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LAICITA’ QUO VADIS?

Sabato scorso sono andato a Roma insieme alla mia compagna per aderire alla manifestazione di
Piazza Navona sul Coraggio Laico. Non sapevamo precisamente cosa aspettarci. I mass media
avevano parlato molto poco dell’evento come se soltanto il Family Day avesse diritto di cronaca ed
è forse questa una delle ragioni che ci ha spinto a partecipare e testimoniare con l’esperienza
personale che vi può ben essere famiglia anche senza il pezzo di carta che lo attesta. Le battaglie
giuste vanno combattute anche se si è in pochi e biasimati.
E’ stata una giornata importante: ricorreva infatti l’anniversario trentennale della vittoria
referendaria sul divorzio. Tale data è stata usata nelle due Piazze per proporre due visioni politiche
distinte: una che vuole trasformare in legge dello Stato i precetti della Chiesa cattolica, l’altra che si
limita a ricordare che dal 1984 lo Stato italiano non è più confessionale.
Gli italiani hanno già vissuto momenti simili negli anni ‘70 con le grandi battaglie su aborto e
divorzio, ora ci si misura su altri temi eticamente sensibili quali la fecondazione assistita,
l’eutanasia “alla Welby” ed i PACS: la note dolente è che molti politici non vogliono nemmeno
discutere di queste cose perché, affermano, riguarderebbero poche persone e vi sono ben altre
priorità. Tradotto: non ho voglia di perdere voti e non mi frega niente del principio di pari dignità
sociale ed uguaglianza dei cittadini di cui all’art. 3 della Costituzione.
Su tali questioni riguardanti la sfera etica e personale degli individui, è legittimo che la dottrina
sociale della Chiesa abbia un’opinione diversa da quello di cui si discute in Parlamento, ma ciò non
deve far venire meno il principio secondo cui le leggi vanno argomentate in termini laici anche se si
parte da convinzioni religiose, dovendo esse valere per tutti i cittadini. Va notato peraltro che la
stessa dottrina cattolica ha fatto mea culpa su alcuni errori compiuti in passato come il genocidio
degli indios d’America avallato dai gesuiti o le torture praticate durante la Santa Inquisizione: ne
deriva che altre correzioni dottrinali potrebbero seguire tra molti decenni anche su altri temi.
Rispolverando il mio vecchio libro di diritto Canonico ho riletto con interesse i Patti Lateranensi,
regolanti i rapporti tra il Vaticano e lo Stato italiano, soffermandomi in particolare sull’articolo 1
che recita così: “La Repubblica italiana e la Santa Sede riaffermano che lo Stato e la Chiesa
cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani, impegnandosi al pieno rispetto
di tale principio nei loro rapporti ed alla reciproca collaborazione per la promozione dell'uomo e il
bene del Paese”. Il Parlamento è pieno zeppo di avvocati ciò nonostante si dimentica spesso quel
che dice la legge per dar libero sfogo a demagogia e ipocrisia. C’è soltanto da sperare nelle nuove
leve per avere una politica finalmente laica e per questo ancor più aperta alla partecipazione.
Mestre, 16.05.2007
Davide SCANO - Consigliere dei Verdi Città Nuova - Municipalità di Mestre - Carpenedo

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