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∫Y ds = ∫ Y ⋅ ϕ '1(t) dt + ... + ∫Y
2 2
⋅ ϕ 'N(t) dt
2
γ γ1 γ N1
1
Si ha:
( )
F G( X ) = F ( Z + X , T + Y ) = ( Z + X , T + Y , Z + X + T + Y )
Risulta:
F o G : R4 → R3 : ( X , Y , Z , T ) → ( Z + X , T + Y , Z + X + T + Y )
Oppure si esegue il prodotto riga per colonna tra le matrici delle due trasformazioni lineari.
M F o MG
Divergenza e Gradiente.
∂f ∂f ∂f
• Divergenza: + +
∂X ∂ Y ∂ Z
∂f ∂f ∂f
• Gradiente: , ,
∂X ∂ Y ∂ Z
Misura di un insieme.
∫ dS
S
Graamiano.
La derivata prima della parametrizzazione.
X ′ = ...
ϕ′ la sua norma è: ϕ ′ = ( X ′) + ( Y ′ )
2 2
Y ′ = ...
La norma è il coefficiente di dilatazione degli integrali.
Matrice Jacobiana.
Si mettono per riga le derivate parziali della parametrizzazione (o della funzione) considerata.
∂T ∂U
X = T ⋅U U T ∂X
la matrice Jacobiana è: M J =
Y = T + U 1 1 ∂Y
Parametrizzazioni
Quando si può non parametrizzare:
È possibile non parametrizzare l’equazione, ma calcolare gli estremi a seconda della dipendenza
di X,Y,Z dai complementari, cioè X può dipendere da Y e Z, e così via. Si prende il dominio e
si cerca di rielaborare le equazioni e le disequazioni forniteci per trovare gli estremi. In questo
modo non dobbiamo calcolare il coefficiente di dilatazione di una parametrizzazioni. Questo è
molto semplice e immediato per integrali doppi, negli integrali tripli può dare problemi
calcolare gli integrali di alcune funzioni con parecchie radici!!!
4 davide.univ@libero.it By Cavva
X = X1 (1 − T − U ) + TX 2 + UX 3
Y = Y1 (1 − T − U ) +TY2 + UY3
Della sfera o ellisse:
• Formula dell’ellisse \ cerchio:
( X − k ) 2 (Y − j ) 2 ( Z − h) 2
+ + =1
a2 b2 c2
ellisse centrata in (k,j,h) e di assi a,b,c se a=b=c è un cerchio.
• Si parametrizza così:
X = a sin (ϑ ) sin ( ϕ ) + k
Y = b sin (ϑ ) cos ( ϕ ) + j
Z = c cos (ϑ ) + h
Del cilindro:
• Formula del cilindro:
( X − k) (Y − j )
2 2
+ =0
a2 a2
Cilindro centrato in (k,j,0) e raggio a.
• Si parametrizza così:
X = a sin (ϑ ) + k
Y = a cos (ϑ ) + j
Z =t
Del cono:
• Formula del cono:
X2 Y2
+ = Z2
a2 a2
Cono centrato in (0,0,0), con base di raggio a. In aggiunta posso dire che se il vertice è dato,
ed è (X0 ,Y0 ,Z0 )
• Si parametrizza così:
X = a ⋅ T ⋅ sin (ϑ ) − T ⋅ X 0
Y = a ⋅ T ⋅ cos (ϑ ) − T ⋅ Y0
Z = Z0 − Z0 ⋅ T
Spazio Tangente e Spazio Normale
Equazione Parametrica:
Data la Varietà
{( X , Y ) ∈ R 2 ; X ≠ 0,Y = 1 X }
rispetto al punto ( X 0 , Y0 )
• In questo caso bisogna parametrizzare, dato che non è dato sottoforma di vettore, per
esempio ( t ,1 t )
X =t
Y = 1 t
5
1. Base spazio tangente:
si deriva la parametrizzazione e si sostituisce X0 (o Y0 a seconda della parametrizzazione)
dove c’è t, nel caso si abbia una superficie, occorreranno due vettori per determinare la base:
(1, −1 X 02 )
2. Equazioni parametriche dello spazio tangente alla varietà:
−1 X = t
( X , Y ) = t 1, 2
X 0 Y = −t X 0
2
Stessa cosa qui, in caso di più parametri, si sottrae il punto iniziale da entrambe le equazioni:
( X , Y , Z ) − ( X 0 ,Y 0, Z 0 ) ( B1 ) = 0
( X , Y , Z ) − ( X 0 ,Y 0, Z 0 ) ( B2 ) = 0
6. Base della spazio normale: Si fissano 2 elementi della base della spazio tangente e si
scambiano i due elementi fissi, e si inverte un segno, ponendo a 0 gli altri.
