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Numero 57 febbraio 2007

Periodico in rete a cura della Associazione Culturale Idee e contributi per lALTERNATIVA Punto Rosso

SOMMARIO I poveri di Nairobi di Mario Agostinelli


Le milleduecento assemblee del Forum sono state quasi sempre condotte dagli africani, che si sono finalmente parlati tra di loro, dimostrando tutta la vitalit di una societ civile ad ispirazione panafricana in continua crescita.

La Questione Kurda in Turchia (2) di Giovanni Caputo


Lannosa e tragica Questione Kurda permane irrisolta; i diritti umani dei kurdi sono tuttora calpestati in molteplici modi. Le istituzioni europee saranno finalmente capaci di far udire allunisono la loro voce, per chiedere con fermezza alla Turchia il rispetto dei Criteri di Copenhagen?

Un'assemblea a Vicenza di Luigi Carosso


Esiste unegemonia culturale del grande capitale e della super potenza mondiale che pare aver obnubilato la capacit critica di chi ci dovrebbe rappresentare, anche a sinistra. Ed per questo che su molte questioni fondamentali il rapporto eletto - elettore appare fortemente compromesso.

Una brutta storia del centrosinistra in Piemonte di Franco Cilenti e Gianluca Visconti
Nella sanit, un'ampia lobby trasversale, costituita di amministratori pubblici, classe politica e imprenditori, ha individuato la possibilit di creare uno spazio ampiamente profittevole, monopolistico e da controllarsi in modo centralista.

Europa in Movimento - Vittorio Agnoletto La riforma della Banca Mondiale


Da pi parti, si chiede che il programma ambientale della BM, che continua a fornire prestiti a progetti dal devastante impatto ecologico e sociale, venga cambiato sostanzialmente, a favore delle fonti rinnovabili.

La Forza del Deboli - Alda Radaelli "Si ammazza troppo poco"


Quando si parla di un delitto, allora si deve nominare anche laltro delitto. Bisogna dire che cosa ha fatto lesercito fascista in Croazia, che ha incendiato e bruciato vivi e messo la gente in campo di concentramento.

Autofinanziamento - Iniziative - LUP - Edizioni - Bacheca


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Redazione: Bruno Carchedi (339/2237866), Roberto Mapelli, Giorgio Riolo presso Associazione Culturale Punto Rosso di Milano tel e fax: 02/874324 - 02/875045 - carchedi@puntorosso.it Per approfondimenti: Archivio del Sapere Condiviso su www.puntorosso.it

Mario Agostinelli

Nel Forum di Nairobi irrompono gli slums


Da sempre i Forum Sociali, convocati a inizio anno in corrispondenza al Forum dei potenti a Davos, chiamano delegazioni da tutto il mondo a dibattere in un luogo ben delimitato, strutturato con i caratteri dellarchitettura locale e identificabile "geograficamente" attraverso limpiego dei materiali pi diffusi e tipici del territorio e della regione. Un luogo organizzato e messo a disposizione dal lavoro di centinaia di volontari militanti di movimento, quasi sempre predisposto nel centro della citt ospitante, sede di scambio di esperienze e di discussioni auto organizzate. Un luogo permeabile alle delegazioni e alle rappresentanze delle associazioni sociali di tutte le regioni del pianeta, ma, alla fine, poco o comunque insufficientemente attraversato dalle dinamiche che riguardano le popolazioni locali e le loro sofferenze. Ad esempio, Porto Alegre sempre stato il luogo di accoglienza e di sintesi delle istanze del movimento dei movimenti. Mumbay era stato il luogo dove i senza diritti indiani (i "dalit" fuori casta) prendevano finalmente la parola attraverso i loro leader. Bamak aveva dato visibilit alle organizzazioni africane e alle sorprendenti reti delle donne di un continente in pieno risveglio. Solo il Forum Panamazonico di Belem aveva cominciato a fare i conti con il paternalismo dei bianchi e a prenderne le distanze e ci aveva messo di fronte al protagonismo degli Indios e al dolore gridato dai loro capi a seguito di una storia di oppressione ancora tutta da riscattare. Ma a Nairobi il salto stato anche qualitativamente inaspettato e, almeno per noi italiani, del tutto imprevisto: di questo Forum non ci sono tanto leader o "guru" da ricordare, quanto una moltitudine di poveri che venuta a prenderne possesso. Sessantamila sono i partecipanti registrati venuti dagli slums e dai villaggi contadini della cintura dellaltipiano. Venuti per dire che il Forum innanzi tutto loro, degli esclusi, che prendono coscienza. E che gli altri, quelli come noi, devono innanzi tutto saper ascoltare. Cos noi Europei abbiamo avuto unoccasione piena per ripensare noi stessi, per rielaborare e aggiornare il ruolo di una sinistra sociale troppo pigra e cos poco umile da non saper costruire con la forza dei fatti un rapporto con lAfrica, ancor oggi colonizzata dal nostro comportamento e dal mantenimento di un livello di vita oggettivamente in collisione con prospettive planetarie di giustizia sociale. Occorre ricordare che le milleduecento assemblee del Forum sono state quasi sempre condotte dagli africani, che si sono finalmente parlati tra di loro, dimostrando tutta la vitalit di una societ civile ad ispirazione panafricana in continua crescita. Ma, soprattutto, va rimarcato che a conclusione del Forum partita una indimenticabile marcia, che ha attraversato per 20 chilometri i ghetti di Nairobi, la metropoli della miseria, sprofondati tra le discariche putride e gli enormi scavi messi a nudo per la costruzione dei palazzi della metropoli delle multinazionali. Cos i confini del Forum si sono dilatati ben al di l del complesso dello stadio Kasarani, che ne era stato la sede naturale per i primi quattro giorni. Marciare attraverso gli slums e vedere il corteo gonfiarsi allinverosimile di abitanti giovanissimi e poverissimi, ma tuttaltro che rassegnati, stato impressionante e cos sconvolgente da rendere dolorosa la nostra impotenza. In fondo per ne uscito un messaggio realisticamente ottimista: la loro lotta e la loro speranza danno una ragione alla nostra solidariet, che deve per smettere di essere declamatoria, sostanzialmente paternalista e, quindi, inconsistente per la drammatica condizione di quelli a cui destinata. Quindi, gli Africani sono entrati a modo loro nel Forum Mondiale, che non sar pi eguale a prima. Fin dal giorno dopo linaugurazione ufficiale sono entrati sfondando i cancelli, per partecipare in massa e di diritto allevento. Sono entrati ancor pi lultimo giorno, portandoci per mano nel cuore delle loro comunit devastate dallindigenza e dallinsalubrit, ma tanto materialmente fatiscenti quanto ormai politicamente rilevanti e impossibili da occultare. Ci hanno infatti chiesto di prendere coscienza diretta delle nostre responsabilit attuali, del desolante abbandono a cui li costringiamo e ci hanno imposto di fare della lotta alla povert uno dei perni per un altro mondo possibile.

Quando, alla fine della marcia, sudatissimo e con la polvere dentro i polmoni, ricevo una chiamata da Radiopopolare, provo a comunicare lemozione di assistere a una presa di coscienza e alla formazione di reti di relazioni solidali da parte di una societ che non rinuncia alla sua identit anche sotto i colpi di un implacabile liberismo neocoloniale. A conclusione della breve intervista, mi si dice che lo scandalo della corruzione delle cliniche private in Lombardia si sta ampliando. Mi sento essenzialmente un eletto nel consiglio regionale che prova una rabbia tremenda a vedere premiata nella sua regione una politica di messa sul mercato di valori e diritti e che si chiede come mai su 215 amministratori italiani presenti al Forum solo otto provengano dalla Lombardia. E allora penso: non ora che, a sinistra, ci si interroghi su perch sia cos forte la regressione politica e culturale che colpisce i territori dove Formigoni e la Lega sono cos spesso debolmente contrastati? ***

Korokocho val bene una messa


Affascinato dai colori della marcia di apertura del Forum Sociale Mondiale di Nairobi che si raccoglie nellUhuru Park e con le orecchie zeppe dei ritmi che accompagnano i gruppi che sfilano interminabili, inciampo in un sorridente Alex Zanotelli, maglietta verde con disegni bianchi e uno zainetto pieno di cose per i suoi amici. Vieni a Korokocho domattina, mi dice abbracciandomi, ci porti Bruna e un po di Italiani e fate messa con me, Marcelo Barros, Tonio DallOlio e Daniele Moschetti, che di Castiglione, pi bravo di me e vede volentieri qualcuno di Venegono. Obietto che la sorpresa e il regalo sono per noi e che andare a messa va anche bene, visto che cos qualcuno ci porta negli slums africani, dai quali il tassista interpellato dice che meglio girare al largo. Poco dopo la notizia gira e si fa un pullman, pi sicuro delle auto e caracollante lungo strade trafficatissime e affiancate ora da grattacieli, ora da baracche fatiscenti. Naturalmente stupisce e incuriosisce vedere Alex in una citt mostruosa e affollata, riconosciuto da bambini e da donne che lo ricordano dopo cinque anni, anche distanti venti chilometri dalla sua Korococho. La fine del mondo a cui ci riteniamo abituati e che ci reso anche dalla fortuna di viaggi nei Paesi pi diversi, si presenta ai limiti di una grande discarica, che svela alle sue spalle una enorme voragine riempita di lamiere accartocciate, di cartoni puntellati, di recinti aperti, dove si cucina insieme, si dorme ammucchiati, si baratta di tutto. Una strada larga e una pi esile ad essa parallela e poi fogne a cielo aperto, che tracciano vicoli lungo i quali si aprono abitazioni, botteghe e catapecchie, che alloggiano chiese riformate o moschee, baretti con un bancone sbilenco e privi di sedie per mancanza di spazio. Il pullman arriva a fatica al centro creato da Alex, quando decise di lasciare la casa parrocchiale di Karabangi per condividere fino in fondo la vita dei suoi futuri parrocchiani. Visitiamo cos una scuola tutta illustrata a murales (i muri sono i sillabari) e ci sistemiamo in una grande arena dove si celebra la messa. Una cinquantina di Italiani altermondialisti (e io per primo) con laria di chi assiste alla cerimonia per non fare uno sgarbo a un grande uomo, ben presto travolti da uno dei pi intensi e spettacolari riti di comunicazione, condivisione, compartecipazione che si possa ricordare. Tre ore di narrazione dove i concelebranti e le oltre duemila persone che si stringono attorno a un sentire comune, assaporano tutto quanto prende forma di vita, di relazione, di immagine e di suono in un ambiente di povert assoluta. Zanotelli in verde, Moschetti in rosso, Barros in viola, DallOlio con troppa pancia per una tunica da poveri. Una predica incredibile: Il Social Forum il nostro Giubileo e ce lo dobbiamo meritare. E una occasione di lotta per la giustizia: la partecipazione di massa la chiave del suo successo, la cifra della possibile riappropriazione dellevento da parte degli emarginati. Perci Moschetti ha trattato millecinquecento pass a tariffa minima per gli abitanti dello slum portandosene a casa quattromilacinquecento secondo un rigoroso esproprio proletario .

Salgono sullaltare-palcoscenico cinque giovani poverissimi, laceri, macerati e una donna segnata dallAids; chiedono il microfono e vogliono risalutare Alex e abbracciarlo e ricordargli che c' speranza a Korokocho. La messa si conclude con tamburi, canti e ola da stadio, ma nessuno di noi vorrebbe che finisse. Bruna e io veniamo presi per mano da tre donne e accompagnati nel ghetto. Le donne in Africa sono qualcosa di certo, di maturo e irriducibile: lo vedremo nei giorni successivi al Forum, dove quelli di Korokocho terranno dimostrazioni e due grandi seminari sui diritti umani e sulla vertenza per la casa che stanno conducendo assieme ad altri abitanti della Nairobi diseredata. Nella nostra camminata viene da sorridere a vedere un annuncio dellincontro Arsenal Manchester da seguire alla televisione del bar principale - una baracca di sei metri per quattro - e viene da fremere a vedere le code attorno ad uno dei pochissimi rubinetti dove lacqua costa sette volte quella delle case del centro ricco della citt. Quando il pullman riparte tale la ressa affettuosa che il veicolo si incastra nello stretto cancello che porta alla scuola: ognuno suggerisce allautista cosa fare, ma i consigli meno sensati e meno realistici li d Alex. Per fortuna fa il missionario e lagitatore politico, non lautista .
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Giovanni Caputo

La Questione Kurda in Turchia (2)


