ricche di mobilio dantiquariato e arredate con lusso. Possedevano una collezione privata di dipinti dei pittori fiamminghi del Rinascimento, una serie impressionante di porcellane dal 1600 al 1800 perfettamente conservate, due auto depoca, una Rolls Royce e una Maserati, insieme ad alcuni arazzi in perfetto stato ereditati dagli antenati. Tanto spazio e tanto sfarzo erano divisi per tra un esiguo numero di componenti della famiglia. Il giovane signor Fischer come lo chiamavano i domestici occupava da solo lintero piano superiore (quello con lenorme terrazza). Dato che aveva perso entrambi i genitori quando era ancora un bimbo in fasce, viveva con i parenti rimasti. La zia, vale a dire la sorella di suo padre, lo degnava di amorevoli premure, condite purtroppo con lidea che il giovane e bel nipote fosse in qualche modo malato. Non si spiegava altrimenti il carattere ombroso del ragazzo, le sue prolungate assenze (per lavoro, diceva il rampollo Fischer, ma che fosse vero?), le sue pochissime parole, il suo riserbo al limite della scontrosit, come se lui le tenesse nascosto qualcosa volutamente. Perci era pi che naturale che sospettasse che il giovanotto avesse qualche tara mentale, e si comportava in modo tale che Martin aveva perfettamente capito cosa le passava per il cervello. I nonni erano pi di l che di qua come si suole dire e il rapporto tra loro ed il giovane nipote mutava drasticamente a seconda che seguisse lasse nonno-nipote, oppure nonnanipote: nel primo caso cera una specie di guerra aperta perch i due non si potevano soffrire; mentre nel secondo caso cera unalleanza pressoch inscindibile dovuta ad affinit di carattere e di vedute. Poi cera una sorella che viveva in casa
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con un bambino di dieci anni, dopo che era stata lasciata dal marito quando lei era rimasta incinta. Non si era mai capito se il marito lavesse lasciata perch il bambino non era suo, o se fosse perch pi semplicemente non voleva mocciosi fra i piedi. Sta di fatto che la poverina (si chiamava Lia) viveva quasi sempre chiusa nelle sue stanze al pian terreno, incollata spasmodicamente al suo figliolo come ledera sta avvinghiata al muro che la sorregge. Non si capiva se era il figlio a sorreggere la madre, o piuttosto viceversa. Attorno alla villa padronale sfilavano ettari ed ettari di vigne e di oliveti, coltivazioni di tabacco e vari appezzamenti di alberi da frutta: nellinsieme tutti questi terreni rendevano cos bene che i loro proventi bastavano a coprire le spese di una villa cos enorme. Come ci non bastasse, la villa veniva affittata per cerimonie, mostre, spot pubblicitari, riprese cinematografiche ed altro del genere, ed in pi una parte era anche aperta al pubblico, cosicch i proventi di tanta lucrosa amministrazione finivano nelle tasche dei Fischer; o meglio, si tramutavano in copiosi depositi bancari i cui movimenti erano controllati rigorosamente dallufficio-contabilit della famiglia, il quale era situato in una stanza al primo piano della villa ed era vigilato dal giovane Fischer in persona. Infine cerano i laghetti per la coltivazione di trote, uova di salmone e anguille. E quei proventi finivano dritti a sponsorizzare le ricerche archeologiche sempre del giovane. Zia e sorella si limitavano a mandare aventi lenorme casa, a gestire per quel che potevano il patrimonio (mobiliare ed immobiliare), e soprattutto a spiare di nascosto le mosse del primo erede maschio in ordine di grado di parentela, cercando di capire quel che gli frullava per la testa. E a proteggere il pronipote, il figlio di Lia, sperando un giorno che questi potesse rimpiazzare il debole, malaticcio, depresso, stralunato nipote. Martin si trovava al primo piano della villa, seduto alla scrivania in stile ottocento del suo studio. Le pesanti tende di velluto color porpora erano fermate ai lati da grosse fasce di seta, per permettere al sole di mezzogiorno di entrare nella stanza e di spandersi tuttintorno.

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Quella mattina si era alzato pi presto del solito, facendo prendere un bello spavento a zia e sorella che stavano facendo colazione nella sala grande, quando se lo videro comparire vestito di tutto punto in mezzo a loro, cos repentinamente che non osarono domandargli se dovesse andare da qualche parte, o dovesse sbrigare non si sa quale incombenza. Solo suo nipote lo salut allegramente con un gioviale: Ben svegliato, zio Martin!. Buongiorno, David sorrise Martin scompigliando i capelli al nipote. Cera intesa tra di loro. Poi la vista di zia e sorella lo fecero ripiombare nella sua abituale apatia. Martin bevve del succo darancia e scelse una fetta di torta di mele dal carrello dei dolci, poi trangugi uno yogurt magro ed infine un frutto. Quando fu pronto usc. Le due donne lo scrutarono per capire se quella mattina stesse pi male del solito, ma lui non bad a loro, ricambi i saluti di suo nipote e sincammin verso lingresso. Naturalmente sapeva benissimo di non essere malato, anzi, di non avere assolutamente niente di spaventoso, orrendo o impronunciabile. Ma era talmente difficile spiegarlo alle due donne, e soprattutto convincerle, che da un pezzo vi aveva rinunciato e lasciava che pensassero quello che volevano. Anche perch in questo modo si era reso conto sintromettevano di meno nella gestione dei beni di famiglia. Probabilmente lo lasciavano fare, aspettando che gli capitasse il fatidico crollo psichico e che venisse internato in qualche ospedale psichiatrico, cos da lasciare a loro il controllo sullintero patrimonio. Ma tanto lui sapeva che quel giorno non sarebbe mai arrivato. Ora, comodamente intronizzato nel suo ufficio, stava controllando alcune fatture che avrebbe dovuto consegnare allufficio contabilit, che consisteva in un unico dipendente nella stanza accanto ed il cui compito era quello di catalogare, archiviare, registrare e via dicendo linnumerevole mole di pratiche derivanti dalla gestione dei beni della famiglia Fischer. Allimprovviso fece irruzione il nipote gridando a gran voce:
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Zio, zio, accendi subito la TV: stanno assaltando la Borsa, lo ha detto il nonno!. Dietro di lui, infatti, arranc un vecchio stanco che a onor del vero era il bisnonno del bambino che aveva tutta laria di un fantasma talmente era magro e malridotto. Tuttavia conservava nei modi di fare un po di quella irruenza che doveva avere avuto in passato, perch appena entrato nella stanza rimbrott il nipote adulto: Martin, sbrigati ad accendere. Il paese nel caos: hanno appena preso dassalto la Borsa Valori a Milano. Potremmo perdere una gran fetta di soldi nel giro di mezzo minuto! Le azioni staranno precipitando a livelli mai visti da un secolo a questa parte!, disse tutto dun fiato, e poi sprofond nella poltrona di chinz di fronte alla scrivania di Martin, aspettando di guardare lo schermo gigante che campeggiava sulla parete a fianco. Sulla faccia era stampata unespressione peggio che da funerale. Il nipotino si sedette anche lui sullaltra poltrona che era in coppia con quella su cui stava il bisnonno, e tutti e due puntarono gli occhi su Martin. Lui digit immediatamente una serie di comandi sul video del computer, e lo schermo ultrapiatto sulla parete vicina prese a mandare immagini di una piazza invasa da centinaia di persone inferocite che cercavano di entrare nellimmenso edificio della Borsa Valori di Milano. Martin non aveva detto una parola nel frattempo, stava guardando anche lui il resoconto del telegiornale speciale trasmesso in diretta sul primo canale delle reti televisive di stato. Il suo viso si era fatto dun tratto serio e cupo, come se non fosse preoccupato tanto per i soldi della famiglia che in quel momento potevano stare sfumando alla velocit della luce, quanto per qualcosa daltro. Infatti disse: Nonno, stai calmo per favore. E un fatto grave, senza ombra di dubbio. Ma da qui ad allarmarsi cos tanto come stai facendo tu del resto non hai mai capito come funzionano le leggi del mercato. Mi domando come avresti fatto a fare fortuna se non avessi avuto la nonna accanto a te che ti diceva come investire, mossa per mossa! Comunque fidati di me e non perderemo un centesimo, anzi e una smorfia crudele apparve sul suo bel viso riposato, quel marted mattina che era

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gi stato ribattezzato dallo speaker della TV il marted nero dItalia. Intanto le immagini continuavano a fluire sul grande schermo dello studio. Ben presto anche il responsabile dellufficio contabilit che stava nellaltra stanza accorse di l, richiamato dalle notizie ad alto volume che aveva sentito attraverso la parete. Ho sentito terribile, signor Fischer quello che sta succedendo non capisco come pu essere avvenuto. Luomo parlava al vecchio senza guardare il Fischer giovane, ma poi si volt dalla parte di questultimo, che non era poi cos tanto preoccupato, e riprese: E anche per lei, mi dispiace un altro pensiero gravissimo si aggiunge a quelli che ha gi questo proprio non ci voleva, chiss come pu essere avvenuto, insomma, ma nessuno se lo aspettava, diavolo mondo?. Martin non si cur di tutto quellallarmismo, e in segno di risposta non si premur daltro che di muovere il braccio destro in un gesto scocciato, come quando si cerca di uccidere una mosca. Il bambino sorrise allesclamazione colorita delluomo della contabilit, anche se respirava la crescente tensione nellaria. Tutti rimasero incollati al teleschermo a sentire le informazioni preoccupanti dalla diretta del reporter. Una logo campeggiava sulla sinistra dello schermo, raffigurante ledificio della Borsa Valori con sopra la scritta: Marted nero, ed una striscia in basso in sovrimpressione compariva continuamente, aggiornando le notizie. In quel momento si poteva leggere: Ore 11.58: assalto alla Borsa. Lo scenario impressionante: finora le stime parlano di 15 feriti gravi e un numero imprecisato di contusi. Ma le cifre cambiano in continuazione, e la voce concitata e frettolosa dello speaker che riportava i fatti: Poco prima di Mezzogiorno un gruppo di giovani uomini probabilmente disoccupati da lunga data ha sfondato in segno di protesta la porta a vetri della sede della Borsa di Milano. Quella che doveva essere, per, solo unazione dimostrativa e di questo ne siamo sicuri si trasformata invece in una ressa caotica e impetuosa, aggravata dallinsorgere allimprovviso in aiuto dei dimostranti di centinaia di persone malcontente a causa
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della crisi economica che imperversa nel nostro paese: lavoratori che sbarcano a fatica il lunario, padri e madri di famiglia, giovani disoccupati, immigrati, clandestini, donne sbucati fuori letteralmente dal nulla e che si sono lanciati dentro il palazzo a distruggere tutto. La polizia sta cercando di frenare londata distruttiva di questi pazzi scatenati con il lancio di lacrimogeni e con gli idranti, ma incredibile come alla scia di gente che cade a terra colpita dalle manovre della polizia, si aggiunga subito un numero ancora maggiore di manifestanti. E cos facendo cresce di minuto in minuto loceano di folla che si sta spingendo dentro la borsa. Ormai tutto un tumulto in cui si faticano a distinguere i ribelli dagli agenti; letteralmente impossibile svolgere qualsiasi attivit dentro ledificio: al piano terreno lo si capisce dai rumori, dalle urla della gente e dal passaparola dei rivoltosi moltissimi computer vengono gettati a terra con foga inaudita e distrutti. Gli operatori di borsa vengono picchiati, i monitor colpiti con ferocia bestiale, il cartellone gigante che campeggiava nel mezzo del palazzo stato ripetutamente sventrato con una serie di spari da armi da fuoco rubate alla polizia. Il cronista che vi parla in questo momento al di fuori del palazzo, protetto da un cordone di poliziotti che difende tutti gli addetti-stampa presenti qui a riferire dellattacco sconvolgente ed imprevisto. C costernazione e paura nella gente tuttintorno: i milanesi corrono in aiuto dei poliziotti, per incoraggiarli, sostenerli, mettersi in mezzo a loro e difenderli; purtroppo arrivano anche a picchiare i manifestanti, e questo certo non aiuta alla cessazione delle ostilit. Intanto sono arrivati precipitosamente anche Carabinieri e Guardia di finanza in aggiunta al gi tempestivo intervento della polizia. Eppure altra gente intemerata corre allattacco, schierandosi con i rivoltosi: incredibile! Sembra che non abbiano paura di venir arrestati dagli agenti che sono sul posto: anzi, si divincolano, urlano, e purtroppo piombano su di loro soverchiandoli. Ci duole dirlo ma cos: purtroppo c pericolo per i poliziotti; la calca disumana si sta moltiplicando con ritmo impressionante: la proporzione di tre o quattro ribelli per agente, difficile
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fermarli anche usando i getti degli idranti, i gas lacrimogeni ed i manganelli. Alcuni facinorosi riescono a impossessarsi delle armi da fuoco dei poliziotti e le portano allinterno o se le passano tra loro. Ecco, mi dicono dalla regia che a Palazzo Chigi il governo si sta consultando febbrilmente col capo dello Stato che ricordiamo anche il capo delle Forze Armate Italiane - per decidere se mandare sul posto anche lEsercito, oppure no. Al Quirinale, nel frattempo, si fa sapere che meglio che gli italiani stiano al sicuro nelle proprie case e che non scendano in strada a sostenere le forze dellordine che sono gi ben equipaggiate; naturalmente il Presidente in stretto contatto con il primo ministro e si sono messi in video-collegamento permanente sulla linea apposita. Ma, ecco, un attimo: dallinterno delledificio provengono anche spari, adesso. Tutti noi cronisti siamo incollati alle finestre che stanno andando in frantumi per cercare di captare qualche urlo disperato, qualche grido che serva per farci capire cosa sta succedendo allinterno. Intanto difficile anche per noi perch piovono schegge dallalto, e i poliziotti ci avvertono di tenerci bassi per evitare pallottole impazzite. E difficile capire cosa stia succedendo e stia avendo la meglio, se i rivoltosi o gli agenti dello Stato. Se soltanto mezzora fa qualcuno avesse prospettato lo scatenarsi di tutto questo inferno, vi giuro non gli avrei creduto. Nessuno di noi capisce quale sia stata la molla che ha fatto s che normali cittadini o tuttal pi tranquilli irregolari in un attimo di follia (o lucidit per loro?) si siano trasformati in belve scatenate e si siano scaraventati con una furia impressionante su un edificio che, in effetti, pu rappresentare simbolicamente il centro di quel sistema economico che li affama. E vero che leconomia sta andando male in questo frangente, vero che le stelle spezzate stanno portando caos e scompiglio nel nostro paese, vero che il governo che era praticamente caduto si rimesso allopera soltanto per questa emergenza. Ma da qui a scatenare questo inferno ci vuole una vera e propria volont distruttiva, un odio feroce per le istituzioni, un malcontento che rasenta il disprezzo degli altri e la follia. Italia: dove stiamo andando?...

