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EDITORE
Consorzio Creta - Via Torpisana 102, 72100 Brindisi www.consorziocreta.com - info@consorziocreta.com
NORMATIVA
In arrivo investimenti di un gruppo industriale a livello mondiale impegnato nellenergia del sottosuolo
FORMAzIONE
ESTRAzIONE
IMPATTI
Rumori molesti
URICCHIO A PAGINA 14
REINA A PAGINA 21
Industria&Ambiente
Molte le adesioni di istituzioni pubbliche e private al progetto di comunicazione del Consorzio Creta
Industria&Ambiente si rinnova e cambia immagine, assumendo da settembre una nuova veste grafica; 15.000 copie saranno distribuite gratuitamente in tutto il territorio nazionale. La rivista assume una valenza tecnico scientifica sia nella Regione Puglia e sia a carattere nazionale. Lobiettivo di giungere al traguardo di 32 pagine e 20.000 copie distribuite entro giugno 2009
di GIUSEPPE DALENA*
ontinua il nostro entusiasmo per linformazione ambientale. Industria&Ambiente.Puglia, nato da una scommessa imprenditoriale, sin da subito, ha dimostrato un favorevole riscontro tra addetti ai lavori e istituzioni pubbliche e private, in virt della sua valenza tecnico-scientifica. H.D. Thoreau scriveva che la nostra vita si consuma nella cura di particolari...bisogna semplificare, semplificare Industria&Ambiente.Puglia, nellottica di uninformazione puntuale e semplificata, assurge a volano nellambito della stampa specializzata nella Regione Puglia ed in Italia. Continua la sua attivit propulsiva nellinformazione nellambito delle energie alternative, del recupero ambientale e del trattamento dei rifiuti, tematiche che, in questo difficile momento della gestione ambientale, sollevano quotidianamente contrastanti opinioni. Demagogie e ostruzionismi stanno creando uno dei pi pesanti disagi mediatici al nostro Paese. Ogni giorno i media riportano notizie, pareri e commenti sullemergenza rifiuti. Ma lemergenza ancor prima di essere
linteresse giornalistico si spinto ben al di l dei confini regionali, puntando ad una visione pi precisa degli argomenti e su di un piano pi esteso, focalizzando lattenzione sullintero territorio nazionale. Lobiettivo di Industria&Ambiente. Puglia di stare al fianco di tutti coloro i quali sono impegnati ogni giorno e a vario titolo nella promozione della cultura ambientale, nella formazione delle nuove leve a favore di una migliore qualit della vita. In questi mesi oltre 20 collaboratori hanno contribuito alla riuscita del nostro periodico, ottenendo ambiziosi risultati. Nellottica di un continuo miglioramento del nostro progetto editoriale, da settembre Industria&Ambiente.Puglia si rinnova e cambia immagine, assumendo una nuova veste grafica; inoltre 15.000 copie saranno distribuite sia nella Regione Puglia che sullintero territorio nazionale. Lobiettivo di raggiungere le 32 pagine e 20.000 copie entro giugno 2009. Presidente Consorzio Creta
Editore Industria&Ambiente.Puglia
IL MINISTRO
NOVIT
con grande piacere che porgo il mio saluto ai lettori di Industria& Ambiente. una tribuna importante per spiegare le linee che informeranno la futura politica ambientale. il Ministero dellAmbiente ha il compito di indirizzare le politiche e le normative che lo guidano in modo che ogni passaggio sia rispettoso dellambiente, in ambito locale e nazionale e a livello internazionale, in attuazione degli impegni assunti dal nostro Paese soprattutto per quel che riguarda la riduzione delle emissioni di gas serra, che significa anche migliori condizioni di vivibilit nelle nostre citt. chiaro che questo si traduce in norme e adempimenti per limitare linquinamento. Ho detto in pi occasioni, e qui lo ribadisco, che il ministero vuol mettere fine alla politica dei no. Per ispirare una logica del fare, un ambientalismo liberale, che partecipi pienamente allo sviluppo economico e sociale
del Paese. E una politica della quale si sente lurgenza, ma che non significa certo abbassare la guardia rispetto a quella che una corretta gestione del rapporto con lecosistema. E non certo libert dinquinare. Per raggiungere queste finalit occorre riavviare il dialogo. Tra ministero e industriali non deve
esserci contrapposi-zione, bens molti momenti di confronto per larmonizzazione degli interessi comuni. Dialogo e confronto che hanno lobbiettivo di migliorare i risultati del nostro Paese. Il paese ha un grande bisogno di favorire la crescita di un tessuto industriale e produttivo moderno e competitivo, che possa stare al passo con i vertiginosi movimenti dei mercati internazionali. Ma, dal Governo ai territori, agli stessi produttori, nessuno ha alcun interesse ad allentare le maglie dei
controlli, abbassare il livello di difesa dei suoli, dellaria e delle acque dallinquinamento. Lidea dello sviluppo sostenibile ormai entrata nel linguaggio comune per indicare linteresse di tutti a realizzare un modello di crescita basato sul confronto e sulla responsabilit di tutti gli attori della scena politico-sociale. Spetta a governo, enti pubblici e ai privati, fino agli individui nel loro piccolo, promuovere una qualit della vita che va oltre leconomia, ma che a ben guardare, produce effetti
economici e ricadute positive su quei territori che hanno applicato corretti comportamenti ambientali. Un discorso che si lega strettamente con quello della diversifi-cazione delle fonti di energia, un campo nel quale lindustria, e alcune regioni come la Puglia in particolare, possono fare moltissimo per dare risposte nuove e tecnologica-mente allavanguardia ai bisogni di tutto il territorio nazionale. On. Stefania Prestigiacomo Ministro dellAmbiente
uto ad acqua: vera novit. Lazienda nipponica Genepax, infatti, ha presentato, una microcar che utilizza nientaltro che acqua per la propulsione. Lauto dotata di un generatore che estrae lidrogeno dallacqua contenuta nel serbatoio, idrogeno con cui genera lelettricit necessaria per alimentare i motori elettrici che spingono la vettura. Genepax non ha rivelato nulla sul funzionamento del proprio generatore, e la breve dimostrazione fatta con una microcar Reva convertita con il sistema Genepax non certo esaustiva, visto che appunto un sistema a piastre di alluminio pu facilmente generare quel tanto di idrogeno sufficiente a far percorrere qualche chilometro ad una vettura. Nel caso di Genepax, il miracolo avviene nel cosiddetto generatore, in grado di trasformare efficacemente ed a bordo della vettura lacqua in idrogeno ed ossigeno.
Industria&Ambiente
A Lecce stato ospitato il primo festival dedicato allenergia, allinnovazione e allo sviluppo eco-sostenibile. Oltre 30 gli appuntamenti
di GIOVANNI PELLEGRINO*
l fatto che si sia svolto a Lecce il primo festival interamente dedicato allenergia non casuale, la conferma di un ruolo propulsivo che la Provincia ha inteso svolgere sin dal primo momento. Oltre 50 ospiti tra scienziati, economisti, politici, imprenditori, intellettuali e giornalisti e oltre 30 appuntamenti tra incontri, dibattiti, mostre, laboratori e spettacoli: sono la migliore presentazione di un territorio che ama lambiente, lo sviluppo, limpresa, linnovazione. Daltro canto, il nostro Piano Strategico (approvato nel gennaio 2006, prima tra le Province pugliesi), stato costruito sulla volont di porre su basi non esclusivamente provinciali lindividuazione di nuove proposte per superare lantico ritardo infrastrutturale. Da qui nata lidea strategica di Grande Salento, che ha consentito la sottoscrizione di unintesa interprovinciale condivisa su alcuni ambiti dintervento prioritari (infrastrutture logistiche e di trasporto, tutela e gestione dellambiente, promozione e uso della conoscenza, sviluppo di politiche mediterranee-balcaniche, turismo e cultura, agricoltura e
Abbiamo voluto anche mettere ordine agli insediamenti eolici, che purtroppo stavano per attuarsi in modo selvaggio
Lecce e Assindustria Lecce per la realizzazione di due impianti per la produzione di energia da olii vegetali. Significativo stato anche il progetto dintervento per la realizzazione di un buon numero di impianti per la produzione di energia elettrica da solare fotovol-taico, da installare sulle coperture degli edifici scolastici delle scuole secondarie di secondo grado, di competenza della Provincia. Abbiamo voluto anche mettere ordine negli insediamenti eolici, che purtroppo stavano per attuarsi in modo selvaggio e incoerente nei confronti del patrimonio ambientale. Per questo, abbiamo approvato precise direttive in Consiglio Provinciale, tendenti ad una pi puntuale regolamentazione di questi insediamenti. *Presidente Provincia di Lecce
Industria&Ambiente
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UNIVERSIT
Il governo regionale scommette sulle politiche energetiche, sviluppo economico e accordi di programma
Formazione
Stiamo pianificando lo sviluppo della nostra Regione con una nuova politica industriale
di efficienza energetica ottenibili alla luce dello stato delledilizia sia pubblica che privata. In perfetta sintonia con le logiche dellUnione Europea, la Regione deve intervenire, in condizioni di incapacit del mercato, a promuovere lefficienza energetica anche con lausilio di una societ di servizi energetici totalmente pubblica. Nel prossimo POR allArea tematica Energia ed in particolare al conseguimento degli obiettivi Riequilibrio del bilancio energetico regionale e Promozione di filiere produttive nel campo della produzione di energia e nella componentistica relativa al risparmio energetico verr destinato un plafond complessivo di risorse che si stima possa generare investimenti per oltre 370 milioni di euro. E continua. Intendiamo ritagliare una fonte cospicua del prossimo programma operativo per destinarla allincentivazione di programmi di risparmio energetico ed allincentiva-zione di fonti rinnovabili. In tale senso penso nello specifico ad una quota aggiuntiva premiale regionale da associare al contributo per kWh prodotto del conto energia per il fotovoltaico per piccoli impianti domestici, o comunque integrati in edifici esistenti o da realizzare, da abbinare ad un programma ampio da avviare con istituti di credito operanti in regione, quali quelli promossi a livello nazionale da Banca Popolare Etica, per permettere linstallazione di impianti fotovoltaici, consentendo alle persone interessate la fruizione di mutui che coprano il 100 per cento della spesa e possano agevolmente essere pagati nei tempi di rientro normale dellimpianto incentivato. Prosegue. Laccordo con Total, pari globalmente a 750 milioni di metri/cubi, verr utilizzato per essere messo a disposizione prevalentemente delle aziende ubicate in regione, che potranno accedervi a prezzi molto contenuti partecipando a dei bandi di assegnazione fisica di dette risorse, che saranno per conto della Regione gestiti da Sel, sulla base della volont di investire da parte delle singole aziende nel ridurre i propri consumi specifici. Detto gas sar disponibile dal 2010, ma nel contempo abbiamo intenzione di anticipare questa iniziativa. Intendiamo, in sintonia con quanto recentemente stabilito anche dal Governo con il D.L. n. 7/2007, chiedere allENI, che estrae dal sottosuolo della nostra regione circa 1 miliardo di metri/cubi di gas allanno, che ci conferisca presso il mercato regolamentato delle capacit, cio nel punto di scambio virtuale del gas, la quota del prodotto di coltivazione di competenza regionale, pari a circa 60 milioni di metri/cubi allanno. In questo modo potremmo gi da questanno avviare i bandi di promozione energetica, con cui ridurre da subito i costi della bolletta energetica per le utenze pi virtuose.
LAzIENDA
REGIONE PUGLIA
onsulenza ambientale e servizi globali alle im prese. Questo lobiettivo della Apulia System, societ nata per soddisfare le esigenze tecniche-gestionali di imprese, enti pubblici e privati in campo ambientale e industriale. Il nostro impegno - spiega Pasquale Fiore, amministratore unico della Apulia System - rivolto ad organizzazioni che devono affrontare lo sviluppo industriale e territoriale nel rispetto delle normative ambientali e dei principi di sostenibilit, con attenzione particolare alle politiche nazionali dellUnione Europea. Il nostro gruppo di lavoro articolato su un sistema che coniuga professionalit diverse (ingegneri, avvocati, chimici, tecnici ed operatori specializzati), consentendo un approccio integrato al complesso problema della gestione dellambiente, della sicurezza
Finanziamenti
e dellecologia, formulando le risposte pi adeguate ai molteplici aspetti. Le norme italiane in materia ambientale derivano per la maggior parte dallattuazione di Direttive Comunitarie complesse e spesso poco esaustive. In molti
Industria&Ambiente
La nuova societ si occuper della valorizzazione della risorsa energia a vantaggio delleconomia
MULTIREGIONE
Energie rinnovabili
INNOVAZIONE
performance ambientali, lazienda ha gi preso decisioni importanti in materia di risparmio energetico, trattamento delle acque e tutela ambientale. Sapevamo gi, per le analisi che ci venivano trasferite dallArea Controllo di Gestione, che avevamo una criticit sul fronte dei consumi energetici. per questo che la Master ha deciso di investire sullenergia pulita del sole, con un primo
impianto di pannelli fotovoltaici che sar sistemato sul tetto di uno dei corpi di fabbrica e contribuir a coprire poco pi del 10% del nostro fabbisogno energetico. Lobiettivo, ovviamente, di far crescere la quota di energia pulita progressivamente negli anni a venire. Lazienda al fine di migliorare il processo qualitambiente opera nel pieno rispetto delle prescrizioni ambientali na-
zionali; controlla le performance ambientali derivanti dai processi e dai prodotti aziendali; attua attivit di comunicazione al fine di rendere disponibile la politica ambientale a clienti, fornitori, autorit, e comunit sociale di riferimento; ottimizza il consumo delle risorse naturali ed energetiche; coinvolge e condividere con i fornitori il processo di miglioramento delle politiche ambientali.