(gennaio 2007) Torniamo ai primi Anni 90. zal personalit multiforme ed elabora proposte di soluzione. Egli, ad esempio, sostiene che spostando la popolazione dalle province orientali verso quelle occidentali si potranno risolvere molti problemi conseguenti al sottosviluppo economico delle aree orientali. La mancanza di sviluppo economico considerata il problema principale e per ovviare a ci viene portato avanti anche un faraonico programma (denominato GAP) di costruzione di numerose dighe nellarea sud-orientale del Paese, proprio quella abitata in prevalenza dalletnia kurda. In precedenza i villaggi venivano distrutti per punire la popolazione per lappoggio fornito alla guerriglia; poi iniziarono a essere evacuati anche per rendere alcune aree inondabili, a seguito del completamento della costruzione di dighe e del formarsi dei relativi invasi. Tutto ci divenne in pratica un presupposto per lattuazione di una repressione ancor pi forte e condusse fino allapplicazione della tattica della terra bruciata: guardiani di villaggio e militari entrano nei villaggi kurdi, ne radunano la popolazione, poi distruggono e incendiano abitazioni e stalle degli animali; agli abitanti superstiti, qualora non subiscano arresti, non resta altro da fare che migrare, soprattutto verso le periferie delle grandi citt. Proprio a causa di tutto ci, nei pochi anni della presidenza zal, la popolazione di Diyarbakr crebbe notevolmente: gli abitanti che essa conteneva, da 300.000 divennero oltre un milione. La tattica suddetta port alla distruzione di circa 4.000 villaggi; essa fu attuata con particolare spietatezza nel 1994: in tale anno i villaggi evacuati e distrutti furono ben 1.600. Quanto a zal, occorre per anche dire che era filo-occidentale (diede appoggio senza esitazioni agli USA nella Guerra del Golfo del 1991) e appariva propenso al dialogo per la ricerca di soluzioni politiche, al punto tale da risultare credibile nel suo intento persino ai vertici del PKK. Il 17 marzo 1993 Abdullah calan proclam un cessate-il-fuoco unilaterale, in risposta alle iniziative di Turgut zal volte a sondare il terreno per un possibile approccio politico alla soluzione della Questione Kurda. zal mor per improvvisamente il 17 aprile, proprio nella giornata in cui si accingeva a rilasciare dichiarazioni pubbliche sullo spinoso argomento. Anche durante il cessate-il-fuoco erano per proseguiti gli attacchi contro la popolazione civile kurda; inoltre il successore di zal, Demirel, era assolutamente contrario a intavolare trattative negoziali con il PKK. Pertanto in giugno calan dovette constatare che il conflitto turco-kurdo sarebbe proseguito e che il cessate-il-fuoco era ormai divenuto totalmente privo di senso. In seguito lazione repressiva divenne particolarmente forte verso gli esponenti del DEP, accusati di nefandezze come se fossero a tutti gli effetti appartenenti al PKK. I pi noti, i parlamentari Leyla Zana, Orhan Dogan, Selim Sadak e Hatip Dicle, furono condannati nel 94 a 15 anni di carcere dal Tribunale per la Sicurezza dello Stato di Ankara, come fautori del separatismo; altri si videro costretti allesilio. Si rese in tal modo impossibile la partecipazione di esponenti del DEP alle elezioni successive, con un risultato paradossale per uno stato dichiaratamente secolare: nelle aree kurde laffluenza alle urne nel 1995 fu scarsissima e i pochi consensi espressi andarono principalmente al Refah (partito dorientamento islamico), che conquist cos numerosi seggi parlamentari. Furono anni molto difficili per i kurdi, in particolare quando a capo del governo di Ankara vi era Tansu Ciller. calan, tuttavia, non rinunciava a tenere aperto uno spiraglio: il 13 dicembre 1995 sotto la sua guida il PKK proclam un secondo cessate-il-fuoco unilaterale; i cruenti attacchi subiti nei mesi successivi indussero per a revocarlo, il 10 giugno 1996. Tra il 1996 e il 1997 ebbe luogo lesperimento politico del governo guidato da Necmettin Erbakan (principale esponente del Refah, Partito del Benessere): quando i militari decidono di tornare a essere garanti del secolarismo, mettono alle strette Erbakan nellambito del Consiglio per la Sicurezza Nazionale, obbligandolo in pratica a dare avvio a una nuova stretta repressiva sulle province sud-orientali, prima di abbandonare lincarico governativo. La repressione non colpisce soltanto i

partiti kurdi: a Erbakan in seguito interdetto per un quinquennio lesercizio dellattivit politica e il partito Refah sciolto dimperio. Ben presto nasce al suo posto un nuovo partito dorientamento islamico, il Fazilet (Partito della Virt), ma anchesso ha vita breve. Altro aspetto importante da ricordare il seguente: nellestate 1994 hanno luogo incursioni militari turche, volte a colpire postazioni dei guerriglieri del PKK nel nord dellIrak. Il 20 marzo 1995 parte una nuova incursione militare turca nellIrak settentrionale: i soldati utilizzati sono ben 35.000, appoggiati tanto dallartiglieria quanto dallaviazione. La reazione della Comunit Internazionale blanda, quantunque si tratti di una palese violazione della sovranit territoriale irachena; Ankara ne ricava limpressione che anche in futuro simili azioni saranno tollerate. Basti pensare, del resto, che in quei giorni lUnione Europea stava definendo con Ankara un accordo negoziale sulla cooperazione doganale. Vi furono europarlamentari che deplorarono liniziativa militare turca in Irak e chiesero significative azioni di protesta, ma lUE non blocc le trattative bilaterali e laccordo doganale fu comunque concluso: entr in vigore allinizio del 1996. A partire dai primi mesi del 1996 la Turchia inizia a cementare i propri rapporti con Israele, tramite accordi che prevedono, ad esempio, il permesso ai velivoli militari israeliani di effettuare esercitazioni nello spazio aereo turco e programmi di addestramento militare speciale di truppe turche in Israele, nonch la fornitura dacqua potabile a Israele da parte turca. In seguito la Turchia diviene particolarmente pressante e aggressiva nei confronti della Siria, essendo risaputo che da l che Abdullah calan dirige il PKK. La Siria si sente ben presto accerchiata; ha la Turchia a nord e Israele a sud e teme soprattutto la sete: Israele ha infatti da tempo occupato le Alture del Golan, ricche di sorgenti, e le dighe in territorio turco minacciano di far diminuire la portata dacqua del fiume Eufrate in territorio siriano. calan trae dimpaccio Damasco (che, dopo averlo a lungo ospitato, intende espellerlo), abbandonando il territorio siriano quando le truppe di Ankara sono gi addossate lungo lintero confine siroturco. Egli, il 1 settembre 1998, proclama anche un terzo cessate-il-fuoco unilaterale. Il leader kurdo animato da ottimismo, perch ha constatato linteresse crescente di esponenti parlamentari di Paesi europei verso la Questione Kurda. Lepilogo sar tuttavia tragico e calan stesso definir in seguito ingenua la sua iniziativa: dopo aver peregrinato da Mosca ad Atene a Roma (dove sosta tra novembre 1998 e gennaio 1999), catturato in Kenya il 15 febbraio 1999 e ricondotto in Turchia: l processato e condannato a morte a fine giugno. Le manifestazioni di protesta dei kurdi sono forti, in quel periodo, in varie citt europee: molti giungono a darsi fuoco in segno di solidariet verso il loro leader prigioniero. La Turchia, tuttavia, nel 2002 intraprende concreti sforzi per avvicinarsi allUE, di cui aspira a far parte: in tale ottica abolisce la pena capitale e pertanto la condanna di calan commutata in ergastolo a ottobre di quellanno. calan sta scontando la sua pena a Imrali, umida isola del Mar di Marmara nel cui carcere lunico detenuto, con ben 4.000 militari addetti alla sua sorveglianza; la condizione di isolamento del leader kurdo sempre pi gravosa e spesso si protrae per mesi, poich con pretesti sono negate dalle autorit anche le sporadiche e brevi visite che potrebbe ricevere da avvocati e familiari. Lumidit e lisolamento prolungato pongono inoltre sempre pi a repentaglio le sue condizioni di salute. calan, durante il processo che sub nel 99 a Imrali, sorprese molti, anche fra i suoi seguaci kurdi, chiedendo di non essere giustiziato e asserendo di poter favorire il conseguimento della pace fra turchi e kurdi. Come gesto di buona volont propose il ritiro dei guerriglieri kurdi dal territorio turco e il permanere del cessate-il-fuoco proclamato nel settembre 1998; occorre dire che effettivamente i guerriglieri kurdi risposero alla sua sollecitazione e si ritirarono in territorio nord-iracheno. Il cessate-il-fuoco poi durato fino al giugno 2004: solo allora le Forze di Difesa Popolare (nuovo nome, in sigla HPG, che il movimento guerrigliero kurdo si dato) lo hanno dichiarato concluso, pur specificando che intendevano compiere, da quel momento in poi, quando si rendeva necessario, solo le azioni armate volte allautodifesa. E bene specificare che anche in quegli anni le offensive militari turche non si sono fermate, causando la morte di circa 500 guerriglieri kurdi.

Un forte paradosso riguarda la persona di calan. Durante il suo soggiorno di due mesi in Italia, fu respinta da Roma la richiesta destradizione presentata da Ankara, poich la Corte Costituzionale italiana nel 1996 aveva sancito la non attuabilit dellestradizione dun individuo verso un Paese nel quale corra il rischio dessere condannato alla pena capitale; inoltre nellottobre 1999 il Tribunale di Roma concesse ad Abdullah calan lasilo politico, in base allarticolo 10 della Costituzione italiana. Purtroppo, per, egli era gi stato condannato a morte a Imrali quattro mesi prima. Nel maggio 2005 la Corte Europea dei Diritti Umani ha evidenziato elementi di iniquit rilevati nel processo svoltosi nel 99. Finora, per, le autorit turche non hanno dimostrato alcuna propensione ad attuare la richiesta della Corte Europea di ripetere il processo. In Turchia la repressione nei confronti dei kurdi stata assai articolata e non ha risparmiato la societ civile; esemplare al riguardo, la storia recente di Egitim-Sen, il Sindacato dellEducazione (il 75% degli iscritti sono insegnanti). Egitim-Sen sostiene il diritto di ogni persona a ricevere listruzione gratuita di base; una norma del suo statuto, inoltre, prevede la tutela del diritto a ricevere linsegnamento nella lingua madre. Molti appartenenti al sindacato hanno subito licenziamenti; altri sono stati inquisiti e processati; altri ancora sono stati forzosamente trasferiti a insegnare in altre sedi. Lo Stato Maggiore turco e il prefetto di Ankara hanno richiesto lapertura di un processo, finalizzato alla chiusura del sindacato: ci a causa della norma statutaria sul diritto allinsegnamento in lingua madre. In prima istanza, il Tribunale del Lavoro di Ankara, nel 2004, non ha acconsentito a istruire il processo, sostenendo di non poter disporre la chiusura del sindacato perch ci sarebbe stato in contrasto con la Convenzione Europea sui Diritti Umani. La Corte di Cassazione turca ha poi deciso, il 14 novembre 2004, che lo statuto di Egitim-Sen doveva essere cambiato, altrimenti il sindacato sarebbe stato chiuso: la Corte ha dichiarato che la libert distituire associazioni sindacali, prevista dalla Convenzione Europea, non pu andare a discapito della sicurezza nazionale e dellunit della patria! Ha poi sostenuto che non si possono educare i cittadini turchi in una lingua diversa da quella turca. Per evitare che un nuovo processo disponesse la chiusura, il sindacato ha attuato una modifica statutaria della clausola incriminata; contemporaneamente ha per anche presentato un ricorso alla Corte Europea per i Diritti Umani, di cui si attende la decisione. Nel Paese sono state nel frattempo aperte scuole private di lingua kurda, in varie citt (Urfa, Diyarbakr, Van, Batman, Istanbul, ), ma non mancano le difficolt: economiche, nel reperire finanziamenti per avviare i corsi, ma anche burocratiche (a Batman agli organizzatori le autorit fecero difficolt, adducendo il pretesto che le porte delle sale da adibire ad aule per i corsi di kurdo erano troppo strette!) e psicologiche (molti genitori kurdi non accettano lidea di dover mandare i loro figli in una scuola a pagamento, per imparare quella che la loro madrelingua). Un pesante pedaggio ha pagato anche lAssociazione dei Diritti Umani (Insan Haklar Dernei, IHD), fondata in Turchia nel 1986: essa nel tempo ha consolidato la sua attivit di assistenza alle vittime di soprusi nellintera Turchia. AllIHD si rivolgono tuttavia da anni soprattutto persone di etnia kurda: narrano di torture subite, familiari scomparsi, parenti uccisi dei quali non riescono a ottenere dalle autorit nemmeno la restituzione dei corpi per la sepoltura Chiedono ascolto e consiglio sul da farsi. Ebbene, probabilmente proprio per questo della sezione locale di Diyarbakr dellIHD fu ordinata la chiusura dimperio nel 1997; essa rimase chiusa fino al 2001. Il 13 maggio 1998 un uomo armato si introdusse nellufficio centrale di Ankara e spar, colpendo per sei volte il presidente dellIHD, Akin Birdal; egli nel 2000, ancora convalescente dopo il grave attentato subito, fu addirittura processato e incarcerato. Da anni, ripetutamente, Birdal (che ha origini turche) insiste sulla necessit del dialogo tra le parti in conflitto, al fine di risolvere pacificamente la Questione Kurda. Negli ultimi tempi si sono alternati pochi tenui barlumi di speranza al rinvigorirsi della spinta repressiva. Nel giugno 2004 furono sorprendentemente liberati i deputati dellormai disciolto DEP (Dicle, Sadak, Dogan e Leyla Zana), che erano in carcere dal 94; tale segnale positivo, in vista dellottenimento duna data di avvio dei negoziati per lingresso nellUE, fu per messo in ombra