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Martin spense lo schermo. Di scatto tutti gli altri tre presenti nella stanza si voltarono verso di lui stupiti. Che cosa ti saltato in mente? Accendi subito! gli url il nonno incollerito. Era pallido e cadaverico come un cencio, tutto tremante. Era evidente che la notizia dellassalto gli aveva messo in corpo una tale paura che, gli pareva, poco mancava che potessero piombare in casa a portare via i suoi averi. Anche il nipotino gli scocc unocchiata significativa, e il contabile si limit a sgranare gli occhi incredulo, ma non disse nulla. Come gi le due donne di casa, anche lui aveva paura del signorino Fischer. Nel frattempo anche la zia e Lia si erano unite al gruppetto in salotto, ansiose fino alla punta dei capelli, e stavano guardando anche loro le terribili immagini in diretta. Martin replic calmo: E tutto a posto. State tutti calmi. E solo una rivolta; terribile s, e paurosa: come dire di no?! Ma al giorno doggi tutto il mercato finanziario collegato in rete. Non serve a niente entrare nella Borsa di un paese e sfasciarla, quando le azioni di quel paese non si trovano fisicamente in quel posto, ma nei computer di tutto il mondo, prodotte dalle imprese e dai servizi fornitori di tali ricchezze. Quella gente consiste solo in un branco di stupidi imbecilli. Certo che ci sta facendo un favore enorme. E poi rivolto al suo contabile: Compra immediatamente un bel po di azioni di queste imprese che adesso ti dir. E si chin immediatamente a redigere una non breve lista di nomi. Al vecchio Fischer ci vollero alcuni minuti di tempo per capire le mosse del nipote, ma quando tutto gli fu chiaro e gli si materializz in testa lidea di cosa aveva intenzione di fare Martin, si butt dimpeto sulla scrivania per prendergli la lista. Ma Martin si tir indietro velocemente e lasci che il vecchio sbattesse contro il mobile. Io non ti do il permesso di fare una simile infamia! tuon incollerito il vecchio. Adesso che un momento estremamente difficile e precario per il nostro paese, tu tu fai una simile porcheria! e batt il pugno sul tavolo. Ma Martin si era gi alzato e stava continuando ad allungare la lista, scrivendo in piedi appoggiandosi al vetro della finestra.
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Tutti gli altri erano sbigottiti. Il contabile aveva capito, ma non osava interferire. Zia e sorella erano impietrite, incollate alla parete come fossero dei soprammobili. Il nipotino non capiva e guardava ora il bisnonno, ora lo zio. Calmati, nonno rispose naturale Martin. Parli proprio tu che mi hai sempre detto che questo non il nostro paese, e che mi hai fatto promettere di accrescere il capitale di famiglia. Che fai, ora: ti tiri indietro? Vuoi davvero che le nostre azioni precipitino sempre pi in basso, insieme a quelle di questo paese le cui ricchezze sono solo il sole, la terra da coltivare, e un sacco di vecchi ruderi? Eh, allora, non sempre quello che andavi dicendo tu stesso? O adesso cambi bandiera, solo perch ti fa comodo? La mia terra Israele. Lo so. Ma io vivo in Italia e mi considero anche italiano. Sei tu che stai disonorando la nostra famiglia, volendo comprare azioni che adesso valgono poco, solo per rivenderle dopo ed arricchirti. Vuoi speculare sulla debolezza del paese! Ma in questo modo stai ammazzando anche tu lItalia! Sei come quei farabutti che sono entrati nella Borsa per farla a pezzi! Non te lo permetter! grid, e cos facendo attravers la scrivania da un lato e si gett sul nipote per afferrargli la lista. Ma Martin fu ancora una volta pi veloce: spinse il contabile da un lato, mettendogli in mano la lista, e gli intim sottovoce: Fai come ti dico, o sei finito! Col vecchio me la vedo io. Quello si lev di torno in un battibaleno. Il vecchio cadde male su un piede e lanci un grido. Lia gli si avvicin biascicando un Nonno, stai bene?, e cerc di sostenerlo. Ma quello non si diede per vinto, si attacc con una mano al pesante tavolo da lavoro di suo nipote e con respiro affannoso continu laccesa discussione: E cos che ti ho insegnato, per caso? Eh? Rispondimi, sciagurato! Martin lo guard di traverso con un sorriso beffardo: Ah, mi hai insegnato qualcosa, forse? Perch non ricordo: mi pareva che fossi troppo impegnato in politica per starmi dietro mi pareva ci fosse la nonna con me tutti i pomeriggi, quando tornavo da scuola. E sai chi mi correggeva i compiti e mi faceva lezioni di algebra, ragioneria e contabilit? Ma
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guarda un po: sempre la nonna e chi mi preparava da mangiare? Aspetta, non ricordo: era la nonna, per caso? E doverano mio padre e mia madre, se non con te, quando li hai convinti a venirti dietro in Palestina e l sono saltati in aria su quella mina! Oh, so gi quello che stai per dirmi: cera la guerra: loro sapevano di mettersi in una situazione pericolosa beh, non mimporta un fico secco! Chi di noi due ha commesso pi del male allora? Io che sto comprando delle azioni per poi rivenderle, o tu che hai permesso che i miei genitori morissero in quella dannata terra che non conosce pace?!. Martin aveva gli occhi iniettati di veleno e le mani strette a pugno chiuso. Sua sorella pens che stesse per mollare un pugno al nonno, e gli si piazz ancora pi vicino per proteggere il vecchio. Quegli lo guard per un attimo in silenzio, debole per la sua vecchiaia, ma perfettamente lucido di spirito, e parl di nuovo con autorit: Tu mi accusi di una colpa che non ho. I vostri genitori sono mancati in un terribile incidente, che nessuno poteva prevedere. Neppure ai servizi segreti israeliani era giunta notizia di quel pericolo. Vedi: continui a darmi la colpa di un fatto che ci ha segnato tutti in famiglia, inutile negarlo eppure io ne soffro quanto te. E mio figlio che morto, il mio unico figlio. E anche tua sorella rimasta senza i suoi genitori, e non lho mai sentita lamentarsi come te Per quanto riguarda le azioni che ti accingi a comprare ad una cifra ridicola per poi rivenderle sicuramente non allo stesso prezzo, tuo padre non ne sarebbe per niente fiero lui si batteva per riportare la giustizia e lordine nella sua amata terra, a Gerusalemme. Possedeva un animo retto e nobile, che non si macchiava certo di azioni immorali come quella che tu stai facendo adesso, in questo momento. Non tiriamo in ballo i sentimenti, per favore! tuon Martin con una furia tale da sembrare impazzito. Tu non puoi farci niente se ora, di fatto, il patrimonio lo controllo io; e ogni volta continui a volerti intromettere! Quand che la smetterai, una buona volta?! Ma guarda un po, forse hai bisogno che ti vengano rinfrescati i fatti: allora, la storia comincia cos: il Fischer patriarca emigra in Italia e sposa una ricca ereditiera,
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anchessa ebrea. Visto che il patrimonio di famiglia continua ad amministrarlo lei, lui si ributta negli stessi ideali patriottici a causa dei quali i palestinesi volevano ammazzarlo e che lo hanno costretto allesilio poi gli nasce un figlio: mai e poi mai qualcuno avrebbe potuto prevedere che il sangue dellunico figlio maschio sarebbe stato versato al posto di quello del vecchio padre, una volta che il figlio e la nuora si fossero inventati di seguire il vecchio che faceva ritorno a Gerusalemme, andando incontro ad una fine dolorosamente imprevista i due genitori avevano a loro volta due bimbi piccoli, poverini, rimasti prematuramente orfani. Il vecchio, dilaniato dai sensi di colpa, non ha il coraggio di crescere i due piccini, e li demanda alla gestione inossidabile della moglie, che fino a quel momento ha dimostrato una spiccata capacit di gestire ed accrescere i beni della famiglia. Ma io e mia sorella non siamo precisamente dei beni, non trovi? Lei fa quel che pu, certo, ma da sola E infine veniamo alla gestione del glorioso patrimonio, che ha permesso al vecchio di oziare dietro ai suoi interessi politici. Quando venne il tempo stabilito, la nonna pass tutte le carte nelle mani del suo unico nipote maschio maggiorenne, che sarei io. Ecco, vedi: i soldi vanno verso di me, non tornano da te!. Tua nonna non si sarebbe mai inventata una clausola simile, se solo avesse saputo come lavresti usata! inve il vecchio. Invece peccato che la nonna si fidi di me e che io sia il vostro solo primogenito rimasto, vero nonno?! E mi pare di aver capito che gli ebrei hanno un debole per i figli primogeniti sibil velenoso come un cobra. Anche se in questo caso dovrei dire nipote primogenito. Il vecchio si infuri ancora di pi, e tremando di rabbia rispose: Tu non sai cosa stai dicendo, ma la frase gli mor sulle labbra. Troppo era il dolore che stava provando. Adesso basta, nonno. Mi hai stufato. Mi stai facendo sprecare tempo prezioso disse Martin sbuffando. Il vecchio gli scocc unocchiata profonda, poi disse a voce bassa, ma in modo che il giovane nipote potesse ancora sentirlo: Fai attenzione! Io dal canto mio prego il Santo e
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lOnnipotente che non abbia mai a maledirti. Ma stai in guardia: anche se io non lever un dito contro di te, guarda che non accada che sia invece lOnnipotente ad abbandonarti. Quella la peggior disgrazia che possa capitarti!. Stai tranquillo, a questo ci penso io rispose secco e annoiato. Il vecchio per un attimo gli gett uno sguardo di commiserazione, ma poi trasal, si scroll nelle spalle e guard il giovane nipote come sempre. Poi disse a Lia: Accompagnami in camera mia, voglio seguire con i miei occhi i fatti di Milano. Qui non c posto per me. E aiutato dalla nipote, usc con passo incerto dalla stanza senza mai voltarsi indietro. Nemmeno Martin lo degn di una sguardo. Martin torn a sedersi dietro la sua scrivania e riaccese svogliatamente lo schermo gigante: Senza dubbio abbiamo sottovalutato il malcontento della gente, ed ora che il governo non pu fare niente, langoscia attanaglia ancora di pi gli italiani; non ci resta che confidare nelle consultazioni del Presidente lo speaker stava intervistando il solito politico di turno. Martin distolse disgustato lo sguardo dallo schermo e si volt verso la zia che era rimasta ancora l, paralizzata sul fondo della parete, a fissarlo: Puoi andare anche tu, zia le intim. Qui tutto finito. Non c altro da fare. Quella si scost dalla parete e cominci ad incamminarsi verso la porta in tutta fretta, quando giunta sulla soglia il nipote la richiam a voce alta: Un attimo, zia. Quella si blocc. Lui le parl di nuovo, sempre guardandola di traverso, col solito sorriso beffardo sulle labbra: Sai niente se il tuo meraviglioso primario mi ha fissato un nuovo appuntamento?. Il dottor Cespi, vuoi dire? E chi altri, senn? Per Albrigi io non ho assolutamente nulla, ma tu dai ascolto soltanto a quellaltro. No, Martin. Il dottor Cespi non ha pi chiamato da un mese. E detto questo, usc dalla stanza, chiudendosi la porta alle spalle. Martin continu a fissare la porta chiusa con laria soddisfatta.

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XXVIII Il giorno stesso della presa della Borsa Valori si scaten il panico in Italia. Tutti ebbero la netta sensazione che nulla sarebbe pi stato come prima. Si cominci a definire quanto era accaduto con perifrasi tipo l assalto alla Bastiglia italiana, immagine che gli italiani capivano benissimo dato che tutti nelle scuole avevano studiato la Rivoluzione francese; e che cio la gloriosa prigione doltralpe costruita per rinchiudere i pi malfamati galeotti e criminali francesi, nellItalia del XXII secolo aveva assunto le fattezze marmoree della Borsa Valori. Solo che i nuovi disgraziati e disperati erano gli italiani stessi, quelli appartenenti alle fasce pi deboli e precarie della societ, che si sentivano letteralmente prigionieri del sistema bancario e delle regole delleconomia, entrambi imposti da Bruxelles. Anziani pensionati, famiglie povere costituite sia da italiani che da immigrati, giovani che andavano avanti con lavori saltuari e che non vedevano vie duscita alla loro misera condizione, padri di famiglia disoccupati che non riuscivano pi ad inserirsi nel circuito lavorativo, giovani madri e padri divorziati che stentavano ad arrivare a fine mese, stranieri clandestini (e non) che vivevano alla giornata, con magri lavoretti o con piccoli espedienti pi o meno illegali. Le scene della folla urlante, imbestialita che con spranghe, bastoni e coltelli premeva per entrare dentro ledificio e che poi fracassava, spaccava ogni cosa che le capitava a tiro avevano fatto il giro del mondo. Radio e reti televisive si erano immediatamente sintonizzate per trasmettere notizie su ci che si stava compiendo sotto gli occhi inermi di milioni di italiani che, incollati al teleschermo dal luogo dove si trovavano, chi in casa, chi nei posti di lavoro, chi negli ospedali e nelle case di degenza, chi nei grandi centri commerciali, chi nelle scuole, stavano contemplando con profondo sgomento quelle scene che mai avrebbero immaginato di vedere. In effetti tutti i commentatori di radio e televisioni non riuscivano a spiegarsi come una cosa simile si fosse potuta scatenare. Se qualcuno lavesse predetta anche solo il giorno prima, nessuno vi avrebbe creduto. In un paese
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cos civile come lItalia, si diceva in continuazione, che vantava una lunga storia di democrazia alle spalle, che s, adesso versava in una grave congiuntura politico-economica a causa della disoccupazione al 25 percento e delle nuove regole delleconomia e dello stato sociale imposte da Bruxelles s, il malcontento delle fasce povere della popolazione era comprensibile; ma da qui ad arrivare ad una simile rivolta di massa, che le notizie si accavallavano una dietro laltra era stata sicuramente orchestrata dietro le quinte da qualcuno a cui tutto ci giovava molto, ebbene la cosa destava viva preoccupazione. Per tutti: per le forze dellordine coinvolte nel sedare gli insorti, per il governo e i partiti del Parlamento tutti unanimi nel dissociarsi da quei pazzi scatenati; per la gente normale colta alla sprovvista, minacciata nel suo pi sacrosanto diritto alla sicurezza. Si sa che lodio genera altro odio. Di fatti la reazione dell ingente fetta di societ sana non si fece attendere. Nonostante i vari, molteplici richiami delle pi alte autorit civili e militari a non intervenire, per non interferire con il lavoro gi di per s difficilissimo delle forze dellordine e dellesercito, gli italiani che non si sentivano dalla parte defraudata della societ, passarono subito al contrattacco; come reazione immediata alla brutale ferocia dei dimostranti si scaten la reazione delle persone l intorno che uscirono dalle proprie case, dai posti di lavoro, dai negozi e da ogni dove per aiutare donne innocenti cadute a terra, bambini atterriti in preda al panico, anziani in difficolt; e soprattutto per andare a impartire una lezione a quella specie di bestie (tali erano considerati i vandali) che avevano incominciato tutto ci. Dopo le immagini dei poveracci in abiti semplici, dismessi che assaltavano la Borsa con spranghe e con pezzi di vetro raccolti da terra, le televisioni proposero le immagini di gente in giacca e cravatta, donne con i tacchi e distinti sessantenni in loden che linciavano gli insorti, tanto che i dimostranti ad un certo punto cominciarono a difendersi proprio rimanendo allinterno delledificio; da l riuscivano a proteggersi meglio. Le forze dellordine sostenute dallesercito avevano il loro bel da fare a distogliere dalla furibonda battaglia i dimostranti accecati dallodio e i passanti infuriati dalla sete di giustizia e
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di vendetta. Sta di fatto che fu il pomeriggio pi lungo che la storia dItalia avesse mai annoverato dalla fine delle seconda guerra mondiale. Chi tra i cronisti aveva un po pi di memoria (certo nessuno poteva ricordarlo in prima persona, a meno di non avere centotrentanni) cominci a paragonare quanto stava succedendo agli scontri tra le frange della Resistenza e quelle del Fascismo durante la guerra, appunto. Ma erano paragoni che non era buona cosa portare avanti. Per cui dalle direzioni di radio e televisioni arrivarono ai giornalisti calde esortazioni a non fare certe associazioni di idee nei loro commenti, nemmeno per sbaglio. Certo, qualche voce indipendente per fortuna era rimasta in Italia. Qualche voce coraggiosamente fuori dal coro. Una di queste commentava con trepidazione: Amici lettori, fratelli italiani, con sgomento sento il dovere morale di annunciarvi che se non poniamo rimedio ora e ognuno nelle proprie possibilit al clima violento di odio che si respira nella nostra societ, il futuro prossimo potrebbe riservarci la guerra civile. E successo in Spagna e nella ex-Iugloslavia il secolo scorso, successo nella mia patria nel lontano 1775, ed durata otto anni. Pu succedere anche qui. E inutile che ci nascondiamo dietro la famosa foglia di fico, chiudendo gli occhi davanti a quanto sta succedendo. Labbiamo quasi scampata pi di cento anni fa, alla fine della seconda guerra mondiale. Perch ricascarci proprio adesso? Possibile che la storia non abbia niente da insegnarci? Possibile che gli scontri per il dannato pezzo di pane si protrarranno fino a quando sulla faccia della terra rester lultimo uomo vivente? E possibile che tutti noi, anche il pi tranquillo e rispettabile lavoratore con il suo completino lindo e la cravatta intonata sia capace di trasformarsi in un perfetto Caino per difendere la pagnotta che giustamente spetterebbe a lui? Perch non si pu dividerla a met? Quanto succede tremendo. La guerra civile una punizione da cui tutti dovremmo pregare che Dio ci scampi. Ormai solo un dio ci pu salvare. Ognuno preghi che colui che dallalto guarda la scena passeggera di questo mondo
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abbia piet e faccia scampare questa bella patria da una simile evenienza. Perch quel che ho visto oggi anche peggio di quanto desiderassi vedere: facile dire che da una parte ci sono i diseredati, i senza lavoro, i nullafacenti, gli stranieri e altra marmaglia simile, e che dallaltra si schierano in bella mostra gli onesti cittadini volonterosi di lavorare anche 12 ore al giorno, con due lavori sulle spalle e tre mutui in banca. La realt non cos. Le radio e le televisioni vogliono farci credere allo scontro tra ricchi e poveri, ma io cero. Ero in quella piazza, sebbene un po protetto al lato di un edificio. E ho visto. Ho potuto osservare con i miei occhi che giovani scanzonati, universitari a vita mantenuti da genitori benestanti, donne irritate dal precariato endemico, o immigrati costretti a lavorare in nero cerano da tutte e due le parti. Uomini in giacca e cravatta cerano da tutte e due le parti. Donne con la loro borsa firmata (regolarmente scippata, o strattonata, o persa nella mischia), il loro bellabito, trucco e pettinatura cerano da ambedue le parti. Sessantenni calvi, onesti cittadini con quel tanto di pancetta che sa di sana italianit cerano da tutte e due le parti. Insomma, i mezzi di comunicazione di massa ci vogliono chiudere gli occhi davanti alla realt. E che cio il paese perfettamente spaccato a met; dove lo spartiacque per non tra ricchezza e povert, ma tra chi pensa rosso e chi pensa blu; sono le idee che definiscono la linea di confine; da che mondo e mondo sempre stato cos: quando le idee passano davanti alle persone, quando hanno la precedenza sul prossimo, di qualunque fazione sia, allora che un paese scivola verso la guerra civile. C troppa rabbia tra le parti avverse, troppi rancori, troppi giudizi avvelenati; c un clima di odio troppo maldestramente celato. Chiss perch, lItalia non capace di scrollarsi di dosso una volta per tutte lantichissimo retaggio del conflitto tra guelfi e ghibellini: da una parte i buoni, dallaltra i cattivi. Basta rinchiudere i cattivi in prigione perch le cose si mettano a posto da sole. Quale insensata stoltezza!