Contributi
alla produzione di massa dei veicoli del futuro. Avendo deciso di realizzare una vettura quanto pi possibile simile ad unutilitaria si
circoscritto lutilizzo nel breve raggio dazione urbano o quasi (percorso casa-lavoro e viceversa) e si , pertanto, fissata lautonomia
a 100 km, limitando la velocit massima a 50 km/h. Lenergia la premessa di qualsiasi forma di sviluppo - spiega il
Industria&Ambiente
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EDILIZIA
SENTENZE/ Si dibatte ancora ampiamente sulla decisione del Consiglio di Stato del 31 agosto 2004
FOTO
comma 3 dellart. 23 del d.lgs. 152/06, in cui si pu applicare la VIA ad un impianto esistente, per cui i provvedimenti di autorizzazione o approvazione adottati senza la previa valutazione di impatto ambientale, ove prescritta, sono nulli (comma 5 art. 4 d. lgs.
152/06) o almeno annullabili per violazione di legge ai sensi del comma 1 del d. lgs. 4/08 correttivo del precedente decreto gi citato. In questottica si sempre posta anche la giurisprudenza della Corte di Giustizia Europea che nella nota sentenza del 18/6/98 ha sta-
tuito che la direttiva 85/337/CEE devessere interpretata nel senso che essa non consente ad uno Stato membro di esonerare dagli obblighi relativi alla valutazione dellimpatto ambientale i progetti riportati nellallegato I qualora - questi progetti avessero gi costi-
ENERGIA PULITA
tuito oggetto di unautorizzazione prima del 3 luglio 1988, data di scadenza del termine di attuazione della direttiva, - lautorizzazione non fosse stata preceduta da uno studio ambientale conforme alle prescrizioni della direttiva e non sia stata utilizzata, e - una nuova procedura di autorizzazione sia stata formalmente avviata dopo il 3 luglio 1988, con esclusione dellunico caso relativo ad una procedura di autorizzazione relativa ad un progetto che doveva essere sottoposto ad una valutazione formalmente avviata prima del 3 luglio 1988 e ancora in corso a tale data. Per tutte le suddette motivazioni aveva suscitato notevole scalpore, sia a livello di interpretazione giuridica sia a livello di effetti pratici, la decisione del Consiglio di Stato del 31/8/04, secondo cui Qualora limpianto di smaltimento di rifiuti sia stato realizzato anteriormente allentrata in vigore del regime di cui agli artt. 27 e 28 D.LGS n. 22/1997 e succ. modifiche senza che sia intervenuta la previa valutazione di impatto ambientale, il rinnovo dellautorizzazione, rilasciato in costanza del nuovo regime, anche se non si tratta di impianto nuovo n di variante sostanziale deve essere sottoposto a VIA, la quale non teneva conto che la Pubblica Amministrazione, in sede di rinnovo dellautorizzazione, pu e deve, al contrario, esercitare unicamente una valutazione di tutte le prescrizioni gi ordinate allimpianto, imponendone di nuove, anche pi rigorose, e compatibili con la sopraggiunta situazione ambientale, ma sempre in modo consentito dalla legislazione vigente. Lavvenuta realizzazione dellimpianto e lavvio dellattivit produttiva in epoca anteriore alla vigenza della normativa sulla valutazione dimpatto ambientale, consentono, cio, esclusivamente lattivazione dei provvedimenti inibitori, di prevenzione, precauzione e ripristino in caso di accertato o prevedibile danno ambientale. *Avvocato
Novit
Casa intelligente
a un alto contenuto tecnologico, predisposta per la domotica, ha un tetto ventilato in legno integrato con pannelli foto-voltaici e vanta una spesa annua di energia di circa seicento euro. E la Smarthouse Mabo, la casa intelligente di classe energetica A inaugurata ad Arezzo. La casa, la prima nel suo genere in Italia, stata studiata da Mabo Group in collaborazione con lUniversit di Firenze.
QSN 2007-2013
Regione Obiettivo
Programma interregionale
ENERgIA ALTERNATIVA
vantaggi ambientali della biomassa derivano dal fatto che la biomassa ampiamente disponibile ovunque e rappresenta una risorsa locale, pulita e rinnovabile. Lutilizzazione delle biomasse per fini energetici non contribuisce alleffetto serra, poich la quantit di anidride carbonica rilasciata durante la decomposizione, sia che essa avvenga naturalmente, sia per effetto della conversione energetica, equivalente a quella assorbita durante la crescita della biomassa; quindi non vi alcun contributo allaumento della CO 2 nellatmosfera. Aumentare la quota di energia prodotta mediante luso delle biomasse, piuttosto che con combustibili fossili, pu contribuire alla riduzione della CO 2 emessa in atmosfera. Un impiego diffuso delle biomasse pu comportare notevoli ricadute positive sia a livello ambientale che economico-occupazionale: la valoriz-zazione di residui agroindustriali; la possibilit di sviluppo di nuove iniziative industriali; un
contributo nullo allincremento del tasso di CO 2 in atmosfera; lautonomia energetica locale di aziende agricole o di lavorazioni del legno; riduzione dei rifiuti solidi urbani e loro valorizzazione energetica. Per una definizione normativa occorre far riferimento al D.Lgs. n 387 del 29 dicembre 2003 che
ha dato attuazione alla direttiva 2001/77/CE relativa alla promozione dellenergia elettrica prodotta da fonti rinnovabili nel mercato interno dellelettricit e, soprattutto, al DPCM 8 marzo 2002 che contiene la disciplina delle caratteristiche merceologiche dei combustibili aventi rilevanza ai fini dellinquina-
mento atmosferico, nonch delle caratteristiche tecnologiche degli impianti di combustione. LItalia produce circa 17 milioni di tonnellate di residui agroforestali (dati bibliografici) che potrebbero essere utilizzati come biomasse, combustibile pulito ed economico. Purtroppo sul fronte della bioenergia per quanto
riguarda lItalia i dati parlano chiaro, nonostante lelevato potenziale di cui dispone, ferma ad una produzione di biomasse di 2 - 3 milioni di tonnellate petrolio, appena l 1,5% del fabbisogno nazionale, al di sotto della media europea e circa la met della media dei paesi industrializzati. Limpiego delle biomasse in Italia soddisfa, dunque, una quota piuttosto marginale dei consumi di energia primaria, ma il reale potenziale energetico di tale fonte non ancora pienamente sfruttato. Lo sfruttamento a fini energetici delle biomasse per lItalia rappresenta un importante giacimento energetico potenziale, e forse anche un trampolino di lancio, che potrebbe permettere di ridurre limportazione di energia elettrica. Si valuta, infatti, che la disponibilit di biomasse residuali (legno, residui agricoli e dellindustria agroalimentare, rifiuti urbani e dellindustria zootecnica), corrisponde ad un ammontare di circa 66 milioni di t di sostanza secca lanno. *Ingegnere
n attuazione di quanto previsto dal QSN 2007-2013, le Regioni dellObiettivo Convergenza (Calabria, Campa-nia, Puglia, Sicilia) ed in sinergia con le amministrazioni nazionali, hanno elaborato il Programma Operativo Inter-regionale (POI) Energie rin-novabili e risparmio energetico. Il POI contribuisce agli orientamenti comunitari che prevedono: il sostegno ai progetti volti a migliorare lefficienza energetica, ad esempio per quanto riguarda gli edifici e la diffusione di modelli di sviluppo a bassa intensit energetica; la promozione dello sviluppo e dell uso di tecnologie rinnovabili ed alternative, anche per il riscaldamento e la refrigerazione, che possono conferire un vantaggio allUE rafforzandone la posizione competitiva. Il Programma Operativo Interregionale, inoltre, pu contribuire al raggiungi-mento di questi obiettivi, oltre che con specifici interventi - quali sviluppo di modelli integrati di filiera, interventi dimostrativi di efficientamento degli edifici pubblici per diffusione di modelli di consumo a bassa intensit energetica - con la complessiva impostazione del programma, che si propone con una strategia articolata, ma integrata, di raggiungere obiettivi ambiziosi di produzione di energia da fonti rinnovabili.
Industria&Ambiente
Il mercato mondiale delle societ fotovoltaiche vale oggi ben 8miliardi di dollari
Spagna, si supereranno i 100 MW che diventeranno 150 nellanno successivo. Gli investimenti che riguardano lItalia, invece, si concentrano soprattutto nellassolato centro-sud. Due progetti riguardano il Lazio con due impianti a sud di Roma per oltre 10 MW e la
Puglia con impianti di oltre i 20 MW per un investimento totale che si aggira sugli 80-90 milioni di euro. Il mercato mondiale delle societ fotovoltaiche - ha dichiarato Paolo Pietrogrande, Chief Executive Officer del Gruppo - vale oggi ben 8 miliardi di dollari. La combinazione della consolidata presenza nellenergia solare in Spagna con le competenze italiane nello sviluppo e nellingegneria di impianti rinnovabili, apre la strada alla crescita del gruppo in uno dei pi promettenti mercati energetici europei.
Il Gruppo conta 400mila clienti, un fatturato di oltre 1.880milioni di euro. In crescita del 29,2%
IL PROGETTO
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Arpa Basilicata
Rapporti interegionali
emellaggio tra Arpa Basilicata e Arpa Valle dAosta. Il progetto, ha come obiettivo il trasferimento allAgenzia della Basilicata di conoscenze finalizzate alla gestione di una rete di monitoraggio della radiazione ultravioletta (UV), alla costruzione di software per lelaborazione dei dati e allutilizzo dei sistemi di previsione dellindice (UV), conoscenze indispensabili ai fini del monitoraggio della qualit dellaria nonch allo studio dei processi di desertificazione.
Massimo Orlandi
Amministratore Delegato Sorgenia SpA
privati e piccole aziende. Non solo: produce moduli fotovoltaici certificati CEI EN 61215 ed i componenti elettrici ed elettronici inglobati in un impianto fotovoltaico. Il sole, per, non tutto. Fin dallavvio della sua attivit - prsegue Orlandi - Sorgenia stata attenta ai temi dellambiente e delle rinnovabili. Ecco, allora, gli impianti idroelettrici in Valle dAosta. Quello eolico di Cima Mutali in Umbria. Ma soprattutto, lacquisizione, avvenuta nel dicembre 2007, di Socit Franaise dEoliennes, il secondo operatore eolico in Francia, con 12 impianti e circa 100 MW di potenza installati. Poi gli impianti di generazione ad alta efficienza, costruiti secondo la tecnologia del Ciclo Combinato a Gas Naturale (o CCGT - Combined Cycle gas Turbine), in grado di garantire massima efficienza e minimo impatto ambientale. Il primo stato quello di Termoli (CB), entrato in funzione nel 2006, con una produzione
annua superiore ai 4 miliardi di kWh ed emissioni specifiche di CO2 inferiori di oltre il 40% alla media nazionale da generazione termoelettrica. Per i prossimi anni, prevista la realizzazione di altri tre impianti CCGT, fra cui ormai quasi ultimato quello di Modugno (BA). Come fornitore, Sorgenia sa che per la grande e media industria il risparmio energetico una vera e propria esigenza. Per questo nato il piano motorEFF, che fornisce alle realt produttive che usano motori trifase (con potenze da 1,1, a 90 kW) motori EFF1 in grado di ridurre i consumi fino al 20% e convertitori di frequenza (inverter) che portano il risparmio fino al 50%. Del Gruppo fa parte anche Sorgenia Menowatt, che sviluppa tecnologie e strumenti per lilluminazione esterna capaci di
ridurre i consumi, migliorare il servizio e abbattere linquinamento luminoso. Prova di tale impegno? La partecipazione societaria di Legambiente, con una quota del 10%. Ma il risparmio energetico - conclude Massimo Orlandi - una questione che coinvolge ogni
famiglia; per questo Sorgenia ha creato la linea di prodotti per un consumo intelligente, tra i quali il TV Standby stop che permette di ridurre i consumi di energia elettrica derivanti dagli stand by dei televisori e degli apparecchi collegati.