pochi mesi dopo da unesecuzione extragiudiziale particolarmente efferata: a novembre 2004 nella citt di Kzltepe furono uccisi Ahmet Kaymaz e il figlio Uur. Uur aveva solo 12 anni e fu freddato da 13 pallottole; per giunta in seguito il cadavere fu ritrovato sul manto stradale con unarma al fianco e da pi parti si sostenne che era un terrorista. Altre esecuzioni extragiudiziali hanno avuto luogo in varie localit del Paese nei mesi successivi. In agosto 2005 il Primo Ministro turco Erdogan ha risposto alle sollecitazioni rivoltegli da intellettuali sia turchi che kurdi, pronunciando a Diyarbakr un sorprendente discorso pubblico: afferm di sentire la Questione Kurda come un suo problema e di volersi adoperare per risolverla con metodi pacifici e democratici. In risposta, il Kongra-Gel indisse il 20 agosto un nuovo cessate-il-fuoco, di un mese, per favorire la distensione. A inizio settembre, tuttavia, numerosi kurdi reduci da una manifestazione a Gemlik, in cui chiedevano che si ponesse fine allisolamento carcerario di Abdullah calan, furono selvaggiamente aggrediti, per alcune ore, da una folla di nazionalisti turchi, mentre le forze di polizia presenti rimanevano a lungo ai margini a osservare la scena. Non sono mancate, inoltre, le operazioni militari avviate contro i guerriglieri kurdi, quantunque fosse ancora in vigore il cessate-il-fuoco. In seguito, nel novembre 2005, a emdinli stata scagliata una granata allinterno della libreria Umut, di propriet di Seferi Ylmaz, che gi aveva scontato 15 anni di carcere per la sua pregressa militanza nel PKK. Yilmaz dopo lagguato rimasto illeso, ma morto a causa dellesplosione un suo amico, che si trovava nel negozio. La folla, radunatasi sul posto, ha colto in flagrante gli attentatori, mentre tentavano la fuga: sulla loro automobile sono state ritrovate armi e documenti compromettenti (liste di persone residenti nellarea, da eliminare in quanto ritenute pericolose); inoltre essi disponevano di tesserini militari. Per le autorit non stato possibile far passare lintero accaduto sotto silenzio, tanto pi a causa di un elemento che ha reso ancor pi grave lepisodio: contro la folla che si era radunata i militari avevano aperto il fuoco, uccidendo unaltra persona. Non sono mancati morti e feriti nemmeno allorch le manifestazioni di protesta per laccaduto si sono estese ad altre citt (Yksekova, Siirt, ). Un processo stato istruito presso il tribunale di Van riguardo allesplosione avvenuta a emdinli. Alla condanna in primo grado degli esecutori paradossalmente seguito, in giugno, anche larresto di Seferi Ylmaz, tuttora detenuto senza imputazioni a carico, per ristabilire un equilibrio!. In seguito, la variegata attivit repressiva turca si anche esplicitata con pressanti richieste ufficiali rivolte alle autorit governative danesi affinch fosse chiusa lemittente televisiva ROJ-TV. Si tratta di un canale satellitare kurdo, che ha sede legale in Danimarca ed ritenuto da Ankara unemanazione del PKK/Kongra-Gel. Nei confronti dei 56 Sindaci appartenenti al DTP stata avviata unazione giudiziale in sede penale (sono accusati di favoreggiamento di unorganizzazione terroristica), per aver indirizzato una lettera al Primo Ministro danese, in cui chiedevano che ROJTV potesse continuare a trasmettere. Dal 1998 delegazioni della societ civile italiana (e quelle provenienti da altri Paesi europei) si recano nelle province kurde in occasione dei festeggiamenti del Newroz. accaduto anche questanno e in presenza di osservatori provenienti da vari Paesi europei tutto si svolto nel complesso pacificamente. Quando, per, le delegazioni europee hanno lasciato larea kurda giunta la notizia che in unoperazione militare condotta tra il 24 e il 25 marzo nei pressi di Mu sono rimasti uccisi 14 guerriglieri dellHPG e che persino i parenti hanno faticato a riconoscerne i corpi, sfigurati perch sottoposti ad attacchi con armi chimiche. La ormai proverbiale pazienza dei kurdi finita! Il 28 marzo 2006 i funerali dei guerriglieri uccisi sono divenuti, a Diyarbakr, occasione per una vibrante protesta, protrattasi per giorni e poi estesasi anche ad altre citt. Le armi erano per impari: i manifestanti lanciavano sassi, talvolta con fionde rudimentali, nonch qualche ordigno molotov, contro i veicoli blindati e contro alcuni edifici (ad esempio, stazioni di polizia e filiali di banche pubbliche); le forze di sicurezza utilizzavano invece non solo manganelli e gas lacrimogeni e cannoncini ad acqua: sono anche giunte a sparare sulla folla. Tra i morti vi sono stati anche bambini (Enes Ata, 6 anni; Abdullah Duran, 9 anni, e altri); i feriti si contavano a centinaia. Centinaia sono stati anche gli arresti: in 91 casi si trattava di mino-

renni. Vi sono state anche svariate irruzioni in sedi del DTP, compiute al fine di arrestare numerosi esponenti di tale partito, in quanto ritenuti in combutta con dei terroristi. Inoltre, centinaia di migliaia di soldati, da aprile, sono stati inviati verso le province orientali, in particolare verso quella di rnak confinante con lIrak. Come si giustificano tali manovre militari? I vertici militari e politici turchi intendono debellare lHPG (i cui combattenti hanno assunto larea del Monte Qandil, in territorio nord-iracheno, come loro base logistica) e chiedono al riguardo la collaborazione statunitense: tuttavia le truppe USA presenti in Irak non intendono affrontare lHPG, poich ci vorrebbe dire allargare la conflittualit, con conseguenze difficilmente prevedibili, al Kurdistan iracheno, vale a dire lunica parte dellIrak resa relativamente tranquilla dopo lesautoramento di Saddam Hussein. Se la Turchia penetrasse militarmente nel Kurdistan iracheno, le truppe statunitensi non potrebbero lasciare impunit una simile palese violazione della sovranit territoriale dellIrak, dopo aver contribuito alla sua liberazione. La Turchia ha interessi geo-politici, come del resto qualunque stato: essi di solito non sono illeciti, ma illeciti possono essere talvolta i mezzi adoperati per conseguirli. In funzione anti-kurda la Turchia ha stretto segretamente, nellultimo anno, unalleanza con Siria e Iran; in particolare, la Turchia vede nel PKK/Kongra-Gel il proprio nemico, mentre Teheran ostile nei confronti del movimento kurdo-iraniano PJAK. Entrambi i Paesi, nel corso dellultima estate, hanno contemporaneamente intrapreso manovre militari volte a colpire i due movimenti, in particolare nelle zone vicine ai rispettivi confini con lIrak. Tali manovre militari sono ovviamente malviste dai kurdi iracheni. Di recente la Questione Kurda tornata ancora una volta alla ribalta in maniera drammatica: nella serata del 12 settembre, anniversario del golpe del 1980, un ordigno esploso presso una fermata dautobus a Diyarbakr, causando la morte di undici persone (sette erano bambini). La responsabilit dellaccaduto stata addossata, in maniera poco credibile, dalle autorit turche al movimento kurdo, che ha per respinto le accuse. Per dirla tutta, non sono mancati nelle ultime due estati, attacchi dinamitardi attuati dai Falchi per la Liberazione del Kurdistan (TAK), in special modo nelle localit turche di forte richiamo turistico. Occorre dire al riguardo che si tratta di attacchi terroristici, che colpiscono i civili; occorre per anche dire che dal giugno 2004, quando si interruppe la tregua unilaterale, il TAK ha palesato la sua intenzione di colpire i punti nevralgici del sistema economico turco (il turismo tra i principali), ma ha anche sempre rivendicato con puntualit i propri attacchi, richiamando in ogni suo comunicato lattenzione sia sullancora irrisolta Questione Kurda, sia sulle gravose condizioni di detenzione di Abdullah calan. Occorre dire, infine, che il Kongra-Gel ha pi volte sconfessato con propri comunicati la linea seguita dal TAK, il cui carattere di gruppo scissionista dal resto del movimento kurdo appare fuor di dubbio. calan, dal canto suo, instancabile nel richiedere soluzioni pacifiche: a fine settembre 2006 ha lanciato un nuovo appello distensivo, al quale le forze kurde, (dallHPG al Kongra-Gel al DTP e alla diaspora kurda) hanno risposto indicendo un nuovo cessate-il-fuoco unilaterale! Lofferta di cessazione delle ostilit armate ha riscosso consensi in taluni circoli politici turchi, ma stata respinta dal Generale Bykanit (da fine agosto 2006 nuovo Capo di Stato Maggiore delle Forze Armate turche): costui, a pi riprese, ha fatto chiaramente intendere che a suo avviso la Questione Kurda deve essere risolta ricorrendo alle armi. Lannosa e tragica Questione Kurda permane irrisolta; i diritti umani dei kurdi sono tuttora calpestati in molteplici modi. Le istituzioni europee saranno finalmente capaci di far udire allunisono la loro voce, per chiedere con fermezza alla Turchia il rispetto dei Criteri di Copenhagen?
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Luigi Carosso

Un'assemblea a Vicenza
Questo articolo stato scritto prima della manifestazione nazionale a Vicenza del 17 febbraio contro l'ampliamento della Base Usa (NdR) Tra gli incontri che ormai quasi quotidianamente si organizzano a Vicenza e dintorni e che prendono spunto dalle iniziative di lotta contro la costruzione della nuova base Usa, senzaltro degno di nota quello di domenica 11 febbraio, presso lauditorium Canetti della citt berica, organizzato da Carta, che ha visto la partecipazione, tra gli altri, di Pierluigi Sullo, Paul Ginsborg, Paolo Cacciari e attivisti del movimento. Il confronto aperto e schietto partito dalle riflessioni che Ginsborg porta avanti nel suo nuovo libro La democrazia che non c. Una volta tanto la presentazione di un libro andata al di l dalle esigenze di vetrina ed diventata un qualcosa che toccava la vita delle persone qui ed ora. Il professore anglo-fiorentino partendo da una prospettiva liberal progressista, citando a piene mani dalla sua opera e dai precetti di J.S. Mill, ha invitato la platea ad andare avanti nel tentativo di rivitalizzare la democrazia rappresentativa, che sempre meno riesce o vuole rappresentare i cittadini, con esperienze di democrazia partecipativa, quale quella che Vicenza si trova suo malgrado ma per fortuna - a vivere in questo periodo. Una volta formulato linvito, diventava cruciale la domanda sul come tali esperienze possano realmente incidere sulle scelte dei nostri delegati politici, quando, come nel caso del Dal Molin, sembrano venire meno al mandato dei propri elettori. Gi perch, come ha ricordato Cinzia Bottene, portavoce del movimento, tentativi di dialogo, di pressione sono stati fatti. Il movimento Nodalmolin non nato come un movimento di protesta antipolitico o antistituzionale, come molti giornali oggi lo dipingono; anzi il tentativo di confronto con le Istituzioni locali e nazionali stata una modalit portata avanti con tenacia. Tanto che il 24 novembre scorso alcuni suoi esponenti ottennero un incontro con il ministro Parisi. In quelloccasione, il Ministro invitava a perseguire la strada del referendum perch mai il Governo avrebbe agito contro lopinione della comunit locale. La sfiducia verso la politica rappresentativa data, dunque, 16 gennaio. E solo dopo il famigerato editto di Bucarest, con il quale Prodi diceva s agli americani, che giustamente i cittadini hanno sentito lesigenza di lanciare segnali forti al mondo politico, attraverso la raccolta delle schede elettorali da riconsegnare al mittente e la contestazione delle bandiere dei partiti del centrosinistra alle iniziative contro la nuova base militare. A cambiare le carte in tavola, hanno rammentato i rappresentanti dellAssemblea permanente, era giunto il dicktat dellambasciatore Usa Spogli. Il suo ultimatum - Decidete in 8 giorni - ha fatto recedere il Governo da qualsiasi buon proposito di dialogo e di ascolto delle istanze pacifiste e ambientaliste della popolazione. La logica della santa alleanza nella guerra preventiva e permanente bushiana ha soffocato ogni tentativo di dialogo virtuoso tra democrazia rappresentativa e democrazia partecipativa, ha insegnato ai cittadini di Vicenza e dellItalia che quando sono in ballo gli interessi militari- economici della superpotenza mondiale purtroppo nulla contano i programmi elettorali o i propositi democratici. Molto sentito e significativo stato lintervento di Paolo Cacciari, il quale, rifacendosi alla sua tormentata vicenda parlamentare, ha testimoniato come la presente e le precedenti lotte in difesa della pace, del territorio e della qualit della vita siano spesso denigrate a Roma dalle intellighenzie dei maggiori partiti come lotte localistiche che non terrebbero conto dello sviluppo, della crescita e della sicurezza collettiva che necessita invece, a loro dire, sacrifici particolari.