(1 X 02 ,1)
7. Equazioni parametriche dello spazio normale:
1 X = t X 02
( ) 2 ,1
X , Y = t
X0 Y = t
8. Equazioni parametriche della retta normale:
(
X = t X 02 + X 0
)
Y = t + Y0
9. Equazioni cartesiane dello spazio tangente:
6 davide.univ@libero.it By Cavva
( )
( X , Y ) 1 X 02 ,1 = 0 ⇒
⇒Y + X X0 = 0 2
Equazione Cartesiana:
Data la Varietà
{( X , Y ) ∈ R 2 ; X2 a 2 + Y 2 b 2 = 1}
rispetto al punto ( X 0 , Y0 )
6. Base della spazio tangente: Si fissano 2 elementi della base della spazio normale e si
scambiano i due elementi fissi, e si inverte un segno, ponendo a 0 gli altri.
( 2Y0 b2 , − 2 X 0 a 2 )
7. Equazioni parametriche dello spazio tangente:
X = 2Y0 b2 t
( X , Y ) = t ( 2Y0 b , − 2X 0 a
2 2
)
Y = −2 X 0 a t
2
7
X = 2Y0 b 2 t + X 0
Y = −2 X 0 a t + Y0
2
8 davide.univ@libero.it By Cavva
∂F
∂X = 2 X + Y = 0
⇒ P1 = ( 0,0 ) ⇒ F( P1 ) = 0
∂ F
= 2Y + X = 0
∂Y
Si trovano così i punti critici all’interno del dominio, e si sostituiscono nella F.
3. Per i punti sulla frontiera si considerano i vari segmenti di cui è composta la frontiera del
dominio sostituendoli nella funzione: esempio del lato di Y=2:
∂F
F( X ,2 ) = X 2 + 2 X + 4 ⇒ = 2 X + 2 = 0 ⇒ X = −1 ⇒
∂X
⇒ F( −1,2) = 3
Se si trovano dei punti interni al lato considerato, si sostituiscono nella F.
Agli estremi, che vanno sempre considerati, del lato considerato si avrà:
F( −2,2) = 4
F( 2,2) = 12
4. Si ripete il procedimento per gli altri 3 lati!!!
5. Dopo aver trovato tutti i punti il valore della F massimo è il massimo assoluto, e il valore
minimo è il minimo assoluto.
2. Se ∆ = 0 allora: Y( X ) = C1 ⋅ eλ1 X + C2 ⋅ X ⋅ eλ1 X nel caso di due soluzioni reali coincidenti. Nel
Z
caso esistano Z soluzioni reali coincidenti si avrà: Y( X ) = ∑ CN ⋅ X N −1 ⋅ e λ1 X .
N =1
−a
3. Se ∆ < 0 allora: Y( X ) = C1 ⋅ eα X ⋅ cos ( β X ) + C2 ⋅ X ⋅ eα X ⋅ sin ( β X ) in cui α = e
2
−∆
β=
2
9
M
ϕ x = X h ⋅ eξ X ⋅ qM ( X ) cioè q M ( X ) = ∑ bn ⋅ X
M −n
N=0
2. Dopo aver trovato il polinomio, per trovare le costanti, si sostituisce nell’equazione non
omogenea il polinomio, derivando a seconda di quanti apici ha la Y e poi si eguagliano le
incognite: per esempio −12b0 X 2 + ( 6b0 − 8b1 ) X + 2b1 − 4b 2 = X 2 + 1 da qui
−12b0 = 1;6b0 − 8b1 = 0;2b1 − 4b2 = 1 .
3. Si sostituiscono i bx trovati nella ϕ x e si somma all’integrale generale Y( X ) risultato prima.
Problemi di Cauchy.
