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Ottobre 2012 Sommario:


copertina di Federico Gemma pag 3: Wildlife Artist, Federico Gemma pag 9: I piccoli amici dellinverno, di Riccardo Trevisani. pag 12: Lintervista di Cristina Usanza al fotografo naturalista Mauro Sanna pag 15: Il bramito del cervo sul monte Amiata, di Gabriele Ferramola pag 18: La danza della vita, di Giusy Baffi. pag 21: Il ponte che si mette al collo, la bridge, di Andrea Simoncini pag 24: Il comportamento dei fenicotteri, del Dott. Marco Scutell pag 28: Comunicato stampa: corso di guida naturalistica, di Claudia Cappello pag 31: La multifunzionalit dellagricoltura, di Riccardo Di Giuseppe pag 32: le foto dei lettori

La lettera del Direttore:


Benritrovati amici lettori, anche questo numero uscito con degli interessanti articoli per tutti gli amanti della natura. Mi spiace avervi fatto aspettare parecchio, gli impegni sono tanti, ma sono fiero di tutti coloro che collaborano con me nel rendere sempre piu interessante la nostra rivista. buona lettura e....al prossimo numero! Riccardo Trevisani

Tutto il contenuto della rivista protetto da copyright, vietata la riproduzione e la copia dei testi e delle foto a scopo di lucro

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Federico Gemma - Wildlife Artist

Federico Gemma Membro della Society of Wildlife Artists Nato a Roma nel 1970 si laureato in Scienze Biologiche con una tesi sperimentale sullecologia della lepre presso il Dipartimento di Biologia Animale e dellUomo dellUniversit "La Sapienza" di Roma (Relatore Prof. L. Boitani). Ha realizzato disegni per libri, riviste, calendari, schede didattiche, pannelli esplicativi e per numerose pubblicazioni a carattere naturalistico con vari enti e associazioni nazionali ed internazionali coinvolte nella conservazione della natura tra cui: WWF, IUCN, FAO, ARP (Agenzia Regionale Parchi del Lazio), RomaNatura (Ente Regionale che gestisce le aree naturali protette nel Comune di Roma), ISPRA, Museo Civico di Zoologia di Roma, Fondazione Bioparco di Roma, Universit di Roma La Sapienza, Comune di Roma, Regione Lazio,

Provincia di Ascoli Piceno e vari parchi e riserve naturali. Collabora inoltre con le riviste BBC Wildlife Magazine e Traveller Cond Nast. Ha realizzato le tavole per una guida al riconoscimento dei Mammiferi della Cina (A Guide to the Mammals of China) edito dalla Princeton University Press.

Ama viaggiare e realizzare taccuini di viaggio, ritraendo la natura e gli animali incontrati con particolare predilezione per mammiferi, uccelli e paesaggi; tra le sue mete: Uganda, Guatemala, Messico, Namibia, Stati Uniti, Cina, Madagascar, Sudafrica, Scozia, Mauritania, Tunisia, Finlandia, Tanzania, Brasile e Giappone. Preferisce dipingere ad acquerello per la rapidit di esecuzione e per la freschezza delle pennellate, tecnica particolarmente indicata per il disegno "en plein air". Tiene regolarmente corsi di disegno e pittura naturalistica.

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Dal 2001 espone alcune sue opere nella Mostra Annuale della Society of Wildlife Artists (SWLA) alla Mall Galleries di Londra. Dal 2009 Associate Member e dal 2012 Full Member della SWLA. 2009 - Primo premio nella categoria World Birds del concorso BBC Wildlife Artist of the Year. 2009 - Selezionato per la X edizione della Biennale du Carnet de Voyage a Clermont-Ferrand in Francia. Nel 2007 e 2010 ha esposto in due mostre personali a Roma presso la Sala Margana. 2010 - Commended nella categoria International Artists nel concorso Wildlife Artist of the Year 2010 della BBC Wildlife magazine 2011 - Selezionato con tre opere di cui due Highly commended per esporre a Londra nella Wildlife Artist of the Year exhibition organizzata dalla David Shepherd Wildlife Foundation. 2012 - Vincitore del Premio Speciale categoria Mammiferi nel concorso Disegna la natura 2011 indetto dalla rivista Oasis. 2012 - Opera selezionata per la Wildlife Artist of the Year exhibition organizzata dalla David Shepherd Wildlife Foundation. 2012 - "Secondo classificato" (Runner-up) nella categoria International artist nel concorso della BBC Wildlife Artist of the Year 2012. 2012 - Mostra presso la Galleria del WWT Slimbridge Wetland Centre, UK (maggio-giugno 2012). 2012 - Selezionato per la XIII edizione del Rendez-Vous du Carnet de Voyage a Clermont-Ferrand in Francia e per una mostra personale di taccuini nella rassegna La Route de Carnet. 2012 Vincitore del Premio Birdwatch/Swarovski Artist of the year 2012.

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Fin da piccolo sono sempre stato attratto dagli animali soprattutto da quelli selvatici e, dalla prima volta che ho preso in mano una matita, ho sempre tentato di raffigurarli. La passione per la natura mi ha portato a laurearmi in Scienze Biologiche a Roma con lintenzione di intraprendere la carriera di zoologo ma ancor prima di finire luniversit dedicavo la maggior parte del tempo alla realizzazione di illustrazioni naturalistiche. Sono rimasto comunque legato al mondo scientifico lavorando per parchi e riserve naturali, musei ed enti per la conservazione della natura realizzando disegni e illustrazioni per calendari, pannelli, aree tematiche, libri, opuscoli e riviste. Al lavoro di illustratore ho affiancato quello di pittore e tra un dipinto e laltro trascorro tutto il tempo libero viaggiando in Italia, in Europa e nel Mondo alla ricerca di soggetti, animali e paesaggi, da ritrarre.