Questa ideologia della difesa di un superiore interesse generale ha talmente preso piede che anche quando i supposti interessi collettivi si sono rivelati infondati e/o frutto di mistificazioni mediatiche (come nel caso della Tav), ci non ha fatto cambiare opinione ai loro sostenitori. Esiste, in poche parole, unegemonia culturale del grande capitale e della super potenza mondiale che pare aver obnubilato la capacit critica di chi ci dovrebbe rappresentare, anche a sinistra. Ed per questo, sempre secondo Cacciari, che su molte questioni fondamentali il rapporto eletto - elettore appare fortemente compromesso. Nonostante ci, il deputato di Rifondazione comunista ha comunque esortato Assemblea e cittadinanza a resistere, ad essere di stimolo per un cambiamento della politica, ad ogni livello. In conclusione, Ginsborg ha sottolineato come il processo di cambiamento virtuoso non potr che essere difficile e lungo; perci ha invitato ad agire con pazienza e costanza. Ma quanto tempo ancora la maggioranza della popolazione e la terra potranno sopportare desser governati da logiche di sfruttamento e guerra?
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Franco Cilenti e Gianluca Visconti *

Una brutta storia del centrosinistra in Piemonte


N pubblico n privato puro in sanit: dal cuneese un pericoloso progetto ibrido di una "terza via" (oscura) Nella primavera del 2006, nel dibattito promosso dagli operatori e dal periodico LAVOROeSALUTE, avvertivamo che: Il "Modello AMOS" e l'AMOS stessa dilagheranno. Ci troveremo sempre pi spesso a sentirci dire che, per qualunque funzione, "non si pu assumere" e che AMOS la soluzione migliore per aggirare il problema e risparmiare (sulla paga dei dipendenti, leggi caporalato). Tranne poi scoprire che il personale AMOS costa il 30% in pi di quello pubblico, anche se va in un capitolo diverso del bilancio. Lo schema infiltrare progressivamente la struttura sanitaria pubblica, ovunque ci sia uno spiraglio, per arrivare a svuotarla dall'interno: in prospettiva la struttura sanitaria sar costituita da un gruppo di amministrativi (gli ultimi dipendenti pubblici col posto garantito) che conferir alla Ditta Privata AMOS l'incarico (in monopolio) di svolgere ogni funzione diagnostica, medica, sanitaria o altro, fornendo personale di ogni tipo sottoposto ai contratti che AMOS riterr opportuni. OGGI Val la pena una riflessione sul ventilato progetto di "unificazione" delle organizzazioni sanitarie pubbliche in provincia di Cuneo. Su questo territorio (ma il discorso vale per tutto il Piemonte) il privato convenzionato, quello aggressivo di matrice aziendale e non solidaristica, ha sempre avuto poca presa. A parte la Clinica Citt di Br non esistono realt significative. Il quadro complessivo vede quindi il servizio pubblico ampiamente maggioritario e il livello di assistenza pi che decoroso, a fronte di una situazione finanziaria mediamente non felice. A partire da situazioni simili, in Lombardia si fatta la scelta politica di "liberare" il mercato, lasciando che il privato "profit" si espandesse ad libitum, senza nessun controllo di fatto, e contingentando fortemente le risorse umane e finanziarie del servizio pubblico al fine di indebolirlo. Il risultato che, a detta di operatori sanitari lombardi, si verificano fenomeni quali la fuga degli infermieri migliori verso le strutture private dove vengono pagati meglio, sempre che accettino carichi di lavoro sostanzialmente illimitati e non programmabili. L'utenza di questo passo non potr pi "scegliere liberamente" di andare in una struttura pubblica, a meno di non voler rischiare quel poco di salute che gli resta; questo non per cattiva volont degli operatori pubblici ma per la suddetta tendenza al "downsizing" che, oltre un certo limite, porta ad un peggioramento del servizio. La vera novit del modello che si intenderebbe applicare nel cuneese (e se funzionasse poi anche altrove, magari in tutta la regione) di altra natura: lo slogan potrebbe essere "n pubblico n privato: pigliamo tutto noi e i nostri amici". Una "terza via" poco trasparente e potenzialmente dirompente per le casse pubbliche. Ovvero: un'ampia lobby trasversale, costituita di amministratori pubblici, classe politica e imprenditori, ha individuato la possibilit di creare uno spazio ampiamente profittevole, monopolistico e da controllarsi in modo centralista, nel comparto sanitario. A questo scopo "la politica amministrativa" sta da una parte arginando il privato profit tradizionale e dall'altro "strozzando" le risorse del pubblico, con l'applicazione letterale delle limitazioni finanziarie introdotte dalle leggi finanziarie degli ultimi anni ("non possiamo assumere, ce lo vieta la finanziaria" la litania sempre ripetuta). Dato che il bisogno di salute non cala negli anni, viene in tal modo creato uno spazio di bisogni da soddisfare in modo "innovativo". L'idea "geniale" di riesumare dalla legge Bindi il concetto di "sperimentazione gestionale". Sotto questo scudo si organizza una struttura operativa costituita in parte dai soggetti pubblici controllati da politici e amministratori (le ASR) e in parte da operatori privati legati alla lobby in questione, cooptati senza un reale controllo (che dovrebbe essere della politica) e portatori di preteso "know-how" e di risorse finanziarie (?).

La nuova struttura operativa fornisce servizi ai prezzi che vuole e in regime di monopolio, assumendo personale senza limiti e a condizioni di sfruttamento. Le assunzioni senza limiti ne fanno "una importante realt industriale, con centinaia di dipendenti" difficilmente arginabile e, perch no, un bel serbatoio di voti. La copertura politica eviter accuratamente che questa sperimentazione venga tenuta sotto controllo finanziario e amministrativo e ne garantir l'espansione a tutta l'area geografica che sembrer necessaria e a tutte le funzioni che possano procurare un profitto. La componente amministrativa provveder ad assegnare gli appalti in coerenza col progetto e quella privata trarr i profitti dal denaro pubblico, profitti che magari verranno opportunamente ridistribuiti fra tutti i componenti. Un orologio Ma per mettere in piedi questo orologio, l'unificazione del territorio da "occupare" rende l'operazione molto pi gestibile e spedita: di qui la "decisione" politica, presa dai politici "giusti", ovviamente sempre "nell'interesse del cittadino". A noi sembra che l'unica cosa che si vuole sperimentare una nuova declinazione della Direttiva Bolkestein applicata ai servizi sanitari. Davvero una brutta storia e i costi politici sono tutti sulle spalle di Rifondazione Comunista che ha espresso lassessore alla sanit, seppur con la formula dellindipendente. Questo quanto ci consta dalle opinioni di cittadini e operatori. * Redazione del periodico LAVOROeSALUTE
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Europa in Movimento
Vittorio Agnoletto - segreteria@vittorioagnoletto.it

La riforma della Banca Mondiale


Il movimento non il solo a puntare il dito contro la Banca mondiale, rea di perpetrare il modello neoliberista che affama il Sud del mondo. Anche lEuroparlamento vorrebbe da tempo intervenire sulle prese di posizione dellorganismo diretto da Paul Wolfowits, come avviene per la Commissione europea. Ecco allora come hanno risposto a tal proposito i suoi strapagati manager Da tempo il Parlamento Europeo chiede di essere maggiormente coinvolto nelle decisioni prese in seno alla Banca mondiale (BM). Mentre la Commissione Europea, che espressione dei governi dellUnione, partecipa alle riunioni settimanali del suo Consiglio di Amministrazione, il Parlamento, unico organismo europeo eletto e trasversale, non ha infatti il potere di intervenire in nessun modo. Nei giorni scorsi, anche per risolvere questa situazione, lEuroparlamento ha ospitato un incontro con un gruppo di direttori esecutivi della BM. I quali hanno anzitutto sottolineato come esista maggiore cooperazione tra lorganismo che rappresentano e lEuropa, rispetto al rapporto instaurato dal Fondo Monetario Internazionale (FMI) con lUE. I direttori esecutivi hanno snocciolato una quarantina di dichiarazioni della Banca sostenute, negli ultimi anni, anche dalla Commissione Europea, mentre nessun passo avanti, invece, sarebbe stato fatto in termini di cooperazione, a detta dei leader della BM, tra l'Europa e il FMI. Ma questa risposta ovviamente ben poco consolatoria per i parlamentari europei che, nei fatti, si vedono del tutto esclusi da qualsiasi forma di collaborazione, sia con l'uno che con l'altro ente. Eppure, il possibile apporto del Parlamento non da sottovalutare. Non si tratterebbe, infatti, solo di cooperazione in termini tecnici e finanziari, bens di un contributo per la modifica delle politiche della Banca Mondiale. Ovvero un piccolo passo dalla parte del movimento altermondialista, che da sempre chiede una radicale riforma di questi enti sovrannazionali, principali colpevoli dellattuale distorsione della globalizzazione, a danno delle popolazioni dei Paesi pi poveri (e a grande vantaggio proprio di quella che chiamo "triade del male", composta da BM, FMI e Organizzazione mondiale del Commercio). Da pi parti, si chiede, tra laltro, che il programma ambientale della BM, che continua a fornire prestiti a progetti dal devastante impatto ecologico e sociale, venga cambiato sostanzialmente, a favore delle fonti rinnovabili. Non bisogna poi dimenticare che l'obiettivo istituzionale della Banca Mondiale (sarebbe?) quello di ridurre la povert e migliorare gli standard di vita promuovendo lo sviluppo sostenibile e gli investimenti a favore delle popolazioni. A questo proposito, pochi giorni fa, lAgenzia delle Nazioni Unite che si occupa di questioni legate allo sviluppo, ha reso pubblico un rapporto in cui si evidenzia come le privatizzazioni e le riforme del settore pubblico nellAfrica Sub-Sahariana abbiano clamorosamente fallito il loro obiettivo di riduzione dellindigenza. Non ci sono stati, infatti, progressi nel campo della gestione delle risorse idriche e della produzione di energia elettrica. Gli investitori privati, su cui tanto contavano Banca Mondiale e FMI, non sono arrivati cos numerosi come sperato, penalizzando Paesi che ora sono sempre pi lontani dal conseguimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio. Una denuncia e una forte critica al neoliberismo che risuonata con forza anche al Forum sociale mondiale di Nairobi, proprio a partire dal popolo africano, prima vittima delle ingiustizie causate da questo modello.
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La Forza dei Deboli


Alda Radaelli - jasna@iol.it

"Si ammazza troppo poco"


(Fonte Vjesnik da agenzia HINA) Il buonismo degli italiani trova una sponda rassicurante nella celebrazione della giornata delle Foibe il 10 febbraio di ogni anno, ma comincia a fare danni con i vicini croati e sloveni. La frase si ammazza troppo poco stata pronunciata dal generale Robotti al capo di stato maggiore Galli e riportata nel libro di Gianni Oliva sui crimini di guerra italiani 1940-1943 (editore Mondadori 2006) e riguarda linvasione della Jugoslavia e i crimini contro lumanit del generale Mario Roatta, comandante supremo della seconda armata italiana operante in Slovenia e Dalmazia. Una ricostruzione accurata sulle origini antiche dei rapporti nella zona fino alla Risiera di San Saba di Trieste (unico campo di sterminio fuori dei confini della Germania nazista) riportata da DemocraziaLegalit.it, giornale online diretto da Elio Veltri. Segnaliamo anche il libro di Angelo Del Boca Italiani Brava gente?, editore Neri Pozza 2005, sui crimini nelle colonie africane. Da La Repubblica del 22 maggio 2006 riportiamo qualche titolo: Etiopia: la vergogna italiana. Mille morti nella foiba abissina Il Duce ordin lassalto: i granatieri usarono anche i lanciafiamme Eccetera. Come mai, ci si chiede, non c stata una Norimberga italiana? Perch Churchill aveva bisogno di Badoglio, uno dei principali criminali di guerra, per sbarcare in Italia e ricacciare lesercito nazista. Riportiamo dal Vjesnik del 14-2-2007 la traduzione letterale delle dichiarazioni di Mesic del 13-22007 in risposta alle dichiarazioni del capo di stato italiano Napolitano sulla vergogna delle foibe. A Karlovac, in occasione della presentazione del libro di Slavko Goldstein 1941, un anno che ritorna, lillustre storico ha usato uno stile biografico, autobiografico e documentaristico per descrivere gli avvenimenti nella zona di Karlovac durante il governo della NDH (Croazia indipendente e democratica, acronimo del governo collaborazionista di Ante Pavelic instaurato da Mussolini e Hitler per favorire linvasione del regno di Jugoslavia da parte degli eserciti alleati nazifascisti). Secondo Goldstein prendiamo atto di nuovo della unilateralit e parzialit sugli avvenimenti della seconda guerra mondiale. Egli ha definito le recenti discussioni nelle relazioni Italia Croazia scandalose. Il presidente Mesic ha ringraziato lautore per aver scritto unopera da cui si pu comprendere lambiente nel quale prevale il male e ha sottolineato che dipende da noi creare le premesse per proteggere i nostri figli da ripetersi del male. Riguardo alla disputa provocata in relazione al Giorno della memoria delle foibe, il presidente Mesic ha detto che sono stati compiuti delitti nel modo di procedere alla slovenizzazione ed allitalianizzazione. Egli ha rinnovato la proposta che dei magistrati perlustrino tutte le foibe in modo da chiarire quante persone siano state uccise, in quale modo ci avvenne e chi sono queste persone. Quando si parla di un delitto, allora si deve nominare anche laltro delitto. Bisogna dire che cosa ha fatto lesercito fascista in Croazia, che ha incendiato e bruciato vivi e messo la gente in campo di concentramento ha commentato Mesic. Nessun organo di informazione italiano ha riportato la frase del capo di stato croato Stjepan Mesic, che propone di stabilire una commissione mista di storici croati e italiani per approfondire largomento: Il Duce concorda nel concetto di internare molta gente, anche 20.000 30.000 persone (stralcio delle comunicazioni di Roatta nella riunione di Fiume del 23-5-1942).
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Campagna di autofinanziamento 2007