Sostenibilit
PARLAMENTO EUROPEO
Previste da 2 a 6 anni e da 50 a 250mila euro di ammenda per traffico illecito di rifuti pericolosi
ficativo deterioramento di un habitat allinterno di un sito protetto. Per quanto riguarda i rifiuti, sono sanzionabili penalmente la raccolta, il trasporto, il recupero e leliminazione, comprese la
vigilanza dei siti di smaltimento che provochino o possano provocare il decesso o lesioni gravi alle persone o danni rilevanti alla qualit dellaria, del suolo e delle acque. Dunque, anche lItalia si
appresta ad approvare in consiglio dei ministri la nuova normativa in materia di reati ambientali. Infatti, un provvedimento proposto dai ministeri dellAmbiente e della Giustizia prevede multe fino a 250mila euro e carcere fino a dieci anni, e introduce per la prima volta il reato di associazione a delinquere finalizzata al crimine ambientale. Il provvedimento
affida al governo la delega per il riordino, il coordinamento e lintegrazione della disciplina sugli eco-reati, che vengono distinti in tre tipologie. Chi cede, acquista, riceve, trasporta, importa, esporta, procura ad altri, tratta, abbandona o smaltisce ingenti quantitativi di rifiuti in maniera illegittima rischia adesso una multa da 10mila a 30mila euro e da uno a cinque anni di reclusione. Da due a sei anni - e da 20mila a 50mila euro - per il traffico di rifiuti pericolosi, mentre nel caso di scorie radioattive le pene previste andranno da due anni e sei mesi fino a otto anni, con multe da 50mila a 200mila euro. A tutto ci, poi, andr aggiunto un aumento della pena di un terzo se dallillecito deriva il pericolo ambientale durevole o rilevante.
arta riciclata e senza cloro, computer a basso consumo energetico, arredamento privo di sostanze tossiche e con materiali riciclati, lampade ad alta efficienza. Sono solo alcuni semplici esempi di cosa troveremo negli uffici della Pubblica Amministrazione centrale e periferica grazie allentrata in vigore del decreto interministeriale sul Piano di Azione per la Sostenibilit nella PA (Piano dazione nazionale sul Green Public Procure-ment), predisposto dal Ministero dellAmbiente di concerto con i ministeri dello Sviluppo Economico e dellEconomia. Sulla base del decreto interministeriale, verranno emanati provvedimenti attuativi con veri e propri criteri ambientali minimi cui la Pubblica Amministrazione si atterr nelle proprie spese. La Consip, societ del Ministero dellEconomia, introdurr criteri nelle gare di appalto per la fornitura di beni e servizi.
Acquisti verdi
Industria&Ambiente
Individuati i siti di Lecce, San Pietro Vernotico, Chieuti, Zapponeta, Manfredonia, Margherita di Savoia
Listanza stata presentata al Ministero dellAmbiente e per conoscenza agli uffici della Regione Puglia
a Puglia sembra essere destinata ad accogliere migliaia di pale eoliche, non solo a terra (cd. impianti on-shore), ma anche in mare (cd. impianti eolici off-shore). infatti pervenuta al Settore Ecologia della Regione Puglia tutta la documentazione afferente la realizzazione di tre impianti off-shore antistanti i Comuni di Brindisi, Torchiarolo, San Pietro Vernotico, Lecce, Zapponeta, Margherita di Savoia, Manfredonia, Chieuti, Serracapriola, Campomarino, da parte di un gruppo industriale, leader a livello mondiale nellingegneria del sottosuolo, nel settore delle perforazioni (petrolio, gas, acqua), nonch, societ attiva nella realizzazione di parcheggi sotterranei automatizzati e sistemi di gestione integrata della sosta. La societ ha presentato a gennaio istanza di compatibilit ambientale al Ministero dellAmbiente, trasmettendo - per conoscenza - copia della medesima documentazione anche agli uffici regionali pugliesi, dando per acquisita la competenza ministeriale per la valutazione di impatto ambientale. questo il punto controverso: la competenza a rilasciare la compatibilit ambientale per la realizzazione degli impianti de quo. Difatti lart. 35 comma 1 lettera a) del D. Lgs. 152/2006 stabiliva che sono sottoposti a Via in sede statale (e dunque di competenza del Ministero dellAmbiente) le opere e gli interventi sottoposti ad autorizzazione alla costruzione o allesercizio da parte di organi dello Stato (in tale categoria rientrerebbero gli impianti eolici). Il D. Lgs n. 4/2008, entrato in vigore il 13/02/2008 e di riforma del previgente D. Lgs. 152/2006, allallegato III, lettera c bis) contemplando tra i progetti sottoposti a VIA regionale gli impianti eolici per la produzione di energia elettrica, con procedimento nel quale prevista la partecipazione obbligatoria del rappresentante del Ministero per i beni e le attivit culturali e, allallegato IV,
Sul versante autorizzatorio non vi incece dubbio circa la competenza del Ministero dei Trasporti, in quanto come previsto dallart. 12 del D.Lgs. 387/2003, modificato art. 2 comma 158 Legge 24/12/2007 numero 244
La norma prevede che le regioni esprimano il parere di competenza nei termini previsti dallart. 25 comma 2 del D.Lgs. 4/2008
demanio marittimo da parte della competente autorit marittima. Stando dunque alla lettera della norma oggi vigente e di quanto riportato negli allegati appare chiara la competenza delle singole Regioni ad effettuare listruttoria dei progetti (nel caso in cui gli impatti ambientali dellopera in oggetto ricadano nel territorio di una sola regione), ad eccezione dellipotesi contemplata dallart. 31 (attribuzione competenze) del medesimo D. Lgs. 4/2008, ovvero circa la competenza statale per quei progetti che riguardino il territorio di pi regioni, per i quali la Regione Puglia esprimer il parere di competenza nei termini previsti dallart. 25 comma 2 del D. lgs. 4/2008. Sulla scorta di quanto emerso dal recente Codice Ambientale circa la competenza a rilasciare il provvedimento di compatibilit ambientale in materia, la Regione Puglia ha dunque chiesto formalmente al Ministero dellAmbiente la sospensione della procedura di VIA gi avviata a Roma ed il contestuale inoltro di tutta la documentazione integrativa gi prodotta dalla societ, al fine di consentire lavvio e/o la prosecuzione della medesima procedura da parte delle istituzioni locali. *Avvocato
EOLICO OFF-SHORE
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Industria&Ambiente
Il Ministro per gli Affari Regionali intervenuto nellambito di un incontro Ance in Confindustria Puglia
Semplificare la burocrazia anche in materia edilizia non per nulla facile ma abbiamo le idee chiare per poter andare avanti
l nucleare tornato nellagenda del Governo di centrodestra. La decisione italiana, secondo il quotidiano economico britannico, Financial Times, perfettamente in linea con la politica degli altri Paesi Europei: lOlanda ha recentemente annunciato la costruzione di altre centrali nucleari per ridurre ulteriormente le emissioni nocive nell atmosfera e anche lItalia dimostra di essere seriamente preoccupata, oltre che per la crescita del prezzo del petrolio, anche per il surriscaldamento globale, senza contare che le famiglie della penisola spendono per l elettricit molto pi dei loro vicini europei. Dunque, nucleare, riforme e sviluppo economico: il Governo mira al rinnovamento. Parla nellambito di un incontro in Confindustria Puglia il Ministro per gli Affari Regionali, Raffaele Fitto. Il tema del nucleare vede la nostra nazione in ritardo e la discussione che si sta aprendo - spiega il Ministro Fitto - sconta un problema di fondo: il nostro Paese non ha solamente detto no al nucleare 30 anni fa, il che gi di per s fu una scelta sbagliata, ma ha abbandonato la ricerca sul tema. Quindi noi oggi, per poter avviare un programma sul nucleare siamo costretti a recuperare fuori dal nostro territorio tutto il know-how adeguato. Non possibile che il nostro Paese non abbia rigassificatori, che non si possa, in alcune parti, realizzare termovalorizzatori. Molte delle questioni che hanno costituito in questi anni nodi fondamentali per il nostro sviluppo venivano alla luce non da valutazioni tecniche di merito, ma da impostazioni ideologiche che ha portato a dire
Lapproccio al federalismo fiscale comporta un cambiamento e una scelta di fondo radicale. Io sar con la gente del Mezzogiorno
diversi livelli e ridurre i passaggi burocratici penso possa essere un obbiettivo che questo governo pu realizzare. Il percorso lungo. Lapproccio al federalismo fiscale comporta un cambiamento e una scelta di fondo radicale. Io non sar schierato, nonostante il mio ruolo di ministro dei Rapporti con le Regioni, e nonostante la provenienza nota e la posizione convinta sulle questioni del Mezzogiorno, tra coloro i quali immaginano di opporre lagnanza e creare contrapposizione rispetto a temi sui quali il nostro Paese sta avviando ormai un percorso ineludibile. La burocrazia una questione che tormenta il Mezzogiorno dItalia. Conclude il Ministro Fitto. Occorre ridurre i contenziosi tra le Regioni e il Governo. Le Regioni hanno un ruolo importante, ma c bisogno di individuare una logica per ridurre tutte le materie oggetto di contenzioso tra le Regioni e il Governo centrale. Questo, soprattutto, nellavvio della fase della riforma costituzionale che sar il tema principale sul quale in questa legislatura ci confronteremo con lintero Parlamento e lavoreremo in modo congiunto tra maggioranza e opposizione per trovare punti di convergenza specifici. E indispensabile riflettere molto serenamente per attuare un percorso che possa regolare le competenze in modo equilibrato. Due i motivi: il primo che la percentuale del conflitto, dopo la modifica del Titolo V. alla Corte Costituzionale tra Regioni e Governo elevatissima; il secondo la paralisi collegata al fatto che essendoci giudizi pendenti o il rischio di un giudizio che vada in una direzione anzich in unaltra, il mondo economico-produttivo si ferma.
sono la linea di marcia di questo governo. Semplificare la burocrazia anche in materia edilizia come sollecitato dallAnce, non per nulla facile ma devo dire che
Preistoria nucleare
Nucleare: la Regione Puglia boccia la proposta del Governo. Il ministro Fitto - si legge in una nota di Niki Vendola - si attarda ad applaudire i suoi colleghi che vogliono spaccare il Paese e regalarci in cambio la preistoria nucleare. Quando una sua dichiarazione nella quale si indicano i siti pugliesi per le centrali nucleari? Si tratta di una scelta perdente e conservatrice, dichiarata proprio mentre la Puglia ed altre regioni del mezzogiorno stanno scegliendo la modernit, il cambiamento del ciclo produttivo attraverso quelle energie rinnovabili che gi oggi concorrono al fabbiso-gno energetico mondiale in misura molto maggiore ed a prezzi pi contenuti del nucleare.
POLITICA
Industria&Ambiente
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REGIONE PUGLIA
ANEV
Energie rinnovabili
Franz Fehrenbach Presidente Gruppo Bosch Massimo Guarini AD Bosch Italia
Il progetto di joint-venture prevede la realizzazione di batterie al litio per autovetture elettriche Per Bosch il 2007 stato un buon anno che ha offerto risultati migliori del previsto. In termini effettivi, la performance perfettamente in linea con il percorso di crescita tracciato dallazienda. Il fatturato di 46,3miliardi di euro
tro di Competenza Sistemi Ibridi, Bosch ha gi maturato unampia competenza nei dispositivi elettronici, batterie, motori elettrici, trasmissioni e trasformatori. Nel 2007 il fatturato del Gruppo Bosch aumentato del 6% circa rispetto lanno precedente, raggiungendo i 46,3 miliardi di euro. Tenuto conto degli effetti valutari, la crescita del fatturato ha sfiorato l8%. Tutti i settori di business hanno offerto un contributo al risultato dellazienda. Il Gruppo Bosch ha fatto progressi anche sul fronte dei profitti: il risultato al lordo delle imposte di quasi l8% del fatturato, in linea con gli obiettivi consolidati. E cresciuto anche il numero dei collaboratori: 271.000 a fine dicembre. Per Bosch il 2007 - spiega Franz Fehrenbach, Presidente del Gruppo Bosch - stato un buon anno che ha offerto risultati migliori del previsto. In
Il capitale far capo per il 50% alla Bosch e per il 50% al gruppo Samsung SDI
elettrici. La Robert Bosch GmbH e la coreana Samsung SDI Co. Ltd. hanno deciso di costituire una joint venture per lo sviluppo, la produzione e la vendita di batterie agli ioni di litio. La joint venture, che prender il nome di SB LiMotive Co. Ltd avr sede in Corea e sar operativa da settembre 2008. Il capitale far capo per il 50% alla Robert Bosch GmbH e per il 50% alla Samsung SDI Co. Ltd.; le due societ avranno una partecipazione paritetica nel comitato di direzione e nel consiglio di amministrazione. Le due aziende prevedono una collaborazione per lo sviluppo, la produzione e la vendita a livello mondiale delle batterie agli ioni di litio per applicazioni in ambito automotive. Le batterie agli ioni di litio sono il cuore dellauto del futuro, ibrida o elettrica. Nel Cen-
termini effettivi, la performance perfettamente in linea con il percorso di crescita e con gli obiettivi prefissati. Dal punto di vista geografico, il fulcro della crescita stato nuovamente larea Asia Pacifico: in valuta locale, il fatturato cresciuto del 15%. Tenuto conto degli effetti valutari, nelle Americhe, Bosch ha fatto registrare un incremento del 7,5%. In Europa la situazione stata migliore rispetto lanno precedente: il Gruppo ha ottenuto una crescita complessiva del 6%. Nel 2007, Bosch ha dovuto fare i conti soprattutto con la debolezza del mercato automobilistico degli USA, con lincessante pressione sui prezzi nel settore della Tecnica per Autoveicoli, con il deprezzamento del dollaro e dello yen e con la brusca frenata dei consumi in Germania.
nergia rinnovabile: la Regione Puglia tra le prime in Italia. Sono 2.943 gli impianti eolici presenti nel nostro Paese che, distribuiti nelle regioni del Centro-Sud, garantiscono oltre 2.700 megawatt di potenza (circa l1,1% del fabbisogno nazionale). Il rapporto sullenergia eolica in Italia, stilato dallAssociazione Nazionale Energia del Vento (Anev), vede prima della classe la Puglia, che con i suoi 658 impianti si garantisce 685 megawatt di potenza. Seguono poi la Sicilia, con le sue 631 girandole a vento (583 megawatt), la Campa-nia con 606 impianti (519megawatt), la ventosa Sardegna con 370 (367 megawatt), lAbruzzo con 244 (157 megawatt), la Basilicata con 180 e il Molise con 136. Lo sfruttamento di questa fonte rinnovabile invece pi ridotto in regioni come Calabria (58 pale eoliche), Toscana (20), Lazio (15) e Liguria (11). La produzione di 4,36 terawattora da fonte eolica nel 2007 - spiegano gli esperti Anev - ha fornito energia elettrica a oltre 5,2 milioni di italiani, consentendo di risparmiare 2,5 miliardi di litri di petrolio. La forza del vento ha consentito inoltre di tagliare le emissioni di CO2 di ben 3,7 milioni di tonnellate.