Sono autodidatta e la natura la mia principale fonte di ispirazione. E riesco a goderne appieno solo quando posso disegnare e dipingere ci che vedo. Cerco con i miei lavori di raccontare listante in cui avvenuto lincontro. Non cerco la descrizione dettagliata ma di ricreare i colori e le luci di un momento, la fugacit di un avvistamento, le sensazione di un paesaggio, la plasticit di uno stormo di uccelli. I miei soggetti preferiti sono uccelli e mammiferi ma anche paesaggi, alberi e antichi casali. Lavoro principalmente ad acquerello tecnica che amo per la trasparenza e luminosit del colore. La sua velocit di esecuzione inoltre lo rende ideale per lutilizzo anche sul campo.

La matita rimane la mia inseparabile compagna. che sia grassa, morbida, dura o appuntita mi permette ovunque di tracciare linee, forme e volumi. E lo strumento che fissa ed esprime ci che osservo attraverso gli occhi. Ogni mio lavoro nasce dallosservazione diretta, tanto che non riesco a dipingere specie e luoghi che non ho visto. Cerco per quanto mi possibile di prendere appunti sul campo spostandomi sempre con taccuino, matita e acquerelli.

Ritengo il disegno dal vero un processo fondamentale e uno strumento insostituibile per osservare e per fissare su carta istanti e idee. Da alcuni di questi appunti nascono acquerelli e lavori finiti, altri rimangono cos, ricordi indelebili di viaggi e incontri.

Federico Gemma
Via Michele Barbi 12 00125 Roma f.gemma@quipo.it

www.federicogemma.it http://federicogemma.blogspot.com/

I PICCOLI AMICI DELLINVERNO


testo e foto di: Riccardo Trevisani Il freddo, nella nostra penisola, arrivato, e con lui parecchi dei nostri piccoli amici. Al nord e al centro si possono avvistare e sentire gi pettirossi, verdoni, scriccioli, cinciallegre, cinciarelle, codibugnoli ed altri. Basta fare una passeggiata nei parchi cittadini, o, meglio ancora, nelle campagne e nei boschi appena fuori citt, e l'incontro con questi piccoli visitatori invernali assicurato. Se abbiamo poi la pazienza di mimetizzarci o di nasconderci, si potr avere anche la fortuna di osservarli da vicino. Se siamo pigri ed abbiamo la fortuna di avere un giardino o una terrazza, basta posizionare una o pi mangiatoie e le visite non mancheranno. Nei negozi specializzati nel fai da te ne potete trovare diversi modelli e misure, ma se siete amanti del bricolage vi consiglio di provare a costruirle da voi con del legno di recupero o con altri materiali come le bottiglie di plastica o i contenitori del latte. Qui sotto degli esempi:

immagine presa dal web

immagine presa dal web

Dopodich baster riempire le nostre mangiatoie con sementi, biscotti sbriciolati o altro di appetibile e utile ai nostri amici per passare l'inverno.

Qui sotto una scheda dei mangimi e delle specie attratte tratta da un sto lipu:

http://www.lipupedemontanatrevigiana.it/Mangiatoie_lipu.pdf

Cinciallegra

Fatto questo vi potrete divertire mettendo dei posatoi adeguati e magari scattando qualche bella fotograa. Le visite alle mangiatoie saranno caratterizzate da una specie piuttosto che da un'altra in base anche alla regione nella quale vivete. Riccardo Trevisani

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Alcune immagini dei visitatori delle mie mangiatoie:

Regolo

Lu piccolo

Cinciarella

Pettirosso

Scricciolo

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LINTERVISTA:
MAURO SANNA

di: CRISTINA USANZA


COME E' NATO IL TUO AMORE PER LA FOTOGRAFIA NATURALISTICA? Sono un amante del mondo naturale fin dalla nascita, a 20 anni (nell85), appena ho avuto due soldini, ho comprato la mia prima fotocamera (mi pare una Fuji stx1) con un obiettivo 50mm e uno zoom 70-200. Con quelli ho cominciato a fotografare ambienti, rettili e anfibi. Poi, nel corso degli anni e con sacrifici, ho cambiato varie volte lattrezzatura. 2- CHE ATTREZZATURA POSSIEDI? Uso materiale Nikon, fotografo con una vecchia D300 che spero di cambiare a breve con una D600 o (se esce ) con la futura D400, come obiettivi ho uno zoom 16-85, un micro 60mm, uno zoom 80-200/f2,8, un 200-400/f4 e un 300/f2,8 ai quale aggiungo un Teleconverter 1,4. Non ritengo lattrezzatura fondamentale per la fotografia naturalistica: facevo le stesse foto con il 300/f4+ tc1,7, quello che conta la conoscenza dei soggetti e soprattutto il tempo da dedicare a questa passione. Oggi tutte le fotocamere in commercio permettono, se ben utilizzate, di ottenere buone foto, immagini a fuoco e ben esposte, oggi gli automatismi e la tecnologia permettono di essere dei buoni fotografi pur ignorando i principia fondamentali della fotografia.

