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PARTE QUARTA

Alimentazione, integratori e prodotti erboristici nella prevenzione e nella cura di alcune malattie

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PARTE Alcune malattie QUARTA

Un'alimentazione completa, varia ed equilibrata di grande importanza per ridurre il rischio e l'evoluzione sfavorevole di molte malattie. Gli integratori alimentari possono contribuire al raggiungimento di questo scopo, apportando sostanze nutrienti nei soggetti a rischio di carenza e nei soggetti con manifestazioni iniziali di carenza (se questa grave occorre l'intervento medicofarmacologico), ed apportando sostanze non nutrienti ma biologicamente attive, utili per la conservazione ed il miglioramento della salute. L'uso delle sostanze naturali, ed in particolare delle "erbe", a scopo terapeutico fondato su una radicata tradizione, e l'efficacia di alcuni di esse dimostrata anche scientificamente, ma per molte la ricerca scientifica non ha dimostrato in modo convincente le propriet vantate nella medicina popolare, anche perch nei vari studi sono state prese in considerazione differenti preparazioni della pianta. In questo capitolo vengono fornite le informazioni essenziali riguardo all'alimentazione ed all'impiego di sostanze naturali in alcune malattie, affinch al lettore siano ben chiare le loro potenzialit e le linee di massima per la loro applicazione. Infine, raccomandiamo vivamente di considerare attentamente i seguenti concetti: Occorre evitare i pregiudizi ideologici (miti e tab) e le limitazioni culturali, che non consentono la scelta del farmaco pi adatto, sia esso sintetico o naturale, per il singolo soggetto. Occorre evitare un indebito e spesso pericoloso ricorso all'autocura, che richiede informazioni pi ampie e dettagliate, specialmente per quanto riguarda l'impiego dei prodotti naturali a scopo medicinale, di quelle riferite in questo capitolo: le nozioni in esso contenute non sono utilizzabili a scopo di prescrizione. Usare con prudenza i rimedi naturali, e solo per malattie e disturbi non gravi e non prolungati.

Malattie dell'apparato respiratorio


Attualmente disponiamo di potenti ed efficaci farmaci per le malattie dell'apparato respiratorio, ma ci non esclude, in certi casi, l'impiego dei farmaci naturali, che, grazie alla loro complessa costituzione chimica, hanno spesso il pregio e la caratteristica di agire farmacologicamente su differenti alterazioni alla base di una malattia, ad esempio l'Echinacea antiinfiammatoria, antivirale ed immunostimolante, la Liquirizia ha azione antiinfiammatoria, emolliente e sedativa della tosse. Una particolare importanza hanno, nelle malattie respiratorie: L'infiammazione (laringiti, tracheiti, bronchiti, asma bronchiale, ecc.)

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PARTE Alcune malattie QUARTA Malattie dellapparato respiratorio

Fitoterapici e prodotti erboristici con azione prevalentemente antiinfiammatoria: Malva, Ribes, Gambo di ananas, Uncaria, Piantaggine, ecc. Nella raucedine (sintomo della laringite) sono utili l'Erisimo, l'Altea, la Malva, lo sciroppo di More e la Piantaggine. L'allergia: le reazioni di ipersensibilit si sviluppano nei soggetti predisposti (atopici) sensibilizzati e possono interessare la cute, l'apparato respiratorio (allergia a pollini, polveri, peli, piume, alimenti, ecc.) e l'apparato digerente. Fitoterapici e prodotti erboristici ad azione antiallergica che possono essere utili nelle malattie allergiche dell'apparato respiratorio (rinite allergica, asma bronchiale allergico, ecc.): Ginkgo, Liquirizia, Ribes nero, Elicriso, Farfaraccio, ecc. Lo spasmo della muscolatura liscia dei piccoli bronchi (asma bronchiale, bronchiti con broncospasmo, ecc.). Fitoterapici e prodotti erboristici con azione broncodilatatrice: Grindelia, Drosera, Adatoda, Issopo, ecc. La tosse. E' presente in varie condizioni, di natura respiratoria (infiammazioni acute e croniche delle vie respiratorie: rino-sinusiti, laringiti, tracheiti, bronchiti, asma, reflusso gastro-esofageo, ecc.) e non respiratoria, ad esempio nella congestione polmonare e nell'aneurisma dell'aorta toracica. Se la tosse secca, disturbante, possono essere utili la Grindelia, la Malva, l'Altea, la Piantaggine; gli oli essenziali di Timo, Eucalipto, Mirto, Menta e Pino, la Grindelia e l'Origano sono espettoranti, cio favoriscono la produzione di muco. L'ipersecrezione di muco caratterizza molte malattie delle vie aeree, in particolare la bronchite. Imucolitici e gli idratanti agiscono direttamente, come fluidificanti del muco (Elicriso, Enula, Marrubio, Edera, Liquirizia, Primula, Verbasco, Finocchio, ecc.), mentre i mucomodificatori (Pino, Eucalipto, Olio essenziale di Niaouli, Balsamo del Per, Lavanda, Menta, ecc.) modificano la produzione del muco. Il danno ossidativo: ad esso attualmente riconosciuto un importante ruolo nella bronchite cronica e nell'enfisema. In queste patologie, in cui sono raccomandati certi farmaci, quali la N-acetilcisteina e la carbocisteina, che oltre ad essere mucolitici sono dotati anche di azione antiossidante, razionale il largo impiego degli alimenti e degli integratori ad elevato contenuto di sostanze antiossidanti. Spesso i prodotti vegetali vengono usati in associazioni, ad esempio Primula, Pino e Timo, Oli essenziali di eucalipto, Timo, Pino, Edera, Mirto e Menta nella tosse con catarro, Oli essenziali di pino e di timo nell'asma. Giova ricordare che l'effetto terapeutico (oppure tossico) delle piante medicinali dipende dalla dose, dalle associazioni e dal tipo della preparazione (infuso, decotto, olio, tintura madre, estratto, ecc.), ad esempio l'infuso di Issopo non implica rischi di tossicit, quali si hanno con l'olio essenziale, ed i moderni estratti di Farfaraccio non contengono sostanze epatotossiche.

Faringo-tonsilliti recidivanti e croniche


Tra i vari interventi (protezione dagli inquinanti atmosferici, astensione dal fumo, crenoterapia, ecc.), da prendere in considerazione la terapia di fondo, basata sugli immunostimolanti, tra i quali l'Echinacea, l'Astragalo, l'Uncaria la Pappa reale, la Propoli, l'Eleuterococco, il Ginseng, la Curcuma, la Rodiola, ecc., e sulle erbe ad azione antiinfiammatoria, quali la Malva ed il Gambo di ananas, prima di ricorrere alla tonsillectomia, che deve essere eseguita solo se veramente necessaria.

Influenza, raffreddore
Giova ricordare che un'adeguata alimentazione ed eventualmente l'impiego di integratori contribuiscono al miglioramento delle capacit di difesa dell'organismo dalle malattie infettive. I nutrienti che maggiormente favoriscono le difese anti-infettive dell'organismo (gli aminoacidi essenziali, le vitamine A, C, E, B6, B12 e l'acido folico, lo zinco, il rame, il ferro ed il selenio) sono sufficientemente apportati da una alimentazione varia e bilanciata, ricca di verdura e di frutta di stagione e di vario colore, e con adeguata presenza di carne, pesce, uova, latte e derivati, olio di oliva extravergine, legumi, frutta secca (alto contenuto di zinco). Gli integratori multivitaminici e multiminerali sono indicati nei casi in cui vi sono deficit o rischio di deficit nutrizionali, e possono essere utili per aumentare la resistenza alle infezioni anche nei soggetti che non sono in queste condizioni di rischio e di deficit, ma che sono particolarmente esposti al rischio di infezioni, ad esempio gli anziani, i soggetti con malattie dell'apparato respiratorio, i diabetici ed i soggetti molto esposti agli inquinanti atmosferici, in corso di epidemia di influenza. Nella prevenzione e cura delle malattie virali a carico della prime vie respiratorie, in particolare il raffreddore e l'influenza, per aumentare la resistenza all'infezione (soprattutto potenziando le difese immunitarie ed antiossidanti), oltre agli integratori multivitaminici e multiminerali, sono usate varie sostanze naturali, da sole o in opportune associazioni: Propoli (V. pag. 224). Nelle infiammazioni delle alte vie respiratorie sono raccomandabili, insieme alle compresse ed all'estratto acquoso, gli aerosol, i vapori e le frizioni di estratti oleosi o di pomate a base di propoli. Echinacea (soluzione idroalcolica della radice, estratto secco, olio essenziale).

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PARTE Alcune malattie QUARTA Faringo-tonsilliti recidivanti e croniche

Rosa canina. Acerola. Sambuco. Astragalo. Curcuma. Ginseng. Resveratrolo (presente negli estratti dell'erba Polygonum cuspidatum). Vitamina C: efficacia dubbia, contestata dopo un'iniziale entusiasmo, ma utilmente supplementata nei fumatori, che ne hanno un maggiore fabbisogno. Alga spirulina. Papaya. Pappa reale. Polline. Sambuco. Una bevanda particolarmente raccomandata il t verde, da bere (2-3 tazze al giorno) senza latte, senza limone e senza zucchero. Giova sottolineare che l'uso di queste sostanze, la cui efficacia preventiva non accertata, non esime dall'osservanza delle raccomandazioni igieniche e soprattutto dalla vaccinazione anti-influenzale. Buoni i risultati, nella prevenzione e nella cura, del medicinale omeopatico immunostimolante Oscillococcinum.

Aterosclerosi
L'aterosclerosi caratterizzata dalla presenza delle placche ateromatose, ricche di grassi ed in particolare di colesterolo, nella parete delle arterie. E' una malattia grave, in quanto responsabile di gravi eventi vascolari, quali l'infarto del miocardio, l'ictus cerebrale e l'arteriopatia periferica, che si verificano anche dopo molti anni dalla comparsa delle prime lesioni arteriose (la placca aterosclerotica incomincia a formarsi intorno ai 20 anni e poi evolve lentamente). Le cause (corrispondenti ai fattori di rischio, FR, di aterosclerosi) sono molteplici ed in vario modo intrecciate, e tra queste hanno una indubbia importanza il diabete mellito, il fumo, l'ipertensione arteriosa, l'ereditariet, l'obesit di tipo addominale, la sedentariet e soprattutto l'alterazione quantitativa e qualitativa dei grassi contenuti nel sangue. Tra le alterazioni dei grassi contenuti nel sangue una particolare importanza spetta all'aumento del colesterolo LDL (il colesterolo"cattivo", che penetra, alterandola, nella parte arteriosa) ed alla diminuzione del colesterolo HDL (il colesterolo "buono", che
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protegge le arterie). Il colesterolo presente nel sangue (colesterolo totale, LDL+HDL) deriva in parte dagli alimenti (V. pag. 23) ed in parte maggiore viene prodotto nell'organismo. Il colesterolo svolge importanti funzioni biologiche, perci, se viene introdotto in scarsa quantit con l'alimentazione, l'organismo cerca di mantenerne un certo contenuto nelle cellule che ne necessitano sintetizzandolo da altre sostanze, soprattutto nel fegato, e la sintesi tanto pi elevata quanto pi ridotto l'apporto alimentare di colesterolo. L'ipercolesterolemia LDL (aumento, dannoso, del livello di colesterolo LDL nel sangue) dipende da fattori genetici e da una alimentazione abitualmente troppo ricca in colesterolo ed in acidi grassi saturi e "trans" (V. pag. 24). Nei soggetti adulti sani, senza altri fattori di rischio cardiovascolare (fumo, diabete, ecc.), i livelli desiderabili del colesterolo LDL sono inferiori a 130 mg/dl, ma nei soggetti che hanno avuto un infarto o un ictus o che hanno anche altri fattori di rischio opportuno che il colesterolo LDL sia inferiore a 100 mg/dl ed intorno a 70 mg/dl nei pazienti in cui il carico di rischio cardiovascolare molto elevato, a causa della concomitanza di molti ed importanti fattori di rischio. Ipocolesterolemia HDL: i livelli desiderabili del colesterolo HDL sono superiori a 40 mg/dl nel maschio ed a 45 mg/dl nella femmina, a 50 mg/dl in presenza di altri fattori di rischio. Ipertrigliceridemia: l'aumento del livello dei trigliceridi nel sangue (negli adulti ottimale che siano inferiori a 170 mg/dl) ha, rispetto all'ipercolesterolemia LDL, una minore, ma non trascurabile, importanza per lo sviluppo e la progressione dell'aterosclerosi. Alimentazione per la prevenzione e la cura dell'ipercolesterolemia totale e LDL La prima raccomandazione per la prevenzione dell'aterosclerosi e per rallentarne il decorso quella di evitare che con l'alimentazione vengano apportate eccessive quantit di acidi grassi saturi e di colesterolo. Le caratteristiche della dieta antiaterogena, sono: Limitazione dei cibi ad alto contenuto di acidi grassi saturi e trans: sughi e condimenti grassi, carni grasse e parti grasse della carne, pesci grassi (esclusi quelli ad alto contenuto in acidi grassi omega-3), formaggi grassi, salumi grassi, latte e yogurt intero, panna, burro, lardo, strutto, margarina solida, maionese, fritti, cervello, frattaglie, anatra, oca, dolci confezionati con burro, olio di palma, panna e creme, ecc. Limitazione dell'uso della carne bovina, selezione delle parti magre. Preferenza per le carni di pollame e di coniglio, la carne magra di manzo o di vitellone, la bresaola, le parti magre del prosciutto, il pesce di vario tipo. Preferenza per i formaggi meno grassi e le margarine molli. Moderazione per i dolci e per le bevande con zuccheri. Moderazione con il sale ed i cibi ricchi di sale. Uova: 2-3 alla settimana. Condire con olio di oliva extravergine, senza esagerare (calorie!). Alimentazione ricca di frutta, di verdure e di legumi, in particolare la soia ed i suoi derivati. Pesci di vario tipo, anche quelli grassi ad alto contenuto in acidi grassi omega-3.

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Evitare l'aumento di peso oltre il peso ideale, con qualche moderata indulgenza per gli anziani. Vino, se gradito, in piccola quantit. Tuttavia si osserva che con un'alimentazione povera di colesterolo si ottiene solamente una modesta, ma non trascurabile, riduzione della colesterolemia, poich-come si detto- il colesterolo viene in gran parte sintetizzato nell'organismo: vi sono dei soggetti che, per particolari caratteristiche genetiche, mantengono un basso livello di colesterolo nel sangue qualunque sia la dieta abituale e soggetti nei quali il livello aumenta anche se introducono solo limitate quantit di colesterolo e di acidi grassi saturi. In pratica, per la prevenzione (primaria) dell'aterosclerosi nei soggetti esenti dalle manifestazioni cliniche della malattia e dai suoi fattori di rischio, adeguata e sufficiente l'alimentazione sana, basata sulla dieta mediterranea (V. pag. 67), per il suo scarso contenuto di acidi grassi saturi, di colesterolo e di glicidi semplici, per l'abbondante apporto di glicidi complessi (aumentano il colesterolo HDL e non provocano bruschi aumenti della glicemia e della secrezione insulinica) con la pasta, il pane, ecc., di acido oleico con l'olio extravergine di oliva, di antiossidanti con la frutta, la verdura ed il vino, di omega-3 con il pesce, di moderate quantit di alcol con il vino, ecc. Nei soggetti a basso rischio (lieve ipercolesterolemia totale e LDL ed assenza di altri fattori di rischio cardiovascolare, soggetti con colesterolemia normale, ma con altri non importanti fattori di rischio) si raccomanda, nell'ambito della dieta sana, l'apporto degli alimenti accreditati di azione ipocolesterolemizzante, quali gli oli di semi (miscelabili con l'olio di oliva), la soia ed i suoi derivati, il lupino, l'orzo, l'aglio (bulbi freschi schiacciati), la cipolla, il topinambur, le melanzane, il carciofo, la curcuma, le verdure a foglia verde scuro, lo yogurt magro ed i vegetali ricchi di fibra solubile, in particolare la crusca d'avena. In questi soggetti raccomandabile anche l'impiego degli integratori ipocolesterolemizzanti ed antiaterogeni, V. in seguito. Nei soggetti ad alto rischio (soggetti che sono stati colpiti da infarto del miocardio o da ictus cerebrale o con arteriopatia aterosclerotica, soggetti con fattori di rischio importanti, in particolare un'elevata ipercolesterolemia, e/o multipli) e nei soggetti con basso carico di rischio ma resistenti alla dieta, indispensabile, oltre alla scrupolosa osservanza della dieta, l'assunzione dei farmaci. Alimenti che aumentano il Colesterolo HDL sono l'alcol in modica quantit (specialmente come vino), l'olio di oliva extravergine, la soia ed i suoi derivati e gli alimenti ad elevato contenuto di glicidi complessi. Alimentazione per la prevenzione e la cura dell'ipertrigliceridemia L'alimentazione basata sulla riduzione del sovrappeso, sulla restrizione degli alcolici, sulla riduzione dei glicidi semplici ed in particolare del fruttosio (esclusione di dolci, frutta molto dolce quali cachi, fichi, uva, banane, e delle bevande dolci), sulla generosa assunzione di alimenti ricchi di acidi grassi poliinsaturi omega-3, e di verdura e legumi. Integratori per ridurre la colesterolemia e combattere l'aterosclerosi. Se, come spesso accade, l'alimentazione anti-aterogena non possibile o non efficace,
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e la situazione di rischio (basso rischio) non tale da richiedere uno specifico intervento farmacologico, indicato il ricorso agli integratori, che agiscono con differenti meccanismi d'azione: Antiossidanti L'eccesso di radicali liberi (V. pag. 87) interviene nella formazione e nell'accrescimento della placca aterosclerotica, per cui raccomandata, per la prevenzione primaria e secondaria della malattia, l'assunzione di quantit adeguate di antiossidanti con gli integratori (Olio di germe di grano, Papaya fermentata, T verde, ecc.) se l'apporto di essi con l'alimentazione non sufficiente. Dalle pi recenti ricerche risulta che importante la dose: attualmente contestata l'azione protettiva delle alte dosi di vitamina E e di betacarotene, che possono anzi essere dannose, ma le dosi moderate, quali sono contenute nei comuni integratori a base di vitamine e di minerali, consentono un'azione anti-aterogena senza i rischi di sovradosaggio. Fitosteroli. Fitoestrogeni. Lecitina di soia. Olio di germe di grano. Pappa reale. T verde. Ginkgo biloba. Policosanoli, estratti dal riso, riducono il colesterolo totale e LDL ed aumentano il colesterolo HDL, sono vantaggiosamente associati agli omega-3. Olio di pesce: gli acidi grassi insaturi omega-3 sono meno efficaci degli acidi grassi omega-6 sulla colesterolemia totale e LDL, ma pi efficaci sulla trigliceridemia. Acido gamma-linolenico: deriva, per trasformazione enzimatica, dall'acido linoleico (omega-6); contenuto in buona quantit nell'olio di enotera (Oenothera biennis, Primula serale). Tarassaco. Garcinia. Glucomannano. Integratori per ridurre l'ipertrigliceridemia Olio di pesce. Inulina. Avena. Gomma di guar. Gugul. Conclusioni La riduzione del rischio cardiovascolare utile a tutte le et (per ridurre il rischio non mai troppo tardi), ma auspicabile che la prevenzione inizi sin dalla giovane et, specialmente nei giovani a rischio (appartenenza a famiglie con una significativa