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Il virus dellodio tra noi. E gi stato immesso nellaria. Basta sentire come chi di destra sputerebbe letteralmente in faccia a chi di sinistra. Dove qui litaliano medio, quello in giacca e cravatta? Da che parte si colloca la madre di famiglia? Dove i nostri anziani? La realt che sono da tutte e due le parti. Solo che ognuna delle parti ritiene fermamente che la causa di tutti i mali sia da imputare alla parte avversa. E questo che fa scatenare una guerra civile. E questo che successo stamani a mezzogiorno. E ancora: chi assolviamo? Gli sfaticati che hanno dato fuoco alle auto parcheggiate ai lati della piazza perch erano stufi di lavorare in nero, o gli onesti cittadini che quelle macchine le hanno s comprate con il loro sudato lavoro, ma hanno picchiato a sangue i rivoltosi? Di questi chi quello che vota destra e quello che vota sinistra? O che vota i nuovi partiti emergenti, la Lega Araba e Fondazione Risorse Nuove? Di fronte al male siamo tutti uguali. Non abbiamo motivi validi che ci permettano di scusarci, di dire alla nostra coscienza: tanto io non centro. Lantidoto alla guerra civile il rispetto per laltro. Il credere che c qualcosa di buono anche in chi non la pensa come me. Firmato Benjamin Tolosa dallEco Americano Edoardo aveva appena terminato di leggere sul computer la pagina on-line di Benjamin, e si stava passando le mani sui capelli sinceramente preoccupato. Si trovava in uno stato di prostrazione generale a causa dellidea che progressivamente si era fatta strada nel suo cervello: aveva appena assistito allo scatenarsi di forze palesemente oscure e minacciose per lincolumit stessa del paese. Anche se questidea non aveva assunto le fattezze ed i contorni ben precisi della guerra civile dipinta da Benjamin, che pure aveva conferito allarticolo dellamericano una cos vibrante intensit, pure si dibattevano nel suo cuore sentimenti contrastanti, ugualmente violenti. Rabbia per quanti si erano serviti della forza per proclamare i loro giusti diritti, piet per i feriti, i morti ed i familiari delle vittime, incredulit che uno scontro simile potesse essere
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accaduto in un paese civile come lItalia. Ricordava che i telegiornali mesi prima avevano trasmesso altre scene di violenza simili, da altri stati dellUnione Europea. Ma di solito si trattava di scontri tra i disadattati, gli emarginati, gli ultimi della societ e la polizia. Invece qui la novit, se cos si poteva definire, consisteva nel fatto che altra gente era intervenuta a linciare i primi che avevano iniziato. Davvero questa era una situazione nuova, dagli esiti imprevedibili. In cuor suo Edoardo non era cos fermamente convinto come lamericano che il paese stesse scivolando verso la terribile direzione tracciata da Benjamin; ma qualche dubbio da fugare rimaneva sempre. E lanalisi di Benjamin era precisa, puntuale, meticolosa, realistica. Sicuramente pi delle televisioni che sembravano tutte essersi messe daccordo su cosa dire, dato che ogni canale era la fotocopia dellaltro. Alla sera i morti accidentali erano arrivati a cinque, i feriti ancora un numero incalcolato, si stimava una cifra intorno ad una cinquantina di persone. Numeri ancora in via di definizione. Il capo dello Stato aveva proclamato il lutto nazionale per il sabato successivo; per quel giorno le autorit contavano di conoscere con esattezza il numero dei morti e dei feriti cos, avute le tristi stime dei danni, si sarebbe proceduto ad una solenne commemorazione prima allAltare della Patria a Roma, poi in piazza del Campidoglio alla presenza delle massime autorit della Repubblica. I funerali invece erano previsti per il sabato pomeriggio nel Duomo di Milano e nella Moschea di viale Omar, in entrambi i luoghi alla stessa ora. Naturalmente tutto sarebbe stato trasmesso in diretta televisiva per lintera durata della lunga serie di eventi. Approntare un bilancio preciso era pressoch impossibile: la Borsa Valori ridotta ad un cumulo di macerie, il gigantesco gota degli affari della finanza sventrato per sempre; la pavimentazione delledificio e delle strade tuttintorno devastata dalle schegge dei vetri rotti come mine vaganti finite da tutte le parti, comprese le vie laterali; mattoni sparsi un po ovunque, insieme a calcinacci e pezzi di mura crollate; i computer rotti, lasciati in giro per le strade, raccolti precipitosamente dalla gente nel tentativo di aggiustarli e
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tenerli per s. Le vie intorno alla piazza sembravano vie di guerra con i soliti sciacalli in azione: lo scoppio di bombecarta aveva incendiato macchine, edicole, rotto vetrine di negozi. Erano stati razziati i negozi stessi, prese dassalto le banche e i supermercati. Alla sera si poteva assistere ancora al viavai continuo di uomini e donne che passavano di l per controllare se ci fosse ancora qualcosa da sottrarre. Il Capo del Consiglio annunci di voler prendere in considerazione lidea del coprifuoco, almeno per un po di tempo. In modo che non succedessero altri episodi simili di guerriglia urbana. Fu subito rinforzato lesercito e dato un maggior potere alla polizia e ai carabinieri. Venne creato appositamente un disegno di legge per ammodernare ed ingrandire tre carceri italiane, in previsione degli innumerevoli arresti che sarebbero seguiti. Benjamin non ha tutti i torti comment Edoardo mentre lui e la moglie, che nel frattempo gli si era avvicinata, leggevano insieme le pagine on-line degli altri quotidiani. E vero che il paese spaccato e, quel che peggio, che i politici non sembrano tenerne conto; va bene, la cosa scappata di mano ma in fin dei conti tutta colpa di Bruxelles, diranno per esimersi da ogni responsabilit. Laura sorrise. Sfuggita di mano ripet ironicamente. E guard di sottecchi il marito, che continu: Sta di fatto che per gli stessi reati di pestaggio, linciaggio, furto, etc. ognuna delle due parti vorr esentare s stessa dal reato commesso, chiedendo che sia punita solo la parte avversaria. Vedrai che baraonda verr fuori al momento dei processi! Ognuno dei due schieramenti tirer in ballo la Convenzione dei diritti delluomo, la Carta della Costituzione Europea, il SuperCodice di diritto civile stilato a Bruxelles e cos via. Ci sono talmente tante scappatoie che i giudici avranno il loro bel da fare ad emettere il verdetto di colpevolezza per entrambe le parti. E senza contare tutte le pressioni intimidatorie che riceveranno, perch si dimostrino clementi in massimo grado. Laura chin il capo pensierosa. S, credo tu abbia ragione afferm. E allora, cosa possiamo fare noi, semplici cittadini che non facciamo direttamente politica, se non eleggendo i

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nostri rappresentanti e partecipando alla vita del paese? si chiese demoralizzata. Ma non ebbe risposta. Per tutto il tempo che segu rimasero in silenzio, cupi, intenti a leggere le varie notizie e commenti che via via giungevano dalla rete televisiva satellitare. Ognuno sprofondato nei suoi tristi, brutti presentimenti. Avrebbero fatto carte false pur di pensare qualcosa di positivo. Cos pass la serata. A chilometri di distanza, dentro altri muri, anche Roberto stava seguendo intensamente in televisione il resoconto dettagliato dei fatti del giorno. Era il momento conclusivo della giornata, lora serale capace di riscaldare con la sola intimit degli affetti il cuore affaticato dal lavoro; ma non era il caso di Roberto. La tavola era apparecchiata per due, il televisore sintonizzato su uno dei tanti telegiornali tutti perfettamente equivalenti tra di loro. Lui e Giulia consumavano la cena in silenzio, il ticchettio dellorologio a muro e il mesto rumorio delle posate era inframmezzato solo da qualche scarno commento ogni tanto. Entrambi avevano facce buie e unespressione truce dipinta sul volto. Altro palazzo. Questa volta pi suntuoso, praticamente magnifico. Altro televisore acceso, in camera da letto. Il cordless di vetro di Murano sul comodino squill. Pronto? rispose Martin. Hai visto? una voce. Intendi dire se ho visto quanto accaduto oggi a Milano? E che altro, senn? Sospiro. Certo che ho visto. Tu credi quello che credo io? Pi o menos, credo di s. Secondo te fra quanto tempo? Dipende da pi fattori, e da come essi si innesteranno insieme. Diciamo che potrebbe succedere tra poco pi di un anno. In prossimit delle elezioni nazionali? Secondo me appena poco dopo. Ammesso che vengano allo scoperto. Tu sai cosa intendo, a cosa voglio alludere.

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S, ho capito benissimo. Allora intesi, pu andare bene cos. Ah, unultima cosa: lamericano. Non pu andare sbandierando sulla rete certe cose. S, ho letto larticolo. Provveder anche a lui, in effetti anchio ho pensato la stessa cosa. Per il momento arrivederci, signor Fischer. Arrivederci. Martin riagganci con una espressione strana dipinta sul viso. A met strada tra il disgusto, il tormento e la commiserazione di s. Scrut la sua immagine riflessa nello specchio barocco che troneggiava proprio di fronte a lui, lascito di suo padre. Perch quella era la camera di suo padre da ragazzo, prima che si sposasse e passasse nellaltra ala del Palazzo. Tu cosa avresti fatto, pap si ritrov a pensare, suo malgrado, mentre fissava i contorni nitidi della sua figura riprodotta fedelmente allo specchio. Contempl sulla parete opposta le fattezze riflesse di un uomo di bellaspetto, ma il cui sguardo cupo e profondo tradiva rammarico, incertezza. Forse paura. Nessuno pu mai liberarsi del tutto dei propri fantasmi li pu accuratamente nascondere nellanfratto pi remoto della propria coscienza, ma essi non taceranno mai gli rispose la figura allo specchio. Altre mura, questa volta le volte gotiche, svettanti di una chiesetta allinterno del Palazzo Apostolico. Il Cardinale era inginocchiato davanti ad una icona della Madonna con bambino, una raffigurazione prodotta dai monaci del Monte Athos che aveva comprato personalmente quando si era recato a visitare la Grecia e le Meteore moltissimi anni prima; appena laveva vista gli era piaciuta subito, era stato amore a prima vista. Ora contemplava licona immerso nella preghiera. I suoi occhi azzurri brillavano, tutto il suo essere manifestava lintima certezza che in quelle mura adorne di storia e di ardenti intercessioni levate al cielo erano veramente due le persone presenti, che si parlavano tra loro. Il Cardinale rimase cos assorto fino a notte fonda.

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MERCOLEDI 19 Marzo XXIX


Lappuntamento in Vaticano nel giorno della festa di S. Giuseppe era stato fissato alle 15.30, presso la segreteria del Palazzo Apostolico. Nel telegramma veniva annunciato che le guardie vaticane avrebbero scortato la comitiva fino allufficio del Cardinale Mac Collough, al primo piano del grande edificio. Il primo ad arrivare in piazza San Pietro fu Benjamin, che questa volta aveva preso laereo per fare in fretta. Una volta arrivato sul luogo del ritrovo, si era guardato intorno e alquanto amareggiato aveva constatato che degli altri non cera traccia, cos aveva adocchiato il basamento di una colonna per appollaiarvisi sopra. Il secondo ad arrivare, alle 14.40, fu Edoardo accompagnato dalla moglie. Mentre Benjamin indossava un capo assolutamente informale, anzi, piuttosto comodo anche se inadatto ad una visita in Vaticano (giubbotto senza maniche imbottito, camicia rosa e jeans neri), Edoardo indossava un elegante completo grigio perla, con sopra un impermeabile che sembrava nuovo di zecca. Laura, invece, aveva una pelliccia che la fasciava morbidamente. Si salutarono cortesemente, cominciando subito a discutere della situazione politica. Edoardo si congratul con lamericano per il coraggio dimostrato aprendo un giornale on-line assolutamente fuori dagli schemi rispetto a qualsiasi altro quotidiano nazionale, e lo assicur che tutto questo non poteva che giovare al bene della nazione. Speriamo che lItalia si svegli, allora! gli restitu il commento Benjamin, con laria speranzosa di uno che sta cercando di fare del suo meglio. Laura non disse nulla, solo ogni tanto guardava lorologio. Alle tre meno un quarto sbuc da una via laterale Roberto, che questa volta per loccasione aveva lasciato a casa la sua pesante giacca a vento blu, per presentarsi invece con una giacca di lana (un po antiquata per la verit) indossata su una

