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Pharsalia il titolo dell'unica opera conservatasi del poeta latino Marco Anneo Lucano.

. Nei manoscritti che la tramandano sempre citata come Bellum civile ("La guerra civile"), ma il titolo esatto dovrebbe essere proprio Pharsalia, in base a quello che lo stesso Lucano dice nel IX libro: Il poema epico-storico di Lucano certo incompiuto e si arresta al X libro. Argomento dell'opera la guerra civile che oppose Gaio Giulio Cesare a Gneo Pompeo Magno e che ebbe nella battaglia di Farsalo il suo punto culminante (raccontato da Lucano nel VII libro). Fonti di Lucano furono Tito Livio, Asinio Pollione, Seneca il Vecchio e i Commentarii di Cesare Elogio di Nerone il progredire del pessimismo q Allinterno della Pharsalia lelogio di Nerone suona come una nota stridente. q nello stesso progetto del poema era insita la contraddizione fra la visione radicalmente pessimistica dellultimo secolo di storia romana, che Lucano viene maturando, e le aspettative suscitate dal nuovo principe. Lucano lanti- mito di Roma q nel seguito del poema il pessimismo di Lucano s fa molto pi radicale. q Un vero e proprio antimito di Roma , il mito del suo tracollo, della inarrestabile decadenza, che si contrappone a quello virgiliano dellascesa della Citt da umilissime origini. Le profezie di sciagure q Come lEneide, La Pharsalia si articola intorno a una serie di profezie, che rivelano non le future glorie di Roma, ma la rovina che lattende. q La pi importante costituita senza dubbio dalla negromanzia del libro VI. q Introducendo il mondo delloltretomba, Lucano mostra levidente volont di creare un pezzo che possa da pendant alla catabasi ( discesa agli inferi) di Enea. q La collocazione dellepisodio costituisce un probabile indizio della posizione di centralit che Lucano intendeva accordargli nellarchitettura del poema e, quindi, della progettata estensione della Pharsalia su un arco di dodici libri, al pari del poema virgiliana. I personaggi del poema La Pharsalia non ha come lEneide, un personaggio principale. Le vicende si svolgono attorno alle figure di tre personaggi principali : Cesare, Pompeo , e , nellultima parte, Catone. Cesare q Cesare assurge a incarnazione del furor che unentit ostile, la Fortuna, scatena contro lantica potenza di Roma.

q In fondo rappresenta il trionfo di quelle forze irrazionali che nellEneide venivano domate e sconfitte q E tratto tipico della rappresentazione di un tiranno.

q Nel Pharsalia , Lucano spoglia Cesare del suo attributo principale la clemenza verso i vinti a costo di stravolgere la verit storica. Pompeo q Alla frenetica energia di Cesare, si contrappone, fin dallinizio del poema, una relativa passivit da parte di Pompeo. q Ne confronti di Pompeo, lintento di lucano quello di farne una sorta di Enea cui il destino si mostra avverso invece che favorevole: in questo senso egli diviene una figura tragica, lunica che, nello svolgimento del poema, subisca unevoluzione psicologica. q Alla progressiva perdita di autorevolezza in campo politico fa riscontro, in Pompeo, un ripiegamento verso i figli e soprattutto verso la moglie. q Lucano insiste nel mostrare lattaccamento di Pompeo verso i figli e soprattutto verso la moglie. q Alla fine, Pompeo va incontro ad una sorta di purificazione : diviene consapevole della malvagit dei fati, comprende che la morte in nome di una causa giusta costituisce lunica via di riscatto morale. Catone q Questa consapevolezza, che per Pompeo frutto di una lunga e dolorosa conquista, costituisce per Catone un solido possesso fin dalla sua prima apparizione nel poema. q Lo sfondo filosofico della Pharsalia indubbiamente di tipo stoico: ma nel personaggio di Catone si consuma la crisi dello stoicismo di stampo tradizionale, che garantiva il dominio della ragione nel cosmo, e, quindi, la provvidenza divina della storia. q Diviene impossibile per Catone, ladesione volont del destino ( o degli dei) che lo stoicismo pretendeva dal saggio. q Matura cos la convinzione che il criterio della giustizia ormai da ricercarsi altrove che ne nel volere del cielo: esso dora in poi risiede esclusivamente nella coscienza del saggio. q Come non si sottomette pi alla volont del destino, cos il saggio non pu nemmeno mantenere la propria tradizionale imperturbabilit di fronte al suo realizzarsi: Catone si impegna nella guerra civile, con piena consapevolezza della sconfitta alla quale va incontro, e della conseguente necessit di darsi la morte, lunico modo che gli resta per continuare ad affermare il diritto e la libert. La Pharsalia come Antieneide e Lucano come antivirgilio Diversamente da Virgilio, che aveva scelto a ragione il tema mitologico, la Pharsalia un poema epico-storico di struttura tradizionale in esametri, originariamente in 12 libri, dei quali solo 10 sono stati portati a compimento a causa della morte di Lucano 424d33e ; le sue fonti furono