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incidenza di gravi malattie cardiovascolari, diabete, obesit di tipo addominale, ipertensione arteriosa, fumo, sedentariet, ecc.). La riduzione della colesterolemia LDL sempre vantaggiosa, anche se non eccessivamente elevata (lower is better: quanto pi basso il colesterolo LDL, tanto minore il rischio cardiovascolare), ma non esiste un livello preciso di sicurezza del colesterolo LDL al di sotto del quale si evita il rischio di aterosclerosi, e si pu essere a rischio anche con livelli di colesterolo LDL non particolarmente elevati se vi sono altri importanti fattori di rischio: quello che conta il carico globale di rischio cardiovascolare. Quanto pi elevato il rischio cardiovascolare globale, tanto pi doveroso ed incisivo l'intervento preventivo: Per la prevenzione primaria (soggetti sani) sufficiente la dieta di tipo mediterraneo. Nei soggetti a basso rischio indicato affiancare alla dieta mediterraneagli integratori ad azione ipocolesterolemizzante ed antiaterogena. Nei soggetti ad alto rischio (precedenti di infarto, ictus cerebrale, ecc., presenza di fattori di rischio importanti, in particolare elevati valori di colesterolemia, e multipli) e nei soggetti a basso rischio resistenti alla cura dietetica, ad una dieta pi restrittiva deve essere affiancato l'intervento farmacologico (farmaci ad azione ipocolesterolemizzante, ipotrigliceridemizzante, antiaggregante piastrinico, ecc.). L'assunzione degli integratori e dei farmaci anti-aterogeni non esime da uno stile di vita sano: evitare il sovrappeso e l'obesit, praticare la dieta anti-aterogena ed un'adeguata attivit fisica, rinunciare al fumo, ecc.

cardiovascolare, possono essere sufficienti le modificazioni dello stile di vita: evitare lo stress, dormire un sufficiente numero di ore, regolare e moderata attivit fisica, riduzione dell'eccesso di peso, adeguata alimentazione (V. sopra) supplementata con integratori a base di Aglio, Biancospino ed Olivo. Negli obesi ipertesi pu essere indicato il Chitosano. I diuretici sono farmaci molto utili per la cura dell'ipertensione: in alternativa ai farmaci sintetici si possono impiegare le erbe diuretiche: Ortosifon, Pilosella, Aglio, Cipolla, Urtica (foglie), Tarassaco (foglie), Finocchio, Betulla, Gramigna, ecc. Per ridurre l'ansia, spesso collegata con l'ipertensione, V. pag. 159. Per valori pressori pi elevati (ipertensione) e se sono presenti anche altri fattori di rischio cardiovascolare (ipercolesterolemia, diabete di tipo 2, obesit di tipo addominale, fumo, ecc.) sono necessari i farmaci ipotensivi, senza trascurare la dieta e lo stile di vita. Gli ipertesi devono evitare il Ginseng, la Liquirizia, il Tribulus e lo Zenzero.

Insufficienza venosa cronica


L'insufficienza venosa l'alterazione del flusso sanguigno nelle vene caratterizzata da stasi (ristagno) di sangue nelle vene e si accompagna ad un certo punto alla formazione di varici venose. Inizialmente i sintomi consistono in sensazioni di peso, formicolio, bruciore alle gambe, specialmente in ambiente caldo, poi si manifestano edema (gonfiore) alle caviglie e compaiono varicosit, pigmentazione cutanea, ecc. Della complessa ed individualizzata terapia fa parte la terapia farmacologica, finalizzata ad aumentare il tono delle vene ed a ridurre la fragilit e la permeabilit delle piccole vene e dei capillari. Questa terapia, utile specialmente nelle fasi inziali della malattia, comprende anche vari prodotti vegetali che rinforzano la parete delle vene e dei capillari: Centella. Ippocastano. Mirtillo. Estratto di semi di Vite rossa. Amamelide. Melitoto. Crisantemo americano (particolarmente utile per la fragilit capillare).

Ipertensione arteriosa
L'ipertensione arteriosa causa diretta o indiretta di varie malattie, quali insufficienza cardiaca, alterazioni della retina, dei reni, malattie vascolari del cervello e delle coronarie. Nei soggetti predisposti (per ereditariet, obesit, esposizione abituale ad elevato stress, fumo, eccessiva assunzione abituale di alcol, ecc.) e nei soggetti ammalati sono consigliate le seguenti regole alimentari: Evitare l'eccesso di peso. Parco uso del sale, ed eventuale uso degli integratori sostitutivi, V. pag. 93. Limitare l' uso di carni e formaggi grassi (V. pag. 131). Buon apporto di vegetali ed in particolare di quelli pi ricchi di potassio (patate, carciofi, banane, melone, ecc.). Nei predisposti e nell'ipertensione normale-alta (pressione sistolica 130-139 mm Hg e/o pressione diastolica 85-89 mm Hg) se non vi sono altri fattori di rischio
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Cellulite (liposclerosi)
E' una frequente malattia (non un banale inestetismo) che colpisce moltisime donne, praticamente ad ogni et, raramente gli uomini. Si tratta di un processo complesso in relazione a disturbi metabolici (in cui verosimilmente interviene un eccesso di radicali liberi) e circolatori locali della pelle e del sottostante tessuto adiposo di determinate regioni corporee (in particolare i glutei, le cosce, ecc.). Fattori predisponenti sono l'ereditariet, la sedentariet, le cattive abitudini alimentari, l'obesit (ma la cellulite pu manifestarsi anche nei soggetti normo-sottopeso), la stasi venosa e linfatica, gli squilibri ormonali, l'uso dei contraccettivi orali, lo stress, ecc. La cellulite assume, nei vari stadi evolutivi, aspetti differenti, dalla cute "a buccia di arancia" della fase iniziale alla pelle "a materasso" ed infine alla fase cicatriziale, in cui la pelle grigiastra, dolente ed alla palpazione si evidenziano dei grossi noduli. Esistono molti tipi di trattamento locale (creme cosmetiche, massaggio, mesoterapia, elettrolipolisi, ozonoterapia, linfodrenaggio, elettrostimolazione, ecc.), ma nessuno di questi trattamenti pu essere, da solo, assolutamente e definitivamente risolutivo: occorre un trattamento individualizzato ed articolato. In questo trattamento sono compresi, oltre ai trattamenti locali, la cura degli squilibri ormonali, un'alimentazione adatta (V. pag. 53), l'uso di indumenti non troppo aderenti e di scarpe comode, l'attivit fisica e l'uso di alcuni rimedi di origine vegetale. Tra questi ultimi sono utili, specialmente nelle fasi iniziali, per rallentare l'evoluzione della malattia, l'Achillea, il Gambo di ananas, la Centella ed il Fucus, mentre l'Echinacea particolarmente indicata nelle fasi pi evolute. Tra i tanti prodotti per uso esterno, ricordiamo l'Alga marina in infusione direttamente nell'acqua del bagno e le creme cosmetiche a base di Centella, T verde, Fucus, Vitis vinifera, ecc. L'importante che la cura individualizzata, sia proseguita con costanza.

Osteoporosi
Questa frequente malattia cronica e progressiva delle ossa caratterizzata dalla riduzione della massa ossea (quantit di sostanza ossea per unit di volume dell'osso) e dall'alterazione della struttura ossea: l'osso osteoporotico fragile, rarefatto, soggetto a fratture anche per minimi traumi o addirittura spontanee, specialmente delle vertebre, del collo del femore e dell'avambraccio. Le principali forme di osteoporosi sono quella post-menopausale e quella senile; la malattia pu essere dovuta anche a varie malattie ed all'uso di certi farmaci, V. in seguito Fattori di rischio. L'osteoporosi dell'et senile dovuta alla lenta riduzione della massa ossea normalmente implicata dall'et senile (osteopenia) accentuata dai vari fattori di rischio, in particolare da uno scarso apporto di calcio e di vitamina D, dalla sedentariet e dalla scarsa esposizione alla luce solare. L'osteoporosi della post-menopausa (la menopausa inizia dall'ultimo flusso mestruale) in relazione alla brusca riduzione degli ormoni estrogeni (ormoni prodotti dall'ovaio in et feconda), alla quale si aggiungono gli effetti dell'et sull'osso ed eventualmente quellidei fattori di rischio. Principali fattori di rischio di osteoporosi Sesso femmimile (picco di massa ossea pi basso rispetto ai maschi, volume scheletrico inferiore). Gli uomini sono meno frequentemente ammalati di osteoporosi (la frequenza della malattia negli uomini di circa la met rispetto alle donne). Post-menopausa, menopausa precoce, menopausa chirurgica. Et avanzata. Scarsa assunzione di calcio con il latte ed i latticini. Eccessiva introduzione di proteine. Dieta vegetariana stretta "crudista". Carenza di vitamina D, per scarsa esposizione al sole e per scarsa assunzione con gli alimenti. Familiarit (il fattore genetico il principale determinante del picco di massa ossea). Sedentariet, immobilizzazione prolungata. Fumo. Eccessivo consumo di alcolici e di caff. Eccessivo consumo di sale e di cibi salati. Eccessiva magrezza (anoressia, dimagrimento volontario). Cura prolungata con certi farmaci quali i corticosteroidi, l'eparina, la tiroxina e gli antiepilettici. Certe malattie: insufficienza renale cronica, malassorbimento intestinale, ipertiroidismo, diabete, malattie della tiroide, artrite reumatoide, tumori, ecc.. Nelle donne di pi di 65 anni e nei soggetti a rischio si verificano le condizioni dello scheletro (massa ossea) mediante la misurazione della densit ossea (densitometria ossea). Il calcio e la vitamina D sono i nutrienti fondamentali per la salute delle ossa, ed anche

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PARTE Alcune malattie QUARTA Osteoporosi

l'acido folico, il magnesio e la silice sarebbero utili per rinforzare le ossa. Calcio Per le funzioni e per le principali fonti del calcio, V. pag. 49. Per l'identificazione dei soggetti a rischio di carenza e per le manifestazioni iniziali di carenza, V. pag. 84. Apporto giornaliero di calcio consigliato Sino a 6 mesi: Da 6 a 12 mesi: Da 1 a 6 anni: Da 7 ai 10 anni: Da 11 a 17 anni: Da 18 a 29 anni: Maschi da 30 a 59 anni e femmine da 30 a 49 anni: Maschi di pi di 60 anni e femmine dopo la menopausa in trattamento con gli estrogeni: Femmine dopo la menopausa non in trattamento con gli estrogeni: Gravidanza: Allattamento: 400 mg 600 mg 800 mg 1000 mg 1200 mg 1000 mg 800 mg 1000 mg 1500 mg 1200 mg 1500 mg

Vitamina D Per le funzioni e per le principali fonti di vitamina D, V. pag. 47. Per l'identificazione dei soggetti a rischio di carenza e per le manifestazioni iniziali di carenza, V. pag. 82. Apporto giornaliero di vitamina D consigliato (in microgrammi: 1 mcg=40 U.I.) Neonato: Da 1 a 10 anni: Da 11 a 17 anni: Da 18 a 64 anni: Sopra i 65 anni e nei soggetti con fattori di rischio: Gravidanza ed allattamento: 10-25 10 15 10 20 10

La carenza di calcio e di vitamina D implica la riduzione del livello del calcio nel sangue e ci suscita l'aumento della produzione dell'ormone paratiroideo, il quale attiva le cellule che riassorbono il tessuto osseo per ricavarne il calcio necessario affinch il suo livello nel sangue non scenda al di sotto di certi valori (la calcemia normalmente compresa tra 9 e 10, 7 mg/dl), ma al prezzo di impoverire il contenuto minerale dell'osso. Finch l'insufficienza di calcio e di vitamina D poco severa il danno osseo che ne
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consegue si limita all'osteoporosi, ma se pi grave e protratta si giunge a danni ossei ancora pi importanti (rachitismo nel bambino, osteomalacia nell'adulto). Prevenzione dell'osteoporosi Le condizioni in cui essenziale la prevenzione sono l'et evolutiva, la presenza di fattori di rischio non eliminabili e l'et avanzata. La prevenzione basata sulla abituale assunzione, con l'alimentazione ed eventualmente con i supplementi, di adeguate quantit di calcio e di vitamina D (per la quale peraltro pi importante l'esposizione al sole), su una regolare attivit fisica e sull'eliminazione dei fattori di rischio modificabili (non modificabile la predisposizione su base genetica). La prevenzione deve iniziare sino dall'et evolutiva, poich lo scheletro si sviluppa soprattutto durante l'adolescenza: il picco di massa ossea, che corrisponde al livello pi elevato di contenuto minerale delle ossa, viene raggiunto verso i 20-30 anni: raggiungere una buona crescita ossea fondamentale per la prevenzione dell'osteoporosi, specialmente nelle femmine. Nei giovani i pi frequenti fattori che compromettono una buona mineralizzazione ossea sono un'alimentazione troppo povera di calcio (scarsa assunzione di latte o di yogurt, interi o parzialmente scremati e di formaggi, che oltre al calcio contengono proteine, vitamine ed acidi grassi essenziali, utili durante l'accrescimento), le diete dimagranti sbilanciate, il fumo e la sedentariet. Nell'anziano i pi frequenti fattori di rischio, aggiuntivi all'effetto dell'et e della menopausa nelle donne, sono un insufficiente apporto di calcio e di vitamina D, la riluttanza ad esporsi al sole ed a praticare una regolare attivit fisica. Alimentazione Per la prevenzione prioritaria l'assunzione di quantit di calcio e di vitamina D sufficienti a soddisfare il fabbisogno. Un adeguato apporto di calcio e di vitamina D particolarmente importante durante l'accrescimento ed a partire dai 40-45 anni, quando la massa ossea incomincia a declinare, con una drastica accelerazione nelle donne nel periodo successivo alla menopausa. Per quanto riguarda il calcio, si osserva che gli apporti alimentari dipendono non solo dal contenuto di calcio nei vari alimenti (ad esempio, 100 g di legumi secchi contengono circa 150 mg di calcio, 100 g di frutta secca oleosa circa 200 mg, 250 g di latte e di yogurt interi o parzialmente scremati e 50 g di stracchino contengono circa 300 mg, 100 g di mozzarella circa 400 mg, 50 g di parmigiano e di grana circa 600 mg), ma anche dalla sua utilizzabilit, che dipende dalla natura dell'alimento (ad esempio l'utilizzabilit pi elevata per il calcio contenuto nel latte e nei suoi derivati che per quello contenuto nei formaggi fusi, che meno assorbito) e dal contesto dell'alimentazione, ad esempio un pasto ricco di fibre vegetali e la crusca riducono l'assorbimento del calcio dall'intestino. Molti anziani assumono scarse quantit di latte e derivati per il timore che essi provochino l'aumento della colesterolemia a causa del loro contenuto in grassi: vero che il latte intero contiene molti grassi (in 200 ml di latte intero sono contenuti circa 7 g di grassi, di cui circa la met sono grassi saturi) e che lo yogurt e che molti formaggi contengono molti grassi, ma per ovviare a questo limite basta assumere il latte e lo yogurt parzialmente scremati e

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quantit e qualit di formaggi con minore contenuto di grassi, ma che hanno ugualmente un buon contenuto di calcio. Una pregevole fonte non calorica di calcio rappresentata dalle acque ricche di calcio, tipo Sangemini (circa 300 mg/l). Per quanto riguarda la vitamina D, si osserva che per averne una sufficiente disponibilit particolarmente importante l'esposizione al sole (ma molte persone non amano o non possono esporsi), e che la vitamina contenuta in elevata quantit in certi alimenti, ad esempio un cucchiaio di olio di fegato di merluzzo contiene circa 1300 U.I. di vitamina, 100 g di salmone e di sgombro circa 350 U.I., 80 g di tonno sott'olio circa 200 U.I. Integratori Quando, come frequentemente accade, l'apporto alimentare insufficiente per la copertura del fabbisogno, si provvede alla supplementazione con gli integratori a base di calcio e di vitamina D, che sono sufficienti ed adeguati per la prevenzione, ma se vi sono segni clinici e strumentali (densitometria) di malattia si impone la supplementazione a dosi farmacologiche. E' importante che i supplementi di calcio e di vitamina D vengano assunti con regolarit, in modo costante. Il timore che una ricca assunzione di calcio possa favorire la formazione di calcoli renali di calcio e di calcificazioni nelle arterie e nelle articolazioni, non giustificato, ma conviene essere prudenti nei soggetti con calcoli di calcio ed elevata eliminazione renale di calcio. Anche la vitamina D va usata con prudenza, senza eccedere: il sovradosaggio pu provocare l'aumento del calcio nel sangue (nausea, sonnolenza, diarrea, ecc.). Nelle donne in postmenopausa particolarmente a rischio di osteoporosi raccomandata la supplementazione con gli isoflavoni della soia, utili anche per alleviare alcuni disturbi della sindrome climaterica e per la prevenzione cardiovascolare, V. pag. 101. Sostanze naturali utili per la mineralizzazione delle ossa, sono l'Equiseto (Coda cavallina), l'Urtica, l'Inulina e l'Alga marina (Fucus). Conclusioni Occorre sfatare l'idea che l'osteoporosi sia un inevitabile corollario dell'et avanzata, non prevenibile e non curabile. Le cause dell'osteoporosi sono numerose e tra queste certamente importante il deficit di calcio e di vitamina D. Per la prevenzione dell'osteoporosi importante un adeguato apporto alimentare di calcio e di vitamina D specialmente nell'et evolutiva, nell'anziano, nelle donne dopo la menopausa ed in presenza di fattori di rischio non eliminabili. Anche nella cura dell'osteoporosi, insieme ai farmaci (raloxifene, bifosfonati, terapia ormonale sostitutiva in post-menopausa, ecc.) ed all'attivit fisica regolare indispensabile un buon apporto di calcio e di vitamina D con l'alimentazione ed i supplementi, sotto forma di integratori o di farmaci. Se, come spesso accade, l'apporto alimentare di calcio e di vitamina D e l'esposizione al sole, non sono sufficienti, per la prevenzione della malattia sono adeguati gli integratori e gli alimenti arricchiti, ma per la malattia in atto, oltre ai farmaci antiosteoporotici si assumono calcio e vitamina D a dosi farmacologiche. La malattia non dipende esclusivamente dal deficit di calcio e di vitamina D: la strategia
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individuale di prevenzione comprende anche una regolare attivit fisica e l'eliminazione dei fattori di rischio modificabili, nel contesto di uno stile di vita sano.