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maglia dal collo alto. Per il resto calzava dei pratici pantaloni di velluto scuri. Stranamente Giulia non era con lui. Si avvicin al terzetto che nel frattempo si era riunito nei pressi del portone dingresso del Palazzo Apostolico, e fece loro i consueti saluti di rito. Spieg senza scendere tanto nei dettagli che quel giorno la sua ragazza era di turno allospedale, e che quindi non poteva essere presente alla riunione. Mentre Edoardo e Laura mostrarono vivo rincrescimento, Benjamin con la consueta espressione giuliva sul volto gli fece notare che dalla sua faccia non si capiva se questo gli dispiacesse, o se invece ne fosse felice. Roberto gli avrebbe dato volentieri un cazzotto in bocca, ma si trattenne. Si limit a dire: Giulia ci sar la prossima volta. Poi Edoardo domand allamericano se la sua ex-collega ormai si poteva definire cos si sarebbe fatta vedere. Era una domanda pi di rito che di sostanza, dato che il professore ne prevedeva gi la risposta. Infatti Benjamin prese a spiegare, come Edoardo si era immaginato, che Grazia era unottima giornalista, assolutamente scrupolosa, onesta, dedita al suo lavoro anche se sfortunata per la sorte che in questo momento le era toccata, che non provava alcun interesse per il progetto della Lettera ai Laodicesi. Edoardo accennava di comprendere scuotendo il capo su e gi mentre laltro parlava, rivelando di espletare quella che per lui era una pura formalit, peraltro piuttosto tediosa. Edoardo per gli lanci una domanda imprevista: Le dispiace che non ci sia la signorina Tommasoni?. Benjamin lo stette a guardare per un momento incerto su cosa rispondere: era ovvio che un po di rammarico lo provava, ma che intendesse solo quello il professore? Alla fine Benjamin apr le braccia in segno di resa e aggiunse: Non ho potuto farci niente. E andata cos. Ma per lui quella risposta possedeva anche altri significati. Alle tre meno cinque comparve Martin dallinterno del Palazzo Apostolico, lasciando tutti di stucco per come si era materializzato in mezzo a loro. Edoardo, che era troppo stupito nonch infastidito per domandare come mai lui si trovasse gi allinterno del Palazzo, prefer mantenere un dignitoso silenzio. Roberto gli lanci uno sguardo di puro
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disprezzo, mentre fu solo Benjamin che os domandargli: Cosa ci fai gi dentro il Palazzo? Sei venuto a scortarci fin dentro lo studio del Cardinale?. Martin gli sorrise compiaciuto, e rispose loro che non cera nessuna intenzione di scavalcarli, facendosi trovare gi allinterno del luogo prefissato per lappuntamento. Spieg che era semplicemente andato a fare visita ad una vecchia conoscenza della curia. Ma che tale visita laveva ben presto terminata per rispettare laccordo preso col gruppo. Edoardo non disse una parola, Laura si limit a sorridergli e a dirgli: Riesci sempre a farci prendere un bello spavento, Martin! Tu s che sai davvero stupirci tutti quanti. Roberto mostr di non credergli in alcun modo, conservando il medesimo sguardo di puro odio nei suoi riguardi. Martin non diede troppo peso alle reazioni dei suoi futuri compagni di quipe e voltando loro le spalle sugger ad alta voce: Seguitemi, vi porto dai due sottosegretari del Cardinale. Saranno loro a condurci da lui. Ma prima di proseguire domand: Siamo tutti qui?, guardando con la punta degli occhi dalla parte di Roberto. Lui se ne accorse benissimo, perch gli lanci in risposta un durissimo: Mi sembra evidente. Martin scroll le spalle e disse: Bene, allora andiamo. E la comitiva varc il portone dingresso, col beneplacito delle guardie vaticane. Mentre tutti seguivano Martin, notarono con un certo astio che il giovane sapeva destreggiarsi perfettamente allinterno dei corridoi tortuosi del Palazzo Apostolico. Infatti Edoardo convenne ad alta voce Ma quante volte sei gi stato qui, Martin?. Lui si limit ad annuire col capo: Qualcuna rispose evasivo. Dava limpressione di voler stare sulla sue, per questo aveva assunto un atteggiamento riservato e parco di parole. Li condusse in cima per una possente scalinata di pietra, costeggiata ai lati da uno corrimano di marmo sorretto da una serie di colonnine flessuose. Lungo la scalinata in pi punti stazionavano guardie svizzere perfettamente sullattenti. Giunti in alto scorsero un ufficio con la porta aperta, e immediatamente ne uscirono Kreutz e Wassen. Sembrava che
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stessero aspettando il gruppo. Essi si diressero a salutare i signori Righetti e Benjamin Tolosa, che gi avevano avuto modo di conoscere, mentre fecero un semplicissimo cenno di intesa a Martin Fischer, come lo conoscessero gi fin troppo bene. Poi si presentarono anche allunico del gruppo che rimaneva da conoscere, e che a onore del vero se ne stava un po in disparte. Entrambi strinsero la mano a Roberto Sperati, con tutta la cortesia e laffabilit loro possibili. Bene, ora. Sono le 15.30: meglio che vi conduciamo dal Cardinale, ormai vi star aspettando esord Kreutz, sbrigati quei pochi, semplici convenevoli. Lo studio del Cardinale era situato in fondo al corridoio, riconoscibile anche dalla targa appesa a fianco della grande porta di quercia scura che recitava: Responsabile Ufficio Affari Esteri Card. Joseph Mac Collough. Solo in quel momento Edoardo si ricord che la targa sullufficio di Kreutz e Wassen riportava invece la scritta: Segreteria Generale Affari Esteri incaricati Sigmund Kreutz e Frederich Wassen. I due sottosegretari bussarono alla porta, poi senza attendere risposta laprirono e fecero accomodare il gruppo nello studio. Pareva che fossero gi daccordo con il Cardinale riguardo alla procedura da adottare in quella circostanza. Infatti fecero disporre tutti su delle sedie preparate appositamente per loro e raggruppate attorno alla scrivania dellalto prelato, mentre i due sottosegretari si posizionarono impalati come statue dietro i nuovi venuti. Agli ospiti non rimase da fare altro che fissare lo sguardo sul viso scarno e appuntito che li stava osservando dal momento in cui avevano varcato la soglia della porta, mentre costui se ne stava seduto comodamente al di l della pesante scrivania. Il Cardinale si alz in piedi e fece il giro del tavolone ingombrante per andare a salutarli tutti cordialmente, presentandosi e stringendo loro la mano. Tutti ne furono gradevolmente stupiti, e ci contribu a metterli a loro agio. Poi il Cardinale torn a mettersi dietro la scrivania, e attacc subito il discorso, senza tanti fronzoli:

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E inutile che vi dica quanto sono felice di vedervi tutti riuniti attorno al mio tavolo. In cuor mio ne sono davvero lieto e vi ringrazio della premura che avete dimostrato per la Chiesa, offrendovi di partecipare a questincontro, pur essendone stati informati con pochissimo anticipo. Vengo subito al dunque perch non mi piacciono i discorsi troppo lunghi e voglio rubarvi il minor tempo possibile: ebbene, come gi sapete siete stati scelti per una specie di missione, per tradurre come meglio potrete e ci tengo a precisare che ho la massima fiducia nelle vostre capacit, in quelle di tutti quanti e guard dalla parte di Roberto come gi sapesse che tra tutti loro Roberto era il pi titubante, dicevo, per portare a buon fine la traduzione di una delle pi clamorose scoperte religiose di questo secolo. Avete intuito che sto riferendomi alla Lettera di San Paolo Apostolo ai Laodicesi. Indubbiamente una grandissima scoperta non solo religiosa, ma anche archeologica, letteraria, storica ecc. ecc. E anche fin troppo ovvio affermare che, se la cosa andr felicemente in porto, voi potreste essere senza dubbio citati nei libri di storia tra gli scopritori ed interpreti di un grandissimo manoscritto della storia dellumanit. E inutile che nascondiamo dietro un perbenismo ipocrita il risvolto sociale di questo progetto: se accetterete, vi troverete con una grossa responsabilit sulle spalle; lo fareste non solo per fare un piacere a me, ma soprattutto perch un lavoro di altissimo significato e dalle conseguenze remunerative, sotto molteplici aspetti intendo, non soltanto per quanto concerne il lato economico. Fece una pausa per far spaziare lo sguardo sui convenuti: erano tutti intenti ad ascoltare con attenzione. Quindi si schiar la gola, e prosegu di nuovo: Quello che ora ho da dirvi, accrescer solo di poco quello che gi sapete. Ma talmente importante che mi meraviglierei se non faceste un salto sulle sedie per lo stupore. Star a voi, alla fine di quanto vi annuncer, decidere definitivamente se lavorare per il mio ufficio o lasciar perdere. Siete ancora in tempo per prendere la decisione definitiva, anche se sarei veramente rammaricato se decideste di lasciare tutto.

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Allora, innanzitutto ci tengo a sottolineare che non siete stati scelti da me in persona, ma io a mia volta ho fatto parte di unequipe un po strana, certamente non convenzionale, dalla quale sono usciti i vostri nomi. Io poi ho semplicemente messo il mio placet sulla lista che l quipe ha stilato. Ebbene, non vi immaginate chi vi ha scelti? La domanda li colse impreparati. Tutti rimasero in silenzio, non sapendo cosa rispondere. Edoardo scrutava attentamente il viso spigoloso del Cardinale, concentrandosi su ogni muscolo della sua faccia ossuta ed incanutita. Laura pareva tranquilla a prima vista, ma ad un pi attento esame teneva le gambe accavallate e ciondolava ritmicamente una gamba, segno della tensione nervosa. Benjamin incredibilmente prendeva appunti, probabilmente per deformazione professionale. Roberto, che purtroppo sedeva accanto a Martin e ci lo rendeva inquieto, faceva di tutto per evitare di guardare anche solo di traverso il suo compagno, mentre anche Martin pareva vagamente allarmato, come non riuscisse ad avere tutta la situazione sotto controllo. Il Cardinale prosegu, dopo aver preso in mano la lista: Vedo che non ci siete tutti. Si alz dal suo posto e si diresse verso la finestra, dal quale si intravedeva una grande croce che campeggiava fuori nei giardini vaticani. Per un attimo rimase in silenzio, assorto, guardandola. Sul suo viso comparve unombra di tristezza. Poi si rianim e scand a voce alta e sicura: So che siete tutti battezzati, anche il professor Fischer che ebreo. Poi si volt dalla parte di Martin quasi per ricevere conferma di quanto aveva appena detto, e Martin gli fece un cenno di assenso. Tutti gli altri presero a guardare stupiti nella direzione di Martin, perch avevano dato chiaramente per assodato che non ci fosse ombra di dubbio che tutti i membri del gruppo fossero cristiani. Invece ora saltava fuori che uno era sia ebreo (per nascita), sia battezzato (per fede). Incurante di tutte quelle teste girate, il Cardinale prosegu: La Chiesa vanta pi di duemila anni di storia: se ci pensate bene nessuna istituzione mai durata cos a lungo; e sta durando tuttora, bisogna aggiungere, ad onor del vero. Forse solo qualche antico impero del passato si spinto oltre i
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duemila anni di storia: penso a quello egizio, o a quello cinese e via dicendo, voi mi capite. In tutti questi duemila anni di storia in cui la Chiesa ha vissuto e ha operato per diffondere il messaggio di Ges Cristo, il suo fondatore vivo ancora oggi, pi di una volta accaduto che la verit su un fatto importante, spesso una verit di fede (cio un dogma), nascesse inizialmente nel popolo dei fedeli, vale a dire alla base della piramide per cos dire per poi salire via via nei presbiteri, nei vescovi e infine venire codificato nei concili e nei documenti pontifici. Ad esempio quando si tratt di definire se Ges Cristo fosse o un uomo, o un dio, o tutte e due, perch in seno alla Chiesa era sorta la disputa sulla effettiva natura di Cristo, fu soprattutto il popolo dei battezzati a difendere la verit storica che Ges Cristo era vero uomo e vero Dio, un popolo fatto per la stragrande maggioranza di gente semplice, umile ed ignorante. Al contrario occorre ricordare che gran parte della Chiesa tutta (quella ufficiale dei sacerdoti e dei vescovi ) cadde sotto linfluenza delleresia di Ario, finendo per professare tesi eretiche. Ebbene, fu proprio da quella gente semplice e finanche troppo ignorante (ma non in materia di fede) che ad un certo punto si eressero come colonne a baluardo della vera fede grandi vescovi che riuscirono a debellare leresia ariana attraverso le dispute teologiche culminate nel Concilio di Nicea, del 325 d.C. Ma sto facendo troppa teologia, non vero? Beh, lasciamo perdere Ora, la faccenda la seguente: bisogna stabilire il valore effettivo della Lettera che stata ritrovata. Intanto un primo passo accertarsi se sia vera o falsa, e in questo senso lapposita commissione che ha gi lavorato prima di voi si sarebbe espressa per lautenticit. E anchio, sinceramente, la ritengo autentica. In secondo luogo si tratta di redarre la traduzione integrale del testo: e qui entrate in campo voi con le vostre competenze specifiche, ma non solo con quelle. Mi spiego meglio: poich abbiamo probabilmente a che fare con un testo pio, per accertarsi dellautenticit di un simile testo occorrono delle qualit naturali la predisposizione allo studio dellarcheologia, della teologia, della papirologia, alluso
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ottimale dei mezzi informatici e via dicendo ma anche delle qualit soprannaturali che sono soltanto dono della grazia divina, la quale stata infusa nellanimo del cristiano il giorno del suo battesimo. Come voi gi sapete il battesimo il sacramento pi importante che si possa ricevere, pi ancora delleucaristia o della riconciliazione, perch infonde per la prima volta e in modo irremovibile nellanimo di chi lo riceve quel germe di vita eterna che, sviluppato piano piano, in grado di trasformare radicalmente una persona: di farla diventare testimone di Cristo, capace cio di vivere non secondo le regole del mondo, ma secondo quelle dellunico vero maestro di vita che Ges Cristo. La precedente commissione di esperti era arrivata ad un punto morto: come gi vi stato spiegato dai miei abili espositori e qui il Cardinale scocc uno sguardo significativo a Wassen e a Kreutz tale commissione si arenata su una parte pur minima di testo per lesattezza alcune note a margine del papiro, posizionate proprio sul bordo risultate incomprensibili. Ci ha sviluppato unaccesa discussione sul significato del testo e sulla sua autenticit: se veramente una lettera di Paolo, perch un pezzo di essa risulta indecifrabile? Non se ne capisce il motivo: perch non c solo il testo della lettera? Ma daltronde se fosse soltanto una copia egregiamente fatta, non si spiegano le qualit del papiro che si dimostrato risalire a prima del Mille e perfettamente collocabile in Asia Minore, pi o meno dove era situata la comunit cristiana di Laodicea. Insomma: qual lanamnesi di questo pezzo di papiro? Cosa gli successo? E qua veniamo alla mia idea. Visto che lequipe di esperti teologi e scienziati non si metteva daccordo, ho pensato di congelarla per il momento provando a percorrere un'altra strada. Ho presentato la mia idea a chi di dovere, e ho ricevuto il consenso a sperimentarla. Anzi, ho ricevuto anche gli elogi e gli auguri ridacchi contento. Certo non vi nego che un po di remore le ho avute anchio, ma alla fine ho pensato che, nonostante tutto, era meglio provare. Dunque, ci che mi ha fornito lidea stato il ragionamento seguente: se su verit di fede cos importanti come quelle sancite dai dogmi, il fior fiore dei sacerdoti e vescovi non era riuscito a mettersi
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daccordo (in passato mi riferisco), e soltanto la trasmissione di queste verit in seno alla gente semplice e povera ne ha salvaguardato intatta lesistenza, perch non applicare lo stesso metodo mille anni dopo, per un fatto che altrettanto genera opposte interpretazioni ? E vero che questa Lettera ai Laodicesi non paragonabile per importanza alla discussione che si sviluppata in seno alla Chiesa riguardo la vera natura di Ges Cristo, come vi dicevo prima, o ad altre discussioni simili per importanza ed effetto storico, ma il metodo pur sempre lo stesso. Prendere ci che fa problema e farlo vivere in una comunit cristiana: dai frutti si riconoscer lalbero, ha detto una volta il nostro maestro. Se la Lettera autentica, generer in mezzo alla comunit cristiana frutti spirituali buoni (mitezza, mansuetudine, timore di Dio, spirito di lode e di servizio, carit). Se non lo , cresceranno solo frutti cattivi (maldicenza, aggressioni, violenze e ogni genere di sopruso). Non voglio che vi sentiate delle cavie per il mio esperimento. Voi siete dei cristiani autentici. Non tanto perch fate delle cose grandi, o perch fate bene il vostro lavoro, o siete bravi e cose del genere Ma in quanto avete ricevuto lo spirito di Ges Cristo che dentro di voi grida che siete Figli di Dio. Ecco, dunque mi serve una piccola fetta di uomini di buona volont che riproduca in miniatura e sotto ogni aspetto la natura umana redenta da Cristo, cos come appare visibile agli occhi del mondo. Non devo riprodurre nel vostro gruppo una miniatura della Chiesa pensata in quanto istituzione, vale a dire la chiesa dei sacramenti cio, mi serve anche questo tipo di realt. Ma unita allesperienza delluomo comune, quello che si sente fragile, debole, costantemente tentato dai fatti della sua vita e della storia in cui immerso. Insomma, intendo dire lesperienza delluomo che ha paura della morte e che sperimenta che solo Dio lo salva dai suoi problemi. Voi rappresentate una briciola del mare dellumanit: tutti voi avete fatto esperienza che in certe cose da soli non ce la fate. Che certi pesi da portare sono pi grandi di voi. E qui il Cardinale si blocc, guardandoli. Ad esempio, disse rivolto a Roberto Sperati: lei capisce cosa intendo
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dire?. Poich Roberto annu con la testa, il Cardinale non perse tempo e lo esort con fare paterno: Le viene in mente qualcosa, anche un fatto piccolo, che qui tra noi si pu dire e lo fiss con amorevolezza affinch parlasse. Roberto divenne paonazzo fino alla punta dei capelli, cercando qualcosa di appropriato con cui rispondere allappello del Cardinale. Si stup di quello che disse quando apr bocca: Mi mette paura pensare al mio futuro incerto, ho paura di quello che successo ieri a Milano e temo di perdere il mio posto di lavoro. Lo disse con calma, contento in cuor suo di vedere in quel momento la sua vita con quella disarmante chiarezza. Poi il Cardinale fiss Martin, che parl tranquillamente: Mi sono battezzato di nascosto. Nessuno dei miei familiari lo sa. E ho fatto giurare ai miei padrini che neppure a loro sfugga qualcosa davanti ai miei parenti non so se una cosa che si pu fare questa, o se invalidi il sacramento; in effetti questo pensiero unossessione per me: vorrei dirlo ai miei, ma non ci riesco. La sua considerazione li stup tutti. Era come se fino a quel momento non si fossero per nulla conosciuti, e solo allora emergesse un aspetto vero di ognuno di loro. Quando il Cardinale guard Benjamin, lamericano rivel a sua volta: Io penso di aver fatto male a qualcuno me ne dispiace. A volte so essere perfidamente crudele. Roberto pens in cuor suo che quella definizione calzasse a pennello per Fischer, ma evidentemente lamericano doveva pur conoscersi meglio di quanto lo conoscesse lui, invece. Benjamin in quel momento stava pensando a Grazia, e per la prima volta cominci a desiderare seriamente che anche lei fosse l con loro. Quelle reciproche rivelazioni, generate sicuramente dal clima fraterno che il Cardinale era riuscito ad instaurare fra di loro, costituirono per tutti una gradita sorpresa. Infine il Cardinale guard Edoardo e Laura, e Edoardo parl a nome di entrambi, con serena pacatezza: Noi non possiamo avere figli la nostra croce. Ogni giorno preghiamo che Dio faccia un miracolo, ma da dodici anni che siamo sposati e non succede niente.