NORMATIVA/Il nuovo Testo Unico ha posto definitiva chiarezza sul sistema delle responsabilit
l 9 aprile 2008 il Presidente della Repubblica ha firmato il d.lgs 81 sul cosiddetto Testo Unico, in attuazione dellart. 1 della legge 3 agosto 2007, n.123. Gi il D.lgs 626/94 aveva mutato profondamente la disciplina della sicurezza in Italia, assegnando alle aziende il compito di analizzare i processi produttivi, individuare i rischi per i lavoratori, eseguire la valutazione, attuare misure finalizzate alleliminazione o riduzione dei rischi. Il D.Lgs 81/08 introduce aspetti rilevanti, tra i quali la possibilit di affrontare in modo qualitativo il nodo della gestione della sicurezza realizzando modelli riconducibili a sistemi di gestione caratterizzati da politiche, processi, procedure, responsabilit, strumenti di controllo definiti, utilizzando gli schemi ISO 9001:00 e OHSAS 18001:07, per ridurre la possibilit di disallineamento ai contenuti di legge. Lart.28 concerne la valutazione dei rischi, che interessa
Il nuovo provvedimento ha approvato le norme sanzionatorie e ha irrigidito ladozione dellex D.Lgs. 231/01 inerente le responsabilit amministrative. Ha inoltre posto maggiore risalto alla formazione dei lavoratori
del personale, sistemi di gestione della sicurezza, modelli organizzativi di gestione e controllo, buone prassi in materia di sicurezza e responsabilit sociale. Il decreto ha reso meno agevole la gestione della sicurezza negli appalti, di per s a rischio per ragioni connesse a complessit organizzativa e catena dei subap-palti. Lintroduzione del macchinoso insieme di elementi documentali e valutativi richiesti dagli appaltatori rischia di appesantire con burocrazie aride una gestione gi difficile del problema, e vanificare in termini di efficacia gli obiettivi dellart. 26. In definitiva il D.Lgs 81 ha dato risposte articolate al problema sicurezza, agendo in particolar modo sul sistema delle responsabilit, ma gi nella sua prima applicazione, manifesta scarsa linearit e incongruenze burocratiche, sulle quali ci si auspica tempestive azioni da parte del Governo. *Ingegnere
tutti i pericoli connessi alle attivit e luoghi di lavoro, inclusi quelli derivanti dallutilizzo di attrezzature, sostanze chimiche e relative esposizioni, e comprendere quelli inerenti stress lavoro-correlato, lavoratrici in gravidanza, oltre gli effetti connessi alle differenze di genere, et e provenienza da altri paesi. Il T.U. ha posto definitiva chiarezza sul sistema delle responsabilit interne e delle figure
cardine della sicurezza. Ha rivisto altres lapparato sanzionatorio, semplificandolo rispetto al precedente, ma irrigidendolo con ladozione dei disposti ex D.lgs 231/01 inerenti le responsabilit amministrative dellente. Ha inoltre posto maggiore risalto alla formazione dei lavoratori e loro rappresentanti, definendola come processo educativo strutturato secondo fasi definite che
partono con la rilevazione del bisogno formativo e giungono alla verifica dei risultati dellazione formativa. Il legislatore, per raggiungere obiettivi di riduzione degli infortuni e malattie professionali, ha incentivato (artt. 11 e 30) mediante interventi di sostegno alle organizzazioni, soprattutto di piccole dimensioni, una serie di strumenti tra cui: formazione e informazione
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CONSORZI
Industria&Ambiente
Il Conai con progettualit e consulenze al servizio del territorio e degli enti locali, nonch delle imprese
La percentuale di raccolta differenziata in Italia rispetta la normativa europea e il ricilo segna incrementi significativi per carta, alluminio e plastica
e sensibiliz-zazioni da parte delle istituzioni locali nellattuare i piani di raccolta sul territorio. Non mancano tuttavia i casi positivi (Bari, Avellino, Reggio Calabria) e i segnali di ripresa, tanto che nel 2008 stata messa a budget una spesa di 3 milioni di euro. Per dare una misura delle possibilit non messe a frutto, sono stati calcolati i costi del non fare una corretta raccolta e valorizzazione dei rifiuti di imballaggio. Nella sola Campania, nellipotesi di una raccolta degli imballaggi al 15%, i mancati benefici sono stimati in 90 milioni di euro annui, fra mancati corrispettivi derivanti dallaccordo ANCI/CONAI, costi di smaltimento evitati ed eco-tasse per il conferimento in discarica, derivanti dal mancato raggiungimento degli obiettivi di legge sulla raccolta differenziata. Nel caso la raccolta arrivasse al 20%, i costi del non fare salirebbero a 124 milioni di euro allanno. Infine, per testimoniare lattenzione del mondo delle imprese presenti in CONAI alla lotta allinflazione e allaumento del prezzo stato deciso di ridurre il Contributo Ambientale sugli imballaggi cellulosici da 30 a 22 euro a tonnellata a partire dal 1 luglio 2008.
capace di supportare la crescita di una gestione eco-sostenibile dei rifiuti nel Paese: sono quasi 7.000 i Comuni convenzionati sulla base dellAccordo Nazionale stipulato con lANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) per lo sviluppo della raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggio, per un totale di 55.000 000 di cittadini serviti e quasi 500 le piattaforme diffuse sul territorio per il ritiro e
lavvio a riciclo degli imballaggi secondari e terziari. La raccolta degli imballaggi in convenzione raggiunge nel 2007 un volume di 3.350.000 tonnellate e rappresenta quasi il 40% del materiale proveniente della raccolta differenziata complessiva dei Comuni. Lazione del CONAI diventata strategica nella messa a punto di un servizio a sostegno del territorio, e quindi degli enti locali, per
le attivit di raccolta differenziata - spiega Roberto De Santis, Presidente CONAI - concentrandosi in particolare sullattuazione del Piano Straordinario a favore delle Regioni del Sud e sulle aree in ritardo sugli obiettivi di legge. Purtroppo, dei 6 milioni di euro messi a disposizione per il Piano Sud, ad oggi si riusciti a spenderne meno di un terzo, segno che si rende necessaria una pi forte attenzione
APAT
Nella foto un momento della compattazione dei cartoni recuperati nella citt di Bari con il metodo porta a porta
accolta differenziata con metodo porta a porta nei quartieri Poggiofranco e San Pasquale, rivisi-tazione dellattuale servizio porta a porta nel rione Japigia e potenziamento del servizio di raccolta differenziata stradale nel resto della citt di Bari. Sono queste le attivit del progetto promosso dal Comune di Bari e Amiu, con la collaborazione del Conai, che si prefigge i seguenti
obiettivi: incremento entro il 2009 delle raccolte differenziate fino al 52% a San Pasquale, Poggiofranco, Japigia e fino al 25% nel resto della citt e miglioramento della qualit dei servizi. Dopo Japigia il comune di Bari e lAmiu, in collaborazione con il Conai, estenderanno il servizio porta a porta in tutta la citt puntando sulla crescita della raccolta differenziata dallattuale 17% al 52% entro il 2009. Tale progetto si concretizza grazie anche al potenziamento del numero di cassonetti stradali di differenziata, che passe-
ranno da circa 600 a circa 900 per ogni filiera di raccolta. Stiamo portando avanti una scommessa importante per la qualit della nostra vita - dice Michele Emiliano, sindaco di Bari - forti dellesperienza avviata a Japigia nel 2006, che valsa alla citt di Bari, nel rapporto Rifiuti APAT 2007, il primo posto tra le citt metropolitane per lincremento registrato nella percentuale di raccolta differenziata. Il nostro obiettivo - spiega Giuseppe Savino presidente dellAmiu - di realizzare una
crescita del livello di raccolta differenziata nella citt di Bari, migliorare in termini di efficienza e puntualit il servizio e andare incontro alle legittime aspettative dei cittadini. Il Conai - dichiara Walter Facciotto, vicedirettore Conai - impegnato in uno sforzo straordinario in termini economici e operativi per supportare i comuni del Sud nellavvio e nel miglioramento della raccolta differenziata degli imballaggi affinch possano raggiungere gli obiettivi richiesti dalla legge.
u 32,5 milioni di tonnellate di rifiuti urbani prodotti nel 2006, 17,5 milioni di tonnellate finiscono in discarica, cio il 47,9%. Nel 2005 era stato il 48,6%, anche se a livello di quantit nel 2006 si registra una crescita dell1,7% (circa 300mila tonnellate). Intanto, il numero delle discariche in esercizio nel 2006 diminuisce di 37 unit rispetto al 2005. Mentre nel 2002 in Italia le discariche erano 552, nel 2005 passano a 340, mentre nel 2006 diventano 303. Questi alcuni dati contenuti nel Rapporto Rifiuti 2007 fornito dallAgenzia per la protezione dellambiente e per i servizi tecnici (Apat). Secondo Apat il dato sulluso della discarica evidenzia per la prima volta nellultimo quinquennio una inversione di tendenza, che riavvicina lItalia ai valori rilevati nel 2004. Laumento registrato, spiega lApat, dovuto in maggior misura al centro Italia (+63%), mentre nelle altre aree geografiche del Paese si evidenzia una sostanziale stabilit. Gli aumenti delluso della discarica pi marcati, superiori al 10%, si riscontrano in Liguria (+16,2%), in Lombardia (+11,5%) e in Toscana (+10,5%), mentre consistenti riduzioni si segnalano in Calabria (-19,5%), Sardegna (-12,7%) e Piemonte (-7%). La Lombardia per la Regione pi virtuosa: manda il 17% del totale dei rifiuti urbani prodotti in discarica, mentre Sicilia, Molise e Puglia la usano ampiamente (94%, 93% e 91%). Non distante il Lazio, con oltre 2,8 milioni di tonnellate smaltite e una percentuale pari all85% di quanto prodotto. La diminuzione dello smaltimento in discarica per la Calabria si lega allincremento della quota avviata ad incenerimento nella stessa regione, mentre in Sardegna il calo e dovuto in gran parte alla crescita della differenziata, che passa tra il 2005 e il 2006 da circa 87mila tonnellate ad oltre 107mila tonnellate, raggiungendo quota 19,8%.
Industria&Ambiente
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Savona, Riposto (CT), Taranto, Marina di Carrara (MS), San Benedetto del Tronto (AP), Porto Viro (RO), Manfredonia (FG), Barletta e Mola di Bari (BA), Castiglione della Pescaia (GR), Sperlonga, Terracina e Gaeta (LT), Maratea (PZ) Venezia, Marina di Portisco (SS). Attualmente sono in trattativa numerosi altri porti di interesse sia commerciale che turistico come Pesaro, Siracusa, Formia (NA), Rimini e Bari.
LINIZIATIVA
batteria. Per questo il Consorzio ha avviato liniziativa Lisola nel Porto, per contrastare nel settore nautico la dispersione degli oli e delle batterie esauste generata dal fenomeno del fai-da-te. Il progetto, realizzato dal COBAT e dal Consorzio degli Oli Usati, ha lobiettivo di fornire
agli utenti della nautica strutture funzionali e opportunamente collocate in punti strategici per agevolare il conferimento di rifiuti altamente inquinanti costituiti da batterie esauste, oli usati e filtri olio. Con le ultime Isole nel Porto consegnate a Chiavari (GE),
Marina di Grosseto e Isola Rossa (SS) salgono a 60 le isole ecologiche installate in 32 porti italiani, quali: Ancona, Viareggio (LU), Pescara, Castellammare di Stabia e Torre del Greco (NA), La Spezia, Trieste, Cagliari, Olbia, La Maddalena, Golfo Aranci, Palau e Santa Teresa di Gallura (SS),
Nei suoi dieci anni di attivit il Consorzio ha raggiunto la sua piena maturit e importanti risultati
MARPOL
Rifiuti
so dellanno, accanto alla raccolta differenziata, grazie allimpegno del Consorzio si sono affermate nuove modalit di recupero dellalluminio: in impianti di TMB anche per la produzione di CdR, in impianti per il recupero delle scorie da incenerimento, oltre al recupero energetico effettuato nei 40 impianti di termovalorizzazione e combustione di CdR convenzionati; stata consolidata la collaborazione con 24 fonderie di alluminio, il 100% della capacit produttiva di riciclo italiana, e contribuito alla conferma della leadership del nostro Paese, assieme a Stati Uniti e Giappone, nel mondo per quantit riciclate. Grazie al riciclo di 38.600 tonnellate di imballaggi in alluminio sono state evitate emissioni serra per 400.000 tonnellate di CO2, e risparmiata energia pari a 144.000 tep (tonnellate equivalenti petrolio). La relazione sulla gestione e il bilancio 2007 - spiega Gino
Schiona, Direttore Generale di CIAL - rappresentano una buona occasione per ricordare e, coscienti del lavoro svolto, anche celebrare i primi 10 anni di attivit del nostro Consorzio. Dieci anni rappresentano un arco temporale significativo per fare un bilancio complessivo su ci che stato fatto, sui risultati conseguiti e sul contributo che lindustria dellalluminio e, in particolare, quella delle imprese della filiera degli imballaggi, hanno portato allo sviluppo e alla crescita del sistema di gestione dei rifiuti nel nostro Paese. Il Consorzio, in questi anni, non si limitato a svolgere un ruolo di semplice garante del raggiungi-
mento degli obiettivi di riciclo e recupero del materiale ma, con un approccio propositivo e di partecipazione, ha affiancato e condiviso con gli altri soggetti coinvolti nel sistema le loro stesse problematiche per lindividuazione delle migliori soluzioni possibili in tutte le fasi del ciclo di vita dellimballaggio in alluminio. Le regioni del Mezzogiorno conclude Schiona - nonostante gli interessanti sviluppi dei servizi di raccolta differenziata e recupero sono ancora, oggi, molto lontane dalle migliori performance nazionali, sebbene le potenzialit e le iniziative adottate, oltre al grande impegno della Pubblica Amministrazione, fanno ben
sperare per il futuro. La Puglia, in particolare, in una ideale classifica nazionale della raccolta differenziata dellalluminio si colloca al dodicesimo posto con oltre 136 tonnellate di alluminio raccolto nel 2007 e un incremento rispetto allanno precedente del 14%. Si tratta, dunque, di risultati molto importanti e significativi perch oltre a confermare limpegno della Regione Puglia, uscita ormai da tempo dallo stato emergenziale, dei Comuni e degli operatori dei servizi di raccolta e trattamento, dimostrano anche la validit delle proposte e delle iniziative che il Consorzio Imballaggi Alluminio da anni attua in ognuna delle province italiane.