CAPOCACCIA

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difficile conoscere le abitudini dei soggetti, spesso 3- COME TI PREPARI PER I TUOI APPOSTAMENTI, QUALI il tempo impiegato per capire come si muovono, che LUOGHI PREFERISCI? posatoi prediligono, quali Scatto sia in appostamento orari preferiscono superiore che durante escursioni a piedi, spesso ho anche modo al tempo impiegato per la foto. di fotografare dallauto che ritengo un ottimo metodo per avvicinare gli animali in aree 4- QUALE E' LA FOTOGRAFIA CHE MAGGIORMENTE TRA LE umide: in Sardegna molte lagune e stagni costieri sono TUE, PREDILIGI? affiancati da stradine carrabili. Non c una foto in particolare, ma mi piace Frequento capanni fissi autocostruiti con canne e teli ritornare a guardare spesso mimetici, ma quando occorre quelle dei Falchi Pellegrini che cacciano gli storni in volo. ho anche 2-3 capanni Sono stati attimi per me smontabili tipo pop-up che indimenticabili, vedere il Falco piazzo alloccorrenza. Pellegrino che isola uno Prediligo la fotografia ai storno e lo preda in volo rapaci, la mia grande passione il Falco Pellegrino uno degli spettacoli pi belli che possiamo vedere nei che riprendo sui posatoi abituali, l costruisco capanni nostri cieli. fissi o utilizzo teli mimetici o i cosiddetti teli fogliari. In questo campo la cosa pi

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6- QUALI SONO I TUOI PROGETTI FOTOGRAFICI PER IL FUTURO? Spero di portare a compimento un paio di progetti che ho nel cassetto da anni: uno il Falco Pescatore in Corsica, laltro un viaggio dedicato ai rapaci in Estremadura. Ci sono stato nel 94 in viaggio di nozze, ricordo di aver portato a casa delle belle Dia, quel posto per noi fotonaturalisti un vero paradiso. Quando questa crisi finir e ricomincer a mettere da parte un po' di denaro, vorrei fare un viaggio nel Nord Europa: Scozia, e nord UK sono posti ideali per gli uccelli marini che mi piace molto osservare e riprendere. 7- HAI UN SOGNO NATURALISTICO NEL CASSETTO? Ne ho un paio che necessitano di una buona dose di fattore

C: uno riprendere bene (come dico io) la predazione in volo del Falco Pellegrino, per adesso ho solo fatto scatti da lontano e mossi, spero in futuro nellintervento del succitato fattore C. 8- PENSI CHE LA FOTOGRAFIA NATURALISTICA POSSA ESSERE DI AIUTO PER L'AMBIENTE? No, in questo sono abbastanza disilluso, io penso che le azioni giuste per lambiente debbano essere legislative e soprattutto che ci voglia un controllo dellapplicazione delle leggi da parte degli organi preposti pi capillare. La fotografia naturalistica pu e deve essere un hobby sano e rilassante per chi ha voglia di passare una mezza giornata fuori dal caos e dallo stress.

http:// www.maurosanna.it

9- COSA CONSIGLIERESTI A CHI E' ALLE PRIME ARMI? Studiare: troppo spesso si vedono in giro fotografi muniti di un'attrezzatura da 20.000 euro che scattano a soggetti che non conoscono, senza la minima cognizione di cosa stanno riprendendo e perch. Troppo spesso si osservano fotografie di soggetti anche interessanti ma che sono sconosciuti dal fotografo. La conoscenza del soggetto fondamentale anche per evitare di fare qualcosa che possa danneggiare il soggetto.
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IL BRAMITO DEL CERVO MONTE AMIATA

di: GABRIELE FERRAMOLA


Il primo week end di ottobre ho organizzato insieme ai quattro soci del circolo fotografico di cui faccio parte l'altro scatto, una piccola escursione di 2 giorni al parco faunistico del Monte Amiata. Pratico dei luoghi non ho avuto difficolt ad organizzare soggiorno, cene ecc. ed a pianificare il percorso per far conoscere questi luoghi agli altri partecipanti. Il Parco Faunistico del Monte Amiata sito nella Riserva naturale del Monte Labbro a sud ovest dell'Amiata. La fauna principalmente composta da cervi, daini, camosci, caprioli, mufloni e lupi. Purtroppo da qualche anno a questa parte il parco per motivi di sicurezza ha dovuto modificare i percorsi, prima si poteva passeggiare all'interno degli appezzamenti dove erano presenti gli animali mentre ora gli avvistamenti avvengono da postazioni rialzate che permettono la vista, se fortunati, degli animali. Il nostro obiettivo principale erano i cervi visto il periodo degli amori arrivati di buon mattino il guardia-parco ci da il benvenuto, cos cominciamo i nostri appostamenti sia sulle altane a disposizione sia lungo la strada che costeggia gli appezzamenti dove ci sono le diverse specie. Grandi cervi con dei maestosi palchi ci accolgono! Piccoli e grandi gruppi gironzolano intorno a noi, alcuni sono fermi al sole tenendo d'occhio le 'proprie femmine' e di tanto in tanto bramiscono ricordando la loro presenza... uno spettacolo bellissimo con i primi colori autunnali che si intravedono Purtroppo fotograficamente parlando sono parecchio distanti, anche se qualche scatto decente si riesce a

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Entusiasti e pieni di voglia di vedere altre specie ci spostiamo verso la zona dei lupi per arrivarci bisogna attraversare il recinto dove si trovano i camosci e i mufloni. Proprio davanti a noi, rilassato e molto sicuro di s, un muflone ci osserva permettendoci di fargli qualche scatto in completa tranquillit .. un animale maestoso non c' che dire. Entriamo nel sentiero che porta verso la torretta di avvistamento dei lupi, saliamo e cerchiamo di fare pi silenzio possibile. Sono quasi le 9.30 del mattino, il sole alto ma la temperatura rigida e c un fastidioso vento. Tra uno scatto a qualche gazza e qualche avvistamento di rapaci tutt'un tratto esce da un cespuglio il lupo.. partono tutte le nostre macchine fotografiche scattando raffiche e raffiche di foto. Il lupo, come se avesse capito, si ferma al centro del suo giro, ci guarda e ci regala qualche istante di stasi per poi continuare il suo perlustramento sparendo nella vegetazione. Siamo entusiasti come bambini in un negozio di giocattoli .soddisfattissimi!!!!! Rimaniamo nella torretta fino all'ora di pranzo per poi scendere e pranzare nell'area indicata come podere de nobili... attiriamo l'attenzione di un guardia-parco che passava di l e vedendo la nostra attrezzatura ci chiese se avessimo visto il lupo, noi, fieri e tronfi, gli mostriamo la nostra cattura, intanto ci informa che il lupo in questione una lupa e si chiama 'Oriana' la pi vecchietta del branco e la pi attiva nel farsi vedere la definisce la star del parco.