Osteoartrosi
L'osteoartrosi una frequente malattia degenerativa ed infiammatoria a carico delle cartilagini articolari, che si ammalano sia per una loro intrinseca debolezza (artrosi primaria) sia a causa di fattori lesivi esterni alla cartilagine (artrosi secondaria, in relazione al sovraccarico ed all'usura implicate da alterazioni scheletriche, eccessive sollecitazioni meccaniche per attivit professionali e sportive, ecc.), sia a causa di fattori lesivi agenti su una cartilagine intrinsecamente poco resistente (artrosi mista, la pi comune). Fattori di rischio sono l'et avanzata, l'ereditariet, la sedentariet, l'esposizione a microtraumi a causa di particolari attivit lavorative e sportive. Alimentazione Oltre alla dieta per ridurre leventuale sovrappeso (V. pag. 147), si consiglia di praticare un regime prevalentemente a base di vegetali, comprendente gli alimenti contenenti zolfo (asparagi, cipolle), mentre sarebbero da limitare quelli contenenti solanina (peperoni, melanzane, patate, pomodori). Integratori e rimedi vegetali Alcune sostanze (usate come farmaci e commercializzate anche come integratori dietetici), quali la Glucosamina solfato, il Condroitinsolfato e la Diacereina (derivata dal Rabarbaro) sono impiegate a scopo preventivo nei soggetti a rischio e come terapia di fondo nei malati. Sembrano promettenti gli estratti di avocado e di soia. La possibilit di migliorare la "qualit" delle cartilagini articolari verosimilmente maggiore quando la cartilagine non ancora troppo compromessa, ma non bisogna affidarsi solamente a queste sostanze, di non accertata efficacia, in quanto la possibilit di prevenire e di ridurre la progressione della malattia dipende specialmente dalla riduzione del carico articolare (perdere peso, correggere precocemente la scoliosi, ecc.) e da una regolare attivit fisica. Nelle fasi infiammatorie, dolorose, in alternativa o in integrazione ai farmaci di sintesi, si possono impiegare i prodotti naturali con attivit antiinfiammatoria ed analgesica, quali l'Arpagofito (Artiglio del diavolo, l'Uncaria, l'estratto di corteccia di Salice bianco, l'Urtica, la Withania (Ginseng indiano), il Partenio. Queste sostanze possono essere utili anche nelle lombalgie, nelle cervicoalgie e nella cefalea muscolo-tensiva; localmente: massaggio con olio essenziale di rosmarino, ecc., lozioni, unguenti e pomate a base di Capsico, Zenzero, Canfora, Ginepro, ecc.

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Artrite reumatoide
L'artrite reumatoide una malattia infiammatoria che colpisce prevalentemente le membrane sinoviali delle piccole articolazioni e dei tendini. Il decorso in genere progressivo e/o recidivante con alternative di acutizzazioni e di transitorie remissioni e tende a provocare le caratteristiche deformazioni articolari progressive sino alla fase delle deformazioni articolari in anchilosi (assenti nell'artrosi). I mezzi terapeutici (farmacologici e non farmacologici) attualmente disponibili consentono di contrastare la tendenza evolutiva della malattia e di ridurre la limitazione funzionale ed il dolore, ma non sono in grado di agire sulle cause (sconosciute) della malattia e di ottenere la sua completa e definitiva guarigione. Per quanto riguarda i rimedi naturali, oltre a quelli antiinfiammatori sopra citati, si ricordano gli acidi grassi omega-3, il Gambo di ananas e la Boswellia. Anche l'alimentazione ha un ruolo: si consiglia una dieta ricca di vegetali, di pesci ad alto contenuto di acidi grassi omega-3, di antiossidanti, di proteine ad alto valore biologico, e di limitare fragole, agrumi, pomodori, carni rosse, insaccati, formaggi grassi, alimenti in scatola, sale e cibi salati. Nelle fasi dolorose pu essere utile un breve periodo di digiuno.

sgombri, insaccati e crostacei. Copiosa assunzione di acqua (preferibilmente oligo-minerale e bicarbonato-alcalina). Nella gotta acuta attualmente si impiegano i farmaci antiinfiammatori non steroidei (la colchicina poco usata, ma efficace l'associazione colchicina-indometacina), ed anche i prodotti naturali ad azione antiinfiammatoria-analgesica (Olmaria, Arpagofito, Salice, ecc.). Per il trattamento di fondo dell'iperuricemia attualmente molto impiegato, come ipouricemizzante, l'allopurinolo (farmaco sintetico che riduce la produzione di acido urico), ma merita di essere ricordata l'azione ipouricemizzante ed antiinfiammatoria di alcuni prodotti vegetali quali la Betulla, il Frassino, lU ed il Pioppo (infuso di foglie).

Obesit
Cosa l'obesit? L'obesit la malattia cronica caratterizzata dall'aumento esagerato del grasso corporeo dovuto alla prolungata prevalenza dell'apporto calorico sul dispendio energetico (V. pag. 18). Per quantificare con precisione l'entit della massa adiposa esistono vari metodi sofisticati, ma nella pratica l'obesit viene valutata in base al debordamento del peso reale dal peso ideale. In genere esiste una correlazione tra eccesso di grasso e peso corporeo, ma non necessariamente l'obesit corrisponde all'aumento del peso rispetto ai valori normali, ad esempio l'atleta pu avere un peso superiore al peso ideale non per un eccesso di grasso, ma per la maggiore quantit di massa muscolare (con pi alto peso specifico) e quindi non definibile come obeso anche se in sovrappeso, e viceversa sono definibili come obesi i soggetti normo-sottopeso con abbondante tessuto adiposo e scarso tessuto muscolare. Quale il giusto peso? Il giusto peso corporeo (peso ideale) , per un individuo, quello associato alle migliori speranze di vita, in termini quantitativi (durata della vita) e qualitativi (qualit di vita). Una formula indicativa per la valutazione del peso nell'adulto quella dell'indice di massa corporea (IMC o BMI: peso in kg diviso per la statura in metri elevata al quadrato): i valori normali (peso ideale, corrispondente alle migliori prospettive di vita) sono compresi tra 18,5 e 24,9, sono in sovrappeso i soggetti con BMI 25-29,9 e francamente obesi i soggetti con BMI > 30 (obesit di I grado: 30-34,9, di II grado: 35-39,9, di III grado: >40). Ad esempio, un uomo adulto alto 1,70, pesante 74 kg leggermente in sovrappeso (74:1, 70 x 1, 70=25,6). Per valutare con maggiore precisione il peso di un individuo occorre per prendere in

Gotta, iperuricemia
L'iperuricemia (uricemia superiore a 7 mg/ nell'uomo, a 6-6, 5 nella donna) pu manifestarsi con la gotta, o restare asintomatica (senza disturbi). Pu essere dovuta ad una eccessiva produzione di acido urico e/o ad una scarsa eliminazione renale. La forma pi frequente di gotta l'artrite acuta (molto dolorosa) e cronica, e la gotta tofacea (presenza di depositi di acido urico nelle cartilagini, nei tendini, ecc. Talvolta la gotta provoca alterazioni viscerali, specialmente dei reni. L'attuale disponibilit di farmaci molto efficaci pper ridurre l'uricemia fa passare in seconda linea il ruolo dell'alimentazione, che per conserva la sua validit nelle forme non gravi, in cui pu dare utili risultati ed essere sufficiente. Esclusione dell'alcol. Alimentazione prevalentemente vegetariana, ma con esclusione di frutta molto dolce, piselli, fagioli, lenticchie, spinaci, funghi, asparagi e del miele, esclusione di cervello, rene, fegato, animelle, selvaggina, estratti di carne, aringhe, sardine, acciughe,
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considerazione, oltre alla statura, anche altri aspetti quali il sesso, l'et e la costituzione. Ad esempio, nell'anziano un eccesso sino a 3-4 kg rispetto al peso ideale dell'adulto non ritenuto sfavorevole, anzi aumenterebbe l'aspettativa di vita. E' importante, inoltre, distinguere l'obesit "addominale", in cui il grasso prevalentemente localizzato all'addome (circonferenza vita > 88 cm nella donna, >102 cm nell'uomo), e l'obesit "gluteo-femorale" in cui il grasso prevalentemente localizzato ai glutei ed ai fianchi. L'obesit addominale colpisce specialmente gli uomini, ma non risparmia le donne, specialmente dopo la menopausa. Quali sono le cause dell'obesit? Sono due le condizioni per le quali sono pi le calorie introdotte con il cibo di quelle consumate per la produzione di energia: 1) Un'alimentazione abitualmente eccessiva rispetto all'energia consumata. 2) Lo scarso dispendio di energia rispetto alle calorie introdotte con l'alimentazione. Perch si mangia pi del necessario? Si mangia pi di quanto necessario per mantenere in pareggio il bilancio energetico, per fattori psicologici, ambientali, ecc. (V. tabella), ed anche per malfunzionamento dei centri nervosi preposti alla regolazione delle sensazioni di fame e di saziet. Condizioni che possono comportare un' eccessiva assunzione di cibo Insufficiente cultura alimentare. Enfatizzazione del cibo e della buona tavola. Errate abitudini familiari e personali. Assidua frequentazione dei fast-food. Troppe occasioni "sociali" (pranzi con amici, ecc.) Suggestioni della pubblicit. Mangiare voracemente. Tenere grandi quantit di cibo in casa. Usare il cibo, specialmente sotto forma di dolciumi, come premio e come conforto per attenuare disturbi psichici, emozioni sgradevoli e stress. Disturbi del sonno. La scelta della quantit e del tipo di cibo un'azione istintiva, regolata da appositi centri nervosi situati alla base del cervello (centri della fame e della saziet): il funzionamento di questi centri pu essere alterato da vari fattori di ordine genetico, biologico, psicologico, emotivo, ecc. ed in particolare da un'abituale eccessiva assunzione di cibo ( un circolo vizioso: si mangia pi del necessario per golosit, per placare l'ansia, ecc. e l'alterazione funzionale dei centri regolatori che ne consegue provoca a sua volta errate sensazioni di fame e di saziet che inducono a mangiare troppo). Un importante fattore che "informa" i centri sulla quantit di energia accumulata nei tessuti sotto forma di grasso, la leptina, sostanza proteica prodotta dalle cellule del tessuto adiposo: se aumenta la massa adiposa, aumenta anche la produzione di leptina, ma affinch, in
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base all'informazione fornita dalla leptina di un eccesso di grasso nei tessuti, i centri ipotalamici intervengano riducendo l'appetito ed aumentando il dispendio energetico, occorre che questi centri siano in grado di "ricevere il messaggio". Negli obesi, infatti, vi un'elevata produzione di leptina, ma questa non sarebbe in grado di esplicare la sua azione regolatrice sui centri ipotalamici di regolazione del senso di saziet e del dispendio energetico, a causa di una loro alterazione funzionale, dovuta a cause ancora non ben conosciute, che non consente alla leptina di fare giungere uno stimolo adeguato ai centri regolatori. Non si pu pensare, quindi di risolvere il problema dell'obesit semplicemente aumentando la produzione di leptina, magari con l'intervento dell'ingegneria genetica". Perch si consuma poca energia? Si consuma poca energia (poche calorie) perch si fa una scarsa attivit fisica (la sedentariet abituale non accompagnata da una corrispondente riduzione dell'apporto alimentare importante fattore di obesit), ma anche a causa di alterazioni metaboliche. Le differenti capacit individuali di metabolizzare i nutrienti energetici apportati dal cibo, dipendono da fattori genetici, dai rapporti tra massa grassa e massa magra (i soggetti pi muscolosi consumano pi energia degli obesi) e da malattie, ad esempio nell'ipotiroidismo il metabolismo ridotto. Queste differenze individuali del metabolismo consentono di spiegare come vi siano soggetti che possono largheggiare con il cibo senza aumentare di peso ed altri che, a parit di attivit fisica, aumentano di peso anche se mangiano poco e che dopo una dieta ipocalorica tendono maggiormente a riprendere peso: i primi hanno un metabolismo veloce, cio consumano molta energia, in particolare hanno una maggiore capacit di dissipare energia sotto forma di calore, i secondi hanno un metabolismo lento, cio consumano poca energia, la risparmiano e la accumulano sotto forma di grasso. L'obesit incolpevole L'obesit viene classicamente distinta in: secondaria, obesit in conseguenza di ben definite malattie (quali l'ipotiroidismo, l'ovaio policistico, i tumori dell'ipotalamo, ecc.) e dell'assunzione prolungata di certi farmaci (cortisonici, anticoncezionali orali, ecc.). Essenziale in relazione a fattori genetici, metabolici, alimentari, ecc. spesso associati ed interagenti. Da un punto di vista praticodivulgativo preferiamo distinguere l'obesit in "colpevole" e "non colpevole". Obesit "colpevole" quella dovuta ad un'eccessiva introduzione volontaria di cibo ed alla sedentariet non accompagnata da una corrispondente riduzione dell'aporto alimentare, l'obesit "incolpevole" quella dovuta a fattori genetici, a malattie, ecc., che implicano alterazioni dei centri ipotalamici che controllano l'equilibrio tra entrate ed uscite di energia e/o alterazioni del metabolismo che comportano un minore dispendio di energia. Possiamo considerare "incolpevole" anche l'obesit che segue alle abbuffate compulsive ed al piluccamento per placare ansia, depressione e sbalzi di umore, e l'obesit dei carbohydrate cravers (soggetti che consumano compulsivamente cibi dolci a causa di un deficit di serotonina cerebrale).

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I confini tra "colpevole" e "non colpevole" spesso non sono precisabili, poich l'iperalimentazione abituale, considerata causa di obesit "colpevole", pu essere riferita, in alcuni casi almeno, ad una alterata regolazione ipotalamica. Comunque, qualunque sia il fattore o i fattori che alterano l'equilibrio tra entrate ed uscite di calorie, la prevalenza delle entrate sulle uscite che determina l'obesit e l'esistenza di una obesit "incolpevole" non pu essere la giustificazione per eccedere con il cibo e per impigrirsi con la sedentariet: nella maggior parte dei casi gli obesi sono persone che non hanno malattie n problemi psicologici che giustifichino la prevalenza delle calorie introdotte su quelle consumate e che si iperalimentano per fattori modificabili (socio-ambientali, abitudini, ecc.). Quali sono le conseguenze dell'obesit? In genere l'obesit, o anche un modesto sovrappeso, sono percepiti come una preoccupazione estetica, ma l' obesit una malattia di per s e fattore predisponente a varie malattie, ed in particolare l'obesit di tipo "addominale", frequente negli uomini adulti/anziani e specialmente nelle donne dopo la menopusa, ad essere fattore di rischio-anche indipendentemente dall'et e dall'indice di massa corporea per le malattie del cuore e delle arterie, per il diabete di tipo 2, per l'ipertensione arteriosa e per alcuni tumori maligni; l'obesit gluteo-femorale meno pericolosa in quanto le sue conseguenze sono essenzialmente di ordine meccanico (facilita ed aggrava le vene varicose e l'artrosi agli arti inferiori). L'obesit peggiora la qualit della vita, in quanto spesso motivo di difficolt di tipo fisico (eccessivo affaticamento, mancanza di fiato, dolori alle gambe, irregolarit mestruali, ecc.) e di disagio psicologico e sociale (angoscia, discriminazione, ecc.), specialmente nei giovani. Quali sono i vantaggi della cura dell'obesit? Un'efficace cura dell'obesit, importante specialmente per l'obesit di tipo addominale, ha indubbi vantaggi: riduce il rischio di diabete di tipo 2 ed il rischio cardiovascolare specialmente se alla riduzione del peso si asscocia l'assunzione di un pi sano stile di vita (attivit fisica regolare, astensione dal fumo, ecc.). L'obiettivo sarebbe quello di raggiungere e mantenere il peso ideale, ma anche un risultato parziale (perdita di almeno il 10% del peso iniziale, purch sia costante), riduce i rischi dell'obesit addominale e migliora lo stato di salute. E' importante (ed l'obiettivo pi difficile!) che i risultati ottenuti vengano mantenuti, per evitare le recidive e le fluttuazioni del peso (sindrome dello yo-yo) in cui ad ogni ripresa del peso dopo una cura dimagrante, specialmente se drastica, ci si ritrova con meno muscoli e pi grasso viscerale. Questa sindrome dovuta all' attivazione dei meccanismi di risparmio metabolico (l'organismo si adatta alla restrizione calorica riducendo il consumo energetico) che limitano l'efficacia della dieta (pi facile riprendere peso quando si torna all'alimentazione abituale. E' essenziale che il soggetto che riuscito a dimagrire continui ad adottare uno stile di vita sano ed a controllare periodicamente il peso, per intervenire procemente.
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Come si fa per dimagrire e per mantenere il giusto peso? La cura dell'obesit complessa (dipende dal tipo e dall'entit dell'obesit, dalle malattie concomitanti, dall'et, ecc.). La cura basata essenzialmente sulla dieta e sull'attivit fisica, ma nei casi pi gravi sono necessari anche un aiuto farmacologico e psicologico-comportamentale o addirittura una terapia chirurgica. Dieta La dieta il perno della cura, visto che l'eccesso di grasso (e di peso) dipende dall'introduzione abituale di una quantit di calorie eccedente le calorie abitualmente consumate (bilancio energetico positivo): per perdere peso necessario che il soggetto con eccesso di grasso corporeo introduca meno calorie di quelle che consuma (bilancio energetico negativo), in modo che l'organismo sia costretto ad utilizzare le riserve energetiche accumulate nel tessuto grasso. Ad esempio, se il fabbisogno di un soggetto di 2700 calorie al giorno l'assunzione con la dieta di sole 1700 calorie corrisponde ad un deficit quotidiano di 1000 calorie e poich un kg di tessuto grasso corrisponde a circa 7000 calorie con questa dieta si ottiene una perdita di circa un kg di peso alla settimana. Questa, in un obeso che vuole dimagrire, la perdita ottimale di peso, se non vi sono particolari motivi d'urgenza, perch una dieta drastica provoca un dimagrimento rapido, ma presenta vari inconvenienti, in particolare la perdita di muscolatura, l'insufficienza di nutrienti indispensabili ed espone maggiormente al rischio di recidive. Quindi, la dieta dimagrante deve essere giudiziosamente ipocalorica, completa, varia, equilibrata e gradevole. La razione calorica giornaliera deve essere frazionata in almeno tre pasti al giorno, in particolare raccomandabile una buona colazione con latte o yogurt magri, cereali integrali e frutta non troppo dolce (fragole, pesche, albicocche, pere, ecc.), che fornisce energia ai muscoli ed al cervello dopo il lungo digiuno notturna ed evita di arrivare affamati e stanchi a buttarsi su uno spuntino ipercalorico o sul pasto di mezzogiorno. Per allestire una ideale dieta ipocalorica personalizzata occorre conoscere il proprio fabbisogno calorico e l'apporto calorico dei vari cibi (V. pag. 19), ma in pratica non necessario un calcolo preciso, bastano il buon senso, qualche nozione di dietetica ed il regolare controllo del peso. Il modello-base di alimentazione sempre quello "mediterraneo"; la programmazione e la composizione dei pasti in base ai vari gruppi di alimenti vanno rispettate (V. pag. 67-71), ma il peso delle porzioni viene modificato in modo da ottenere la razione calorica giornaliera programmata. Il concetto generale, per quanto riguarda la scelta dei cibi, quello di limitare i cibi ad alta densit energetica (anche in piccole quantit apportano molte calorie) quali gli zuccheri, l'alcol ed i grassi, ed i cibi ad alto indice glicemico (V. pag. 21), e di privilegiare, nei vari gruppi nutrizionali, i cibi con pi bassa densit energetica, quali le verdure, ed i cibi a pi basso indice glicemico. Sono pertanto consigliati i cereali integrali, i legumi e la verdura (le fibre vegetali che essi contengono saziano e riducono l'assorbimento degli zuccheri semplici e dei grassi), le carni magre (togliere il grasso visibile, la pelle dei volatili), i formaggi meno grassi, il