Dato un problema di Cauchy del genere:
X ′ = −2 X + 4Y − t + 1
Y ′ = − X − 2Y + t − 1
X = 0, Y = 0
(0 ) (0)
1. Si fa la matrice del sistema omogeneo associato:
−2 4
M =
−1 −2
2. Si trova l’equazione caratteristica:
−2 − λ 4 −2 − λ 4 λ = −2 − 2i
M −λI = ⇒ det ( M − λ I ) = ⇒ λ 2 + 4λ + 8 = 0 ⇒ 1
−1 −2 − λ −1 −2 − λ λ2 = −2 + 2i
3. Si considera uno dei due autovalori λ trovati e si sostituisce nella prima riga di M-λI,
introducendo i parametri A e B. Per trovare l’autovettore, considero λ = −2 + 2i :
( −2 − ( −2 + 2i ) ) A + 4 B = 0 ⇒ −2 iA +4 B = 0 ⇒ B = 12 iA
Battezzando A=2 risulta che B=i, quindi un autovalore non nullo è:( 2, i )
4. Si sostituisce nella formula che segue ciò che abbiamo trovato:
ψ (t ) = eλ t ⋅ ( autovalore, trovato)
Nel nostro caso:
ψ (t ) = e( −2+ 2i)t ⋅ ( 2, i ) = ( 2e−2t ⋅ cos ( 2t ) + 2ie −2t ⋅ sin ( 2t ) , ie−2t ⋅ cos ( 2t ) − 2e−2t ⋅ sin ( 2t ) )
Un sistema fondamentale di soluzioni per il sistema omogeneo associato è:
10 davide.univ@libero.it By Cavva
( ) (
Re ψ t = ϕ1 t = 2e−2t ⋅ cos ( 2t ), −2e −2t ⋅ sin ( 2t )
() () )
( ) (
Im ψ (t ) = ϕ2(t ) = 2e −2t ⋅ sin ( 2t ) , e −2t ⋅ cos ( 2t )
)
5. Si cerca un integrale particolare del sistema non omogeneo:
( )
X , Y = ϕ ( t ) = ( A + Bt , C + Dt )
Derivo in t.
( X ′, Y ′ ) = ϕ ′( ) = ( B , D )
t
Y = −c1e −2t ⋅ sin ( 2t ) + c2e −2t ⋅ cos ( 2 t) − 7 + 3 t
(t ) 16 8
Per X ( 0) = 0, Y(0) = 0 , sostituendo, nella X (t ) , 0 al posto di t e uguale nella Y, risulta che:
1 1
2c1 − 2 = 0 ⇒ c1 = 4
c2 − 7 = 0 ⇒ c2 = 7
16 16
Si sostituiscono i valori di c1 e di c2 , per cui la soluzione è:
1 −2t 7 −2t 1 1
X (t ) = 2 e ⋅ cos ( 2t ) + 8 e ⋅ sin ( 2t ) − 2 + 4 t
Y = − 1 e −2t ⋅ sin ( 2t ) + 7 e −2t ⋅ cos ( 2 t) − 7 + 3 t
(t ) 4 16 16 8
11
Integrali Generali per sistemi di equazioni.
Questo procedimento è utilizzabile anche nei problemi di Cauchy
senza l’incognita t, in seguito si dovrà terminare il problema di
Cauchy come uno con l’incognita.
Dato un sistema di equazioni del genere:
X ′ = 3X −Y
′
Y = − X −Y
1. Si fa la matrice del sistema omogeneo associato:
3 −1
M =
−1 −1
2. Si trova l’equazione caratteristica:
3− λ −1 3−λ −1 λ = − 5 + 1
M −λI = ⇒ det ( M − λ I ) = ⇒ λ 2 − 2λ − 4 = 0 ⇒ 1
−1 −1 − λ −1 −1 − λ λ2 = 5 + 1
3. Si considera uno dei due autovalori λ trovati e si sostituisce nella prima riga di M-λI,
introducendo i parametri A e B. Per trovare l’autovettore, considero λ = − 5 + 1 :
( ( ))
3 − − 5 +1 A − B = 0 ⇒ 5 + 2 A − B = 0 ⇒ A = ( )B
5+2
Battezzando A=1 risulta che B = 5 + 2 , quindi un autovettore non nullo è: 1, 5 + 2 ( )
4. Si sostituisce nella formula che segue ciò che abbiamo trovato:
ψ N (t ) = eλ t ⋅ ( autovettore, trovato)
Nel nostro caso:
ψ N (t ) = e(
−
(
) ⋅ 1, 5 + 2
5 +1 t
)
5. Si ripete dal punto 3 utilizzando un altro autovalore, fino all’utilizzo totale delle soluzioni
del determinate della matrice M-λI.