BARI/Lobiettivo della Consulta di coinvolgere le associazioni nei programmi per la tutela del territorio
a consulta comunale al lambiente, istituita dal Consiglio Comunale il 14 febbraio 2005 su proposta dellAssessore Maria Maugeri, ha lo scopo di coinvolgere i soggetti operanti sul territorio comunale nelle proposte di politiche e programmi in campo ambientale. Essa rappresenta il luogo ideale per loperativit delle Istituzioni Ambientali e delle associazioni ecologiste, ambientaliste, anima-liste e tecnico-professionaliambientali, nonch, comitati di cittadini, operanti nel territorio comunale di Bari. Lattivit della Consulta ispirata dai principi di tutela e valorizzazione dellambiente nellottica di fornire allAmministrazione comunale e alla collettivit, uno strumento funzionale ad una politica basata sui principi di sviluppo sostenibile. La consulta ha tra i suoi scopi lobbiettivo di: divulgare inizia-
tive dei soggetti coinvolti nella tutela dellambiente e diffondere una coscienza ambientalista nella cittadinanza; offrire pareri e valutazioni rispetto ai progetti e alle iniziative pubbliche e private che riguardano loperativit nel proprio ambito di intervento; elaborare e proporre progetti di intervento; formulare proposte e valutazioni sugli indirizzi di politica generale del Comune. Lattivit della Consulta si estrinseca attraverso loperativit di tavoli di lavoro, formati da gruppi multidisciplinari di esperti provenienti dalle associazioni. Il metodo di lavoro si esplica attraverso lo studio, la riflessione e lelaborazione di proposte operative nellambito sia della programmazione e dello sviluppo delle attivit a tutela dellambiente. Lavorando per fasi si costruisce una proposta collettiva che rappresenta una sintesi del contributo offerto dai singoli consentendo cos di convogliare ogni speci-
fica competenza in una proposta finale che tiene conto degli aspetti conflittuali che la trasformazione richiede, proponendo unadeguata soluzione. E tempo che la citt si evolva secondo modelli che non includano pi nei progetti linteresse privato, lindolenza verso le acquisizioni della scienza e verso i bisogni vitali che emergono dalla
societ civile, nella consapevolezza che lunico modo di poter risparmiare economicamente quello sul lungo periodo di investire sulla salute della citt e dei suoi abitanti, confortati dal concetto di sostenibilit dello sviluppo secondo i pi avvertiti protocolli internazionali. Lattivit della Consulta dellAmbiente
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Industria&Ambiente
REGIONE BASILICATA
rifiuti sono un prodotto della mente e solo la mente pu ridurli, differenziarli, valorizzarli ed eliminarli: la nuova campagna sulle raccolte differenziate che pone laccento sulla gestione intelligente del ciclo dei rifiuti e sulla centralit del ruolo delle scuole nella societ civile per dare concreto impulso alle raccolte differenziate. La campagna Differentemente costituisce la prima importante esperienza regionale che riconosce alla scuola un nuovo ruolo decisivo e centrale nella gover-nance ambientale e nella cittadinanza attiva: la scuola, quindi, non pi destinataria di campagne di informazione e sensibiliz-zazione, ma parte attiva e propulsiva, profondamente impegnata nellesercitare una proficua azione di animazione territoriale e di coinvolgi-mento degli stakeholders nelle comunit locali. I percorsi esperenziali condotti dalla scuola pugliese, in collaborazione con il Sistema INFEA Regionale, hanno dimostrato come la scuola possa conseguire efficacemente tale ambizioso obiettivo, anche attraverso gli strumenti educativi che ha imparato ad utilizzare: lorganizzazione di spettacoli, di mostre, di manifestazioni di piazza, di convegni, di monitoraggi sociali con la conseguente elaborazione dei dati ambientali, ma anche mediante il trasferimento dei comportamenti sostenibili allinterno delle proprie famiglie o nelle cerchie di amici e conoscenti. I cittadini della scuola e del domani, con la loro vivacit ed i loro entusiasmi, possono imprimere una svolta decisiva ai vecchi modelli gestionali relativi alla problematica dei rifiuti, attivando percorsi
ARPA
Monitoraggio radioattivit
Arpa Basilicata ha messo a punto ed avviato le attivit di controllo della radioattivit sul territorio di Trisaia per valutare limpatto ambientale causato dallItrec (Impianto trattamento elementi combustibile). Lagenzia, inoltre, intende costituire una Rete Locale ARPAB, che in relazione alla tipologia dellimpianto e alle attivit (nucleari) svolte in Trisaia, condurr allinterno e allesterno dellItrec, degli adeguati controlli ed una attivit di campionamento e di analisi su matrici ambientali, alimentari e nucleari.
I cittadini della scuola e del domani possono imprimere una svolta decisiva ai vecchi modelli gestionali relativi alla problematica dei rifiuti, attivando percorsi formativi orientati allincremento della raccolta differenziata
fortemente orientati allincremento della raccolta differenziata, al recupero della materia, al riutilizzo ed al riciclaggio ed alla riduzione della produzione e della pericolosit dei rifiuti. Principi che sono alla base di una nuova economia del rifiuto, che oltre a determinare il conseguimento di importanti obiettivi ambientali, generano un consistente risparmio monetario per tutti i cittadini, limitando costosi smaltimenti e creando inedite opportunit imprenditoriali che a loro volta producono occupazione e ricchezza distribuita, sottraendo grandi guadagni a pochi operatori ed alle ecomafie. Duplice leffetto educativo ed esperienziale che, oltre a consentire il passaggio dal conoscere in credere nei contenuti appresi, trasforma gli alunni in cittadini attivi ed in una cellula importante e fondamentale della societ civile, alimentando il senso civico di partecipazione alla soluzione dei problemi del territorio e di confronto e dialogo con le Istituzioni e con gli attori sociali. La campagna nella sola fase di programmazione partecipata ha coinvolto circa 200 Istituti scolastici territorialmente distribuiti nellintera regione Puglia e prevede unampia gamma di iniziative realizzate dalle scuole ed accompagnate da attivit realizzate dallAssessorato allEcologia e dal Sistema INFEA Puglia, che comprendono: percorsi di aggiornamento con attivit seminariali destinate agli operatori del sistema INFEA ed agli insegnanti scolastici; lo sportello del riciclo a supporto dellintera iniziativa, materiali didattici; eco-games e la Settimana DESS - UNESCO Differentemente che si terr dal 10 al 16 novembre 2008 e che comprender un numero estremamente elevato di iniziative realizzate dalle scuole. Il rapporto educativo che si intende costruire si realizza sul piano di una comunione di spirito tra allievi e societ in cui vivono: in tale logica, leducazione autoeducazione, sviluppo della libert e della razionalit sollecitate dal rapporto con il territorio e con lambiente. *Coordinatore del Sistema INFEA Regione Puglia
REGIONE BASILICATA
COMUNI
utto cominciato con la chiusura della discarica comunale per esaurimento della capienza. Per conferire i nostri rifiuti tali e quali presso altro impianto ci siamo ritrovati con uningente spesa in pi che non potevamo fronteggiare se non con un considerevole aumento della Tarsu. Questo evento, per certi versi, traumatico ci ha indotti a pensare di programmare lavvio della raccolta differenziata. Durante un incontro pubblico nel quale relatore era il responsabile dellufficio tecnico del comune di Bellizzi (Sa) abbiamo compreso che la raccolta differenziata porta a porta sullintero centro abitato poteva essere la soluzione. Espletata la gara ed aggiudicatala allazienda vincitrice (la Coop. Avvenire di Gioia del Colle), abbiamo iniziato, nelle more dello svolgimento degli ultimi adempimenti burocratici, unopera di sensibilizzazione nei confronti della popolazione. In concreto si sono tenute ben otto assemblee pubbliche in tutti i quartieri del paese, tre incontri preso le scuole cittadine, inoltre, abbiamo distribuito un primo opuscolo esplicativo, alcuni articoli di
Il sistema di raccolta dei rifiuti complesso, richiede unapproccio empirico e si deve agire con autorevolezza
giornali che riportavono esempi virtuosi di altri comuni (Bellizzi e Mercato San Severino in provincia di Salerno, Pineto dAbruzzo) manifesti che sintetizzavano le modalit di espleta-mento del
servizio, un diziona-rietto dei rifiuti dalla A alla Z per facilitare la differenziazione. Dopo il primo mese i risultati potevano ritenersi gi soddisfacenti con una percentuale di dif-
ferenziazione del 45% circa. Ma vediamo i risultati nel dettaglio: 84 tonnellate di indiffe-renziato, 50 tonnellate di frazione umida, 4 tonnellate di cartone, 6,6 tonnellate di vetro e metallo, 5 tonnellate di plastica, 4 tonnellate di carta da raccolta congiunta. Nel mese di aprile i risultati possono definirsi eccezionali. Complessivamente si raggiunto il 73% di differenziazione con 54 tonnellate di rifiuti tali e quali, 89 tonnellate di umido, 15,38 tonnellate di vetro e metallo, 7,5 di plastica, 4,3 di carta da raccolta congiunta, 18,60 di cartone da raccolta selettiva. Certo non stato facile: abbiamo incontrato - per essere alla prima esperienza - diversi problemi. Le sempre pi rare manifestazioni di rifiuto di alcuni cittadini si sono palesate con labbandono di normali sacchetti lungo le strade di periferia. Ma, come si dice? Solo chi non fa non sbaglia. Si pu anche sbagliare ma allorquando si comprende lerrore bisogna correggerlo. Il sistema di raccolta e smaltimento dei rifiuti un sistema cos complesso che richiede un approccio empirico, aperto -oserei dire- popperiano; si deve agire con autorevoelzza. *Sindaco del Comune di Montalbano Jonico (MT)
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Industria&Ambiente
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NORMATIVA / Le aziende per essere esonerate da responsabilit penali dovranno dar prova di aver adottato modelli cautelativi
Il D.Lgs. 231/2001 ha introdotto per la prima volta nel nostro ordinamento la responsabilit degli enti per i reati commessi
di AMLETO CAROBELLO*
l D. L.vo 231/2001 ha intro dotto per la prima volta nel nostro ordinamento la responsabilit degli Enti per i reati commessi nel loro interesse o a loro vantaggio da soggetti in posizione apicale o subordinata, purch si tratti di reati espressamente previsti dalla legge (truffa ai danni dello Stato o per conseguire indebite erogazioni pubbliche, corruzione, concussione, vari reati societari, reati colposi commessi con violazione delle norme antinfortunistiche in materia di lavoro ecc.). Tale responsabilit, pur definita amministrativa, una vera e propria responsabilit penale, aggiuntiva (e non sostitutiva) rispetto a quella della persona fisica individuata quale autore del reato presupposto, e pu comportare a carico dellente lapplicazione di misure interdittive e cautelari, quali la sospensione del diritto di contrarre con la P.A., la revoca delle licenze o concessioni e la sospensione parziale dellattivit, oltre il sequestro, finalizzato alla confisca, di somme di denaro,
Il decreto prevede lapplicazione di misure interditive e cautelari e la sospensione del diritto di contrarre rapporti con gli Enti Pubblici
organismo, dotato di autonomi poteri di iniziativa e controllo, che vigili sul funzionamento dei modelli adottati, curandone il loro costante aggiornamento. Questi modelli, pur costituendo per la societ non un obbligo ma una mera facolt, costituiscono lunico rimedio efficace per andare esente da responsabilit, dimostrando che gli autori del reato lo abbiano commesso eludendo fraudolentemente le indicazioni contenute nei modelli stessi e che lorganismo di vigilanza non abbia omesso di svolgere la sua funzione o che, comunque, non abbia vigilato in maniera insufficiente. Adottati spesso sulla base di codici etici di comportamento, i modelli devono tendere a indi-