Sostieni il movimento dei movimenti Lotta per la pace Costruisci la sinistra alternativa e un mondo migliore

Diventa socio/a di Punto Rosso


La tessera di Punto Rosso un piccolo atto concreto per essere nel movimento e contribuire alla costruzione della sinistra alternativa; per non arrendersi al liberismo e alla guerra e per costruire un mondo migliore. Tesserandoti sostieni il contributo attivo di P.R. al Forum Sociale Italiano, Europeo e Mondiale e contribuisci economicamente alle attivit di Punto Rosso - FMA: l'organizzazione dei grandi convegni e di centinaia d'occasioni di confronto tra le forze della sinistra alternativa; le edizioni Punto Rosso e la Libera Universit Popolare. Per iniziare bene il nuovo anno, diventa socio di Punto Rosso. Segnatelo in agenda. Non hai ancora l'agenda 2007? Ragione di pi per diventare socio. Ai nuovi tesserati Punto Rosso regala, sino a fine 2006, un'agenda Smemoranda o Moleskine. Tesserarti semplice: puoi passare in Via Pepe e portati via la tessera, puoi mandarci una email o farci una telefonata e riceverla via posta, puoi rivolgerti a qualche socio che penser a fartela avere. Infine, puoi fare la tua tessera con un versamento sul c.c.p. n 37398203 intestato a Associazione Culturale Punto Rosso. Indicando la causale tesseramento 2007. La tessera ha un costo di 20 euro annui, poco pi di 1,6 euro il mese. E' un impegno minimo e sostenibile per tutte le tasche. Naturalmente, puoi versare di pi; stabilisci tu il valore che puoi e vuoi dare alla tua tessera. Se sei gi socio, per facilitare il rinnovo della tessera, abbiamo deciso di concentrare tutti i rinnovi a fine anno e non abbiamo quindi sollecitato il rinnovo a quanti avevano tessere in scadenza nei mesi precedenti. Da oggi, tutti possono rinnovare acquisendo direttamente la tessera 2007. A tutti i soci chiediamo di aumentare il loro contributo richiedendo la tessera sostenitore. La quota minima di 50 euro e pu essere versata in due rate semestrali con RID, un ordine di pagamento alla propria banca che si fa una sola volta e resta valido sino a disdetta. Con questa modalit si instaura un automatismo che elimina a voi la necessit di ricordare la scadenza e a noi quella di verificare e sollecitare i rinnovi: meno carichi e maggiore tranquillit per entrambi. In segreteria potete trovare i moduli precompilati da consegnare alla vostra banca. Per voi e per i vostri regali: il dolcetto che celebra la sconfitta di Berlusconi. Due bottiglie in confezione regalo: 9 euro; cartone da 6 bottiglie 24 euro. Agende Smemoranda e Moleskine: 10 euro anzich 12. La tessera annuale di Punto Rosso contempla l'iscrizione automatica nella mailing list di informazione e l'abbonamento a Lavori in Corso, periodico elettronico dell'Associazione Culturale Punto Rosso diffuso via posta elettronica. Inoltre, nuovi e vecchi tesserati godranno, per tutto il 2007, di uno sconto del 15% sull'acquisto delle Edizioni Punto Rosso (oltre 60 titoli in catalogo) e del 10% sull'iscrizione ai corsi della Libera Universit Popolare.

Via Pepe a Milano: una sede pi grande e pi funzionale che anche unopportunit di finanziamento
La nuova sede di Milano da tempo operativa. Con la sua apertura abbiamo fatto un altro importante passo avanti. Lattivit generale, le iniziative politiche di Punto Rosso e i corsi della LUP hanno trovato uno spazio pi consono e pi funzionale. Per fare ci, abbiamo sostenuto costi significativi di ristrutturazione e dobbiamo, ogni mese, fare fronte ad un affitto per noi consistente. E necessario che le potenzialit offerte dai locali e dalla loro ubicazione, facilmente raggiungibile, nel centro di Milano, siano adeguatamente sfruttate, per contribuire alla coperture delle spese sostenute e a quelle di mantenimento. Anche quest'anno puntiamo a realizzare una cena al mese. Il costo non superer i 18 euro, comprensivi di vino e caff. Tutte le volte che sar possibile abbineremo alla cena uno spettacolo, una proiezione, una narrazione o quanto altro riusciremo ad approntare o ci verr proposto (attendiamo suggerimenti). Il costo non subir variazioni. Continueremo a dedicare grande attenzione alla scelta dei men e alla qualit della cucina. Una scelta, questa, che ha trovato un puntuale riscontro, come pu testimoniare chi ha partecipato, nelle cene organizzate nel 2005. Per una buona riuscita delle iniziative importante raggiungere i 60 coperti ( utile passare la voce e organizzarsi per partecipare, ogni tanto, con amici). La prenotazione importante e deve essere presa sul serio: abbiamo avuto casi di prenotazioni a cui non seguita alcuna presenza. Altre opportunit. Il salone sar presto ulteriormente rinnovato con interventi che ne miglioreranno lestetica e la funzionalit. E a disposizione di enti, associazioni e privati con costi daffitto contenuti. Il salone ha una pedana rialzata di circa quattro metri per due, dispone di impianto di amplificazione, ospita circa 100 persone se organizzato a platea e circa 60 se allestito a sala ristorante. Sono inoltre a disposizione schermo e video proiettore oltre a una cucina professionale completa con quattro fuochi e forno. Incontri e assemblee, corsi di ogni genere, iniziative commerciali, cene dassociazione, feste di compleanno, spettacoli e mostre sono alcuni dei possibili utilizzi. Invitiamo compagni e amici di Punto Rosso a sfruttare questa opportunit e a diffondere presso quanti possono essere interessati la comunicazione della disponibilit di questo spazio. Eleonora (bonaccorsi@puntorosso.it) ogni giorno a disposizione per la verifica della disponibilit e per illustrare il tariffario.

Milano

Cena pugliese (quasi)


In cucina un milanese ( ben accetto laiuto di pugliesi veri)

Sabato 24 febbraio ore 20,30 Via G. Pepe 14 (angolo via Carmagnola - MM2 Garibaldi)

Taralli - olive - alici al limone - burrata Riso, patate e cozze Orecchiette con cima di rapa Polpettone pugliese Tegliata di verdure al forno Insalata Frutta di stagione

Per prenotazioni o informazioni 02/875045 - 02/874324 bonaccorsi@puntorosso.it (attendendo una email di conferma)
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VIGEVANO
STORIA DI TUTTI
Un viaggio nella societ attraverso la storia locale Il ciclo di incontri che si terranno con cadenza mensile nellambito delle iniziative di Punto Rosso Vigevano, un po anomalo: non si parler, come di consueto, di politica attuale ma si cercher di intraprendere un percorso storico che metta a fuoco alcune fasi della storia del movimento operaio e della societ italiana, partendo da un ambito locale. Il primo incontro, venerd 23 febbraio, riguarder le prime fasi del movimento operaio vigevanese con la nascita della Societ di Mutuo Soccorso e della prima Camera del Lavoro. La loro storia non va relegata a un passato ormai definitivamente superato senza relazione col presente. Riandare alle radici delle locali Societ di Mutuo Soccorso e Camera del Lavoro, due organizzazioni cos radicate, in tempi diversi, nella classe operaia vigevanese, ci consente di riflettere meglio sulla societ contemporanea senza dare per scontato ci che invece ha fondamento storico (assistenza, previdenza, regolamentazione degli orari di lavoro, diritti sindacali, ecc.). Il secondo incontro, venerd 23 marzo, analizzer il contributo fascista alla repressione antipartigiana prendendo ad esempio il caso dellOltrep pavese. I vari reparti di polizia fascista, ad esempio la Sicherheits, preferivano fucilare partigiani e antifascisti piuttosto che consegnarli ai tedeschi e procedevano a numerose ed efferate esecuzioni per accreditarsi e legittimare il loro potere. Uccidevano subito i partigiani, perch li ritenevano di competenza loro, avendo ingaggiato una guerra privata, a volte con gli stessi compaesani. Quando erano sconfitti si scatenavano provocando morti, incendi, distruzioni. Agivano in un ambito extra-giudiziale, decidendo della vita e della morte. Infliggevano punizioni collettive e indiscriminate alle popolazioni che sospettavano di aiutare le formazioni, nelle zone franche. Sono state irriducibili fino ai giorni dellinsurrezione. Per loro autonoma decisione persone potenzialmente destinate alla deportazione sono invece uccise. Paradossalmente hanno sottratto uomini alla deportazione in Germania. Schematizzando si potrebbe affermare che, a livello locale, i nazisti deportavano, i fascisti uccidevano. Nel terzo incontro, venerd 20 aprile, si dar ancora conto della vita politico-sindacale di Vigevano, ma con una chiave di lettura diversa da quella precedente: non pi vicende collettive, ma storie individuali, anche se strettamente intrecciate col movimento operaio. Saranno presentate, infatti, le autobiografie di due figure di militanti ben note e amate: Giuseppino Castoldi e Vittorio Lazzaroni. La loro autobiografia permette di ricostruire dallinterno la formazione, gli ideali, gli entusiasmi per le vittorie, la delusione per le sconfitte, il rapporto quotidiano con i problemi dei lavoratori, in una parola il vissuto di due persone che hanno dedicato la loro vita alla politica e al sindacato. In questa occasione sar importante il contribuito di tutti coloro che li hanno conosciuti e si proceder, come daltra parte negli altri incontri, in maniera seminariale e interattiva. Il ciclo di serate si concluder venerd 18 maggio con una relazione sulla realt socio-economica attuale di Vigevano. Verranno analizzati i dati economici e sociali, non trascurando le statistiche demografiche (si pensi solo al fenomeno dellimmigrazione straniera), i parametri ambientali e sanitari. Lintento sar quello di fornire numeri per capire i cambiamenti e le permanenze della citt di Vigevano nel quadro dellevoluzione della societ italiana. Animatore degli incontri sar Marco Savini, insegnante, ricercatore, collaboratore dellIstituto per la Storia della Resistenza e lEt Contemporanea di Pavia, che ha indagato la storia locale sui temi proposti. Come gi affermato, sar importante il contributo e la riflessioni di tutti i partecipanti. Gli incontri si svolgeranno presso la sede di Punto Rosso di Vigevano in via Boldrini 1, alle ore 21.
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LIBERA UNIVERSIT POPOLARE


PROSSIMI CORSI - PRIMO SEMESTRE 2006-2007 Tutti i corsi si tengono presso Punto Rosso, via G. Pepe 14 (ang. via Carmagnola) a Milano (MM2 Garibaldi), di norma dalle 18,30 alle 20,30 La Lup completamente autofinanziata. Per partecipare ai corsi, oltre alla quota di iscrizione singola, occorre fare la tessera annuale (da settembre ad agosto) che costa 3 euro. Attenzione! Chi intende partecipare ai nostri corsi pregato di avvisarci per tempo. La prenotazione per noi importante al fine di permetterci di organizzare meglio lattivit della Lup. 02/874324 - 02/875045 (anche fax) lup@puntorosso.it - www.puntorosso.it

Gruppo di lettura Tutti i mercoled a partire dal 14 febbraio alle ore 21 presso Punto Rosso Lettura delle

Lettere a Lucilio di Seneca


(l'edizione utilizzata quella della Bur Rizzoli) - per informazioni Luca Danesini 338/3651675