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latte e lo yogurt scremati, i prodotti ittici non grassi (calamari, merluzzo, ecc.) ma senza escludere i pesci ricchi di acidi grassi omega-3, l'olio di oliva extravergine, l'olio di girasole, l'olio di noce, e la frutta meno dolce. Concesso un po' di cioccolato amaro, specialmente per sostenere il tono dell'umore. Forse il t verde ed alcune spezie aiutano a perdere peso, in particolare il peperoncino rosso, lo zenzero e la senape: non sicuro, ma se le spezie vi piacciono pu essere un buon motivo per usarle invece del sale, e se vi piace il t pu essere un buon motivo per usare il t verde invece del consueto t nero. Vanno limitati vari cibi: zucchero, farine bianche, patate, burro, margarine, latte intero, riso brillato, fritture, salse grasse, alcolici, dolci confezionati con burro, farina e zucchero, e la frutta pi calorica (V. pag. 39). Con queste avvertenze ed entro i limiti della razione calorica programmata non difficile allestire una dieta varia e gradevole, distribuita in pi past (V. pag. 45). Esempio di dieta giornaliera di circa 1700 kcal Latte o yogurt magri (1 porzione=125 g): 3 porzioni al giorno. Biscotti secchi 3-4 o fette biscottate integrali 2-3 o cereali da colazione 30 g. Pane integrale (1 porzione=60 g), pasta o riso (1 porzione=40 g): 5 porzioni, di cui1 o 2 di pasta o riso preferibilmente integrali ed al dente. Carne rossa magra (1 porzione=50 g): 1-2 porzioni alla settimana, o carne bianca: 2 porzioni alla settimana, o pesce di vario tipo (1 porzione=60g): 3-4 porzioni alla settimana, o formaggio stagionato (1 porzione=50 g.) o caciottina o mozzarella (1 porzione=80 g): 2 porzioni alla settimana, o uova (1 porzione=1 uovo): 1-2 porzioni alla settimana, o salumi magri (1 porzione=50 g): 1-2 porzioni alla settimana, o legumi (1 porzione di legumi secchi=30 g, 1 porzione di legumi freschi=100 g): 1-2 porzioni alla settimana. Uno degli alimenti di questo gruppo, a rotazione nella settimana, deve essere presente almeno una volta al giorno. Ortaggi freschi di stagione, di vario tipo (1 porzione=250 g) e conditi con un filo di olio di oliva extravergine: 2 porzioni. Frutta fresca non troppo dolce (1 porzione=150 g): 3 porzioni. Olio di oliva extravergine (1 porzione=10g): 3 porzioni. Se si fa uno "strappo", occorre bilanciare (V. pag. 70), ad esempio se si ha voglia di un po' di dolce confezionato col burro, prima ci si limita a cibi con pochi grassi e con basso indice glicemico, ad esempio ad un piatto di zucchine lesse o di fagiolini conditi con appena un filo di olio di oliva extravergine. In definitiva, l'autoprogrammazione della dieta dimagrante ammissibile solamente se si tratta di un modesto sovrappeso in relazione ad un evidente e protratto eccesso alimentare rispetto all'attivit fisica, e
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richiede che il paziente sia sufficientemente informato e motivato. Attivit fisica Un regolare esercizio fisico aumenta il consumo calorico e riduce la massa grassa rispettando la massa magra (muscoli), ma di scarsa efficacia per perdere peso se non accompagnato dalla dieta ipocalorica. Ad esempio, per consumare le circa 90 kcal, portate da una piccola banana, da un cioccolattino, da uncucchiaio di maionese, occorrono circa 17 minuti di cammino, 11 di bicletta, 8 di nuoto, 4 di corsa. Gli esercizi pi utili, anche per la respirazione, il cuore e la circolazione sanguigna, sono una passeggiata di buon passo per circa mezz'ora al giorno tutti i giorni, la bicicletta ed in alternativa la cyclette, la ginnastica a corpo libero ed il nuoto. L'esercizio fisico deve essere gradevole ed adatto alle condizioni fisiche. Non trascurabile l'utilit di muoversi con energia nelle attivit quotidiane e di cogliere ogni occasione per fare movimento. Nei soggetti obesi essenzialmente a causa di un metabolismo lento (obesit incolpevole) il cardine del trattamento l'attivazione fisica. Farmaci e diete "miracolosi" In certi casi il medico prescrive farmaci che aiutano a dimagrire (orlistat, che riduce l'assorbimento dei grassi), ma non mai accettabile, per la loro potenziale pericolosit, l'autosomministrazione di farmaci"miracolosi" o di intrugli "naturali" per dimagrire n la pratica di diete bizzarre e di non provata correttezza scientifica: per ridurre un peso eccedente il peso ideale non si pu fare altro, almeno per ora, che introdurre un numero di calorie inferiore a quelle consumate ed aumentare il consumo di calorie. Inconvenienti e rischi di varie diete "miracolose " La dieta povera di glicidi e ricca di proteine e di grassi, provenienti da carne, pesce, uova e da alcuni formaggi, non fa miracoli (si perde peso nei primi mesi, ma poi di regola lo si ricupera), provoca disturbi quali stipsi, alitosi, nausea, debolezza e crampi muscolari ed aumenta il rischio cardiovscolare implicato dall'elevata assunzione di grassi ed il rischio di carenze vitaminiche e minerali implicato dalla scarsa assunzione di vegetali. La dieta dissociata (una sola categoria o un solo tipo di alimenti ogni pasto o ogni giorno, ad esempio luned banane, marted uova, ecc.) dannosa in quanto fortemente sbilanciata ed alterna fasi di eccesso e fasi di deficit di certi nutrienti. La dieta troppo povera di grassi dannosa perch un certo apporto di grassi indispensabile. Una dieta eccessivamente restrittiva implica conseguenze sulla salute e rischio di recidive La dieta di semidigiuno va eseguita sotto controllo medico, in casi di grave obesit. Una dieta bizzarra quella al cioccolato amaro, in qualsiasi quantit: questo cioccolato ha un basso indice glicemico, ma la dieta a base di cioccolato ovviamente squilibrata, e non fa dimagrire, anzi. Altre diete bizzarre e squilibrate sono, ad esempio, quelle dell'ananas, in cui sono ammessi anche verdure, pesce, yogurt magro e pochissimi cereali, e quella dello yogurt magro in cui sono ammessi anche frutta, verdura ed un po' di pesce.

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Nel soggetto in dieta dimagrante quali integratori sono utili? Per dimagrire e per mantenere, successivamente, il peso raggiunto, possono essere di aiuto, come coadiuvanti, alcuni integratori a base di varie sostanze quali le Fibre vegetali, il Chitosano, la Rodiola, il T verde ed il Fucus, ma non bisogna illudersi che queste sostanze bastino per dimagrire, se il soggetto non si impegna per migliorare il suo stile di vita (dieta, attivit fisica) e che non possano avere degli inconvenienti, ad esempio un uso prolungato di Chitosano implica la riduzione di acidi grassi essenziali, vitamine liposolubili e minerali. Per diminuire l'appetito possono essere utili il Guaran, la Garcinia, il Glucomannano, il Guar, l'Iperico (l'efficacia dell'Iperico come antifame controversa, ma verosimile sia utile per controllare il consumo compulsivo di cibi glicidici, ed in particolare di dolci nei depressi). In questo senso possono essere utili anche la Rodiola e le fibre vegetali. Se viene praticato, per incauta autocura, un prolungato e severo regime alimentare dimagrante, per coprire le carenze nutrizionali sono necessari, specialmente negli anziani, nei giovani e negli sportivi, gli integratori vitaminici e minerali, e gli integratori con elevato contenuto nutrizionale, come l'Alga spirulina, la Pappa reale, il Polline, il Lievito alimentare. Sostituti dei pasti Durante e dopo il dimagrimento in sostituzione di un pasto si pu impiegare ogni tanto, specialmente se prima si fatto uno strappo alla regola, uno dei vari prodotti ipocalorici con precisi contenuti in calorie (200-400) ed in nutrienti (vitamine, minerali, acidi grassi essenziali, fibre), capaci di soddisfare il gusto e di saziare senza provocare squilibri nell'apporto di nutrienti. Anche l'Alga spirulina pu sostituire un pasto, per la sua ricchezza in proteine, minerali, vitamine e per la sua capacit di ridurre l'appetito (assumere con molto succo di agrumi). Cosa fare in un giovane che tende ad ingrassare? I bambini in eccesso di peso o addirittura obesi (e sono tanti, sempre di pi!) specialmente se figli di genitori in eccesso di peso o obesi, hanno il 25-50% di probabilit di mantenere in et adulta l'eccesso ponderale e tendono a sviluppare precocemente altre condizioni patologiche, quali l'ipertensione e le iniziali alterazioni dell'aterosclerosi. La maggior parte degli obesi adulti era obesa nell'infanzia e nell'adolescenza. Cause frequenti dell'obesit del giovane: condizioni di disagio psicologico, che inducono ad eccedere, per compenso e per conforto, con il cibo, scorrette abitudini alimentari della famiglia, scarsa attivit fisica (troppe ore alla televisione!), di merendine, snacks dolci, patatine fritte, noccioline, bevande dolci, ecc. In et evolutiva, per dimagrire con vantaggio e senza inconvenienti e danni, si riducono dal fabbisogno calorico (V. pag. 18) non pi di 250 kcal al giorno in modo da ottenere una perdita di peso mensile non superiore al 5-6% se il bambino ha meno di 12 anni, del 7-8% se pi grande. Una dieta troppo restrittiva implica il rischio di un insufficiente apporto di nutrienti (proteine, vitamine, minerali) fondamentali per l'accrescimento, che in caso di necessit
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vengono supplementati con adeguati integratori. Il modello alimentare-base sempre quello gi descritto (V. pag. 110), nel quale si riducono specialmente i grassi e gli zuccheri. E' importante evitare i fuori-pasto e le bevande dolci ed incrementare l'assunzione di vegetali. Una adeguata attivit fisica particolarmente importante nel bambino e nell'adolescente, in cui essenziale garantire una buona massa muscolare. Per la prevenzione e la cura sono essenziali l'informazione e soprattutto l'esempio dei genitori: errate abitudini alimentari sono spesso contratte nell'infanzia. La lotta contro l'obesit inizia dall'infanzia, con una corretta educazione alimentare e con l'attivit fisica, ed addirittura dalla gestazione: durante la gestazione la donna deve praticare una corretta alimentazione (V. pag. 120), senza crescere pi di 8-10 kg al termine, poich vi una relazione tra obesit materna, peso alla nascita e successivo sviluppo di obesit. Spesso accade che il giovane obeso (o che si ritiene obeso) invece di imporsi uno stile di vita sano (attivit fisica regolare, alimentazione appropriata,) passi alla diete "miracolose" o all'utilizzazione di pericolose tecniche di perdita di peso (pillole, vomito, ecc.). Cosa fare in un anziano in sovrappeso o obeso? Un moderato sovrappeso non risulta essere dannoso nei soggetti anziani, nei quali si pu considerare normale un BMI intorno a 26, 5 se l'accumulo di grasso a livello dei glutei e dei fianchi, ma nell'anziano l'obesit frequentemente di tipo addominale e questa spesso associata ad altri fattori di rischio cardiovascolare ed al diabete tipo 2. Anche nell'anziano il trattamento e la prevenzione sono basate, come nell'adulto, sulla dieta ipocalorica bilanciata ed equilibrata, e sull'attivit fisica. Il difficile motivare l'anziano, che in genere non molto preoccupato dell'aspetto estetico ed molto fedele alle sue abitudini, comprese quelle della sedentariet e dell'alimentazione. Riassunto e nozioni utili L'obesit dovuta a molteplici fattori, variamente associati ed interagenti, con un ruolo diverso a seconda degli individui: fattori genetici, psicologici, sociali, biologici, ambientali, sedentariet. Alcuni di questi fattori sono modificabili con un corretto stile di vita (alimentazione, attivit fisica). La causa pi frequente, ma non l'unica, di sovrappeso e di obesit un'abituale eccesso di assunzione di calorie con il cibo. E' l'eccesso di calorie introdotte rispetto a quelle consumate che provoca l'obesit, qualunque ne sia la causa: per dimagrire occorre invertire questo rapporto, occorre cio che il bilancio energetico sia negativizzato con una dieta moderatamente ipocalorica, equilibrata e completa per non compromettere l'apporto di nutrienti indispensabili, gradevole e ben accettata per evitare indebite e dannose interruzioni della cura. Molti sono gli obesi che non si curano, molti di quelli che si curano abbandonano la cura e riprendono il peso precedente o anche lo superano, molti si curano male: bisogna curarsi bene e perseverare con un sano stile di vita anche quando si raggiunto un peso soddisfacente. L'autocura dell'obesit ammissibile solo per eccessi di peso moderati e senza complicazioni, e richiede una seria e costante motivazione ed una sufficiente cultura alimentare.

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Quando si decide di dimagrire, bisogna porsi un obiettivo realistico, in base all'entit dell'eccesso di peso, alla distribuzione del grasso (obesit di tipo addominale!) ed alla presenza dialtri fattori di rischio (diabete, ipercolesterolemia, ipertensione, fumo, ecc.), per evitare le delusioni ed il ritorno ad errate abitudini alimentari. Per dimagrire correttamente, cio perdere grasso conservando la muscolatura, non bastano la dieta da sola o l'attivit fisica da sola:occorrono entrambe. Non esistono cibi di per se' dimagranti o ingrassanti: questione di contenuto in calorie e di quantit. Lo zucchero, il cioccolato, i dolci, la pasta, il riso, le patate ed il pane in se stessi non fanno ingrassare: questione di quantit e, per la pasta ed il riso, di qualit e quantit di condimenti. L'acqua non fa ingrassare. Bere acqua, liscia o frizzante, a piccoli sorsi, almeno 6 bicchieri al giorno; concesso un bicchiere di vino al giorno. Le bibite in bottiglietta ed i fuori pasto dolci e grassi contribuiscono a fare ingrassare perch apportano calorie in aggiunta a quelle della razione calorica programmata. I grassi vanno ridotti, ma non aboliti Fare un solo grande pasto alla sera non aiuta a perdere peso, anzi: fare almeno tre pasti. Saltare la prima colazione sempre sbagliato e non fa perdere peso, anzi. Digiunare per dimagrire un grave errore. E' sbagliato cercare di dimagrire troppo rapidamente Fare una buona attivit fisica, adatta alle proprie condizioni fisiche, in particolare a quelle cardiocircolatorie, e cogliere ogni occasione per muoversi con energia. Masticare con calma e fare bocconi piccoli. Smettere di fumare pu fare aumentare di peso, soprattutto perch il soggetto che smette di fumare tende a mangiare di pi, perch aumenta l'appetito e per cercare nel cibo un sostituto del tabacco per fronteggiare stress e noia. E' quindi opportuno che il "fumatore pentito" incrementi l'attivit fisica e riduca i cibi ad elevata densit energetica, per prevenire il possibile aumento di peso. Largheggiare con le spezie e le erbe aromatiche (aglio, salvia, origano, rosmarino, timo, ecc. e specialmente il peperoncino) in alternativa al sale. Iniziare il pasto con un'insalata o una zuppa di verdura frena l'appetito. Se lo stress fa aumentare il desiderio di cibo, soprattutto di dolci, "ingannarlo" con la verdura (un pezzo di carota, un finocchio) che aumenta la sensazione di saziet. Con i diuretici e con la sauna si perdono liquidi e non grasso. Non esistono "pillole miracolose" che fanno dimagrire pur continuando a mangiare quanto si vuole. Le varie diete "miracolose" sono di dubbia efficacia e possono essere pericolose. Gli integratori alimentari a base di proteine, vitamine e minerali sono indispensabili per supplementare le diete dimagranti drastiche, sbilanciate e carenti di nutrienti, specialmente nei soggetti di per s a rischio di carenze nutrizionali, quali gli anziani, i giovani, gli sportivi. L'impiego di integratori, come quelli a base di Chitosano e di fibre vegetali, che aiutano a perdere peso, non esime dalla dieta ipocalorica bilanciata e dall'attivazione fisica.
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Magrezza
La magrezza definita nella pratica dalla riduzione di almeno il 15% del peso corporeo rispetto a quello ideale (V. pag. 143), in relazione all'et, al sesso, all'altezza, alla costituzione ed all'attivit fisica abituale. Con maggiore precisione, la magrezza definita dalla presenza di una massa adiposa inferiore al 5% della massa corporea. Il dimagrimento avviene inizialmente per riduzione e perdita della massa adiposa, poi, quando sono esauriti i grassi di riserva, per disporre delle calorie necessarie per il consumo energetico vengono utilizzate anche le proteine muscolari e si riduce anche la massa magra. La magrezza pu essere primaria (costituzionale, spesso familiare) o secondaria, causata da numerose condizioni: insufficiente apporto di alimenti, alterazioni dell'assorbimento intestinale, gravi malattie quali ipertiroidismo, diabete tipo I, tumori, infezioni croniche, ecc., iperattivit fisica, abuso di certi farmaci, quali anoressizzanti, purganti ed ormoni tiroidei. Al dimagrimento prolungato e grave si associano manifestazioni organiche quali diminuzione della forza muscolare, riduzione della secrezione gastrica con inappetenza, alterazioni epatiche, cutanee, disordini mestruali sino all'amenorrea, ecc., dovute anche alla concomitante carenza di vitamine e di minerali. Le forme secondarie si curano innanzi tutto rimuovendone le cause, ad esempio la cura dell'anoressia nervosa (il soggetto non vuole mangiare, per un'ossessiva paura di ingrassare) primariamente psicologica e psichiatrica. Nelle forme gravi di magrezza l'intervento di pertinenza medica. Nelle forme non gravi di magrezza si normalizza l'assetto nutrizionale con una dieta ipercalorica progressiva a base di uova, latte intero, panna, carne, formaggio, burro, olio, zucchero, dolci, omogeneizzati e frullati, latte in polvere, farine multicereali, ecc. Per stimolare l'appetito sono utili il Dragoncello, la Pappa reale, il Polline, l'Origano, il Timo, la Genziana, l'Angelica, l'Ibisco ed il Tarassaco. Gli integratori sono spesso impiegati nella magrezza: integratori a base di glicidi, lipidi e protidi, di vitamine, specialmente quelle del gruppo B, e di sali minerali, e varie sostanze naturali ricche di nutrienti, quali la Pappa reale, il Polline, le Alghe, l'Avena, l'Olio di germe di grano, il Fieno greco, il Seitan, il Lievito alimentare (Lievito di birra). Si aumentano progressivamente la quantit del cibo introdotto ad ogni pasto ed il numero dei pasti giornalieri. Si evitano i cibi voluminosi e con scarso potere calorico (vegetali), per evitare di indurre una precoce sensazione di pienezza dello stomaco; anche le bevande vanno per tale motivo assunte lontano dai pasti. E' importante che i cibi siano graditi e ben presentati, attraenti, variati.