Dopo aver preso confidenza, il guardia-parco ci offre l'opportunit di fare foto ad un 'ibrido', noi, curiosi, accettiamo ed egli ci mostra il risultato di una fuga d'amore tra un lupo e un pastore maremmano di qualche tempo fa.... un cucciolone molto particolare di color rossiccio con il muso da lupo ma il corpo un po pi robusto.

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Il pomeriggio arrivato e la stanchezza della levataccia mattutina inizia a farsi sentire, cos decidiamo di fare l'ultimo appostamento cercando qualche altro cervo maschio degno di nota. Verso le 15.00 ripartiamo: direzione bed and breakfast, doccia e grigliata raccontando la nostra avventura e visionando gli scatti assieme alle nostre fedeli mogli che ci hanno atteso. Forse per i puristi della fotografia naturalistica non sar proprio un luogo molto wild, ma l'esperienza, le emozioni e le sensazioni sono state molto forti e tutte positive. L'importante stare a contatto con la natura e se lo si fa con un gruppo di amici ancora meglio! Un abbraccio ai miei compagni d'avventura Paolo, Fulvio, Enrico e Dario.

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LA DANZA DELLA VITA


ultima parte

di: GIUSY BAFFI

Racconto di unimmersione durante il workshop di fotosub tenuto dal fotografo subacqueo Alberto Balbi

E cos siamo arrivati allultima immersione. E stata una settimana intensa, dove non abbiamo dato tregua n ad Alberto Balbi con le nostre continue domande e commenti su ogni foto scattata n a Pierpaolo Peluso del diving Sheikh Coast. Ci imbarchiamo direttamente dal pontile del diving su quella che, nel giro di una settimana era diventata la nostra barca. Soggetto da fotografare: coralli e gorgonie, destinazione isola di Tiran. Eseguiamo le solite manovre di montaggio dellattrezzatura subacquea e poi ognuno di noi si dedica nella preparazione

della macchina fotografica, scafandro e flash. Veniamo chiamati su ponte superiore per il doppio briefing: quello di Alberto per spiegarci come dovremo fotografare i soggetti che quello di Pierpaolo che si sgola per chiederci un minimo di disciplina, dato che ormai ognuno concentrato solo su come scattare le foto e non sullimmersione. Io non ho problemi di sorta, fin dal primo giorno la macchina fotografica caritatevolmente prestatami ha smesso di funzionare, quindi per me tanta teoria e posso quindi godermi le immersioni.

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Siamo arrivati a destinazione, stavolta la barca ormeggia e noi ci tuffiamo ordinatamente. E inizio a scendere.... -10, -15 mt. lo spettacolo da mozzare il fiato...coralli dai mille colori, coralli gialli detti di fuoco per via dei polipetti altamente urticanti, coralli blu, azzurri, bianchi, enormi coralli dal colore verde brillante e la superficie ondulata al punto da sembrare dei grandi cespi di lattuga:al loro interno una miriade di avannotti hanno trovato un sicuro riparo dai predatori. Strane infiorescenze colorate sembrano danzare davanti ai miei occhi sono crinoidi rossi, neri, appoggiati tanto da

sembrare avvinghiati ai coralli, poco distante scorgo un gruppo bianco ed ondeggiante di Anthelia Glauca, coralli molli i cui polipi si aprono e chiudono ritmicamente nel giro di pochi secondi. Un baluginio attira la mia attenzione, una tridacne con le valve aperte che si mostra nel suo iridescente colore viola ed una stella marina perla mollemente adagiata su un corallo.

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Scendiamo ancora ed eccoci arrivati a destinazione: davanti ai nostri occhi si presenta una foresta di gorgonie, digradanti verso il fondo, dai rami a ventaglio larghi quanto la chioma di un albero. Lo spettacolo unico, osservo i miei amici intenti a fotografarle, a me sufficiente ammirare quello che mi circonda; unenorme stella corona di spine posata su un corallo, ne resto affascinata, tanto bella quanto letale ed infestante: si nutre esclusivamente di coralli, famelica, riesce a divorare 6 metri quadrati di corallo allanno lasciandosi dietro una lunga una scia di morte. Una conchiglia tritone dallaspetto innocuo in realt lunica predatrice della stella marina ed l, immobile, in attesa del momento opportuno per attaccarla facendo scivolare la sua proboscide sotto la stella e divorandola dal suo interno. E cos che vanno le cose, sotto il mare; ma la natura e' incredibile, riesce a

riequilibrarsi da sola, basta che l'uomo non intervenga. Stavolta finita veramente, al segnale risaliamo, pronti per la foto di gruppo.

Ringrazio i miei compagni dimmersione Michele Magnocavallo, Luca Marigo, Pierpaolo Peluso for Sheikh Coast, Sandro Rinaldi, Mario Valenti e il nostro bravissimo docente Alberto Balbi per la pubblicazione le loro foto.