Come sta cambiando il capitalismo


Questo ciclo un'analisi del modo in cui sta cambiando il capitalismo, ma soprattutto di come cambiano le forme con cui trasforma le vite, i territori, il tempo e lo spazio della vita collettiva dentro e fuori i luoghi di lavoro. Ma il tentativo del corso anche quello di individuare quali spazi si aprano per nuove conquiste sociali. Insieme al relatore Andrea Fumagalli interverranno dei testimoni, persone direttamente coinvolte nei fenomeni e nei processi di cui si discute, per facilitare il pi possibile una discussione ampia con i partecipanti. Durata: 4 incontri Luogo: Punto Rosso, via G. Pepe 14 (angolo via Carmagnola, MM2 Garibaldi), Milano Orario: 18.30-20.30 Quota di partecipazione: 15 euro Gioved 15 marzo - Capitalismo e tecnologia Effetti dellinnovazione tecnologica sullorganizzazione della produzione materiale e immateriale e sullorganizzazione e sul mercato del lavoro. Ruolo del linguaggio e sviluppo delleconomia della conoscenza. Relatore: Andrea Fumagalli (Universit di Pavia) Gioved 22 marzo - Che cos' il capitalismo cognitivo? Spazio e conoscenza. Rete produttiva e apprendimento. Relatori: Andrea Fumagalli, Fabrizio Eva (Universit Ca' Foscari Treviso) Gioved 29 marzo - Autonomia o dominio? Il rapporto tra economia della conoscenza, soggettivit del lavoro, controllo sull'individuo e sulla societ-fabbrica. Relatori: Andrea Fumagalli, Maurizio Sibaud (responsabile sistemi informativi) Gioved 5 aprile - Capitalismo cognitivo e stato sociale Le prospettive di regolazione del capitalismo cognitivo: la distribuzione del reddito e le problematiche attuali del welfare. Relatore: Andrea Fumagalli

Nord e Sud del pianeta - Le immagini letterarie e culturali del conflitto


Il tema del corso l'analisi di fenomeni culturali/letterari che rappresentino i rapporti, i conflitti, le influenze tra "nord" e "sud" del mondo, a partire dalla colonizzazione per giungere ai contraddittori esiti della decolonizzazione che hanno sempre comunque dovuto fare i conti con limperialismo. Si analizzeranno le visioni delloriente (orientalismo) o del sud imposte, anche inconsapevolmente, da intellettuali e letterati allopinione pubblica nazionale occidentale (dominante) - oggi mondializzata - e il modo in cui i dominati hanno reagito e sono riusciti - o non riusciti - a uscire da meccanismi doppressione, non solo materiali ma anche culturali/letterari. Il corso organizzato come laboratorio in cui i partecipanti sono coinvolti attivamente nella discussione dei testi che, precedentemente distribuiti, saranno ampiamente letti durante gli incontri. Per questo motivo necessario prenotarsi per l'iscrizione (massimo 20 iscritti). Durata: 4 incontri Luogo: Punto Rosso, via G. Pepe 14 (angolo Carmagnola), mm2 Garibaldi - Orario: 18.30-20.30 Quota di partecipazione: 15 euro Venerd 9 marzo - Occidente, Oriente, Imperialismo nellindagine letteraria di E.W. Said Relatore: Luigi Carosso (insegnante) Mercoled 28 Marzo - La letteratura ispano-americana Relatore: Raul Crisafio (Iulm) Mercoled 18 aprile - Le alterit del letterario: alcuni esempi italiani Relatore: Paolo Giovanetti (Iulm) Venerd 25 maggio - La Nigeria di Ken Saro-Wiwa Donatello Santarone (Universit Roma Tre)

Storia, cultura e societ di Roma antica


Come mai un piccolo villaggio laziale divent la pi grande potenza mondiale? Parte da questo interrogativo questo corso di storia della Libera Universit Popolare. Si illustreranno le grandi tappe dell'evoluzione storica dell'Impero, le cause che lo condussero al declino, l'organizzazione economica e la struttura sociale dell'antica Roma, le caratteristiche del suo sistema politico e le sue grandi, e per molti versi ancora attuali, innovazioni giuridiche e istituzionali. Durata: 5 incontri Luogo: Punto Rosso, Via G. Pepe 14 angolo Carmagnola (mm2 Garibaldi) Orario: 18,30-20,30 - Quota di partecipazione: 20 euro Mercoled 28 febbraio - Le origini dell'Impero Relatrice: Paola Schirripa (docente) Mercoled 7 marzo - I grandi nodi dell'evoluzione storica di Roma Relatrice: Paola Schirripa Mercoled 14 marzo - Le cause del declino dell'Impero Relatrice: Paola Schirripa Mercoled 21 marzo - L'organizzazione politica di Roma e le innovazioni giuridiche e istituzionali Relatore: Giorgio De Vecchi (docente) Mercoled 28 marzo - L'organizzazione economica e la struttura sociale Relatore: Giorgio De Vecchi (docente)
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Edizioni Punto Rosso


Tel. e Fax 02/875045 - 02/874324 - edizioni@puntorosso.it - www.puntorosso.it I libri si possono acquistare on-line su www.consorzioequilibri.com e www.365bookmark.it I libri si possono chiedere direttamente alleditore pagandoli con un versamento sul conto corrente postale n. 37398203 intestato a Associazione Culturale Punto Rosso (specificando la causale) I nostri libri sono distribuiti nelle librerie anche da: Diest Distribuzione, Via Cavalcanti 11, 10132 Torino. Tel. 011/8981164.

------------------------------------------------------------------------------------------------------------GIUSEPPE PRESTIPINO

La memoria del futuro


Ridefinire il capitalismo, ripensare il comunismo
A partire dalla convinzione che occorra una nuova cultura politica per il socialismo del XXI secolo, dopo le sconfitte del socialismo reale e della socialdemocrazia, e che per costruirla occorra guardare ai movimenti reali in campo e alla nostra tradizione come libera eredit, il libro traccia una analisi attenta dei problemi aperti, sia teorici che politici, che abbiamo di fronte, indicando alcune proficue linee di proposta. Indice del volume I. Nodi irrisolti della teoria e disfatte reali (1. Vita, coscienza e coscienza sociale, 2. Agenti individuali e intelletto generale, 3. Autosufficienza dell'economia?, 4. Cercare ancora? sul "socialismo reale", 5. Un ciclo concluso) II. Ridefinire il capitalismo (1. Il carattere del capitalismo, 2. Il capitale come capitale cognitivo, 3. La follia incendiaria del capitale globale, 4. Scienza-tecnica e antipolitica, 5. Guerra permanente e violenza diffusa, 6. Crisi globale dell'Impero e/o dell'imperialismo) III. Ridefinire la libert comunista (1. L'idea di comunismo, 2. Sapere individuale e sapere comune, 3. Beni comuni e beni pubblici, 4. Per la nonviolenza, non contro ogni statualit, 5. Utopia dell'universalismo) IV. Ripensare la transizione (1. Avanzamenti e impedimenti nella transizione, 2. Il vecchio e il nuovo, 3. Nuova e diversa lotta di classe, 4. Culture e generi, 5. Partito e movimento, 6. Porre fine ai cattivi ricorsi storici) Collana Il presente come storia, pp. 160, 11 Euro, ISBN 88-8351-067-4 Giuseppe Prestipino ha insegnato nell'Universit di Siena come ordinario di Filosofia della storia e di Filosofia teoretica. Il pi diretto impegno politico risale al 1944. In seguito, ha svolto attivit di giornalista, di sindacalista in Libia, di sindaco, facendo parte dell'Assemblea regionale siciliana e poi del Comitato centrale nel Pci. Tra le molte sue opere: Natura e societ (Editori Riuniti, 1973) e Da Gramsci a Marx (Editori Riuniti, 1979), Modelli di strutture storiche (Bibliotheca, 1993), Narciso e l'automobile (La Citt del Sole, 2000), Realismo e Utopia. In memoria di Lukcs e Bloch (Editori Riuniti, 2002), Tre voci nel deserto. Vico Leopardi Gramsci (Carocci, 2006). Ha lavorato per diverse riviste italiane e straniere, per l?Istituto Gramsci e per la Fondazione Basso. E' Presidente onorario del Centro per la Filosofia Italiana e Direttore della rivista filosofica "Il Contributo".

ANDREA FUMAGALLI

LAVORO - Vecchio e nuovo sfruttamento Pubblicato in collaborazione con Carta


Nei tempi della flessibilit che si trasforma in precariet, il tema del lavoro sempre pi centrale nella vita degli individui. Ma che lavoro ? E che trasformazioni ha subito nella rivoluzione informatica degli ultimi trent'anni? Ci hanno sempre detto che il lavoro rende liberi e a maggior ragione dovrebbe essere vero oggi, dove la fatica della fabbrica sempre pi sostituita dalle capacit mentali. Ma proprio cos? Andrea Fumagalli insegna Economia Politica all'Universit di Pavia. Svolge attivit di ricerca sui temi del mercato del lavoro e della distribuzione del reddito. Collabora con Punto Rosso e scrive su numerose riviste di movimento. E' uno degli animatori della EuroMayDay precaria. I Tascabili Punto Rosso, pp. 210, 7 Euro, ISBN 88-8351-065-8

MARIO VITIELLO

TRASPORTI Mobilit, qualit della vita, democrazia


(in collaborazione con Attac-Italia)
La mobilit un diritto? Se lo , rientra tra quelli fondamentali di cittadinanza. Ma un diritto negato! L'ingorgo blocca la Ferrari e la Panda, e a suo modo rende democratica la congestione. Il mito dell'automobile inarrestabile, o le relazioni pi autentiche viaggiano su una bicicletta? La privatizzazione del trasporto pubblico obbligatoria? Oppure esiste un modo alternativo, partecipato, democratico e solidale per far funzionare autobus e tram? E cosa c'entrano le lotte in Val Susa con gli scioperi dei ferrotranvieri? E le mobilitazioni contro il Ponte con le proteste dei pendolari di Lodi? Questo libro, in modo semplice e chiaro, offre percorsi alternativi di analisi e delinea uno scenario di proposte non scontate che restituiscono a mobilit e territorio la dignit di beni comuni.

Mario Vitiello, 38 anni, ingegnere, ferroviere, socio di Attac Italia dal 2001. Collabora con il comitato locale di Milano. Per lavoro ha a che fare stabilmente con binari, stazioni, cantieri di lavori pubblici. I Tascabili Punto Rosso, pp. 112, 6 Euro. ISBN 88-8351-061-5

ROBERTO ROMANO

ECONOMIA PUBBLICA Stato, mercato, diritti


Presentazione di Alessandro Santoro Postfazione di Luigi Cavallaro
La globalizzazione ha tolto agli Stati ogni possibilit di un vero intervento nell'economia? Davvero il mercato pi efficiente e pi capace di garantire la crescita e lo sviluppo economico? In Italia ed in Europa molte cose sembrano dimostrare il contrario. Questo libro vuole essere un contributo per riaprire un grande dibattito sull'economia pubblica, sul ruolo dello stato nell'economia reale e su come sia possibile costruire un nuovo contratto sociale nelle nostre societ.

Roberto Romano lavora presso il dipartimento contrattazione della Cgil Lombardia con incarichi di studio ed collaboratore del quotidiano Il Manifesto. E' stato assistente del Presidente della Commissione Attivit Produttive della Camera dei Deputati Nerio Nesi nella legislatura 1996-2001. I Tascabili Punto Rosso, pp. 112, 6 Euro. ISBN 88-8351-062-3

AAVV

ENERGIA Rinnovabilit Democrazia


Aria, Acqua, Terra e Fuoco, i quattro elementi fondamentali impiegati da Empedocle per descrivere il mondo in cui viviamo, sono tra loro interconnessi. Il Fuoco lenergia viene oggi utilizzato dalluomo e consumato cos dissennatamente, in particolare nelle sue forme fossili, da compromettere i cicli della biosfera, dando luogo ad un inarrestabile degrado dellaria, dellacqua, della terra. C' bisogno di una alternativa. Questo libro cerca di fare delle proposte in questa direzione. "Nessuno potr pi dire che i movimenti non avanzino proposte positive e realizzabili.... Un documento di notevole lucidit e compattezza, che fornisce una coerente prospettiva di riferimento!" (Wolfgang Sachs, Wuppertal Institut) Energia vita e non solo, come avvenuto nella crescita del mondo ricco, consumo per il superfluo. Laccesso ad essa indispensabile affinch le parole democrazia e lotta alla povert si trasformino nel cuore di un programma di cambiamento. Ma abbiamo ancora molto da imparare (padre Alex Zanotelli, missionario comboniano) Sta crescendo impetuosa la consapevolezza che la riappropriazione dei beni comuni un diritto dellumanit. Il movimento per lacqua ha gi conquistato un posto rilevante nellagenda politica dei movimenti e attraversa ormai le istituzioni. Benvenuto al contratto per lenergia e il clima. (Riccardo Petrella, Contratto mondiale per lacqua)

Hanno collaborato alla stesura del presente saggio: Guido Agostinelli, Mario Agostinelli, Ugo Biggeri, Orsola Bolognani, Roberto Brambilla, Paolo Cacciari, Nicola Cipolla, Sandro Finardi, Maurizio Gubbiotti, Paola Iannizzotto, Gianni Naggi, Vincenzo Naso, Lorenzo Pagliano, Maurizio Pallante, Ciro Pesacane, Debora Rizzuto, Karl Ludwig Schibel, Massimo Serafini, Gianni