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Involuzione cerebrale senile e demenza


Un modesto deterioramento delle capacit cognitive un inevitabile fenomeno naturale associato all'invecchiamento. Il normale invecchiamento cerebrale dipende da fenomeni complessi, molteplici e variamente associati, quali il deficit di acetilcolina nel cervello, il declino numerico (sono 50-100 mila i neuroni che muoiono ogni giorno:dai circa 14 miliardi di neuroni presenti nel cervello a 20 anni si scende a circa 10 miliardi a 90 anni) e funzionale dei neuroni cerebrali, le alterazioni circolatorie cerebrali (per lo pi su base aterosclerotica), l'aumento dei radicali liberi dell'ossigeno e lo stress ossidativo, al quale il cervello particolarmente suscettibile (V. pag. 87). Il normale invecchiamento cerebrale si accompagna a disturbi modesti ed a lentissima evoluzione, compatibili con il mantenimento di una discreta capacit funzionale. La riduzione della memoria il disturbo di cui pi si lamentano gli anziani: con il passare degli anni aumenta la difficolt di apprendere, di memorizzare e di richiamare esperienze ed informazioni recenti, mentre risparmiata, e prende il sopravvento, la memoria a lungo termine, remota, per gli eventi lontani e per le informazioni pi importanti. L'anziano che avverte la diminuzione della memoria rispetto a quella posseduta in precedenza pu diventare ansioso e depresso per il timore di perdere, con la memoria, la sua storia, la sua identit e la sua capacit di adattamento ad esperienze di cui ha perduto o sta perdendo il ricordo. Ad un certo punto si pu saldare un circolo vizioso di solitudine e di autosvalutazione, perch ansia e depressione riducono a loro volta la capacit di fissare ed elaborare i ricordi. La demenza una vera e propria malattia, frequente nell'anziano, ma non inevitabile, caratterizzata dal grave e progressivo deterioramento della memoria, dell'orientamento temporo-spaziale e del linguaggio, tale da interferire sempre pi gravemente con le normali attivit quotidiane. Le pi frequenti forme di demenza sono: La malattia di Alzheimer (50-60% delle demenze), caratterizzata dalla degenerazione dei neuroni del cervello dovuta a differenti fattori convergenti, genetici ed ambientali, tra i quali di rilevante importanza lo stress ossidativo da radicali liberi. La demenza vascolare, dovuta ad alterazioni vascolari del cervello (10-15% dei casi). La demenza associata all'abuso di alcol (4-4,5% dei casi). Le demenze associate a carenze nutrizionali (di vitamina B1, B12, PP, acido folico). Per rallentare il decorso del decadimento cerebrale senile fisiologico (invecchiamento cerebrale) e patologico (demenze) e per attenuarne la manifestazioni, si ricorre ad interventi non farmacologici e ad interventi farmacologici. Gli interventi farmacologici non sono oggetto di questa trattazione. Gli interventi non farmacologici comprendono un' adeguata attivazione mentale, fisica e sociale, il miglioramento socio-economico-ambientale, il supporto psicologico,
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l'astensione o almeno la limitazione dal fumo, l'alimentazione corretta, la prevenzione e la cura delle malattie, in particolare di quelle che possono in vario modo ripercuotersi sulle capacit cognitive (l'ipertensione arteriosa, il diabete mellito, specialmente se di lunga durata ed inadeguatamente trattato, la dislipidemia e le carenze nutrizionali). Una corretta alimentazione e l'impiego di adatti integratori fanno parte del progetto globale di prevenzione e di cura del decadimento cerebrale senile. Alimentazione E' possibile che gli squilibri nutrizionali, frequenti nell'anziano, possano contribuire al declino cerebrale senile fisiologico (invecchiamento cerebrale) e patologico (demenza), ed del tutto verosimile che una dieta abituale completa, sana e varia, utile per il benessere globale dell'anziano, possa contribuire a rallentare, entro certi limiti, il declino cerebrale fisiologico e patologico. Le caratteristiche della dieta pi utili in questo senso, sono: Essere ricca di antiossidanti. Adeguato apporto di glucosio ( la principale fonte energetica per il cervello), fornito da frutta, pane, pasta, riso, patate, ecc.). Adeguato apporto di proteine di alto valore biologico, fornite da uova, carne, pesce, latte e derivati, ecc. Adeguato apporto di acidi grassi insaturi omega-3, forniti specialmente dal pesce. Riduzione degli acidi grassi saturi, contenuti specialmente negli alimenti di origine animale (latte intero, burro, formaggi, carne bovina, ecc.). Adeguato apporto di minerali, in particolare di ferro. Adeguato apporto di vitamine, in particolare di vitamina C e di vitamina E per la loro azione antiossidante, di vitamina B6, di acido folico e di vitamina B12. Buona ripartizione degli alimenti nell'arco della giornata (a partire da una buona colazione!) Si ritiene che l'uso abituale di piccole dosi di alcol (forse specialmente come vino rosso) possa ridurre il rischio di sviluppare demenza (rispetto agli astemi), ma un'abituale eccessiva assunzione di alcol, senza distinzione tra le differenti bevande alcoliche, incide negativamente sulle funzioni cognitive ed in particolare sulla memoria. Integratori, rimedi naturali. Molti anziani, per numerosi motivi, spesso tra loro associati (difficolt di movimento, difficolt economiche, disinformazione, solitudine, pregiudizi, ecc.), non hanno l'abitudine ad un'alimentazione sana, completa e variata, che garantisca un sufficiente apporto dei nutrienti che maggiormente intervengono sulla funzionalit cerebrale (V. sopra). In questi casi gli integratori a base di nutrienti sono indicati per evitare l'insorgenza di carenze nutrizionali dannose anche sulla funzionalit cerebrale. Molti sono, inoltre, gli anziani che, indipendentemente dalla dieta abituale, assumono integratori nella speranza di migliorare le proprie capacit mentali. L'eventualit che l'assunzione di integratori a base di antiossidanti possa intervenire favorevolmente

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PARTE Alcune malattie QUARTA Involuzione cerebrale senile e demenza

nella prevenzione del deterioramento cerebrale senile fisiologico e patologico anche nei soggetti con sufficiente assunzione degli alimenti apportatori di antiossidanti, stata oggetto di numerosi studi. L'efficacia preventiva degli antiossidanti sulla demenza non scientificamente accertata, ma riteniamo ragionevole pensare che un intervento preventivo precoce (all'inizio dei primi disturbi cognitivi, della memoria, in particolare) con l'integrazione di prodotti naturali ricchi di antiossidanti (V. pag. 88), tra i quali attualmente godono di largo credito gli estratti di Papaya fermentata, il T verde e l'Olio di germe di grano, possa contribuire a rallentare la degenerazione neuronale e quindi a rinviare nel tempo la demenza ed a ridurne l'incidenza. Recenti ricerche depongono per la potenzialit terapeutica del T, in relazione soprattutto all'aumento della disponibilit cerebrale di acetilcolina, ridotta nella malattia di Alzheimer (V. pag. 231). Ginkgo biloba: Le opinioni sulla sua efficacia sulla compromissione cognitiva lieve e moderata non sono univoche: in base alla letteratura ed all'esperienza personale riteniamo che il Ginkgo possa migliorare l'attenzione e la memoria a breve termine, nelle forme lievi e moderate di decadimento cerebrale senile e patologico, specialmente se presente una componente vascolare, verosimilmente grazie al sinergismo dei suoi componenti, con molteplici effetti (antiossidanti, vasoprotettivi, antiaggreganti e neuroprotettivi). Acido folico. Lievito alimentare (complesso vitaminico B, colina, ecc.). Olio di pesce. Ginseng, Eleuterococco. Zenzero. Huperzine A: per la sua azione anticolinesterasica ha un'efficacia paragonabile a quella degli anticolinesterasici (aumentano la disponibilit di acetilcolina a livello sinaptico) usati a scopo di terapia sintomatica nella malattia di Alzheimer (donepezil, rivastigmina, tacrina, galantamina), della quale peraltro non modificano la progressione. Da usare con cautela. Non in vendita in Italia. Fosfolipidi. Sono sostanze grasse presenti nella struttura della membrana cellulare. La base teorica per l'impiego della Lecitina di soia allo scopo di aumentare la memoria e l'attenzione che il costituente fondamentale della fosfatidilcolina, contenuta nella lecitina, la colina, essenziale per la produzione del neurotrasmettitore acetilcolina (L'acetilcolina interviene nei processi della memorizzazione e dell'apprendimento ed diminuita nel cervello senile). Tuttavia, non risulta con certezza che la somministrazione di integratori a base di colina e di lecitina o l'assunzione abbondante di esse con l'alimentazione (sono ricche di colina e di lecitina il tuorlo dell' uovo, il fegato, la soia, gli oli di semi, i cereali integrali, ecc.) protegga contro la perdita di memoria, forse anche perch per trasformare in acetilcolina la colina introdotta in quantit extra sono necessari processi di cui il cervello senile potrebbe essere incapace. Le stesse perplessit per quanto riguarda la possibilit di migliorare la memoria si hanno per la fosfatidilserina, di cui ricca la lecitina di soia.
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Conclusioni Con una precoce, articolata ed individualizzata strategia preventiva, si pu ragionevolmente sperare di rallentare le manifestazioni iniziali del decadimento cerebrale senile e delle demenze e di migliorare la compromisione cognitiva minima e moderata. L'utilit dell'impiego di appositi integratori, quale che sia il loro meccanismo d'azione, non deve essere sopravvalutata, e l'impiego degli integratori non esime da quello degli appositi farmaci ove sia presente una patologia demenziale anche al suo esordio (consultare il medico, non presumere di curarsi da soli!) e non sostituisce n risparmia l'impegno per una vita globalmente "sana", comprendente l'alimentazione equilibrata, varia ed adeguata ai fabbisogni (attenzione alle carenze di vitamina B1, B12, folati, ecc.), l'attivit fisica, gli interessi intellettuali, la partecipazione sociale, la cura delle patologie concomitanti, ecc.

Disturbi del tono dell'umore


La deflessione del tono dell'umore si sviluppa lungo un percorso di gravit che va da una semplice e breve sensazione di tristezza, di angoscia e di inefficienza, che entro certi limiti ha un valore difensivo, alle forme meno gravi di depressione (distimia), in cui la tristezza si accompagna alla riduzione della capacit di provare piacere, a sentimenti di inadeguatezza, insoddisfazione, insicurezza, ecc., e giunge sino ai livelli della depressione maggiore, caratterizzata da grave malinconia, stanchezza, affaticabilit, perdita di speranza, di interesse e di piacere, pessimismo, tematiche di colpa, ecc. La depressione spesso non evidente: depressione sottosoglia, depressione "mascherata" da disagi fisici (lombalgie, inappetenza o eccessivo desiderio di cibo, cefalea, stanchezza, debolezza, ecc.) non motivati da alterazioni organiche ed accompagnati da una pi o meno evidente riduzione del tono dell'umore, e spesso la depressione associata a disturbi d'ansia. Nella patogenesi delle alterazioni dell'umore e dei sintomi della depressione intervengono componenti psicologiche e componenti biologiche, in relazione allo scarso contenuto nel cervello di particolari sostanze (neuromediatori, attraverso i quali le cellule nervose cerebrali comunicano tra loro): la deficienza del neuromediatore serotonina sarebbe responsabile delle alterazioni del tono dell'umore, del sonno e dell'appetito, la deficienza del neuromediatore noradrenalina sarebbe responsabile della riduzione di motivazione, di vigilanza, di attenzione e di motivazione, la deficienza del neuromediatore dopamina sarebbe responsabile dell'affaticabilit, della difficolt di prendere iniziative, del disinteresse per le consuete attivit, dei comportamenti di rinuncia, rassegnazione e resa. Non trascurabile la possibilit di migliorare il tono dell'umore aumentando il contenuto

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PARTE Alcune malattie QUARTA Disturbi del tono dellumore

cerebrale di queste sostanze mediante l'assunzione di particolari nutrienti con l'alimentazione: ad esempio, il favorevole effetto sul tono dell'umore di vari alimenti (latte, banane, cioccolato, ecc.) attribuito al loro ricco contenuto di triptofano (aminoacido essenziale precursore della serotonina), ed il miglioramento del tono dell'umore che si pu osservare dopo l'assunzione di cibi ricchi di glicidi e poveri di proteine, in particolare i dolciumi ed il cioccolato, attribuito all'aumento del contenuto cerebrale di serotonina da essi provocato. Ma attenzione a non esagerare con gli zuccheri, perch ad un subitaneo aumento della glicemia pu seguire una sua rapida diminuzione che pu provocare sbalzi di umore. Nelle forme lievi di depressione, prima di ricorrere agli antidepressivi di sintesi, possono essere utili alcuni integratori: Hypericum perforatum (erba di San Giovanni). Al Ginseng, dotato di effetto tonico-adattogeno, attribuita anche la capacit di migliorare il tono dell'umore. Un'altra pianta che pu essere utilizzata nelle forme pi lievi di depressione la Rodiola rosea, grazie alla sua capacit di aumentare il livello di serotonina. Il Ginkgo biloba sarebbe utile specialmente negli anziani con depressione lieve associata all'ansia. La S-adenosilmetionina (SAM) accreditata di un effetto antidepressivo. La SAM un composto normale dell'organismo.

nei casi in cui non vengono eliminate le eventuali cause, farmacologico, di pertinenza medica, e non farmacologico. Accanto all'igiene del sonno, basato su un appropriato stile di vita, possono essere utili gli alimenti che determinano un aumento del contenuto cerebrale di serotonina (questo neuromediatore favorisce il sonno in quanto determina una sensazione di calma ed un migliore tono dell'umore): comune esperienza che un bicchiere di latte con zucchero o con miele, un piccolo pezzo di cioccolato amaro (senza esagerare: contiene anche caffeina) o un po' di dolce non grasso o di miele, o una banana, conciliano il sonno, specialmente se l'insonnia associata a depressione. Da evitare, invece, i cibi che ostacolano il sonno: i grassi (rallentano la digestione), gli insaccati, i formaggi stagionati, le spezie irritanti (senape, pepe, paprika, ecc.), l'alcol il caff, il t, la coca cola, il fumo, la liquirizia. Tra i prodotti erboristici impiegati per un'insonnia non grave sono tradizionali la Camomilla comune, la Valeriana, il Tiglio, Biancospino, la Passiflora, il Luppolo, la Maggiorana, la Verbena, l'Arancio amaro, il Melitoto, la Lavanda, l'Escolzia e l'Orzo. In alcuni casi, in particolare nell'insonnia terminale, sarebbe utile la Melatonina (V. pag. 216). In caso di insonnie gravi, resistenti, si ricorre agli efficaci farmaci di sintesi di cui attualmente si dispone.

Insonnia
La scarsit e la cattiva qualit del sonno provocano vari disturbi, quali difficolt di memoria, di attenzione e di concentrazione, irritabilit, stanchezza, sonnolenza, ansia e riduzione del tono dell'umore. La comparsa e la gravit dei disturbi da carenza di sonno dipendono dalla durata dell'insonnia e dalla tolleranza individuale. L'insonnia pu essere occasionale, transitoria o cronica (per pi di un mese) e pu essere iniziale (difficolt di addormentamento) o centrale (risvegli notturni) o terminale (risveglio precoce). Pu essere dovuta a malattie dolorose, difficolt di respirazione, prurito, ansia, depressione, ecc., a farmaci, ecc.; pi frequentemente si verifica in soggetti assolutamente sani, spesso a causa di cattive abitudini, stress, sfavorevoli condizioni ambientali, ecc. Il trattamento sintomatico, che rappresenta tutta la cura

Ansia
L'ansia presente in varie malattie, di ordine psichiatrico e di ordine internistico e neurologico (in cui un sintomo) e-pi frequentemente, si presenta come malattia: disturbo di ansia generalizzata, disturbi da attacchi di panico, disturbi fobici. Il disturbo di ansia generalizzato cronico caratterizzato da una sensazione sgradevole di attesa di un pericolo oggettivamente inesistente. Un lieve livello di ansia accettabile e pu addirittura essere utile per attivare la vigilanza, ma oltre ad un certo livello, del tutto individuale, l'ansia provoca disagio, insicurezza, sfiducia e frequentemente si accompagna a depressione e/o a manifestazioni somatiche, quali palpitazioni, dispepsia, tensione e dolore muscolare, cefalea, ecc. Il perno del trattamento farmacologico costituito dalle benzodiazepine, alcune delle quali hanno un prevalente effetto ansiolitico:prima di ricorrere alle benzodiazepine, che hanno effetti collaterali e controindicazioni, se la forma non grave conviene impiegare le piante medicinali, quali il Tiglio, la Melissa, la Passiflora, la Valeriana, il Biancospino, l'Iperico (in particolare nelle forme in cui sono associate ansia e lieve depressione), l'Escolzia ed il Ginkgo.

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PARTE Alcune malattie QUARTA Emicrania

Emicrania
L'emicrania caratterizzata dalla ricorrenza di improvvise crisi di dolore pulsante che interessano di solito una met della testa, di regola associate a nausea, vomito, insofferenza alla luce ed ai rumori. Tra i vari fattori scatenanti/favorenti soono compresi anche alcuni alimenti:alcol, cioccolato, formaggi stagionati, carni e pesci conservati, insaccati, selvaggina, vino rosso, birra, coca-cola, estratti di lievito, fagioli, piselli, cipolle, crauti, frutta secca, fichi, banane, noci, agrumi, ecc. Se l'attacco di lieve intensit e sporadico possono essere sufficienti blandi analgesici, tipo paracetamolo, e/o l' infuso di rizomi freschi di Erba benedetta.Nei casi in cui il dolore pi intenso si inizia subito con appositi farmaci (triptani). Per la prevenzione, oltre all'evitare degli alimenti sopra detti, all'astensione dal fumo, ecc.sono proposti vari farmaci (betabloccanti, calcioantagonisti, ecc.), ma possono essere utili anche i supplementi a base di magnesio, l'infuso di fiori secchi di Camomilla romana, lestratto purificato delle radici di Farfaraccio ed il Partenio.