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Edoardo sospir e chin il capo, i suoi modi tradivano un misto di rassegnazione e amarezza. A tutti parve la rivelazione pi sofferta; in un muto abbraccio consolatorio presero a fissare la coppia di coniugi in un modo diverso da prima, provando nel cuore una delicata commozione per loro, ma senza che affiorasse dai loro atteggiamenti il solito trito di melassa compassionevole e di stucchevole compatimento. Laura si sent di aggiungere: Non colpa di nessuno dei due. Semplicemente lembrione non si annida nellutero, almeno questo quello che ci hanno detto i medici. Quando tutti ebbero finito di parlare, anche il Cardinale volle intervenire: Anchio ho le mie difficolt, sapete ? Ad esempio provo una intensissima nostalgia della mia terra almeno dieci volte al giorno!. Anche se lo disse scherzando, i suoi occhi lasciavano trasparire che era vero, e che effettivamente ogni giorno in lui ci fosse un combattimento per non domandare al Santo Padre di essere ritrasferito in Irlanda. Poi continu: Ecco, avete visto? Siamo un piccolo campionario dellumanit: ognuno con delle paure pi grandi di lui. Per vivere nella pace, cercando di non dare spazio a questi timori, luomo di tutte le generazioni, passate, presenti e future, ha cercato e cercher Dio. Ebbene io ho trovato Cristo, o meglio: lui che mi venuto incontro, come probabilmente lhanno trovato anche alcuni di voi. E con Cristo avete conosciuto la Chiesa Non serve che mi diciate che non esiste solo Ges Cristo. Lo so benissimo anchio. E so anche benissimo che ci sono persone che non credono affatto nel cristianesimo. Beh, vi basti sapere che sono libere di credere in quello che vogliono. Per me per importante che noi conosciamo chi ci libera dalle nostre paure, e che lo conosciamo bene. Il resto verr da s. Bene, torniamo alla lettera. Se la lettera vera, sarete voi stessi a capirlo perch al momento difficile lei vi aiuter, rivelando in mezzo a voi i segni della presenza dello Spirito Santo. Sarete voi a stabilirlo, e non la precedente commissione di esperti teologi e scienziati, perch voi avete in pi, dalla vostra parte, larma delle qualit soprannaturali che possono emergere in pienezza se non prevalgono le altre qualit umane
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che pur possedete. Cio: vedete anche voi che non ho compilato una lista fatta dal pi bravo programmatore, dal pi bravo biblista, dal pi bravo archeologo e cos via. Il loro orgoglio, ad un certo punto, potrebbe accecarli. Ho preso voi che siete bravi nel vostro campo, anche se non i migliori, sperando che le qualit soprannaturali della grazia vi verranno in aiuto al momento del bisogno. E per essere sicuro di questo, ho dato una spintarella alla Provvidenza, Dio non me ne voglia: ho preso delle persone gi esperte nel riconoscere i segni abbondanti della grazia che lo Spirito Santo elargisce a piene mani. Voi non riuscite a immaginarvi, vero?. Tutti lo guardarono attoniti. Il Cardinale riprese: Ora io legger lelenco e voi capirete subito tutto quanto. Si stacc dalla finestra alla quale era rimasto vicino fino a quel momento, e allung una mano scheletrica quanto un osso verso la scrivania per afferrare il pezzo di carta che poggiava sullo scrittoio. Con laltra mano parimenti ossuta infil gli occhiali da vista, che gli pendevano dal collo insieme al cordone scarlatto che reggeva la croce, e fermatosi esattamente di fronte a loro inizi a proclamare con solennit, come si accingesse a tenere unomelia: In giorno 2 Febbraio del corrente anno si rende noto che i rappresentanti dei maggiori movimenti regolarmente riconosciuti allinterno della Chiesa si sono riuniti di comune accordo in riferimento allordine del giorno fatto pervenire alle segreterie di ciascun movimento dal Card. Mac Collough; dopo aver vagliato a ragione e con dovizia di particolari largomento presentato dal suddetto responsabile del progetto, ossia il Card. Mac Collough, e dopo aver discusso a lungo circa tutte le piste percorribili onde risolvere lannosa questione di una traduzione sincera e fedele al testo, i responsabili hanno stabilito allunanimit di contattare personalmente le seguenti persone, al fine di sottoporre loro lincarico della traduzione completa, accurata e definitiva della Lettera di San Paolo apostolo ai Laodicesi. Ogni responsabile di movimento avvertir di sua iniziativa lincaricato prescelto dal collegio giudicante per proporgli attraverso un telegramma in forma concisa e senza troppi
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dettagli il progetto di cui rientrerebbe a fare parte. Ecco la lista di nomi scelti direttamente dalla rosa di candidature a disposizione: Per Comunione e Liberazione: professor Edoardo Righetti. Per il Cammino Neocatecumenale: signor Benjamin Tolosa. Per il Rinnovamento dello spirito: signor Roberto Sperati. Per lOpus Dei: professor Martin Fischer. Per i Focolarini: professori Gaetano e Serena Lumini. Coordinatore: professor Righetti. Presidente del gruppo: Card. Joseph Mac Collough. Il Cardinale fece una breve pausa e stacc gli occhi dalla pagina stampata per sincerarsi che i presenti fossero ancora tutti attenti. Quando punt loro gli occhi addosso, saccorse immediatamente che avevano gi cominciato ad agitarsi sulle loro poltrone, irrequieti come api imprigionate in un barattolo di vetro, perch evidentemente ognuno di loro voleva dire la sua in proposito. Li zitt invece con uno sguardo severo, che sembrava voler loro dire: un attimo ancora, per cortesia, non ho terminato. A tutti indistintamente si smorz la parola che si era formata sulla punta delle labbra, e non rimase loro altro da fare che costringersi ad uninnaturale e forzata calma. Ripresero ad appoggiarsi allo schienale delle sedie, chi sbuffando, chi esprimendo sconcerto sul volto, chi esprimendo scopertamente nei modi una mal celata ribellione. Si erano finalmente riuniti tutti insieme credendo di dover mettere la loro competenza a servizio di una complessa opera di traduzione di un documento, e invece ora scoprivano che quella era una verit solo parziale, e che non erano stati scelti per le loro qualit professionali, ma per il fatto che ciascuno di loro apparteneva ad un movimento religioso. Che significava?! Sulla loro faccia era stampata ununica, incredibile considerazione: ma quello, che diavolo di criterio era?! Il Cardinale riabbass gli occhi e seguit a leggere, questa volta tradendo una leggera eccitazione nel tono di voce:

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Seguono le firme dei rappresentanti dei movimenti: adesso non sto qui a leggerle tutte perch sono tante se conserverete intatta ancora una briciola di pazienza sarete voi a guardarle, fra breve infatti intendo darvi una copia del foglio che sto leggendo, cos che possiate esaminarlo di persona. Bene, alcune considerazioni: come vedete il settimo membro sarei io; mentre, se non erro, i coniugi Lumini non si sono presentati allappello, n a casa di Righetti domenica sera, n qui ora. Ma ho qui un fax da parte loro che spiega linghippo. Ve lo leggo immediatamente. E sollev il primo foglio rivelandone un altro dietro. Prese a leggere ad alta voce:

Istanbul, 19 Marzo c.a. Siamo spiacenti dovervi comunicare che il telegramma riguardante la proposta di partecipare alla traduzione della suddetta Lettera non mai arrivato. Probabilmente andato perduto. Dopo che ieri Lei, Cardinale, ci ha contattato personalmente e ci ha spiegato lintera questione, io e mia moglie abbiamo sentito i responsabili nazionali del movimento di cui facciamo parte, e questi ci hanno riferito che effettivamente il telegramma ci era stato regolarmente inviato. Motivo per cui crediamo che sia andato verosimilmente perduto. Siamo lieti di accettare con viva gratitudine la proposta di questa opera di traduzione. Nel frattempo vi porgiamo i nostri pi sentiti saluti, con la speranza che accettiate tutti di prendere parte a questa prestigiosa traduzione. Pensiamo che pi che un dovere di studiosi verso un documento storico, sia prima di tutto un servizio damore verso la Chiesa. Speriamo che anche voi lo crediate. Gaetano e Serena Lumini, professori di papirologia al Museo Archeologico di Istanbul. A questo punto il Cardinale depose tutti e due i fogli sulla scrivania, e guard incuriosito le reazioni degli astanti, gi

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paventando quanto avrebbero potuto dire. Benjamin colse la palla al balzo e domand immediatamente: Ma chi sono quei due che ci aspetterebbero a braccia aperte in Turchia?! Va bene che loro avranno sicuramente visto la Lettera di persona visto che sono due esperti nel campo ma non mi piace che considerino con eccessiva facilit lidea che noi ci avventureremo fino l solo per una lettera scritta da San Paolo! Non sono certo un santo io, che prendo e parto come un missionario verso un altro paese, cos, su due piedi! Se le cose stanno veramente cos, io non so pi se andare. Cosa centra se faccio un cammino di fede? E unesperienza che vivo per conto mio perch bisogna tirarla fuori qui, davanti a tutti?. Benjamin era furioso. Per la prima volta in vita sua vedeva affidarglisi un incarico in cui lessere gionalista non valeva poi molto. Edoardo avrebbe voluto rispondergli che era proprio lui quello che aveva sempre detto di essere pronto a partire in qualsiasi momento, ma si tenne per s quel pensiero poco garbato e gli rispose: Non solo questione di svolgere un lavoro a noi professionalmente adeguato, vedi, ma si tratta anche del fatto di costituire quella specie di piccola comunit cristiana di cui prima ha parlato il Cardinale, per vedere se lesegesi della Lettera cos come risulter allinterno del nostro gruppo, porter frutti di amore e di pace e dunque si potr considerare autentica oppure non ne caveremo un bel niente e allora potremo anche lasciarla l ai turchi. Nessun altro gruppo di ricerca potrebbe avere simili caratteristiche; o meglio, potresti obbiettare che si potrebbero mettere insieme altre persone degli stessi movimenti, ma secondo me non sarebbe lo stesso. Ben detto, professor Righetti disse Mac Collough. Certo se voi rifiutaste, subentrerebbero i nomi di altre persone allinterno dei movimenti di cui fate parte, presenti in origine nella rosa delle candidature ma voi sareste il top: tutti insieme, sintende spieg il Cardinale. Io comunque continuo a non capire questa storia dei frutti spirituali che dovrebbero nascere allinterno di questa equipe bofonchi Benjamin.
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Anche per me difficile da capire annunci timidamente Roberto. Edoardo venne nuovamente in aiuto del Cardinale, poco intimorito dalla scontrosit dei due uomini: E pi semplice da mettere in pratica che da capire, in realt. Provate a riflettere: la precedente commissione di esperti non riuscita a dare un parere allunanimit. Si sono spaccati in dispute teologiche: autentico, non lo , dei primi secoli d. C., solo una copia fatta ad arte capite?! Ma se la Lettera venisse applicata concretamente dal punto di vista spirituale, invece che studiare se sia autentica o no, solo allora troveremmo la risposta che cerchiamo, perch andremmo a studiarla dalla giusta prospettiva. Non dico che non sia importante il lavoro che stato svolto finora, ma fuor di ogni dubbio che non pi sufficiente. Serve un apporto in pi, direttamente dal soffio dello Spirito. E poi da un decennio che in tutti i seminari si studia la Pastorale dei Movimenti, ovvero lo studio della storia dei movimenti: come sono nati, come si sono sviluppati, il loro apporto alla trasmissione orale della fede Ormai se uno fa parte di un movimento e al giorno doggi ne fanno parte moltissime persone non lo si pu pi ritenere un fatto puramente privato. Ognuno, in ultima analisi, fa parte della Chiesa. E ora la Chiesa che sta chiedendo il nostro aiuto. Martin intervenne per la prima volta nel dibattito. Benjamin lo ascolt senza battere ciglio, ma sulla faccia gli si leggeva esattamente quello che pensava. E cio che quellidea gli sembrava assurda. Allora Roberto domand: E la mia fidanzata? Pu prendervi parte? Io ho dato per scontato che anche lei potesse lavorare al progetto tent di spiegare per nascondere il fatto che in realt Giulia non era stata minimamente accennata nel telegramma che Roberto aveva ricevuto, mentre lui laveva presentata a casa di Righetti come se facesse parte a tutti gli effetti dellequipe. Benjamin fiss attentamente il Cardinale, perch da quello che avrebbe risposto, avrebbe avuto riscontro anche per il caso di Grazia.