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Il ponte che si mette al collo: la bridge


ANDREA SIMONCINI

Le macchine fotografiche denominate bridge (ponte) o prosumer (derivante da professional consumer ovvero consumatore professionale) sono il ponte tra le due sponde del fiume della fotografia: le compatte e le reflex. Queste fotocamere sono dotate di superzoom di norma tra i 20 e i 40x, arrivando a coprire anche in un singolo corpo macchina unestensione focale che spazia da 20 fino a 800mm, ma anche di pi grazie ad adattatori e alle nuove tecnologie. Le fotocamere bridge presentano una forma compatta, una comoda impugnatura e una grande possibilit di controllo dello scatto, possedendo per anche modalit automatiche. E quindi possibile scattare immagini in panning (fotografare con tempi lenti) o bloccare un uccello in volo. Queste

macchine sono leggere, portatili e sempre pronte allo scatto. Lobiettivo, non intercambiabile ed incorporato allinterno della bridge, quasi sempre dotato di stabilizzatore. E il tipo di macchina che sicuramente indicato per la fotografia naturalistica grazie allescursione focale molto estesa ma anche per i paesaggi e per la macro grazie alla possibilit di scendere ai livelli di un grandangolo. La qualit una pecca della prosumer che dotata di un sensore a met tra quello minuscolo delle compatte e quello delle reflex entry level.

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sempre bene ambientare la Diciamo che la prosumer pu essere definita con una serie di aggettivi che hanno comunque, come risultato finale, molti pro e pochi contro: Leggera, maneggevole, pronta allo scatto, dotata di superzoom, mirino elettronico, obiettivo stabilizzato ma non intercambiabile, qualit inferiore alle reflex, scarse prestazioni con bassa quantit di luce. I risultati, come si pu vedere dalle immagini che ho foto quando le condizioni di luce non sono ottimali, dato che nella fascia di zoom superiore ai 600mm con scarsit di luce si fa fatica a scattare con semplicit. Quando invece la luce ottimale ci si pu divertire con grandi ingrandimenti di ottima qualit e senza la necessit di crop

(tagli alla foto che ne riducono la qualit) successivi. Ed ecco che usciranno le prime magnifiche fotografie di occhi di gabbiani, becchi di martin scattato, sono ottimi e questa pescatori con il pesce e cos tipologia di macchina via. Tuttavia, come ho gi detto fotografica veramente prima, bisogna sempre fantastica per essere ambientare una fotografia e in accompagnata al birdwatching. questo la bridge veramente ottima per la gestione di pi Andando sulla tecnica piani di messa a fuoco. fotografica, nonostante la presenza del superzoom,

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La qualit dei video sempre meravigliosa e con unottima risoluzione, lo schermo quasi sempre orientabile e questultimo risulta un grande vantaggio che consente di scattare foto al cielo con il minimo sforzo. Il flash molto spesso incorporato. La prima prosumer fu introdotta nel mercato nel 1990 e prodotta da Olympus. Sicuramente la bridge non offre il controllo dellimmagine pari ad una reflex e neanche la qualit di questultima, ma ne rappresenta una valida alternativa per i fattori gi in precedenza elencati. E poi, molto dipende dallesperienza che in seguito fa diventare le foto di una prosumer incredibilmente belle e il ponte che unisce le due sponde del fiume diventer invisibile agli occhi delle persone che non mirano a quanti pixel ci sono nelle foto. Tutte le foto dellarticolo sono state scattate con

una Nikon coolpix P500 dotata di uno zoom 36x (24-810mm) e di un sensore CMOS retroilluminato da 12 mp che considero la bridge migliore al momento sul mercato, migliore anche alla nuova cugina appena uscita che offre uno zoom 42x, ma poco efficiente per la scarsa gestione dei colori e che produce spesso foto mosse e molto bianche. Sicuramente un passo in avanti verso le reflex si compier, ma la prosumer sempre una compagna da tenere al collo pronta a catturare con unincredibile freschezza ritratti di voli possenti di rapaci, atterraggi di gabbiani e tuffi di martin pescatori.

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IL COMPORTAMENTO DEI FENICOTTERI


seconda parte

del Dott.

MA R CO S CUT E LL A

Nel precedente numero abbiamo analizzato comportamenti di disturbo e riposo, comportamenti che possono risultarci utili a capire limpatto sulla specie della nostra presenza. E importante, non lo dir mai abbastanza, nellambito della conoscenza della specie, una delle pi affascinanti del regno animale, conoscere tutto quello che gira intorno al suo particolare modo di alimentarsi ed alla sua dieta. La dieta del fenicottero comprende principalmente piccoli invertebrati, quali insetti, crostacei, molluschi, anellidi, nonch semi o stoloni di piante acquatiche. La specie pu inoltre nutrirsi occasionalmente di piccoli pesci, granchi, foglie marcescenti o, pi spesso, filtrare il fango per ricavarne protozoi (in particolare Foraminiferi), batteri, alghe unicellulari (Cramp, Simmons, 1977; Johnson, 1983; Simion, 1991; Del Hoyo et al., 1992). Tra gli insetti predati troviamo larve e crisalidi di Ditteri (Ephydra, Chironomus, Thinophilus, Halocladius), di Coleotteri (Berosus, Potamonectes) e di Eterotteri (Sigaria, Micronecta, Notonecta). Anche insetti adulti possono essere predati, come gli Eterotteri sopra citati o Coleotteri acquatici o formiche. I Crostacei che compongono la dieta del fenicottero sono da ricercarsi tra i Copepodi (Cletocamptus, Metis), gli Anostraci (Artemia salina, della quale ricerca in particolare le cisti), gli Anfipodi (Gammarus), gli Isopodi (Sphaeroma, Asellus), gli Ostracodi (Cyprideis). Tra iMolluschi, sono stati segnalati sia gasteropodi che bivalvi, appartenenti ai generi: Paludestrina, Neritina, Cerithium,Cardium, Venus, Mytilus, Tapes, Tympanotomus, Cerithidea, Gemma, Macoma, Cerastoderma, Hydrobia, A b r a . Tr a g l i A n e l l i d i , N e re i s e Tu b i f e x . Tr a l e a l g h e , troviamo Spirulina, Arthrospira, Oscillatoria. Infine, tra le piante di palude: Ruppia, Scirpus, Juncus, Cyperus (Cramp, Simmons, 1977; Johnson, 1983; Simion, 1991; Del Hoyo et al., 1992). La struttura e il funzionamento del becco nel fenicottero sono alla base del suo comportamento alimentare. La struttura del becco molto specializzata e manifesta una singolare convergenza evolutiva con la struttura del rostro dei grandi Cetacei filtratori (fig. 1). Lacqua viene filtrata attraverso un sistema di lamelle simile a fanoni. La lingua, provvista di dentelli, funziona come un pistone che convoglia lalimento filtrato verso lesofago (Feduccia, 1996).