Stress
Tutti siamo sottoposti ad eventi che mettono continuamente alla prova la nostra capacit di adattamento e di reazione ai vari fattori che minacciano l'integrit e l'equilibrio dell'organismo. Questi fattori sono denominati stressor e stress denominata la reazione di adattamento e di difesa suscitata dagli stressor. Gli stressor (eventi stressanti) possono essere di vario tipo: biologici (malattie, infortuni, ecc.), psicologici (minaccia, frustrazione, perdita dell'autoconsiderazione, ecc.), mentali (calcoli difficili, ecc.), interpersonali (isolamento sociale, cambiamento radicale di amicizie e di frequentazioni, ecc.), socio-culturali, ambientali e lavorativi (conflitti, insoddisfazionenel lavoro, difficolt di carriera, pensionamento, licenziamento, ecc.). Uno stressor acuto se agisce per breve tempo, cronico se agisce a lungo o si ripete frequentemente. Lo stress un fenomeno fisiologico ed utile fino a quando serve a migliorare la possibilit di affrontare uno stressor, ma un evento sfavorevole, potenzialmente dannoso, quando la capacit di adattamento e di reazione dell'organismo ad uno stressor inadeguata. La risposta dell'organismo (lo stress) allo stressor, qualunque esso sia, dipende dalle
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caratteristiche individuali: lo stesso stressor pu essere indifferente o utile o dannoso, a seconda della capacit individuale di adattamento. La capacit di adattamento dipende da vari e mutevoli fattori:biologici (vigore, stato immunitario, presenza di malattie o di fattori di rischio, funzionalit delle ghiandole surrenali, ecc.), psicologici, caratteriali, socio-culturali e familiari (sostegno, comprensione). Una reazione eccessiva ad uno stressor pu accompagnarsi ad alterazioni di ordine psicologico ed emotivo (ansia, angoscia, irritabilit, emotivit, aggressivit, indecisione, depressione) e di ordine clinico (ipertensione, insonnia, cefalea, dispepsia, disordini del comportamento alimentare, affaticabilit, tremori, ipersudorazione, disturbi intestinali, fibromialgie, aritmie, ecc.). Queste alterazioni, isolate o per lo pi variamente associate, possono essere transitorie o croniche e pi o meno gravi. Per limitare i disturbi da stress, il primo intervento consiste nell'evitare degli stressors ai quali si esposti, e soprattutto nel miglioramento della capacit di risposta agli stressor, ai quali spesso non si pu sfuggire. Questo miglioramento psico-fisico pu essere raggiunto mediante un rilassante stile di vita, comprendente una regolare, moderata e piacevole attivit fisica, la corretta utilizzazione del tempo libero (concedersi qualche vacanza e qualche pausa nel lavoro, dando spazio e tempo ai rapporti amicali e sociali), la rimozione del sentimento di competitivit, una razionale organizzazione del lavoro, una corretta alimentazione e l'eventuale uso di idonei integratori. Dieta "anti-stress" Sotto stress aumenta il fabbisogno di glicidi (aumenta il desiderio di cibo ed in particolare di dolci), che forniscono rapidamente l'energia necessaria per affrontare la situazione stressante e che aumentano la sintesi di serotonina, sostanza che a livello cerebrale riduce la tensione e la depressione (V. pag. 157). Spesso sotto stress si mangia troppo e male: salto della colazione, pi dolci, snack e merendine e meno vegetali. Sono consigliabili i seguenti comportamenti alimentari: Alimentazione varia, completa, equilibrata. Frazionamento dei pasti (colazione, pranzo, cena e due spuntini). Una bevanda calda prima di dormire, o un piccolo dolce o un pezzetto di cioccolato. Moderare il caff e le altre bevande eccitanti, limitare il sale e gli alcolici. Concedersi ogni tanto una "cosa buona", con poche calorie (frutti di bosco, yogurt magro, sorbetto, una fettina di torta non grassa) recuperando le calorie in eccesso con la limitazione di un pasto. Se insorge un prepotente desiderio di cibo (fame da stress, ansia, depressione), preferire un cibo poco calorico (vegetali!). Integratori, prodotti vegetali Un aiuto contro i danni da stress fornito dagli integratori a base di piante (Ginseng, Eleuterococco, Rodiola) ad azione tonica-adattogena, che migliorano cio il tono,

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PARTE Alcune malattie QUARTA Stress

l'energia e la vitalit e che rafforzano la capacit di adattamento ai vari stressors. Anche il Guaran migliora la resistenza allo stress.

Dispepsia
La dispepsia (presenza di disturbi digestivi) viene distinta in forma simil-ulcerosa e forma non simil-ulcerosa. Nella forma simil-ulcerosa il sintomo prevalente il dolore epigastrico (addominale alto) alleviato dal pasto, nella forma non simil-ulcerosa i sintomi prevalenti, in genere variamente associati, sono l'inappetenza, la saziet precoce, il senso di peso allo stomaco dopo il pasto, il gonfiore addominale, le frequenti eruttazioni, ecc. La dispepsia pu essere secondaria, in relazione a varie condizioni patologiche quali ernia iatale, gastrite, cancro dello stomaco, malattie delle vie biliari, ecc.), ovvero pu essere primaria, dovuta ad alterazioni funzionali dello stomaco in relazione a disordini alimentari, fattori psicologici, ecc. Nelle forme non severe e per breve periodo di tempo (1-2 mesi) pu essere sufficiente l'autonoma regolazione dell'alimentazione, altrimenti necessaria la valutazione medica. Alimentazione ed integratori nella dispepsia non simil-ulcerosa Preferire i cibi pi digeribili ed evitare i grassi, i fritti, la frutta secca, ecc. (V. pag. 54). Limitare la verdura ricca di fibra vegetale insolubile ed i legumi. Privilegiare, come grasso per condimento, l'olio di oliva extravergine. Privilegiare il pane a lievitazione naturale. Preferire il latte scremato (berlo a temperatura ambiente) a quello intero (il latte talvolta peggiora i disturbi). Bere almeno 1,5-2 litri di acqua, preferibilmente frizzante e non troppo fredda, anche durante il pasto (ma senza esagerare). Concessi, anzi spesso utili, un bicchiere di vino leggero ed un caff espresso a fine pasto. Per aiutare la digestione possono essere utili il brodo di carne magra, l'Origano, la Maggiorana, la Salvia, il Basilico, il Rosmarino, l'Aglio, il Cappero, il Pepe, il Rabarbaro, il Finocchio, il Carciofo, la Genziana, l'Angelica, lo Zenzero, la Noce moscata, ecc. Il Dragoncello, il Tarassaco, l'Ibisco, la Genziana, la Pappa reale, il Polline, il Timo e l'Origano stimolano l'appetito. Fare 4-5 pasti al giorno. Alimentazione nella dispepsia simil-ulcerosa e nell'ulcera peptica Evitare brodi ed estratti di carne, fritture, salse, intingoli, formaggi fermentati, insaccati (consentiti il prosciutto crudo, lo speck e la bresaola), carni affumicate e conservate, pane fresco, bevande gasate, succhi e spremute di agrumi e di pomodoro, menta, cioccolato, birra e coca-cola. Esclusi questi cibi, che stimolano la secrezione gastrica, il resto consentito se tollerato, compresi un po' di vino a bassa gradazione ai pasti principali, il caff ed il

Debolezza muscolare, stanchezza


Bisogna distinguere se la riduzione della forza e la stanchezza sono veramente debilitanti e persistenti o se sono momentanee e non particolarmente gravi, e se sono in relazione o meno ad evidenti condizioni fisiologiche e patologiche. Vi sono varie eventualit: La debolezza muscolare generalizzata pu essere la conseguenza di varie condizioni: decadimento senile, prolungato allettamento, carenze nutrizionali, eccessiva sedentariet, eccessiva attivit fisica, esposizione prolungata ad eventi di stress, c ambiamento di stagione, ecc. La debolezza muscolare pu essere sintomo di varie patologie, quali anemia, malassorbimento intestinale, tumori, ipotiroidismo, alcolismo, depressione, ecc. La debolezza muscolare pu essere conseguenza dell' uso prolungato di certi farmaci, quali i betabloccanti e le benzodiazepine, ecc. Un momentaneo calo di forza e di vitalit comune esperienza, in soggetti sani e ben nutriti, in relazione a stress, aumento dell'attivit fisica, ecc. Alimentazione, integratori Quando la debolezza, l'esauribilit, l'affaticabilit e la stanchezza sono severe e persistenti e non possibile rimuoverne le cause, quando la debolezza momentanea e non grave ed anche quando si desidera semplicemente aumentare il tono e l'energia, importante assicurare un'alimentazione completa e varia, eventualmente con il supporto dei supplementi vitaminici e minerali e degli integratori. La scelta dell'integratore dipende dalle esigenze individuali, ad esempio se si sudato molto e ci si sente stanchi e spossati si preferisce un integratore a base di potassio e di magnesio, se si fa un'attivit fisica impegnativa utile un integratore contenente Creatina, Carnitina, ecc., se si sotto stress si sceglie un integratore a base di Ginseng o di Eleuterococco o di Rodiola, se si piuttosto depressi indicato un integratore a base di Iperico o di Rodiola o di Ginkgo, se necessita attivare il dinamismo psico-fisico e resistere al sonno ed alla fatica si pu ricorrere ad un integratore energetico tipo Guaran e Mat, al Sambuco, al Fucus, se i muscoli sono deboli e poco sviluppati indicato un integratore ricco di nutrienti tipo Pappa reale, Polline, Alga Spirulina, Seitan, Lievito alimentare, Olio di germe di grano. A varie sostanze vegetali attribuita la capacit di migliorare la performance sessuale: Guaran, Tribulus, Eleuterococco, Ginseng, Ginkgo, Iperico, estratto secco di Yohimbe.
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PARTE Alcune malattie QUARTA Dispepsia

latte, da usare peraltro con moderazione. Utili, ma senza eccedere, i vegetali ricchi di fibre o, in alternativa, gli integratori a base di fibra; aiutano anche l'infuso di Timo e Malva, l'estratto secco di Passiflora e Luppolo, l'infuso di capolini di Camomilla comune, la Liquirizia, la Melissa, il Fieno greco. Cottura a vapore, a microonde, arrosto, al forno. Pasti piccoli e frequenti. Evitare cibi e bevande troppo freddi o troppo caldi.

Diverticoli intestinali
I diverticoli (piccole sacche della parete intestinale, specialmente a livello del colon sinistro) in genere non provocano particolari disturbi, ma talvolta si manifestano con dolore addominale, stipsi, ecc. (malattia diverticolare) e possono andare incontro a complicazioni, quali emorragia, infiammazione (diverticolite, dolorosa), ostruzione intestinale, ecc. I diverticoli sono presenti in circa la met dei soggetti di pi di 50 anni, raramente nei giovani. Solitamente i diverticoli si verficano, sulla base di una predisposizione genetica, nei soggetti con stipsi, pertanto per prevenire la formazione dei diverticoli e per limitarne l'evoluzione di prioritaria importanza la cura della stipsi. In presenza di diverticoli con scarsi o assenti disturbi utile la dieta ricca di fibre vegetali insolubili indicata per la stipsi (V. in seguito), ma bene evitare i vegetali con parti che possono fermarvisi, quali fragole, fichi, uva con semi, ecc. Nella diverticolite non grave indicata la dieta blanda, a basso residuo: latte, yogurt, pane bianco, pasta, riso, semolino, carne magra e tenera di vitello, manzo, agnello, pollo, tacchino, coniglio, pesce, ecc. cucinati semplicemente, prosciutto, formaggi freschi, frutta senza buccia cotta o cruda, verdure cotte e setacciate, ecc. Nelle complicazioni pi severe, in cui necessaria la cura medica e talvolta chirurgica, la dieta pi restrittiva.

Reflusso gastro-esofageo
La malattia caratterizzata dall'anormale passaggio di materiale gastrico nell'esofago e tipicamente si manifesta con bruciore che dall'epigastrio ("bocca dello stomaco") risale verso la base del collo, rigurgito acido entro tre ore dal pasto. Sono numerose le forme con sintomi atipici (tosse cronica, asma, laringite, ecc.). Le cause sono molteplici. Attualmente si dispone di numerosi ed efficaci mezzi terapeutici, ma l'alimentazione (analoga a quella consigliata nella dispepsia similulcerosa e nell'ulcera peptica) conserva un indubbio valore e possono essere d'aiuto il Fieno greco, il Fucus e l'Altea

Stipsi Gastrite
In una non grave gastrite acuta (da eccessiva ingestione di cibo, da ingestione di sostanze irritanti, di alcol, di antiinfiamatori ecc.), si sospende l'alimentazione finch dura il vomito, che il sintomo principale, poi si passa ad un'alimentazione blanda, ed utile un infuso di Camomilla, Liquirizia e Menta. Camomilla romana nella gastrite cronica. La stipsi o stitichezza (ritenzione di materiale fecale nell'intestino, con svuotamento spontaneo meno di tre volte alla settimana e/o con emissione difficoltosa di feci scarse, dure ed asciutte) una frequente patologia, tipica della moderna societ. Pu essere dovuta a varie malattie (intestino irritabile, megacolon, sclerodermia, ecc.), all'uso di certi farmaci (ferro, abuso di lassativi, ecc.) e, pi frequentemente, ad una dieta abitualmente povera di fibre vegetali, alla sedentariet, alla scarsa assunzione di liquidi, ad errate abitudini comportamentali (ad esempio rimandare la defecazione in presenza dello stimolo). Per prevenire e curare la stipsi primaria (non dovuta a malattie) importante e prioritario evitare i comportamenti che la favoriscono (sedentariet, ecc.) e seguire un'adeguata alimentazione.

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PARTE Alcune malattie QUARTA Diverticoli Intestinali

Queste semplici norme contribuiscono a ridurre il ricorso ai lassativi, che non sono privi di inconvenienti e che possono contribuire a cronicizzare la stipsi. Alimentazione consigliata per evitare e per curare la stipsi: Bere molta acqua e spremute, a pi riprese, specialmente lontano dai pasti. Yogurt. Dieta ricca di fibra vegetale insolubile (V. pag. 89): cereali integrali, legumi (in particolare le lenticchie), semi di lino, frutta (prugne, albicocche, uva, pesche, banane, mele, ecc.) e verdura (carote, lattuga, rape, finocchio, ecc.) preferibilmente crude. Limitare i grassi di origine animale (carne, formaggi). Limitare il sale. Evitare i cibi astringenti, quali i frutti di bosco, il t, il cacao, il limone, il riso bianco (il riso integrale, al contrario, ha effetto lassativo). Evitare i cibi piccanti. Masticare bene. Esempio di dieta per la stipsi: Al risveglio: due bicchieri acqua o una tisana. A colazione: uno yogurt, un paio di cucchiai di cereali. A met mattina: un bicchiere di acqua, un kiwi. A pranzo: pasta o riso integrali conditi con olio di oliva extravergine, una porzione di formaggio o di pesce o di carne bianca, insalata cruda condita con olio di oliva extravegine, una fetta di pane integrale. A met pomeriggio: t leggero, un frutto. A cena: minestrone di verdura, prosciutto cotto o crudo o bresaola, insalata condita con olio di oliva extravergine, una fetta di pane integrale, un frutto fresco o frutta cotta. Acqua. Prima di dormire: una tazza di camomilla, 2-3 prugne secche. Integratori, prodotti naturali In alternativa o a integrazione dei cibi ricchi di fibra vegetale insolubile, si assumono la crusca di frumento e di avena o meglio gli integratori a base di fibra di Psyllium (Hispagula) o di Gomma di guar (V. pag. 90). Probiotici, prebiotici e simbiotici, per mantenere in equilibrio la flora batterica intestinale, la cui alterazione pu influenzare la motilit del colon. I lassativi vegetali I lassativi di massa (Crusca di grano e di avena, Psillio, Agar, Glucomannano, ecc.) trattengono acqua nell'intestino ed aumentano il volume della massa fecale, della quale viene in tal modo facilitata l'espulsione fisiologica. Sono i lassativi preferibili. I lassativi di contatto antrachinonici (Cascara, Senna, Rabarbaro, Frangula, Aloe, ecc.) devono essere usati solo sporadicamente ed evitati nei sofferenti di intestino irritabile e nei pazienti con dolori addominali di natura non accertata. L'uso prolungato pu provocare la riduzione del contenuto di potassio nell'organismo (debolezza muscolare,
Alcune malattie PARTE Stipsi QUARTA

alterazioni cardiache) e la cronicizzazione della stipsi. La Manna, la Malva, la Cassia, le piccole dosi di Tamarindo, il tarassaco, il succo di Mela, le More ed i semi di Lino sono blandamente lassativi, particolarmente indicati per i bambini, i conva-lescenti, gli anziani debilitati.