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Stiamo vedendo se il caso rispose cortesemente il Cardinale. In fondo lei non era stata inserita nel progetto originale, tutti scoccarono a Roberto sguardi tremendamente indagatori. Il Cardinale se ne avvide, ma prosegu apparentemente assorto nella spiegazione che stava fornendo: penso presumibilmente di s, comunque, sia perch verrebbe utile un componente infermieristico nel gruppo noi non ci avevamo pensato sia perch il suo apporto si potrebbe rivelare indispensabile. Anche se non un elemento rilevante dal punto di vista strettamente esegetico, e n farebbe parte dellufficio stampa, il suo ruolo potrebbe chiarirsi durante la permanenza in Turchia. Di pi anchio non so dirvi. Roberto fece un cenno dassenso. Mac Collough continu sempre concentrato su quel problema: Quindi lunico vero problema sincerarsi che il profilo della sua fidanzata risulti professionalmente auspicabile, vista la pubblicit stessa alla quale lequipe andr incontro. Credo che gi vi rendiate conto che potreste ritrovarvi, a vostra insaputa, sotto gli occhi dei riflettori, anche se noi naturalmente cercheremo di tenere la faccenda top secret. Ma se le cose volgessero a buon esito, allora facile che i media si lancino a briglia sciolte sulle notizie che vi riguardano, e capite bene che meno appigli trovano per montare scandali su di voi, meglio . Poich Martin stava gi per intervenire, il Cardinale lo prese danticipo: Lo so gi, signor Fischer: nel suo caso cercheremo di non far trapelare anche il suo nome. Sappiate disse rivolto a tutti che questa lunica condizione che ha posto il signor Fischer per lavorare con noi: che cio lui non risulti dei nostri, di modo che le Stelle Spezzate lo lascino in pace. Questo perch il signor Fischer corre seri pericoli di venire coinvolto ancora una volta, contro la sua stessa volont, negli ambienti delle Stelle Spezzate, ed fin troppo comprensibile come la cosa migliore per lui sia tenersi lontano da qualsiasi mezzo di informazione: non rilasciare interviste, non partecipare a convegni almeno per il momento. Esatto. Per ora sono proprio tagliato fuori dalla societ civile: sono reo di aver fatto parte di questo gruppo innominabile. La gente mi crede un mostro, anche se ne sono
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uscito comment acido. Per me prima ci muoviamo, prima esco da un paese che pensa male di me. La volpe perde il pelo ma non il vizio pens a malincuore Roberto, mentre ascoltava il dibattito in corso. Non gliene importava proprio un bel niente che Fischer fosse uscito dalle Stelle Spezzate, che si fosse pentito con tanto di dolorosi mea culpa professati quella domenica sera da Righetti, perch ai suoi occhi continuava a rimanere un essere spregevole. E poi nessuno gli levava di mente che Fischer pareva comportarsi come chi ha laria di voler tagliare la corda quanto prima: che avesse combinato dellaltro, si domand Roberto? Quanto a lui non sapeva ancora che pesci pigliare: se fosse il caso di partire per la spedizione archeologica, o lasciar perdere definitivamente. E poi c anche un altro motivo per cui indispensabile la segretezza della partecipazione del signor Fischer: costui ha una personale teoria su quelle note a margine disse infine Mac Collough. A quelle parole cal un silenzio innaturale sulla piccola assemblea l riunita. Tutti ricordavano benissimo la spiegazione dettagliata e al tempo stesso tremenda che Fischer aveva fornito loro a proposito di quelle note, ed essa sembrava valere tanto pi ora alla luce dei fatti della Borsa risalenti al giorno prima come un punto di non ritorno. Era difficile credere, infatti, che le Stelle Spezzate non avessero in qualche modo manovrato in modo occulto per fomentare quel tentativo di rivolta civile che aveva paralizzato lItalia soltanto il giorno prima; era anche impossibile, a questo punto, non credere che le Stelle Spezzate perseguissero lobiettivo dichiarato di portare la divisione nel paese, soffiando sui moti di protesta popolari per le palesi ingiustizie presenti nel paese e per il malcontento dilagante tra la gente comune. Tutto ci che era accaduto combaciava perfettamente con quanto predetto da Martin Fischer: come non pensare che lui ne sapesse veramente pi di loro per quanto riguardava le Stelle Spezzate? E come non prendere almeno per una volta in considerazione lipotesi fantastica vero ma assolutamente verosimile, che le Stelle Spezzate volessero
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anche loro la Lettera ai Laodicesi? E se la volevano, perch non sarebbe potuta esistere veramente la citt europea sede della Dimora Originaria? Anche solo a immaginare tutte queste cose, ognuno dei presenti era preso da un vortice tumultuoso di pensieri e sensazioni, tra le pi strane mai provate prima. Tutti di sottecchi lanciarono sguardi curiosi verso Fischer, che se ne stava seduto con le gambe accavallate, il capo leggermente reclinato poggiante su una mano e unespressione stanca sul volto. Il Cardinale prosegu: Io non ritengo che le note che vi accingete a tradurre abbiano un qualche significato oltre quello di rappresentare uneventuale barzelletta bizantina dellottavo, nono secolo d.C. presumibilmente! Ma questa solo la mia impressione, peraltro suffragata da una visione del testo purtroppo non lunga a sufficienza per farmi unidea precisa. Ammetto infatti che non ho potuto tenere la prima bozza di traduzione abbastanza a lungo per le mani, al punto da trarre una conoscenza realistica e ben fondata. Per questo vi do la mia assoluta garanzia che avrete la pi ampia e totale possibilit di avanzare tutte le ipotesi interpretative che vi affioreranno nella mente, tutte quelle che vi parranno le pi opportune al fine di risolvere il mistero della traduzione. Quando il Cardinale ebbe finito di parlare, Martin aveva abbozzato sulla faccia un mezzo sorriso, come fosse contento al pensiero che la sua pista di interpretazione del papiro cominciasse finalmente a concretizzarsi. Benjamin meditava tra s, spostando in continuazione lo sguardo da un oggetto allaltro dello studio. Nello stesso tempo faceva roteare la penna sul suo taccuino di pelle, disegnando uninfinit di ghirigori. Qua e l sembravano sbucare fuori da tutti quegli scarabocchi i contorni delle lettere che formavano il nome di Grazia. Guardava dappertutto fuorch in direzione del Cardinale. Saccorse ad un certo punto che una porticina in un angolo era socchiusa, e questo gli parve strano. Ma poi gir la testa e non vi diede pi bado. Roberto, invece, fissava dritto in faccia il Cardinale ed era sempre pi deciso a fare un tentativo, se non altro per proteggere Giulia che laveva presa come una vacanza e
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voleva a tutti i costi recarsi in Turchia. Per lamara constatazione di prendervi parte in quel modo, pi per dovere che per uneffettiva libera scelta, lo gettava in una costernazione profonda ed il suo atteggiamento lo dimostrava: stava sprofondando nella poltrona come una calza floscia. Edoardo conservava la sua postura con dignit, rivelando un forte senso di responsabilit. Si sentiva chiamato a prendere parte al progetto anche a nome degli altri componenti del gruppo. Il tronco eretto, il viso in tensione intento a soppesare ogni singola parola che usciva dalla bocca del Cardinale, gli occhi ridotti a due fessure per la concentrazione. Stava anche pensando a come portare Laura con s, per questo domand: Mia moglie verrebbe con me ?. S. Pu essere una soluzione. Non c alcun problema. In fondo si tratterebbe di rimanere in Turchia per un mese al massimo, il tempo di esaminare attentamente il manoscritto e di dare la vostra opinione. Mi rendo conto che di pi non possibile, ognuno di voi ha i propri impegni ed io stesso non ho avuto il placet per unoperazione a tempo indeterminato: diciamo che potremmo definirla una operazione lampo ad Istanbul. Una specie di blitz. L il professor Lumini e sua moglie stanno gi lavorando sopra il manoscritto: voi dovreste affiancarli, nella fiducia che la sinergia che gli offrireste faccia il resto, vi aiuti cio a capire se si tratta di un reperto autentico o di qualcosaltro. Consideratelo il vostro periodo di ferie, per di pi pagate. Roberto ebbe un sobbalzo quando sent che il Cardinale aveva appena fatto lidentico ragionamento di Giulia. Le domande si esaurirono in fretta, cos dopo alcune ulteriori spiegazioni del Cardinale egli si accert che tutti i componenti dellequipe intendessero prendere parte alliniziativa. Scherzandoci su la chiamava: la vacanza di lavoro. Tutti mostrarono interesse e diedero la propria adesione, ferie permettendolo. Soltanto Benjamin continuava a mostrare diffidenza, e aveva assunto un cipiglio scontroso. Verrebbero con noi anche i suoi scagnozzi? domand Benjamin accigliato.

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Wassen e Kreutz si guardarono lun laltro stupiti e pensierosi. Evidentemente non avevano mai soppesato una simile eventualit. Il Cardinale mostr di pensarci su per un momento, alla fine parl soppesando parola per parola: Se ce ne sar bisogno vi raggiungeranno. E con quella risposta enigmatica mostr di considerare terminato il colloquio.

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XXX Il gruppo non aveva voglia di congedarsi come se, dopo una simile valanga di informazioni cos strabilianti, nessuno avesse voglia di tornare a casa troppo in fretta. Wassen e Kreutz colsero immediatamente latmosfera dansia che regnava tra i presenti, perci si dimostrarono molto disponibili rimanendo a loro disposizione, oltre il tempo previsto, per rispondere a tutte le domande suscitate dallincontro. Dal momento che ognuno sembrava interessato alla data prevista per la partenza, i due sottosegretari rivelarono in maniera ufficiosa che, con ogni probabilit, si sarebbe trattato di partire tra la fine di Maggio e gli inizi di Luglio. Quello era lunico periodo possibile per il viaggio, dato che dovevano essere ottemperate due condizioni fondamentali: che tale periodo coincidesse allincirca con i mesi in cui gli italiani erano soliti prendersi le ferie (pi che altro per chi ne aveva la possibilit), e che in Turchia la temperatura fosse ancora sopportabile. Wassen e Kreutz spiegarono con precisione che gi dalla seconda quindicina di Luglio, infatti, il caldo della penisola anatolica non avrebbe permesso nessun viaggio turistico. N tanto meno un viaggio che per met era di lavoro. Benjamin non riusciva a scrollarsi di dosso il ricordo della porticina socchiusa che aveva intravisto nello studio del Cardinale. Quel particolare non gli piaceva per niente cos, mentre i suoi colleghi stavano discutendo animatamente, lui era tutto intento a studiare un piano per sincerarsi che dallufficio dal quale erano appena usciti non ne venisse fuori, appunto, qualche altra sorpresa di cui erano stati tenuti alloscuro. Quando il gruppo decise che ormai era tempo di sciogliersi, Benjamin segu tranquillamente i suoi compagni che si dirigevano alla scalinata per scendere. Wassen e Kreutz scortavano il gruppetto aprendo la strada. Ad un certo punto, con la scusa di aver dimenticato la sua preziosa penna Winchester, una stilografica americana doc, domand ai due sottosegretari il permesso di poter tornare indietro. I due sottosegretari si stupirono di una simile richiesta, ma poich
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non vi trovarono nulla di strano lo assecondarono gentilmente invitandolo a domandare aiuto, per qualsiasi necessit gli si fosse presentata, alle guardie svizzere disposte lungo il corridoio. E soprattutto lo ammonirono che tenesse bene in mostra la targhetta appuntata sulla giacca su cui campeggiava il logo del progetto di cui era a capo il Card. Mac Collough. Radioso in volto per il buon esito della sua idea, Benjamin vol in un baleno in cima alle scale, infil il corridoio e poi cominci a rallentare il passo, esaminando attentamente ogni singolo palmo delle pareti alla ricerca di un posto dove nascondersi. Il suo scopo era di sincerarsi se dallo studio del Cardinale sarebbe uscito solo questultimo (ammesso che uscisse proprio da l), oppure uscissero pi persone insieme. Pens che poteva appiattirsi dietro qualche statua fingendo di prendere appunti sul suo taccuino, nella speranza che di l a poco passasse il Cardinale accompagnato da qualcuno e che riuscisse a cogliere di sfuggita qualche parola di quello che si dicevano, ma poi si disse anche che il Cardinale lavrebbe visto sicuramente, e che magari gli sarebbe andato incontro per chiedere spiegazioni. E cos pure se avesse finto di essersi attardato rispetto agli altri per rispondere ad una telefonata urgente sul suo cellulare. Poich una guardia svizzera lo scrutava insistentemente, lui mostr di chinarsi leggermente per terra, spiegando con un mezzo sorriso: Ho perso la mia penna stilografica, mi deve essere scivolata per terra penso che si trovi qui in giro, sa, una penna stilografica americana autentica, una Winchester costa un sacco di soldi! accenn confidenzialmente, con una punta dorgoglio. Proprio mentre era chinato per terra nellinscenare la disperata ricerca della sua penna stilografica, not con la coda dellocchio una porta socchiusa ad appena un metro da lui, quasi di fronte allo studio del Cardinale. Gli bast qualche frazione di secondo per scivolare lungo il muro, sempre chinato con la schiena, e infilarsi dentro la stanza. La guardia svizzera in quel momento stava puntando gli occhi da unaltra parte e non si accorse di nulla. Appena entrato Benjamin emise un respir di sollievo al vedere che lufficio era vuoto. Meno male, pens: poteva
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trattarsi dello studio privato di un qualche diplomatico che stava svolgendo pacificamente il suo lavoro, nel qual caso aveva gi in mente le scuse pronte per levarsi di torno alla velocit della luce. Invece quella stanza era piccola, non aveva laria di un ufficio; sembrava piuttosto un salotto per intrattenersi in una conversazione privata. Due porte-finestre si ergevano sulla parete opposta, coperte da un fitto tendaggio color verde smeraldo che gettava la stanza nella penombra; anche per quel motivo sicuramente non cera nessuno, pens subito Benjamin: qualsiasi persona normale avrebbe lavorato l dentro scostando le tende e facendo entrare la calda luce pomeridiana. Cera nellaria unimpressione di intimit: al posto di una robusta scrivania di legno, come ci si poteva aspettare, cerano quattro divani stile inizio secolo disposti a quadrato nel mezzo della stanza. Sulle restanti pareti erano appesi ritratti e due massicce librerie in mogano erano ricolme di pesanti volumi. Benjamin si appiatt dietro la porta ed aspett che luscio dello studio del Cardinale si aprisse, ponendo la massima attenzione a gettare il viso fuori dalla visuale della porta per quei pochi centimetri che bastavano a sbirciare di fronte a lui. Tanto meticoloso ardire fu ben presto ripagato: una decina di minuti pi tardi ud nel corridoio delle voci. Due persone stavano discutendo amichevolmente proprio a mezzo metro da lui. Una era la voce del Cardinale, laltra gli parve vagamente familiare, ma non riusciva a capire a chi appartenesse. Quel che era certo era che apparteneva ad una donna. Benjamin si sforz di gettare fuori la testa quel tanto che bastava a far svolgere un giro di perlustrazione ai suoi occhi lungo il corridoio, con lidea di fare subito dopo marcia indietro per tornare a nascondersi. Quello che vide gli accese il batticuore. Accanto al Cardinale, perfettamente a suo agio parlava Grazia. Benjamin non riusciva a distinguere quello che i due si dicevano, perch parlavano a bassa voce, come due vecchi amici. Era incredibile la confidenza che cera tra di loro. Per di pi se non lavesse vista con i suoi occhi, non lavrebbe riconosciuta: aveva i capelli lisci che le ricadevano meravigliosamente sulle spalle, e tutto labbigliamento era
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come pi casual. Benjamin pens che era una Grazia che non aveva mai visto. Lui conosceva la giornalista perfettamente pettinata e truccata, inamidata nei tailleur e nei completi costosi. Davanti a lui, per quella manciata di secondi che era riuscito ad intravedere, stava una donna normalissima, in maglia e pantaloni, dimessa e bella al tempo stesso. Purtroppo Benjamin non ebbe neppure il tempo di riprendersi da quello che aveva appena visto, che le due figure si allontanarono da lui. Gli sembr di capire che il Cardinale stesse accompagnando Grazia allingresso, per congedarla personalmente o quasi. Benjamin si appoggi scoraggiato alla porta, sbuffando desolatamente. Gli si affacci nella mente il pensiero che forse era meglio che non avesse mai visto quello che aveva appena scorto. Si pass una mano nei capelli sudati, mentre un senso dinquietudine crescente cominci a paralizzargli le gambe. Dopo alcuni interminabili minuti in cui la sua mente pass in rassegna tutte le ipotesi che riusc a immaginare per darsi una spiegazione di quello che aveva appena visto, decise per il momento di soprassedere. Si stacc dalla porta ed usc allo scoperto nel corridoio. In mano la sua penna stilografica che doveva servirgli da lasciapassare e che ovviamente non aveva mai perso: era sempre rimasta al sicuro nella tasca della sua giacca. Il passaggio lungo il corridoio sembrava sgombro, in giro non sintravedeva nessuno e le guardie svizzere parevano immobili quanto statue di marmo. Tenendo bene in evidenza nella mano la stilografica, che nella sua messinscena doveva essere stata appena ritrovata, Benjamin cominci ad incamminarsi lentamente verso luscita. Stava finalmente raggiungendo le scale, quando spunt allimprovviso dallangolo della balaustra il Cardinale. In quello stesso momento gli venne il fondato sospetto che lalto prelato avesse scortato Grazia solo fino alla scalinata, per poi lasciarla procedere da sola, mentre lui imboccava la direzione perpendicolare a quella del corridoio e della scalinata. Vedo che non capita solo a me di tornare indietro, a volte lo stuzzic amabilmente il Cardinale.
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Mi era scivolata di tasca la mia stilografica prov a spiegare Benjamin evidentemente confuso dallo strano acume del Cardinale. Ci sono molto affezionato. Cos sono tornato indietro per recuperarla abbozz ancora pi titubante. Aveva paura che lalto prelato non avesse affatto mangiato la foglia. I due si guardarono negli occhi per trenta secondi. Anche se i tratti del viso del Cardinale erano spianati, nonostante le rughe gli ricoprissero il volto come su un campo ben arato spunta lerbaccia, i suoi occhi tradivano un pensiero, gli parevano due squarci profondi, illuminati da un paio di vivide fiammelle celesti. Benjamin cap al volo che quelluomo stava meditando qualcosa, cos tent di stornare il discorso, azzardando: E quanto a lei, mi lecito domandare per qual motivo dovuto tornare sui suoi passi ? Il Cardinale sembr per un attimo valutare se rispondere. Poi disse: Le posso confidare che si trattato di unintuizione, direi. La risposta era venuta, ma Benjamin dovette pagare cara quella rivelazione. Era pronto a saggiare le capacit dellamericano di intendere veramente quello che lui avrebbe soltanto rivelato tra le righe. I tratti del viso prima distesi si fecero di colpo taglienti. La faccia spigolosa sembr allimprovviso scavata nella nuda roccia. Cosa vuole dire, Eccellenza?. Benjamin prov ad assumere un tono di voce ossequioso, per vedere se le cose andavano meglio. Ah, ah, ragazzo, mi prende in giro? rispose senza mezzi termini laltro. Benjamin era esterrefatto. Mi scusi, non capisco. Non pensava nemmeno lontanamente che il Cardinale stesse saggiando la sua intelligenza. Allora adesso le chiarisco io le idee: si d il caso che abbia appena accompagnato un mio caro ospite qui alla scalinata. Dopo esserci salutati, lui sceso, mentre io ho ripreso a camminare lungo il corridoio, proprio nella direzione perpendicolare alla scalinata. A met corridoio, una vocina nella mia testa mi ha detto: Girati!. Sa, io mi fido sempre del mio istinto: infallibile; mi fa fare delle scoperte che mai avrei immaginato. Non capita anche a lei di avere, come dire,
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delle sensazioni? Cos mi sono girato e lho vista. Naturalmente lho voluta raggiungere subito. Benjamin era sempre pi sbigottito. Pens che il Cardinale lo stesse prendendo in giro. Sono senza parole, mi creda, eccellenza. Lei davvero formidabile! fu lunica cosa che riusc a balbettare. Allora, come mai tornato sui suoi passi? Come le ho gi detto, avevo perso la mia penna stilografica e volevo ritrovarla. Ah s?. Il Cardinale lo squadr come il maestro che sta per mettere in punizione lallievo indisciplinato. E cos. E la verit riafferm Benjamin con pi forza, facendo appello a tutta la sincerit possibile che in quel momento gli riusciva di trovare. Ragazzo: lei in errore. Ma non importa. Mi dica: come fa una penna stilografica a cadere da un taschino, quando il sottoscritto ha osservato distintamente che lei la riponeva con la massima cura allinterno della sua giacca, alla fine del nostro colloquio nel mio studio? Sono vecchio, ma non rimbambito. E da lontano ci vedo benissimo. Benjamin si sent colto con le mani nel sacco. Sprofond dalla vergogna. Il Cardinale riprese: Mi dica anche: ha visto lospite con il quale mi sono intrattenuto?. E gli lanci unocchiata che lo fece raggelare. Benjamin riusc a malapena a scuotere il capo in maniera affermativa. Sulle labbra del Cardinale si schiuse un debole ed enigmatico sorriso. Bene, non tutto il male viene per nuocere, ragazzo. E cominci a scendere le scale. Poich lamericano era rimasto impietrito in cima, il presule gli intim rudemente: Non resti l imbambolato, per favore. Mi segua!. Benjamin prese a scendere le scale, stando dietro al Cardinale come una pecorella smarrita sta dietro il cane da guardia. La prego di non rivelare a nessuno che ha visto la signorina Tommasoni parlare con me gli intim. Benjamin, che non si era distinto per eccessive doti di intelligenza, ma era coraggioso, si fece animo e riprese: Per caso, ha accettato di collaborare con lei, Eccellenza?
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Ah, ah. Le piacerebbe saperlo, eh! Posso dirle che per ora ci sono dei contatti, ma non come se li pu immaginare lei. Poi si ferm e si gir verso lamericano che pareva stupito. Erano arrivati in fondo alla scalinata. Le domando scusa se lho trattata un po rudemente, s, insomma, non sono un uomo che va per il sottile, purtroppo non un pregio per uno come me che lavora nella diplomazia vaticana. Lho torchiata bel bene e penso anche che lei se ne sia accorto. Benjamin annu. Laltro riprese: Lei un uomo onesto e sincero, nonostante la piccola bugia che mi ha voluto rifilare. Ma per questo non la biasimo e non penso male di lei. Anzi, mi auguro che alla fine decida di prendere parte alla spedizione in Turchia; si dimostrato il pi ritroso a prendere in considerazione questa idea: ci pensi su e prenda la decisione giusta. Lei ha dalla sua parte un sacco di coraggio: lo sfrutti bene. Benjamin avrebbe voluto domandargli qual era la decisione giusta da prendere, e soprattutto se Grazia sarebbe venuta con loro. Ma cap che il tempo a sua disposizione era terminato. Si strinsero la mano. Poi il Cardinale prosegu verso un altro corridoio, mentre a Benjamin non rimase altro da fare che infilare la via duscita. Fuori, degli altri non cera pi nessuno. Erano gi tutti andati via. Per un momento Benjamin si rattrist: chiss se si erano detti qualcosaltro, o se si erano accordati per ritrovarsi insieme a casa di Edoardo, o al ristornate, o in qualche altro luogo per conoscersi meglio prima di partire. In quel caso, sper che lo avvisassero. In fondo Edoardo aveva gli indirizzi di tutto il gruppo. Lo avrebbero avvisato sicuramente di una simile eventualit. Tuttavia si disse che doveva chiamare Righetti per rassicurarlo che avrebbe partecipato alla spedizione, caso mai i suoi colleghi nutrissero qualche ragionevole dubbio in proposito. Guard in alto: il cielo era sempre pulito e cristallino, identico a quando era arrivato quel primo pomeriggio. Chiss come, scrutando quel cielo perfettamente terso, era pervaso dalla netta sensazione che il tempo si fosse fermato. Gett uno sguardo allorologio: erano appena le cinque. Laereo per Milano si sarebbe levato in volo di l a due ore. Gli rimaneva ancora del tempo libero. Gli venne voglia di comprarsi un
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gelato prima di fare rientro a casa e riprendere a scrivere sul suo giornale on-line. Il primo gelato della nuova stagione: S, concediamocelo! approv. In fondo la giornata non era ancora terminata. E forse nemmeno la sua avventura con Grazia poteva dire con certezza che fosse definitivamente conclusa. Con quel pensiero che gli frullava in testa sincammin felice per le strade di Roma.