figura 1

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Il fenicottero pu adottare due modi diversi di utilizzo del becco a scopo trofico: La mandibola e la mascella restano socchiuse e ferme, la lingua si muove rapidamente e aspira lacqua contenente le potenziali prede. Queste ultime sono trattenute dalle lamelle, mentre lacqua viene espulsa. Gli organismi cos raccolti hanno una taglia intorno al mezzo millimetro (Johnson, 1983; Zweers et al. 1995). Il fenicottero apre e chiude il becco. La mandibola e la mascella vengono solo leggermente staccate per lasciar passare gli organismi. Anche in questo caso lacqua filtrata attraverso le lamelle, le quali trattengono il nutrimento. La taglia degli organismi introdotti in questo modo varia dai 4 ai 10 mm (Johnson, 1983; Zweers et al. 1995). Ancora pi interessante sapere che un fenicottero pu utilizzare sei differenti tecniche di alimentazione (fig. 3.1), le quali vengono indicate comunemente con le seguenti espressioni: 1) mangia da fermo; 2) mangia camminando; 3) mangia camminando e lasciando il solco; 4) mangia pedalando; 5) mangia girando in tondo; 6) mangia nuotando (Johnson, 1983). 1. Mangia da fermo. Il fenicottero fermo sulle zampe e muove la testa a semicerchio, setacciando la superficie dellacqua o il fondo. A questo movimento si accompagna quello della lingua che, muovendosi avanti e indietro crea una corrente dacqua; le particelle alimentari rimangono in questo modo intrappolate nelle lamelle del becco (fig. 2). Questo comportamento alimentare in genere collegato alla predazione di cisti di Artemia (Cramp, Simmons, 1977; Johnson, 1983; Simion, 1991; Del Hoyo et al., 1992)

figura 2

2. Mangia camminando. Avanzando nellacqua, lanimale filtra la fanghiglia o raccoglie piccoli organismi acquatici (ad esempio, le larve di Ephydra o molluschi) usando il becco come una pinza (fig. 3). Il fenicottero usa questa tecnica sia in acqua bassa (pochi centimetri) che in acqua alta (fino a 75-80 cm) e lascia sul fondo solo la traccia delle sue zampe (Cramp, Simmons, 1977; Johnson, 1983; Simion, 1991; Del Hoyo et al., 1992)

figura 3

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3. Mangia camminando e lasciando il solco. Rispetto al metodo precedente, il fenicottero lascia anche la traccia di un solco lungo alcuni metri e profondo 1 o 2 cm, dovuto al passaggio del suo becco trascinato in posizione capovolta(fig. 4). In questo caso il fenicottero filtra la materia organica presente sul fondo, spremendo il fango; pu usare questa tecnica fino a circa 30 cm di profondit dellacqua (Cramp, Simmons, 1977; Johnson, 1983; Simion, 1991; Del Hoyo et al., 1992). 4. Mangia nuotando. Dalla posizione di galleggiamento in acqua alta, come un cigno, pone la testa in basso, sommergendo la met anteriore del corpo; la parte posteriore del corpo resta in alto, mentre si bilancia con le zampe e filtra il fango per predare piccoli invertebrati (fig. 5). Il fenicottero usa questa tecnica esclusivamente quando si trova in acqua profonda fino a 90-130 cm circa, a differenza degli altri uccelli acquatici filtratori (ad esempio gli Anseriformi) che arrivano al massimo fino a 80 cm. Anche se potrebbe sembrare notevolmente vantaggiosa, in realt questa tecnica non molto usata, forse perch energeticamente pi dispendiosa delle altre (Cramp, Simmons, 1977; Johnson, 1983; Simion, 1991; Del Hoyo et al., 1992). 5. Mangia pedalando. Utilizzando il becco come filtro, setaccia il fango e muove velocemente le gambe (come per pedalare), restando fermo sul posto o indietreggiando leggermente (fig. 6a). Anche questo metodo sembra utilizzato per la cattura di larve di Ephydra e avviene in acqua profonda tra 5 e 60 cm (Cramp, Simmons, 1977; Johnson, 1983; Simion, 1991; Del Hoyo et al., 1992). 6. Mangia girando in tondo. Calpestando il substrato fangoso come per pedalare, si muove descrivendo un cerchio, mentre il becco filtra la fanghiglia (fig. 6b). Per fare un giro completo impiega circa 45-60 secondi e riaffiora con la testa fuori dallacqua circa 8 volte, ogni giro. Sul fondo rimane un monticello conico di detriti detto cono alimentare (Cramp, Simmons, 1977; Johnson, 1983; Simion, 1991; Del Hoyo et al., 1992).