Intestino irritabile
L'intestino irritabile (c.d. colite) una frequente patologia, caratterizzata da alterazione delle funzioni intestinali (con predominanza della stipsi o della diarrea), dolore addominale ricorrente alleviato dalla defecazione, gonfiore addominale, ecc. La normale funzionalit dell'intestino disturbata da molteplici fattori: ansia, errate abitudini alimentari (eccessiva assunzione di grassi e di cereali raffinati, scarsa assunzione di vegetali), intolleranze alimentari, fumo, sedentariet, stress, ecc. Questi fattori sono variamente responsabili dell'intestino irritabile e per la prevenzione e per la cura (che comprende l'uso di farmaci ed il supporto psicologico e comportamentale) importante rimuoverli. Alimentazione L'alimentazione differente a seconda delle situazioni: forme con prevalenza di dolore e di stipsi, forme con diarrea, forme con flatulenza, ma vi sono alcune regole generali, comuni a tutte le forme: Evitare i cibi che scatenano il dolore addominale. Distribuire regolarmente i pasti, a partire dalla colazione. Preferire la cottura a vapore e la bollitura. Bere almeno 1,5-2 l di acqua al giorno, preferibilmente non gasata. Evitare caff, t, cioccolato, bevande con cola. Limitare l'assunzione dei grassi e preferire, come condimento, l'olio di oliva extravergine a crudo. Nelle forme con stipsi e dolore non grave indicata la dieta per la stipsi; durante gli attacchi dolorosi indicata, almeno temporaneamente, la dieta a basso contenuto di fibre. Nelle forme con diarrea indicata la dieta blanda (V. pag. 165), con preferenza per i cibi astringenti e si limitano il latte ed i latticini e gli zuccheri. Nelle forme con flatulenza indicata la dieta a basso contenuto di fibre, l'esclusione dei cibi che provocano meteorismo, V. in seguito, e la limitazione del latte e derivati. Integratori, sostanze naturali Pro e pre-biotici, specialmente nelle forme con diarrea. Nella forma con stipsi e dolore non grave, in alternativa o come complemento alla

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PARTE Alcune malattie QUARTA Intestino irritabile

dieta, si assumono gli integratori indicati nella stipsi (particolarmente consigliabili lo Psillio e la Gomma di guar); cautela con i lassativi di contatto (V. pag. 166); sono utili, per la loro azione antispastica a livello gastro-intestinale, il Finocchio, la Camomilla comune, la Menta piperita, l'Escolzia e la Valeriana, insieme o in alternativa ai farmaci sintetici antispastici. Nella forma con flatulenza indicata la Gomma di guar. Nei casi in cui prevale la diarrea, in alternativa ai farmaci antidiarroici ed insieme ai pro e prebiotici, possono essere usati, come astringenti, il Mirtillo e l'Urtica.

dall'alcol sotto qualsiasi forma e dall'osservanza di alcune regole alimentari: limitare (ma non abolire) i grassi, privilegiando l'olio di oliva extravergine, evitare i formaggi fermentati, i formaggi grassi, le fritture. A parte queste esclusioni, nelle malatie di fegato non gravi l'alimentazione non ha altri limiti. Per quanto riguarda i supplementi alimentari: utili le vitamine A, D, E, K nei casi in cui ostacolato il deflusso della bile lungo le vie biliari intra ed extraepatiche, le vitamine B1, B6, B12 e l'acido folico specialmente nei sofferenti di fegato alcolisti. Erbe epatotossiche, V. pag. 100.

Meteorismo
Il meteorismo ("pancia gonfia", per eccessiva presenza di gas nell'intestino) dovuto a vari fattori, quali diverticolosi, intolleranze alimentari, alterazioni della flora intestinale (V. pag. 91), intestino irritabile, ecc. Sono da evitare o almeno da limitare: fagioli, broccoli, cavoli, formaggi fermentati, mollica del pane, mais, cetrioli, latte, avena, cipolle, aglio, porri, rape, rapanelli, cereali integrali e crusca; per i legumi V. pag. 39. La tradizionale abolizione delle bevande gasate, del t e del caff discutibile. Sono utili il Carbone attivato, il Finocchio, l'Origano, il Basilico, l'Inulina, la Noce moscata, la Genziana e gli integratori a base di alfa-galattosidasi specialmente nel meteorismo dei forti consumatori di cereali, legumi, frutta e verdura.

Malattie delle vie biliari


Discinesie
Le alterazioni del tono e della motilit delle vie biliari, in presenza o meno di alterazioni organiche delle vie biliari sono complesse e si accompagnano spesso a discolia (anormale composizione della bile). La colecistoatonia (colecisti voluminosa poco contrattile ed a lento svuotamento) si manifesta con sonnolenza post-prandiale, cefalea, bocca amara, meteorismo e flatulenza, ecc. La dieta consigliata sapida e variata, con una relativa abbondanza di grassi (olio di oliva extravergine per condire ed un cucchiaino a digiuno), ma senza fritti ed intingoli. Si impiegano i colagoghi-coleretici, tra i quali il Boldo, il Cardo mariano, il Crisantemo americano, il Carciofo, l'Ortosifon (prevalentemente diuretico), il Rabarbaro, la Fumaria, la Bardana ed il Tarassaco. I colagoghi-coleretici sono controindicati nelle ostruzioni delle vie biliari. Nelle forme dolorose di discinesia (colecisti contratta, che si svuota lentamente) sono indicati gli antispastici di sintesi e naturali (Menta, Camomilla, Maggiorana, Melissa, Luppolo, Celidonia, Fumaria, ecc.) e la dieta a basso contenuto di grassi.

Malattie del fegato


Vari farmaci (corticosteroidi, interferoni, acidi biliari, ecc.) hanno un'indiscutibile importanza nella cura delle malattie del fegato, ma godono ancora di una certa popolarit gli "epatoprotettori". A queste sostanze, dette anche "epatocinetiche", viene attribuita la capacit di contribuire alla difesa dalle molteplici aggressioni alle quali esposto il fegato e di migliorare il decorso delle malattie del fegato. Tra le sostanze naturali impiegate a questo scopo sono da citare il Cardo mariano, il Tarassaco, la Lecitina, la Propoli, il T verde. Deve essere ben chiaro che nelle malattie del fegato (cirrosi, epatiti, steatosi, ecc.) l'impiego di queste sostanze non esime dall'astinenza
Alcune malattie PARTE Meteorismo QUARTA

Calcolosi biliare
I calcoli biliari, che possono trovarsi soprattutto nella colecisti, anche senza provocare sintomi, possono essere unici o multipli, di differente grandezza. La sostanza pi comune nei calcoli il colesterolo. Fattori che favoriscono la formazione

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PARTE Alcune malattie QUARTA Malattie delle vie biliari

dei calcoli sono: il sesso femminile, la pluriparit, la familiarit, l'obesit, la dieta abitualmente povera di fibre vegetali e ricca di grassi, ecc. Per la prevenzione e la cura importante mantenere il peso nei limiti normali. La manifestazione tipica della litiasi biliare la colica epatica, episodio doloroso dovuto alla migrazione di un calcolo nelle vie biliari extraepatiche, che si cura con i farmaci antispastici e sedativi del dolore. Attualmente si dispone di importanti ed efficaci mezzi di cura (litolisicongli acidi biliari, litotripsia, chirurgia, ecc.), utilizzabili a seconda delle differenti situazioni individuali. Nei calcoli piccoli, radiotrasparenti, scarsamente sintomatici e con buona funzionalit della colecisti, hanno buone possibilit di successo (dissoluzione) gli acidi biliari (UDCA, TUDCA, CDCA) e possono essere utili il Boldo ed il Crisantemo americano. Per quanto riguarda l'alimentazione, si consiglia una dieta ricca di fibre vegetali (cereali integrali, verdure, legumi) e povera di zuccheri e di grassi animali; privilegiare l'olio di oliva extravergine, per favorire lo svuotamento della colecisti; evitare fritti, uova, formaggi grassi, intingoli, maionese, frutta secca, pasticceria alla crema, bibite zuccherate, ecc. Frequente ed abbondante assunzione di acqua. Graduale riduzione dell'eventuale eccesso di peso. Evitare gli intervalli troppo lunghi tra i pasti.

Calcolosi renale
La formazione di un calcolo l'evento terminale e culminante di molteplici fattori locali. Nella maggior parte dei casi i calcoli si formano in soggetti senza evidenza di altre malattie, in una minoranza di casi in soggetti con malattie renali ed extrarenali. Il quadro clinico della calcolosi renale dominato dalla colica renale (grave episodio doloroso dovuto alla migrazione di un calcolo nell'uretere), la cui terapia basata sugli antispastici e sugli antiinfiammatori, di sintesi o naturali. I calcolipossono esseredi varia natura: calcolosi calcica, ossalica, uratica, cistinica, ammonio-magnesiaca. Attualmente si dispone di importanti ed efficaci mezzi di cura (litotripsia extracorporea, frammentazione ed estrazione endoscopica del calcolo), ma sempre di fondamentale importanza la prevenzione delle recidive, basata sulla riduzione dell'anormale eliminazione urinaria della sostanza che costituisce il calcolo. Nella calcolosi calcica (calcoli di ossalato e fosfato di calcio) si raccomanda di ridurre (non di abolire) l'apporto alimentare di calcio (limitazione dei cibi lattiero-caseari) e di ridurre l'assunzione di proteine animali e di sale. Utili gli agrumi, in particolare il limone, soprattutto in quanto aumentano la presenza nell'urina di citrato, che fattore protettivo nei riguardi della formazione di calcoli. Potrebbero essere utili alcune erbe, quali la Crataeva nurvala, il Petroselinum sativum ed il Phillanthus niruri. Calcolosi ossalica: per diminuire la concentrazione di ossalati nell'urina si raccomanda di evitare spinaci, frutta secca, cacao, ecc. e di limitare asparagi, lattuga, bietole, sedano, fagioli, kiwi, pomodori, cavoli, rabarbaro, cardi, pompelmo, coca-cola. Nella calcolosi uratica (da acido urico) si raccomanda la dieta indicata per l'iperuricemia e l'alcalinizzazione urinaria mediante l'assunzione di acqua alcalina e di alimenti alcalinizzanti (limoni, arance, mandarini, ecc.). Nella calcolosi cistinica si raccomanda di limitare pesce, legumi, cereali, carne, frutta secca ed uova. Alcalinizzazione urinaria, V. sopra. In tutte le forme di calcolosi necessario una larga assunzione di acqua, preferibilmente oligominerale (aumenta la diuresi) e si raccomanda di ridurre gli eccessi di peso corporeo.

Malattie delle vie urinarie


Infezioni
Per le infezioni delle basse vie urinarie (vescica, prostata, uretra) e soprattutto delle alte vie urinarie fondamentale la terapia antibiotica, ma non vanno trascurati i provvedimenti generali (buon apporto idrico, abolizione di caff, t, fritti, cioccolata, alcolici, ecc.) e l'assunzione di antiifiammatori, antispastici e decongestionanti. Entro questo ambito possono essere utili, oltre ai potenti farmaci sintetici di cui attualmente si dispone, anche alcune piante: A scopo antiinfiammatorio: Arpagofito, Malva, Gambo di ananas, Sambuco, ecc. A scopo antispastico: Celidonia, Amni visnaga, Menta piperita, ecc. A scopo decongestionante: Ippocastano, Centella, Amamelide, ecc. A scopo diuretico: Ortosifon, Pilosella, Ortica, V. pag. 135. Nella prevenzione delle forme infettive ricorrenti sono indicati i probiotici e possono essere utili il Mirtillo ed il Gelso. L'autocura consentita solamente nelle infezioni urinarie acute non complicate e di lieve gravit.
Alcune malattie PARTE Malattie delle vie urinarie QUARTA

Malattie della prostata


L'ipertrofia benigna della prostata (aumento di volume della prostata, frequente in et avanzata) dovuta a vari fattori, essenzialmente di ordine ormonale. Recenti ricerche depongono per un aumento del rischio di ammalare negli uomini che

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PARTE Alcune malattie QUARTA Malattie della prostata

consumano abbondantemente cereali, uova e pollame, mentre il rischio sarebbe minore nei forti consumatori di legumi, agrumi, ecc.; non sarebbero influenti altri alimenti, quali caff, t, latte, yogurt, formaggi, pesce, patate e frutta, esclusi gli agrumi. La malattia provoca disturbi urinari di tipo dinamico (urgenza, minzione frequente, ecc.) e di tipo meccanico (ritardo dell'inizio della minzione, debolezza del getto, ristagno di urina in vescica, ecc.). Tra le varie sostanze indicate per la cura, si segnalano alcuni prodotti botanici: la Serenoa repens, il Pygeum africanum e l'Urtica (radice), efficaci nei primi stadi della malattia, quando prevalgono i disturbi di tipo dinamico. Nella prostatite (infiammazione della prostata) la cura antibiotica nelle forme batteriche, nelle forme non batteriche, oltre ai farmaci antiinfiammatori ed a quelli indicati per il sollievo dei sintomi, sono tradizionalmente impiegate, per la loro attivit antiinfiammatoria, l'Urtica (pianta e foglia), la Serenoa e la Malva. Per il cancro della prostata, V. pag. 176.

Orticaria
L'orticaria caratterizzata dall'eruzione transitoria acuta o cronico-recidivante di pomfi cutanei di varia grandezza, arrossati e pruriginosi. Nella maggior parte dei casi immunologica, da cibi o farmaci ai quali il paziente sensibilizzato, altre cause, non immunologiche, sono alcuni agenti chimici, presenti nelle fragole, negli agrumi, nell'uovo, ecc. ed alcuni agenti fisici quali la luce solare ed il caldo, ed anche le emozioni possono provocarla. La cura consiste nell'eliminazione del fattore causale, ma ove essa non sia praticabile (forme da cause sconosciute) si ricorre ai farmaci antiistaminici o ai corticosteroidi (per via locale e solo nei casi pi gravi per via sistemica), ecc., ed alla dieta ipoallergenica (eliminazione di caff, t, cioccolato, uova, pomodori, fragole, noci, arachidi, frutti di mare, crostacei, molluschi, pesce, alcolici, carne affumicata, formaggi stagionati, salumi, ecc.) e si evitano i farmaci antiinfiammatori, in particolare l'aspirina. Possono essere utili i prodotti fitoterapici ad azione antireattiva (Arctium lappa, Ribes nigrum, ecc.) ed il T verde.

Dermatite atopica (eczema)


E' una dermatite cronica e recidivante che colpisce specialmente i bambini, in cui il decorso tende spontaneamente a migliorare (raramente si prolunga sino all'et adulta e sono rari i casi ad esordio tardivo); spesso associata ad altri disordini allergici, quali asma allergico, orticaria e rinite allergica. Le cause non sono chiaramente conosciute. Le lesioni (arrossamento, vescicole) sono pruriginose, tendono alla lichenificazione (indurimento) e si accompagnano a secchezza della cute. La cura, per la quale si dispone di numerosi farmaci, locale e generale e dipende dalla gravit. Nelle forme e nelle fasi meno gravi e nella fase cronica con lichenificazione sufficiente mantenere idratata la pelle, per evitare il prurito ed evitare la secchezza, con bagni tiepidi con olio e con prodotti emollienti e idratanti, tra i quali l'Avena. Nelle forme e nelle fasi acute sulla pelle delicatamente lavata ed asciugata si applicano i corticosteroidi, il tacrolimus o il pimecrolimus, e si ricopre con l'emolliente idratante. Nelle forme gravi i corticosteroidi sono somministrati per via orale. Le cure generali comprendono i probiotici, il clima di mare, l'esposizione al sole, i prodotti a base di acido gamma-linolenico (olio di Oenothera biennis), l'evitare degli alimenti che aggravano la malattia o per i quali dimostrata una positivit ai test allergologici. I prodotti fitoterapici antireattivi impiegati in questa malattia in associazione alla medicazione locale, sono il Ribes nigrum, l'Arctium lappa, il Raphanus niger, la Viola tricolor, ecc.
Alcune malattie PARTE Dermatite atopica QUARTA

Ulcere cutanee
Nelle ulcere cutanee, dermatiti, piaghe ed ustioni utile l'applicazione locale di Aloe gel, dotato di attivit riparativa, antisettica, antiinfiammatoria, idratante ed emolliente.

Alopecia androgenica
Nell'alopecia androgenica (la comune calvizie) si usano l'Urtica (tinture e decotti della pianta secca tonificano il capello, gli estratti della pianta secca ne migliorano l'aspetto) e la Serenoa repens.

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PARTE Alcune malattie QUARTA Orticaria

Tumori maligni
L'alimentazione pu interferire, favorendolo o contrastandolo, nel processo formativo ed evolutivo dei tumori maligni (in seguito nel testo indicati come cancro), specialmente dell'intestino, della mammella, della prostata e dei polmoni. Un'alimentazione incongrua un importante fattore di rischio di cancro (rischio: probabilit statistica di ammalare) e si stima che almeno un terzo dei tumori sia correlato ad errate abitudini alimentari: assunzione di cibi contenenti fattori cancerogeni e co-cancerogeni, quali le aflatossine, gli idrocarburi policiclici e le nitrosamine, e/o scarsa assunzione di alimenti contenenti fattori protettivi. La correlazione tra fattori di rischio alimentari e tumori variamente significativa: correlazioni elevate sono, ad esempio, quella tra alcol e tumori di bocca, faringe, laringe, fegato ed esofago, quella tra obesit e cancro della mammella e dell'endometrio, quella tra cancro del colon-retto e scarsa assunzione di fibre vegetali e quella tra cancro del polmone (in cui peraltro la maggiore responsabilit spetta al fumo) e dieta povera di frutta e di verdura, ma per molti tumori il legame con determinati alimenti meno convincente . Ai vari fattori alimentari di rischio se ne aggiungono altri, con effetto di potenziamento e di sommazione, in particolare il fumo (cancro del polmone), la sedentariet (cancro della mammella, del colon-retto e della prostata) e l'esposizione professionale a sostanze cancerogene. Viceversa, una corretta alimentazione pu aiutare a prevenire vari tumori sia mediante la riduzione dei fattori di rischio correlati con l'alimentazione che mediante l'assunzione degli alimenti contenenti sostanze ad azione protettiva. Anche riguardo alla possibilit di prevenire i tumori mediante un'adatta strategia alimentare, vi sono delle differenze, ad esempio la possibilit di diminuire il rischio mediante l'assunzione regolare di adeguate quantit di vegetali elevata per i tumori della bocca e della faringe, dell'esofago, dello stomaco, del polmone, del colon-retto, della mammella, della laringe e della vescica. Per altri tumori non sono altrettanto convincenti le possibilit o probabilit dell'efficacia preventiva di alcuni alimenti. Fattori alimentari che possono favorire l'insorgenza e la crescita del cancro Le maggiori responsabilit sono attribuite, soprattutto grazie agli studi epidemiologici, ai seguenti fattori alimentari: L'uso eccessivo di grassi, specialmente se ricchi di acidi grassi saturi, indiziato in vari tumori, in particolare in quelli del colon-retto, della prostata, dell'endometrio, della mammella e del pancreas. L'uso eccessivo di carni rosse e di carni conservate indiziato specialmente nel cancro dell'intestino. L'uso eccessivo di zuccheri semplici e di farine cereali raffinate, che determinano un eccessivo aumento dell'insulina, V. pag. 21), indiziato specialmente nel cancro della
Alcune malattie PARTE Tumori maligni QUARTA

mammella. L'uso eccessivo del sale indiziato nel cancro dello stomaco e della faringe. L'uso abituale di cibi molto caldi indiziato nel cancro dell'esofago. La contaminazione dei cibi (in campo, in magazzino, nel frigorifero ed a temperatura ambiente) da parte di muffe (microscopici funghi filamentosi) che producono tossine dotate di effetti cancerogeni. L'aflatossina B1 (prodotta dall'Aspergillus flavus e parasiticus, contaminanti del mais, del frumento, delle arachidi e della frutta secca in genere e delle spezie), l'Ocratossina A (prodotta dal Penicillium verrucosum, contaminante del frumento e dell'orzo e dall'Aspergillus ochraceus, contaminante dei salumi, specialmente il prosciutto crudo) e la fusomicina B1 (prodotta dal Fusarium verticilloides, contaminante del mais) sono cancerogene (l'aflatossina B1 per il cancro del fegato) o possibilmente cancerogene (l'ocratossina A per il cancro del testicolo e la fusomicina B1 per il cancro dell'esofago). L'uso eccessivo di carne e pesce cotti alla griglia o fritti o affumicati indiziato specialmente nei tumori dell'esofago e dello stomaco. L'abuso di alcol, specialmente se associato al fumo, viene associato specialmente ai tumori della bocca, della faringe, della laringe, dell'esofago, del pancreas, della mammella e del fegato. L'uso troppo scarso di verdura e di frutta fresche o surgelate indiziato nei tumori del colon-retto, del polmone, della mammella e forse dell'ovaio. Fattori alimentari che possono proteggere dal cancro A varie sostanze attribuita un'azione protettiva nei riguardi dell'insorgenza di vari tumori: betacarotene, licopene, polifenoli, flavonoidi, allilsolfuri, solforatano, fibre vegetali, fitoestrogeni, indolo-3-carbinolo, acidi grassi omega-3, vitamina D, melatonina, ecc. Queste sostanze, il cui effetto antineoplastico non accertato, vengono assunte con l'alimentazione e con gli integratori: Alimentazione Non esiste una dieta specifica per prevenire i tumori maligni, ma raccomandabile, comunque, un comportamento alimentare sano nel suo insieme (sostanzialmente quello della dieta mediterranea), sul quale possono essere fatte integrazioni e modificazioni in base a determinate condizioni di esposizione al rischio. Le raccomandazioni per l'alimentazione sono generali e specifiche Raccomandazioni generali Prevenire e curare l'obesit (fattore di rischio specialmente per i tumori della mammella, dell'endometrio, della prostata, del colon-retto, del rene e della tiroide). Largo consumo (circa 400 g al giorno) di frutta e verdura fresche o surgelate di stagione, di vario colore e provenienti da differenti fonti di approvvigionamento. Non precisabile a quale delle sostanze presenti nei vegetali sia riferibile il beneficio preventivo: verosimilmente in relazione a pi sostanze interagenti, alcune delle quali sarebbero pi efficaci per singole forme tumorali, V. in seguito.