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EPILOGO

VENERDI 20 Marzo
Sono tempi cupi quelli verso cui lItalia si sta incamminando a passi da gigante. Ieri notte il Presidente della Repubblica ha dato ufficialmente al segretario di Fondazione Risorse Nuove onorevole Eugenio Augusto Lanza lincarico di formare il nuovo governo. Solo in caso non vi riuscisse si andrebbe ad elezioni anticipate. Ma lonorevole Lanza ha assicurato che ha gi nel cassetto una bozza di alleanza con alcuni partiti del centro-destra e con il partito pi grande del centro-sinistra per dare vita ad un grande governo di coalizione. Tale nuovo, forte esecutivo dovrebbe finalmente condurre il paese fuori dallinchiesta sulle Stelle Spezzate, oltrech ricondurlo sui binari gi segnati dallUnione Europea. Lunica incognita, per il momento, rappresentata dal Partito della Lega Araba che non ha ancora confermato se entrer o meno nella grande coalizione. E una concomitanza davvero singolare che proprio ora, in questo difficile frangente, il partito della Lega Araba abbia deciso di scendere in campo prendendo apertamente posizione, dopo due decenni almeno di onesto, quieto ed incessante lavorio dietro le quinte di Palazzo Montecitorio. Nato in sordina, nel panorama politico di questi ultimi anni in effetti non ha mai figurato attivamente; non se ne mai parlato molto perch rimasto buono buono allopposizione, lontano dai giochi di palazzo; ma ora sembra proprio deciso ad alzare la testa e a rivendicare alcune prerogative a tutto vantaggio dei suoi iscritti, forte del fatto che si presenta come un partito pulito. Con una metafora non proprio felice, il nuovo Presidente del Consiglio ha voluto definire la sua prossima, probabile coalizione come la Coalizione dalle grandi mani. Lintento sarebbe quello di sottolineare la vasta apertura della coalizione, che radunando partiti dalla destra alla sinistra prometterebbe veramente di porsi al servizio del paese. Ma i

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malevoli lhanno gi ribattezzata dagli artigli lunghi. Staremo a vedere. Il Partito della Lega Araba, notoriamente la voce dei musulmani moderati in Italia, ha espresso lintenzione di riunire nellimmediato i suoi pi alti esponenti (imam e quantaltri), e allo stesso tempo i suoi pi fedeli collaboratori per definire la linea da seguire. Si dichiarato disposto ad entrare nellesecutivo qualora il Presidente del Consiglio assicurasse una maggior presenza di italiani musulmani nel governo; basterebbe solo una poltrona ministeriale ha detto a titolo simbolico (cio un ministero marginale), per mostrare agli italiani come anche i musulmani siano parte integrante del paese e non cittadini di serie B. Ha chiesto anche di aumentare il numero delle moschee, insieme a pi vantaggi fiscali in favore dei nuclei familiari numerosi. Qualora invece nella coalizione si manifestassero delle incomprensioni o dei diktat, la Lega Araba non potrebbe concedere la sua percentuale di voti. Voci che ho raccolto personalmente a Palazzo Madama, comunque, mi hanno assicurato che la Lega Araba tenuta in grande conto, perch alle prossime elezioni si attester sicuramente su un buon otto o nove percento; pi o meno come Fondazione Risorse Nuove. Mettendo insieme i due risultati (ammesso che i due partiti possano pensare ad unalleanza elettorale, fondata su un comune programma; cosa che non del tutto fuori luogo presumere) si arriverebbe a quasi quel venti percento che darebbe sicuramente filo da torcere ai partiti storici del centro-destra e del centro-sinistra. Ma la fine della legislatura, nel caso essa durasse naturalmente fino al suo compimento, prevista per il 15 Maggio del 2058. Quindi abbiamo ancora quattordici mesi davanti a noi. Un tempo sufficiente perch il nuovo esecutivo possa lavorare tranquillamente, con la fiducia del popolo italiano. Resta da vedere, dunque, cosa far lonorevole Lanza. A lui il nostro pi cordiale augurio di servire con degno spirito di abnegazione il paese e di lavorare per il vero bene del popolo italiano. Benjamin Tolosa, dallEco Americano.
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APPENDICE7
Fondazione Risorse Nuove Carta Fondamentale dei Principi e Linee Guida Ispiratrici Premessa introduttiva Tempo fa un giornalista di una importante testata mi chiese quale fosse il motivo per cui avevo dato vita ad una nuova aggregazione politica. Con tutte quelle che ci sono giobiett ostentando una certa indifferenza che accentuava il ghigno malevolo della sua espressione Che bisogno c di averne unaltra? In questo modo lei frammenta ulteriormente la scena politica gi sufficientemente divisa e impaludata nelle beghe di governo. Lasciai che lui esternasse tutte le sue critiche e poi gli risposi che, lungi dal voler portare divisione e discordia sulla scena politica rubando il voto ad altri partiti, io non avevo fatto altro che rispondere ad unautentica chiamata interiore. Per capire il senso profondo del mio operato occorre risalire indietro di cinque anni, ad una folgorazione improvvisa che una notte attravers la mia mente e il mio cuore, squarciandoli come un lampo luminosissimo. Quello che provai subito dopo fu per me altrettanto certo e sicuro come sono certo della mia stessa vita. Sentii che dovevo orientare tutto il mio agire alla luce di quellintuizione e applicarmi ad essa come si trattasse di una regola di vita, chiara e luminosa. Riflettei a lungo su quella notte e sullilluminazione che avevo avuto. Prima di allora, avevo accettato di collaborare con la mia casa editrice ad un ambizioso progetto. Riguardava la stesura
Questa parte si trovava originariamente nel romanzo (a pagina 170). In vista della pubblicazione lho tagliata perch, a mio parere, appesantisce lopera; essendo per una parte essenziale (in vista dellintera trilogia) ho creduto opportuno inserirla in appendice. 331
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di un testo che ripercorresse le principali tappe del cammino della storia dellUnione Europea, dai suoi inizi ad oggi. Era una profonda convinzione mia e del mio editore, infatti, che dopo le tre8 guerre mondiali e i cambiamenti epocali che ne seguirono, lEuropa non fosse pi rappresentata coerentemente dai suoi schieramenti politici. Il mio libro doveva diventare un caso editoriale - nellintenzione del mio editore e dei suoi consiglieri - cos da creare un acceso e infuocato dibattito sulle radici dellEuropa e sul suo prossimo destino. Naturalmente era previsto il lancio pubblicitario in grande stile e ogni altra diavoleria possibile per incrementarne la diffusione. A me sarebbe bastato che il mio saggio contribuisse a creare una nuova coscienza europea, affinch qualcuno dei partiti gi esistenti si accollasse il rinnovamento urgente della situazione politica, culturale e sociale in cui gi da tempo versava la nostra amata Europa. Dopo quella mirabile notte, pertanto, stetti a pensare e ripensare; capii che non cera alternativa possibile: non dovevo fare un resoconto della storia passata, che servisse a qualcun altro. Dovevo contribuire a scrivere ex-novo quella presente. Decisi che avrei messo a frutto la mia opera e il mio lavoro non per uno dei partiti gi esistenti, ma per uno nuovo che avrei fondato io stesso. E feci con me stesso una scommessa: dal mio piccolo studiolo di scrittore famoso e conosciuto in tutta Europa, avrei usato il tempo a disposizione da questo momento fino alle prossime elezioni, per dar voce, corpo ed anima, ad unorganizzazione, politica e culturale insieme, che avrei chiamato Fondazione Risorse Nuove. Grazie agli amici di lunga data che accettarono subito e senza riserve il mio progetto, per fortuna sparsi nei principali stati europei, avrei fatto in modo che presto il partito fosse presente in tutte le singole nazioni dEuropa, oltre che nel Parlamento stesso a Bruxelles, a beneficio e a servizio dei popoli dellUnione Europea.

1914-1918/ 1939-1945/ guerra fredda: 1946-1989. 332

Quel tempo che mi ero preso fu pi che sufficiente. Gli eventi successivi mi dettero ragione. Vinsi la scommessa. Alle prime elezioni europee la Fondazione, che si presentava per Strasburgo, prese il dieci percento dei voti. Di l a poco, allo scadere delle singole elezioni nazionali, anche ciascuna delle altre Fondazioni si sarebbe attestata intorno a quel risultato. Alla luce dei fatti che avvennero e che ho test raccontato, posso dire, a ragione, che la storia mi aveva chiamato, e io le avevo risposto. In questo modo ero diventato una parte viva di essa. (dai discorsi del Fondatore: Lalba di una nuova era, Ch.mo prof. Lucio Sapienza)

Statuto
Comma 1 (premessa generale): La Fondazione Risorse Nuove ha la sua sede-madre a Bruxelles. Come partito politico regolarmente eletto dai popoli dellUnione Europea presente anche nel Parlamento Europeo a Strasburgo. In pi, opera allunisono con ciascuna delle singole Fondazioni Nazionali. In questo modo, operando cio su questi due livelli, si prefigge di fornire ad ogni uomo i mezzi e gli strumenti idonei che gli consentono di entrare a far parte in senso pieno del secolo in corso. Il secolo unanimemente definito Il secolo breve9 ormai alle nostre spalle, dopo aver attraversato prove cos tremende quali, lecito sperare, non se ne vedranno mai pi. Ora si entrati a far parte del secolo dellumanit rappacificata e compito principale di chi ha veramente a cuore le sorti dellUnione Europea di permettere che ogni uomo entri a pieno titolo e diritto nel terzo millennio, con tutte le potenzilit di lavoro, di benessere, di vita sociale, di educazione, di tutela personale che lo sviluppo odierno permette.

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Comma 2: Due sono gli scopi primari della Fondazione Risorse Nuove. La prima parte dello statuto tratta del primo scopo; la parte immediatamente successiva sviluppa il secondo. Il primo scopo propedeutico al secondo. Ossia, per realizzare il secondo scopo, necessario porre in atto il primo.