6. Dopo aver trovato un numero N di ψ uguali al numero delle N soluzioni del determinante
della matrice M-λI, si sommano le soluzioni.
( X ( ) , Y( ) ,...) = C ⋅ψ
t t 1 1 + C2 ⋅ψ 2 + ... + CN ⋅ψ N
Che nel nostro caso è:
( X ( ) , Y( ) ) = C ⋅ e(
t t 1
− 5 +1 t
(
) ⋅ 1, 5 + 2 + C ⋅ e (
2 ) (
) ⋅ 1, − 5 + 2
5 +1 t
)
Formule di Eulero
Da esponenziale a seno e coseno:
e iθ = cos (θ ) + i ⋅ sin (θ )
e −iθ = cos (θ ) − i ⋅ sin (θ )
Da seno o coseno a esponenziali:
eiθ − eiθ
sin (θ ) =
2i
e + eiθ
iθ
cos (θ ) =
2
12 davide.univ@libero.it By Cavva
Ed il risultato sarà:T : ¡N → ¡ M , ( h1,..., hN ) → C11h1 + ... + C1N hN ,..., CN 1h1 + ... + CNN hN
1442443 144 42444 3
Valore 1 Valore N
14 davide.univ@libero.it By Cavva
f : ¡2 → ¡, ( x, y, z ) → z 5 − z 4 y + z − x
Si trova un punto in cui la funzione è uguale a 0 f ( x, y ) = 0 cioè il punto della funzione incognita
datoci.
Nel nostro caso mettiamo x e y uguali a zero come detto dal punto z( 0,0) = 0 e ovviamente come dice
questa espressione z=0.
f ( 0,0,0 ) = 0
Si deriva la funzione nell’incognita e si sostituisce lo stesso punto di prima, cioè ( 0,0,0 ) .
L’esempio diventa:
∂f ∂f (0,0,0 )
= 5z4 − 4z3 y + 1⇒ =1≠ 0
∂z ∂z
Per il Teorema di Dini, se il punto, nella funzione f da 0, e nella derivata da un numero diverso da 0
allora la funzione implicita ammette un aperto connesso I in cui la funzione ha una ed una sola
soluzione.
∂ϕ
IIa Parte: Calcolo di ,...
∂x
1. Si sostituisce la funzione incognita con ϕ( x,... ) nella funzione implicita.
ϕ( x, y )5 − ϕ( x, y )4 y + ϕ( x, y ) − x = 0
∂ϕ( x ,...) ∂ϕ( x ,... )
2. Si deriva parzialmente la funzione ottenuta, lasciando , ,...
∂x ∂y
Questo punto va fatto per tutte la variabili da cui dipende la funzione incognita.
∂ϕ ( x, y ) ∂ϕ ( x , y ) ∂ϕ ( x , y )
5 ⋅ ϕ( x, y )4 ⋅ − 4 ⋅ ϕ( x , y )3 ⋅ y ⋅ + −1 = 0
∂x ∂x ∂x
∂ϕ x, y ∂ϕ x , y ∂ϕ x , y
5 ⋅ ϕ( x , y )4 ⋅ ( ) − 4 ⋅ ϕ( x, y )3 ⋅ y ⋅ ( ) + ϕ (4x ,y ) + ( ) = 0
∂y ∂y ∂y
3. Si sostituisce il punto della funzione incognita datoci. E si calcolano i valori delle derivate.
Nel nostro caso si sostituisce x = 0, y = 0 che di conseguenza impongono z( 0,0) = 0 cioè
ϕ( 0,0) = 0 quindi calcolando si ha:
∂ϕ( 0,0) ∂ϕ (0,0 )
a. −1 = 0 ⇒ =1
∂x ∂x
∂ϕ( 0,0)
b. =0
∂y
15