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PARTE Alcune malattie QUARTA Tumori maligni

Potrebbe essere utile l'uso abituale del t verde, V. pag. 230. Ridurre il consumo dei grassi, ed in particolare di quelli ricchi di acidi grassi saturi e privilegiare, in alternativa, quelli ricchi di acidi grassi insaturi: come grasso da condimento preferire l'olio di oliva extravergine, ricco dell'acido insaturo oleico e di antiossidanti, ma senza eccedere (eccesso di calorie=obesit= rischio!). Non eccedere con le proteine animali: preferire le carni alternative (specialmente il pesce, che ridurrebbe l'incidenza di cancro del colon-retto e della mammella) alla carne rossa, e coprire buona parte del fabbisogno proteico con le proteine vegetali, fornite specialmente dai legumi. Non eccedere con gli zuccheri semplici. Preferire pane, pasta e riso integrali ai prodotti raffinati (pane bianco, riso brillato), che apportano fibre vegetali e determinano un assorbimento pi lento e graduale del glucosio. Non eccedere con i dolcificanti, V. pag. 45. Non eccedere con gli alcolici (ammessi, mediamente, un paio di bicchieri di vino di media gradazione al giorno). Non eccedere con il sale ed i cibi salati. Evitare i cibi troppo caldi. Eliminare dai vegetali le parti guaste e le parti circostanti. Eliminare i cibi ammuffiti. Limitare gli alimenti conservati con nitrati (V. pag. 37). Limitare la carne (specialmente se di manzo) cotta a fuoco vivo e ad alta temperatura, fritta, affumicata ed associarle un bel piatto di insalata condita con olio di oliva extravergine. Alimentazione molto variata: cambiare i tipi di alimenti nell'ambito dello stesso gruppo (V. pag. 67) Massima attenzione all'igiene nella preparazione e nella conservazione dei cibi. Raccomandazioni specifiche Negli uomini a rischio di cancro della prostata (et avanzata, familiarit, obesit, ecc.) sono raccomandabili una generosa assunzione di frutta e di vegetali, in particolare il pomodoro, crudo e soprattutto cotto (elevato contenuto di licopene), l'aglio, la cipolla e lo scalogno (elevato contenuto di indolo-3-carbinolo e di solfuro di allile), il t verde, i cibi ricchi di vitamina D, la soia e la riduzione dei grassi animali. Sarebbe utile anche la Curcuma, spezia contenuta nella polvere di curry, specialmente in associazione alle verdure(cavoli, broccoli, rape, crescione) particolarmente ricche in isotiocianati. Nelle donne a rischio di cancro della mammella (precedente cancro mammario, familiarit, menarca precoce e/o menopausa tardiva, gravidanza dopo i 30 anni, nulliparit, obesit dopo la menopausa, ecc.) ed in genere nelle donne in menopausa e post-menopausa, si raccomandano la prevenzione e la cura dell'eccesso di peso, la riduzione dei grassi di origine animale (preferendo come grasso di condimento l'olio di oliva extravergine), la limitazione degli alimenti che inducono una maggiore produzione
Alcune malattie PARTE Tumori maligni QUARTA

di insulina (preferenza per gli alimenti a basso indice glicemico), la limitazione della carne rossa (preferire il pesce), una dieta ricca di frutta e di verdura ed in particolare i vegetali ricchi di fitoestrogeni (V. pag. 101), i vegetali ricchi di solforatano (cavoli, ecc.), di licopene (pomodori cotti e crudi), di acido folico (vegetali a foglia verde scuro, ecc.), il t verde, e gli alimenti ricchi di vitamina D (pesci grassi, uova, ecc.). Nei soggetti a rischio di cancro del colon-retto (poliposi familiare, pregressi polipi intestinali adenomatosi e pregresso cancro del colon-retto, et avanzata, obesit, ecc.) indicata una dieta povera di carne rossa (preferire il pesce) e di grassi animali, ricca di vegetali preferibilmente crudi, in particolare l'aglio, le cipolle e lo scalogno. Curare la stipsi, ma evitare l'uso abituale dei lassativi antrachinonici (cascara, aloe, senna, frangola, rabarbaro). E' raccomandato il T verde. Nei soggetti a rischio di cancro dell'endometrio (post-menopausa, obesit, menarca precoce, menopausa tardiva, nulliparit, ecc.) sono particolarmente indicate la dieta povera di grassi animali e la limitazione degli alcolici. Nei soggetti a rischio di cancro del polmone (fumo, esposizione professionale a cancerogeni, ecc.), oltre alla prioritaria cessazione dal fumo, indicata una dieta ricca di vegetali ed in particolare di quelli contenenti vitamina A, licopene e betacarotene, e la limitazione dei grassi animali. Nei soggetti a rischio di cancro dello stomaco (obesit, fumo, ecc.) si consiglia di evitare la carne ed il pesce cotti alla griglia, fritti ed affumicati, e di praticare un'alimentazione povera di sale, ricca di vegetali, in particolare di aglio e di vegetali ad alto contenuto di vitamina C e di licopene. Integratori alimentari, sostanze naturali Nei soggetti che con l'alimentazione assumono quantit insufficienti di antiossidanti, di vitamina D, di fibra vegetale, ecc., l'assunzione di integratori a base di questi nutrienti vantaggiosa per la salute dell'organismo e da essi pu essere attesa anche un'azione protettiva antineoplastica, specialmente se i soggetti sono esposti al rischio di un cancro in cui indiziata la carenza di questi nutrienti. Nei soggetti che praticano abitualmente un'alimentazione completa, variata ed equilibrata (ma difficile credere che siano molti) e non particolarmente a rischio di neoplasia, non sicuramente dimostrata l'utilit di integrare l'alimentazione con le sostanze naturali, quali l'Alga spirulina, l'Aglio, il Ginseng, la Melatonina, il T verde, la Papaya fermentata ed in generale con gli alimenti e gli integratori ad elevato contenuto di antiossidanti, ai quali attribuita la propriet di potenziare le difese antitumorali dell'organismo. In particolare, molto controversa la propriet antitumorale degli integratori a base di antiossidanti: verosimilmente importante la dose, ad esempio si osservato che l'assunzione di dosi moderate, corrispondenti ai fabbisogni quotidiani, di vitamina C, betacarotene, zinco e selenio, associata ad una significativa riduzione dei casi di cancro, specialmente negli uomini, mentre le dosi elevate di betacarotene possono aumentare l'incidenza di cancro del polmone e sono sconsigliate nei fumatori.

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PARTE Alcune malattie QUARTA Tumori maligni

Conclusioni Per la prevenzione della morbilit e della mortalit da tumori maligni sono di fondamentale importanza gli interventi sui fattori ambientali (fumo, radiazioni, alimentazione, ecc.). Per quanto riguarda l'alimentazione, pur essendovi incertezze e controversie sui rapporti tra alimentazione e cancro, vi sono elementi sufficienti per consentire che una sana alimentazione (secondo il modello mediterraneo, in cui sono minimizzati i fattori alimentari indiziati di cancerogenicit e sono ben rappresentati quelli indiziati di efficacia protettiva) contribuisce alla difesa dai tumori, o almeno da alcuni di essi, in particolare di stomaco, colon-retto, mammella, prostata. In questo senso, nei soggetti a rischio di tumori in cui indiziato il ruolo della carenza di uno o pi principi nutrizionali, non vi motivo per non essere favorevoli alla loro assunzione sotto forma di integratori, specialmente se la dieta abituale ne carente. Mai come in questo campo l'invito alla consapevolezza ed alla prudenza d'obbligo: le molteplici informazioni che giungono al pubblico (fattori alimentari che favoriscono l'insorgenza dei tumori, fattori alimentari che proteggono) devono essere gestite con buon senso, in quanto spesso si tratta di semplici ipotesi, la cui acritica ed indiscriminata accettazione pu suscitare eccessivi timori, sino a colpevolizzare ed escludere certi cibi la cui pericolosit appena un'ipotesi e che sono necessari (grassi, carne, ecc.), ovvero pu suscitare eccessive speranze, sino a credere che per la prevenzione possa bastare incrementare l'assunzione di un certo cibo o assumere un certo integratore. Ad esempio, la recente ipotesi, peraltro supportata da evidenze epidemiologiche e sperimentali, che la supplementazione di vitamina D (in modo da raggiungere l'assunzione quotidiana di 25 mcg, difficilmente raggiungibile solo con la dieta e con l'esposizione solare) aiuti a prevenire il cancro della mammella, del colon, delle ovaie e della prostata, non deve alimentare l'idea di una prevenzione "fai da te" con una pillola di vitamina D, che potrebbe avere anche effetti dannosi sui reni e sul fegato. In conclusione, gli integratori completano e potenziano gli apporti nutrizionali, ma non sostituiscono il ruolo primario di una corretta alimentazione e devono, comunque, essere assunti in dosi prudenti, sempre evitando ogni eccesso, che espone ai danni del sovradosaggio, e nel contesto di una dieta e di uno stile di vita globalmente sani (attivit fisica regolare, evitamento dei fattori di rischio, ecc.). Un breve cenno in merito all'alimentazione ed all'impiego di integratori nei soggetti ammalati di un tumore maligno. Sono, questi, soggetti fragili, anche da punto di vista psicologico, e spesso malnutriti: significativi e gravi cali di peso si verificano in circa l'80% dei pazienti con tumori maligni e non raramente la morte del paziente con neoplasia maligna dovuta alla malnutrizione. In questi pazienti la terapia nutrizionale va iniziata al pi presto, poich un adeguato apporto nutrizionale aumenta la capacit di resistenza del paziente, la risposta alle terapie anti-tumorali e di supporto e migliora la qualit della vita. In questi casi, finch la malnutrizione non particolarmente grave sono utili gli
Alcune malattie PARTE Tumori maligni QUARTA

integratori per fornire calorie, proteine, acidi grassi omega-3, vitamine, minerali, ecc. Integratori ricchi di nutrienti sono il Fieno greco, il Seitan, la Pappa reale, il Polline, l'Alga spirulina, il Lievito alimentare, l'olio di germe di grano. Altri integratori che possono essere utili sono, ad esempio, il Ginseng e l'Eleuterococo per combattere la stanchezza, l'Astragalo per aumentare l'energia e per il suo potere immunostimolante e l'Iperico per la depressione. Altri integratori, spesso usati per autocura, non hanno verosimilmente altra efficacia che quella dell'effetto placebo ed il loro uso rientra nell'ambito delle "medicine alternative". Non questo il luogo per approfondire questo tema, ma ci preme sottolineare che l'uso di sostanze naturali di non dimostrata efficacia, spesso comprensibile in malati in cerca di rassicurazione e di speranza, non deve interferire sfavorevolmente con le terapie necessarie o utili e tanto meno sostituirsi ad esse.

Alimentazione ed integratori nella prevenzione e nella cura dei danni da senilit


L'invecchiamento non una malattia, una tappa naturale della vita, caratterizzata dalla fragilit e dalla diminuzione della capacit di adattamento e di reazione agli eventi dannosi. L'invecchiamento un complesso fenomeno fisiologico nel quale intervengono molteplici fattori interagenti, di ordine genetico ed acquisiti: sulla componente genetica dell'invecchiamento (che si stima incidere per circa il 30%) non vi per ora la possibilit di intervenire, mentre possibile intervenire sul complesso dei fattori individuali acquisiti (non uso, usura, malattie sofferte ed in atto, cattive condizioni economiche e sociali, alimentazione incongrua, esposizione agli stress, fattori psicologici, intossicazioni, ecc.) che in larga misura influenzano e condizionano l'invecchiamento. Le malattie che hanno una posizione di particolare rilievo nel processo di invecchiamento sono quelle che colpiscono il cervello, il sistema cardiocircolatorio e l'apparato scheletrico: nelle pagine precedenti ci siamo, perci, specificamente soffermati sulla prevenzione e la cura di queste malattie. La preparazione al migliore invecchiamento possibile inizia sin dalla giovane et con l'adozione di un buono stile di vita: attivit fisica e mentale (amicizie, cultura, attivit sociali, ecc.), alimentazione sana, astensione dal fumo, limitazione dell'alcol, prevenzione e cura delle malattie, ecc. Per quanto riguarda l'alimentazione e gli integratori alimentari, l'argomento stato trattato nelle pagine precedenti: alimentazione in et evolutiva (V. pag. 109), alimentazione dell'adulto (V. pag. 67), alimentazione dell'anziano (V. pag. 105).

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PARTE Alcune malattie QUARTA Prevenzione e cura dei danni da senilit

Qui tratteremo alcuni dei numerosissimi interventi proposti per rallentare l'invecchiamento, perch l'uomo non rinuncia mai, nonostante le tante delusioni, al sogno di potere usare una pillola "magica", un elisir di giovinezza, che gli consenta, se non di vivere a lungo e con una buona qualit di vita, almeno di invecchiare nel modo meno sgradevole possibile. Tra le sostanze naturali proposte a questo scopo sono particolarmente interessanti gli antiossidanti, poich tra i vari fattori dell'invecchiamento attualmente viene attualmente attribuita una grande importanza al danno cellulare ossidativo provocato dall'eccesso di radicali liberi, in relazione alla diminuzione della capacit antiossidante che si verifica negli anziani ed alla frequente insufficienza dell'assunzione degli alimenti ad elevato contenuto di antiossidanti. Al momento, sono promettenti gli studi in merito alla possibilit di rallentare ed attenuare il processo di invecchiamento, ed in particolare il declino cognitivo e la degenerazione maculare senile, mediante l'assunzione di adeguate e prudenti dosi di integratori a base di antiossidanti (V. pag. 88). Numerose altre sostanze sono (o sono state) decantate come anti-invecchiamento: Testosterone La diminuzione del testosterone con l'et fisiologica e la sua somministrazione pu avere effetti favorevoli sulla massa muscolare, sullo scheletro, sulla libido e sull'umore, ma presenta rischi ed effetti collaterali: pu favorire la comparsa e lo sviluppo del cancro della prostata, aumenta il rischio di trombosi e riduce l'utile colesterolo HDL. Pertanto esso impiegabile solo in particolari casi, come cura e non come sussidio anti-invecchiamento. Terapia ormonale sostitutiva in menopausa E' utile per i pi importanti disturbi del climaterio e nella manopausa precoce, ma pu comportare dei rischi, in particolare di cancro della mammella, e la sua efficacia sulle funzioni cognitive controversa. Deidroepiandrosterone (DHEA) I livelli nel sangue di questo ormone sono massimi verso i 20-30 anni, poi tendono a diminuire con l'et; il DHEA in vendita come integratore ottenuto principalmente da una pianta tropicale (Igname selvatico) ed usato, anche se manca una sicura dimostrazione dell'efficacia, per rallentare il processo di invecchiamento, in particolare per contrastare l'osteoporosi, per aumentare l'energia, la libido, la muscolatura e per aiutare le funzioni cognitive. Possibili effetti collaterali sono l'ipertensione, la mania acuta, il danno epatico (del fegato) e, nelle donne, l'irsutismo (crescita anormale di peli ruvidi), l'abbassamento della tonalit della voce, l'aumento del rischio di cancro della mammella, ecc. Di altri integratori e del loro uso in particolari situazioni che possono incidere sfavorevolmente sull'invecchiamento (involuzione cerebrale, astenia, depressione, osteoporosi, stress, malnutrizione), si detto nelle pagine precedenti, e qui ne elenchiamo alcuni:
Alcune malattie PARTE Nella prevenzione e cura dei danni da senilit QUARTA

Integratori vitaminici e minerali. Ginkgo biloba. Ginseng, Eleuterococco. Iperico, Rodiola. Acetilcarnitina. Pappa reale, Polline, ecc. Conclusioni Sempre meno si accetta la riduzione della forza, della bellezza e dell'energia della giovent e non vi persona che non desideri vivere a lungo invecchiando nel modo meno sgradevole possibile e che non sia attratta dalla speranza di rallentare l'inevitabile invecchiamento con l'aiuto di qualche sostanza. Per ora, inutile illudersi che esistano sostanze capaci di fare durare a lungo la giovinezza, e non bastano gli studi osservazionali e sperimentali per impiegare sostanze di non provata efficacia sui processi dell'invecchiamento e che possono avere effetti avversi. Non dobbiamo, per, rinunciare alla speranza di ridurre la decadenza delle capacit psico-fisiche, alla quale difficile sfuggire nell'et avanzata: l'obiettivo di prolungare la vita e la vitalit pu essere raggiunto, almeno in parte e nei limiti del proprio programma genetico, mediante la prevenzione e la cura delle malattie che maggiormente si ripercuotono sull'invecchiamento e mediante un appropriato stile di vita. In questo ambito pu essere utile l'uso prudente di alcuni integratori alimentari, in particolare degli antiossidanti, delle vitamine e dei minerali, di cui frequente la carenza "occulta", e di quelli indicati per le varie situazioni che possono verificarsi nel corso dell'invecchiamento e che incidono sfavorevolmente su di esso, quando queste situazioni non siano tali da richiedere l'impiego dei farmaci.

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PARTE Alcune malattie QUARTA Nella prevenzione e cura dei danni da senilit

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