viduare le attivit nel cui ambito possono essere commessi con maggiore probabilit i reati, prevedere specifici protocolli cui attenersi nella programmazione e attuazione delle decisioni relative ai reati da prevenire, prevedere idonee modalit di gestione delle risorse finanziarie necessarie a impedire la commissione dei reati e obblighi di informazione verso lorganismo di vigilanza, cui compete a sua volta vigilare sulleffettivit del modello organizzativo, verificandone costantemente la capacit di prevenire la commissione dei reati anche attraverso una periodica verifica del modello e leventuale modifica in caso di mutamento nellorganizzazione o nellatti-
vit, prevedendo inoltre appositi sistemi disciplinari e sanzionatori in caso di mancato rispetto delle misure indicate nello stesso. A conferma che ladozione delle misure organizzative da parte delle societ costituisce lunico rimedio per andare esente da responsabilit, la citata Bozza Pisapia ha espressamente previsto di stabilire che questa si perfezioni solo se il reato sia stato reso possibile da una lacuna organizzativa ascrivibile alla persona giuridica o dalla carenza di sorveglianza o controllo ovvero sia stato commesso su indicazione dei vertici organizzativi o gestionali della stessa. *Avvocato Penalista
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Industria&Ambiente
Le imprese sono tenute nella realizzazione dei cantieri ad osservare la norma acustica
Le attivit allaperto sono assogettate agli obblighi della legge regionale 3/2002
Molti i comuni pugliesi sprovvisti del regolamento regionale per linquinamento sonoro
La Regione Puglia non si mai preoccupata di richiamare i comuni affinch provvedessero alla zonizzazione
a legge regionale Puglia del 12/02/2002, n. 3, recante Norme di indirizzo per il contenimento e la riduzione dellinquinamento acustico, finalizzata alla tutela dellambiente esterno ed abitativo dallinquinamento acustico proveniente da sorgenti sonore fisse o mobili e prevede: la zonizzazione acustica del territorio comunale, classificandolo in sei tipi di zone omogenee dal punto di vista destinazione duso; lindividuazione di zone soggette ad inquinamento acustico; lelaborazione di piani di risanamento acustico. A riguardo della zonizzazione acustica del territorio si evidenzia che i Comuni avevano lobbligo di provvedere entro agosto 2003, ma a tuttoggi nessuno ha provveduto in merito, nemmeno la Regione con il commissario ad acta. La zonizzazione acustica del territorio comunale consente di individuare le zone inquinate da rumore ai fini del risanamento mediante piani in aderenza al piano urbano del traffico. I piani di risanamento indicano: le zone da risanare; lindicazione degli interventi da effettuare; i soggetti che sono tenuti allintervento di risanamento ambientale; le modalit e i tempi per il risanamento, anche mediante la delocalizzazione delle attivit rumorose; la stima degli oneri finanziari necessari; le misure cautelari a carattere durgenza per la tutela dellambiente e della salute pubblica. Tra i diversi compiti spettanti ai Comuni si segnalano i seguenti: adottare ordinanze per il ricorso temporaneo e speciali forme di contenimento e riduzione di tutte le emissioni sonore, inclusa linibitoria parziale o totale di determinate attivit; verificare, nel momento di rilascio del certificato di abitabilit o di agibilit per le
Con lapplicazione della legge regionale i comuni potranno contare su nuove entrate provenienti dalle trasgressioni amministrative
nuove costruzioni, la conformit delle opere alla relazione asseverata del tecnico competente (art. 15, comma 3). Le imprese, invece, sono tenute per i progetti di ristrutturazione e di costruzione di nuovi edifici ad uso industriale e residenziale a presentare al Comune, contestualmente alla domanda di permesso di costruire, una relazione asseverata da un tecnico competente. Il Sindaco, nel rilasciare il certificato di abitabilit o di agibilit, tenuto a verificare la conformit delle opere alla relazione asseverata. Anche le attivit allaperto sono assoggettate agli obblighi della L.R. n. 3/2002, comprese quelle relative ai lavori stradali, ed i Comuni per le medesime devono adottare specifici regolamenti. Assenza della Pubblica Amministrazione non giustificata Linquinamento da rumore rappresenta uno dei principali problemi ambientali, essendo una delle pi rilevanti cause del peggioramento della qualit della vita. Tuttavia linquinamento acustico ritenuto meno rilevante rispetto ad altre forme di inquinamento, o almeno cos sembra, se si tiene conto dellassenza sopra evidenziata, in merito allapplicazione della L.R. n.3/2000, da parte della Regione e dei Comuni. Sono tantissimi i contenziosi che si attivano davanti al magistrato competente per i rumori molesti che generano liti tra condomini, e molti di tali contenziosi sicuramente si sarebbero potuti evitare se fosse stata applicata la richiamata L.R. n. 3/2002. Si costruiscono immobili che acusticamente non sono conformati alla norma acustica, tanto che un semplice calpestio nella notte pu essere avvertito da chi dorme come un insopportabile disturbo. Non meno numerosi sono gli esposti di cittadini contro ogni tipo di attivit rumorosa allaperto o al chiuso, diurna o notturna (cantieri stradali ed edili, discoteche, spettacoli e manifestazioni di piazza, opifici in prossimit di abitazioni, ecc. ) che, con il loro disturbo, generano sempre pi reazioni negative nella popolazione esposta, causando anche danni alla salute. In buona sostanza, in presenza di una fonte elevata di rumore il cittadino si sente impotente e scoraggiato, non avendo alcuna forma reale di tutela. Nonostante la L.R. n. 3/2002 fosse stata pubblicata da diversi anni, la Regione Puglia non si mai preoccupata di richiamare i Comuni affinch provvedessero alla zonizzazione dei territori comunali, n tantomeno ha provveduto a redigere un regolamento tipo per il rumore che i Comuni potessero adottare, allinsegna della uniformit amministrativa, per migliorare la qualit della vita urbana. La Regione non ha avuto cura neanche a rettificare il testo della L.R. n. 3/2002, che presenta una serie di refusi, come per esempio: allart. 4: lett. b), i richiamati criteri di priorit non attengono allart. 5 ma allart 6;
Linquinamento da rumore rappresenta uno dei principali problemi ambientali in quanto peggiora la qualit della vita
lett. f), fa riferimento allAlbo anzich elenco dei tecnici competenti in acustica; allart. 10: lett. c). i richiamati valori limite di rumorosit non attengono allart. 4 bens allart. 3. Cosa fare La Regione metta in atto ogni azione amministrativa per lapplicazione della norma, procedendo in primo luogo a correggere le imprecisioni come quelle sopra evidenziate e successivamente a sollecitare i Comuni omissivi a provvedere in merito agli adempimenti di cui alla L.R. n. 3/2002. Tanto, oltre a dare una efficace risposta ambientale, servir ad evitare pesanti contenziosi che potrebbero sorgere tra alcune imprese edili omissive e gli acquirenti aventi diritto ad alloggi acusticamente adeguati. Un minimo di buona volont amministrativa non solo consentir lapplicazione di una legge regionale, ma i Comuni potranno contare su nuove entrate rivenienti dai trasgressori sanzionati, oggi lasciati impuniti, ed inoltre gli acquirenti godranno di manufatti edilizi acusticamente di qualit. La Regione Puglia, inoltre, deve tenere conto del subentrato D.L.vo 19 agosto 2005, n. 194, finalizzato alla prevenzione e riduzione degli effetti nocivi dellesposizione del rumore ambientale, della cui applicazione ad oggi risulta quasi nulla.
*Consulenti Ambientali Associati
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LAZIENDA/La Centro Riciclo Sud tra le prime aziende di Bari ad aver acquisito un know-how trentennale
a oltre 30 anni la Centro Riciclo Sud , ormai lunica azienda del suo settore operante ancora nel cuore di Bari e tra le prime in Italia, offre ai suoi clienti la sicurezza e la tranquillit di effettuare operazioni di smaltimento autoveicoli, dal pi piccolo al pi grande, rispettando lambiente e con un veloce disbrigo delliter burocratico. Il settore della demolizione degli autoveicoli ricopre, in Italia e nel mondo, un ruolo ancora scarsamente considerato. Limportanza produttiva ed economica del comparto in realt notevole: nel 2007, in Italia, gli autoveicoli radiati e avviati a demolizione sono stati quasi tre milioni. In questo scenario, peraltro non solo italiano ma europeo, il problema dello smaltimento dei veicoli stato affrontato dal Parlamento Europeo con lemanazione di una specifica Direttiva (2000/53/CE del 18/09/2000) indirizzata a innescare un processo di maggiore salvaguardia ambientale e stabilire limiti e obiettivi quantitativi e qualitativi per il riutilizzo e il riciclaggio dei materiali derivanti dal loro
Il settore delle demolizioni ricopre in Italia un ruolo incisivo, importante e di notevole spessore. Lazienda certificata ISO 9000:2000
trattamento. Tra laltro, sempre in virt della stessa Direttiva Europea, il ruolo delle imprese di autodemolizione diventato ancora pi strategico: offrendo precise garanzie sullo smaltimento dei veicoli, esse potranno sopperire alle responsabilit delle case automobilistiche di smaltire correttamente il prodotto giunto a fine vita, garantendo un servizio di rilevante valore economico e di profondo significato ambientale. Lazienda associata ADA ed centro autorizzato per la raccolta e lo stoccaggio provvisorio dei veicoli a motore. E in grado di fornire ai clienti consulenza tecnica per il disbrigo dei pratiche di demolizione (chiusura pubblico registro a Aci), pratiche divenute sempre pi frequenti e allo stesso delicate per via degli incentivi concessi dalle case automobilistiche ed anche dallo Stato per chi si disfa della vecchia autovettura. Il nucleo dellattivit del Centro Riciclo Sud consiste nel recupero delle materie ferrose e metalliche derivanti dai processi produttivi industriali ed artigianali, dallo smobilizzo di linee industriali obsolete e da demolizioni di strutture, capannoni, impianti metallici. I processi di recupero sono specifici, e variano a seconda della tipologia dei materiali e dei loro settori merceologici dorigine. Lazienda dotata di un parco automezzi che comprende camion attrezzati con cassoni interscambiabili e gru, caricatori gommati di varie dimensioni, cesoia per demolizioni su escavatore cingolato, pressocesoia fissa, mulino di triturazione scarrabile, gruppi di taglio a fiamma ossidrica, ed un ampio parco contenitori di dimensioni variabili e del tipo scarrabili. Lattivit di raccolta e trasporto, avviene su tutto il territorio nazionale, si avvale delle autorizzazioni-iscrizioni allAlbo Nazionale Gestori Ambientali per tutte le categorie di trasporto dei rifiuti
speciali e pericolosi. Di rilievo i rapporti commerciali con le pi importanti ferriere e fonderie nazionali ed europee, permettono di assicurare ai clienti un servizio di qualit. In 30anni di attivit - spiega Enzo Schino, responsabile commerciale della Centro Riciclo Sud - abbiamo maturato una profonda consapevolezza per il rispetto dellambiente e per la corretta gestione dello smaltimento dei rifiuti. Abbiamo elevato la tutela ambientale e la ricerca di soluzioni eco sensibili a un ruolo di assoluto privilegio nella nostra organizzazione, trattandosi di un tema socialmente rilevante che riguarda sia gli addetti alla produzione che gli abitanti del territorio in cui opera lazienda. Il Sistema di Gestione Ambientale stato strutturato applicando lapproccio per processi mutuato dalla serie delle norme ISO 9000:14000 dedicate ai Sistemi di Gestione per la Qualit e si fonda su un modello dinamico di processi interconnessi che permette di analizzare il macro processo gestio-nale in funzione degli aspetti ambientali. Inoltre - conclude Schino - la nostra societ riuscita contemporaneamente ad ottimizzare lorganizzazione e razionalizzare le fasi produttive.