figura 4

7. E stato descritto un settimo modo di alimentarsi, la caccia in corrente: il fenicottero fermo e, muovendo a scatti il collo, cerca di prendere col becco piccoli pesci (Johnson, 1983; Cianchi, com. pers.). Questo comportamento molto raro. Si possono verificare casi di commensalismo con altre specie, soprattutto con gabbiani. Il fenicottero agitando lacqua con le zampe rende disponibili molti invertebrati per i gabbiani; questi ultimi seguono il gruppo di fenicotteri nella zona di foraggiamento, cercando di assicurarsi i soggetti pi produttivi (Walmsley, 1991; oss. pers.).

figura 5

figura 6

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Il latte dei fenicotteri Una caratteristica peculiare dei fenicotteri quella di nutrire i propri piccoli con una secrezione ghiandolare prodotta dallingluvie. Il valore nutrizionale di questo secreto simile a quello del latte dei mammiferi: contiene, infatti, il 15% di grassi e l8-9% di proteine; contiene, inoltre cellule sanguigne, carboidrati e il carotene cantaxantina. La secrezione del latte di fenicottero stimolata dallormone prolattina ma, a differenza dei mammiferi, esso prodotto da entrambi i genitori. Sembra che i richiami costanti del pulcino servano da stimolo per produrre la prolattina la quale, a sua volta, induce la proliferazione delle cellule ghiandolari del tratto superiore dellapparato digerente (Cramp, Simmons, 1977; Ogilvie, Ogilvie, 1986; Del Hoyo et al., 1992). Nel prossimo numero, sempre con laiuto prezioso delle vostre foto, indagheremo su altri interessanti comportamenti della specie.

Dott. Marco Scutell Segretario letture italiane Flamingo network http://www.infs-acquatici.it/#Progetto%20fenicottero Presidente ALV https://www.facebook.com/pages/Associazione-ALV-Vasche-di-Maccarese/260221667343189

Marisa Bonaldo

ROMOLO MADDALENI

VANNI BELLETTATO

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COMUNICATO STAMPA
di Claudia Cappello

Corso di guida naturalistica 2012

Il Responsabile dellOasi WWF di Macchiagrande Geart Tullj, durante lapertura del corso

I ragazzi del corso in una foto di gruppo

Corso di formazione per guida naturalistica e gestione di aree protette per le Oasi WWF di Macchiagrande, Vasche di Maccarese, Bosco Foce dellArrone e per la Riserva Naturale Statale Litorale Romano
Fortemente voluto da WWF Oasi e patrocinato dal Comune di Fiumicino e dalla Fondazione Anna Maria Catalano, si concluso, domenica 18 novembre, presso lOasi WWF di Macchiagrande il primo corso di guida naturalistica per le oasi WWF del Litorale Romano. Il corso, ideato e organizzato con grande successo dallAssociazione naturalistica Programma Natura, ha avuto inizio il 29 settembre ed stato strutturato in 5 week-end durante i quali i Responsabili delle aree WWF presenti nella Riserva, supportati dallausilio di docenze qualicate, hanno proposto un ricco programma di lezioni frontali alternate ad attivit di tipo pratico- applicativo svolte sul campo. Obiettivo del corso stato quello di fornire ai 35 partecipanti competenze nella gestione delle aree protette, nellambito della conservazione, della tutela e della ricerca scientica sul campo, cos come della sorveglianza e della manutenzione delle stesse.

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I ragazzi, tutti laureati e laureandi in Scienze Naturali, biologiche, geologiche, ambientali e forestali, si sono mostrati interessati ed entusiasti dellimpostazione dellintero corso, della vasta gamma di argomenti affrontati e soprattutto della ricchezza del territorio della Riserva, allinterno della quale, nei diversi weekend, hanno potuto scoprire qualcosa in pi oltre che osservare con i propri occhi la maggior parte delle cose apprese durante le lezioni frontali.

Lo scopo nale era infatti quello di appassionare i ragazzi e allo stesso tempo di formare personale qualicato da impiegare per le numerose attivit di educazione ambientale e per i laboratori scientici ideate per gruppi e per scuole di ogni ordine e grado che si svolgono quotidianamente allinterno delle Oasi WWF di Macchiagrande, Bosco Foce dellArrone e Vasche di Maccarese. Tra gli interventi, anche quello di Sergio Estivi Presidente della Fondazione Anna Maria Catalano che ha voluto salutare i partecipanti e ringraziare lassociazione Programma Natura con la quale la Fondazione collabora da circa due anni nella realizzazione di progetti di educazione ambientale per le scuole del comune di Fiumicino. Estivi ha inoltre illustrato le nalit della Fondazione che da anni si occupa di ambiente e tutela del patrimonio naturalistico nel territorio, ed ha invitato i ragazzi a rimanere in contatto sia con la realt delle Oasi WWF che con la Fondazione stessa, complimentandosi per lafatamento del gruppo che si venuto a creare.

Il Responsabile dellOasi WWF di Macchiagrande Riccardo Di Giuseppe, durante una lezione in Oasi

Il Prof. Corrado Battisti durante una lezione sul campo

Per il buon esito del corso senza dubbio lapporto della Fondazione stato importante hanno inoltre voluto ribadire i Responsabili delle Oasi WWF nonch ideatori del corso - specialmente per aver favorito i contatti con luniversit della Tuscia e in particolar modo con i Professori Gianluca Piovesan e Alfredo Di Filippo, che attraverso le loro approfondite conoscenze e competenze hanno contribuito a rendere i contenuti del corso di alto spessore formativo.