Tamino, Pierattilio Tronconi, Renato Valota, Antonio Vermigli. Collana I Tascabili di Punto Rosso pp. 112, 6 Euro - ISBN 88-8351-053-4

STAI VIVENDO UN EQUILIBRIO PRECARIO La precariet nella vita e nel lavoro delle donne
A cura di Linda Santilli Atti del III Campeggio di Scuola di Politica del Forum delle donne. Palermo, 3-8 settembre 2005
Il volume raccoglie gli atti del 3 Campeggio nazionale di Scuola di politica organizzato dal Forum delle donne di Rifondazione comunista a Palermo dal 3 all8 settembre del 2005. Al centro del dibattito un tema di straordinaria attualit, quello della precariet del lavoro e della vita delle donne, affrontato attraverso molteplici angolature dai partecipanti alliniziativa: donne e uomini di differenti generazioni, cittadinanza, provenienza geografica. La precariet sul lavoro, la precariet della propria identit, delle proprie relazioni e delle proprie collocazioni nel mondo, dei propri saperi per leggerlo e trasformarlo facendo tesoro della pratica femminista del partire da s e degli strumenti politici dellinchiesta/autoinchiesta il filo conduttore che attraversa i sette seminari, nel moltiplicarsi di domande. Quale il rapporto oggi tra riproduzione sociale, lavoro, reddito? Tra produzione e riproduzione? Quale peso hanno oggi queste sfere nella vita delle donne? In che misura e a quali condizioni il lavoro continua ad essere un canale di liberazione dentro cui si costruisce il senso di s? 24 punti di vista che dialogano tra loro tentando una narrazione che dia conto della complessit. Voci narranti non sulla precariet ma dalla precariet, attraverso le tematiche della femminilizzazione del lavoro, delle trasformazioni del mercato globale, dellimmigrazione, della cittadinanza europea, dei saperi e della scuola, del processo di militarizzazione della vita, del riemergere di ideologie identitarie.

Linda Santilli. Nata il 13 settembre 1966 allAquila. Laureata con una tesi in storia contemporanea sul progetto politico e culturale del Fronte Sandinista. Lavora presso lufficio nazionale del Forum delle donne. E responsabile scientifica dellArchivio femminista Rosa Luxemburg del Prc e coordinatrice del gruppo di ricerca Patriarcato del partito. Ha pubblicato articoli e saggi su tematiche ispirate al femminismo in varie riviste ed ha curato diverse pubblicazioni. Pubblicato in collaborazione con il Forum delle Donne del Partito della Rifondazione Comunista Collana I quaderni del mare, pp. 184, 10 Euro. ISBN 88-8351-064X

IL MIRACOLO CINESE Visto dallinterno, dal punto di vista di autori cinesi


Il titolo dell'edizione inglese di questo libro China Reflected. Esso va inteso in due sensi. Il primo rinvia allimmagine della Cina riflessa dallo sguardo degli autori cinesi. Che cosa succede oggi nellinterno del paese? Quali sono i problemi pi importanti agli occhi degli intellettuali? Le informazioni veicolate dai media dominanti non permettono di rispondere a queste domande. Il secondo senso rinvia alla riflessione propriamente detta, a quella necessaria per lavorare a una migliore comprensione delle tendenze di fondo, allo scopo di dare slancio alla nostra militanza. Pubblicare questopera non significa semplicemente mettere insieme una serie di articoli, ma anche incoraggiare e facilitare le interazioni fra i diversi autori. Questo libro daltronde un derivato dellazione di Arena (Asian Regional Exchange for New Alternatives). Praticamente tutti gli autori qui riuniti hanno gi partecipato alle nostre attivit in quanto personerisorsa su differenti problematiche di interesse generale per la Cina e il resto dellAsia. (dallintroduzione di Lau Kin Chi).

Indice:Introduzione. Condizioni della critica intellettuale in Cina di Lau Kin Chi. Rappresentazioni della Cina rurale nei discorsi della modernizzazione di Lau Kin Chi. Bilancio e prospettive dello sviluppo rurale in Cina allalba del ventunesimo secolo di Wen Tiejun. Problematica rurale e sviluppo diseguale in Cina di Huang Ping. Tavola rotonda sullo sviluppo rurale e lamministrazione locale in Cina con Lau Kin Chi, Bai Nansheng, Chen Xin, Huang Ping, Wen Tiejun, Jeannie Manipon e Lot Felizco. Repressione del movimento sociale di Tienanmen e nascita del neoliberalismo cinese di Wang Hui. Logiche e difficolt della cultura consumistica e della crescita cinese di Chen Xin. Ruolo e funzioni dei sindacati in Cina: realt e impressioni evolutive di Feng Tongqing. Classi e rapporti di genere nel discorso dominante in Cina di Dai Jinhua. Intellettuali, Stato, media e ideologia neoliberale in Cina di Dai Jinhua Le Edizioni Punto Rosso pubblicano in italiano i Cahiers di Alternatives Sud del Centro Tricontinentale di

Louvain-la-Neuve (Bruxelles) e diretti da F. Houtart. I quaderni di Alternatives Sud hanno lobiettivo di far conoscere il pensiero e le analisi del Sud sui rapporti sociali mondiali e sullevoluzione delle societ del Sud. La parola Alternatives indica una prospettiva diversa rispetto a quella delleconomia dominante nella fase attuale di ristrutturazione dellaccumulazione capitalistica con le sue conseguenze sociali, politiche, culturali. La parola Sud sostituisce linadeguata espressione Terzo Mondo. Collana Quaderni di Alternatives Sud, pp. 160, 11 Euro. ISBN 88-8351-063-1

AQUI MANDA EL PUEBLO! Chiapas: resistenza e autonomia dai caracoles zapatisti


Testi di: Miguel Alvarez Gndara - Marta Duran de Huerta - Giunta del Caracol di Morelia - Magdalena Gmez - Onsimo Hidalgo Dominguez - Mani Tese Lucca - Emilio Molinari - Carlos Montemayor - Miguel Pickard - Pablo Romo - Don Samuel Ruiz Garcia - Jorge Santiago Santiago - Serapaz
"Qui comanda il popolo e il governo obbedisce". I protagonisti del conflitto chiapaneco, e gli osservatori pi attenti, raccontano la storia e le caratteristiche della ribellione che svegli il mondo e che si trova ancora intatta a rinnovare sfide e ad accendere gli animi di milioni di persone unite nel grande movimento contro la globalizzazione neoliberista. Fotografie di volti coperti, che incarnano una proposta politica diversa, capace di rinnovarsi anche a distanza di 12 anni col nuovo slancio della VI Dichiarazione della Selva Lacandona. I concreti sentieri dell'autonomia che centinaia di migliaia di indigeni costruiscono quotidianamente in mezzo al silenzio dei grandi media, esempio di resistenza e di affascinante alternativa. L'esperienza di un dialogo fra due mondi che propongono un modo di fare solidariet che parte dal basso e cammina verso la dignit e la giustizia dei popoli.

Formato 21x26, pp. 296 - 100 foto, 25,00 - ISBN 88-8351-052-6

SAMIR AMIN

PER UN MONDO MULTIPOLARE In appendice l'Appello di Bamako


Il momento attuale della globalizzazione caratterizzato dallemergere dellimperialismo collettivo della Triade, composta da Stati Uniti, Europa e Giappone, attraverso la quale si esprime la solidariet fondamentale del capitale dominante. Contemporaneamente, attraverso il controllo militare del pianeta, gli Stati Uniti subalternizzano i loro alleati per costruire un mondo unipolare. I popoli non possono avanzare i loro progetti di progresso sociale e di democratizzazione se non contrapponendosi al progetto di Washington e cercando di imporre la ricostruzione di un mondo multipolare. In questa prospettiva, il libro analizza gli ostacoli e i dilemmi che interpellano il movimento mondiale. LEuropa sar in grado di rompere con latlantismo e con la sua subalternit agli Stati Uniti? La Cina riuscir a perseguire il suo sviluppo sulla base di un socialismo di mercato, nonostante la sua adesione al Wto conprometta le sue potenzialit? Il Sud riuscir a ricostruire una sua autonomia e alleanza allaltezza della sfida in corso? La prospettiva multipolare richiede una riforma radicale dellOnu che qui formulata nello spirito del rispetto della sovranit dei popoli e della democratizzazione della societ. Questa analisi evidenzia le interdipendenze che legano le opzioni politiche e sociali, peculiari delle diverse nazioni e regioni del mondo, con le loro implicazioni geostrategiche.

Collana libri/FMA n. 14, pp. 234, 12 Euro

GLOBALIZZAZIONE E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE


Atti del corso sulla cooperazione organizzato dalla Provincia di Milano - Assessorato alla pace e alla cooperazione, in collaborazione con la Libera Universit Popolare e lAssociazione delle Ong Lombarde (gennaiogiugno 2005) Saggi di: Gildo Baraldi, Andrea Baranes, Guido Barbera, Davide Bazzini, Augusta Borghi, Giampaolo Calchi Novati, Marco Capodaglio, Francesco Castelli, Janiki Cingoli, Ada Civitani, Jos Luiz Del Roio, Fabrizio Eva, Fabiana Folloni, Giorgio Garelli, Maria Gatti, Giordano Golinelli, Silvia Jelmini, Gian Paolo Morelli, Isidoro Mortellaro, Mauro Perini, Lele Pinardi, Giuseppe Pirola, Elena Pisano, Rosa Riboldi, Carla Ricci, Maurizia Russo Spena, Raffaele K. Salinari, Roberto Savio, Javier Schunk, Lorenzo Sola, Andrea Stocchiero, Luigi Vinci, Alberto Vitali, Angelo Zorzoli Collana Libri/FMA n. 15, 12 Euro

Il libro stato realizzato con il contributo della Provincia di Milano - Assessorato alla Pace e alla Cooperazione Internazionale

IL DIRITTO ALLA SALUTE


a cura di Fulvio Aurora e Erminia Emprin Gilardini
Il libro prova a definire una alternativa credibile all'antitesi tra la "libert del mercato" e "l'opprimente burocrazia dello stato", in cui il diritto alla salute per tutti si coniughi con il diritto di ognuno ad essere preso in carico individualmente dal sistema sanitario nazionale. La necessit di garantire il carattere pubblico del sistema sanitario si coniuga quindi con la necessit di garantire l'individualizzazione delle prestazioni. Per questo si propone che la programmazione pubblica si intrecci con il controllo sociale sulla macchina sanitaria: per questo si propone che la gestione statale si integri con meccanismi di controllo che incorporino la partecipazione dei cittadini, che valorizzino le mille esperienze di organizzazione e di autotutela a cui il popolo dei cittadini ha dato vita in questi anni. Alla barbarie di uno stato succube del mercato si contrappone una socializzazione dello stato, un processo di partecipazione dal basso che possa correggere i burocratismi statali e determinare il pieno rispetto dell'individuo dentro il processo di prevenzione, di cura e di riabilitazione.

Questo libro stato realizzato dal Partito della Rifondazione Comunista - Sinistra Europea - Area tematica Lavoro e Diritti sociali. Con il contributo di: Gruppo consiliare del Prc - Regione Emilia Romagna; Gruppo consiliare del Prc - Regione Piemonte; Gruppo consiliare del Prc - Regione Toscana Le autrici e gli autori: Fulvio Aurora, Franco Berrino, Marco Caldiroli, Silvana Cesani, Luciano Cristaldi, Patrizia Dicaccamo, Erminia Emprin Gilardini, Paolo Fierro, Walter Fossati, Matteo Gaddi, Julian Tudor Hart, Paolo La Marca, Andrea Micheli, Angelo Minghetti, Mauro Perino, Francesco Piobbichi, Dorino Piras, Nicoletta Pirotta, Roberto Polillo, Elio Rossi, Gabriella Stramaccioni, Pippo Torri, Mario Valpreda, Arduino Verdecchia, Anna Villarini. Introduzione di Paolo Ferrero. Coedizione Punto Rosso / Carta, pp. 360, 12 Euro

FABRIZIO GIOVENALE

LA RISALITA
Oltre che libro di indagine sul degrado ambientale globale, La Risalita pu essere considerato un semplice e lineare manifesto per il nuovo governo dell'Unione. Un auspicio, una speranza, una necessit. Il mondo sta andando per il verso sbagliato. Sembra che non ci sia la possibilit di sopravvivenza per la nostra specie. A meno che non si cambi paradigma rispetto a quello imposto dal mercato e da un'idea perniciosa di sviluppo e si cominci ad occuparci di fatti concreti: l'acqua, l'aria, le risorse, la flora, la fauna. A preoccuparci della salute del mondo. Per il futuro. Fabrizio Giovenale con parole facili ci indica la strada possibile dopo l'ubriacatura della "Terza via" in parte svanita, ma sempre incombente. Quella che partendo dalla forza di coscienza del limite delle risorse mette il primato sulle motivazioni ambientali. I beni comuni sono di tutti e devono bastare per tutti. Il libro indica sinteticamente, come una mappa che offre ai nuovi governanti, gli elementi programmatici di una piattaforma alternativa che si nutre di ciclo corto, di isole urbane, di salvaguardia della superficie agraria nazionale, rimboschimento, risparmio idrico ed energetico, ma soprattutto di nuova cultura e di "educazione permanente" per re-imparare sobriet e cooperazione.