repubblicane e sono: Livio (ab urbe condita), Asinio Pollione, Ennio (Annales), Seneca il vecchio, Nevio. Si pu parlare del poema di Lucano come una sorta di antieneide, e del suo autore come antivirgilio. Il poema epico, nella tradizione romana, era stato monumentum, celebrazione delle glorie dello stato e dei suoi eserciti. Nelle mani di lucano il poema epico diventa invece la denuncia della guerra fratricida e dellavvento di unera di ingiustizia: per Lucano Virgilio ha coperto con un velo di mistificazioni la trasformazione dellantica res publica in tirannide, esaltando lavvento di Augusto come una missione fatale. Se infatti il mito virgiliana esaltava la Roma delle origini, la Pharsalia pu essere considerata un antimito, in quanto denuncia la caduta della libertas repubblicana. Viene poi sottolineato il trionfo del furor, che coinvolge non solo la popolazione, ma anche il princeps. Lo strumento che Lucano usa per smascherare l'inganno di Virgilio e mostrare l'ingiustizia dell'impero, non luso racconti mitici, come veniva fatto da Virgilio, ma il tentativo di narrare il vero storico ( questa scelta che costituir la motivazione per la quale Lucano non introdurr nel suo poema lintervento degli dei, fondamentale invece nellEneide, che verranno sostituiti dallelemento magico/stregonesco), nonostante egli forzi questo al tornaconto del suo pensiero. La tecnica che Lucano adotta nel suo poema totalmente diversa dalla tecnica virgiliana: nel suo stile ardens et concitatus, egli inserisce frequentissimi interventi personali, ricchi di commenti, grazie ai quali la voce del poeta entra nel racconto. Nel proemio non c pi linvocazione alle muse: questa si trasforma in unaspra apostrofe al furor dei suoi concittadini, che hanno reso possibile la tragedia della guerra civile, con liperbole Bella plus quam civilia. Altra differenza da sottolineare lassenza di un eroe unico e positivo: i principali protagonisti sono 3. Cesare, visto come leroe nero, personaggio assolutamente negativo guidato da furor, ira et impatientia, del quale viene sottolineatala ferocia e la crudelt, a costo di spogliarlo del suo attributo principale, la clemenza, e stravolgere cos la verit storica; Pompeo, eroe tragico e passivo, vittima della mutatio fortunae, che costituisce il prototipo dello sconfitto; lunico che presenta un evoluzione psicologica nel suo percorso che gli permette di apprendere man mano consapevolezza del suo destino. Viene indicato come una vecchia quercia con le radici poco instabili. Catone, eroe positivo che, come un saggio stoico, soffre ma accetta il suo dolore, ne viene esaltata la Virtus. LO STILE Lo stile di Lucano ardens et concitatus: i periodi hanno un ritmo incalzante e senza freno, e lasciano spesso debordare parti della frase oltre i confini dell'esametro (enjambement). Si nota un'eccezionale tensione espressiva conferita al verso, una forte spinta al pathos e al sublime (dovuta al contatto con Seneca).

Il gusto di Lucano spesso accostato al barocco nell'uso dei paradossi e nella concettosit dei pensieri. Lucano evita la sinalefe, sacrificando la fluidit del verso alla sentenziosit del dettato. Il poeta spesso giudica e condanna con apostrofi e interventi personali, lo stile di rado conosce dominio e misura: la tensione espressiva di Lucano si alimenta dell'impegno e della passione con le quali il poeta ha vissuto la crisi della sua cultura
Stile: ardens et concitatus, lo definisce Quintiliano. incalzante ritmo narrativo dei periodi continuo enjambement

spinta continua al pathos e al sublime (v. tragedie di Seneca) per cui si parlato di barocco e manierismo gusto per i paradossi e per la concettosit (manierismo)

sentenziosit del dettato, anche a scapito della fluidit del verso (attenzione del poeta nellevitare la sinalefe). voce narrante onnipresente, per giudicare e condannare con sdegno gli eventi (numerose apostrofi).

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