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NORMATIVA/La gestione delle apparecchiature fuori uso disciplinata dal D. Lgs. 209/03
REGIONE BASILICATA
l D.Lgs 24 giugno 2006, n. 209, costituisce la norma di riferimento in materia di veicoli fuori uso. Esso rappresenta lattuazione della direttiva 2000/53/Ce relativa ai veicoli fuori uso. Il D.Lgs 25 luglio, n. 151 ha introdotto un sistema di gestione per la specifica tipologia di rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE), basato sulla loro raccolta differenziata, trattamento ed avvio a recupero. Esso ha recepito ben tre direttive comunitarie: 2002/96/CE, 2003/108/CE e la 2002/95/CE. Dalle operazioni di trattamento di un veicolo fuori uso e dallo smontaggio delle componenti avviate a reimpiego (cio quelle operazioni in virt delle quali i componenti di un veicolo fuori uso erano stati originariamente concepiti) originano motorini elettrici di avviamento, batterie esauste, impianti contenenti gas refrigeranti, alternatori, orologi elettrici, ecc. Stando quanto suddetto, si potrebbe pensare che la gestione delle apparecchiature suddette debba rispettare la normativa del decreto legislativo n 151/2005, e di conseguenza il centro di raccolta veicoli fuori uso adeguarvisi, andando quindi ad integrare quanto previsto dal D.Lgs 209/2003. Alla lettera a) dellarticolo 3 del D.Lgs 151/2005, le Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (AEE) sono quelle che dipendono per il loro corretto funzionamento, da correnti elettriche o da campi elettromagnetici e le apparec-chiature di generazione, di trasferimento e di misura questi campi e correnti, appartenenti allallegato 1A e progettate per essere usate con una tensione non superiore a 1000 volt per la corrente alternata e a 1500 volt per la corrente continua. La lettera b) sempre dellarticolo 3 del D.Lgs 151/2005 definisce Rifiuti di apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE) le AEE che sono considerate rifiuti ai sensi dellarticolo 6, comma 1, lettera a), del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, e s.m.i di seguito denominato: decreto legislativo n. 22 del 1999, inclusi tutti i componenti, i sottoinsiemi ed i materiali di consumo che sono parte integrante del prodotto nel momento in cui si assume la decisione di disfarsene. Se si analizza il campo di applicazione del D.Lgs 151/2005, secondo cui il decreto di applica alle apparecchiature elettriche ed elettroniche rientranti nelle categorie individuate nellallegato 1A, purch non siano parti di tipi di apparecchiature che non ricadono nellambito di applicazione
Dal Decreto Lgs. 151/2005 sono esclusi i prodotti elettrici ed elettronici che provengono dalla rottamazione di veicoli fuori uso, poich progettati per essere impiegati in prodotti sottoposti alla direttiva 2000/53/CE
nienti dalle operazioni trattamento e rottamazione dei veicoli fuori uso, poich progettati per essere impiegati in prodotti sottoposti alla direttiva 2000/53/Ce e recepita dal D.Lgs 209/2003. Di conseguenza la gestione dei rifiuti pericolosi derivanti dalle operazioni di trattamento dei veicoli fuori uso disciplinata dal D.Lgs 209/2003 e non dal D.Lgs 151/2005. Un altro aspetto importante quello relativo alla presenza di sostanze pericolose nei componenti elettrici ed elettronici rimossi dai veicoli fuori uso. Infatti il D.Lgs 151/2005 (recependo la direttiva 2002/95/CE, cosiddetta direttiva RoHS) prevede, a partire dal 1 luglio 2006, la restrizione delluso di talune sostanze pericolose nelle AEE di cui allallegato 1A, salvo alcune esclusioni quali: i dispositivi medicali e apparecchiature di monitoraggio e controllo, i pezzi di ricambio per la riparazione di AEE immesse sul mercato prima del 1 luglio 2006, il reimpiego di AEE immesse sul mercato prima del 1 luglio 2006. Di conseguenza, poich i prodotti elettrici ed elettronici rivenienti dalle operazioni trattamento e rottamazione dei veicoli fuori uso, non possono definirsi AEE, in quanto esclusi dalle categorie di cui allallegato 1A del D.Lgs 151/2005, ad essi non si applicano le restrizioni di cui allarticolo 5 del D.Lgs 151/2005. *Consulente Ambientale
Edilizia
orme per labitare sostenibile. E il ti tolo della Legge regionale n.13/2008 pubblicata nel Bollettino ufficiale regionale n. 93 del 13 giugno 2008, finalizzata allo sviluppo della sostenibilit ambientale e del risparmio energe-tico, anche nella scelta dei materiali di costruzione, riguardo sia agli interventi di trasformazione dellassetto urbano che di realizzazione delle opere di edilizia pubblica e privata. Gli articoli della legge definiscono gli strumenti, le tecniche e le modalit costruttive soste-nibili nellambito del governo del territorio, nelle opere di nuova costruzione e in quelle di recupero edilizio e di riqualificazione urbana, in armonia con le norme e i principi del diritto comunitario e con lapporto di province e comuni per le competenze loro assegnate.
REGIONE PUGLIA
POR 2000-2006
del suddetto decreto, emerge una considerazione. Le apparecchiature che sono parte di un altro tipo di apparecchiatura non sono da qualificarsi come prodotti finiti. In sostanza un prodotto finito qualsiasi apparecchiatura o strumento che ha una funzione diretta, un suo involucro e, dove applicabile, porte e connessioni intese per lutente/ utilizzatore finale. La funzione diretta definita come una qualsiasi funzione di un
componente o di un prodotto finito che svolge luso previsto specificato dal costruttore nelle istruzioni per luso per gli utilizzatori finali. Questa funzione pu essere disponibile senza ulteriori operazioni o connessioni oltre a quelle semplici che possono essere eseguite da qualsiasi persona. Nel valutare se un apparecchiatura rientra o meno nel campo di applicazione del D.Lgs 151/2005, si deve considerare che lenergia
elettrica (e solo questa) deve essere la fonte primaria di alimentazione dellapparecchiatura e in assenza di energia elettrica lapparecchiatura non pu svolgere la sua funzione primaria. Inoltre la tensione utilizzata dalla fonte principale non deve superare i 1000 V per corrente alternata o i 1500 per corrente continua. Dalla normativa di cui al D.Lgs 151/2005, sono pertanto esclusi i prodotti elettrici ed elettronici rive-
li 850 mila tonnellate di rifiuti pericolosi, difficili da smaltire, non saranno pi esclusiva competenza dei Comuni. E in azione il decreto legge 151 del 2005, che si occupa dei Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (in sigla RAEE). Dopo ben tre rinvii anche lItalia ha recepito questa normativa europea risalente al 2003, portando novit e cambiamenti per tutti gli attori coinvolti nella filiera: produttori, distributori, consumatori e Comuni.
Lobiettivo del decreto di recuperare 240mila tonnellate di rifiuti pericolosi Novit per tutti gli attori coinvolti nella filiera
E utile capire bene quali sono gli strumenti ed i macchinari dei quali si occupa questa normativa. Si tratta, come definizione dal decreto, di apparecchiature che dipendono per un corretto funzionamento da correnti elettriche o da campi elettromagnetici progettate per essere usate con una tensione non kg allanno per abitante con ritmi di crescita del 3-4%. Attualmente il re-impiego di tali materiali si ferma ad 1,15 kg per abitante (67 mila tonnellate) e lobiettivo del decreto raggiungere i 4 kg entro il 2008, facendo uscire 240 mila tonnellate di rifiuti pericolosi dalle discariche tramite recupero, re-impiego o riciclo. Questi apparecchi infatti, sono tra i pi inquinanti e pericolosi per lambiente, essendo costituiti anche da materiali pericolosi e difficili da trattare, come cfc, cadmio e mercurio.
RAEE
superiore a 1.000 volt per la corrente alternata e a 1.500 volt per la corrente continua. Ricadono quindi in questo ambito di applicazione, ad
esempio, computer, grandi e piccoli elettrodomestici, condizionatori, luci. Un campo dazione piuttosto vasto, che produce rifiuti pari a 14
Industria&Ambiente
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FONDI COMUNITARI 2007-2013
a pianificazione dello sviluppo socio-economico nella programmazione 2007-2013 pu avvalersi di nuovi strumenti di concertazione delle scelte su scala locale. Avviandosi a conclusione tra luci (poche) ed ombre (molte) lesperienza dei Programmi Integrati Territoriali gli enti locali sono nuovamente riuniti attorno ad un tavolo a discutere, progettare, gestire ed attuare progetti comuni nellambito della pianificazione strategica di Area Vasta. Si muove da un approccio che valorizza il dialogo delle istituzioni con gli altri attori dello sviluppo economico locale e con i soggetti che a vario titolo concorrono a determinare le dinamiche delle politiche ambientali, sociali e culturali allinterno di aree differenziate anche in ragione dei loro valori identitari. Lo strumento amministrativo adottato quello della convenzione tra enti locali ai sensi dellart. 30 del TUEL, il metodo di lavoro invece descritto nelle linee-guida approvate dalla Regione il 4 luglio 2007. Lampiezza e le potenzialit del processo cos attivato possono cogliersi dalla lettura del Documento Strategico Regionale (DSR) della Puglia, nella parte in cui individua la visione di sviluppo al 2013, nonch dai Documenti di Riallineamento tra ciascuna proposta progettuale ed il DSR Puglia, i relativi Programmi Operativi 2007-2013 e gli altri strumenti di
programmazione. Si tratta di processi molto articolati il cui appeal dipender inevitabilmente dalle scelte che la Regione compier nei prossimi mesi in tema di sostegno finanziario dei piani di Area Vasta. Ad oggi le linee guida si limitano a segnalare che al finanziamento delle attivit ed interventi previsti per la progettazione, lattuazione e la gestione del Piano Strategico concorreranno fonti diversificate (comunitarie, nazionali, regionali, locali e private) senza per precisare quale incidenza le risorse dei P.O. 2007-2013 avranno in concreto. Nella complessit delle procedure e nella necessit di monitorare landamento dei lavori risiedono
probabilmente i motivi di una cautela regionale la cui incidenza sugli esiti della concertazione locale non deve essere, per, sopravvalutata. A prescindere da ogni questione finanziaria, la pianificazione strategica di Area Vasta costituisce, infatti, unoccasione importante di dialogo su tematiche di interesse diffuso e sovracomunale i cui esiti dipenderanno prevalentemente dalla qualit del lavoro svolto dai partenariati istituzionali e socioeconomici e dal livello di condivisione delle idee di fondo dei redigendi piani. Agli enti locali si chiede, stavolta, di muovere dalle loro idee per definire dal basso una strategia appropriata alle peculiarit del territorio traendo
spunto dagli errori del passato; di definire un parco progetti coerenti con un modello di sviluppo condiviso e suscettibile di attuazione in uno scenario di medio periodo rispetto al quale il ruolo della finanza esogena importante ma non determinante. Del resto, proprio lesperienza della Programmazione Integrata ha insegnato che muovendo da una griglia di assi, misure ed azioni, ciascuna con obiettivi, priorit e risorse predefinite e immodificabili si perviene ad una tendenziale uniformazione delle scelte locali con evidenti conseguenze sulla qualit della pianificazione.
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Industria&Ambiente
MINISTERO DELLAMBIENTE
Accordo di programma
Taranto Statte
ccordi di programma per larea industriale di Taranto e Statte. La convenzione coinvolge il Ministero dellAmbiente, la Regione Puglia e i Ministeri della Salute, Interni, Sviluppo Economico, i Comuni di Taranto e Statte, lIlva, lApat, la Edison, la Enipower, la Cementir, la Sanac e lArpa Puglia. Laccordo finalizzato principalmente a garantire una valutazione unitaria e coordinata per il rilascio delle Autorizzazioni Integrate Ambientali ai diversi soggetti industriali presenti nellarea di Taranto e Statte e per gli interventi di migliori tecniche ambientali.
adeguate a ridurre gli attuali livelli di concentrazione di diossine. Sono state siglate convenzioni con lUniversit del Salento e lUniversit degli Studi della Basilicata nellottica di un consolidamento del rapporto tra lo stabilimento siderurgico e il mondo accademico, dopo che recentemente lazienda ha proceduto allassunzione di 130 neolaureati provenienti dalle Universit del territorio. Lobiettivo dellaccordo - spiega Domenico Laforgia, Rettore dellUniversit del Salento - lavorare insieme e sostenere il giusto approccio al tema energetico, della sicurezza sul lavoro e dellambiente, mettendo in discussione anche il nostro ruolo per contribuire alla migliore gestione di questi aspetti.
Il Gruppo Riva doter limpianto di agglomerazione di tecnologia adeguata per ridurre gli attuali livelli di concentrazione di diossina. Lazineda ha proceduto allassunzione di 130 neolaureati provenienti dalle universit del Salento e della Basilicata
Questa collaborazione contribuir a migliorare limpatto dellIlva sul territorio e a offrire allo stabilimento siderurgico unopportunit di crescita in termini di ricerca, innovazione e qualit. Sul tema della riduzione delle diossine lIlva - spiega Girolamo Archin, responsabile rapporti istituzionali dello stabilimento Ilva - sta destinando importanti risorse; a valle di una fase conoscitiva realizzata nel 2007, le attivit che attualmente sono in corso riguardano la verifica dellefficacia applicativa della tecnica adottata. Una volta completata questa fase di test applicativi si adeguer limpianto di agglomerazione entro il 2009, al fine di ridurre gli attuali livelli emissivi di diossine.
al fine di consentire una corretta interpretazione dei risultati delle rilevazioni di PCDD/Fs e PCBs diossina simili, i tecnici dellArpa Puglia, hanno contestualmente: controllato il funzionamento delle due linee di agglomerazione1; verificato i dati rilevati dal Sistema
di Moni-toraggio in continuo delle Emissioni (denominato SME), installato ai sensi del D.M. 21/12/95 sul camino in oggetto e trasmessi per via telematica direttamente al server del Dipartimento Provinciale di Taranto dellArpa Puglia; effettuato in parallelo lanalisi
dei gas di combustione nel camino E312, mediante analizzatore portatile tipo Horiba, messo a disposizione dai tecnici SGS, che ha consentito di determinare, in particolare, i parametri: ossigeno (O2 espresso in % in volume), ossidi di azoto (NOx - espressi in
mg/Nm3) e biossido di zolfo (SOx - espressi in mg/Nm3). In aggiunta alle attivit descritte di monitoraggio dei fumi di emissione, nel periodo delle rilevazioni sono stati effettuati, inoltre: prelievi di immis-sioni in aria ambiente in quattro siti esterni allo stabilimento (Statte, Via delle Sorgenti; Taranto; Via Machiavelli, Taranto-CISI e Taranto-Talsano) con campionatori a basso volume, posizionati sopra e sotto vento rispetto al camino E 312, in relazione alle condizioni meteo-climatiche giornaliere riscontrate; registrazione fotografica delle manifestazioni emissive per il confronto con le stesse immagini in periodi precedenti e successivi alle rilevazioni.