Fabrizio Giovenale urbanista. Decano della vecchia guardia ambientalista, quella di Aurelio Peccei, Laura Conti, Antonio Cederna. Gi vicepresidente di Italia Nostra, tra i fondatori di Legambiente. Autore di saggi sulle politiche territoriali e ambientali: Come leggere la citt, 1977; Il tempo delle vacche magre, 1981; Nipoti miei, 1995; Rapporti uomo-Terra: che cosa cambiato, ottobre 2005 (in Accadde domani a cura di G. Prestipino e T. Serra, ed. Aracne). Ha collaborato a "Paese Sera", "Il Manifesto", "Avvenimenti". Scrive su "Liberazione", "La Nuova Ecologia", "QualEnergia". pp. 160, 10 Euro

PIETRO MITA

LO ZINGARO E IL COMUNISTA Ritratto di Pietro Al

Una vita nomade quella di Pietro Al. Militante di base, instancabile organizzatore politico nella sua Puglia degli anni 70. Senatore della Repubblica. Impegnato in forme nuove di militanza nellet del precariato diffuso, alla ricerca di un rapporto inesplorato tra politica di movimento e riflessione teorica nella Roma di inizio millennio. Proprio le generazioni di giovani che oggi si ribellano al neoliberismo possono leggere questo libro come il racconto di uno simile a loro, che ha provato a cambiare il mondo. E anche un libro sulla Puglia. Sulle contraddizioni, sulle aspettative e sulle lotte che hanno attraversato questa regione negli ultimi 40 anni.

Pietro Mita, per decenni insegnante di scuola media superiore, ha sempre conciliato lattivit politica e limpegno nella scuola pubblica italiana. La contestazione del 68 lo vide protagonista nellUniversit di Lecce e nella societ pugliese. Negli anni 70 partecip a diverse esperienze di movimento e di organizzazione politica nella nuova sinistra. E stato promotore di numerose iniziative culturali ed ambientaliste. Eletto Deputato nel 1992 per Rifondazione Comunista, nella Commissione Cultura della Camera, si occup di informazione radio-televisiva, Beni Culturali e Pubblica Istruzione. Sindaco di Ceglie Messapica fino al 1999 e dirigente nazionale dellANCI (Associazione Nazionale Comuni dItalia). Attualmente Consigliere Regionale in Puglia per Rifondazione Comunista. Novit Edizioni Punto Rosso, pagg 160, 10 Euro

ERNESTO SCREPANTI

IL CAPITALISMO Forme e trasformazioni


Il modo di produzione capitalistico non riducibile alla propriet privata dei mezzi di produzione. La storia cinsegna che ci pu essere sfruttamento capitalistico anche in sistemi in cui la propriet privata non svolge alcun ruolo nel controllo del processo produttivo. Abbiamo dunque bisogno di una teoria generale che riesca a dar conto anche del capitalismo di stato, del capitalismo corporativo e di altre forme ancora, oltre che di quello classico. La prima parte del libro propone la costruzione di una tale teoria generale partendo dalla tesi che listituzione fondamentale del capitalismo il lavoro salariato, cio la relazione contrattuale che genera il comando capitalistico nel processo produttivo. La seconda parte del libro affronta vari temi del dibattito sul capitalismo contemporaneo, dal postfordismo alla globalizzazione alla disoccupazione di massa. Dopo aver criticato varie opinioni correnti, propone uninterpretazione delle trasformazioni attuali del capitalismo come determinate dai movimenti di lungo periodo del conflitto di classe fondamentale e delle scelte politiche del grande capitale multinazionale. Conclude offrendo una spiegazione degli attuali processi di mondializzazione come manifestazioni di una forma nuova di imperialismo, limperialismo globale.

Ernesto Screpanti insegna Economia Politica allUniversit di Siena. Tra le sue pubblicazioni recenti sullo stesso tema si segnala The Fundamental Institutions of Capitalism, Routledge, Londra 2001. Collana Il presente come storia - pp. 184, 13 Euro - ISBN 88-8351-054-2

EUROPA, DOVE VAI? Dalla crisi del percorso liberista della costruzione europea alle prospettive alternative
Saggi di Luigi Vinci, Franco Russo, Isidoro D. Mortellaro, Lidia Menapace, Andrea Ricci, Roberto Musacchio, Mario Agostinelli, Marco Bersani Formato 11x16, pp 144, 8 Euro, ISBN 88-8351-051-8
Dopo la bocciatura della Costituzione europea ad opera dei referendum popolari di Francia e Olanda, eventi che denotano la crisi profonda del percorso liberista della costruzione europea e non un arretramento nazionalistico e di destra, quali prospettive alternative si aprono per un processo di unit europea basato sulla democrazia partecipativa reale e sui bisogni fondamentali delle popolazioni? E quali le analisi e le proposte di una sinistra alternativa all'altezza della sfida sociale e politica in campo?

GIOVANNI VIANSINO

IMPERO ROMANO - IMPERO AMERICANO Ideologie e prassi


E possibile la comparazione tra lImpero Romano e lImpero Americano? Il libro mostra come questa comparazione fatta dagli intellettuali di Bush sia solo un prodotto ideologico con lo scopo di legittimare un dominio tuttaltro che simile a quello antico dei romani.

Novit, pp. 198, 12 Euro

STEFANO CALZOLARI - MIMMO PORCARO

L'INVENZIONE DELLA POLITICA Movimenti e potere


Quali sono le pi importanti novit introdotte dal "movimento dei movimenti" nel pensiero e nell'azione politica? E' possibile restare fedeli a queste novit e, nello stesso tempo, trovare la strada d'una maggiore continuit e di una maggiore efficacia, evitando sia l'ossessione per il potere di Stato che la retorica del "sociale"? E, ancora, quanto siamo di fronte a novit reali e quanto invece a indicazioni urgenti per un pensiero della politica all'altezza dei tempi che ancora non c'? Con tagli teorici che si incrociano e si differenziano i due saggi contenuti nel volume iniziano a rispondere a questi problemi che sono all'ordine del giorno.

Novit. pp. 664, 15 Euro

RAFFAELE K. SALINARI

RE-ESISTENZA CONTRO SOPRA-VIVENZA - SECONDA EDIZIONE Tredici affermazioni di liberazione dallImpero-fattuale


"Questo un saggio di critica del bioliberismo. Tutto ci che vi si critica dunque intimamente connesso al nostro essere. La lotta politica e quella interiore si riflettono reciprocamente, dato che l'avversario parte di noi. Chi presume di essere gi nel numero dei "re-esistenti" non lo legga. Chi invece intuisce di essere a cavaliere tra le due concezioni opposte dell'essere ci trover - spero - argomenti di riflessione". La fase imperiale realmente operante vede contrapporsi due espressioni del vivente radicalmente distinte. Da una parte lottanto i Re-esistenti: nati per creare l'Evento Unico della liberazione, essi affermano il libero dispiegarsi di ogni espressione-di-vita, la loro necessit di perseguire il gioco dell'appartenenza ad un sistema-mondo di relazioni che si riconosce nel "rispetto del destino di tutti". Ad essi si oppongono i Sopra-viventi, gli adepti del potere gerarchizzante, i servi dell'Impero-fattuale. Il loro scopo quello di sequestrare la possibilit della liberazione totale reificando la vita. Alienando il vivente da se stesso essi cercano di impedirne la liberazione perch non possono riprodursi che all'interno di un sistema imperiale nel quale, alcune espressioni-di-vita, letteralmente sopra-vivono ad altre. In tredici affermazioni l'autore delinea un "percorso insurrezionale" giocato sulla creazione istantanea di un "tempo nuovo", consapevolmente libero dai condizionamenti imperiali. E' il tempo dell'Orizzonte degli Eventi, nel quale la liberazione si materializza istantaneamente per chi in grado di "far insorgere consapevolmente il proprio amore".

Coedizione Punto Rosso/Carta, pp. 160, formato 11x16,5, 8 Euro, ISBN 88-8351-048-8 Raffaele K. Salinari nato a Zurigo nel 1954. Medico-chirurgo, ha lavorato per oltre venticinque anni nelle Nazioni Unite e in diverse Organizzazioni Umanitarie in Africa, Asia e America latina. Autore di numerosi saggi sulle tematiche della cooperazione internazionale allo sviluppo, docente di Diritto della cooperazione nelle Universit di Bologna, Parma e Urbino. Presidente della Federazione Internazionale Terre des Hommes e membro del Consiglio Internazionale del Forum Sociale Mondiale. A cura di IMMA BARBAROSSA E SIMONA RICCIARDELLI

LA ROSA E LE SPINE
Atti del seminario internazionale su Rosa Luxemburg. Napoli, Bagnoli, Citt della Scienza, 4 dicembre 2004 Presentazione di Scipione Semeraro, intervento di Fausto Bertinotti. pp. 144, 10 Euro

ZAPRUDER N. 12 in distribuzione il dodicesimo numero del quadrimestrale "Zapruder. Storie in movimento. Rivista di storia della conflittualit sociale" (gennaio-aprile 2007). Oltre che tramite abbonamento, la rivista - 160 pagine, 10 euro - reperibile nelle principali librerie e in alcune edicole selezionate. Il tema della parte monografica "Accordi e conflitti. Musica, societ e politica in et contemporanea". zapruder@storieinmovimento.org - info@storieinmovimento.org - www.storieinmovimento.org Nemmeno l'interesse per l'uso pubblico della storia, che ha animato la comunit degli storici, ha contribuito a sdoganare la canzone e la musica quale produttrice di senso comune storico, a differenza della televisione, della carta stampata, del cinema che sono stati oggetto d'analisi in quanto veicoli della comunicazione storica. Eppure la musica e la canzone hanno avuto da sempre una potente funzione nella formazione dell'identit culturale a livello individuale e collettivo. Il suo carattere complesso, al tempo stesso fenomeno culturale, veicolo del simbolico e straordinario strumento economico-commerciale, fa della musica un documento irrinunciabile per lo storico. In questo numero di "Zapruder" siamo partiti dall'assunto di non voler fare una storia della canzone e della musica, ma di porre invece il problema di come sia indispensabile, in determinati contesti di ricostruzione storica e sociale, usare la canzone e la musica come fonti documentarie. Come gi sapevano i sociologi e gli antropologi, ugualmente gli storici si stanno accorgendo d'avere occhi non solo per leggere documenti, ma anche per vedere foto, immagini, cinegiornali, manifesti murali, e orecchie per sentire i "rumori della storia": musiche, slogan, discorsi registrati, assemblee chiassose e agitate, cortei scandenti slogan, canzoni e canzonette. Editoriale - Margherita Becchetti, Diego Giachetti e Franco Milanesi, Sette note per la storia Zoom - Accordi e conflitti. Musica, societ e politica in et contemporanea (articoli e Dietro le quinte) - Marco Peroni, Ci vuole orecchio. Come le canzoni raccontano la storia - Angela Maria Alberton, "Se viene Garibaldi soldato mi far". Canzone popolare e mobilitazione patriottica nel Risorgimento - Emanuela Vita, Ost-musik. Il dissenso nella Rdt attraverso le subculture musicali negli anni sessanta Le immagini - Nanni Angeli, I misteri di Lunissanti - Margherita Becchetti, Elezioni di musica. Gli spettacoli della Compagnia del Collettivo per la campagna elettorale del 1972 Schegge - Matteo Saudino, Note di guerra. Propaganda e protesta nei canti del primo conflitto mondiale - Simone Bellezza, Ukrainian Euro(di)vision. Politica e musica della "rivoluzione arancione" In cantiere - Mimmo Perrotta, Le memorie di Girasole. Una ricerca per il cinquantenario dell'uccisione di un bracciante lucano Voci - Massimiliano Genot, Andante molto mosso. Un'intervista su musica classica e politica (a cura di Franco Milanesi) Altre narrazioni - Gigi Dall'Aglio, L'istruttoria, un rito laico. Intervista sul rapporto tra storia e teatro (a cura di Bianca Maria Ragni) Luoghi - Quinto Antonelli, Cara Gigliola. Le lettere a Gigliola Cinquetti conservate al Museo storico di Trento La storia al lavoro - Andrea Brazzoduro, L'ombra lunga della guerra. La riabilitazione del passato coloniale in Francia Storie di classe - Rete urbana per il territorio e la sua storia (Ruts), La fabbrica della memoria. Nuovi percorsi di ricerca e intervento scolastico nei quartieri di Roma Interventi - Edoardo Tacchi, Storia di un equivoco. Bob Dylan e la canzone di protesta Franco Bergoglio, Il secolo swing. Jazz e societ di massa - Alessandro Romanello, Today's type of blues. Jimi Hendrix nella musica rock
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