Il Prof. Alfredo Di Filippo durante una lezione sulle foreste vetuste

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Inne a chiusura del corso e in occasione della consegna degli attestati importanti anche le parole dette ai ragazzi da Vanessa Ranieri e da Francesco Marcone - rispettivamente Presidente WWF Lazio e Direttore delle Oasi WWF del Litorale i quali hanno ringraziato lamministrazione comunale per aver patrocinato il corso e per aver gentilmente concesso lutilizzo della sala Convegni presso Via del Buttero a Maccarese. Inoltre hanno ringraziato i Responsabili delle Oasi Riccardo Di Giuseppe e Geart Tullj per la buona riuscita e successo del corso, e soprattutto i ragazzi per aver voluto prendere parte a uniniziativa cos importante, esortandoli a continuare a credere nellimportanza della tutela e della conservazione del territorio e a prendere parte alle varie attivit previste nelle Oasi WWF. Queste le parole di Riccardo di Giuseppe, al termine della consegna degli attestati: Il corso stato un grande successo, sicuramente il prossimo anno ripeteremo questa esperienza; nel corso di questi weekend ho visto i Ragazzi entusiasti e molto interessati, siamo molto felici di aver lasciato un segno positivo. Abbiamo bisogno di persone che abbiano voglia di prendersi cura insieme a noi di questo territorio cosi importante dal punto di vista non solo naturalistico ma anche storicoculturale nel quale viviamo, e il gruppo che abbiamo formato con questo corso sicuramente un ottimo punto di partenza.

Il Direttore delle Oasi WWF Francesco Marcone durante una lezione sul campo

Vanessa Ranieri ,Presidente WWF Lazio consegna gli attestati ai ragazzi

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La multifunzionalit dell agricoltura


di Riccardo Di Giuseppe Naturalista e Responsabile Oasi WWF di Macchiagrande

La funzione primaria dellagricoltura stata da sempre quella della produzione di beni vegetali e animali. Attualmente, per, allagricoltura sono state riconosciute tantissimi altri ruoli. Non solo funzione produttiva, ma anche ambientale, quella turistico-ricreativa e sportiva, quella di conservazione della tradizione rurale e soprattutto sociale: funzione didattica, funzione terapeutico-riabilitativa ed un occupazione per persone emarginate e discriminate dalla societ. Per quanto riguarda la funzione ambientale lagricoltura pu avere tanto un impatto positivo che negativo sullambiente; benefici diretti sullambiente e sul territorio come la preservazione e il ripristino di habitat naturali minacciati, laumento della biodiversit animale e vegetale, la salvaguardia del patrimonio paesaggistico, la difesa contro il rischio idrogeologico. Le tecniche agricole devono per limitare gli impatti negativi attraverso un uso sostenibile delle risorse impiegate e la diminuzione delle fonti di inquinamento come diserbanti e pesticidi; metodi di coltivazione non conformi possono avere conseguenze disastrose per lambiente naturale e dannose per le persone. Lagriturismo ad esempio stato uno delle prime esperienze di multifunzionalit in agricoltura; i turisti e gli ospiti possono vivere infatti le realt rurali, possono mangiare prodotti biologici e tipici del territorio, possono svolgere attivit ricreative, culturali e sportive. La funzione storico-culturale dellagricoltura certamente la realizzazione di musei della civilt contadina dove possono essere raccolti oggetti, testimonianze e tradizioni del mondo contadino. Nella funzione didattica dellagricoltura, invece, rientrano le iniziative che hanno come obbiettivo lavvicinamento delle scolaresche ai processi biologici ed alle modalit con cui vengono prodotti gli alimenti. Rientrano in questo sfera le fattorie didattiche, laboratori di biologia allaperto, orti scolastici e seminari di divulgazione scientifica sulla coltivazione di piante e sullallevamento degli animali. La funzione sociale dellagricoltura, sta suscitando un interesse crescente. Basti pensare alla funzione terapeutica e riabilitativa, di cui possono beneficiare persone svantaggiate dal punto di vista fisico, psichico, mentale e lavorativo. Le attivit agricole possono essere finalizzate allinserimento lavorativo per quelle persone che devono affrontare un reinserimento sociale. La multifunzionalit quindi non altro che la diversificazione delle funzioni svolte dallimprenditore agricolo: produttiva, ambientale, paesaggista, ricreativa, educativa, culturale ovvero la capacit del settore primario di produrre beni e servizi secondari di varia natura insieme a prodotti destinati allalimentazione umana. Lagricoltura pu diventa un compagno prezioso della scuola, cosi da arricchire lofferta formativa, con metodologia toccare con mano ed esperienze sul campo; il ruolo sociale delle attivit agricole possono diventare fondamentali per i servizi sociali del territorio, dallaltra una possibilit per le aziende agricole di diversificare le proprie fonti di guadagno. Naturalmente i costi della produzione di questi beni e servizi che sono dinteresse pubblico, non possono e non devono cadere sui bilanci delle singole imprese agricole; deve essere in questo caso la collettivit, attraverso politiche pubbliche adeguate, a garantire unadeguata remunerazione allagricoltore. Riccardo Di Giuseppe

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LE FOTO DEI LETTORI

ANTONIO VENTURA (nibbio bruno)

GIANLUCA FARINA (MARTIN PESCATORE)

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PAOLO CUSUFAI (pittima minore)

ROBERTO ZARLENGA (SULA)

S !ALVATORE LA GIGLIA (falco di palude)

picchio muratore

gufo comune

MASSIMO BRAMBILLA (passera scopaiola)

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