Parte prima
Comma 3: Il primo scopo, quello pi urgente, riguarda la promozione dellintegrit politica dellUnione Europea, salvaguardandone ad un tempo i profondi valori ispiratori e i bisogni nuovi pi impellenti. A tal fine F.R.N. si prefigge il dovere di collaborare attivamente con le altre formazioni politiche, favorendo ed alimentando il dialogo reciproco. Favorire il dialogo fra i vari partiti la caratteristica che rende assolutamente unica nel suo genere e nel suo raggio dazione la Fondazione: nessun altro partito esistente si prefigge questo scopo. Essa pertanto si presta ad eliminare ogni ostacolo possibile dal percorso di avvicinamento comune che vede protagonisti tutti gli schieramenti politici. Infatti qualora si verifichi un dissenso, unincomprensione o una divergenza anche molto grave tra i partiti, F.R.N. ha il preciso compito di arginare, nella misura possibile, la divisione test apportata dagli accadimenti storici. A lungo termine lintesa paga di pi della contesa. La prima costruisce il futuro; la seconda lo demolisce (Considerazioni pratiche in vista del prossimo secolo, prof. L. Sapienza) Comma 4: Dal momento che la giusta sede per trattare i nuovi bisogni emergenti (c.ma 3) prima di tutto ogni singolo Parlamento nazionale, F.R.N. si subito preoccupata di essere presente sul territorio europeo tramite una ramificazione stato per stato, cos che ogni problema possa essere vagliato, discusso ed affrontato l dove esso sorge. Solo qualora si rivelasse impraticabile risolvere il problema a livello nazionale, allora auspicabile e al tempo stesso

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conveniente passare il problema ad un livello di competenza superiore: vale a dire al Parlamento Europeo. Un buon metodo di lavoro quello di cercare la soluzione di un problema l dove questo nato. Non serve a molto, infatti, portare il problema fuori da dove sorto, decontestualizzarlo, quando la soluzione il pi delle volte letteralmente sotto gli occhi ( Il metodo politico, prof. L. Sapienza) Comma 5: Come si sviluppa lazione di F.R.N. ? Dove sia possibile, e dove ci avvenga in base a condizioni ragionevoli, essa agisce in concordia con gli alleati di governo (o con quelli dellopposizione se allopposizione), cercando di favorire lunit e la collaborazione dei partiti fra di loro. Il suo obbiettivo quello di creare le premesse affinch ci sia il maggior numero possibile di questioni su cui i partiti si ritrovano daccordo, usando gli opportuni mezzi a disposizione nellagone politico: trattative svolte con discrezione e diplomazia, consultazioni, proposte di legge che trovino il consenso anche dellopinione pubblica. F.R.N. non far mai uso di mezzi illeciti nel condurre le sue trattative politiche: vale a dire non ricorrer mai ad accordi segreti, a violazioni della costituzione o del diritto pubblico o penale, o ad un comportamento trasformistico. Naturalmente F.R.N. opera allinterno dei partiti che concorrono a formare la maggioranza di governo (o allinterno di quelli dellopposizione) in base ai risultati elettorali cos come sono stati espressi dalla volont della popolazione europea (o dei singoli stati nazionali). I momenti migliori che la storia dellumanit ha conosciuto si sono verificati allorquando poche idee forti sono state sostenute e attuate dal maggior numero di persone al potere (Ripercorrere la storia europea alla luce della Fondazione, prof. L. Sapienza) Comma 6: In virt del fatto che F.R.N. promuove il dialogo tra i partiti, onde scoprire e mettere in evidenza i punti comuni su posizioni divergenti, la Fondazione si pone dunque
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a servizio dellhomo europeus10, senza distinguere a quale schieramento politico appartenga. Pertanto la Fondazione non si colloca mai, una volta per tutte, n a destra, n al centro, n a sinistra. Ma di volta in volta, in base agli accordi elettorali assunti, si prefigger di promuovere lunit e il dialogo tra i partiti in cui si inserita. Tale prassi unautentica rivoluzione copernicana nel sistema di governo delle nazioni e dei popoli. Ma risulta indispensabile se ci si vuole porre al servizio vero delluomo e non dei singoli interessi di partito. Cio non lelettore che si colloca da una parte o dallaltra degli schieramenti politici aderendo col suo voto ad una preciso partito e al suo programma politico, ma il partito (F.R.N. in tal caso) che si colloca di volta in volta al centro, a destra o a sinistra operando alla luce del sole, sotto gli occhi di tutti i cittadini per servire la pace, lo sviluppo, la promozione della vita delluomo. Pertanto in qualsiasi momento della vita del cittadino europeo, in relazione agli avvenimenti storici contingenti, se F.R.N. garantisce meglio di altri schieramenti politici soluzioni efficienti, stabili e durature nel tempo, lhomo europeus per sua precisa e libera scelta elettorale pu, con il suo voto, esprimere il proprio consenso a favore della Fondazione, anzich del consueto schieramento politico. E questo pu accadere tutte le volte che la sensibilit dellelettore converga con quella della Fondazione. Oggi accade che un uomo voti un partito in base allaccordo (nel migliore dei casi) tra le sue idee politiche e la concezione di pensiero del partito prescelto. In questo modo ogni partito riflette il pensiero politico di chi lha votato, ma non solo; perch la visione globale della realt che il partito propone per risolvere i problemi pu non soddisfare appieno un elettore scrupoloso e attento. Non cos accade per la Fondazione (La Fondazione come metapartito, prof. L. Sapienza)
Dallhomo romanus allhomo europeus: pi di 2000 anni di storia (prof. L. Sapienza), pag. 128 336
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Comma 7: La Fondazione prende posizione volta per volta (con riferimento in modo speciale ai momenti di campagna elettorale) sulle questioni pi spinose e sui principali temi in discussione o che, secondo lei, andrebbero discussi. Una volta poi assunto un preciso orientamento di fondo, essa non pu ricambiarlo se non per gravissimi motivi. Lungi per dal voler apparire schiava dellopinione pubblica (o della stampa) nello scegliere le priorit da trattare, esiste un elenco del grado di urgenza di un problema, e della relativa presa di posizione della Fondazione e, conseguentemente, del suo operato. SCALA DI PRIORITA: -Affari di politica estera -Affari di politica interna legati al corretto funzionamento delle istituzioni -Affari di politica interna legati al mantenimento dellordine pubblico -Affari di politica interna legati al riconoscimento dei diritti dellindividuo -Affari di politica interna legati alla promozione di politiche sociali -Affari di politica interna legati alla tutela dellambiente -Affari di politica interna legati allo sport e tempo libero -Affari di politica interna legati allo spettacolo11 Riassumendo: cos dunque la Fondazione? Essa unaggregazione politica (ma non solo), di fatto al governo o allopposizione nellUnione Europea12, e allo stesso modo in ogni singolo stato. Si trova al governo o allopposizione non per una sua precisa collocazione ideologica, come per tutti gli altri partiti, ma per l opzione orientativa fondamentale che avviene ogni volta prima delle elezioni. Accade dunque che la Fondazione prenda posizione sulle questioni pi importanti e urgenti attraverso il Consiglio
Lintero elenco disponibile e consultabile presso ogni sede di Fondazione Risorse Nuove. 17 Le singole Fondazioni nazionali, sebbene devono seguire di diritto le direttive generali scelte dalla linea europea (comma ), per casi eccezionali previsto che possano trovarsi nella necessit di una posizione diversa da quella della Fondazione europea. 337
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di Fondazione, e al tempo stesso, operi una sorta di mediazione tra tutti i partiti in lizza, onde dar vita a posizioni di largo accordo e consenso, per la migliore intesa reciproca. Dopo aver ottenuto i maggiori frutti possibili da questo operato, e anche in base ad esso, il Consiglio valuta se schierarsi con gli uni o con gli altri, e in questo modo presentarsi agli elettori. Sar il singolo cittadino, poi, a dar voce, peso e visibilit, col suo voto, alla Fondazione. Ogni voto per la Fondazione un voto a favore della pace. (Tutta la Fondazione in 100 pagine, prof. L. Sapienza) Comma 8: Il Consiglio di Fondazione decide la necessit o meno dei problemi che si presentano per essere risolti, nonch lordine con cui intervenire e trattarli secondo la scala di priorit di cui sopra. Il Consiglio formato dal Presidente, dal Segretario e dal Tesoriere della Fondazione, coadiuvati da 10 Consiglieri. Questi ultimi sono eletti dai membri-coordinatori della Fondazione, presenti in percentuale variabile stato per stato, ed eletti in base al numero totale degli iscritti ad ogni singola Fondazione. I membri-coordinatori sono eletti da tutti gli iscritti. A loro volta i Consiglieri officiano allassegnazione per scrutinio segreto delle tre pi alte cariche dellorganizzazione; in ordine di valore crescente: Tesoriere, Segretario e Presidente. La durata di ogni incarico di tre anni. Solo nel caso delle tre pi alte cariche previsto che queste possano venire riconfermate per pi volte consecutive per la durata massima di nove anni (tre incarichi).13 Comma 9: Tutte le scelte politiche di F.R.N. devono rispettare gli oneri e le precise responsabilit e impegni che la Fondazione ha assunto con i suoi elettori. Loperato della Fondazione prevede la massima trasparenza possibile delle sue scelte e delle sue azioni, pena il calo di consenso degli elettori
Per consultare in dettaglio i poteri del Tesoriere, del Segretario e del Presidente, opportuno disporre del manuale Potere e poteri: il confronto che unisce, prof. L. Sapienza. 338
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(Briciole amare: aneddoti sullinfausto operato di alcuni Presidenti deludenti, prof. L. Sapienza)

Parte seconda
Comma 10: Il secondo scopo, quello pi a lungo termine (ma altrettanto importante e che aspetta dessere compiuto), riguarda la promozione del bene comune dei popoli europei. Una volta che abbia cominciato a prendere forma, moto e attivit, infatti, la componente basilare politica di F.R.N., proprio questa deve favorire la formazione di una larga intesa tra le parti di un popolo, cos da gettare le basi per la realizzazione, entro uno stato, di una vera pace e di un incremento del benessere. Il clima di dialogo tra i vari partiti, pertanto, e pi in generale, una situazione di tolleranza civile, di mutuo e rispettoso scambio di vedute tra le molteplici componenti di un popolo deve giovare, in ultima analisi, ad una vita migliore per ogni cittadino europeo. La volont di F.R.N. quella, dunque, di favorire e poi mantenere una condizione stabile di benessere e armonia nella vita dellhomo europeus, cos da apportare una maggior serenit e felicit nella vita quotidiana di tutte le popolazioni membra dellUnione. Al fine ultimo di garantire pace, ricchezza e sicurezza allUnione stessa. Ora lumanit libera di guardare avanti, al futuro, e di progettarlo senza pi limite alcuno. Tutto le permesso, tutto le possibile per incrementare il bene comune, a vantaggio di una vita migliore per tutti gli uomini. Chi si intestardisce nel voler apparire a tutti i costi fuori dal mondo, inseguendo idee o sentimenti di lotta, aggressivit, vendetta, odio, intolleranza o altro del genere, verr sicuramente messo da parte dal corso stesso della storia. (Per una nuova antropologia, prof. Lucio Sapienza) Comma 11: Ogni uomo ha diritto al riconoscimento della dignit che gli spetta come rappresentante unico e irripetibile
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del genere umano. Questo lo scopo ultimo che si prefigge loperato della Fondazione: mettere ciascun essere umano vivente sulla Terra (o che vivr ) nella condizione a lui pi adatta di essere consapevole al massimo grado di tutte le sue potenzialit inespresse, di tutte le sue doti e capacit, di tutti i progetti che pu realizzare, perch attui pienamente il disegno di felicit scritto per lui e che gli spetta di diritto dal momento in cui venuto alla luce. Il secolo XXI sar ricordato per un nuovo approccio allantropologia, cio alla disciplina che si occupa di descrivere luomo. Esso stato definito persona( soprattutto nei secoli a cavallo tra il primo e il secondo millennio14): vale a dire un essere che sa porsi naturalmente in tensione dialogica con altri esseri simili a lui. Si voleva sottolineare, con questa caratteristica, il tratto di apertura alla comunicazione, che tipico dellessere umano. Dalla met del secondo millennio fin quasi allinizio del terzo si preferito parlare di uomo come individuo: come essere unico, irripetibile e inviolabile. Libero di esprimere al meglio se stesso e di agire secondo i propri fini di felicit. Ma soprattutto ora, allinizio del terzo millennio, giunto il momento di guardare alluomo in una maniera pi semplice e pi profonda al tempo stesso. Luomo prima di tutto e soprattutto il vivente: colui che ha in s la vita. Una vita intelligente, certo, che per questo si differenzia da qualsiasi altro genere di esseri viventi. Si pu dire di pi: luomo un ponte gettato tra pi stadi della sua vita. La giovinezza si trasforma in et adulta, e questa ancora diventa vecchiaia. Cos luomo sempre proteso da un lato verso il suo passato (ci che stato e gi non pi) e dallaltro verso il suo futuro (ci che non ancora ma che gi lo attende). Daltronde il suo stesso
Tralascio di commentare la concezione di uomo nel primo millennio per problemi di brevit. Comunque i primi secoli vedono lo sviluppo delle correnti filosofiche ellenistiche, legate ad una visione materiale delluomo (scetticismo, epicureismo), o solo genericamente portatore di un soffio divino di spirito (stoicismo, neoplatonismo). E il medioevo cristiano che rispolvera la grande figura di Aristotele e mostra luomo come unit di corpo e spirito, di materia e forma. 340
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aspetto fisico, con la perfetta simmetria tra le parti del corpo, attesta anche solo visivamente questa caratteristica. come se con una mano e un piede fosse ancora nel tempo che appena trascorso, e con laltra mano e lalto piede gi si protendesse verso lavvenire. E poi luomo, l essere vivente fatto di terra e di cielo, anche icona di unaltra immagine: quella dellarco. Come la terra tocca il cielo allorizzonte, o come quando quasi lo tocca con larcobaleno, cos luomo un arco: con unestremit sta sulla terra e con laltra quasi tocca il cielo. Terra e cielo sono il suo passato e il suo futuro. In una parola sola: la sua vita. (Per una nuova antropologia, prof. Lucio Sapienza) Comma 12: La Fondazione promuove il dialogo con tutte le altre correnti di pensiero o con tutte le religioni che si trovano in un paese, per cercare un punto in comune, se possibile (qualora esista). Dove ci dovesse risultare impossibile, perch la parte in causa con cui la Fondazione sta trattando rifiuta una eventuale soluzione comune o un eventuale accordo, si consiglia ai membri della Fondazione di abbandonare il conseguimento di una seppur minima intesa e lasciare la parte in causa al suo destino.

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Ogni riferimento a fatti, cose o persone puramente casuale.

Tutti i nomi sono frutto di fantasia.

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Ringraziamenti Questo primo volume ha significato per me anni di tenace e paziente lavoro. Lho concepito poco alla volta, maturato dentro di me man mano che scrivevo. Lidea centrale del romanzo mi venuta frequentando lUniversit: stato allora (dieci anni fa ormai) che ho iniziato a scrivere i primi capitoli; poi la vita con le sue alterne vicende mi ha condotto ad interrompere lopera, mio malgrado. Con la nascita del secondogenito, Benedetto, sono riuscita a riprenderne la stesura. Da l in avanti non ho pi smesso di scrivere. A tuttoggi cerco di scrivere tutti i giorni. Ringrazio il Signore che mi ha dato il dono di scrivere. Un sentito grazie a mio marito Francesco per lestenuante precisione con cui ha corretto le mie prime bozze e per lo stimolo continuo a migliorare nella scrittura. Un altro grazie alla mia cara amica Chiara senza la quale non avrei avuto le conoscenze adeguate per parlare della Lettera ai Laodicesi di San Paolo apostolo, effettivamente esistita e andata perduta. Un cordiale grazie a tutti gli amici che, nel corso di questi anni, mi hanno aiutato ad editare il romanzo, specialmente allo scrittore Guido Pagliarino. Uno speciale grazie agli scrittori che sono entrati a far parte del gruppo scrittori cristiani su Lulu.com. ed intendono portare avanti lo spirito cristiano nella letteratura. Ed infine un grazie sincero a tutti coloro che leggeranno questo libro e che, nella speranza che esso incontri il loro favore, lo faranno circolare.

Elisabetta Modena

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LAngolo di Elisabetta su Lulus Store: (http://stores.lulu.com/store.php?fAcctID=1209624) Racconti damore (contiene il racconto di christian fiction: Miracolo di Natale) Carlino, lalbero di Natale e la palla magica (fiaba per bambini e adulti)

Prossimamente il secondo libro della trilogia:

Il crollo dellUnione
e il romanzo di fantascienza umanistica

Il marchio di Caino

Per qualsiasi informazione potete contattare lautrice sul suo blog principale: http://www.elisabettam.splinder.com
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