Industria&Ambiente POLITICA
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REGIONE PUGLIA PRAE
La Regione Puglia tra le prime in Italia per attivit del recupero estrattivo
n Puglia lattivit estrattiva riveste una notevole impor tanza sia sotto il profilo economico che ambientale; in particolare la Puglia risulta essere al terzo posto in Italia per volume di materiale estratto. La Puglia ampiamente rappresentata da molte formazioni di rocce sedimentarie che affiorano estesamente su quasi tutta la regione. Il numero delle cave risulta distribuito pi o meno uniformemente nelle cinque provincie. Sono prevalentemente a fossa per via delle forme prevalentemente pianeggianti del territorio pugliese e secondariamente a mezza costa, poche in sotterraneo (soprattutto nel Salento). Se da una parte lattivit estrattiva risulta essere un importante fattore per leconomia del paese (legata soprattutto allimprescindibile necessit di reperimento di materiale per ledilizia) dallaltra, causa il ritardo con cui la normativa intervenuta a regolamentarla
ha spesso indotto un notevole impatto sul territorio modificando in modo anche irreversibile la morfologia, lidrografia, e in definitiva il suo ecosistema. Il Piano di Regionale per le Attivit Estrattive (PRAE) costituisce il compimento normativo avviato
con la Legge Regionale 37 del 1985. Sebbene lapprovazione del PRAE costituisce un preciso punto di svolta nella politica di sviluppo regionale del settore, tuttavia si giunge ad una conclusione che apre nuove problematiche nella loro critica evidenza invi-
tano alla ridefinizione stessa dei contenuti del piano. Il solo fatto che lapprovazione avvenuta nel 2007 si sia basata su dati ed analisi relativi ad almeno 10 anni prima, fa capire come alcune direttive del piano possano risultare talvolta stridenti con le esigenze attuali dei portatori di interesse e/o con lavvio stesso della pianificazione delle attivit estrattive. Inoltre, il tema della tutela ambientale nei territori in cui viene estratta la pietra e pi in generale il tema del recupero di vaste aree degradate acquista per la regione pugliese una rilevanza indiscutibile soprattutto in un contesto territoriale in cui la questione degrado legato alle attivit estrattive - in continua trasformazione e espansione - e la necessit di un recupero consono alle esigenze umane e ambientali, divengono sempre pi urgenti. E necessario ridefinire lorizzonte culturale che consenta la reimmissione delle cave nel circuito degli usi collettivi anche dopo la fine delle attivit, fornendo la possibilit di reinventare il
paesaggio antropico e la sua relazione con il paesaggio naturale. Una corretta politica di recupero non pu disattendere per esempio le indicazioni della geologia e della geomorfologia per attivare processi di rinaturalizzazione senza cedere a facili quanto irrealizzabili pretese di ricondurre tutti i paesaggi ad una condizione di antiquata e inopportuna naturalit. Ed con questa accortezza di intenti che Michele Losappio Assessore allEcologia della Regione Puglia ha posto in essere una stretta collaborazione tra il Settore Estrattivo (dirigente Ing. Francesco Sciannameo) e il Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale del Politecnico di Bari (responsabile scientifico Prof. Ing. Claudio Cherubini) finalizzata allaggiornamento del PRAE, alla verifica dei piani di recupero delle cave attualmente autorizzate e attive e alla stesura di una nuova legge sulle attivit estrattive. Per tutti sicuramente un interessante banco di prova. *Politecnico di Bari
Rielaborazioni cartografiche
LEgAMBIENTE
In Puglia sono 617 le cave attive: 212 a Bari, 121 a Foggia, 54 a Brindisi, 126 a Lecce, 73 a Taranto
n Puglia sono 617 le cave attive: 212 a Bari, 121 a Foggia, 54 a Brindisi, 126 a Lecce e 73 a Taranto. Ma alla Puglia spetta lulteriore primato di aver approvato, prima fra le regioni del sud, il PRAE - Piano Regionale delle Attivit Estrattive. Lanomalia per nelle tariffe di concessione, che sono completamente assenti. In Puglia, Sicilia, Sardegna e Basilicata cavare unattivit gratuita. Nelle altre regioni per sabbia e ghiaia si va, per esempio, dai 0,10 euro a metrocubo pagati in Campania ai 3,33 del Friuli. La fotografia scattata da Legambiente, in un dossier che raccoglie tutti i
numeri sulla gestione dellattivit estrattiva in Puglia, nellintento di fare il punto su politiche e
fico regolamento, le modalit di smaltimento dei rifiuti di cantiere, ovvero i materiali provenienti da scavi, costruzioni e demolizioni. Lobiettivo quello di evitare il conferimento di questi rifiuti nelle discariche e gi non riconsidera
fra i rifiuti terre e rocce di scavo riutilizzabili in attivit cantieristiche. Per Legambiente ridurre il prelievo di materiali e limpatto delle cave nei confronti del paesaggio quanto mai urgente e possibile.
strazione: la Regio ne Puglia coinvol ge il Politecnico di Bari. Il PRAE, approvato con delibera n. 580/07, pur rappresentando un importante punto fermo in materia di indirizzo e gestione delle attivit estrattive - spiega Michele Losappio, Assessore Regionale Allambiente - risente, a causa del lungo tempo trascorso per la sua approvazione definitiva di alcune incon-gruenze e incertezze. Per questo quindi, fondamentale aggiornare la sperimen-tazione delle risorse minerarie e dei giacimenti potenzialmente coltivabili attraverso una fase di rielabora-zione cartografica e grafica, curando il confronto delle aree di risorsa con i vincoli e le limitazione alluso estrattivo del territorio e successivamente, passare ad una fase applicativa con valutazioni di carattere geologico economico, analisi dei fabbisogni, nonch rielaborare, per le valutazioni connesse alla compatibilit ambientale ed alla pianificazione del territorio che ne deriveranno, lindividua-zione degli attuali bacini estrattivi anche modificando la loro perimetrazione e, perfino, la loro identificazione.
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Industria&Ambiente
li SBR sono dei sistemi di trattamento biologi ci a flusso discontinuo, in cui nello stesso reattore si realizza il processo di ossidazione biologica, la separazione solido-liquido, la stabilizzazione dei fanghi, le diverse fasi di processo avvengono in sequenza temporale, operando sui tempi delle varie fasi, invece che spaziale come negli impianti tradizionali. Negli impianti tradizionali a flusso continuo, si opera a carico volumetrico e organico, possibilmente costanti, con valori di tali parametri il pi vicino possibile a quelli di dimensiona-mento e ci in quanto risulta difficile poter modificare le condizioni del processo durante la gestione. Il sistema SBR, con le sue varianti, presenta una elevata elasticit, in quanto a seconda delle particolari esigenze pu modificare le sue condizioni operative. Gli impianti generalmente sono provvisti di PLC (Programmable Logic Controller) che possono gestire mediante sensori, le pompe di alimentazione dello scarico, di spurgo delleffluente, dei fanghi,
Gli SBR sono dei sistemi di trattamento biologici a flusso discontinuo, in cui le tipiche fasi di un impianto tradizionale si alternano in uno stesso reattore
di addizione di eventuali reattivi chimici necessari al processo e di controllo dellareazione. Per un reattore singolo SBR le fasi possono essere diverse a seconda del tipo di scarico che si sta trattando e degli obiettivi che si vogliono raggiungere anche in funzione del recapito finale delleffluente trattato. Nel caso sia necessario utilizzare il reattore SBR per rimuovere, oltre al carbonio organico anche lazoto, necessario che il reattore operi in condizioni di nitrificazione e denitrificazione. La rimozione biologica dellazoto avviene mediante una serie di reazioni che conducono prima alla ossidazione dellammoniaca fino a nitrato ed in un secondo tempo alla riduzione di questo ad azoto elementare. Nel processo di nitrificazione lossidazione avviene tramite batteri antotrofici che utilizzano carbonio inorganico ed ammoniaca. Nel processo di denitrifi-cazione si verifica la riduzione dei nitrati ad azoto elementare, che passa nella fase gassosa. Numerosi sono i generi di batteri che possono dar luogo a denitrificazione. Tali batteri impiegano il substrato carbonioso come donatore di elettroni, potendo utilizzare sia i composti dellazoto ossidato sia lossigeno molecolare come accettori di elettroni. Mentre il processo di nitrificazione non si pu realizzare in assenza di carbonio inorganico, il processo di denitrificazione non si pu realizzare in presenza di concentrazioni di ossigeno, in quanto i batteri utilizzerebbero tale molecole invece che lossigeno legato allazoto, ed in assenza di
carbonio organico bio-disponibile. Il reattore SBR pu operare come un sistema ad areazione alternata, ovvero pu con facilit dar luogo a condizioni alternativamente aerobiche, in cui si realizza il processo di nitrificazione ed anossiche, in cui si realizza il processo di denitrificazione. Dotando lSBR con un buon sistema di agitazione meccanica, tutto il reattore pu operare da denitrificatore. Il
processo di rimozione dellazoto nel caso dellSBR pu essere ottimizzato, controllando pH, ossigeno disciolto ed utilizzando il carbonio organico disponibile, generalmente presente negli scarichi, o quello riveniente dalla lisi cellulare della stabilizzazione dei fanghi. I sistemi SBR trovano una buona applicazione per il trattamento di acque reflue di scarichi industriali, con piccole
portate e problemi particolari, di quelli di piccole comunit in cui per il loro posizionamento risulta necessaria una elevata rimozione dei nutrienti. Infatti, alla maggiore dimensione delle vasche di ossidazione e alle maggiori potenze installate per il funzionamento, il sistema SBR presenta consistenti vantaggi riguardanti soprattutto: la semplicit impiantistica, dato che in un unico bacino si realizzano le diverse fasi di un impianto tradizionale a fanghi attivi; la ridotta sensibilit dellSBR alla discontinuit dei flussi dingresso e agli improvvisi innalzamenti del carico organico nello scarico; la possibilit di controllare il processo completamente in automatico, mediante un PLC collegato ad una serie di sensori; la flessibilit del processo che pu essere facilmente riprogrammato, modificando i tempi di durata e le modalit di conduzione; il maggiore rendimento nei confronti degli impianti tradizionali dovuto al fatto che la sedimentazione avviene in condizioni di completa quiete. *Ricercatore CNR
LAzIENDA
PROVINCIA DI BARI
li scarichi provenienti dalle lavorazioni casearie, escludendo il siero, sono costituite essenzialmente dalle acque di lavaggio delle autobotti, dei contenitori e degli impianti di lavorazione del latte. Tali acque, a parte la presenza di sostanze utilizzate per pulire e disinfettare gli impianti, sono composti da residui di latte, possono essere paragonate ad un latte fortemente diluito ed hanno una concentrazione di circa 2000 ppm COD. Tale concentrazione aumenta a seconda della quantit di siero che finisce nelle acque di lavaggio. In base alla legislazione vigente gli scarichi provenienti da queste lavorazioni devono rispettare i limiti della Tabella 3 dellallegato 5 alla parte terza del D.Lgs. 152/06, per la sezione di competenza, nel
caso di scarico in fogna o in corpo idrico superficiale, ed i limiti della Tabella 4 della stessa legge, nel caso di scarico sul suolo. Pertanto
gli scarichi di caseifici necessitano di un trattamento per poter essere smaltiti, anche nel caso siano presenti solo acque di lavaggio ed i
limiti tabellari da rispettare siano quelli meno restrittivi previsti per gli scarichi in fogna. Tecnologie disponibili. Data la notevole quantit di sostanze organiche in soluzione presente in questi reflui, i trattamenti maggiormente impiegati nella loro depurazione sono quelli biologici; tra questi il tipo di sistema scelto
Sede Legale: Via Torpisana, 102 - 72100 Brindisi Direzione Generale: Via Cappuccini, 21 - 70017 Putignano (BA) Tel. 080.4913845 - Fax 080.4051761 www.consorziocreta.com - info@consorziocreta.com
dipender dalle caratteristiche specifiche dello stabilimento interessato: la sua dimensione, il tipo di sistema scelto dipender dalle caratteristiche specifiche dello stabilimento interessato: la sua dimensione, il tipo di lavoro svolto, la sua localizzazione, la sua disponibilit di terreno ed in fine le concentrazioni standard ammesse per lo smaltimento delleffluente. I processi di trattamento utilizzati per trattare le acque di lavaggio che includono una minima frazione del siero sono essenzialmente i processi biologici aerobici (a fanghi attivi) con diversi tipi di reattori, filtri percolatori. Utilizzo di reattori SBR. Per molti caseifici, grossi problemi connessi al trattamento delle acque di scarico sono dovuti ai piccoli spazi a disposizione e agli odori sgradevoli che si generano negli impianti tradizionali in cui sono presenti sedimentatori per la separazione solido-liquido. Il Centro Tecnologie Acque ha risolto i problemi suddetti con successo, utilizzando reattori SBR (Sequencing Batch Reactors), adattati ed ottimizzati per le caratteristiche degli scarichi specifici. I reattori SBR sono dei sistemi di trattamento biologico a flusso discontinuo, costituiti da bacini, nel presente caso completamente chiusi, in cui avvengono in tempi diversi il processo di ossidazione biologica, la separazione solido-liquido, la stabilizzazione di fanghi. Il controllo del processo avviene mediante sensori di livello ed attuatori collegati con un microprocessore che gestisce il sistema di agitazione ed areazione e le pompe a servizio dellimpianto. Vantaggi del reattore SBR: eliminazione e/o riduzione di odori sgradevoli; pi facilit per il posizionamento dellimpianto; elevata resistenza ad eventuali sovraccarichi momentanei; semplificazione impiantistica; semplicit gestionale ed affidabilit del processo (i parametri operativi sono controllati in automatico); riduzione dei fanghi da smaltire. *Responsabile Tecnico CTA
Reflui Industriali
Industria&Ambiente
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